Nascoste tra le rovine greche e romane del moderno Libano, giacciono le vestigia di un'antica civiltà quasi dimenticata dalla storia. Sorta nel 1200 a.C. e vitale per mille anni, questa civiltà dominò una parte importante del mondo antico. Ma diversamente dagli egiziani, dai greci e dai romani, non ebbe un impero terrestre. Al contrario, il suo fu un impero delle acque.
Governarono sulle acque più note agli uomini dell'antichità, il mar Mediterraneo. Furono i più arditi e avveduti commercianti marittimi del loro tempo, un'enigmatica razza di marinai, noti come i Fenici. I Fenici furono i primi grandi magnati della navigazione e le loro navi suscitarono l'invidia dei rivali. Crearono un alfabeto fonetico che tuttora influenza il nostro modo di scrivere.
Ma i loro successi suscitarono l'invidia del mondo antico e quell'invidia fu la causa della loro distruzione. I greci e i romani annientarono i fenici e quel che è peggio ne riscrissero la storia fornendo resoconti cupi e tendenziosi dei loro usi e costumi. I testi antichi li descrivono come un popolo moralmente corrotto che faceva prostituire le proprie figlie e sacrificava i bambini per placare gli dèi.
Qual è la vera storia dei Fenici? E quale popolo moderno può vantarsi di esserne il diretto discendente? Oggi, a più di 2000 anni dalla loro scomparsa, due ricerche tecnologicamente avanzate cominciano a rivelarci uno dei popoli più remoti dell'antichità.
La prima, la ricerca delle antiche navi fenice, con macchine rivoluzionarie sul fondo del mare anticamente governato dai fenici. Gli antichi fenici furono i migliori marinai del loro tempo. Mi sarebbe piaciuto navigare insieme a loro. E la seconda, tentare con i più recenti strumenti della genetica di ritrovarli nel sangue degli attuali popoli del Mediterraneo. Gli archeologi scavano nella terra, noi scaviamo nel sangue.
Nel mare e sulla terra, potranno la tecnologia e la scienza d'avanguardia risolvere il mistero degli antichi fenici? Il Libano, questa striscia di terra stretta tra le montagne e la costa orientale del Mediterraneo. Conosciuto un tempo come Levante, fu la patria dei Fenici. Su questa antica costa, nella città di Tiro, Abu Elias, un costruttore navale di 71 anni, cerca di collegarsi con i suoi avi fenici e lo fa costruendo una nave fenicia.
I fenici avevano un rapporto speciale con il mare. Quando questa nave sarà varata, potremo capirlo. Elias ha sognato la sua nave per 20 anni.
Poi, un anno fa, ha cominciato a costruirla insieme al figlio, basandosi sull'idea che si era fatto di una nave fenicia. Le navi fenice erano leggendarie in tutto il Mediterraneo. Ora, gli uomini di tiro stanno per far rivivere una versione di quella leggenda.
Elias vuole che la sua nave sia la nave della riconciliazione, un modo per riavvicinare i musulmani e i cristiani di una terra a lungo divisa da conflitti religiosi. Il varo di questa imbarcazione sarà come l'arrivo in chiesa di una sposa, se Dio vorrà. Il grandioso lavoro di Elias ci rivela come quest'uomo e l'intera comunità siano tutt'oggi dominati dalla mistica Fenice. Ma come...
potuto perdersi nell'oscurità questo popolo antico che ancora esercita una suggestione tanto profonda sappiamo che la fenicia più che un regno unificato era un insieme di città stato e che dai loro porti i fenici colonizzarono il mediterraneo ma tante cose ci sono ancora ignote cercare le risposte porterà i ricercatori in luoghi sorprendenti A circa mille chilometri dal Libano, a Istanbul, in Turchia, lo scienziato Spencer Wells comincia la sua ricerca. Spencer è un genetista con la passione dell'archeologia, ma invece di cercare indizi nella Terra, li cerca nel nostro DNA. Ora sta per incontrare qualcuno che gli svelerà un primo segreto.
È il re Tabnit, che 500 anni prima della nascita di Cristo regnò su Sidone, uno dei porti marittimi fenici più importanti. Il DNA del re Tabnit può aiutare Spencer a individuare un fattore genetico fenicio, i geni che individuavano questo popolo. Possiamo togliere il coperchio e dare uno sguardo? Penso di sì.
Uso la genetica e il DNA per studiare la storia. Il DNA è l'impronta originale, il modo in cui ci riproduciamo, che trasmettiamo alla generazione successiva. Ma può essere anche un documento storico, un modo di conoscere il passato.
