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Geografia, Storia e Cultura della Cina

La Cina si estende nell'Ase orientale. ed è un immenso territorio, il terzo del mondo dopo Russia e Canada. Occupa una superficie di 9 milioni e mezzo di chilometri quadrati, all'incirca 30 volte l'Italia, quasi quanto l'intera Europa. I suoi confini terrestri, partendo da sud e spostandosi verso ovest in senso orario, fino a raggiungere le coste nord-orientali, sono Vietnam, Laos, Birmania, India, Bhutan, Nepal, Pakistan, Afghanistan. Tajikistan, Kyrgyzstan, Kazakistan, Russia, Mongolia e Corea del Nord. A est e a sud la Cina è limitata da quattro mari, il mare di Bohai, il Mar Giallo, il Mar Cinese Orientale e il Mar Cinese Meridionale. Il mare di Bohai è un mare interno, coperto in parte dai ghiacci d'inverno, chiuso dalle penisole del Liaodong e dello Shandong e comunicante col Mar Giallo. Gli altri si aprono invece nell'oceano Pacifico. Lungo la costa cinese, specie a sud, sono disseminate più di 5.000 isole grandi e piccole, di cui le principali sono Taiwan e Hainan. La Cina può essere divisa in due grandi regioni geografiche ed umane, la Cina orientale, o Cina propriamente detta, e la Cina occidentale, chiamata anche Cina esterna. La Cina propriamente detta. La Cina orientale si affaccia a oriente all'Oceano Pacifico ed è un'area dominata dalle grandi pianure, dai lunghi fiumi e dall'agricoltura, in cui abitano i cinesi di etnia Han, cioè coloro che si considerano i cinesi veri e propri e che rappresentano la maggioranza nel paese, pari al 90% della popolazione totale. La Cina orientale si caratterizza per la presenza di due grandi fiumi, a nord lo Huang He o fiume giallo e al centro il Chang Qian o fiume azzurro. che con i suoi 6.380 km è il più lungo corso d'acqua del continente asiatico. Essi sono collegati dal Grande Canale o Canale Imperiale, che si estende da nord a sud per quasi 1.800 km e rappresenta l'opera di canalizzazione più lunga al mondo. Il fiume giallo attraversa a nord l'altopiano dell'Oss, i cui decreti erosi dal fiume, di cui la sua colorazione, sono trasportati a valle. hanno formato la fertile pianura della Cina settentrionale. Altre grandi aree pianeggianti si trovano a nord-est nella regione della Manciuria e al centro invece nel basso corso del fiume Azzurro. La parte meridionale della Cina propriamente detta è invece costituita in prevalenza da colline e modesti rilievi. Vi sono anche numerosi fiumi, di cui il principale è il fiume delle Perle, lungo 2200 km. Le coste cinesi estese per circa 8.000 km, sono prevalentemente basse e sabbiose sul litorale settentrionale, mentre sono più frastagliate al centro e al sud, con numerose baie e penisole. La Cina esterna, così chiamata per la sua posizione periferica a occidente e perché ospita alcune minoranze etniche, quali mongoli, tibetani e uiguri, è costituita da ambienti aridi e inospitali, quindi poco popolati, in quanto vi predominano deserti. steppe, altopiani e rilievi montuosi. In questa regione si trovano l'altopiano della Mongolia, occupato in parte dal deserto del Gobi, l'altopiano del Xinjiang, attraversato dalla catena del Qiangshan e occupato in parte dal deserto del Taklamakan e l'altopiano del Tibet, da cui nascono il fiume giallo e il fiume azzurro, delimitato a sud dalle imponenti catene del Karakoram e dell'Himalaya, con cime al di sopra degli 8.000 metri. In queste zone si trovano molti laghi, per lo più salati, tra cui il Qinghai è uno dei più grandi della Cina. per la vasta estensione del territorio territorio in senso latitudinale, il clima e gli ambienti della Cina sono molto vari. Nella parte occidentale il clima è continentale freddo, caratterizzato in inverno da venti provenienti dal nord e da una estrema aridità a causa della lontananza dal mare. Gli ambienti naturali prevalenti sono la steppa e il deserto. Nella parte orientale il clima varia da zona a zona ma in complesso è più temperato. I