Cora [Musica] che la storia dell'arte sia piena di figure femminili non è certamente Una novità c'è il vizio però pessimo di tendere a indicarle come la fonte dell'ispirazione artistica La fonte d'ispirazione per chi Scusate eh già noi le muse loro i creatori Ecco io qui Voglio invece raccontare un'altra storia una storia di conquiste professionali di coraggio passione e tenacia in nome dell'Arte della sua scoperta custodia e promozione 8 ritratti di donne che hanno vissuto e lottato per l'arte e la cultura sono Serena Dandini e vi presento paladine una serie podcast realizzata da Kora media per la direzione musei del ministero della cultura oggi vi racconto la storia di Margherita Sarfatti [Musica] Io non sono la signora Pinco suocera del Conte Gaetani sono Margherita Sarfatti scrittrice madre della più giovane medaglia d'oro italiana moglie di Cesare Sarfatti sansepolcrista in marcia su Roma con una personalità morale intellettuale e politica propria ben conosciuta insindacabile da tutele familiari o altre di qualsiasi genere se il duceo il governo del mio paese hanno alcunché da comunicarmi intendo che ciò avvenga direttamente E personalmente in modo esplicito e responsabile storica dell'arte critica d'arte curatrice ante Littera giornalista e scrittrice Margherita Sarfatti è un intellettuale poliedrica e vivacissima difficile da afferrare se c'è un luogo che più di ogni altro può parlarci di lei Questo è il Mart il museo di arte moderna e contemporanea di Trento Rovereto qui è custodito il suo archivio come ci racconta Daniela Ferrari attuale curatrice del museo il Mart contiene qualcosa di Preziosissimo che è l'archivio di Margherita Sarfatti un archivio che ci permette di studiare a fondo la donna la storica dell'arte la studiosa una donna che è veramente un caleidoscopio di idee di spunti di spunti di riflessioni come un prisma con talmente tante sfaccettature che ogni volta che si entra nel suo mondo si scopre qualcosa di nuovo da approfondire e da studiare Margherita nasce a Venezia l'8 aprile del 1880 in una data famiglia ebrea i Grassini molto ben inserita nel contesto politico e culturale della città un parco alla Fenice una gondola sul Canal Grande un istitutrice Svizzera a disposizione C'è un episodio davvero curioso e che riguarda la vita diciamo dei bambini Grassini che avevano un istitutrice Svizzera perché si sapeva all'interno della settimana fosse semplicemente perché per ogni giorno della settimana l'istitutrice faceva parlare i bambini una lingua diversa quindi per le calli veneziane riuscivano a riconoscere quale giorno della settimana fosse a seconda della lingua che parlavano i bimbi in passeggiata crescendo la padronanza delle lingue straniere le permetterà di leggere in lingua manoscritti di filosofia letteratura storia dell'arte Margherita non è mai paga perché voracemente affamata di cultura di sapere di voglia di conoscere ma vedo Sarfatti è riuscita a vivere la propria giovinezza facendo tesoro delle sue possibilità economiche e sociali avremmo potuto essere una giovane fanciulla qualsiasi crescere nella bambagia la più piccola di casa e invece ha deciso di coltivare in suo interesse i suoi interessi anche sociali i ragazzi anche politici [Musica] diventa socialista giovanissima cosa piuttosto inconsueta per una figlia di famiglia non è ancora maggiorenne quando invia il suo primo articolo anonimo alla redazione della avanti il giornale socialista appena fondato il padre cercherà di ostacolare la fede negli ideali socialisti della piccola di casa ma l'istruzione non convenzionale che ha pensato per lei assegnando le tre tutori d'eccellenza scelti tra intellettuali di primissimo piano nella Venezia dell'epoca non fan altro che stimolare l'intelletto e la sensibilità di questa talentuosa fanciulla che diventa sempre più autonoma nei suoi interessi a 13 anni mi innamorai della pittura a 15 di un'idea a 16 di un uomo a 17 sposai nello stesso tempo le lettere le arti quest'idea e quest'uomo si sposa infatti col socialista anch'esso di famiglia ebraica Cesare Sarfatti un avvocato ben più grande di lei un amore immediato che inizialmente viene ostacolato Ma che poi porta alle nozze celebrate con Margherita appena diciottenne [Musica] viaggio di nozze a Parigi Certamente La Ville Lumière è al culmine della Belle Époque e in essa arte e vita si fondono Margherita tornerà piena di suggestioni portando con sé lo spirito della città che anticipa i tempi per questo da Venezia decideranno di trasferirsi a Milano che iniziano 900 è in pienissima evoluzione si trasferiscono a