Possono i libanesi di oggi discendere da un re fenicio morto tanto tempo fa? Per scoprirlo, Spencer dovrà prendere un frammento di Tabnit. Ci sono alcune cose curiose a proposito di Tabnit.
Fu sepolto in un sarcofago proveniente dall'Egitto e mummificato secondo l'usanza egiziana. Perché il potente re di una grande civiltà fu sepolto negli abiti dismessi di un'altra cultura? I fenici controllavano la rete commerciale del Mediterraneo, perciò assimilarono e diffusero altre culture, la cultura romana, la cultura greca, la cultura egiziana.
Fecero cioè da tramite. È per questo che sono tanto enigmatici. Com'è definire un popolo che non ha, per così dire, un'anima? In parte è questo che rende tanto difficile trovarne delle tracce attraverso l'archeologia e anche il motivo per cui ricorriamo alla prova del DNA.
Uno dei tessuti migliori sui quali rintracciare il DNA del re è la sua dentatura. Speriamo di trovare in un dente tracce non contaminate del suo DNA, che ci permetterà di decifrare in qualche modo il passato. Lo smalto del dente può agire come una capsula ermetica, proteggendo quello che, nelle speranze di Spencer, sarà il DNA originale.
Eccolo qua. È in buone condizioni. Lo smalto è ancora intatto. Con un po'di fortuna potremmo pulirlo e prendere una parte di DNA. Il DNA del re Tabnit sarà sicuramente utile, ma sarà solo il primo pezzo di un difficile puzzle.
Bisognerà andare a cercarne molti altri nel Libano, dove cominciò la storia dei Fenici. Qui Spencer unisce le sue forze a quelle del genetista Pierre Zalois. Come stai? Sono lieto di rivederti.
Insieme continueranno a cercare i geni dei Fenici. Uno dei primi luoghi in cui Spencer e Pierre possono cercare le loro prove è il mercato locale. È più facile capire i Fenici partendo dalla considerazione che furono i primi commercianti marittimi del mondo antico.
I fenici erano dei commercianti maritimi abilissimi. Avevano la capacità di convincere gli altri popoli circa il valore delle loro merci e dei loro servizi. Di arricchirsi, diciamo. Occhi splendenti, sorrisi smagliati. fascino che rasenta l'impudenza tutto ciò che occorre per svolgere un commercio si capiscono tante cose dal volto di una persona si vede come interagisce con gli altri vi si riflette la comune cultura vi si riflette la comune storia vi si riflettono i comportamenti di molte e molte generazioni e come tutti i commercianti marittimi del mondo i fenici forse non si impegnarono soltanto nella vendita delle loro mercanzie come Come genetisti delle popolazioni, noi studiamo le relazioni che si stabiliscono tra i popoli.
Diciamo la storia di chi ha fatto sesso e con chi. I geni dei fenici si sono trasmessi di generazione in generazione, nascosti nel sangue? Per scoprirlo, i genetisti raccoglieranno più di 2000 campioni di sangue dei libanesi e in tutto il Mediterraneo.
fulcro della loro ricerca, una crisi d'identità dei fenici. Chi erano questi uomini del 1200 a.C.? Che dire dei caratteri genetici dei fenici a loro apparire?
Erano forse dei cananei? Secondo il Vecchio Testamento, i cananei erano un popolo vissuto a Levante pressa poco dal 2000 al 1200 a.C. Poiché precedettero i Fenici e le loro terre quasi coincisero, la maggior parte degli archeologi ritiene che Cananei e Fenici siano lo stesso popolo, ma nessuno lo ha ancora dimostrato. Le ricerche archeologiche ci dicono che l'evoluzione dei Fenici fu più rapida di quella delle più antiche culture cananee, ma sarebbe importante capire quanta continuità genetica ci fosse. La ricerca genetica confermerà l'opinione degli archeologi o rivelerà qualcos'altro, un legame genetico con una più remota origine?
La storia rivelata da antiche fonti egiziane suggerisce che un gruppo di predoni noti soltanto come i popoli del mare, invase il Levante intorno al 1220 Cristo. Alcuni studiosi ritengono che si siano mischiati con i Caranei, creando una nuova popolazione, i Fenici. Curiosamente, fu solo dopo l'arrivo allevante dei popoli del mare che i fenici cominciarono a primeggiare sui concorrenti. Le loro imbarcazioni si trasformarono in grandi mezzi di trasporto marittimo, in grado di coprire più di 100 miglia al giorno.
Fondarono colonie, costruirono il primo cartello internazionale e crearono un vasto impero commerciale. Ma cosa permise questo grande passo in avanti? I popoli del mare influenzarono soltanto i cananei o si incrociarono con loro generando i fenici?
