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La vita e le riforme di Augusto

Ave legionari, non poteva mancare nel nostro canale la vita di Augusto. È una storia incredibile per l'importanza, per le dinamiche militari, per le dinamiche politiche, per curiosità che scopriremo. Facciamo luce, forse, sul più grande romano di tutti i tempi. SIGLA Prima di iniziare, molti hanno gradito la nostra newsletter gratuita. Se andate nel primo commento di questo video, nel primo commento in rilievo, cliccate sul link, lasciate i vostri dati, riceverete gratuitamente circa una volta a settimana. una mail con le novità del nostro gruppo divulgativo, video, articoli di approfondimento, curiosità, analisi sulle fonti della storia romana e quindi potete usufruire gratuitamente di questi approfondimenti. E parlando di Augusto, sul sito trizioeditore.it trovate un prodotto meraviglioso di pregio. È un cofanetto di lino chiuso con una cera lacca. Una volta aperto troverete su degli antichi fogli. in carta di Amalfi realizzati a mano delle esclusive stampe degli imperatori della dinastia Giulio-Claudia e quindi Augusto e i suoi successori. Si tratta di opere meravigliose, un prodotto esclusivo per chi ama gli imperatori romani, per chi adora Augusto e la sua famiglia. E in queste immagini noi partiamo ovviamente dalla vita dell'imperatore Augusto. Partiamo dalla famiglia. Augusto ha una famiglia certamente fortunata. Il padre, che si chiama Gaio Ottavio, era un cosiddetto homo novus, cioè la sua famiglia non aveva ricoperto cariche politiche importanti, era un esordiente della politica romana. Eppure si era comportato bene, aveva dimostrato ottime capacità ed era diventato senatore e quindi chiaramente il padre senatore mette la famiglia in una condizione benestante e di rilievo. Però c'era anche una bella madre che si chiamava Azia Maggiore. Azia Maggiore era né più né meno che la figlia di Giulia Minore, che era la sorella di Giulio Cesare. Quindi è chiaro che la madre, Azia Maggiore, era una donna matrona romana importantissima e quindi il giovanissimo Ottaviano in realtà è il pronipote di Giulio Cesare. E allora... Il 23 settembre del 63 a.C. a Roma nasce il giovanissimo Ottaviano. In realtà il nome di Ottaviano inizialmente era Gai Ottavio, cioè uguale al padre. E Svetonio ci fa una piccola fotografia fisica di questo giovanissimo Ottaviano. Come era Ottaviano fisicamente parlando? La descrizione di Svetonio ce lo dice abbastanza chiaramente. Augusto aveva occhi chiari e nitidi, denti piccoli e maltenuti, capelli leggermente ricci e chiari tenuti corti, orecchie non troppo grandi e il naso leggermente aquilino. Non era inoltre particolarmente alto, ma aveva comunque un corpo molto proporzionato. In questo modo, grazie alla descrizione di Svetonio, noi ci possiamo immaginare com'era fisicamente il nostro Ottaviano. Comincia allora la giovinezza di Ottaviano. Lui, quando ha solamente quattro anni, perde il padre. In questo senso è un po' simile a Giulio Cesare, anche lui perse il padre in giovanissima età. Poi, quando il giovane Ottaviano aveva solamente 12 anni, perde anche la nonna, la nonna Giulia, e lì fece una piccola... orazione funebre pubblica e questo dimostrava che era già un ragazzino intelligente per poter parlare in pubblico già a quell'età. Poi seguendo ovviamente diciamo il percorso naturale del cittadino romano a 16 anni prende la toga virile quindi divenne ufficialmente adulto per la società romana e chiaramente la sua vita è dominata dall'influenza di Giulio Cesare. Perché? Perché Cesare inizialmente quando compie alcune campagne militari in Africa e vince, porta per conseguenza tutta la famiglia degli onori militari. Quindi il giovanissimo Ottaviano viene onorato militarmente anche se non ha mai partecipato in prima persona alle campagne dello zio. Però è in questa fase della vita che tutta la sua esistenza cambia, cioè c'è un momento di svolta storica per la sua vita, per la storia di Roma, per la storia del mondo. Qual è questa svolta? La svolta è che Giulio Cesare è impegnato nelle campagne di Spagna contro i figli di Pompeo, quindi contro i suoi nemici politici con le loro legioni. Ottaviano, giovanissimo, sceglie di seguirlo, cioè vuole raggiungere Giulio Cesare sul teatro dello scontro. E quindi, nonostante fosse giovane, di salute cagionevole, tra mille pericoli, facendo dei percorsi accidentati ed esponendosi a gravi rischi, tanto che infatti la madre non voleva, Ottaviano insiste e raggiunge Cesare sproprio nei suoi accampamenti. E quindi Cesare vede questo suo pronipote, di cui non si aspettava, che gli spunta, si presenta per dargli manforte. E proprio in questo momento, sicuramente, Che Cesare rimane impressionato dal giovanissimo Ottaviano, perché Cesare veniva molto impressionato dalle alzate di testa, dalle azioni audaci, dalle azioni imprevedibili, facevano parte del suo carattere, quindi è stato impressionato e probabilmente fu esattamente in questa occasione che Cesare intravide qualcosa nel giovane Ottaviano, una capacità politica. un intuito politico. Forse Cesare vide in Ottaviano quell'intuito politico che lui invece non aveva e sicuramente in questa fase della vita Cesare sceglierà dentro di sé, senza dirlo a nessuno, sceglierà dentro di sé di nominare il suo nipotino come suo legittimo erede. E allora cosa accade dopo? Che Cesare proprio perché in cuor suo ha scelto Ottaviano come successore lo rimanda nella città di Apollonia, che vediamo qui nella cartina, ufficialmente per completare i suoi studi, ma in realtà, siccome Cesare aveva la grande progetto dell'invasione della Partia, che stava organizzando con decine di legioni, diede al suo nipote il comando di supervisionare i preparativi, tanto è vero che venne nominato Magister Equitum, cioè capo della cavalleria, quindi secondo, del generale Emilio Lepido. Quindi... È chiaro che questa prima mossa, questo primo incarico per cui Ottaviano deve supervisionare questi preparativi militari significa che Cesare aveva fiducia in lui. Poi la