Milano perché naturalmente Milano è una città viva è davvero la città che sale come l'aveva definita un quadro Boccioni ed è una città ricca di spunti culturali sociali Ma naturalmente anche letterari e artistici il rombo della piazza col Carosello giallo dei tram e lo scorcio del suo affannoso formicolio nero riempiva ondate come la marea quella hall del transatlantico tutta baie di archivetrati fedele Madunina senti il mebel dialet sveliamo una mattina in delle Oh mamma mia Quando i Sarfatti si stabiliscono a Milano impegnati nella causa socialista immediatamente Vengono a contatto con il salotto di Filippo Turati e Anna kuliscioff il salotto che comanda l'Italia lì vibra La Fucina intellettuale e il cervello regolatore della vita socialista e politica della città Margherita assiste alle discussioni Ascolta e osserva con la kuliscioff il dialogo non è facile Margherita appartiene a un'elita a cui non vuole in verità per nulla rinunciare e la discussione si accende proprio sulla condizione femminile Un tema che le sta molto a cuore tutti si battono nel nostro nome tutti pretendono di volerci difendere tutti hanno in bocca non garantirei non li abbia nel cuore soltanto i nostri interessi a noi non resta che applaudire e dire grazie tante E se invece ce li lasciassero difendere a noi i nostri interessi Per la kuliscioff la liberazione delle donne è un fatto sociale e passa attraverso l'indipendenza economica Margherita invece ritiene che per liberare le donne servano educazione sessuale e coscienza della propria identità e soprattutto dei propri desideri Questa è la donna emancipata quella che realizza i propri desideri la margherita non verrà perdonato l'agio in cui si trova nella sua classe alto Borghese i gioielli con cui è vestita eppure ha un'idea della donna modernissima e controcorrente [Musica] Ehi Margherita Sarfatti è una donna libera è una donna libera e dall'idea che mi sono fatta io perché ha una vastissima cultura Lei è entrata in questo mondo con un bagaglio culturale talmente ampio talmente Vasto che ha potuto affrontare anche la questione femminile e la questione del femminismo con una libertà tale che le ha permesso anche di sganciarsi da una visione che fosse troppo troppo ristretta la questione sociale è importante ma il centro dei suoi interessi è da sempre l'arte un piacere che va steso anche al proletariato Infatti nella sua visione L'arte non è un diletto elitario al contrario l'arte ha un ruolo etico di trasmissione di valori edificante di crescita per l'individuo per Margherita Sarfatti l'arte aveva un valore morale attraverso l'arte inevitabilmente poteva avvenire una conoscenza realtà una emancipazione e una comprensione maggiore del suo tempo lei sapeva che gli artisti avevano antenne lunghe e ben ed erano ben capaci anche di in un certo senso di essere preveggenti e individua il suo ruolo serve qualcuno che sappia parlare d'arte alla gente una sorta di intermediario tra opere spettatore la critica d'arte lei si sente tagliata per questo fin dalle prime esperienze sul giornale socialista Il Secolo nuovo scrivendo della Biennale di Venezia viene notata per la capacità di saper cogliere e restituire l'idea che ha ispirato l'artista quando Margherita Sarfatti giunge a Milano ha già ben chiaro quelli che sono i suoi intenti lei vuole crescere dal punto di vista naturalmente letterario vuole crescere come storica dell'arte e scrive per molteplici riviste e crea attorno a sé un mondo appunto di letterati di artisti pittori e scultori che frequenta abitualmente Margherita Sarfatti incontra Umberto Boccioni per la prima volta nel 1909 per una mostra alla permanente e tra opere che lei trova mediocre spicca un acqua forte che appartiene al Pittore dal profilo Tagliente alto zazzeruto scattante chiuso e corazzato dentro un maglione nero alla mugique e tra loro è subito Intesa Margherita gli procurerà contatti committenza lavori tra cui le celebri copertine dell'avanti giornale su cui Margherita scrive Boccioni la introduce Dal canto suo al giro dei giovani artisti che vivono in periferia tra le ciminiere e le case degli operai Boccioni In quegli anni dipingerà alcuni dei capolavori della modernità la città che sale gli stati d'animo oggi esposti al Momo di New York materia esposto alla collezione Peggy Guggenheim di Venezia e scolpirà l'anti grazioso ispirato in pieno stile futurista proprio al volto di Margherita conservato alla Galleria nazionale di Roma Margherita Sarfatti lo definirà qualche anno dopo come il più grande pittore Dante guerra Ah sì la guerra la Prima Guerra