Ok vorrei invitare tutti a prendere posto perché abbiamo chiesto a Franco Lorenzoni di fare una lexio magistralis e quindi vorremmo dargli il tempo di di cui ha necessità per raccontare un po' questa sua idea di scuola di educare Controvento e a me il piacere di presentarlo devo dire Sono molto emozionata in presentare Franco perché a cui sono legata da un'amicizia più che trentennale ma non dirò quanto perché si potrebbe scoprire subito la nostra età un'amicizia che è stata molto professionale ha accompagnato l'evoluzione di questa scuola ha accompagnato l'evoluzione del mio pensiero io devo a lui gli riconosco a lui a tutto il gruppo di Cenci sista Nicoletta che sono qui Rita Montinaro fanno parte poi del anche del percorso del dei workshop sono relatori in questo in questi tre giorni la scoperta di poter fare una scuola diversa e che poi abbiamo messo in atto qualche volta sbagliando con tutti gli errori che questo comporta ma dando vita a un'altra scuola so che un'altra scuola può essere vissuta come qualcosa però in realtà educare Controvento abbiamo provato a fare questo in questi anni seguendo sempre il percorso e gli stimoli che dalla casa laboratorio di cenci sono arrivati la casa laboratorio si è poi anche nutrita arricchita del pensiero di Roberta Passoni e del di Lucio che lavora con Franco e Roberta in modo come dire stabile no Ecco io non mi dilungo perché ascolteremo poi dalle dalla voce di Franco tutto quello che c'è ancora che ancora dobbiamo imparare grazie grazie a [Applauso] tutti Allora grazie Intanto dell'invito Sono molto contento di essere qua come sempre le le iniziative di Rachele sono molto in grande vediamo cosa possiamo fare insieme Io volevo partire da una frase che scritta da Mario Lodi in cui Mario Lodi dice se siamo capaci di liberare il bambino spezziamo dentro di noi anche altre catene Allora io non so se è vera questa frase la metto così all'inizio e ci ragion un po' sopra Cioè diciamo Mario Lodi è come prova a collegare la liberazione del bambino e cerchiamo poi di capire che cos'è la liberazione del bambino ha diciamo una conseguenza che sarebbe la liberazione almeno in parte di noi adulti Allora noi siamo in una situazione molto difficile molto molto difficile ieri Tanti hanno evocato le crisi che si sono succedute l'infanzia scienza hanno sofferto negli ultimi anni Le conseguenze di crisi molto pesanti No per una adolescente per un bambino essere privato del corpo pensare che il contatto sia un contagio come è successo durante la pandemia essere chiuso in casa è evidentemente un trauma non piccolo Noi abbiamo rimosso tutto cioè tolte le mascherine abbiamo rimosso tutto ma la ferita è profonda e naturalmente ferita che deriva anche da tante altre cose che c'erano prima si è semplicemente aggravata poi c'è stata la guerra una guerra vicina che comunque percepita dai bambini come come una guerra che che ci riguarda diciamo ci sono tante guerre nel nel nel pianeta lo sappiamo benissimo ma questa guerra anche per il modo in cui è stata raccontata dai media nei primi mesi ha colpito l'immaginario infantile e poi c'è in generale una crisi di fiducia nel futuro e che questo non è che i bambini o gli adolescenti non sentano questo lo avvertono sta nell'aria Quindi siamo in una fase in cui c'è grande sofferenza infantile io recentemente ho scritto una cosa sulle tre solitudini c'è una grande solitudine dell'infanzia c'è una solitudine delle famiglie che non sanno bene cosa fare come reagire per esempio alle sofferenza dei propri figli e c'è una solitudine di noi insegnanti che è una una solitudine molto forte perché gli insegnanti da molto tempo nella società non sono considerati come come ieri Moren a un certo punto ha detto una cosa sull'importanza degli educatori ma questo sappiamo benissimo che socialmente non è così e e se uno lavora in situazioni molto difficili qui a Napoli tanti lavorano in situazioni molto difficili l'idea di non che il proprio lavoro non è considerato socialmente è molto triste e e e rende più difficile il lavoro allora il problema della libertà dei bambini della loro della possibilità di fare esperienze diciamo così di fare esperienze ricche c'è una frase di Simon We molto molto netta su questo che dice la nozione di obbligo sovrasta quella del diritto che l' relativa e subordinata un diritto non è efficace di per sé ma solo attraverso l'obbligo cui Esso corrisponde l'adempimento effettivo di un diritto non proviene da chi lo possiede bensì dagli altri uomini che si riconoscono nei suoi confronti obbligati a qualcosa un diritto che non è riconosciuto da nessuno Non vale molto Allora vorrei ribaltare la la la frase e dire parliamo degli obblighi verso l'infanzia che abbiamo noi adulti quali obblighi abbiamo perché i diritti i bambini non hanno molti diritti sembra che possono fare tutto quello che gli pare ma assolutamente non è così sono caduti in una in un quartiere in una famiglia che non hanno scelto cercano di adattarsi faticosamente certe volte e in ogni caso sono oggetti dell'arbitrio più assoluto perché ciò che accade dentro le case le famiglie è assolutamente sconosciuto e più la procuratrice che ha parlato prima di noi insomma nell'intervento ha detto una cosa molto interessante ha detto a Bologna le segnalazioni del delle difficoltà Insomma diciamo o o delle violenze che subiscono i ragazzi sono il doppio di quelle di Napoli allora questo è un po' curioso no anche proprio in termini assoluti perché evidentemente in quella città c'è un controllo sociale che denuncia la scuola le le assistenti sociali che esistono o anche i vicini Insomma diciamo Allora gli obblighi adulti verso l'infanzia sono tanti e riguardano Innanzitutto la possibilità che il bambino trovi se stesso trovi le sue qualità abbia la possibilità di incontrarsi e naturalmente questo insieme agli altri Allora c'è una storia che comincia molto tempo fa a Bruxelles nel 1901 quando ovid de crolly fonda la sua scuola