Ci sono grandi discussioni tra gli studiosi circa l'impatto che i popoli del mare ebbero sui fenici. Se davvero ne influenzarono lo sviluppo fino a farli diventare i più importanti marinai del Mediterraneo. I fenici furono geneticamente influenzati dai popoli del mare.
Molte delle nostre informazioni sono supposizioni, quindi servirsi della genetica significa davvero aprire nuove prospettive, soprattutto se inquadriamo la genetica nel contesto dell'archeologia. La ricerca li porta a est, nella valle terrazzata di Kadesh. Qui, Pierre vuol mostrare a Spencer un elemento fondamentale del passato dei Fenici. Questi sono i cedri, quelli che sono chiamati i cedri del Signore.
Sì. In questo piccolo bosco protetto trovano quel che rimane dei favolosi cedri del Libano, le pietre miliari della civiltà fenice. 3000 anni or sono, queste montagne erano coperte di cedri.
I fenici costruirono le navi con quel legno robusto e le usarono per diffondere il cedro presso le civiltà del mondo antico. I faraoni egiziani adoravano la fragrante resina dei cedri. Il re Salomone lo volle per costruire il suo leggendario tempio di Gerusalemme.
Il cedro fece conoscere i fenici, che però vendevano molto più del loro famoso legno. Tutto trovò posto sulle loro navi. Ostriche, vino, tintura di porpora, che divenne l'elemento principale delle case reali del mondo intero. Molte di quelle merci, testimonianza della loro vita, sono andate perse con il tempo. Ma dov'è finito il popolo che le commerciava?
La risposta è nel sangue. Ok, mettiamoci all'opera. Come sai, Tiro era il più importante porto fenicio.
C'è qualcosa di magico in questa città. Abbraccia il mare in un modo davvero affascinante. Per iniziare la loro indagine nell'antica città di Tiro, Pierre e Spencer devono risolvere un bel problema. Come possono due perfetti stranieri presentarsi a chiedere un campione di sangue alla gente locale? Provano quasi subito la risposta.
Chiedere a quegli uomini chi trae sostentamento dal mare. Sicuramente molte delle persone che ho incontrato sono rimaste affascinate all'idea che io ero in grado di prendere dal braccio di una persona qualche goccia di sangue e con questa ricavare informazioni sul suo passato. Gli interessa molto sapere da dove vengono. Sono molto incuriositi quando diciamo loro posso ricostruire il tuo albero genealogico?
Si illuminano. Ma i campioni di sangue che Pierre Spencer raccolgono oggi come possono aiutarli a scoprire i Fenici di oltre 2000 anni fa? Nel nostro sangue c'è il DNA, una lunga catena molecolare che trasmettiamo ai nostri figli.
La catena molecolare di ciascuno di noi è fatta di quattro basi azotate, etichettate A, C, G e T, che si susseguono in un numero infinito di combinazioni. La sequenza di queste quattro lettere determina chi siamo. Quello che noi genetisti e più precisamente noi genetisti delle popolazioni studiamo è la mutazione genetica, i cambiamenti che avvengono in quella sequenza.
Le mutazioni che si sono verificate nel passato creano le distinzioni tra gli individui. Queste mutazioni o marcatori sono talmente rari che quando si presentano definiscono ...un'unica linea di discendenza. Se si ha in comune un marcatore con un'altra persona, si ha in comune un antenato. Questo ci permette di risalire al capostipite. Qual è il primo antenato che abbiamo avuto in comune?
Fino a dove risalire un albero genealogico per trovare quell'individuo comune che unisce tutti gli individui di quell'albero? Gli scienziati usano i marcatori per determinare quando un gruppo inizia a mischiarsi con un altro. Se riusciranno a trovare dei marcatori che risalgono fino ai Fenici, saranno in grado di tracciare la storia dei Fenici attraverso il sangue dei loro discendenti.
Ma trovare il marcatore fenicio potrebbe comportare delle serie implicazioni. Il risultato della loro indagine potrebbe increspare le acque già turbolente del Libano. Potrà il sangue dei pescatori di tiro essere una prova per sanare le ferite della guerra di religione? I loro volti riflettono, anche se labilmente, quelli dei fenici di tanti secoli fa?
Sebbene sia difficile ritrovarle in questi occhi, anche 3.000 anni fa le controversie religiose agitarono il mondo dei fenici. Il Vecchio Testamento racconta la storia di una delle più scellerate figlie di Tiro, Gesabelle. La personificazione stessa della spudoratezza fu infatti una principessa fenicia.