mari poco profondi hanno effetti benefici solo lungo il litorale. Sulle coste meridionali il clima è più umido perché risente dell'influsso dei monzoni. Infine, nelle aree montuose il clima è di alta montagna e varia con l'altitudine. Anche la vegetazione segue le fasce altimetriche e passa dalla foresta ai pascoli fino alla tundra nelle zone più elevate. La civiltà cinese ebbe origine oltre 4.000 anni fa, quando lungo le rive del fiume giallo e del fiume azzurro si sviluppò una civiltà agricola basata sulla coltivazione del miglio e del riso. La Cina acquisì i suoi caratteri culturali caratteristici intorno al II secolo d.C., quando la dinastia imperiale Qin, da cui prende il nome il paese, unificò un vasto territorio che andava dalla Corea del Sud all'Indocina. Le altre dinastie che seguirono furono quella Han e quella del periodo più florido dei Ming, in ultimo quello del periodo autarchico dei Qing. L'ultimo imperatore fu rovesciato nel 1911. Dopo la Seconda Guerra Mondiale nel 1949 è stata fondata da Mao Zedong la Repubblica Popolare Cinese, governata dal Partito Comunista. Il regime comunista ha isolato il paese dal resto del mondo fino alla morte di Mao nel 1976, quando i nuovi dirigenti hanno avviato una politica di avvicinamento all'economia di mercato occidentale, innescando un impetuoso sviluppo economico. L'apertura economica non si è tradotta in un'analoga apertura politica. La richiesta di riforme democratiche, di maggiore libertà, di rispetto dei diritti umani e delle minoranze è davvero diffusa. soprattutto tra gli studenti e gli intellettuali, ma viene repressa con determinazione dalle autorità. Il colore rosso della bandiera si riferisce sia alla Cina sia alla rivoluzione comunista. La grande stella rappresenta il Partito Comunista, mentre le quattro più piccole simboleggiano le classi sociali che questo vorrebbe unire, operai, contadini, piccola borghesia e capitalisti simpatizzanti del Partito. La Cina è una repubblica popolare governata dal Partito Comunista, divisa in 22 province, 5 regioni autonome, Mongolia interna, Ningxia, Xinjiang, Tibet e Guangxi, e da 4 municipalità, Pechino, Tianjin, Chongqing e Shanghai. La sua divisione amministrativa del paese prevede anche due regioni speciali, Hong Kong, colonia britannica fino al 1997, e Macao, colonia portoghese fino al 1999. L'organo supremo dello Stato è l'Assemblea Nazionale del Popolo, i cui membri sono eletti per cinque anni ed eleggono il presidente, il primo ministro e il governo. Il 92% dei cinesi appartiene al gruppo etnico Han, originario della valle dello Huanghe o fiume giallo. Questi vivono soprattutto nella Cina propriamente detta. Nelle pianure orientali, le più ricche e urbanizzate, ma che occupano soltanto la minoranza del territorio cinese, pari a circa il 40%. Oltre agli Han, esistono circa 55 minoranze etniche, che vivono prevalentemente in zone montuose o di frontiera, nella Cina esterna, dove sono state create 5 regioni autonome. Nella Mongolia interna vive la minoranza mongola di fede buddista. Nel Ningxia vivono gli Hui, di etnia Han, ma di religione islamica. Nel Xinjiang ci sono gli Uiguri, popolo di origine turca e fede musulmana. In Tibet vive il popolo tibetano, di fede buddista. Nel sud della Cina, infine, nella regione del Guangxi e al confine con il Vietnam, vivono gli Zhuang, la minoranza più popolosa del paese, di fede animista. In Tibet e nello Xinjiang sono presenti movimenti. indipendentisti che già in passato il governo centrale ha represso con l'occupazione militare e che negli ultimi anni ha cercato di arginare con una strategia più sottile attraverso una vigorosa campagna di assimilazione o sinizzazione con cui i cinesi veri e propri puntano a popolare con una forte immigrazione le regioni autonome abitate da popolazioni non han. Così già oggi i cinesi propriamente detti sono diventati maggioranza nella Mongolia interna e si avvicinano ad esserlo nel Xinjiang e nello