che è una scuola per gli irregulier in francese si dice gli irregolari Fonda a questa scuola Lui è un medico parentesi spesso la pedagogia ha avuto bisogno di sguardi altri era medico la Montessori kjac Perché certe volte la pedagogia ha bisogno di qualcuno che ci guarda che guarda dentro l'educazione da altri punti di vista e questo è interessante dicoli fonda questa scuola è una scuola per bambine e bambini con disabilità gravi Ma siccome questa scuola fa delle cose bellissime a un certo punto i Borghesi di Bruxelles dicono ma perché non ci possiamo mandare anche i figli nostri e così nasce un un un progetto di integrazione che è molto interessante io mi è capitato Credo una ventina d'anni fa forse di più andare a Bruxelles coi bambini di Giove a visitare Quest questa scuola e mi colpì moltissimo un dettaglio che vi voglio raccontare decy diceva la mattina quando il bambino arriva a scuola porta con sé una surprise una sorpresa un oggetto qualcosa la porta la maestra il maestro l'accoglie e lui diceva a partire da questa sorpresa può essere un fiore Ecco questo questo questo ok tu devi fare tutto ciò che di Lang e di matematic posso fare con questo fiore cioè tutto quello che di lingua e di matematica posso fare con questo fiore Voi capite che è un'idea geniale ci sono dentro tantissime cose prendiamole una per una la prima il docente deve fare uno sforzo di creatività molto evidente perché non ha preparato lui deve agire a questo il bambino portando un dono sta ovviamente dicendo qualcosa di sé sta portando qualcosa che gli sta a cuore che è importante e quindi Segnala la sua presenza al gruppo io sono quello che ho portato questo fiore e questo è un altro aspetto molto importante ma l'altra cosa ancora più importante per me è il fatto che questo fiore mi permette di fare matematica e mi permette di fare lingua Cioè non è un'attività per star bene in classe non è educazione socio-affettiva No questo è la base dell'apprendimento di qualsiasi apprendimento anche quello più formale questa è l'idea interessante Perché la nostra scuola è schizofrenica spesse volte non sempre naturalmente Ma spesse volte SCH cioè da una parte fa attività per star bene a scuola no Circle Time le cose insomma tante cose sono inventati le scuole per c e poi contemporaneamente li fa stare male con la matematica li fa stare male con la lingua con la grammatica cioè questa schizofrenia di separare lo star bene col suo desiderio con la sua voglia di capire se non c'è questo collegamento l'alienazione inevitabilmente Cresce è quell lanazione drammatica che qui ciè stata raccontata per cui si trovano ragazzi di 15 anni che non sanno leggere e scrivere se un ragazzo a 15 anni non sa leggere scrivere senza avere nessuna disabilità Specifica in quel campo che influisce quel campo vuol dire che non ha mai incont entrato adulti che mostrassero il desiderio dello scrivere e del leggere Cioè non ha avuto Infatti ha detto una cosa che mi ha mi ha molto colpito che ha detto la la dispersione ereditaria la dispersione ereditaria è terribile Cioè vuol dire che tu sei marchiato Perché sei figlio di quella famiglia e non avrai accesso al sapere e Questo naturalmente è una cosa molto molto pesante quindi teniamola presente questa che ci regala de crol a oltre un secolo di distanza perché è una bella indicazione sul sull'intreccio tra il desiderio che ha il bambino di portare qualcosa di sé e il luogo la scuola che è il posto Roberta ce lo ricorda sempre dove siamo lì per imparare per raffinare la lingua per raffinare la nostra logica per discutere insieme Calamandrei curiosamente questo l'ho scoperto 5 anni fa quando tornò ferito dalla guerra dalla prima guerra mondiale Ferito nell'anima non non ferito fisicamente quando tornò da una guerra in cui aveva creduto Perché era partito tutto diciamo patriottico Ma l'esperienza della trince era stata tragica terribile quando torna a Firenze lui è è ricco c'è una villa in campagna Quindi se lo può permettere ha un momento di grande crisi non perché tutto quello in cui credeva era saltato e si mette in questa condizione questo mi interessa di grande fragilità si mette ad osservare suo figlio che dice le prime parole e lo fa con una puntigliosità sistematica meravigliosa Cioè lui scrive un libro che si chiama dialoghi con Franco Franco Calamandrei poi sarà partigiano Vabbè c'è tutta una storia dialoghi con Franco in cui c'è un padre che Annota tutto quello che succede a suo figlio e soprattutto tutti i suoi pensieri perché lo Cito perché credo che il fatto che lui fosse così ferito diciamo fragile dopo una sconfitta lo rende più aperto più aperto al a chiedersi attraverso L'osservazione di un bambino di suo figlio il senso dell'umano Cioè cos'è essere uomini ci sono delle pagine bellissime sulla violenza sul perché il bambino dice anch'io prenderò il fucile con questa pizzichetta andrò a combattere lui dice ma io non ho mai parlato bene della guerra anzi gli ho sempre detto degli orrori Eppure questo bambino maschio desidera diciamo vedendo una foto del papà soldato dice Anch'io anch'io voglio fare il soldato e si fa tante domande su questo che sono interessanti ieri Moren in un passaggio ha detto la follia che governa la storia che si ritrova nella storia e dobbiamo fare i conti anche con questo Questo naturalmente e calamandre che si interroga anche su questo ma la cosa bella dell'attenzione di calamandre verso suo figlio è anche la sua sondaggio su Che cos'è la cultura infantile Allora io credo che esista una cultura infantile Alessandra ginsburg me l'ha spiegato ha fatto vedere diciamo 40 anni fa e io ci credo ancora anzi penso che ho fatto il maestro per 40 anni per questo motivo perché la passione at del del modo di pensare dei bambini che è diverso dal nostro per alcune cose molto diverso dal nostro allora Franco a un certo punto prende un legnetto prende un legnetto e dice questo è il bicchiere e vuol dare da bere alla mamma poi dice ma