Abbiamo parlato a lungo di Friedrich Nietzsche, l'abbiamo visto sotto diverse prospettive, analizzato in diverse opere e oggi chiudiamo, oggi mettiamo l'ultimo tassello al percorso. Vi vorrei infatti parlare del nichilismo, che è un elemento importante dove bisogna fare qualche precisazione, e poi del cosiddetto prospettivismo che è... forse l'elemento più difficile da comprendere, anche più oscuro della filosofia di Nietzsche, che però si lega a quello che abbiamo già detto, alla volontà di potenza eccetera, all'oltreuomo e così via.
Quindi oggi chiudiamo, andiamo a cominciare. un po'di caffè come sempre, Batman l'ho spostato un po'più a destra, Topolino a sinistra, in modo che si vedano bene e io non finisca sempre per impallarli mentre mi muovo con la testa, io mi chiamo Erbano Ferretti, sono un insegnante di storia e filosofia che usa questi due pupazzi per farsi da mascotte, a volte li uso per fare degli esperimenti, cose strane, ma generalmente spiego argomenti di storia e di filosofia che più o meno seguono in parallele il programma appunto che si fa alle superiori, per storia in tutto. tutti i tipi di superiori per filosofia nei licei.
In descrizione, se andate a vedere, trovate infatti dopo il sommario dell'incontro di oggi e varie cose, trovate anche le playlist di storie di filosofia complessive, ho messo tutti i video che ho fatto di storie e tutti i video che ho fatto di filosofia in ordine a seconda di come sono cronologicamente presentati anche nei libri di testo solitamente. E quindi se volete cercate Hegel, cercate Kant, cercate altre cose, andate a vedere lì e trovate tutto. o quasi tutto. Nice oggi parliamo di Nice però questo è il tema del giorno e come vi dicevo in realtà è l'ultimo video su Nice perché ne ho già fatti 4, 5, 3, non mi ricordo più, 4 forse, 4 o 5. In descrizione vi metto subito la playlist che ho creato proprio con tutti i video di Nice in Ordine, su Nice in Ordine e vi potete un po'recuperare quello che abbiamo detto nelle puntate precedenti. Oggi sarà una lezione abbastanza breve, almeno rispetto al mio solito, perché devo solo chiudere alcuni brevi discorsi, ma in fondo le cose importanti le abbiamo già dette tutte.
Abbiamo parlato del super uomo o oltre uomo che dir si voglia, abbiamo parlato della volontà di potenza, dell'eterno ritorno dell'uguale, del caos di questa vita e di questo mondo e dei nuovi. nuovi significati che noi dobbiamo dare a questo mondo. Però ci sono due cose da dirimere ulteriormente che oggi presenteremo.
Da un lato, ve lo dicevo già in premessa, il nichilismo, dall'altro il prospettivismo. Parliamo prima di tutto del nichilismo. Allora, ve l'ho già detto in un video precedente, cosa si intende normalmente, solitamente con nichilismo ancora oggi, in filosofia ma a volte anche nel linguaggio comune? Il nichilismo significa non credere in nulla, o meglio, ritenere che nulla abbia senso.
Nil in latino vuol dire niente nulla quindi il nichilismo è quella filosofia che si basa sul nulla e che vede il nulla in vari ambiti ecco, Nietzsche è un nichilista questa è una romana che ci si può porre in effetti Nietzsche da alcuni viene accusato di essere un nichilista perché con la morte di Dio, con la critica a tutte le metafisiche finisce per distruggere molti dei valori in cui l'uomo aveva sempre creduto forse addirittura tutti i grandi valori in cui l'umanità aveva sempre creduto a nulla i valori e quindi in fondo lo si può vedere come un nichilista. Nietzsche come reagisce davanti a questa accusa che già lui era consapevole che gli potevano essere rivolte? Reagisce intanto specificando cosa si può intendere con nichilismo perché è una parola che può avere varie interpretazioni e poi anche in parte accogliendo le critiche dice sì sì, io da un certo punto di vista sono il primo vero nichilista e però il nichilismo non è per forza il punto d'arrivo della mia filosofia.