stesso Tibet. Una tappa importante in questo processo di assimilazione è costituita da grandi opere infrastrutturali che agevolano la mobilità degli Han verso ogni zona del paese, così come avvenuto nel 2006 con l'inaugurazione della Ferrovia Trans-Tibetana che collega la capitale del Tibet, Lhasa, con Xinning nel Qinghai e da qui con il resto della Cina. La costruzione della linea ferroviaria Lhasa-Pekino è il risultato del lavoro di migliaia di persone per molti anni. Questa ferrovia, lunga 1142 km, è la più alta del mondo, raggiungendo un'altitudine di 5072 metri. Con essa, già oggi, la capitale Lhasa, ma tutto il Tibet, tende ad assomigliare a qualsiasi città della Cina con una pericolosa minaccia per l'integrità della cultura locale. In Cina si parlano una decina di dialetti principali, molto differenti tra loro e tutti scritti in caratteri geografici. La lingua ufficiale è il cinese di Pechino o cinese mandarino, utilizzata nei mezzi di comunicazione, negli atti ufficiali e nell'insegnamento. Il cinese di Canton è invece quello parlato nel sud e che prevale tra i cinesi all'estero, perché la maggioranza degli emigrati in Asia, in America e in Europa proviene per l'appunto dalla regione di Canton, motivo per cui la cucina cinese più conosciuta a livello internazionale è quella cantonese. A differenza della nostra, la scrittura cinese non è alfabetica ma ideografica, cioè ad ogni carattere è associato il disegno di un oggetto oppure concetto. concetti. In questi casi la simbologia diventa più complessa trasformandosi in poesia. Per esempio il carattere che si legge An e che significa pace si raffigura con una donna sotto un tetto. Ogni carattere cinese rappresenta due cose allo stesso tempo, una sillaba e una parola dotata di significato. Ma non tutte le parole sono monosillabiche, infatti per rendere concetti più complessi. o per chiarire meglio il significato che si vuole dare ad una parola, si possono unire più caratteri, che letti insieme danno un nuovo significato. Quindi la capacità di leggere più o meno bene dipende dalla quantità, maggiore o minore, dei caratteri ideografici che si conoscono e si ricordano. Nel vocabolario cinese esistono circa 50.000 caratteri, ma per leggere agevolmente un giornale basta ricordarne all'incirca 2.000 o 5.000 per la lettura di un libro. più complesso. Nel 1958 è stato introdotto in Cina e si insegna nelle scuole anche un sistema di trascrizione del cinese nell'alfabeto latino, il pinyin, che dà aiuto nell'apprendimento della scrittura e della pronuncia, viste le nuove necessità della società moderna per i rapporti con l'estero, ma anche per ragioni di praticità, dato che i caratteri cinesi non si possono telegrafare se non in modo molto complesso o per scrivere a macchina. Anche se quest'ultimo problema è stato superato con l'avvento del computer. Una curiosità di come le relazioni con l'Occidente abbiano influenzato anche lo stile dei cinesi sta nel fatto che mentre nel passato i caratteri si scrivevano dall'alto in basso e da destra a sinistra, oggi prevale la tendenza, come noi occidentali, di scriverli orizzontalmente da sinistra a destra. Inoltre, la scrittura per i cinesi ha un valore estetico, quasi magico. La calligrafia è sempre stata considerata un'arte. Oggi si utilizza la penna stilografica o l'abbiro, ma in precedenza la scrittura, soprattutto per la lingua dei letterati, esigeva l'uso di un pennello morbido, come una pittura. Le religioni praticate dai cinesi si possono distinguere in religioni indigene o tradizionali, come il confucianesimo, il taoismo o altri culti popolari. e religioni nate fuori dalla Cina e diffuse per importazione, in tempi antichissimi il buddismo o più di recente l'islam e le varie confessioni cristiane. Il confucianesimo, a differenza delle altre religioni, non si occupa della trascendenza, dell'aldilà, né porta all'umanità alcun messaggio di salvezza. Esso piuttosto è un sistema di significati e