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Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Lei è la First Lady Eleanor Roosevelt, l'unica donna membro della Commissione per i diritti umani, un organo dell'ONU istituito nel 1946 e che nel 2006 si è trasformato nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Il 10 dicembre di ogni anno si celebra la Giornata dei diritti umani, perché nel 1948 di quel giorno a Parigi l'ONU ha approvato e proclamato la Dichiarazione Universale dei diritti umani. Su 58 stati membri, 48 sono i voti favorevoli, 10 gli astenuti e nessun voto contrario. In questo video ti racconto le ragioni che hanno reso necessarie all'adozione di questa dichiarazione e il ruolo determinante di due donne per la sua stesura. Siamo negli anni della ricostruzione. I due conflitti mondiali hanno provocato innumerevoli danni e milioni di morti. Si è concluso da pochi anni il processo di Norimberga nei confronti dei criminali nazisti, colpevoli di aver commesso crimini contro loro. umanità. Da questa esperienza nasce l'esigenza di impedire ripetersi di quei massacri. Nell'aprile del 1945 il presidente degli Stati Uniti, Franklin Roosevelt, muore per un'emorragia cerebrale e Eleanor Roosevelt, sua moglie, rimane vedova. Nonostante il lutto, la First Lady si dà da fare. È un'attivista, è sostenitrice dei diritti delle donne, dei lavoratori, dei rifugiati e delle minoranze, al punto che, in onore dei suoi sforzi per la difesa dei diritti umani, il nuovo presidente degli Stati Uniti, Harry Truman, la definisce la First Lady of the World. Sarà la forza motrice per la creazione e la stesura della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. e proprio lei la definirà la Magna Carta dell'umanità. Eleanor Roosevelt lavorerà fino alla fine dei suoi giorni per ottenere l'accettazione e l'attuazione dei diritti contemplati nella dichiarazione, ma lei non è la sola donna ad aver apportato un rilevante contributo nella stesura del documento. Infatti un attivista indiano Anna Ansameta, durante i lavori della Commissione, fa notare che nella prima formulazione è stata usata l'espressione «dichiarazione dei diritti dell'uomo». L'attivista si oppone all'uso della sola parola «uomo» come comprensiva anche delle donne, spiegando che alcuni paesi avrebbero potuto utilizzare questa formulazione per limitare i diritti delle donne. Grazie a lei, la precedente espressione viene sostituita con quella di impronta francese «Tous les êtres humains naissent libres et égaux» «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali» tratta dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789 adottata durante la Rivoluzione Francese. Questa frase è rivoluzionaria in termini di diritti delle donne e delle minoranze. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è composta da un preambolo contenente le ragioni storiche e sociali che hanno reso necessaria la sua stesura, come ad esempio quella per cui il disprezzo dei diritti umani ha portato ad atti che offendono la coscienza dell'umanità, che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le nazioni e che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche. È strutturata in 30 articoli e proclama i diritti inalienabili riconosciuti all'essere umano in quanto tale e irrinunciabili, senza distinzione di razza, colore, religione, sesso, lingua, opinione politica o di altro tipo. Esprime il diritto a non subire tortura o trattamenti inumani o degradanti, il diritto a non essere arbitrariamente arrestato o esiliato e proibisce la schiavitù in qualsiasi forma. Stabilisce anche l'uguaglianza di ogni individuo di fronte alla legge e dispone che ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente fino a quando la sua colpevolezza non sia stata approvata in un pubblico processo in cui sia stato rispettato il suo diritto di difesa. Pensa che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel 2009 è entrata nel Business World Records come il documento più tradotto al mondo. Oggi è disponibile in più di 500 lingue. La dichiarazione possiede un'importanza storica fondamentale, perché rappresenta la prima testimonianza della volontà della comunità internazionale di riconoscere universalmente i diritti che spettano a ciascun essere umano.