vita di Ottaviano cambia radicalmente nel 44 a.C. Quando Giulio Cesare ovviamente alle Idi di Marzo viene ucciso, assassinato, è chiaro che il mondo romano ne viene totalmente sconvolto, ma ancora di più viene sconvolto all'apertura del testamento di Cesare. Tutti si aspettavano che Marco Antonio, il suo braccio destro, il generale più capace, sarebbe stato il legittimo erede politicamente e invece nel testamento che Cesare aveva depositato presso le Vergini Vestali e che viene aperto e letto pubblicamente, si scopre tra le varie misure, tra le varie decisioni, che Ottaviano è stato adottato come figlio e come legittimo erede. E ovviamente Cesare gli dà anche una parte consistente della sua eredità in termini proprio di denaro. Quando si trova ad Apollonia, Ottaviano viene a sapere che lo zio è morto e che lui è stato nominato erede nel testamento. A questo punto Ottaviano ha a disposizione in realtà due strade. Chiede consiglio ai suoi, chiede consiglio a sua madre, che è molto prudente, chiede consiglio a Vipsanio Agrippa, che è suo carissimo amico e l'accompagnerà per tutta la vita, e un altro amico che si chiamava Salvidieno, e allora poteva scegliere. Poteva mettersi alla testa dell'esercito, cioè dei veterani di Cesare, come suo legittimo erede, e marciare militarmente contro Roma. Oppure poteva scegliere la via più legale e quindi cercare di farsi approvare ufficialmente, pacificamente dal Senato, l'adozione. E sceglie questa seconda strada, cioè la strada legale. E allora sbarca a Brindisi, accompagnato dai suoi fedelissimi, si impadronisce di 700 milioni di sesterzi, che erano i soldi che Cesare aveva lasciato per la campagna militare in Partia e che adesso appartengono a Ottaviano come suo erede, E con questo straordinario bottino ed eredità lasciategli dallo zio, fa tutto un percorso, sale attraverso la campagna, I soldati veterani di Cesare lo festeggiano come grande erede, distribuisce soldi a destra a manca, quindi fa una salita trionfale e il 21 maggio si presenta finalmente a Roma. È arrivato Ottaviano, è arrivato il figlio adottivo di Cesare, ma il suo primo grande nemico politico in questa fase sarà Marco Antonio. Marco Antonio non è proprio, cioè è una brutta gatta da pelare. Perché? Marco Antonio innanzitutto in quel momento era console. Era stato il braccio destro di Cesare. E poi Marco Antonio era anche furbo, nel senso che lui si era recato nottetempo a casa di Cesare. Aveva convinto la moglie, aveva requisito tutte le carte di Cesare. Quindi lui era depositario delle ultime volontà, provvedimenti e leggi di Cesare e quindi diceva, ho letto nelle carte che Cesare voleva questo e quindi in questo modo emana delle nuove leggi o dei provvedimenti. Quindi sfruttava la situazione a suo vantaggio. Quindi in questo momento il leader politico è Marco Antonio, il pallino della situazione ce l'ha Marco Antonio. Quando Ottaviano si presenta è chiaro che si presenta in una situazione per lui sfavorevole. Ottaviano subito dice voglio che la nomina ad erede di Giulio Cesare sia ratificata e confermata dal Senato. Allora Marco Antonio, che vede in lui un rivale, chiaramente fa di tutto, lui tergiversa e fa aspettare un sacco di tempo, passano i mesi, c'è bisogno dell'approvazione di una legge, cioè meno il camperlaia per non dare soddisfazione a Ottaviano. Allora Ottaviano cosa fa? Fa una furbata, con i suoi soldi personali anticipa ai veterani di Cesare e ai cittadini romani quello che Cesare aveva promesso nel testamento e quindi la sua popolarità. aumenta a dismisura con sommo dispiacere e ira di Marco Antonio. La situazione però è ancora delicata, Ottaviano politicamente è stato catapultato lì, però è ancora debole. E allora entra in gioco Cicerone. Cicerone vuole formalmente difendere la Repubblica, vuole che si seguano le leggi, rappresenta gli aristocratici, i senatori, gli ottimati. E cosa fa? Sicuramente lui sottovaluta Ottaviano. Lui dice questo giovane, parole testuali, verrà celebrato e messo da parte, quindi lui lo sottovaluta. Però allo stesso tempo lo vuole usare come pedina, visto che comunque è l'erede di Cesare, come pedina contro Marco Antonio e quindi decide di appoggiarlo. Ottaviano non è deficiente, Ottaviano capisce benissimo che Cicerone lo sta utilizzando, ma in questo momento Cicerone è molto potente, è un protettore importante, quindi si fa utilizzare scientemente da Cicerone. cosa fa? Protegge Ottaviano e fa in modo che alla fine, essendo poi lui un grande leader del senato, fa in modo che il testamento di Cesare venga ratificato e allora Ottaviano diventa ufficialmente figlio adottivo di Cesare, tanto è vero che può mettere nel suo nome, no? Caio, Giulio, Cesare, Ottaviano. E questo è importantissimo, quindi Ottaviano, grazie a Cicerone, ottiene un obiettivo fondamentale. A questo punto la situazione si aggrava, Cicerone comincia a odiare Marco Antonio perché non segue le leggi, rimane console oltre il tempo, cioè vuole fare il bello e il cattivo tempo e allora il Senato pronuncia dei discorsi durissimi contro Marco Antonio, le cosiddette filippiche, che in realtà si chiamano filippiche perché ripercorrevano le orazioni che De Mostene aveva fatto contro Filippo. Si chiamano Filippe perché era un rimando a delle orazioni greche, ma sono Filippi che in cui Cicerone attacca Marco Antonio, lo sminuisce, dice che vuole fare il dittatore, che non rispetta le leggi, è un pericolo per la Repubblica. E allora si sta arrivando allo scontro. Marco Antonio chiama le legioni che erano a quartierate in Macedonia per la sua difesa e quindi è pronto a una nuova fase della guerra civile. Il Senato arriva anche lui ai ferri contro Marco Antonio. E allora si crea, sempre con Cicerone che fa da regista, la nomina dei consoli Irzio e Pansa, che hanno il comando delle legioni consolari, con il comando di andare contro Marco Antonio e di batterlo per neutralizzare questo nemico della Repubblica. E Ottaviano gli va dietro come erede di Cesare, protetto da Cicerone. Allora si crea questa situazione, quindi