valori, un insieme di dottrine filosofiche a carattere etico-morale. Il confucianesimo è la pietra angolare della cultura tradizionale cinese ed è grazie ai suoi valori di fedeltà, obbedienza, lealtà e rinuncia all'egoismo che la società cinese ha potuto svilupparsi in condizioni di stabilità. Il simbolo del confucianesimo indica l'armonia e la giustizia. Altro simbolo del confucianesimo è il dragone cinese che ha il corpo di serpente, quattro zampe di pollo, testa di coccodrillo Baffi da pesce gatto e corna di cervo, a differenza della tradizione occidentale, in cui il drago è il mostro distruttore che sputa fuoco, in Cina esso è simbolo di buon auspicio, creatura associata all'acqua, portatrice di pioggia per l'agricoltura e l'allevamento. Il taoismo ha origini antichissime, pressoché contemporanee a quelle del confucianesimo. I suoi maestri filosofi, a differenza di Confucio e dei suoi seguaci, erano interessati piuttosto agli individui che alla società e alla politica. Il taoismo deriva dalla parola cinese Tao, che significa via. Esso è un sistema filosofico e mistico la cui dottrina sta nel Tao, principio universale di tutte le cose, un'entità indeterminata che rappresenta il continuo mutamento della natura e il suo alterno. tra fasi positive e fasi negative, che l'uomo non deve tentare di modificare, ma la quale deve adeguarsi. Il Tao si basa sui principi dello Yin e dello Yang, che evocano gli opposti complementari del Tao. della realtà. Yin vuol dire ombra, freddo, ma anche femminile e passivo. Yang invece equivale a sole, caldo, ma anche maschile e attivo. Il taoismo ha prodotto importanti studi nelle scienze, nella biologia, nella fisica e nella letteratura, ma anche nella medicina, come l'agopuntura. Il taoismo ha anche elaborato regole alimentari e pratiche psicofisiche, tra cui le arti marziali, il tai chi e altre discipline. tese a purificare il corpo e a garantire salute e lunga vita. Diversamente da quello indiano, il buddismo cinese si dice Zen e al contrario di tutte le religioni non ha divinità da adorare né tantomeno crede in un Dio supremo. Nel buddismo ogni individuo ha libertà di scelta nel raggiungere il proprio sviluppo umano dato che non esistono indicazioni, ordini o comandamenti dettati dall'alto. Accanto a queste religioni esiste anche una religione detta dei cinesi, dai contorni non ben definiti, che si è formata nel corso dei secoli attraverso un insieme di credenze e di culti, anche molto diversificati a seconda delle diverse zone geografiche, in cui elementi confuciani, taoisti, buddhisti si sono uniti insieme ad altri e fusi con quelli più antichi, sciamanici e animisti. La religione dei cinesi ha un suo panteon vastissimo di dei, che possono essere personificazioni della natura, a cominciare dal cielo, divinità suprema, o protagonisti di miti dalle origini lontane, o uomini ritenuti santi e immortali a causa delle vicende della loro vita. Con nomi diversi a seconda dei luoghi, ci sono poi divinità protettrici dei grandi eventi della vita, dalla nascita al matrimonio. o preposte al giudizio sui meriti e demeriti dei defunti. Ci sono divinità che fanno piovere sulle coltivazioni o benedicono i raccolti, che guariscono da malattie o che proteggono i membri di questa o di quella professione. Il mondo dell'oltretomba è popolato di spiriti benevoli e di demoni minacciosi, dei quali occorre difendersi con sortileggi o talismani. Un insieme di culti popolari, come il bruciare incenso davanti ad un altare, o il compiere lunghi pellegrinaggi a un santuario particolarmente venerato, accompagna ogni momento della vita individuale e collettiva. La divinazione è molto diffusa, non c'è scelta appena importante che non richieda l'aiuto dell'oracolo. Questa religione popolare si esprime soprattutto attraverso grandi feste, come il Capodanno o l'inizio del raccolto. In Cina, dal 1949 al 1980, il partito comunista cinese, in base all'ideologia marxista e leninista, ha