Mondiale verso la quale Margherita Sarfatti e i futuristi saranno convinti interventisti del resto proprio nel novembre del 1914 quella parte dei socialisti a favore della guerra si raccoglie intorno al Secolo d'Italia Il Nuovo Giornale fondato da Benito Mussolini il terribilista di Forlì è già stato notato da Margherita che descrive così l'impianto del nuovo giornale niente articoli editoriali anonimi e compassati brevi Colonne a carattere larghi interlineate di spazi come linee di fuoco urli di battaglia motti di riconoscimento per l'amore e per l'odio e quella firma elettrizzante che si correva a cercar con l'occhio Mussolini breve apodittica in calce a parole concitate e imperiose e così L'Italia entra nel primo conflitto mondiale una guerra che porterà via tra i tanti anche il primogenito dei Sarfatti arruolato volontario a 17 anni ed il migliore pittore dell'anteguerra Umberto Boccioni [Musica] la morte del figlio e di Umberto e la grande carneficina di quella prima guerra mondiale segna un cambiamento in Margherita e nella sensibilità degli Artisti reduci delle Trincee la fase provocatoria destrutturante del Futurismo E ormai lontana e porta alcuni artisti verso nuove ricerche a cercare nuove forme e più che a decostruire a costruire con il colore caro amico Ho ricevuto i quadri sono veramente splendidi specialmente la grande figura del Bevitore non esito ad affermarlo con la consapevolezza di compromettermi e con la certezza di avere ragione un capolavoro scrive Margherita a Mario Sironi l'artista Saturnino e malinconico che ha già avvertito il dramma esistenziale dell'uomo moderno e che nell'anteguerra aveva dipinto il ciclista oggi conservato alla Guggenheim leggero e formidabile ruote e muscoli filiera di raggi e corpo incurvato manubrio e cappello che balenano al sole nel settembre del 1922 un mese prima della marcia su Roma alla galleria Pesaro di Milano Margherita Sarfatti raduna un gruppo di sette artisti Anselmo Bucci Leonardo du Treville Achille funi già in Emilio Malerba Piero marussig Ubaldo Oppi e Mario Sironi la proposta è quella di unirsi in gruppo e di esporre insieme pur nelle loro differenze lei riconosce in loro il futuro dell'arte italiano una nuova fermezza dei volumi una solidità delle forme un sentore di moderna classicità questa meravigliosa attenzione dei pittori su questo ritorno all'ordine che in realtà soffia su tutta Europa Ma che in Italia prende una piega ben precisa che tra l'altro viene proprio teorizzata da Margherita Sarfatti con questo ossimoro e lei appunto crea e che definisce perfettamente la vocazione di questi artisti moderna classicità quindi guardare all'arte classica guardare agli antichi maestri con uno sguardo moderno quindi non imitare ma interpretare [Musica] [Applauso] l'autunno del 1922 come sappiamo è segnato da un evento cruciale che determinerà per sempre il destino dell'Italia un evento a cui Margherita partecipa attivamente Margherita Sarfatti è stata comunque una delle figure che ha sostenuto e che ha finanziato anche il fascismo e L'ascesa di Mussolini al potere senza di lei senza la sua cultura senza il suo sapere probabilmente le cose sarebbero andate diversamente aveva una fiducia evidentemente Ma la riposta in quello che potevano essere le sorti e del Fascismo e in un certo senso è stata tradita dal punto di vista anche culturale Cioè lei aveva riversato moltissimo del suo delle sue conoscenze nella Genesi dell'ideologia fascista e per certi aspetti c'erano delle componenti che rientravano anche nella Genesi della sua poetica come storica dell'arte quindi immaginiamo questi due momenti quello artistico ma anche quello politico che stanno andando avanti di pari passo nel 1924 Margherita Sarfatti espone i sei pittori di Novecento alla Biennale di Venezia in una sala da 7 sono diventati sei perché ci fu la defezione Di Ubaldo Oppi che ottenne una sala personale grazie ad Oietti e che comunque anche lui espone Naturalmente in questa sala importantissima alla biennale nell'estate del 1924 Margherita è impegnata anche in un'altra grande impresa la stesura di dux biografia di Benito Mussolini che uscirà In prima battuta in inglese nel 1925 e poi moltissime altre lingue un caso editoriale straordinario dux è il risultato della capacità di Margherita Sarfatti di fare pubblicità nel vero senso del termine è stata un'operazione di publicting di un intelligenza rara a leggerlo si rimane davvero stupiti di come sai lei sia riuscita a darci un'immagine di quest'uomo che Beh non corrispondeva Certamente alla realtà e uno dei modelli di