Marco Antonio con le legioni, Irzio, Pansa e Ottaviano. e si arriva a due battaglie. Siamo in una fase di guerra civile. La prima battaglia è la battaglia di Forum Gallorum. È una battaglia dove inizialmente i soldati pretoriani di Marco Antonio annidano la guerra civile. entrano quelli di Ottaviano, ma poi il console Irzio prende Marco Antonio in contropiede e batte il suo esercito, quindi Antonio viene sconfitto. C'è poi una seconda battaglia che è l'assedio di Modena, anche qui pur se di misura Marco Antonio viene sconfitto e quindi gli eserciti consolari vincono contro quelli di Marco Antonio. E allora qual è il risultato di queste battaglie? Marco Antonio è stato battuto ma non è stato completamente sconfitto. riesce a scappare, va verso la Spagna dove ci sono le legioni che lo aspettano. Quindi il pericolo non è stato neutralizzato. Allo stesso modo sul campo di battaglia Irzio e Pansa muoiono e addirittura le fonti antiche cominciano a speculare. Dicono probabilmente c'è il sospetto che sia stato Ottaviano a farli ammazzare per rimanere l'unico capo delle legioni consolari. Ci sono diversi autori, sia Svetonio sia Tacito, suppongono che Ottaviano abbia fatto morire, avvelenare o abbia mandato dei sicari contro i due consoli. Quindi questo è un sospetto che sempre graverà sulla figura di Ottaviano. Secondo altre fonti però, Panza avrebbe stretto dei rapporti con Ottaviano. Egli avrebbe svelato il gioco del Senato. Avrebbe detto che il Senato si diverte a mettere te contro Marco Antonio, voi vi combattete e il Senato nel frattempo comanda. Comunque alla fine di questa situazione c'è il primo grande colpo di mano di Ottaviano. Ottaviano è rimasto l'unico capo delle legioni consolari e allora decide di forzare la mano, perché Marco Antonio è lontano e lui ha i legionari ed è l'erede legittimo di Cesare, e decide di marciare con i suoi uomini contro Roma con l'obiettivo di farsi eleggere console. Allora gli uomini, i soldati di Ottaviano stanno marciando in maniera minacciosa contro Roma Il Senato si rende conto che è sotto stato di assedio praticamente da Ottaviano. Cercano di mandare i senatori dei carri ripieni di monete e di oro per corrompere i soldati di Ottaviano. Ma Ottaviano aveva mandato delle avanguardie che si rendono conto del pericolo, fanno deviare il carro e quindi nessuno si accorge di questo tentativo di distrazione e corruzione. Arriva, c'è un'immagine importante, arriva un'avanguardia dell'esercito di Ottaviano, si presenta in Senato e in particolare il centurione Cornelio dice ai senatori dovete fare Ottaviano console, se non lo farete voi si tocca la spada ci penserà il mio Gladio. E a questo punto il Senato cede, Ottaviano arriva a Roma e a soli 20 anni viene nominato console della Repubblica Romana e ha ottenuto un vantaggio e un risultato che nessuno si poteva mai lontanamente immaginare. Siamo al momento però del cosiddetto secondo triunvirato. Cosa significa? Allora vi aiuto a capire. Ottaviano è diventato nuovo console a 20 anni e quindi è in una situazione di potere. Però ci sono ancora diversi pericoli. Punto numero 1. la Repubblica Romana è totalmente nel caos delle guerre civili. Punto numero due, coloro che hanno ucciso Giulio Cesare, cioè Bruto e Cassio, non sono stati fermi, sono andati in Oriente, si sono riorganizzati con un numero cospipo di legioni e sono pronti a fare battaglia. E Ottaviano sa benissimo che non è un generale capace. Quindi a questo punto Ottaviano ha la maturità politica di capire questi pericoli. Capisce che non può rimanere tra due fuochi, cioè contro Marco Antonio e contro Bruto e Cassio, cioè ha quella intelligenza per comprendere che la sua situazione politica è troppo delicata, che non può fare la guerra a tutti, che ci sono ancora dei problemi da risolvere. E allora ha un'iniziativa. contatta Marco Emilio Lepido, che era pontefice massimo, cioè la massima autorità religiosa, e attraverso di lui fa prendere dei contatti con Marco Antonio, dicendo facciamo una tregua, riuniamoci, troviamo un accordo. E allora nel 43, presso la città di Bononia, odierna Bologna, si svolge questo incontro tra Marco Antonio Ottaviano e Lepido. E questo incontro è assolutamente importante, perché è fanno un accordo che ha un valore assolutamente pubblico per cui ci sono questi due obiettivi. Si chiamano Triunviri Rei Publice Constituende, cioè i triunviri che dovevano ripristinare il funzionamento della Repubblica con l'obiettivo di dare un ordine allo Stato romano e poi di fare fuori Bruto e Cassio, che erano pericolosamente con le loro legioni in Oriente. E allora noi vediamo, grazie a questa cartina, che... I triunviri si spartiscono, decidono di spartirsi tutti i territori di Roma. Antonio prende il comando della Gallia Cisalpina e della cosiddetta Gallia Comata, e quindi una provincia importantissima. Ottaviano è controllo dell'Africa Proconsolare, della Sicilia e della Sardegna. Si tratta di territori minori rispetto a quelli di Antonio, quindi politicamente Marco Antonio è più importante di Ottaviano. Ma Ottaviano in questo momento ha più bisogno di Marco Antonio che non il contrario, e quindi accetta. Mentre Lepido prende la Gallia Narbonense e la Spagna. Questa è la divisione del mondo romano che finisce nelle mani dei Triunviri. E allora, con questo accordo, con questa situazione, con questa spartizione, arriva ufficialmente il momento che i Triunviri entrino in azione. Un giorno dopo l'altro i tre Triunviri ritornano a Roma e c'è un momento però di consacrazione di questo accordo ufficiale, ma anche un momento di grandissima violenza. Perché i triunviri per poter operare hanno bisogno di eliminare i nemici politici e quindi a Roma si scatena il caos, decine di senatori vengono giustiziati, migliaia di cavalieri, cioè di imprenditori aristocratici, vengono massacrati, le vie di Roma conoscono un'enorme violenza e durante queste liste di proscrizione, durante l'uccisione dei nemici politici, quando i tre triunviri fanno fuori tutti coloro che li stavano ostacolando, Diciamo