dettato ogni forma di pratica religiosa. Da quel periodo in poi, il regime ha sempre esercitato un controllo sull'attività religiosa. In epoca contemporanea si assiste tuttavia ad una sempre maggiore tolleranza e ad una ripresa delle diverse forme di religione da parte della popolazione. Ma nel 1999... è stato dichiarato fuori legge il movimento dei Falun Gong, disciplina spirituale che si ispira all'antica tradizione cinese e che viene considerata dalle autorità governative una minaccia alla stabilità politica e sociale del paese. La Cina ha una popolazione superiore a 1 miliardo e 400 milioni di persone, pari a circa un quinto della popolazione mondiale, e che ne fa... il paese più popolato della terra. Dalla metà del secolo scorso il paese ha conosciuto una straordinaria crescita demografica grazie alle migliori condizioni di vita della popolazione. Nel 1949 i cinesi erano 560 milioni, nel 1990 erano diventati 1 miliardo e 315 milioni. Entro il 2025 si calcola che supereranno il miliardo e mezzo. Il boom demografico è dovuto, oltre al forte calo della mortalità, anche ad un tasso di natalità alto. sono ostacolato in epoca maoista dal governo. Solo dalla metà degli anni 70 del secolo scorso, la Cina ha cominciato ad attuare un controllo delle nascite. Negli ultimi anni il tasso di incremento della popolazione è diminuito sensibilmente, portandosi attualmente a valori prossimi allo 0,7%, mentre l'indice di fecondità, cioè il numero medio di figli per ogni donna, che era di 5,8 nel 1970, aumenta. è sceso oggi ad 1,7. Per contenere la crescita demografica a partire dal 1979, il governo ha introdotto rigide politiche di controllo delle nascite, imponendo la regola del figlio unico, attraverso una legge che infligeva sanzioni e multe alle coppie con più di un figlio. Tale politica ha originato gravi problemi sociali come i feticidi, gli infanticidi femminili e la pratica dell'aborto selettivo. La soppressione delle bambine alla nascita avveniva generalmente per annegamento, oppure subito dopo la nascita le neonate venivano lasciate al freddo, alle intemperie, e solo se sopravvivevano a questi rischi venivano accettate e nutrite. volte venivano semplicemente abbandonate e solo il buon cuore di un passante poteva salvarle. In una società maschilista come quella cinese il figlio maschio è sempre stato preferito in quanto considerato una fonte di reddito per la famiglia. è più utile nei lavori più pesanti, soprattutto nei campi. Alle bambine invece, una volta adulte, bisogna garantire una dote per il matrimonio. Ma soprattutto il figlio maschio è l'unico che consente di perpetuare il cognome di famiglia, cosa importante nella tradizione cinese, che dà grande importanza al culto degli antenati. Infatti non avere figli maschi significa non essere ricordati e venerati dopo la morte. Per queste ragioni ancora oggi nel rapporto maschi-femmine i primi sono più numerosi delle seconde. Infatti nel paese ci sono in media 108 maschi ogni 100 femmine. E ciò non può che avere delle ripercussioni anche sotto il profilo sociale. A distanza di decenni la legge sul figlio unico ha contribuito al rapido invecchiamento della popolazione. Proprio per frenare questo fenomeno e il conseguente calo della forza lavoro giovanile, nel 2015 il governo cinese ha deciso di allentare il controllo, concedendo ad ogni coppia il diritto di avere due figli. Le dinamiche demografiche risentono anche dei flussi migratori internazionali. Già nell'Ottocento molti cinesi emigrarono per andare a lavorare nelle piantagioni del sud-est asiatico, nelle miniere del Canada e nei cantieri per la costruzione di un'azienda. delle ferrovie negli Stati Uniti d'America. Più di recente, ma con ritmi sempre più consistenti, l'emigrazione va verso i paesi dell'Europa e verso l'Australia. Si stima che i cinesi all'estero siano oltre. 