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Storia della Preistoria e della Cultura

scoperte e i nuovi metodi fanno arretrare le datazioni. La vita sul nostro pianeta inizia quattro miliardi e mezzo di anni fa. L'uomo intraprende la sua avventura solo, è il caso di dire, quattro milioni e mezzo di anni fa. Al periodo che precede l'avvento della scrittura, risalente all'incirca a 5.000 anni fa, gli studiosi hanno dato il nome di Paleolitico, cioè della pietra antica. Attraverso i nuovi ritrovamenti ci accorgiamo con meraviglia che l'uomo è stato in grado di sopravvivere attraverso difficili situazioni ambientali e climatiche e di immaginare cose complesse in tempi ben più lontani di quanto prima si pensasse. Il costruttore di utensili molto semplici diventa man mano più abile e capace di adattarsi alla realtà circostante adeguandola alle sue necessità. Sott L'Europa è lo scenario dell'ultima parte del Paleolitico, denominato Paleolitico Superiore, che inizia circa 40.000 anni fa. In questo periodo l'evoluzione del genere umano ha accelerato il suo cammino grazie all'uomo Sapiens Sapiens, detto anche uomo di Cro-Magnon, i cui resti sono stati trovati per la prima volta in un riparo sotto la roccia all'Esesy, in Dordogna, nel sud-ovest della Francia. L'uomo di Cro-Magnon è il nostro vero progenitore. È alto circa un metro e ottanta, ha naso sottile e una capacità cranica simile alla nostra. Si riunisce in comunità, crea specifici utensili compositi, oggetti in osso, punteruoli, pugnali, scalpelli e soprattutto è già in grado di concepire un pensiero astratto. Ama gli oggetti belli, la musica e la danza. È da questo momento che l'umanità inizia a mettere in mostra più chiaramente le sue capacità intellettuali e spirituali. Sa accogliere l'immaginario da una realtà visibile e creare nuovi oggetti e nuove culture. Nascono la religione, i riti e l'arte. L'arte preistorica europea è l'argomento di questo documentario che vuole mettere in risalto tre soggetti particolari la figura femminile le pitture nelle caverne e le costruzioni megalitiche L'uomo di Cro-Magnon osserva il culto dei morti e li seppellisce nelle caverne che egli stesso abita, come aveva già fatto l'uomo di Neandertal, fino a poco tempo fa sottovalutato, ma ora ritenuto sufficientemente evoluto. Il defunto viene deposto in fosse in posizione di riposo o in posizione fetale, cosparso di ocra rossa e ricoperto da lastre di pietra. Spesso gli vengono posti accanto amuleti e oggetti personali. Tutto ciò significa che l'uomo, oltre ad aver acquisito il senso della vita e della morte, immagina una vita possibile anche oltre la morte. L'ocra rossa rappresenta un simbolico sangue. L'arte di questo periodo può essere suddivisa in due grandi categorie. L'arte mobiliare, cioè quella che può essere spostata, che produce piccole sculture e oggetti di uso domestico o rituale, nelle quali si trova una più marcata tendenza a geometrizzare e ad astrarre. E l'arte parietale, quella espressa sulle pareti e le volte delle caverne, più naturalistica. Mentre nell'arte parietale le figure umane sono rare, nell'arte mobiliare sono presenti piccole sculture di figure femminili di straordinaria importanza e bellezza. Sono le veneri preistoriche. Queste, dette anche veneri steatopigie, dalle grosse natiche, fatte con materiale duro come la pietra, l'osso o l'avorio, hanno dimensioni da pochi centimetri fino a circa 22-23 centimetri. In Europa ne sono state trovate una sessantina. fianchi larghi, grossi seni, ventre e pube grandi, mentre sono appena accennate testa, braccia e gambe. Si ritiene che siano idoli usati in cerimonie magico-religiose legati ai culti della fertilità. A volte sono difficilmente databili, perché in passato le ricerche non sono state effettuate con moderne metodologie. Una loro datazione di massima viene stabilita tra i 27.000 e i 15.000 anni fa. La più famosa è la Venere di Willendorf, in pietra calcarea, con tracce di ocra rossa, alta circa 11 centimetri, trovata appunto a Willendorf in Austria e attualmente al Museo di Storia Naturale di Vienna. Si intravede la forma delle braccia sul seno e la testa sembra coperta da un copricapo. Tra le altre Veneri troviamo la Dama di Brassenpui. che ha solo la testa ed è alta circa 3 centimetri e mezzo, si fa risalire a 25.000 anni fa ed