non c'è l'acqua nel bicchiere Allora il legnetto Diventa bottiglia e la bottiglia legnetto riempie non non so bene come ma facendo il giocoliere riempie il bicchiere legnetto e finalmente dà da bere alla mamma osserva Calamandrei Padre Piero Secondo me quella è l'origine della letteratura cioè inventarsi delle storie perché il mondo così com'è non è non è granché bisogna cambiarlo bisogna pensarlo in un altro modo Ecco questa è una caratteristica del pensiero infantile potere andare oltre la realtà E R immaginarla in modo diverso Ultimamente ho sentito una persona che mi ha molto colpito mi ha detto Se non ci fossero state le fiabe in cui c'è qualcuno che dice Muoviti vi ricordate quel film di Troisi meraviglioso in cui faceva fantastico Vieni vieni se non ci fosse stato quello nessuno avrebbe potuto dire immaginare 100 anni fa panni lavatevi e invece adesso si fa Cè stata inventata la lavatrice ma lavatrice stata inventate perché qualcuno ha pensato che si poteva dire panni lavatevi pensate quanto ha cambiata la vita delle donne perché erano le donne che lavavano i panni con l'invenzione della lavatrice mi ricordo che in un gruppo una volta avevamo fatto un ragionamento insieme a dei colleghi guatemaltechi su le due cose più importanti diciamo della nostra cultura ciascuno ci fa della sua e qualcuno disse la costituzione e la lavatrice e Ed effettivamente sono delle cose che hanno cambiato la vita di di milioni di persone e Allora Alessandra ginsburg Alessandra ginsburg che adesso è psicanalista l'ho sentita ultimamente anche se c'ha 80 anni ma lei dice psicanalisti non vanno mai in pensione quindi lavorerà fino all'ultimo giorno Alessandra ginsburg ragionava insieme a noi Giovani maestre e maestri stiamo negli anni 70 su che immaginario Noi abbiamo del bambino che immaginario abbiamo del bambino allora chi è il bambino per noi è lo scandaloso Gargantua prototipo della smezza orale sessuale comportamentale che attribuiamo all'infanzia o il rzzo ingenuo venerdì che incarna il nostro desiderio di assoggettare e domare il bambino Selvaggio o il minuscolo abitante di Lilliput la cui perfetta miniaturizzazione esprime l'inquietudine per eccessiva somiglianza tra noi e i bambini che si trasforma Nella fantasia di vederli schiavi Ecco diciamo Alessandra diceva Non possiamo Non fare i conti con l'immagine che noi abbiamo del bambino per un insegnante che lavori nel nido una scuola d'infanzia una scuola primaria è importantissimo avere presente cos'è il bambino per lui per lei cosa lo inquieta nel bambino a me personalmente c'è una parola che mi fa tremare che è la parola scolarizzato la parola scolarizzato mi terrorizza Perché che vuol dire che un bambino è scolarizzato che in prima elementare sta 3 ore fermo a provare a scrivere che non fa casino che non si muove Mario Lodi È stato veramente un grande maestro parla di felicità motoria lui guarda i bambini dalla dalla vede che sono felici giocano scamb così poi entrano in classe Sono statue erano gli anni 50 adesso non sono più statue Però lui parla della felicità motoria Allora pensiamo quanto l'avvilimento del corpo ostacola la bellezza dell'imparare dell'apprendere Allora per dire una cosa molto banale molto basica Io penso che la scuola è il posto dove deve avere l'ambizione di essere un posto dove i ragazzini entrano e scoprono la felicità di imparare C che imparare le cose è una cosa felice bellissima divertente una cosa piena di di possibilità ecco quando la scuola fa questo già ha fatto un grandissimo lavoro Tutte le volte che la scuola rappresenta invece il posto dell'infelicità dell'apprendere perché apprendere è anche faticoso naturalmente Ma se non c'è contemporaneamente questa grande gioia del del del scoprire una cosa nuova Chiaramente abbiamo tolto a tante e tanti ai più fragili Naturalmente la possibilità di di credere che quel posto sia importante per la loro vita Allora Alessandra dice prima viene il bambino con il suo mondo e le sue idee sul mondo e solo dopo e con grande cautela e rispetto per l'integrità e la coerenza di quel mondo è possibile opportuno offrire proposte educative didattiche capaci di arricchire e nutrire quel mondo proposte che risultano tanto più efficaci quanto più sono capaci di stabilire un confronto aperto e un colloquio vivo sentite bene cioè confronto aperto e colloquio vivo tra modi di guardare il mondo profondamente diversi Ecco questa differenza tra sguardo del bambino e sguardo dell'adulto teniamola cara perché è un punto importante Cioè è come se i bambini abbiano molto da darci Winnicott dice una frase che per me è importantissima dice nessuno si accorge che i bambini hanno molto più bisogno di dare che di ricevere io questa frase La scriverei in tutte le classi grande non per i bambini per noi che vuol dire che il bambino ha più bisogno di dare che di ricevere vuol dire che il bambino c'ha tante cose dentro di tutti i tipi cose belle cose brutte angosce felicità scoperte intuizioni associazioni Il problema è che tutto questo se non c'è qualcuno che le Ascolta e te le rimanda in qualche modo se il bambino sente che per qualcuno è importante quello che lui ha pensato quella cosa non ha tanto valore e tantissimi bambini e bambini smettono di dire quello che pensano agli adulti perché non hanno fiducia sul loro ascolto non hanno fiducia che quello che loro dicono è importante e Questo naturalmente immaginate che perdita culturale enor un'intera fetta della popolazione invece di farne parte attiva di costruzione culturale perché la cultura si costruisce solo non si può trasmettere è impossibile io non posso trasmettere a te una conoscenza la conoscenza funziona Se tu in qualche modo te la costruisci fai la tua parte nella costruzione e io naturalmente offro cerco di offrire gli stimoli che permettano questo atore capace di ascolto arricchisce la comunità dei bambini di un dono prezioso la passione della conoscenza intesa come interrogazione appassionata