che la vittima più illustre di tutti è proprio Cicerone. Marco Antonio non si era affatto dimenticato delle orazioni che Cicerone aveva fatto contro di lui e pretende la sua morte. Si dice che Ottaviano per tre giorni abbia cercato di convincerlo, però non ci riesce. Ottaviano in quel momento ha bisogno di Marco Antonio e cede. Cicerone viene raggiunto dagli emissari di Marco Antonio nella sua villa e viene orribilmente arrestato, ucciso, la sua testa mozzata e addirittura in maniera orribile non solo verrà esposta sui rostri ma la moglie di Marco Antonio si divertirà a mettergli una spilla nella lingua con cui aveva parlato contro il marito e quindi rimane questa orribile tragica fine di Cicerone schiacciato dalla violenza dei triunviri. Allora questo nuovo che abbiamo spiegato, questo nuovo accordo politico, questa divisione del territorio e queste violenze portano i triunvili immediatamente in oriente per vincere contro Bruto e Cassio. Arriviamo quindi alla battaglia di Filippi. Qui vi metto un link in cui potete vedere nel dettaglio la battaglia di Filippi e ve la spiego nei minimi particolari. Sappiate però che in linea generale questo è il campo di battaglia. Qui c'è l'accampamento di Antonio, qui c'è l'accampamento di Ottaviano. Qui c'è l'accampamento di Cassio e qui l'accampamento di Bruto. Nella prima giornata di combattimenti Ottaviano riesce a conquistare l'accampamento di Cassio e Bruto riesce a conquistare l'accampamento di Ottaviano. Quindi la situazione è totalmente speculare. Ottaviano qui non ci fa una bella figura, non è capace sui campi di battaglia, si dice che sia scappato appena in tempo per non essere raggiunto dai soldati di Bruto. Le malelingue dicono che per paura era scappato febbricitante nelle paludi e quindi aveva il terrore di affrontare il nemico, mentre invece nella seconda giornata della battaglia di Filippi, alla fine, Cassio muore per un'incomprensione sul campo, Bruto rimane da solo contro Marco Antonio e Marco Antonio vince Bruto che si suicida e, secondo gli storici, con Bruto muore l'ultimo baluardo dell'antica Repubblica Romana classica. Quindi la battaglia di Filippi viene vinta da Marco Antonio, che è il leader assoluto, il generale più capace, quello che sconfigge realmente gli avversari, e Ottaviano vive di gloria riflessa in questo momento, perché Ottaviano militarmente non è assolutamente un bravo generale. E allora, a questo punto, ritorniamo alla cartina e vediamo che i triumviri si rispartiscono ancora i territori. Antonio mantiene tutto il controllo delle Gallie, e ottiene l'Oriente Romano grazie alle sue vittorie e siccome la vittoria era merito suo Ottaviano sta zitto e lascia che Antonio si prenda il merito di tutto. Ottaviano invece adesso comanda tutta l'Italia, la Sicilia, la Sardegna, la Corsica e l'Iberia mentre all'epido rimane l'Anumidia e l'Africa. E a questo punto, attenzione, si gioca a qualcosa di importantissimo a livello politico. Attenzione al ragionamento. Marco Antonio, adesso, comanda prevalentemente l'Oriente Romano, si sposta ad Alessandria, conosce la famosissima regina Cleopatra. Cioè Antonio si dedica completamente non solo al rapporto con Cleopatra che con... conosce, ma anche ha delle campagne militari in Oriente perché voleva riutilizzare i piani di Giulio Cesare per la conquista dei parti, voleva ottenere grandi vittorie in Oriente, viene finanziato da Cleopatra con il suo esercito e quindi combatte contro i parti e farà delle grandissime spedizioni militari, peraltro fallimentari perché si organizza male, i parti lo sconfiggono, quindi sono missioni che Antonio fa e sono totalmente fallimentari. Però Marco Antonio si concentra solamente sulla parte orientale, su queste sue mire espansionistiche di conquista e lascia ad Ottaviano la cosiddetta patata bollente. Lascia volontariamente l'Occidente nelle mani di Ottaviano perché sa che ci sono dei gravissimi problemi politici da risolvere e ritiene che Ottaviano non sarà in grado e quindi gli passa la patata bollente sperando che si bruci. Quindi Ottaviano effettivamente si ritrova in mano il controllo del Mediterraneo occidentale con dei problemi gravissimi da risolvere e da gestire. I problemi sono fondamentalmente due. Il primo è che i veterani delle guerre civili di Ottaviano e anche di Antonio reclamavano ora la ridistribuzione delle terre in loro favore. Quindi Ottaviano si trova a 170.000 soldati che vanno distribuiti in Italia. Siccome queste terre molte volte devono essere tolti ai coloni già esistenti, si creerà una guerra civile devastante. Allora Ottaviano deve gestire tutte queste volontà, mano a mano si schiera, insomma, dalla parte dell'uno o dell'altro, facendo questo delicatissimo lavoro di redistribuzione delle terre ai veterani, e tra l'altro viene osteggiato da due personaggi. Il primo è Lucio Antonio, il fratello di Marco Antonio. che ovviamente fa di tutto per osteggiare Ottaviano. E poi c'è Fulvia, la moglie sempre di Marco Antonio, che è una donna molto volitiva, si organizza con delle legioni e disturba costantemente Ottaviano. Questo scontro come finirà? Finisce con la cosiddetta Battaglia di Perugia, dove sostanzialmente sia Lucio Antonio che Fulvia vengono sconfitti, Ottaviano conquista Perugia, C'è poi qui questa immagine per cui Ottaviano, imperturbabile, si trova di fronte a Perugia e fa ammazzare tutti gli aristocratici che avevano appoggiato Lucio Antonio e Fulvia. Alcuni pregano dicendo non siamo stati noi, non c'entriamo niente, non volevamo fare nulla contro di te, e lui con l'occhio vitreo avrebbe risposto solamente tu devi morire, tu devi morire. Quindi c'è questo quadro storico. Quindi Ottaviano riesce... a redistribuire le terre ai veterani pur con tutti questi disturbi. Il secondo grande problema che Ottaviano risolve è Sesto Pompeo, che era figlio di Pompeo Magno, che faceva il pirata, aveva il controllo di diversi territori del Mediterraneo e bloccava i rifornimenti a Roma che soffriva la fame. Inizialmente cercò Ottaviano in persona di affrontarlo