Buongiorno a tutti ragazzi, riprendiamo l'analisi delle forme di stato. La scorsa volta avevamo analizzato quali sono state le motivazioni per la scelta del senso di un senso di rispetto. della crisi dello Stato liberale e avevamo in particolare sottolineato che la crisi dello Stato liberale portò ad esiti diversi, condusse ad esiti diversi a seconda appunto degli stati in cui si trovava, ad esempio in Unione Sovietica si affermò lo Stato socialista che adesso andremo ad analizzare, in altri stati purtroppo anche in Italia si instaurarono dittature e quindi ci fu uno stato totalitario, così come in Germania, in altri stati invece si arrivò in modo graduale allo stato democratico, come gli Stati Uniti e l'Inghilterra.
Si tratta adesso di analizzare appunto il primo di questi che abbiamo ricordato, cioè lo stato socialista, che si è affermato per la prima volta in Russia in seguito alla rivoluzione bolshevica. dell'ottobre del 1917. Prima ovviamente della rivoluzione in Russia c'era lo zar e la rivoluzione bolshevica purtroppo sanguinosa portò appunto alla eliminazione anche fisica di questo sovrano particolare che era lo zar e alla nascita appunto di questo stato. Su che cosa si basa questo Stato socialista?
Innanzitutto sulla dottrina comunista che venne formulata dal filosofo economista Karl Marx, che divenne così, come dottrina appunto, venne proclamata ideologia ufficiale dello Stato socialista. Quali sono i punti salienti di questa dottrina? comunista che porta appunto all'instaurazione di uno Stato socialista.
Innanzitutto il primo punto è l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione, la realizzazione quindi di un sistema economico di tipo collettivista dove appunto tutte le decisioni vengono accentrate nello Stato, i privati quindi non avendo proprietà privata dei mezzi di produzione non avendo quindi nessuna libertà anche in campo imprenditoriale sono soggetti alle decisioni uniche che prende appunto lo Stato in campo anche economico. Il secondo aspetto è quindi non essendo più possibile essere proprietari di un bene o di mezzi particolari, questo appunto rende la società senza classi, senza distinzione appunto in base a un rapporto di proprietà. L'altro aspetto ancora. è l'eliminazione del pluralismo politico, la repressione del dissenso, perché nello Stato socialista esiste un unico partito al governo, che è il partito comunista.
L'apparato statale complessivo accentra tutto il potere politico e lo fa attraverso una struttura gerarchica molto rigida. Il partito comunista viene sostanzialmente abolito. anche se sulla carta risulta ancora esistente, il principio della separazione dei poteri, perché comunque le funzioni legislativa, esecutiva e giudiziaria sono appunto accentrate nelle mani dell'apparato statale che, come dicevo, è manovrato da questo partito. unico al governo che è il partito comunista. Abbiamo infine, altro aspetto negativo, la repressione di chi tende a dissentire da questa situazione, repressione che in molti casi è violenta, pensate al fatto che Stalin, qui è raffigurato il dittatore dell'emblema, di questo stato di tattoriale.
Stalin ordinò epurazioni di massa, cioè fece uccidere i dissidenti, oppure li fece rinchiudere nei Gulag in Siberia, dove ovviamente le privazioni dei fondamentali diritti dell'individuo furono portati al massimo. Questo è successo appunto in Unione Sovietica. Altre invece svolte, dicevamo, di modifiche dello Stato liberale, sono passate attraverso altre forme di dittature.
Abbiamo qui i tre esponenti diciamo emblematici delle dittature del Novecento, l'ultimo appunto è Stalin che abbiamo ricordato, quello centrale è Benito Mussolini nel caso del regime fascista, il primo appunto è Adolf Hitler che è invece l'esponente. di spicco appunto della dittatura nazista in Germania. Vediamo appunto l'Italia. L'Italia ha uno stato totalitario che dura, che durò ben vent'anni e che interruppe il processo appunto evolutivo dello stato liberale.
per arrivare appunto poi allo Stato democratico. Soltanto al termine di questi vent'anni, con la nascita poi della Repubblica, si arriverà appunto allo Stato democratico. Si identifica lo Stato totalitario con il regime fascista.
Questi vent'anni vanno dal 1922 fino al 1943. Ogni regime totalitario si basa su un'ideologia. Quest'ideologia abbraccia un po'tutti gli aspetti vitali dell'esistenza umana e a queste teologie vengono subordinate tutte le attività sociali, economiche, familiari, politiche, culturali. In questo senso lo stato totalitario si differenzia da uno stato assoluto perché nello stato assoluto il re sovrano che accentra ovviamente tutti i poteri non si occupa di quelli che sono gli aspetti vitali dell'esistenza umana, dei suoi sudditi, non vuole più di tanto entrare nelle attività economiche, politiche e culturali dello Stato, ma c'è un forte disinteresse nei confronti dei sudditi.