Adesso vi spiego meglio. Infatti Nietzsche afferma che nichilismo può innanzitutto essere interpretato in due modi. Uno può essere, ad esempio, il negare il valore di questa realtà in cui noi viviamo. Anche questo, dice Nietzsche, è una forma di nichilismo. Se io mi guardo attorno, vedo il mio mondo, vedo il mio corpo, vedo tutto ciò che è qui attorno a me e dico tutto questo non ha alcun valore, non conta niente, non è importante, questo è falsità, questo è inganno, Di fatto sto negando il valore di ciò che vedo, di ciò che tocco, di ciò che mi circonda.
Lo sto annullando. Quindi anche svalutare il nostro mondo è una forma di nichilismo, secondo Nietzsche. E da questo punto di vista Nietzsche non è affatto un nichilista, perché Nietzsche non svaluta il nostro mondo, anzi Nietzsche rivaluta il nostro mondo. Secondo Nietzsche i veri nichilisti da questo punto di vista sono il platonismo e il cristianesimo. Il platonismo e il cristianesimo sono stati in filosofia e in religione le due dottrine che hanno insegnato all'uomo che questo mondo non vale niente, che questo mondo è una parte l'idea imitazione dell'aldilà, che questo mondo è incompleto, imperfetto, che non ne vale la pena sostanzialmente, mentre il paradiso o il mondo delle idee sono quelle le vere realtà, dice il vero essere.
Quindi, afferma Nietzsche, occhio a dare dei nichilisti a qualcuno, perché se vogliamo proprio dire chi sono i veri nichilisti, forse i cristiani sono nichilisti anche loro, dice Nietzsche, cristiani e platonici. E questo è un primo aspetto, un primo modo di intendere la parola nichilista. E vai.
Poi però c'è anche un'altra possibilità, si può intendere la parola nichilista, nichilismo, in modo diverso, perché può essere chiamato nichilista colui il quale distrugge i valori, distrugge le metafisiche, distrugge i sogni che hanno segnato la vita dell'uomo per secoli e secoli. In questo senso Nietzsche dice, allora in questo senso sì, io sono unichilista, perché cosa ho fatto con la mia filosofia? Ho fatto, almeno in una certa fase, il leone, vi ricordate?
Cammello, leone, fanciullo. Ho fatto il leone, cioè ho aggredito i grandi valori dell'Occidente, la razionalità, la logica, la metafisica, il credere in un senso razionale del mondo, Dio ha aggredito tutte queste verità che erano ritenute inconfutabili e ha cercato di tutto per farle crollare, le ha distrutte. Quando diceva io sono una dinamite intendeva proprio questo, io sono qui per distruggere i valori, i valori che tutti hanno sempre creduto veri ma che non sono veri, io sono qui per abbattere i valori. In questo senso sono un nichilista, anzi Nietzsche, come sempre con la sua scarsa modestia, arriva a dire io sono il primo vero grande nichilista da questo punto di vista, perché sono stato il primo a scardinare i valori, a metterli sotto accusa. accusa e a farli crollare.
Quindi l'ichilismo non è di passare una cosa negativa. Se lo intendiamo nella visione cristiana, in quel senso, il primo senso che vi ho detto, allora sì, è salutare il nostro mondo, è ingannarsi e quindi è un ichilismo negativo. Ma se l'ichilismo è un tentativo di abbattere le bugie che ci circondano e Nietzsche ritiene di aver fatto questo, allora l'ichilismo è un'opera buona, è un'opera necessaria che bisognava compiere.
Però non basta tutto questo. fare un passo in più, perché in fondo afferma Nietzsche, sì io sono il primo vero onichilista, ma non sono l'unico, ci sono anche altri che hanno attaccato i vecchi valori e qui nel percorso che abbiamo fatto anche noi dobbiamo pensare ad esempio a Feuerbach, Marx, la sinistra hegeliana, ad esempio loro attaccavano magari la religione, solo quello, o il capitalismo, o alcuni elementi e li attaccavano ovviamente, ma poi anche il positivismo in fondo che attaccava le metafisiche. Anche quella è una filosofia da un certo punto di vista nichilista, cioè che mette in dubbio alcuni valori.
Nessuno ne ha messo in dubbio così tanti come Nietzsche forse, però alcune filosofie hanno messo in dubbio almeno una parte dei valori. Quindi anche queste filosofie sono forme di nichilismo, però queste filosofie hanno in un certo senso avuto paura di andare fino in fondo. Nel senso che una volta aver abbattuto i vecchi valori... quelli della religione, quelli della metafisica, quelli della tradizione, quelli della vecchia filosofia, una volta abbattuti questi valori, si sono subito affrettati nel crearne di nuovi che erano comunque esterni all'uomo.