Gesabelle era la moglie di Ahab, un re d'Israele. Con l'arte della seduzione, aveva convinto il re e i suoi seguaci a pregare gli dei dei fenici. Credo che in realtà la dura condanna a cui fu sottoposta sia nata dal fatto che aveva introdotto in Israele tutte le pratiche alle quali era stata educata quando era principessa dell'antica Tiro e quando diventò la regina dell'antica Samaria fu naturale per lei portarle con sé.
L'ascesa al potere di Gesabelle e la minaccia che rappresentò per i profeti di Israele ne decretarono la fine. Morì infatti di morte violenta, quando una sua ancella la fece volare giù da una finestra. La sua brutale eredità gettò a un'altra. un'ombra sinistra sugli antichi fenici. Nel Vecchio Testamento sono calunniati come adoratori di idoli.
In altri testi antichi sono detti imbroglioni e imbonitori, i delinquenti del mondo antico. I fenici erano molto ricchi e potenti e questo suscitò la grande invidia e gelosia del popolo di Israele. La Bibbia ebraica li tratta in maniera assolutamente negativa, parla continuamente della lussuria, della ricchezza e della magnificenza delle antiche città di Tiro e Sidone, ma contemporaneamente ne definisce ricettacoli di corruzione, lerciume e squallore.
Forse, alla base di questa profonda avversione, c'era l'invidia. I rivali non potevano competere con quei dominatori dei mari. L'esploratore Robert Ballard è in cerca proprio delle celebri navi di quegli arditi marinai. Se Ballard riuscirà a portare alla luce uno scafo fenicio, si avvicinerà più di chiunque altro agli stessi fenici. Stiamo cercando di seguire le rotte commerciali.
che seguivano i fenici. Andiamo verso ovest. Ballard ha studiato a fondo il Mediterraneo, il mare considerato un tempo al centro della Terra.
Le sue scoperte, grazie all'impiego della tecnologia più avanzata e al suo lavoro, sono state riconosciute come un'esperienza di rivoluzione. suo grande coraggio, hanno fatto di lui uno dei più importanti esploratori dei nostri giorni. I Fenici sono i veri marinai dell'antichità.
Non avevano una grande nazione, un grande esercito, grandi risorse naturali e ricchezze. Dovevano sopravvivere con la loro astuzia e il dominio dei mari. 11 giugno 1999. Ballard ha trovato i Fenici.
Insieme a Larry Steger, archeologo di Harvard, il nostro esploratore si è posizionato su un sito vicino alla costa che divide l'Egitto da Israele. Si comincia a vedere qualcosa, ma è più a destra. Laggiù c'è qualcosa.
La scoperta è strabiliante. Dovrebbe trattarsi della più grande. È la nave ammiraglia.
Oh mio Dio, che emozione! Mentre ci avvicinavamo, non guardavo il relitto, guardavo la faccia di Larry. Ci siamo avvicinati e ho visto che la sua faccia si illuminava.
Poi ha detto, sono navi fenice. Era il più vecchio relitto mai trovato sul fuoco. del mare. Benissimo! Incredibile!
è un carico di anfore sparse sul ponte di una nave che ancora oggi giace a 350 metri di profondità è la prima nave dell'età del ferro che sia mai stata trovata nel Mediterraneo ma la rivelazione è la collocazione della nave a circa 30 miglia dalla costa prova che gli antichi fenici si erano allontanati dalla costa sicura per dirigersi verso il mare aperto E'un tesoro stupendo. Sono anfore meravigliose. Non ne ho mai viste tante.
Guarda là. Quella è l'ancora, sì. Un'altra ricerca per scoprire i segreti dei Fenici si sta effettuando sull'altra parte del Mediterraneo, su quello che era un tempo il confine del mondo conosciuto, Gibilterra.
Là dove l'Africa e l'Europa quasi si toccano, la leggendaria rocca si alza a strapiombo sul mare, come una porta inconfondibile. Sicuramente i fenici varcarono quella soglia, ma che cosa li spinse ad attraversarla e ad affrontare l'ignoto? La risposta sta venendo alla luce in una cava alla base della rocca. Qui gli archeologi dovranno affrontare una bella fatica.
Per arrivare nella cava di Goram si devono scendere 350 ripidi scalini lungo la parete friabile della roccia. L'archeologo spagnolo Paco Giles guida la scuola. squadra.