Qui invece, nello Stato totalitario... il regime tende proprio a coinvolgere, a subordinare tutte le attività al principio dell'ideologia di regime. Quindi addirittura l'ideologia crea un modello di azione e tutti i governati si devono assuefare a questo modello di azione.
può provare diciamo o tenta di dissentire su questo modello è chiaro che poi sarà considerato come nemico e addirittura sarà eliminato. Una volta che è salito al potere un partito a questo punto i suoi membri diventano un'elite del paese, l'intera società viene assogettata a un'organizzazione gerarchica e a capo di questa organizzazione gerarchica c'è appunto l'uomo, il dittatore, il duce appunto che è dotato di grande carisma, l'uomo forte diciamo al potere. La popolazione che vive in questo tipo di regime totalitario è costantemente sottoposta ad una pesante pressione psicologica innanzitutto ma anche fisica. perché naturalmente c'è una politica del terrore che si instaura e quindi questa politica del terrore porta le persone a non esprimersi o nel caso ad esprimere un dissenso ad essere poi ovviamente perseguitate e addirittura uccise. La propaganda è un altro elemento importante dei sistemi totalitari di queste forme di Stato ed è pressante, porta proprio quasi ad un lavaggio del cervello delle persone per uniformarle a questa, come abbiamo detto, visione di regime.
La presenza poi di una polizia, ma segreta, contribuisce all'aumento di un clima di diffidenza, di insicurezza e di terrore appunto. nel cittadino. viene controllato tutto il sistema dei mezzi di comunicazione, quindi la stampa, i giornali, la radio, le immagini, quindi le forme di informazione non si possono più uniformare al...
principio del pluralismo ideologico, ma si devono uniformare al pensiero del partito unico e se non lo fanno vengono considerate eversive, addirittura sottoposte a censura, che è una sorta di controllo preventivo della manifestazione del pensiero che è tipico proprio di tutti i sistemi dittatoriali, di questi regimi totalitari. Il controllo delle forze armate nei regimi totalitari e anche ovviamente degli armamenti, è usato proprio per impedire cambiamenti politici e sopprimere eventuali rivolte da parte dei dissenzienti e colpi di Stato. Il controllo centralizzato dell'economia permette allo Stato totalitario di potenziare i settori che ritiene diciamo più strategici e nel caso delle... come è successo appunto nel nostro paese, l'industria pesante, l'industria da guerra, proprio perché questi stati hanno la necessità proprio di insistere e di in qualche modo sovvenzionare le spese appunto di tipo militare.
L'apparato burocratico del potere. Può controllare i lavoratori, togliere loro arbitrariamente il permesso di lavoro, addirittura renderli completamente dipendenti dal potere politico. E arriviamo allo Stato democratico.
Quando si realizza? Si realizza nella seconda metà del Novecento. In Italia in particolare c'è una data che è importante, anzi per la verità sono due.
Una è il 2 giugno del 1946 e l'altra è il 1 gennaio del 1948. La data del 2 giugno 1946 è la data in cui venne per la prima volta finalmente raggiunto il suffragio universale per due importanti votazioni che quel giorno avvennero. Una era la votazione per la scelta attraverso un referendum istituzionale fra monarchia e repubblica che decretò la vittoria della Repubblica e l'altra votazione che avvenne in quello stesso giorno fu invece per eleggere l'Assemblea Costituente che fu l'organo che scrisse e approvò la nostra Costituzione Repubblicana che entrò in vigore il primo gennaio 1948. Abbiamo già detto quindi che caratteristica dello Stato Democratico è il suffragio universale. per l'appartenenza proprio della sovranità al popolo, è il riconoscimento del pluralismo e quindi il promuovere anche le autonomie della collettività, i diritti appunto di riunione, di associazione, di formazione e di adesione a partiti e il riconoscimento del principio di uguaglianza ma non più soltanto formale ma anche sostanziale come l'articolo 3 della nostra Costituzione ci ricorda. Lo Stato democratico è uno Stato di diritto, il che significa appunto che le leggi che vengono approvate, emanate, ovviamente valgono anche nei confronti dei governanti e non solo dei governati, e infine è uno Stato appunto dotato di Costituzione, Costituzioni che in questi Stati democratici sono caratterizzate dalla rigidità, ovvero Si possono sì modificare ma con procedimenti appunto particolarmente complessi.