Facciamo l'esempio di Marx, Nietzsche non è che spenda parole su Marx, è per farvi io un paragone con qualcosa che abbiamo spiegato da poco per aiutarvi a comprendere il filo. Cosa fa Marx? Marx certo critica la religione, dice che è l'oppio dei popoli, certo critica l'economia, dice che è tutta un'economia inventata dall'uomo per...
mettere sotto il proprio gioco per sfruttare gli altri eccetera eccetera eccetera, benissimo, ma una volta che ha abbattuto i vecchi valori, dice all'uomo adesso creati di nuovi valori? No, gli dice io vi propongo un nuovo valore, il socialismo. Altre filosofie dicono, io vi presento un nuovo valore, la scienza, questo fa il positivismo, io vi presento un nuovo valore, il nazionalismo, la nazione.
Allora tutte queste filosofie, queste dottrine anche politiche o scientifiche, cosa ha fatto? Abbattono i vecchi valori, ma si affrettano subito a crearne di nuovi che però assomigliano ai vecchi. Perché se io non credo più in Dio ma credo nella scienza, Non è cambiato poi tanto, perché anche la scienza in fondo è qualcosa di, in un certo senso, metafisico.
Non riguarda a me la scienza, riguarda la conoscenza dell'umanità. È qualcosa che un po'trascende a me, che va oltre a me, è qualcosa di estetico. esterno a me. Se io non credo più in Dio ma credo nel socialismo, vabbè il socialismo per carità è anche concreto da un certo punto di vista perché vuol dire migliorare le condizioni di vita, ma è sempre qualcosa che va oltre me, capite?
Che io non misuro, il socialismo è il trionfo del proletariato a livello globale e mondiale, vabbè io cosa conto in tutto questo? È qualcosa che ha comunque un aspetto quasi metafisico, che va oltre, che trascende il singolo. Quindi cosa fanno molte di queste dottrine? Abbattono i vecchi valori, ma ne ricreano nuovi che per molti versi assomigliano ai vecchi. i valori, che sono sempre esterni all'uomo, che sono sempre imposti dall'esterno, che l'uomo non sceglie di per sé, che l'uomo non crea, il superuomo invece, l'abbiamo detto l'altra volta, il superuomo crea i suoi valori, cala sul mondo le proprie interpretazioni, ma le sue, non quelle che gli dice Marx o quelle che gli dice Darwin o chi altro, lui è padrone del suo mondo, non i capi politici, i capi filosofici o altro, capite la differenza?
Ora, questo nichilismo è un nichilismo che ha un certo senso, vi dicevo, paura di andare fino in fondo perché il nichilismo cade facilmente in un equivoco crede che dire che i vecchi valori non contano più significhi dire che non c'è più nessun valore o meglio, la ripeto, affermare che la vita non ha nessun senso metafisico implica necessariamente ammettere che la vita non può avere nessun senso non è così, perché per Nietzsche è vero che la vita non ha nessun senso metafisico, cioè nessun senso, significato che trascenda, che vada oltre noi, però la vita può avere un senso per noi, il senso che noi le diamo se diventiamo superuomini, il superuomo annulla tutti gli altri valori e a un certo punto può avere anche paura di quello che ha fatto, vi ricordate nel racconto della morte di Dio che c'è angoscia per quello che si è fatto, come abbiamo potuto uccidere Dio, come abbiamo fatto? E però, se siamo super uomini, ci trasfiguriamo e non abbiamo più timore di quello che abbiamo fatto e riversiamo sul mondo i nostri valori, quelli che abbiamo creato noi e che danno senso alla nostra vita. La mancanza di senso metafisico non implica necessariamente una mancanza di senso tout court, del tutto. Si può ricreare un senso, ma deve farlo l'oltre uomo, il singolo uomo, lui, non altri.
Quindi credere nella scienza, credere nella storia, credere nel proletariato, è sempre credere. Cioè è sempre una forma di fede, è sempre una forma di metafisica, e inizia le forme di fede in qualcosa di estraneo a noi, non le vuole più sentire parlare, sono bugie e menzogne, sono favole che ci raccontiamo per cercare di non affrontare il caos della vita. Cioè in fondo uno che crede nella scienza, crede che certo magari non c'è Dio.