Siamo in un luogo molto selvaggio ed è difficile raggiungere la cava. Molti massi sono crollati dall'alto della rocca di Cipilterra e questo rende difficili la discesa e la risalita. Ma per Giles i rischi sono il giusto prezzo da pagare. Nel corso degli anni sono stati trovati nella cava più di 5.000 manufatti, ma non sono quelli che ci si poteva aspettare. Qui non ci sono arnesi da cucina o oggetti di uso giornaliero.
Abbiamo trovato soltanto piccoli oggetti come dei talismani, che in senso spirituale sono molto importanti. L'equipe di Giles ha scoperto quelli che sembrano essere piccoli talismani personali, amuleti, anelli, scarabèi, basi di vetro finemente lavorati. Anche se sono oggetti molto piccoli, ci permettono di ricostruire un momento importante, direi il momento culminante del passaggio dei Fenici. Giles crede che i Fenici abbiano seguito qua giù una specie di rituale, ma fin quando gli scavi non saranno completati, la natura precisa di quel rituale rimarrà ignota. Anche se nel Mediterraneo ci sono molti siti fenici, in nessuno è mai stata trovata una testimonianza scritta.
In pratica, nessun manoscritto originale dei Fenici è sopravvissuto e questo li ha lasciati muti e indifesi nel corso dei millenni. I Fenici hanno avuto il triste destino di dividere il Mediterraneo con due gelosi rivali. Gli antichi Greci, dal 1200 a.C. e gli antichi Romani, dal 300 a.C. Molto di quello che sappiamo dei loro riti e costumi è nelle parole di condanna dei loro rivali.
Ma forse una storia più accurata, ma ugualmente sconcertante, è raccontata dalle loro sculture. Astuti commercianti marittimi, i fenici avevano una natura camaleontica, che imitava il gusto dei clienti, gli egiziani, i persiani, gli israeliti. Possono perciò sembrare poco originali, ma gli oggetti trovati nel tempio di Eshmun rivelano un fenicio più genuino. In questo luogo santo, a sud di Beirut, portavano i loro figli ammalati per invocare l'aiuto di Eshmun, il dio della guarigione.
E per i loro figli non offrivano soltanto preghiere. Le famiglie fenice scolpivano queste statue a grandezza naturale da barattare con una cura per i figli. Possiamo immaginare Eshmun come un pediatra e possiamo pensare che quelle statue fossero offerte per chiedere la guarigione o la cura di una malattia che affliggeva un giovane.
Il tempio di Eshmun è appena fuori Sidone, una delle più ricche e potenti città-stato della costa su cui si fondava l'antica Fenice. Per cinque anni, l'archeologa libanese Claude Dumé-Siral ha effettuato scavi a Sidone. A Sidone, menzionata nell'Odissea, menzionata 35 volte nella Bibbia, una delle più importanti città dell'Oriente.
e uno dei principali porti, non sono mai stati fatti degli scavi. Ciò che rende speciale questo sito è il fatto che fu continuamente sotto occupazione dalla fine del quarto millennio fino al primo millennio. Un uomo morto nei primi tempi della storia fenicia, l'epoca dei Cananei. Dovete scavare ancora un poco e andare più sotto. E cosa ancora più importante, questa è soltanto una delle 36 tombe di sotterrate a Sidone.
Per Spencer e Pierre, la scoperta di un nuovo scheletro può essere l'occasione di trovare un DNA più antico. Ma la scoperta di più di 30 scheletri è una miniera d'oro genetica. Potrebbe essere la grande occasione per i nostri genetisti. se solo riuscissero a convincere Claude a dar loro qualche dente.
Dove possiamo trovarla? Hai visto laggiù nello scavo? Ehi Spencer, eccoli. Sì?
Fantastico. Vedo due denti per terra, li vedi? Sì. Forza, andiamo da lei.
Ok. Devo assolutamente vedere quei denti. Voglio dire, sono caduti, non fanno più parte dello scheletro. È questo. che le dirò.
Speriamo che anche lei la pensi così. È difficilissimo ottenere dei frammenti di DNA da questi resti scheletrici, ma se ci riusciremo avremo dei dati straordinari. Per 15 anni la guerra civile ha impegnato la città.
impedito agli archeologi di scavare nei siti del Libano. Ora finalmente Claude potrà dare una prima occhiata agli antenati dei Fenici qui a Sidone. Questi resti dovrebbero risalire alla fine del 1400-1300 a.C.
Ma la grande rilevanza del sito potrebbe rappresentare un ostacolo per Spencer e Pierre. La loro ricerca potrebbe apparire secondaria agli scienziati che da oltre un decennio aspettano di studiare quella scoperta. E'inescapabile! Nessun altro posto del Libano è possibile trovare reperti del terzo millennio con altrettanta facilità. Il Libano ci porta dritti nel terzo millennio.