sul mondo e sui suoi misteri Allora Ultimamente ho ragionato molto Sul rapporto tra conoscenza e riconoscenza Io sono convinto che se facciamo un attimo un esame mentale nostro le cose più più più importanti che noi conosciamo qu a cui siamo più affezionati spesso sono legate a una relazione a qualcuno che ce le ha presentate ce le ha raccontate ce la fatte vivere ed è bello riconoscere questo non so Sarà l'età non ho idea ma diciamo la assumere la riconoscenza come come una come dire qualcosa che veramente mi ha arricchito e e posso dire grazie a tante persone diverse perché spesso gli Intrecci sono i più strani mi è capitato più volte di fare delle del dei laboratori con gli insegnanti in cui il primo lavoro che facevamo era scrivere tutti i nostri maestri le nostre maestre fare tutto l'elenco E cosa ci hanno insegnato e scoprire poi tanti non sono a scuola non li hanno incontrati a scuola ma non è importante la cosa interessante è perché tuo nonno ti ha insegnato questo tua zia tuo Insomma tuo padre o o un ragazzino come te che ti io c'ho un amico Carissimo che ho perso qualche due anni fa che adesso mi mi viene in mente quante cose mi ha insegnato E perché giocavamo insieme semplicemente però sono delle cose che io sento di avere grazie a lui questo è molto importante perché ci dà l'idea della Cultura e della nostra conoscenza come di una rete molto estesa che ha dei rami che vanno molto lontano radici che vanno molto lontano e e averne consapevolezza credo che ci aiuti fin da piccoli ora Moren e altri che hanno parlato Qui hanno posto Due questioni che sono in qualche modo le questioni educative oggi in fondo sono solo due quelle veramente chiave La prima è la questione della Oggi si è parlato molto di disuguaglianza questa mattina qui comunque la questione che primolevi esprime così con questa frase icastica se noi riteniamo che due uomini non abbiano gli stessi diritti che non siano uguali non abbiano G stessi diritti imbocchiamo una strada in fondo alla quale c'è il lager punto cioè se noi pensiamo che degliuomini hanno diritti e degli altri uomini non ce li hanno questa strada porta dritta all lager Questa è la sua affermazione un'affermazione incontrovertibile è quella che è stata ripetuta tante volte dicendo i diritti o sono universali o si chiamano privilegi Perché è così ovviamente Allora noi siamo in un mondo in cui evidentemente continuamente ci si dice e abbiamo la percezione che ci sono diritti per alcuni e diritti che valgono per alcuni e non per altri costruire il sentimento l'intelligenza la comprensione che questo È intollerabile è una costruzione culturale lenta difficile che richiede tempo ma che di cui la scuola non si può esimere la scuola c'ha una possibilità in più di lavorare su questo tema ed è preziosa che è la disomogeneità le nostre classi sono disomogenee in certe casi sono molto disomogenee e questa è un'alleanza preziosissima preziosissima per noi che insegniamo avere una classe disomogenea è vuol dire avere a disposizione una palestra in cui si può esattamente capire come convivere tra diversi e scoprire che Convivendo tra diversi si fa fatica perché certamente si fa fatica ma si scoprono molte più cose sono dati anche empirici che ci dicono che una una classe che ha avuto per vari anni mettiamo alle scuola elementare un ragazzo per esempio con disabilità è una classe in cui si sono sviluppate delle qualità umane di capacità di attenzione reciproca maggiori naturalmente ci si lavora sopra non è una cosa automatica Noi abbiamo la responsabilità rispetto a questo questo posto costruito da Rachele da tanti altri è un posto interessante perché sta in mezzo a Napoli ed è una grande sfida Nel senso che tu passi per tutti i vicoli dei quartieri spagnoli poi arrivi qua c'è uno spazio enorme grandissimo pieno di luce C c'è una specie di altra faccia pensate che questo è stato chiuso per quanti anni centinaio d'anni chiuso c'erano sei suore in tutti questi spaziano sei suore e nient'altro Poi qualcuno non so bene com'è andata la cosa Ma insomma gli è venuto in m solo Rachele può fare una cosa così e Trasformiamo questo posto in sono mille cose qua Va bene Tanti tanti Certo però insomma Ci vuole sempre anche qualcuno che che spinge Allora mi è venuto in mente non so se c'entra ma lo dico lo stesso Io ho avuto una grande fortuna che mentre cominciamo a insegnare ho seguito la la scuola di drammaturgia di Eduardo De Filippo a Roma Eduardo diceva che la caratteristica di Napoli era che le classi sociali invece di essere divise per quartieri erano divise per piani cioè nello stesso palazzo ci stava il nobile ci stava il pover ci stava e lui sosteneva che questa era la fonte della grande capacità teatrale dei napoletani cioè del fatto che nello stesso palazzo ci sta il plebeo e il nobile diciamo così non so quanto sia vero ancora questo Comunque diciamo è interessante allora Focus per me l'interessante di Focus è la scommessa di far incontrare due realtà veramente molto distanti tra loro radicalmente distanti tra loro ed è vedere come si avvicinano un po' tentennando i Borghesi Diciamo che vogliono mandare i figli alla scuola di Rachele e invece le famiglie qua le mamme del quartiere diciamo le diffidenze reciproche Come si superano che cosa succede Cosa accade in queste classi ora naturalmente Rachele tutti gli altri che lavorano qua sanno bene che ristrutturare un piano comprare dei bellissimi tavoli fare di questa scuola una cosa di bellezza dico una cosa un po' forte però è molto più facile che non formare coloro che devono svolgere il lavoro educativo perché realmente questo incontro sia Fruttuoso perché quello è un lavoraccio è un lavoraccio è difficile non è che sia ci sono delle pagine bellissime io continuo a trovar le più belle che abbia letto di Carla melazzini che ha lavorato qui a Napoli negli anni 90 col progetto CH un progetto con Marco rossidoria con Cesare Moreno e tanti altri perché Carla esattamente si