Però la scienza dà un significato al mondo, dà un ordine al mondo. È un tentativo che Nietzsche rifinirebbe a Pollinio, no? Perché è un tentativo di rifugiarci sempre nella razionalità, in un ordine esterno a me.
Questo ordine per Nietzsche non esiste, sono tutte bugie che ci raccontiamo per star tranquilli, per dormire meglio la notte, ci raccontiamo queste bugie. Ma il mondo è caos, il mondo è distruzione, e l'uomo deve affrontarlo da solo. deve guardare in faccia questo caos e affrontarlo.
Quindi la scelta di molte filosofie, anche quelle dell'Ottocento, che un po'avevano iniziato a mettere in discussione i vecchi valori, è un nichilismo che Nietzsche definisce incompleto. Nichilismo incompleto è quello che che certo distrugge, ma non per annullare completamente, per radere al suolo tutto, distrugge per ricostruire immediatamente con qualcosa che non è poi così diverso da quello che si è appena distrutto. Quindi quello è un nichilismo incompleto e va messo da parte, nichilismo del socialismo, del positivismo, dello storicismo, tutti nichilismi appunto incompleti. Bisogna invece passare a un nichilismo completo, un nichilismo che distrugge per distruggere davvero.
Anche però il nichilismo... completo si divide in due tipologie a sua volta, cioè esiste un eclismo completo passivo e un eclismo completo attivo o estatico, viene chiamato anche così da inizio a volte, o estremo. Qual è quello passivo intanto? L'eclismo attivo passivo è quello in cui si distrugge tutto ma ci si ferma lì, si rimane come bloccati a contemplare il nulla che si è creato e non si riesce ad andare oltre.
Questo è... Quello che noi a volte chiamiamo nichilismo, il nichilismo che a volte rinfacciamo a qualcuno quando anche nel linguaggio comunale diciamo sei proprio un nichilista, cosa tendiamo a dire? Uno che non crede in assolutamente niente, uno di un pessimismo estremo anche, per il quale niente ha senso e niente ha valore. Quello è il nichilismo passivo, perché si abbatte e poi si ferma lì a guardare che non c'è niente.
Il paesaggio desertico, non c'è nessun valore, non ci potrà più essere nessun valore e quindi la vita perde anche di senso per un nichilista di questo tipo. Nietzsche non vuole questo tipo di nichilismo. Il nichilismo passivo può essere una fase di passaggio, ma non bisogna... bisogna fermarsi lì, perché dopo aver distrutto, aver magari anche contemplato la distruzione, bisogna fare l'ultimo passo e giungere all'ichilismo attivo o appunto estatico o unichilismo estremo, usa vari termini, cosa intende? intende con questo nichilismo attivo?
È il nichilismo del superuomo, è il nichilismo di chi ha distrutto tutto, ha anche contemplato la distruzione ma adesso ricostruisce. Ricostruisce non nel vecchio modo per cui ci inventiamo un'altra fede, che sia una sorta di surrogato della fede cristiana o metafisica, no, nessuna fede. Il superuomo... con la sua volontà di potenza, dà il suo significato alle cose, crea il suo mondo, valuta il suo mondo e quindi crea i suoi valori, valori del superuomo individuali, valori fondati. danno significato alla sua vita, significato unico, irripetibile alla sua vita.
Questo è l'esito dell'inclinismo che si lega a quello che abbiamo detto però anche l'altra volta, guardatevi la playlist e trovate il video precedente a questo, quando parlavamo della volontà di potenza. perché la volontà di potenza questo fa, passa da nichilismo passivo a nichilismo attivo. Tutto questo ci porta all'ultimo discorso da fare su Nietzsche, che è forse il più oscuro, come vi dicevo prima, che è quello del prospettivismo, su quale i libri a volte vanno via un po'veloci, anch'io non ci starò tanto proprio perché, tra l'altro, Nietzsche lo espone nell'ultima parte della sua vita, e anche per questo c'è un po'di difficoltà interpretativa, però è molto famoso e anche stimolante, poi magari si può non essere d'accordo, ma... diciamo, si porta a confrontarsi come sempre col pensiero di Nietzsche. Cosa dice questo prospettivismo?
