canti di castelvecchio ar busta iuvant umile sprem erice a tutti sono graditi gli arbusti e le umili tamerici giovanni pascoli sceglie questo verso virgiliano per aprire i canti di castelvecchio lo stesso che aveva utilizzato per myricae il libro del suo esordio poetico non a caso pascoli definisce i canti di castelvecchio le seconde mi dice la raccolta pubblicata nel 1903 riprende infatti molte tematiche della sua prima opera come suggerisce leggo la virgiliana anche qui i componimenti poetici trattano di realta umili e dimesse di temi legati alla quotidianità a differenza di myricae però i tanti risultano un libro di maggiore impegno le valenze simboliche sono più complesse e anche lo stile è più elevato la struttura della raccolta che si presenta come un flusso ininterrotto di testi è basata sul ciclo annuale dei lavori campestri su questa scelta pascoli vuole alludere da un lato a ripetersi ciclico della morte e della rinascita dall'altro alla percezione dello scorrere inarrestabile del tempo un altro tema caro al poeta è quello degli affetti familiari e nei canti acquisisce un valore nuovo la morte violenta del padre motivo che ritorna in modo ossessivo in tutta la sua produzione viene in qualche modo riparata dal gesto creativo della scrittura poetica che perpetra la memoria e aspira all immortalità se il titolo canti vi ha fatto pensare a leopardi non siate in errore il poeta recanatese è certamente il modello con cui pascoli si misura in quest'opera specie rispetto ai temi del rapporto fra l'uomo e la natura e della funzione della memoria in particolare di quest'ultima pascoli da un'interpretazione molto personale la memoria è per lui un recupero inconsapevole involontario causa più di dolore che non di consolazione con i canti di castelvecchio il poeta raggiunge il momento più alto del suo sperimentalismo formale il fano simbolismo accentuato l'intensa musicalità e i temi e onirici e notturni ne fanno una raccolta suggestiva e memorabile [Musica]