ma venne sconfitto in diverse battaglie navali. Ci fu poi un periodo in cui si cercò di trovare un accordo con Sesto Pompeo, non divenne uno dei triunviri ma comunque gli si diede il controllo di determinate regioni, poi questi accordi saltarono e alla fine chi lo salvò fu Vipsanio Agrippa, che in quel momento si trovava nelle Gallie, che viene richiamato e nella celeberrima battaglia di Nauloco, grazie alla sua capacità di ammiraglio, sconfigge finalmente Sesto Pompeo, fa fuori questo avversario per conto di Ottaviano e i rifornimenti a Roma riprendono regolari. E allora che cosa è successo? Succede effettivamente, come vi dicevo, che Marco Antonio si è totalmente distratto in Oriente, ha lasciato una patata bollente a Ottaviano che però, anziché bruciarsi, è riuscito a digerirla e quindi si rende conto dell'errore politico che ha fatto. Ottaviano ha riportato quasi totalmente l'ordine nel mediterraneo occidentale, è riuscito ad eliminare tutti i suoi nemici, abbattere tutti gli avversari politici e militari e quindi è diventato il grande protagonista dell'Occidente. Questo errore è fondamentale. A questo punto il mondo romano è diviso Ottaviano a Occidente e Marco Antonio ad Oriente. E allora lo scontro è assolutamente inevitabile. E qui comincia un'enorme campagna, possiamo dire una propaganda di Ottaviano contro Marco Antonio, una vera e propria campagna denigratoria contro Marco Antonio. Ottaviano dice che Marco Antonio in realtà è un eversivo. perché non rispetta più le leggi e soprattutto la base della sua campagna denigratoria contro Marco Antonio. Marco Antonio... Nel suo testamento avrebbe lasciato dei territori che formalmente appartenevano a Roma come proprietà privata di Cleopatra e dei suoi figli, quindi un atto gravissimo di mancato rispetto nei confronti del Senato. E dipinge a tinte fosche ovviamente Cleopatra, viene narrata come una persona schifosa, che si lasciava andare a ogni tipo di nefandezza, una prostituta. aveva ingannato e addirittura reso completamente imbecille Marco Antonio, voleva diventare la nuova regina di Roma, quindi Cleopatra viene presentata in maniera pessima. E proprio in questa fase, tra l'altro, di questa campagna denigratoria, Marco Antonio e Ottaviano si scambiano delle lettere molto confidenziali, infuocate, che Svetonio ci riferisce. Al certo punto, durante questa fase, c'è Marco Antonio che scrive a Ottaviano E io dico le parolacce perché c'è scritto nelle lettere, dice ma te che cosa te ne frega io con chi scopo? Per quando ti sarà arrivata la mia lettera? Tu non avrai mai, non avrai già scopato con Tertullia, con Livia, con questa, con quella? Cosa te ne frega a te con chi scopo io? Guarda a te tu che scopi, con chi scopi tu? E Ottaviano gli avrebbe risposto dicendo tu sei fuori di testa, guarda che ormai non ti rendi più conto di quello che fai, ormai per te conta il tuo... Cazzo, conta più della tua vita, ma di cosa stai parlando? E i due si stanno insultando attraverso delle lettere che da Alessandria vanno a Roma e viceversa. Quindi vedete, no, la situazione. Al di là di tutto, a questo punto si arriva allo scontro militare. che è la celebre battaglia di Azio. Nella battaglia di Azio cosa succede? Marco Antonio si posiziona, anche qui vi metto il link per vedere la battaglia nel dettaglio, ve la riassumo, Marco Antonio si posiziona in questo punto del Mediterraneo ben protetto, lui avrebbe voluto utilizzare le legioni della Macedonia, ma Cleopatra lo convince a usare la flotta egizia, quindi Antonio e Cleopatra si trovano qui, sono un po' imbottigliati, Ottaviano e il suo fedelissimo Vipsanio Agrippa organizzano la flotta che dovrà combattere, si arriva a una battaglia navale in cui Agrippa attira le navi nemiche in una sorta di trappola e poi conta sulla maggiore manovrabilità delle sue navi. E nel bel mezzo della battaglia a un certo punto vedendo la mala parata Cleopatra prende la sua nave e scappa e Marco Antonio vedendo lo stesso prende la sua nave scappa assieme a Cleopatra e se ne vanno. E i soldati di Marco Antonio rimangono lì, tant'è vero che le fonti antiche dicono in questa battaglia furono più valorosi i soldati dei generali. E quindi questo rappresenta la fine di Marco Antonio. Marco Antonio e Cleopatra ritornano in Egitto nel frattempo che Ottaviano sta arrivando con l'esercito per conquistare quel nuovo territorio. Marco Antonio è distrutto, passa le ultime nottate a ubriacarsi, a fare sesso con Cleopatra. perde completamente il sonno, non capisce più niente. Quando arriva Ottaviano, preso ormai proprio dalla stupidità, Marco Antonio gli dice facciamo un duello, facciamo un duello e chi vince si prende tutti i territori di Roma e Ottaviano gli risponde no Marco Antonio, ci sono modi migliori per morire e allora Marco Antonio sappiamo che a un certo punto, venuto a sapere erroneamente della morte di Cleopatra, si trafigge con la sua spada. Viene portato sanguinante a Cleopatra, muore tra le sue braccia e la stessa Cleopatra, assediata e a un certo punto presa da Ottaviano, cerca di corrompere Ottaviano utilizzando il suo charme, non ci riesce minimamente perché Ottaviano è troppo freddo, e allora decide anche lei di togliersi la vita. Muore l'ultima regnante dell'Egitto e l'Egitto diventa ufficialmente una provincia romana. Ma al di là della conquista dell'Egitto, la battaglia di Azio segna la fine tradizionalmente della Repubblica di Roma, il trionfo di Ottaviano che adesso è l'unico signore di tutto il territorio dei Romani. Ottaviano è diventato l'unico dominatore di Roma. A questo punto... Però bisogna capire un concetto importante. Arriva il periodo del cosiddetto Principato di Augusto. Allora che cosa fa Ottaviano? Ottaviano elabora un enorme inganno, un enorme teatrino. Lui finge di restaurare il funzionamento della Repubblica Romana, ma nella realtà dei fatti crea un regime dove comanda lui e lui soltanto. Quindi tutta l'opera politica di Ottaviano è un'enorme finzione. C'è la finzione della restaurazione della Repubblica che in realtà diventa