350 milioni. La distribuzione della popolazione cinese è fortemente squilibrata. La maggior parte, pari al 90% degli abitanti, vive nelle pianure, lungo i fiumi e nelle zone costiere. Gli altopiani e le zone montuose sono invece quasi spopolati. Nel 2013 la popolazione urbana ha superato quella rurale e si stima che entro il 2025 i cittadini saranno il 65% della popolazione. ogni anno centinaia di milioni di cinesi si spostano dalle campagne povere dell'interno verso le ricche metropoli della costa alla ricerca di lavoro e di migliori condizioni di vita la maggior parte non riesce ad ottenere tuttavia il permesso di residenza e di conseguenza non può accedere ai servizi pubblici fondamentali come l'assistenza sanitaria, i sussidi di disoccupazione e l'istruzione dei figli La rapida industrializzazione degli ultimi anni ha determinato l'espansione delle metropoli. delle città di media grandezza e la nascita di nuovi centri urbani. Oggi in Cina si trovano alcune delle più popolose città del mondo. Più di 30 centri superano i 2 milioni di abitanti e 4 agglomerati ne hanno più di 10 milioni. Pechino, Shanghai, Guangzhou, cioè Canton e Shenzhen. Per evitare l'aumento incontrollato delle grandi metropoli, Nel 2014 il governo ha lanciato un piano decennale di urbanizzazione che prevede il trasferimento di oltre 400 milioni di persone dalle campagne in città di medie dimensioni, sotto i 2 milioni di abitanti. A tal fine vengono fatti enormi investimenti nella pianificazione degli spazi urbani per evitare la formazione di immense baraccopoli e nello sviluppo di infrastrutture, quali autostrade, porti e aeroporti. collegamenti ferroviari ad alta velocità e telecomunicazioni. L'urbanizzazione dovrebbe così diventare il motore per uno sviluppo duraturo dell'economia, perché i nuovi cittadini favoriscano l'espansione dei consumi interni. Shanghai è la città più ricca e popolosa della Cina. Sorge sulle rive del fiume Huangpu poco prima che questo confluisca nell'estuario del Changyang e del principale portomerci del mondo. Uno dei più grandi centri industriali del paese, la vera capitale economica della Cina. La capitale Pechino o Beijing, che in cinese significa capitale del nord, è la seconda città del paese per numero di abitanti ed è il principale centro politico e culturale di tutta la Cina. Nella Cina meridionale si è formata la megalopoli del delta dello Xinjiang o fiume delle perle che include una decina di città come Canton o Guangzhou, Hong Kong, Shenzhen, Dongguan e Macao. Lungo il fiume giallo, nella Cina centrale, centri dinamici sono Chongqing e Wuhan, quest'ultima capoluogo della provincia dell'Hubei, diventata tristemente famosa a livello internazionale perché principale città colpita e luogo di diffusione del coronavirus SARS-CoV-2 o COVID-19. Questa emergenza sanitaria da prima locale è subito diventata una pandemia mondiale, causando numerose vittime e problemi di carattere economico e sociale mai visti prima in quest'epoca moderna. L'economia cinese, basata per secoli su agricoltura e risorse minerali, ha conosciuto una rapidissima evoluzione ed è oggi la seconda potenza economica mondiale dopo gli Stati Uniti d'America. Essa tuttavia, nonostante il forte processo di industrializzazione, fa parte ancora dei paesi in via di sviluppo o emergenti. Rientra nel gruppo dei BRICS, insieme a Brasile, Russia, India e Sudafrica, quei paesi in cui il prodotto interno lordo sta crescendo a ritmi sostenuti e che aspirano a diventare paesi sviluppati. Negli ultimi vent'anni il sistema economico socialista è stato trasformato radicalmente, privatizzazione di molte imprese statali, apertura al mercato mondiale e all'investimento in stranieri, attraverso agevolazioni fiscali e manodopera a basso costo, che ha dato un'attività di rinforzamento. dato vita alle ZES, zone economiche speciali, con cui il governo cinese ha voluto attrarre le fabbriche da tutto il mondo, attuando quel processo di delocalizzazione dai paesi più sviluppati ai paesi emergenti. In questo modo si è avviato un enorme sviluppo