pone il problema del quella che lei chiama l'incontro antropologico l'incontro antropologico Allora naturalmente queste pagine le che le conoscerete già però mi fa piacere ripeterle di fronte a un po' di insegnanti che stanno facendo questo sforzo adesso qui dice Carla la parola non è un diritto acquisito oggi ci diceva la procuratrice che qualche bambino qualche ragazzo appto arriva a 15 anni senza sapere leggere e scrivere il problema è che magari ci sono ragazzi che sanno leggere e scrivere Ma non sanno parlare con gli altri e questo è un problema molto grosso la parola non è un diritto acquisito ma si deve conquistare insieme alunno e docente Per l'alunno È un processo primario nel quale la parola viene è fatta emergere dal silenzio dal Chiasso dal gesto che traduce senza mediazioni simboliche emozioni profonde non è facile per un docente accettare di essere zittito ma se riesce a sostenerlo si apre un percorso educativo molto ricco per entrambi il preadolescente diffida dell'insegnante non perché parla italiano ma in prima istanza perché parla e in genere parla troppo mentre lui è intasato da emozioni e conflitti che si esprimono silenzio con Ilo con il gesto con l'urlo laol dell'insegnante ince di aiutarlo a mettere ordine in quel caos dandogli piano piano forma tro Spesso vi sovrappone semplicement una gabbia di regole oppure parla d'altro l'insegnante linguistico è prima di tutto l'insegnamento linguistico è prima di tutto dialogo e nel dialog viene prima di tutto l'ascolto senò è vero quello che dicono i ragazzi che usiamo le parole per avere sempre ragione noi la conquista della parola è un percorso da fare insieme il percorso verso lo spazio esterno è quello che apre a più vasti spazi del pensiero la difficoltà è quando la conquista della parola È ancora troppo precaria la strada troppo ostruita dalle emozioni ciò che i nostri ragazzi esprimono con l'efficace metafora ma bruciano i cervella E vabbè qui va avanti dicendo altre cose molto interessanti per esempio lei dice fare dei lavori manuali impegnarsi a fare delle piccole cose sembrano attività infantili per dei ragazzi della media e ince danno la possibilità di decantare diciamo questa questa rabbia questa difficoltà di gestire le proprie emozioni incontro antropologico Alexander Langer che per me continua a essere sempre un grande maestro per tante cose che ha scritto nel tentativo di decalogo per la convivenza interetnica parla dell'importanza dei traditori della compattezza etnica perché costituiscono una sorta di piante pioniere che in situazioni di conflitto possono cominciare a costruire il terreno più avanzato di sperimentazione della convivenza mi è venuto in mente questa frase di Alex perché se ci pensate per i ragazzi figli della camorra Lo diciamo in situazioni sociali che ci hanno raccontato Qui molto precisamente uscire dalla propria gabbia antropologica Questa è l'espressione che usa Carla è è molto difficile lei a un certo punto dice per gli adolescenti sempre il passaggio all'età adulta diciamo è attraversare un fiume in piena con molte correnti e molto pericoloso per i nostri ragazzi attraversare un fiume in piena molto pericoloso con gente che spara da tutte e due le le Rive ed è così allora capite che il tema della Libertà dell'infanzia garantire Libertà all'infanzia e Innanzitutto liberarli dalla paura nella dichiarazione dei diritti umani fu fu preannunciata diciamo così quel lavoro sulla dichiarazione di diritti umani è un lavoro straordinario fatto dopo la Seconda Guerra Mondiale rooswelt fece un discorso famoso sulle quattro libertà e le quattro libertà che evocava rooswelt erano la Adesso ve li dico aspetta Vabbè non lo trovo la libertà religiosa la libertà diciamo l'indigenza la libertà dalla povertà e poi dice la libertà dalla paura la adesso la prima non sono scordata la quarta la quarta è la libertà dalla paura è importantissima questa la libertà dalla paura perché è esattamente di questo che si tratta Molti bambini molti ragazzi non riescono a come dire affrontare con serenità Un passaggio difficile che porta all'assunzione delle proprie responsabilità se sono attanagliati dalla paura Io penso che all'origine di tanti comportamenti devianti diciamo di tanta aggressività di Tanta violenza c'è al fondo una grande paura Allora capite che lavorare in un territorio in cui una delle una delle dei compiti dell'educare e liberare dalla paura comporta dei cambiamenti dei cambiamenti importanti e io penso mi convinco sempre di più che nel nostro lavoro che sta cambiando un po' il lavoro dell'insegnante e in particolare sta cambiando perché è impossibile oggi fare l'insegnante senza assumersi una responsabilità di cura di cura cura delle relazioni cura dello spazio cura del contesto quindi di un lavoro che agisce direttamente ma anche indirettamente e spesso quando agisce indirettamente è più efficace cioè Roberta dice sempre Roberta Passoni Cè sempre bisogna non essere inclusivi ma creare dei contesti inclusivi creare dei contesti inclusivi vuol dire che sono le condizioni di lavoro il modo in cui organizzo la mia giornata che rende quello spazio inclusivo e naturalmente Questo è un grande problema studiato praticato da tanti Allora visto che abbiamo parlato della guerra della paura voglio farvi un piccolissimo racconto di una cosa che mi è successa in classe l'ultimo anno che insegnavo allora l'ultimo anno che insegnavo siccome a me quando insma quando tutti gli anni miei di insegnamento quando c'avevo un dubbio delle cose che non capivo le parlavo ai bambini e cercavo insieme a loro di di provare a vedere se si poteva fare una ricerca su questo allora tema quell'anno in qualche modo riguardava la violenza violenza non violenza abbiamo lavorato su Gandhi abbiamo letto molte cose sue abbiamo visto il film abbiamo Insomma Gandi è stato un nostro compagno di viaggio in quegli in quei mesi e intanto io lo studiavo Mi faceva piacere raccontare loro e anche seguire