è perciò ritenuto il ritratto di un essere umano più antico che si conosca. La dama dal corno o venere di L'Ossel risale a circa 22.000 anni fa e alla stessa età appartiene quella di L'Epug in avorio di Mammut, attualmente al Musée de l'Homme di Parigi. Importanti veneri preistoriche sono state trovate anche in Italia, ai Balsi Rossi vicino a Ventimiglia e in altri luoghi. La più famosa è la Venere di Savignano, trovata appunto nelle vicinanze di Savignano sul Panaro. È in Steatite, alta circa 23 centimetri, ed è al Museo Etnografico Pigorini di Roma. La sua datazione potrebbe risalire tra i 29.000 e i 20.000 anni fa. Questa venere è il più antico documento d'arte trovato in Italia e per le sue dimensioni è una delle più grandi d'Europa. Dai Balsi Rossi proviene questa venere, in steatite rossastra, alta circa 5 cm. Altre veneri, sempre provenienti dalla stessa zona, sono esposte al museo di Saint-Germain-en-Laye, vicino a Parigi. Nell'arte mobiliare vi sono anche piccole sculture che rappresentano animali o oggetti di uso quotidiano. L'uomo di Cro-Magnon non solo fabbrica oggetti e strumenti rifiniti a un livello superiore a quello richiesto dalla loro funzione, ma a volte li decora e li personalizza. L'arte parietale o arte delle grotte si esprime con pitture che quasi sempre sono situate in punti segreti delle cavità naturali, a volte in posizioni difficilmente raggiungibili e a notevole distanza dall'ingresso. La grotta diventa un santuario e le immagini rappresentate hanno scopi magico-rituali. La loro visione è riservata a pochi e forse vengono usate per rituali di iniziazione. sono la terra d'ocra per il rosso e il marrone, il manganese per il giallo e il carbone per il nero. A volte l'opera, in parte dipinta e in parte incisa, segue l'andamento della parete o del soffitto, diventando così quasi a rilievo. Probabilmente le protuberanze delle rocce, alla luce delle torce, suggeriscono all'autore la forma di un bisonte, di un mammut o di altri animali. Il Paleolitico Superiore è stato suddiviso in vari periodi. I principali sono l'Aurignaziano, che va da 40.000 a 28.000, il Gravettiano, da 33.000 a 22.000, il Magdaleniano, da 22.000 a 12.000 anni fa. Lo studioso francese Leroy Gourin ha individuato nell'arte preistorica quattro stili. Nelle opere dell'Aurignaziano, vi sono accenni a forme zoomorfe e simboli e segni come quello della vulva. Nelle opere del Gravettiano si trovano pitture su pareti e grotte realizzate con uno stile figurativo sintetico e impronte di mani. A questo periodo risale la maggior parte delle veneri preistoriche. Nel Magdaleniano le figure sono più realistiche e vicine a un figurativo essenziale. A questo periodo appartengono gli splendidi dipinti, forse i più belli del Paleolitico, datati anni fa, trovati a Lascaux in Dordogna, in una grotta lunga circa 250 metri. Tra gli animali vi sono bisonti, cavalli, tori e cervi. In una parte della grotta è stata trovata anche una rara rappresentazione di una figura umana che sembra a terra, colpita a morte vicino a un bisonte ferito. Al fianco della figura vi è un bastone con un uccello, forse un simbolo di comando o un totem. Vi è infine, sempre nel magdaleniano, dai 15.000 ai 12.000 anni fa, uno stile detto classico, poiché improntato a un grande naturalismo. Le pitture di Altamira, tra i monti Cantabrici in Spagna e risalenti a 15.000 anni fa, appartengono a questo stile. Sono straordinari per la precisione del disegno e per gli effetti di tridimensionalità ottenuti con sfumature di colore. Le pitture di Lascaux e quelle di Altamira si contendono l'appellativo di Cappella Sistina della Preistoria. Quell'arte è così straordinariamente moderna che Picasso nel vedere i dipinti di Altamira esclamò l'arte in ventimila anni non ha prodotto niente di nuovo. È un'arte realizzata di getto e con grande professionalità. L'esecutore è certamente uno specialista, probabilmente l'artista sciamano del clan. Spesso nei dipinti si trovano bisonti, mammut e altri animali feriti. È la concretizzazione di quella che viene chiamata magia simpatetica, la credenza che si possano influenzare gli eventi mediante la rappresentazione dell'atto. L'uomo preistorico vuole acquistare potere sull'animale dipinto e propiziare la cattura della preda indispensabile a suo sostentamento. È perciò importante