sotto sotto zitto. zitto un regime. Come fa a fare questo enorme inganno? A questo punto utilizziamo un esempio. Immaginiamo che c'è una squadra di calcio. Se io dico che sono il presidente di questa squadra è chiaro che comando io. Se io dico che sono l'allenatore è chiaro che comando io. Ma in questo modo potrei suscitare l'ira dei vari giocatori che magari sono invidiosi di me. Allora Roberto Trizio cosa fa? Io non sono il presidente, non sono assolutamente l'allenatore, io sono come voi. Io sono un giocatore di calcio come tutti voi. Sono nella squadra. Quindi io sono pari a voi. Però attenzione! Io sono vostro pari, però sono quello che decide le tattiche sul campo, perché ho questa capacità. Dopo un po' si viene a sapere che io sono anche il medico, cioè sono capace di curare gli infortuni dei giocatori. Ho questa capacità, la metto a disposizione della squadra, quindi in questo momento sono anche il medico. Poi abbiamo notato che ci sono dei furti negli spogliatoi e allora facciamo che io tengo le chiavi dello spogliatoio, quindi io sono anche quello che gestisce l'accesso allo spogliatoio. Poi ogni tanto bisogna ordinare le maglie, i palloni nuovi, cioè bisogna comprare degli oggetti, allora siccome io ho una convenzione con Amazon, mi occupo io di fare gli ordini, quindi cosa succede? Che io faccio gli ordini. Quindi io sono un giocatore come voi, però le tattiche le faccio io, il medico sono io, lo spogliatoio lo tengo io, gli ordini li faccio io, cioè alla fine sono io che comando, tanto è vero che io... sarei il cosiddetto primus inter pares, sono tutti pari ma alla fine tutto in realtà dipende da me, cioè è una forma di controllo dove io non sono sopra di voi, non sono più importante di voi, sono come voi, ma alla fine in maniera subdola tutto passa da me. Prendiamo l'esempio e spostiamolo per quanto riguarda Augusto. Ottaviano Augusto Augusto che rinuncia totalmente, non è assolutamente dittatore, non si fa eleggere dittatore come invece aveva fatto Cesare, non si fa chiamare Rex, non si fa chiamare Dominus, rifiuta tutte le cariche che lo pongono sopra lo Stato romano. quindi ha una calcolata modestia, rifiuta tutte queste cariche. Lui è un magistrato come tutti gli altri, con tutte le cariche repubblicane, però comincia ad accumulare su di sé, a far coincidere sempre sulla sua persona. persona diversi, diciamo, concetti. Il primo è il cosiddetto imperium. Lui ha il massimo potere militare, ovviamente nell'esclusivo interesse della Repubblica, cioè per proteggere la Repubblica dei nemici. Ha il massimo potere militare e quindi comanda indistintamente tutte le legioni e inoltre può prendere e decidere dei provvedimenti immediati, sotto l'aspetto legislativo, proprio perché ha l'imperium militare. Quindi ha l'imperium. Inoltre, dopo un po' di tempo, si dimette dalla carica di console e diventa tribuno della plebe, ovviamente per essere vicino agli interessi dei più deboli. In questo modo ottiene la cosiddetta tribunicia potestas. La tribunicia potestas è praticamente l'inviolabilità che aveva il tribuno della plebe, quindi la sua figura diventa inviolabile, intoccabile e la tribunicia potestas gli dà il potere di veto. livello dello Stato romano può porre il veto se qualcosa non gli va bene, sempre per l'esclusivo interesse dei plebei chiaramente. Inoltre anche sotto l'aspetto religioso si fa inserire nei collegi sacerdotali e a un certo punto diventa pontefice massimo, massima autorità religiosa, e quindi ha anche un autoritas, diciamo un potere superiore, evidentemente ha un, come dire, incarna. il rapporto tra gli uomini, tra i romani e gli dei. Lui è quello che ha unito e ricomposto l'alleanza tra gli dei e i cittadini romani e grazie a questa sua pacificazione che gli uomini romani e i cittadini smetteranno di essere dilaniati dalle guerre civili. Ecco, vedete che è successa la stessa cosa dell'esempio della squadra di calcio? Ottaviano che poi da questo momento viene chiamato Augusto, Augusto è uguale a tutti, però è all'imperium, è anche la tribunicia potestas, è anche questo, è anche quello, cioè ottiene il suo potere facendo coincidere su se stesso e sulla sua figura in maniera lenta, graduale, zitta, anche molto umile, sempre più poteri. Ecco come fa Ottaviano Augusto a definire il suo controllo e quindi diventa, sotto la facciata di una repubblica completamente restaurata, in realtà il suo personale regime. E a questo punto vediamo le enormi riforme che Ottaviano Augusto fa. Lui ovviamente deve portare Roma fuori dalle guerre civili, quindi fa un enorme piano di riforme per risolvere delle cose che da decenni andavano accumulandosi. La prima grande riforma è di natura territoriale. Vediamo la cartina, vediamo la mappa. Lui fa una riorganizzazione. Alcune province sono delle province imperiali, cioè gestite direttamente dall'imperatore. Sono tutte le province più pericolose, le province dove non c'è ancora la pace e dove si concentra la maggior parte delle legioni. Quindi è chiaro che anche qui, solo per l'interesse della sicurezza dello Stato romano, l'imperatore comanda il maggior numero di legioni. Queste province e tutti i proventi di queste province finiscono nella cassa personale dell'imperatore che si chiama Fiscus. C'è poi invece le province senatoriali, sono province che sono gestite direttamente dal senato romano, ovviamente tutti i senatori sono graditi ad Augusto, e Sono le cosiddette province pacate, cioè quelle pacificate senza particolari rischi, e tutti i proventi di quelle province vanno nella cassa del Senato che si chiama Erario. Inoltre, a livello più territoriale, più capillare, Augusto fonda tutta una vastissima serie di colonie e di municipi e quindi manda migliaia e migliaia di coloni romani ad insediarsi per tutto il Mediterraneo. e favorisce la romanizzazione definitiva di tutto il Mediterraneo. Un'altra grande riforma è la riforma dell'esercito. Questo era pericoloso. Le legioni romane, fino a quel momento, venivano in realtà stipendiate dal loro generale, cioè guadagnavano