tutte le loro domande le lettere che scrivevano a Gandhi che volevano chiedevano tante cose e poi a un certo punto verso la fine dell'anno mi è venuto il desiderio di di lavorare sul teatro rappresentando lisistrata ora lisistrata non è un testo per bambini è veramente molto volgare Insomma molto tosto molto Umberto Eco diceva che Aristofane si può fare solo in dialetto e forse aveva ragione e Beh vabbè comunque lì si St e la storia è fantastica La storia è fantastica per Comunque c'è un gruppo di donne che si ribellano e dicono agli uomini o smettete di fare la guerra o noi non facciamo più l'amore con voi Quindi i bambini nella preparazione di questo spettacolo si sono divertiti tantissimo perché c'erano maschi e femmine sempre divisi in guerra tra loro hanno potuto scatenare tutta la loro immaginazione della banda dei maschi e della banda delle femmine e è stato un lavoro molto molto divertente appassionante Poi a un certo punto un giorno mentre ormai stavamo già avevamo già preparato tante scene No un bambino dice ma è successo davvero eh questa domanda quando mi ha fatto questa Doma Cioè a te ne è successo così no E e ho detto no no non è successo e se l'ai immaginato aristofano Cioè non è un te i bambini sono rimasti malissimo cioè proprio la classe è stata erano ma proprio m hanno guardato male cioè cioè Era come se gli avessi rovinato tutto perché Lor erano sicuri che le donne si ribellano e finisce la guerra torno a casa Torno a casa e sono tutto cioè che faccio Ora mi ricordavo sei quelle cose un po' superficiali mi ricordavo che c'era una stata una storia in Africa interessante cose del genere uno sciopero del sesso facile su internet adesso tutti tutti siamo bravi a sapere le cose effettivamente c'è stata una donna che aveva una radio importante questo che in Liberia ha ha organizzato una rivolta ha cercato di organizzare una rivolta di donne perché c'era una guerra civile quelle tremende africane in cui i bambini tra l'altro sono portati a combattere eccetera non ne potevano più e ha detto dobbiamo ribellarci e provò a lanciare quest'idea dello sciopero del sesso non ha avuto tantissimo successo però ha creato un movimento di donne importante per cui quando finalmente si è arrivati a fare dei colloqui di pace tra le forze governative e e e e le forze ribelli diciamo così nel paese vicino credo in Gabon quando ci fu la riunione per questo le donne partirono dalla capitale della Liberia in questo circondarono il il palazzo dove stavano facendo queste trattative di pace e dissero da qui Voi non uscite o fate la pace oppure non uscite e questo fu Effettivamente così che nello spettacolo i miei bambini quando l'hanno messo in scena perché hanno messo in scena anche la storia africana ha detto non uscite da qui nemmeno per fare la pipì No no non uscite da qui la Cosa ebbe successo Non solo ebbe successo ma la persona che più aveva aiutato la sbir lef a fare tutto questo è stata eletta è stata la prima presidente donna di uno Stato africano e nel 2011 loro due insieme a un'altra donna hanno preso il Premio Nobel per la pace quindi una storia forte vera Insomma internazionalmente Ma che nessuno nessuno la conosce era una storia bellissima di una ribellione delle donne alla guerra in quanto donne naturalmente bambini Insomma è nat una discussion molto appassionante Insomma mto è durata tanto a lungo Perché avendo sondato per tanto tempo lae violenza non violenza una storia così esemplare era importante le storie esemplari sono importanti dobbiamo raccontare belle storie ai ragazzi Gad ieri ci ha presentato un libro anche per ragazzi Diciamo che deriva da una ricerca lunga sui Partigiani che ancora sono vivi e che possono raccontare la loro scelta Ecco Queste sono storie che bisogna raccontare in classe è importantissimo cioè delle scelte fondamentali che cambiano la vita di chi le fa e spesso anche di tutti gli altri che ne godono del coraggio il coraggio alcuni non ce l'hanno ma godono del coraggio degli altri è importante ante anche questo vanno narrate ai bambini cioè io penso che sono convinto che noi dobbiamo riempire l'immaginario di storie potenti di ribellioni efficaci piccole grandi enormi perché sono delle storie che danno fiducia nell'umano allora per rispondere a Moren che dice la follia nella storia che evidentemente è una cosa che inquieta un po' i bambini perché se uno dice Guardate che la scuola La storia è governata da pazzi che è così e non c'è scampo Cioè è come la domanda che certe volte mi fanno Ma tu c'hai fiducia nel futuro Allora io se insegno se c'ho dei nipoti se c'ho dei figli Non posso non avere una qualche fiducia nel futuro Non posso È obbligatoria poi uno sa tutte le difficoltà però questa obbligatoria fiducia nel futuro bisogna nutrirla di storie di immaginario perché contano tanto nella nella storia anche le idee che circolano Cioè negli anni 30 dopo una crisi globale diciamo così da una parte è nato il fascismo da una parte è nato il New Deal cioè le forze in campo le cose sono complesse naturalmente Però tutto Questo dipende anche da che idee ci sono in circolo e io ho la sensazione che noi qui in Europa oggi le idee in circolo non è che sono granché Insomma c'è da lavorarci sopra su questo oggi stamattina o ieri ho letto che Mask Insomma quello di X quello che ha comprato Twitter ha detto che c'è hanno ragione i neonazisti tedeschi che l'Europa Arrival si sta suicidando questo è un signore che sul mio telefonino appare la x anche se io non sono su Twitter c'è un signore che arriva a tutti i telefoni comunque e che dice c'hanno ragioni neonazisti in Germania Allora consideriamo questo contesto Questo è il contesto dentro questo contesto noi ci mettiamo la mattina a dire Beh però possiamo fare eh È la sproporzione è pazzesca ma noi dobbiamo credere che quella piccola cosa che noi facciamo ha un senso e questo è importantissimo ha un senso schierarsi essere Partigiani come ci ricordava ieri Alex Gad Scusa