che il soggetto abbia somiglianza con il reale e quindi che l'arte sia naturalistica. Le religioni del mondo preistorico sono essenzialmente l'animismo e il totemismo. L'animismo crede in un universo popolato da forze occulte, esseri spirituali, le anime, che originano la vita. Il totemismo è un'attività che si può fare in ogni momento. si basa sulla relazione tra il clan e il totem, che normalmente è un animale, come chiaramente si può vedere a Lepinski Vir, un villaggio neolitico sul Danubio, nel quale sono state trovate molte sculture rappresentanti uomini pesce. Questo animale, indispensabile alla propria sopravvivenza, è stato eletto dal clan a proprio totem. Il totem può essere anche un elemento vegetale, come un albero, o un minerale, come una roccia. Siamo arrivati a circa anni fa, alla fine della glaciazione di Vjorm. Le condizioni climatiche cambiano, l'uomo di Neandertal è già estinto da parecchio tempo e quello di Cro-Magnon si è emancipato. Le comunità, una volta composte da cacciatori e raccoglitori alla ricerca di cibo, si fermano, costruiscono i primi insediamenti stabili, producono cibo e allevano animali, soprattutto pecore, capre, maiali e bovini. A luogo un'altra delle grandi rivoluzioni del genere umano inizia il periodo denominato Neolitico, della Pietra Nuova, una pietra che viene levigata. si congiunge poi con l'età dei metalli. Le età sono le stesse in tutti i luoghi del mondo, ma le cronologie variano a volte anche considerevolmente. Questa rivoluzione si realizza per prima in Mesopotamia, Palestina e Anatolia. In Italia e negli altri paesi del Mediterraneo si può parlare di Neolitico verso gli anni fa. Le abitudini di vita cambiano radicalmente. L'uomo, che come abbiamo detto è diventato allevatore e agricoltore, muta il proprio rapporto con la natura e il mondo magico. È ancora più legato all'idea della madre terra e al suo potere rigenerativo. L'arte paleolitica naturalistica in parte scompare, mentre si nota un accrescimento dell'arte astratta. La società astanziale è più incline all'astrazione. Elementi concettuali prendono il posto della realtà visibile. L'uomo capisce che esiste una realtà immaginata al di là dei propri sensi. Vengono maggiormente usati segni e simboli e nasce l'ornicolore. ...l'alimentazione geometrica. Alcuni studiosi sostengono che l'arte del Neolitico si distingue in sacra e profana e che quella sacra è affidata agli sciamani, mentre quella profana, più geometrica, alle donne. Anche nelle dee madri, che in questo periodo prendono il posto delle veneri preistoriche, vi è una più marcata tendenza all'astrazione e alla geometrizzazione. La società è matriarcale e solo più tardi, verso il neolitico finale, si trasforma in patriarcale. Si scopre che l'argilla può essere cotta. Con la ceramica aumenta la possibilità di conservare gli alimenti. Anche questa tecnica, come la scrittura e l'uso della ruota, parte dalla mezzaluna fertile. La ceramica viene prodotta prima a mano, poi si passa al tornio. che viene usato per la prima volta circa 5.500 anni fa a Uruk, antica città dei Sumeri. Uno dei primi agglomerati urbani della storia è Gerico, in Cisgiordania. La sua nascita si fa risalire a circa 12.000 anni fa. Dagli scavi sono emersi avanzi di un muro di difesa, di una torre e di abitazioni costruite con mattoni di argilla cotta al sole. Un altro insediamento neolitico importante è quello di Çatal Uyuk in Anatolia, edificato tra i 9400 e i 7700 anni fa. È un agglomerato urbano fatto di costruzioni unicellulari, addossate una all'altra, nelle quali si entra dal tetto. Durante gli scavi sono state trovate una trentina di edifici templi con sculture in argilla di bucrani. e statuette di divinità femminili. Qui, insieme alla Dea Madre, appare il simbolo del toro, l'elemento maschile che feconda. In Italia merita particolare attenzione il villaggio neolitico denominato La Marmotta, sul lago di Bracciano, scoperto recentemente e risalente a circa 7700 anni fa. Dagli scavi sono emerse ceramiche decorate, strumenti litici e di ossidiana. e diverse piroghe, di cui una lunga circa 10 metri. È considerato il villaggio neolitico lacustre più antico dell'Europa occidentale. Durante il Neolitico, oltre agli strumenti di pietra, si iniziano ad usare quelli in metallo. Quella dei metalli viene suddivisa in età del