È fantastico. Qui si possono trovare tantissimi reperti. Quanto tempo ci vuole perché ci dica, ok, ora posso darvi un campione?
Dipende da che cosa vi serve, quanto ci vorrà per prenderlo. Vedete, non credo che... Mi servono dei denti.
Forse, tradendo le sue origini fenice, Pierre cerca di giungere a un accordo. Ce ne sono due... terra. Non si monti la testa. Ho trovato quello che volevo.
Aspetta di andar via per dirlo. Ora ci serve una popolazione. Dobbiamo studiare le eventuali mutazioni intervenute tra un gruppo di individui del 1500 avanti Cristo, del tempo dei Cananei, e un altro gruppo dell'800 o del 600 avanti Cristo, del tempo dei Fenici, per vedere se c'è continuità tra quelle popolazioni o se è intervenuta una mutazione genetica. Potremmo così verificare e confermare i risultati. che ci vengono dai campioni di sangue.
Le premesse ci sono tutte. Sì, è vero. A un centinaio di chilometri di distanza, l'esploratore Robert Ballard ha problemi molto più seri. Dovremo spostarci qui assù?
Sì, direi di sì. Ballard aveva programmato di ritornare sul luogo dei relitti fenici scoperti nel 1999. Ma non sarà così. Motivi di politica internazionale glielo impediscono. L'ultima volta che siamo venuti, nel 99, le autorità israeliane ci dissero che eravamo a largo delle loro coste e ci mandarono incontro una cannoniera molto convincente.
Mandarono anche degli osservatori, ma quelli dissero «No, siete fuori dalle nostre acque territoriali». Quindi non dovete chiedere alcun permesso, siete fuori dalle nostre rivendicazioni territoriali. Ma poi la legge cambiò, i confini furono spostati e quelle acque divennero egiziane. Ballard sta aspettando il permesso definitivo dalle autorità egiziane quando gli inafferrabili fenici gli sfuggono di nuovo. All'improvviso riceviamo una lettera dal nostro Dipartimento di Stato del Cairo nella quale ci informano che l'esercito ritiene la nostra missione una minaccia per la sicurezza nazionale dell'Egitto.
Davvero assurdo. Non riusciremo mai a ritornare su quelle navi, ed erano navi molto importanti. Nessuno aveva mai trovato delle navi fenice. In sostanza, dobbiamo ripartire da zero. Invece di rinunciare, Ballard decide di rimettersi a caccia.
Uno dei suoi nuovi obiettivi è un'antica rotta marittima tra l'isola di Malta e Cartagine, la più grande colonia fenice. Verso l'800 a.C. i Fenici si addentrarono nel Mediterraneo e fondarono Cartagine, che nella loro lingua significa città nuova. La colonia fenicia crebbe fino a dominare la regione, superando in realtà la potenza stessa dei suoi padri fondatori. Per Spencer e Pierre, Cartagine ha un fascino naturale.
Andare nei luoghi identificati dai documenti storici come insediamenti fenici, in città come Cartagine, prelevare campioni da quei popoli, studiarne le discendenze genetiche e scoprire se qualcuna si avvicina a quella libanese. Il sangue raccolto qui sarà l'ultimo in questa fase della ricerca. Spencer e Pierre cominceranno infatti il lungo e tedioso lavoro di analisi dei dati genetici.
Analizziamo questi dati. Nel frattempo Ballard sta passando al setaccio un'antica rotta commerciale tra Malta e Cartagine. Ora siamo diretti verso una zona ricca di relitti di navi.
Sappiamo che i fenici hanno seguito questa rotta innumerevoli volte e statisticamente pochi altri l'hanno fatto. Sarà quindi il momento di rinforzare la nostra vita. possibile trovarli qui. La ricerca di Ballard viene effettuata con un sistema di immagini a fibre ottiche che lui chiama Argus. Jim mi senti?
Sì. Mettiti a velocità 7. Ok il fondale è morbido come pensavamo. Argus permette a Bob di muoversi sul fondo marino come un cercatore d'oro. Nev abbiamo la distanza percorsa dal momento della partenza.
Con la sua attrezzatura super tecnologica, la nave di Ballard è ben lontana dalle navi di legno fenice. Quel popolo viveva in simbiosi con il mare. Io non posso dire altrettanto di me, circondato come sono da tutta questa tecnologia. Mi sarebbe piaciuto navigare con loro, stare su una loro nave.