È una dottrina che viene esposta in parte nei frammenti postumi e che si riassume alla fine in una frase. che è celeberrima, che è questa, due punti virgolette, non ci sono fatti ma solo interpretazioni. Cosa vuol dire con questa frase? Cosa si presume voglia dire con questa frase?
Che noi siamo abituati a pensare che nel mondo esistano i fatti, fatti incontestabili, fatti oggettivi. Io adesso sto parlando durante una telecamera, questo è un fatto, diciamo, un fatto oggettivo su cui sono d'accordo io, su cui può essere d'accordo chiunque altro mi guardi e mi veda. Nietzsche afferma che in realtà non è così, che tutti i fatti, quelli che noi chiamiamo fatti, non sono in realtà fatti, ma sono interpretazioni, cioè modi in cui noi vediamo il mondo, modi in cui noi interpretiamo il mondo, modi in cui noi valutiamo il mondo.
Questo è un fatto. Può risultare più facile quando ad esempio ci facciamo degli esempi che non siano come quello che ho appena fatto, ma ad esempio discutiamo di un fatto che ci è successo, che ne so, possiamo discutere di un amico che è triste. Parliamo con un altro amico, cioè Caio che è triste e io e Tizio discutiamo della tristezza di Caio.
Noi ne parliamo, è chiaro che tutti noi abbiamo visto delle cose, abbiamo parlato con Caio, ne abbiamo visto triste, l'abbiamo visto mojo, allora per noi la tristezza di Kai è un fatto. Ma in realtà, ora se che io e Tizio, parlando della tristezza di Caio, non ci troviamo d'accordo. Perché io dico, hai visto Caio quanto è triste? E Tizio dice, sì, insomma non mi pare così triste.
No, no, ti assicuro, è tristissimo, è davvero col cuore spezzato. Ma, dice l'altro, ma io penso che sia, il cuore spezzato mi pare esagerato, mi sembra molto meno triste di come tu dici. Possiamo discuterne. Poi arriva anche Caio e dice, ma tu sei triste. Guarda, io dico che tu sei molto triste.
lui dice che sei poco triste e l'altro dice ma io in realtà non mi sento triste, mi sento solo stufo e quindi un'altra interpretazione, un'altra interpretazione sentiamo la mamma di Caio, anche la mamma di Caio dice un'altra interpretazione ancora il papà un'altra cosa, ma allora Caio è triste o non è triste? si può definire in che situazione si trova Caio? in maniera univoca, in maniera oggettiva probabilmente no e su questo siamo probabilmente d'accordo, nel senso che nel descrivere i sentimenti di una persona ognuno ha un'altra interpretazione li vede da una prospettiva diversa, da un punto di vista diverso, pertanto non c'è oggettività, però invece siamo pronti a dire che in altri ambiti, ad esempio se io prendo Batman e lo lancio, il modo in cui cade la parabola che disegna il tempo di atterraggio c'è tra quello e fatto, perché è indipendente dall'osservatore, lì si afferma che in realtà anche in questi campi, anche nei campi scientifici, anche nei campi che noi diremmo fattuali, in realtà a dominare sono sempre le interpretazioni più che i fatti, sono sempre il significato che noi diamo alle cose più che le cose in loro stesse. Guardate che è un discorso certo estremo ma che è interessante perché poi ci permette anche di riflettere in un certo attacco anche Cartesio per dire no. Per esempio buona parte della filosofia occidentale parte dalla constatazione di Cartesio sull'esistenza del soggetto.
Vi ricordate Cartesio quando diceva cogito ergo sum? Se non lo ricordate in descrizione vi metto il link. Cogito ergo sum, penso dunque sono. Una cosa apparentemente incontestabile, cioè l'idea che se c'è qualcosa che pensa, ci deve essere anche qualcuno che pensa.