rame, del bronzo e del ferro. Il rame fa la sua comparsa verso gli 8.000 anni fa. Seguono il bronzo, verso i 5.000, e il ferro, grazie agli ittiti, verso i 3.200 anni fa. Dai 7.000 ai 2.500 anni fa, un altro aspetto straordinario, e in parte ancora misterioso, compare nella preistoria dell'uomo. Il megalitismo. Tutta l'Europa e le isole britanniche si riempiono di monumenti costruiti con grandi pietre. Ve ne sono circa 50.000 e sono menhir, dolmen, allineamenti, circoli, luoghi di culto, fortificazioni e osservatori astronomici. Il megalitismo viene considerato un fenomeno religioso. Enzo Bernardini scrive Il megalitismo fu, prima del cristianesimo, la prima grande religione creata, organizzata e diffusa dall'uomo. È comunque un fenomeno sociale. La preparazione, lo spostamento e l'erezione di enormi pesi presuppone una perfetta organizzazione. Fino a poco tempo fa si credeva che le origini del megalitismo fossero in Oriente, a Malta e nell'Egeo e che la sua trasmissione potesse essere avvenuta sia via mare, attraverso il Mediterraneo, che via terra, attraverso la valle del Danubio. Poi si è scoperto che i monumenti megalitici della Bretagna risalgono a circa anni fa, mentre quelli maltesi a anni fa. E ora gli studiosi ritengono che il megalitismo abbia entrambe le origini, quella occidentale atlantica e quella orientale mediterranea. Il megalitismo più arcaico, quindi, è quello bretone. In Bretagna vi sono menhir, dolmen, allineamenti e circoli. I menhir dal bretone men Pietra e Hir, lungo, sono pietre fitte, infisse nel terreno. Sono monumenti funebri, evidenziano un luogo sacro o rappresentano il defunto. A volte sono presenti accenni antropomorfi. Enormi pesi vengono trattati, spostati e innalzati con mezzi rudimentali. Il Grand Menhir Brisé, innalzato in Bretagna 6.500 anni fa, e che attualmente giace a terra spezzato in quattro parti era alto una ventina di metri e pesava più di 300 tonnellate. I menhir se disposti in file sono detti allineamenti, se in circoli cromlech. L'allineamento di Carnac Probabilmente una via sacra è attualmente lungo circa 4 chilometri con 10-13 file parallele e più di 3000 menhir. Il circolo di Evburi ha un diametro di 472 metri ed ora è percorso da strade che portano a un piccolo villaggio situato al centro. I dolmen dal bretone dol, tavola e men Pietra, quindi tavola di pietra, sono monumenti sepolcrali che si basano su una struttura trilitica. Una grande pietra orizzontale di copertura è appoggiata su elementi di supporto verticali posti ad angolo retto. Venivano quasi sempre ricoperti di terra e riutilizzati per molti anni. A volte, come nelle tombe megalitiche di Gravinie, nel golfo di Morbihan, sempre in Bretagna, le pietre sono decorate con disegni geometrici astratti, vulve e simboli solari. Le tombe a camera e le tombe a galleria, che sono lunghi dolmen ricoperti da tumuli di terra e gli ipogei, vengono considerati dagli uomini della preistoria ventri della terra e usati come luoghi sotterranei per la sepoltura dei morti, dal ventre materno a quello della madre terra. Ancora oggi le cripte, la parte sotterranea delle chiese cristiane, sono adibite a funzioni tombali e considerate il luogo dell'oltretomba. A Malta si trovano i luoghi di culto megalitici più famosi. I templi, costruiti intorno ai 5500 anni fa, sono formati da un insieme di spazi ellittici, costruiti con pietre pesanti anche 20 tonnellate. Oltre a decorazioni a spirali semplici, doppie e triple, sono anche state rinvenute dee madri, tra cui la famosa Sleeping Beauty, una piccola scultura di circa 12 centimetri che rappresenta una giovane donna dormiente, evidente dea della fertilità, ora al museo di La Valletta. In Inghilterra si trova il circolo più famoso che si conosca, Stonehenge. È un monumento solare e osservatorio astronomico, costruito dai 4800 ai 3000 anni fa, con pietre che pesano fino a 50 tonnellate, che venivano trasportate, senza conoscere l'uso della ruota, da una cava distante una trentina di chilometri. In Italia il megalitismo più spettacolare, che comprende Nuraghi, Tombe dei Giganti, Dolmen e Menhir, è quello sardo. La pietra in Sardegna è un vero e proprio oggetto sacro. I nuraghi, posti quasi sempre al centro di villaggi preistorici, oltre a quelle di avvistamento e in parte di difesa, non hanno una vera e propria