Ballard avrebbe voluto sedersi in mezzo a quei marinai che avevano una vasta e profonda conoscenza del cielo notturno. Molti studiosi pensano che i Fenici siano stati i primi naviganti a scoprire la stella polare e a servirsene per trovare la rotta. Guidati dall'angolazione del sole, dal volo degli uccelli, dal fresco e dall'umidità della brezza, le loro menti erano i loro compassi. Ma Ballard sa che nonostante questa sintonia con il mare e con il cielo, il mare pretese dai Fenici il sacrificio di molti uomini. Sta rallentando, credo che...
Ma non per questo, gli sarà più facile trovarli. Ho visto tanta di questa roba nella mia vita. Mucchi e mucchi di fango.
Maledizione, non si vede niente. La ricerca dà soltanto falsi allarmi. Guarda quella grande ancora. Non sembra una vecchia nave. No, sembra recente.
È una nave moderna? Sì, è moderna. Bene, rimettiamoci in cammino. Abbiamo ancora 4 milioni di miglia da percorrere. Il Mediterraneo copre circa un milione e mezzo di chilometri quadrati della Terra.
Documenti antichi riportano che nel 1100 a.C. i Fenici ne avevano raggiunto la porta occidentale nei pressi di Gibilterre. L'avevano chiamata le colonne di Melkart, in onore del loro dio principale e dio delle tempeste. Prima dei Fenici, soltanto pochi popoli avevano navigato dal Mediterraneo fino all'Atlantico.
Quella deve essere stata l'esperienza più terrificante per gli antichi marinai. Per placare la paura, i marinai fenici avevano stretto con gli dèi una specie di patto spirituale. Prove di questo patteggiamento sono state trovate dall'archeologo Paco Giles in questa caverna, che la paura ha riempito di piccoli. con gli amuleti. I naviganti fenici venivano qui per fare personalmente le loro offerte al fine di creare un'alleanza, una specie di matrimonio con le divinità tra gli dei del mare e gli stessi naviganti.
facevano queste offerte agli dei per ottenere aiuto e protezione nella difficile traversata dello stretto di Gibilterra ultimo lembo del loro mondo Cosa li spinse ad attraversare quelle colonne e ad abbandonare la relativa tranquillità del Mediterraneo? Il desiderio di un rapido arricchimento. Nei loro viaggi i Fenici erano motivati da due fattori, uno di spinta, l'altro di traino. La spinta era data dal fatto che vivevano accanto a grandi imperi che continuamente pretendevano il pagamento dei tributi. Dovevano produrre ricchezza per pagare i loro conquistatori.
Al culmine dell'età del ferro, la richiesta di ferro del mondo antico crebbe e i fenici furono pronti a scoprire nuove fonti. Fu quella grande e crescente brama che spinse i fenici ad andare sempre più lontano in cerca di nuove fonti dei metalli allora conosciuti, compreso il ferro. Una volta attraversate le colonne di Melkart, non si fermarono.
Erodoto scrisse che i Fenici circunnavigarono l'Africa verso il 600 a.C., circa 2000 anni prima dell'esploratore portoghese Vasco da Gama. Un altro documento parla di una spedizione nell'Africa occidentale. Il capitano scrisse che aveva visto coccodrilli, ipopotami e donne pelosissime chiamate gorilla.
Gli esploratori ne squoiarono tre. Si crede che il navigatore fenicio, Emilco, abbia affrontato le pericolose acque dell'Atlantico fino alla costa inglese, e solo per cercare lo stagno. Se questi resoconti sono veri, i fenici sono stati i primi a inaugurare l'era delle esplorazioni occidentali, molti secoli prima della nascita di Cristo. Ma Robert Ballard non ha trovato nessun segno di quel glorioso passato. La sua ricerca lungo l'antica rotta marittima nei pressi di Cartagine lo ha lasciato a mani vuote.
Mi sembra che non ci sia niente. Ma per Ballard la partita non è chiusa. Conosce un posto dove può ancora sperare di riuscire a riuscire. di trovare qualcosa, i relitti delle navi romane che crede siano state costruite sul disegno delle navi fenice. E la sua non è soltanto un'opinione.
Roma invidiava le navi fenice e le loro rotte commerciali, un'invidia che avrebbe portato al conflitto con Cartagine e all'ultimo capitolo della storia dei fenici. La colonia fenicia si era trasformata in una potenza navale che non conosceva rivali. Le loro eleganti galee furono le ultime navi da guerra del mondo antico.
Con varie schiere di vogatori e lo sperone di prua rivestito di bronzo per gli attacchi, distruggevano le flotte nemiche. Ma ancora più impressionante era il porto in cui erano ormeggiate le navi. Costruito al culmine della potenza cartaginese, il porto vantava un settore per i vascelli da guerra e uno per quelli commerciali.