Margherita Sarfatti è comunque la grande romanità e lei fa fa di tutto per trasferire questo modello Imperiale Romano nella nella visione della del Fascismo anche in questo Lei è sicuramente ha sicuramente contribuito grazie a dux che in realtà la figura di Mussolini prende la piega che ha preso ma torniamo alla Biennale di Venezia del 1924 con i sei pittori di Novecento Ecco l'esibizione Non è il successo che Margherita Sarfatti si aspettava il gruppo appena costituito Si sfalda ma Margherita Sarfatti rinasce come la Fenice e Rina tecnica più forte perché nel 1926 presenta il gruppo di Novecento italiano mantiene questo nome gli dà però una veste Nazionale quindi quel gruppo per residenza per la maggior parte Lombardo diventa in realtà il gruppo di pittori che deve rappresentare l'Italia li presenta sono più di 100 artisti e che vengono appunto selezionati e invitati stiamo parlando di artisti davvero importantissimi oltre a quelli naturalmente che ho che ho citato che facevano parte del gruppo storico dei Novecento contempla veramente una una vastità di grandi dell'arte italiana dico solamente due nomi Morandi e Casorati erano presenti anche loro con delle opere Naturalmente molto importanti rivoluzionarie l'inaugurazione è invitato a tutta la società che conta e anche il capo del Governo il quale tiene un discorso che lo rappresenta come cultore delle Arti Il Novecento è un anno importante perché segna l'ingresso di gran parte del popolo italiano nella vita politica non si può formare una grande nazione con un piccolo popolo non si può governare ignorando l'arte e gli artisti L'arte è una manifestazione essenziale dello spirito umano dichiaro che è lungi da me l'idea di incoraggiare qualche cosa che possa assomigliare all'arte di Stato l'arte rientra nella sfera dell'individuo il suo discorso verrà poi pubblicato sul popolo d'Italia un discorso che naturalmente aveva preparato Margherita Sarfatti stessa Ecco mi piace sottolineare che la maggior parte dei discorsi di stampo culturale o comunque quelli più sottili più Fini più ricchi dal punto di vista della cultura erano in realtà frutto della mano di Margherita Sarfatti della sua mente straordinariamente viva e capace di in un certo senso di indirizzare anche le sorti dell'arte e della politica italiana fino a un certo punto naturalmente Margherita Infatti comincia a dare molto fastidio agli alti gerarchi fascisti in particolare affarinacci che cercava di indirizzare l'arte italiana pumpandola di retorica e piegando in un certo senso gli artisti a temi e voleri della propaganda Nazionale E infatti poi avviene un momento che è come dire è ben documentato da una lettera presente negli archivi del Mart siamo nell'estate del 1929 in cui un Mussolini scrive in modo molto preciso prima Margherita Sarfatti con parole dure che considerava l'arte pertinente all'esclusiva sfera dell'individuo e le chiede Anzi le impone di non utilizzare più la sua figura la figura del Duce per promuovere 900 italiano e Mussolini prende decisamente le distanze da Novecento e scrive gentilissima signora Leggo un articolo nel quale ancora una volta Voi tenete la polizia del cosiddetto Novecento facendovi alibi del Fascismo e del sottoscritto cioè Queste sono parole molto chiare in cui Mussolini già fa è una sorta di passo indietro del resto probabilmente in quel momento Margherita Sarfatti non era più così funzionale alla sua ascesa E lui continua lo disapprovo nella maniera più energica e di tale mio sentimento giungerà segno oggi stesso ai direttori dei due giornali questo tentativo di far credere che la proiezione artistica del Fascismo sia il vostro Novecento è ormai inutile ed è un trucco non vi stupirebbe che alla prima occasione in un modo esplicito io preciserò la mia posizione e quella del Fascismo di fronte al cosiddetto Novecento o a quel che resta del Funo 900 distinti saluti Mussolini Roma 9 luglio 1929 settimo anno dell'era fascista Ecco Queste sono le parole di Mussolini sono parole durissime però dobbiamo pensare che Margherita Sarfatti si era mossa in un modo molto libero Cioè lei aveva una sorta di potere in mano che era quello delle sue molteplici relazioni culturali e artistiche e aveva organizzato delle mostre straordinarie all'estero all'estero lei era come dire una forza e nelle sue molteplici conferenze perché non stiamo parlando solo di mostre ma anche di conferenze quindi di vere e proprie dichiarazioni in cui lei si si esprimeva chiare lettere inevitabilmente mischiava arte e politica Ma perché lei credeva fermamente in questo rapporto in