dal bottino che conquistavano grazie alle imprese del loro generale. Quindi erano molto più fedeli al generale che gli garantiva il bottino che non allo Stato romano. Questa era stata la grande controindicazione della riforma militare di Caio Mario. E allora Augusto cosa fa? Crea il cosiddetto erario militare, cioè una cassa gestita dal senato sotto la supervisione dell'imperatore ed era l'erario militare a pagare le legioni. Quindi dal momento che è l'erario militare, lo Stato romano, che ritorna a stipendiare le legioni, le legioni ritornano fedeli allo Stato romano, perché i soldi li prenderanno dal Senato, non dal singolo Caio Mario, Silla, Antonio, Cesare. Questa è una delle più grandi intuizioni di Augusto. Inoltre Augusto riforma il servizio militare, qua devo per forza semplificare, però il concetto è importante. Il soldato comincia inizialmente con uno stipendio basso, mano a mano che fa tutto un percorso militare professionale, accumula pensione, vantaggi, rimborsi, soldi, prestiti, e quindi mano a mano che fa il suo lavoro la sua condizione migliora sempre di più. Quindi la carriera del militare romano è come una sorta di investimento pensionistico. Alla fine del servizio, se è rimasto vivo, alla fine del servizio... Avrà la cittadinanza romana, se non era cittadino, e un appezzamento di terreno con un cospicuo, diciamo, capitale da investire. Quindi al soldato romano conviene comportarsi bene, conviene fare carriera, perché è così che si garantisce una vita comoda per lui e la sua famiglia. E questi soldoni sono i concetti fondamentali della riforma dell'esercito di Ottaviano Augusto. C'è poi una grande riforma monetaria. Sotto l'aspetto monetario lui divide e ci sono tre tipi di monete. Le monete auree, le monete di argento, quindi argente, e le monete bronzee. Gli aurei si utilizzano per accumulare capitale, quindi servono ai ricchi e allo Stato romano. L'argento serve come unità di misura per le transazioni commerciali, soprattutto quelle marittime, quindi grandi movimenti di soldi. E il bronzo serve per i pagamenti quotidiani, quindi è la valuta corrente. L'oro, le monete di oro e di argento, vengono coniate dalla zecca del Senato, mentre quella bronzea dalla zecca gestita dall'imperatore. In questo modo Augusto... gestisce la quantità di moneta e quindi di ricchezza all'interno dell'impero. Si tratta di conoscenze economiche abbastanza rudimentali, non conoscevano esattamente il concetto dell'inflazione, non sapevano che mettere più monete non significa far diventare uno stato più ricco, queste cose non le conoscevano. Per le conoscenze che avevano allora Augusto si assicura di decidere quante monete ci sono nell'impero e crede così di governare l'economia. Sicuramente la politica monetaria nel breve periodo funziona. Per quanto riguarda invece la politica estera, Augusto deve lavorare parecchio. Ci sono sostanzialmente tre fronti, anche qui dobbiamo riassumere perché è molto complessa. Il primo fronte è quello del Reno e del Danubio, il fronte settentrionale contro le tribù germaniche. Le tribù germaniche in realtà avevano invaso una parte del territorio romano, avevano fatto la cosiddetta clades lolliana, cioè la sconfitta del generale romano Lollio, e annientato. la legione quinta a Laude. Ottaviano allora aveva incaricato Tiberio e Druso Maggiore, due dei suoi migliori generali, di procedere alla conquista della Germania per pacificare quei territori, per neutralizzare quel pericolo. Sono campagne di straordinarie vittorie che però verranno annullate nel 9 d.C. dalla terribile sconfitta dal disastro di Teutoburgo, cioè tre legioni comandate dal generale Publio Quintilio Varo. Vengono attratte in inganno da Arminio, il capo della tribù dei Cherusci, il quale riesce ad annientare queste tre legioni e ad annullare tutto il processo di romanizzazione della Germania. Sarà questo un momento molto pericoloso, Augusto avrà il totale terrore di un'invasione germanica, sarà un momento molto duro della sua politica estera, ma... Grazie a Dio e grazie ovviamente all'intervento di grandi generali come per esempio il generale Tiberio, si riuscirà a mantenere il confine sul fiume Reno evitando un'invasione germanica. Quindi la Germania in realtà è il grande fallimento della politica estera di Augusto. C'è invece il controllo, la politica estera in Oriente contro l'impero dei parti. Sia i romani che i parti sanno che nessuno può conquistare l'altro. Quindi qui Augusto, accompagnato da Tiberio, riuscirà a utilizzare un misto di forze e di diplomazia, stabilirà il confine tra Romani e Parti secondo il confine naturale del fiume Ufrate, riuscirà addirittura a compiere una grande grandissima impresa diplomatica, si farà restituire dal sovrano partico Fraate IV le insegne che erano state sequestrate a crasso dopo la sconfitta nella battaglia di Carre e questo è un risultato diplomatico che equivale ad una battaglia vinta, quindi riuscirà a sistemare la situazione con i parti e è colui che diciamo decide che il regno di Arnenia sarà uno stato cuscinetto tra i romani e i parti, una zona proprio di stato cuscinetto dominata da un re nominato dai romani e approvato dai parti che fa proprio da tampone tra queste due enormi potenze. Quindi la politica di Augusto in Oriente è più orientata a trovare delle soluzioni diplomatiche, all'utilizzo degli stati cuscinetti evitando la guerra. Mentre invece nella zona del Nord Africa, ma in realtà lo utilizzerà anche da altre parti, nella zona del Nord Africa farà un grande utilizzo del concetto dei re clienti. Cioè, anziché mandare dei generali o degli amministratori romani a dominare dei territori stranieri, Augusto e tutta la sua classe dirigente ha l'intelligenza di dire scegliamo dei re sovrani che sono di quel territorio, che governano il loro territorio secondo le leggi romane ma in maniera sostanzialmente autonoma. In questo modo utilizziamo delle figure di mezzo, utilizziamo degli intermediari che sono accettati dai sudditi dei rispettivi regni. Poi l'investimento che