funzione, ma mostrano con la loro grandiosità la potenza del clan. In Sardegna vi sono circa 7000 nuraghi costruiti dai 3500 ai 2500 anni fa. Molti monumenti megalitici si trovano in Spagna, Corsica e alle Baleari, specialmente a Minorca, dove abbondano due particolari costruzioni, le Navetas e i misteriosi Talayot, datati 3600-3400 anni fa. L'uomo, nel suo millenario rapporto con il soprannaturale, scopre energie e forze misteriose nella natura, ne ha timore e cerca di dominarle. Con queste costruzioni vuole immortalare se stesso e il proprio clan. Le tombe dei giganti, a volte di epoca prenuragica, sono tombe a camera costruite verso i 4000 anni fa. Sono composte da una lunga galleria di un'epoca in cui si trovava un'epoca di un'epoca di un'epoca. per le sepolture, che ha un cortile anteriore a semicerchio per le funzioni rituali, con al centro un'altra porta menir. Oltre che in Sardegna, un discreto raggruppamento di edifici megalitici si trova nel Salento, nelle vicinanze di Otranto. Sono meno imponenti di quelli del resto d'Europa, ma importanti per la nostra penisola. hanno una sola lastra di copertura che spesso ha un buco o è solcata da canaletti. Tra Giordignano e Minervino di Lecce vi è una zona denominata il Giardino Megalitico d'Italia. L'origine del megalitismo pugliese è piuttosto controversa. Appartengono all'età del bronzo, risalente a circa 3500-3000 anni fa. I dolmen sono simili a quelli trovati a Malta. mentre i sottili e alti menhir sono di stile bretone. Il megalitismo è presente in tutto il mondo, come possiamo vedere, ad esempio in Egitto, in Peru, in Messico e nell'isola di Pasqua. In Italia, in tempi più vicini a noi, intorno ai 2500 anni fa, alcune città si sono munite di fortificazioni megalitiche. Nel Lazio Alatri, Segni, Amelia ed altre città hanno mura poligonali megalitiche a secco. Gregorovius, il grande storico della civiltà romana, visitando Alatri, ne rimane ammirato e scrive che queste mura gli hanno emanato una forza assai maggiore di quella che gli aveva ispirato la vista del Colosseo. L'uomo è il solo essere vivente a fabbricare utensili di pietra. Gli attrezzi fondamentali sono a lungo rimasti gli stessi o con piccolissime variazioni. L'avvento dell'uomo di Cro-Magnon, come si è detto, è stato determinante per una decisa accelerazione dell'evoluzione. Nella sua storia giocano un ruolo determinante la creatività, la religione e l'arte. La Venere preistorica che ancora oggi prosegue il suo cammino di Dea della Fertilità e dispensatrice di vita, dura da 35.000 anni. Tutte le civiltà hanno avuto ed hanno una Dea della Fertilità che è certamente il soggetto più rappresentato nella storia dell'arte. La Dea Madre diventa Astarte, Cibele, Iside, la Magna Mater dei Romani e la Madonna della tradizione cristiana. E ciò è un'altra cosa. rivela il bisogno dell'uomo di rendere omaggio a colei che assicura la continuità della vita. Nell'arte preistorica e in quella primitiva si nasconde ciò che da sempre sta alla base della religione, la teurgia, ovvero la volontà di richiedere l'aiuto delle potenze ultraterrene attraverso misteriosi rituali. Anche nella stessa pietra si nasconde un simbolismo profondo. L'uomo in essa vede quella capacità di resistenza e di immortalità che vorrebbe avere. Un simbolismo che è in certo qual modo simile a quello della Dea Madre. Entrambi sottendono l'idea di immortalità. Quella della pietra è un'immortalità statica, mentre quella della Dea Madre è dinamica. In lei l'uomo vede il rinnovarsi della vita. Nella pietra intravede l'idea stessa di immortalità. Alcune pietre, soprattutto meteoriti, pietre cadute dal cielo, sono diventate simboli sacri, come il lapis niger romano e la pietra nera della Kaaba, sacra all'Islam. Anche la dea Cibele era simbolicamente raffigurata da una pietra nera e l'Europa e l'Italia sono piene di madonne nere. D'altra parte è facile supporre che la pietra possa essere un oggetto archetipico, cioè presente nella coscienza stessa dell'uomo, visto l'utilizzo che di essa è stato fatto durante milioni di anni. Nelle amigdale, oltre all'utilità, si intravede anche un senso estetico. Lo strumento viene ben strutturato, è simmetrico ed ha già in sé un'idea di bellezza. Forse da questo oggetto che è datato circa 300.000 anni fa, inconsapevolmente inizia la storia dell'arte.