questo rapporto fecondo Come si dice Rachele Ferrario nel suo libro sulla Regina dell'arte Nell'era fascista Mussolini si circonderà della analfabetismo culturale becere e violento decame dettagli dei Farinacci e degli starace che a quella donna facoltosa e più istruita di loro intelligente e sessualmente libera faranno la guerra attaccando la proprio sul suo stesso terreno la Sarfatti non poteva impedire il maschilismo degli squadristi nel 1932 per le celebrazioni del decennale del Fascismo pur avendo prestato delle opere Margherita non viene nemmeno invitata nonostante questo lei continuerà a promuovere all'estero l'arte italiana e il fascismo in cui aveva creduto perché inizia a organizzare delle mostre di arte italiana all'estero che sono veramente tantissime stiamo parlando di città come Parigi Ecco pensiamo che cosa era a Parigi in quegli anni cioè era il centro del mondo dal punto di vista artistico e lei Vi organizza più di quattro mostre volendo proprio portare l'arte italiana volendo sdoganare l'arte italiana e mostrare l'arte italiana fuori dai confini nazionali la parabola di Margherita Sarfatti arriva al suo compimento con l'emanazione delle leggi razziali Margherita è bandita dalla vita pubblica italiana e quasi con premonizione scrive Se Mussolini e Hitler non muoiono subito vedo un futuro pieno di orrori sangue fiume di sangue scorrere e affogare il mondo riceve il privilegio di preparare il suo esilio insieme al figlio Amedeo all'estero sorte meno felice toccò la sorella nella e al cognato Paolo Herrera che morirono deportati in Germania [Musica] negli anni dell'esilio non cessa di lavorare pubblica cinque libri in spagnolo su Casanova Tiziano Giorgione Vasari ma non può scrivere d'altro per la salvezza della figlia Fiammetta e del resto della famiglia rimasti in Italia solo guerra finita Puntualizza ciò che deve nel libro myfault Mussolini isen newgen il mio errore Mussolini per come lo conoscevo Margherita Sarfatti era una donna e poche erano le altre donne che avevano una sorta di di potere culturale o comunque che potevano influenzare il pensiero lei ci riesce fino a fino a un certo punto Ma davvero erano pochissime queste figure femminili che attraverso la loro cultura possono determinare le sorti politiche sociali e culturali dell'Italia di Allora è molto importante ricordarci che le regole di allora erano completamente diverse da quelle di adesso bastava poco per farti un certo senso tacere e Margherita Sarfatti in realtà è riuscita a far valere la sua voce perché aveva anche degli strumenti anche economici per riuscirci perché comunque lei ha avuto la possibilità di viaggiare di scappare e di far valere il proprio valore in altri ambiti in altre realtà quando Margherita torna in Italia e naturalmente subisce la cosiddetta da un nazio memoria e viene anche offesa si guarda solamente all'aspetto negativo che è stato il suo apporto culturale e in realtà saggio sarebbe riuscire a guardare a quel momento e alla sua figura nella complessità del suo rapporto con la politica di allora e avere come dire molto spesso atteggiamento che sia per altri letterati che hanno operato in quegli anni il Mart deve a Margherita Sarfatti oltre che la custodia del suo archivio l'impronta stessa della sua collezione permanente qui sono custoditi alcuni dei principali capolavori del Novecento italiano opere di Boccioni Sironi Casorati De Chirico le altre Sono sparse nei musei di tutto il mondo e la preziosa eredità che ci ha lasciato questa prima critica d'arte e curatrice una donna libera che vale la pena di conoscere e riscoprire ben oltre l'etichetta che le è stata data di amante del Duce un'etichetta Che punta a sminuire come tanto sovente si è fatto l'operato di donne eccezionali spesso È solo riducendole alla componente sessuale Margherita era molto di più anche da questo punto di vista era una donna libera che tra i vari amanti ebbe anche il duce [Musica] Io sono Serena Dandini e in questa puntata di paladine vi ho raccontato la storia di Margherita Sarfatti con la voce di orsetta De Rossi paladine è una serie podcast realizzata da Kora media per la direzione musei del ministero della cultura la puntata che avete ascoltato è scritta da Francesca Borghetti la produzione esecutiva è di Valentina Meli la post produzione è di Stefano Tumiati in redazione Anna Iacovino le registrazioni in presa diretta sono di Francesca Borghetti il fonico di studio è Ruben stacchi ha partecipato Daniela Ferrari questo podcast è stato realizzato con il supporto di Cinecittà si ringrazia archivio luce [Musica]