Intorno alla torre di un'isola artificiale c'erano scali di alaggio per oltre 150 navi da guerra. Era il cuore della loro potenza marittima. Niente minacciava di più Roma.
Le due superpotenze si scontrarono per più di cento anni in quelle che furono chiamate le guerre puniche. Nel 146 a.C. Roma infine sconfisse la marina militare cartaginese e saccheggiò la città, distruggendo quella che era cominciata 700 anni prima, come una colonia fenicia.
Ora era Roma che governava il Mediterraneo e le sue navi lo solcavano in piena libertà. In un ultimo tentativo di esplorazione Bob Ballard si è ancorato sopra due navi romane. Bene, è qui che sono state combattute le guerre puniche. I resoconti sono stati fatti.
gli antichi gli danno buone speranze. E'qua attorno che dobbiamo ispezionare. Sa che i romani erano gelosi delle navi fenice al punto che quando riuscirono a catturare una flotta cartaginese ne smontarono le navi per copiarle, asse dopo asse. Le intenzioni di Ballard sono meno ambiziose. Con l'escavatore Hercules Vuole rimuovere tutti i manufatti dalla superficie del relitto per analizzare le parti principali dello scafo.
La velocità è a zero, stiamo oscillando sull'obiettivo. Si, ricevuto, siamo in linea sui relitti. Ma sembra che in questa spedizione nulla vada per il suo verso.
Maledizione, non c'è pressione idraulica. È una brutta cosa. No, così non va.
Controlla la camma. Non c'è pressione idraulica, Jim. Non c'è pressione idraulica.
Siamo andati a fondo, è finita. Già. Nell'arco di pochi giorni, il rivoluzionario escavatore ha avuto una serie di guasti, l'ultimo fatale. Che diavolo succede? Oh no, questo aggeggio è andato.
Abbiamo un veicolo che purtroppo non ci dà alcun segnale. Dopo un mese in mare, tre siti e chilometri di fondali fangosi, le danze sono finite. Dopo aver analizzato innumerevoli campioni di sangue, Spencer Wells e Pierre Zaloua hanno identificato una serie di marcatori genetici.
I geni che permettono di affermare con sicurezza che un uomo è un fenicio. Per la prima volta siamo riusciti a identificare una serie di quella che chiamiamo la discendenza genetica fenicia e questo ci permetterà di tracciare la trasmissione di questo antico popolo di navigatori nel Mediterraneo e forse anche al di là. Seguendo le origini dei fenici fanno una curiosa scoperta su Cartagine.
Nella più grande colonia fenicia scoprono la prova genetica che appena il 20% dell'attuale popolazione presenta il marcatore fenicio. Che cosa significa questo? Può significare che un piccolissimo gruppo di fenici, un'elite, governò sulla numerosa popolazione di Cartagine, ma senza esercitare tuttavia un grande impatto genetico.
Un'altra ipotesi è che i romani, quando conquistarono e distrussero Cartagine, decimarono la popolazione che discendeva dai fenici e per questo oggi non riusciamo a trovarli. Spencer e Pierre possono inoltre aprire una nuova finestra sui primissimi fenici, ponendo fine alla controversa teoria sui fenici e i popoli del mare. I popoli del mare possono aver messo in moto e fatto progredire la cultura dei fenici. Ma gli scienziati non hanno trovato la prova genetica di una commistione tra la gente venuta dal mare e i fenici. Forse le rivelazioni più importanti arrivano dal popolo libanese.
Lo studio rivela che i libanesi di oggi, i fenici e i cananei, sono uno stesso popolo. I fenici vivevano qui molto prima di Cristo e di Momit e i risultati genetici ci permettono di affermare con sicurezza che gli attuali libanesi, siano essi cristiani o musulmani, sono legati assieme da una stessa catena genetica, appartengono tutti a un'unica grande famiglia. Ecco allora che i risultati genetici uniscono i popoli e non li dividono. Per Abu Elias questa comune eredità è manifesta sulla chiglia della sua barca della riconciliazione, pronta a salpare. Pescatori musulmani e cristiani, scelti dallo stesso costruttore, stanno salendo sulla sua nave per la prima volta.
Non ho mai conosciuto una gioia più grande. Ho realizzato il mio sogno. Prima di questo momento non capivo i fenici.
Ora li conosco e li capisco, come marinai e come esseri umani. La scienza ha rivelato il legame di sangue che li unisce al passato, ma i fenici moderni sono legati agli antichi ancora più saldamente dal mare. Cosa che Abu Elias ha sempre saputo.