Se c'è il fatto del pensare, deve esserci anche l'autore di quel fatto, cioè qualcuno che pensa qualcosa che pensa. Poi possiamo discutere se è Rescogitans, se è il cervello, che cos'è a pensare, però che ci sia qualcosa che pensa, siamo tutti d'accordo di solito, che esista un soggetto pensante, siamo tutti d'accordo, lo diamo come una cosa indubitabile. però Nietzsche arriva ad affermare che anche l'esistenza del soggetto è un'interpretazione Anche dire Koji Togusumi è una interpretazione perché parte dall'assunto che se c'è qualcosa che viene fatto ci deve essere anche qualcosa che fa. Ma questa è una verità fattuale o è un'interpretazione dei fatti? Nietzsche fa notare che anche questa è un'interpretazione dei fatti, cioè l'idea che se c'è un'azione ci deve essere un soggetto che conti quell'azione.
Non c'è scritto da nessuna parte. Come facciamo a dire che sia oggettiva questa cosa? Piuttosto, dice Nietzsche, è una nostra abitudine.
a vedere che le azioni vengono compiute da un soggetto e quindi riteniamo che se c'è l'azione del pensare debba esistere anche il soggetto del pensare, e cioè il soggetto. Ma, ma, questa non è un dato di fatto. Questa è un'interpretazione.
interpretazione. Pertanto perfino l'esistenza del soggetto che è il fondamento di tutta la filosofia moderna potrebbe essere interpretazione non fatto. Questo si lega con quello che dicevamo dell'oltreuomo.
Vi dicevo che l'oltreuomo impone sul mondo i suoi significati. significati e le sue interpretazioni, cioè imporre sul mondo la sua prospettiva. È lui che crea il mondo, che crea i significati, che crea i valori, vuol dire che è lui che interpreta il suo mondo, interpreta come vuole.
Perché attenzione, questo meccanismo di interpretazione non va confuso con quello luministico kantiano, perché noi potremmo dire, ok, magari interpretiamo il mondo, però non diceva anche Kant che noi interpretiamo il mondo, no? Vi ricordate le categorie kantiane? se non vi ricordate ve le metto in descrizione, cosa sono le categorie kantiane? Sono degli schemi mentali attraverso cui noi che abbiamo ricevuto dei dati li mettiamo in rapporto tra loro e quindi di fatto creiamo dei collegamenti tra i fatti, collegamenti che diceva Kant forse non ci sono nel mondo, forse sono solo nella nostra testa, forse sono solo rapporti di causa e effetto che esistono qui e non lì, non sappiamo se esistono anche lì, sappiamo che esistono nella nostra testa.
Allora in fondo anche Kant ci dice che il mondo è la nostra interpretazione. perché ci dice che il mondo è il mondo come lo vediamo attraverso le nostre forme a priori se vi ricordate l'io penso è il legislatore della natura cioè è chi dà valori e regole al mondo quindi il mondo anche per Kant è una nostra interpretazione ma c'è una differenza tra Kant e Nietzsche che per Kant la nostra interpretazione del mondo era tutto sommato oggettiva nel senso che le forme a priori della natura della mia mente, le categorie, certo erano presenti nella mia mente, ma sono presenti uguali in tutte le altre menti umane. Tutti gli uomini, per Kant, hanno le stesse strutture mentali, che sono innate.
Pertanto l'interpretazione che io do del mondo, la visione che ho del mondo, dei rapporti di causa-effetto di tutta la fisica del mondo... è la stessa interpretazione che danno anche gli altri uomini perché abbiamo delle strutture identiche vi ricordate come se vedessimo il mondo con le lenti colorate davanti agli occhi pertanto io lo vedrò magari blu perché ho le lenti blu ma anche Tizio e Caio lo vedono blu perché anche loro hanno davanti agli occhi delle lenti blu quindi interpretiamo il mondo perché lo interpretiamo vedendolo attraverso le lenti ma lo interpretiamo in maniera identica. E quindi c'è oggettività in fondo, cioè non dipende solo da me.
Quello che vedo io è quello che vedono anche gli altri, quello che interpreto io è il modo in cui interpretano anche gli altri. Questo per Kant. Per Nietzsche è un discorso diverso. Perché per Nietzsche l'interpretazione non è basata su forme a priori identiche e universali.
Assolutamente no. La prospettiva, l'interpretazione per Nietzsche è frutto del singolo. Ogni uomo interpreta le cose a modo suo. Ogni super uomo soprattutto riesce a dare i suoi significati, che sono suoi, non dell'umanità degli altri uomini, suoi, suoi e basta.