industriale che ha reso la Cina la fabbrica del mondo ed è la più grande esportatrice di merci. Da alcuni anni il governo cerca di promuovere il passaggio da un'economia basata sul basso costo della mano d'opera ad una tecnologicamente avanzata e innovativa. Per questo incoraggia gli investimenti stranieri anche nei settori caratterizzati da elevata innovazione e basso impatto ambientale. L'agricoltura viene praticata soltanto su un sesto della superficie del paese, ma assorbe gran parte dei lavoratori. Essa ha un'alta produttività garantita grazie all'impiego di prodotti chimici, di macchinari moderni e di sementi genetici. modificate. Le coltivazioni più diffuse sono cereali, soprattutto frumento, riso e mais, e poi patate, arachidi, frutta, agrumi, tè, soia, canna d'azzucchero e cotone. I prodotti agricoli non vengono esportati ma servono a coprire il fabbisogno interno. Per far fronte alla crescita della domanda di prodotti alimentari, da tempo i cinesi affittano e acquistano terreni all'estero, soprattutto in Africa, il cosiddetto land grabbing. La Cina inoltre è leader mondiale nell'allevamento di suini, ovini, cavalli, pollame e nella pesca. Altre forme particolari di allevamento sono quelle del baco da seta, degli yak e dei cammelli. Il sottosuolo cinese è ricchissimo di risorse minerarie ed energetiche, come ferro, stagno, zinco, carbone, petrolio, gas naturale e terre rare, cioè i 17 metalli necessari alla costruzione di prodotti high-tech, quali smartphone, fibre ottiche, ecc. Per fronteggiare la costante crescita dei consumi energetici, la Cina importa grandi quantità di idrocarburi. Per ridurre tale dipendenza il paese ha puntato sia sull'energia elettrica sia su quella nucleare. La rivoluzione industriale cinese è iniziata soltanto alla fine del secolo scorso con la creazione lungo la costa meridionale delle zone economiche speciali, OZS, dove venivano applicate le regole dell'economia di mercato per attirare gli investimenti stranieri. Questa formula si è stesa via via al resto del paese. favorendo la nascita del più grande apparato industriale del mondo. Le industrie siderurgiche e tessili sono localizzate soprattutto nel nord-est, mentre nella regione di Shanghai e nel sud-est ci sono quelle più moderne, dell'informatica e dell'elettronica. Importante è anche la tradizione artigianale cinese, che si è qualificata sin dall'antichità per la produzione di pregiate ceramiche. Con la progressiva liberalizzazione dell'economia, gli scambi commerciali hanno registrato un aumento eccezionale e oggi il Paese è uno dei maggiori esportatori mondiali di merci. I principali partner commerciali sono Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Unione Europea. Con l'aumento dei consumi interni si è sviluppato velocemente anche il settore dell'e-commerce. Il volume delle vendite online della Cina è il doppio rispetto a quello degli Stati Uniti d'America. Le attività finanziarie sono in grande crescita. Le borse valori di Shanghai e Hong Kong sono tra le più importanti del mondo. Il settore del turismo è in forte aumento, con più di 60 milioni di arrivi internazionali, la Cina è il quarto paese più visitato al mondo e sommando questo dato a quello di Hong Kong andrebbe ad occupare la prima posizione superando la Francia. Negli ultimi anni sono state potenziate le vie di comunicazione interna, cioè quella dei canali navigabili e delle ferrovie, grazie a un imponente programma di costruzione di linee ad alta velocità. Inoltre, per collegare Pechino a Shanghai, è stato realizzato un treno superveloce a levitazione magnetica. In sole 5 ore si percorrono 1300 km. La rete stradale è ancora sottodimensionata rispetto all'estensione del paese. Le città della costa sono collegate ad una rete di autostrade, ma molti villaggi dell'interno non sono ancora facilmente raggiungibili. Per superare l'isolamento causato dalle grandi distanze, è stato potenziato il trasporto aereo. Grazie a tutti.