bellus allora il dialogo l'ultimo argomento è questo l'importanza del dialogo nella pratica educativa allora freire dice una cosa molto bella sul dialogo dice Guardate il dialogo funziona Se tu in qualche modo rimetti in discussione quello che già sai cioè io naturalmente porto un racconto di Pirandello a un gruppo di adolescenti io ne so di più di loro l'ho studiato l'ho pensato Ma la cosa interessante è se io nel portare questo contenuto culturale mi rimetto in discussione cioè sono curioso di sapere loro che pensano leggendo quelle parole cosa gli viene in mente e soprattutto la cosa interessante che si può fare a scuola se ci diamo il tempo l'unico alleato per questo tipo di lavoro è il tempo il tempo vuol dire la scelta cioè fare meno cose e farle approfonditamente se ci diamo il tempo noi bamo ascoltare 20 ragazzi che dicono la loro su questa novella di Pirandello Se dicono la loro 20en ragazzi Noi scopriamo molte cose di Pirandello che non sapevamo Io pure che l'ho studiato perché loro c'hanno delle percezioni delle sensazioni del non solo questo ma c'è un altro aspetto molto interessante che dicendo ognuno ciascuno di loro che cosa pensa di quella Novella sta tirando fuori qualcosa di sé si sta presentando agli altri e dunque alla fine di questo lungo percorso noi sappiamo di più di Pirandello che abbiamo avuto molte intelligenze e sensibilità diverse che hanno letto ma sappiamo anche di più di Maia di Emilia di di Peter perché loro ci hanno detto qualcosa di loro nel in quella nel rimbalzo culturale ecco quando a scuola Succede questo che icasticamente ha detto un ragazzo bellissimo che è tornato a scuola Dopo il covid ha detto nonna son contento di essere tornato a scuola perché a scuola fatico meno perché si pensa insieme Bellissima questa frase si pensa insieme Ecco avere consapevolezza che si può pensare Insieme soprattutto che se pensiamo insieme siamo più intelligenti più sensibili più capaci di capire le cose Questa è un'esperienza che è propria della scuola è propria del tempo lungo della scuola oggi qui è stato detto l'importanza di altre strutture educative del terzo settore di altri momenti di incontro sicuramente è tutto importante soprattutto per battere la dispersione scolastica è importante un'alleanza nel territorio sociale ma c'è una peculiarità che può fare solo la scuola che è la continuità il tempo lungo rincontrarsi sempre lo stesso gruppo per tanti mesi certe volte per tanti anni Questa è una cosa che può fare la scuola ed è Mi verrebbe da dire insomma l'educazione al pensiero lento al pensiero in grado di ascoltare al pensiero in grado di discutere c'è un bellissimo frammento di un film sulla classe di Fiorenzo Alfieri che è stato un grande maestro poi anche politico a Torino in cui un bambino un ragazzo di Brindisi che che è arrivato in quella scuola era stato bocciato 2 anni perché non parlava l'italiano e dice e qui mi trovo bene perché più parlo più trovo le parole È bellissima più parlo più trovo le parole ma deve parlare il ragazzo che se non parla non le trova le parole e dice qui mi sono trovato bene perché ho imparato non solo a trovare le parole ma anche a discutere con gli altri che io prima non Avo mai fatto prima quando parlavamo prendevamo un tre e un quattro Cioè era era un' indisciplina parlare troppo allora adesso le cose sono cambiate rispetto agli anni 60 però nel senso che i ragazzi parlano molto di più ma la qualità del loro parlare no quello quella è una responsabilità del rapporto adulti e bambini ancora non so a che punto stiamo col tempo eho quasi finendo ancora sul sul rapporto infanzia adulti allora perché avete scritto i bambini ripareranno il futuro me lo sono domandato da quando mi sono seduto qua perché Innanzitutto perché i bambini sembra consolatoria per noi adulti non mi convince cioè riparerà nel futuro noi gli abbiamo sfasciato e Loo ripareranno cioè Guardate che la responsabilità adulta quando dico gli obblighi del mondo adulto nei confronti dell'infanzia e perché non possiamo inanzitutto i bambini non ripareranno prima ripareranno il futuro non c'è quindi come si fa a riparare una cosa che non c'è non si sa ma ripareranno cioè noi dobbiamo metterli in condizioni dargli la libertà tale per poter farsi la loro idea sul mondo e sul futuro nonostante le nostre responsabilità perché noi adulti siamo poco credibili Io prima ho parlato di una delle due grandi temi che era il tema del diciamo della discriminazione e della frase di Primo Levi l'alt altro grande tema di cui qui si parla perché sono educazione ambientale giornate di educazione ambientale è il tema della surriscaldamento globale che è un tema enorme ieri sera c'è stato qui Come si chiama Caserini che mi ha molto colpito perché ha fatto uno spettacolo che non era uno spettacolo è una lezione però per per rendere digeribile una lunga lezione sul riscaldamento climatico ha messo un pianoforte Jets e ha fatto ballare le statistiche cioè su schermo c'erano i grafici che danzavano al ritmo di jzz è interessante perché mi sono posto Ma perché uno deve fare una cosa così va bene che Galileo che era Galileo diceva che l'insegnamento è per tre quarti teatro e un quarto cose è pensato proprio ieri è questo no tre quarti teatro perché STAV presentato come teatro in realtà non era teatro era una lezione però è difficile parlare del riscaldamento globale gos Sono anni che continua a dirlo perché la letteratura non ne parla al Gor che era stato vicepresidente degli Stati Uniti ha fatto un film dicendo forse facendo un film faccio di più che non facendo il vicepresidente degli Stati Uniti vi rendete conto cioè perché bisogna lavorare sull'immaginario è difficile parlare di questo Eppure questo è sicuramente il peso più grande che stiamo dando alle nuove generazioni la responsabilità più grande che abbiamo consegnargli un mondo che è più difficile da vivere di quello che abbiamo trovato è una responsabilità enorme che ci rende anche