Afferma Nietzsche, ogni uomo interpreta il mondo secondo i suoi pro e i suoi contro, secondo i suoi bisogni, le sue necessità, secondo i suoi interessi. Io se parlo di Caio che piange, che è triste, Perché lo vedo più triste di come lo veda Tizio? Perché lo vedo più triste di come lui stesso si veda? Probabilmente perché ho bisogno di vederlo così, perché ho un interesse a vederlo così, perché mi torna utile vederlo così, perché mi fa stare meglio, perché mi piace che lui sia triste o... perché voglio poterla aiutare per sentirmi importante per mille motivi, ma motivi miei, personali, il mio utile, i miei pro e i miei contro, questi sono i criteri che io uso per interpretare i fatti e sono criteri soggettivi che non sono gli stessi degli altri.
Ogni altro uomo avrà criteri diversi perché il suo utile, il suo pro e il suo contro, il suo vantaggio e il suo svantaggio sono diversi dai miei probabilmente. Magari certi casi potranno anche coincidere ma è un caso che coincidano. Normalmente sono diversi.
Quindi anche le interpretazioni sono diverse. Siamo davanti a un soggettivismo estremo. Capite? Non c'è un modo di interpretare che ci permetta di confrontarci con gli altri. Ognuno interpreta le cose a modo suo, ognuno dà i valori che lui vuole.
E quindi come volete che possiamo comunicare a livello di valori? Se i valori che ritengo io sono molto diversi e anche il linguaggio, le visioni, le prospettive con cui guardiamo questi valori sono diverse da quelle degli altri. Il prospettivismo è una visione estremamente soggettiva ed estremamente anche individualistica, ovviamente, come lo è tutta la dottrina dell'oltreuomo, d'altra parte.
Quindi credere che esistano cose oggettive pernicia tutta un'illusione. Non esistono valori oggettivi, non esistono modi di guardare le cose oggettivi, non esistono neppure metodi di conoscenza oggettivi. La logica non è oggettiva.
Noi pensiamo che la logica sia verità oggettiva, che la matematica sia oggettiva, che 2 più 2 faccia 4. No, è un'illusione credere che esista qualcosa di oggettivo, secondo Nietzsche. Tutto è soggettivo, tutto è prospettiva, tutto è una certa visione diversa. Certo, a volte ci illudiamo che esista l'oggettività, ci piace illuderci, è una forma di fuga dalla realtà.
È un tentativo di trovare qualcosa di solido nella nostra vita senza dovercelo creare da soli qualcosa di solido. è sempre un rifugio dell'apollineo l'oggettività ma l'oggettività non esiste la logica, le forme di conoscenza sono tutte illusioni e di fatti non ci danno una forma di conoscenza vera ci illudono che il mondo sia ordinato ci illudono che ci siano delle regole nel mondo che tutto procede in un certo modo ma sono illusioni, il mondo è caos il mondo è distruzione, il mondo è mancanza di senso cosa volete che ci spieghi da logica in un mondo del genere la logica è un'altra bugia che abbiamo creato pur di non sopportare il peso della verità. L'oltreuomo deve rifiutarsi di tutte queste cose, deve spogliarsi di tutte queste cose, deve far crollare davvero tutto, quindi anche la logica, anche la matematica, e ricreare i suoi valori consapevole della prospettiva da cui li crea. E non c'è niente di male in questo, è l'unico modo, secondo Nietzsche, per trovare un senso nella vita, per dare un vero significato alla propria vita senza rifugiarsi eternamente in bugie, menzogne e illusioni.
Ecco, il video è stato breve. vedete pochi minuti rispetto a quello che siamo abituati, però insomma spero stimolante, come credo tutto il pensiero di Nietzsche sia stato stimolante, perché è davvero uno di quei filosofi con cui magari non si è d'accordo, magari no, però ragazzi avercene di filosofie che ti costringono a fare i conti, che ti travolgono come un treno in corsa, a me mi piace, da spiegare, da studiare, perché è stimolante. chiaramente non si può essere d'accordo su tutto in descrizione come al solito trovate gli argomenti che ho trattato oggi con i minuti di fianco cliccabili per farvi partire il video, poi la playlist su Nietzsche poi le playlist di storia e filosofia poi link vari che potrebbero essere utili insomma dateci un occhio se siete curiosi ci vediamo presto per nuovi video di storia, filosofia, educazione civica e tutto il resto, ciao, alla prossima