facevano i romani era educare i figli dei re clienti a Roma, secondo la cultura e la legge romana, per ritrovarsi un giorno dei sovrani che gestiscono degli stati clienti, ma con una cultura romana, con una civiltà romana, quindi capi romanizzati. Questa è un'altra grande strategia per la politica estera di Augusto, che garantisce comunque il controllo su una porzione gigantesca del mondo conosciuto. Siamo arrivati al problema della successione. L'anziano Augusto, dopo tutta questa immensa e straordinaria vita, voleva un successore degno di lui. Il problema è che questo fu, diciamo, un grave grattacapo e fonte di dolore. per Augusto. Un candidato poteva essere Marco Vipsanio Agrippa, che lo aveva accompagnato, amico fedelissimo. Lui aveva anche intenzione, perché quando durante una grave febbre Ottaviano ebbe la sensazione di stare in punto di morte, consegnò il sigillo ad Agrippa, però poi si riprese per tempo, no? Però Agrippa morì prima di lui, morì nel 12 avanti Cristo con grandissima sofferenza di Augusto. Un altro candidato era Druso Maggiore, quello che aveva fatto le campagne militari in Germania, era arrivato fino al fiume Elba, il quale però nel 9 d.C. cade da cavallo, si frattura il femore e muore anzitempo, con altro immenso dolore per tutta la famiglia di Augusto e per sua moglie Livia Drusilla. Un altro era Marco Claudio Marcello, era anche lui, faceva parte della famiglia e... Augusto puntava tutto su Claudio Marcello. A Roma ancora oggi esiste il teatro di Marcello, proprio in suo onore, ma anche Marcello muore prematuramente e quindi Augusto non ha il suo designato e legittimo successore. C'è anche un'altra grande speranza di Augusto, andavano nei suoi nipotini, lui aveva due piccoli nipotini, Lucio e Gaio Cesare, cercava di educarli, cercava di farli crescere nella consapevolezza che gli sarebbero succeduti. Anche loro in giovanissima età misteriosamente muoiono entrambi a pochi anni. A questo punto molte fonti antiche in realtà che cosa dicono? Hanno dei sospetti sulla moglie di Augusto, Livia Drusilla, che avrebbe sistematicamente avvelenato e fatto uccidere tutti questi concorrenti per mandare il suo figlio Tiderio come successore. Quindi insomma tutta questa massa di sfortune... per i contemporanei è sembrata poi un'attività invece scientifica di Lidia Drusilla. E quindi l'unico possibile erede e, guarda caso, figlio legittimo della moglie Lidia Drusilla è proprio Tiberio. Tiberio era stato un grande generale, aveva fatto delle campagne militari in Germania straordinarie, però Tiberio non era molto amato da Augusto. Per diversi motivi, perché il legame di parentela era lontano, perché non era suo figlio naturale, perché Tiberio per un periodo si allontanò, andò in esilio volontario a Rodi e non voleva gestire lo Stato, ritornerà dopo. Tiberio fu l'ultima scelta, fu l'ultima spiaggia, una scelta obbligata e allora a un certo punto Tiberio diventerà, seppur non fosse assolutamente volontà di Augusto, il suo successore. Si arriva così agli ultimi momenti di Augusto. Augusto è anziano, estremato dal lavoro, dal potere, dalle responsabilità, ha scelto Tiberio anche se ha malincuore e a un certo punto decide di accompagnare Tiberio presso Benevento perché aveva degli affari da compiere. Comincia allora in un viaggio, accompagna lui, anzianissimo, accompagna Tiberio, arrivati nella città di Astura Augusto comincia ad avere attacchi di dissenteria, a sentirsi piuttosto male e quindi sente che la forza lo sta abbandonando. È costretto anche ad arrivare a Capri, si ferma qualche giorno per cercare di riposare, arriva a Benevento dove lascia Tiberio e nel viaggio di ritorno comincia a stare talmente male che presso Nola si deve fermare. Capisce che sta morendo, capisce che non ce la fa più. Le forze lo stanno abbandonando e non riuscirà a rialzarsi. E allora chiama Tiberio, che ritorna sui suoi passi, e fa un ultimo privato, drammatico colloquio con Tiberio, probabilmente spiegandogli le sue ultime volontà, spiegando, dandogli le ultime istruzioni a quel successore che in realtà lui non aveva voluto. Alla fine, nelle ultime ore della sua vita che ci sono raccontate, Ottaviano è stremato, ma rimane lucido praticamente per tutto il tempo. Chiede, e rimane nella storia, chiede a che gli venga portato uno specchio, si guarda allo specchio, il suo volto vicino terre o vicino alla morte, dice una frase, se la recita vi è piaciuta allora applaudite, come se fosse diciamo comunque una amara considerazione su tutto il senso della vita, su tutto il senso della sua vita, e quando sente veramente che sta per morire e gli mancano le forze e sta esalando gli ultimi respiri, abbraccia con le ultime energie sua moglie Livia e dice Livia ti abbandono, vivi nel ricordo del nostro matrimonio, addio e muore spirando dolcemente nelle braccia di Livia Drusilla. Muore così Augusto, la notizia fa ovviamente il viaggio di tutto l'impero, viene portato a Roma nel massimo, diciamo, nel massimo degli onori, lo stesso Tiberio terrà ovviamente un discorso funebre e chiaramente termina così la vita di Ottaviano Augusto, termina la vita forse del più grande romano che ha ideato tutto un sistema, quello del Principato, entro il quale si muoveranno tutti i suoi successori. facendo così la storia di Roma e per gran parte la storia del mondo. Ah, speriamo di essere riusciti a riepilogare efficacemente la vita di Augusto e ti ringraziamo per la pazienza di aver ascoltato un documentario così lungo e come sempre vi invitiamo a iscrivervi immediatamente al canale di Scripta Manent. Iscrivetevi immediatamente perché se no che cosa accadrà? Vi facciamo cenare con Livia Drusilla. E però dia un bigliettino di nascol, il cameriere porta a Livia Drusilla un bigliettino e dice dove c'è scritto noi supponiamo che quello che sta mangiando con te potrebbe essere un successore e allora lei vi avvelena la morte, quindi per non avere Livia Drusilla e la morte per non essere sovrastati da Livia Drusilla che vi sovrasta e morte iscrivetevi se no Livia è morte Musica