poco credibili Allora qui ieri sera ho incontrato un ragazzo che aveva fatto un incontro con gli studenti Simpaticissimo un ragazzo di di Foggia di un paesino vicino Foggia si chiama Potito Potito un nome stranissimo si chiama Potito di nome questo ragazzo che succede 2019 settembre venerdì del futuro manifestazioni in tutta Italia lui lo viene a sapere dice ai suoi compagni facciamo anche noi qui la manifestazione non possiamo andare fino a Foggia perché è troppo lontano la facciamo qui chat WhatsApp seì Io vengo No ma io vengo se vengono gli altri Insomma allaa fine è da solo è da solo capisce che è da solo dice vabbè io ci vado va sotto il comune e scrive un cartello non vi perdo d'occhio non vi perdo d'occhio scritto in inglese Infatti qualche vecchietto dice Ma perché scrivi in inglese noi non capiamo le ha scritto non vi perdo d'occhio Allora ovviamente la vicenda come spesso le vicende sono curiose quindi il il sindaco fa una fotografia questa fotografia viene postata gli fa un'intervista a caterp Ecco Arrivano arrivano non ci stanno perdendo d'occhio adesso sparano adesso da lì da lì Arrivano arrivano Allora questo ragazzo mi ha detto questo mi ha detto io nella settimana prima a scuola avevo letto il Cantico dei Cantici di Francesco di San Francesco e lì dice terra madre e non si può avvelenare se la terra è una madre non la possiamo avvelenare ha detto questa frase Allora mi ha colpito Perché diciamo era come lui ho fatto un corto circuito tra una cosa culturale No cioè qualcuno gli ha fatto leggere un bellissimo testo di San Francesco e lui l'ha legato e ha detto io non posso non andarci sono da solo Vabbè ma anche Greta era da sola allora questo è molto importante Cioè questo ragazzo poi dopo ha scritto un libro ovviamente diciamo i media Poi dopo fanno le cose che per cui Succede questo incontra un bravo giornalista insomma e e lì Lì è intitolato non vi perdiamo d'occhio dice perché adesso non sono più solo quindi non vi perdiamo non vi perdo hanno messo al plurale dice perché eravamo in due abbiamo scritto il libro Quindi non vi perdiamo d'occhio Guardate che Greta quando dice io è inutile che vado a scuola perché tanto quello che sto imparando a voi adulti non ve ne frega assolutamente niente sta dicendo una cosa molto profonda Cioè sta dicendo che la conoscenza ha senso se ci aiuta a vivere a trasformare il mondo a cambiare delle cose senò non ha senso poi ha trovato questo compromesso perché i genitori ha detto vabbè non puoi stare qua tutti i giorni ci stai solo di venerdì e da lì è nata tutta la storia dei venerdì è il compromesso che hanno trovato a casa thumberg ma io credo che abbia parlato quel volto a tanti giovani in tutto il mondo non è stato mai organizzato uno sciopero contemporaneo in centinaia di paese del mondo non credo che non sia mai successo nella storia è successo segreta secondo me per quella sua volto corrucciato arrabbiato non che non media estremo Io mi ricordo ho assistito l'incontro che che lei ha avuto con la presidente del Senato casellati qualche anno fa che fu meraviglioso perché tutti dicevano che brava Grazie facendo cose meravigliose perché mi fate tutti questi complimenti che non fate assolutamente niente basta se n'è andata cioè è così Greta Allora la cosa che ha parlato agli altri giovani era esattamente questa radicalità di dire o si cambia o non avete capito Greta Paradossalmente è come se ci riportasse all'origine della scuola quando le scuole filosofiche nel Mediterraneo Greco erano scuole in cui l'imparare delle cose e il trasformarsi erano insieme e questo è molto importante perché quando lei dice se non cambi non capisci cioè è cambiare se tu non cambi non vuol dire che non hai capito sta riportando all'origine il senso dell'apprendere e dell'educare e dunque Ritornando alla frase di di Mario Lodi Io non credo che se siamo capaci di liberare il bambino spezziamo dentro di noi altre catene penso che dobbiamo spezzare molte catene mentali che c'abbiamo Moren ne ha indicate alcune No sulla complessità del mondo sulla relazione tra le varie discipline sul l'attenzione a Come si forma la conoscenza solo in questo modo creiamo delle condizioni perché i bambini siano un po' più liberi e così Insomma solo per per fare un elenco molto così un po' anche giocoso finale le libertà di cui hanno diritto I bambini sono è Enco così molto provvisorio Magari potete continuare a farlo voi libertà di muoversi nello spazio e di guardare il mondo a testa in giù libertà di muoversi nella natura di fare il contatto con gli elementi un'avventura libertà di pensare scoprire reinventare il mondo libertà di confrontarsi col grande col bello libertà di voler bene di costruire qualcosa insieme agli altri libertà di non rincitrullire nel recinto di memoria altrui e coltivare la propria memoria libertà di non essere sempre giudicati libertà di concentrarsi stare un po' più da soli con se stessi Libertà dalla presunzione dalla vendetta la libertà di non vivere nell'indifferenza e nella disattenzione e l'attenzione Questa è l'ultima cosa che dico veramente l'attenzione Per Simon We Simon We diceva a scuola in fondo dovremmo fare come prima cosa principale formare l'attenzione studenti si stancano perché il loro sforzo È uno sforzo di volontà formare l'attenzione e capire che L'intelligenza non può essere guidata dalla volontà L'intelligenza si esprime nel desiderio e perché ci sia desiderio devono esserci gioia e piacere l'attenzione È uno sforzo forse il più grande degli sforzi Ma è uno sforzo negativo di per sé non comporta fatica quando questa si fa sentire l'attenzione non è quasi più possibile A meno che non si sia già molto esercitati allora è meglio lasciarsi andare provare a rilassarsi e cominciare da capo dopo qualche tempo l'attenzione è di staccarsi da sé e rientrare in se stessi così come Si inspira e si espira Ecco l'augurio a tutti noi che lavoriamo in campo educativo e di essere un po' più attenti Grazie m