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Presentazione del Simposio di Platone

Di solito all'interno della rubrica Book Club Storico-Filosofico presento dei romanzi, dei fumetti, addirittura in certi casi, che raccontano delle storie che magari solo indirettamente si avvicinano alla storia e alla filosofia. Sono opere per lo più di narrativa, interessanti da leggere, che poi ci permettono di fare alcune riflessioni. Oggi però, per la nuova puntata della nostra rubrica Book Club Storico-Filosofico, presento un libro che in realtà è un libro filosofico. Anche se in un certo senso si può leggerlo quasi come un'opera di narrativa, quasi dico. Il libro in questione è Il Simposio di Platone. Oggi vi spiegherò di cosa parla, perché è interessante, perché lo consiglio anche a chi lo può leggere per diletto, non solo a scuola, magari anche per scuola, ma anche per propria passione personale. Andiamo a cominciare. Un po' di caffè, nel solito, una solita tazza, andiamo a cominciare, che mi hanno regalato i miei studenti e ormai la devo usare ogni volta per contratto. Ci sono Batman Topolino, De Andrè e Tostoi. Io mi chiamo Emanuele Ferretti, sono un insegnante di storia e filosofia delle superiori, insegno nel liceo scientifico di Rovigo e da un anno abbondante tengo anche un canale su YouTube con praticamente un video al giorno di solito di sperazioni storico-filosofiche, cioè si segue... più o meno il programma di storia e di filosofia che si fa alle superiori e se guardate anche nella descrizione di questo video oppure nella pagina del canale trovate dei playlist con tutti i video che ho realizzato in ordine e però anche rubriche un po' particolari a volte perché parlo anche di educazione civica parlo di ogni tanto per questioni molto importanti di attualità e parlo anche di libri di film, questo sì oggi infatti affrontiamo come vi dicevo nella premessa una puntata della rubrica BookCast Club Storico-Filosofico, una rubrica appunto in cui presento dei libri di solito. Libri che, come vi dicevo nella premessa, normalmente sono libri di narrativa, sono romanzi per lo più, o fumetti o cose di questo genere, che io assegno a volte ai miei studenti per portarli anche a pensare che la filosofia non è una disciplina così astrusa, che la storia non è una disciplina così lontana. dalla nostra vita, ma che a volte queste due discipline, i temi che queste due discipline affrontano si ritrovano anche nei libri, nei romanzi, nei fumetti perfino oppure a volte c'è anche la rubrica videoclub nei film e nelle serie tv cioè in fondo storia e filosofia plasmano il nostro mondo, anche il mondo di oggi anche il mondo che sembra più lontano dalla scuola, quello dell'intrattenimento in certi casi soprattutto se è un intrattenimento di un certo livello, una cultura piuttosto elevata, sono bei libri, bei fumetti, bei film, belle serie tv, ecco in quei casi lì effettivamente dei riflessi filosofici o storici si possono ritrovare. Questo è quello che faccio di solito. Oggi però, come vi dicevo, parlo di un libro che è sì un libro che racconta una storia, in un certo punto di vista c'è una trama e poi vi spiegherò qual è la trama brevemente, ma è un libro di filosofia. L'autore non a caso è Platone, grande filosofo. greco che si studia ampiamente in terza superiore quando si inizia ad affrontare lo studio della filosofia ecco platone è il primo grosso ostacolo diciamo grosso proprio volumetricamente potremmo dire per il numero di pagine che i manuali solitamente dedicano a questo importante autore il simposio questo libro di cui parlo oggi è probabilmente l'opera più accessibile di platone se togliamo se mettiamo a parte l'apologia di socrates che è ancora più facile La prologia di Socrate però non parla tanto di Platone quanto appunto di Socrate. Il simposio invece si presenta una delle dottrine di Platone ed è probabilmente tra i libri di Platone quello che più spesso si dà da leggere, che più spesso si può affrontare anche, voglio dire, alle superiori, senza particolari problemi perché, nonostante sia stato scritto parecchi millenni fa ormai, è ancora comprensibile, certo alcuni passaggi sono un pochino più complicati, ma insomma alle superiori lo si può tranquillamente leggere. Il tema, l'argomento di questo libro e del tema che affronteremo oggi è l'amore. Se non vi ricordate Platone, vi metto in descrizione di questo video anche la playlist su Platone, ma anche in particolare il video in cui spiegavo la teoria di Platone sull'amore, che si basava sul Simposio, ma si basava anche sul Federo, su altri scritti. Il simposio è in particolare il dialogo che forse più di tutti affrontate a me. dell'amore perché proprio l'argomento centrale è Eros, Eros il dio dell'amore. Chi è Eros? Cos'è l'amore? Questa è la domanda che Platone ci pone all'interno di questo libro. Su Platone come autore penso che non ci sia bisogno di spendere tantissime parole perché se seguite questo canale ne avete sentito parlare mille mille volte. Io sempre dedico una breve parte del video del book club a presentare l'autore. Vi dico due cose ma ripeto c'è la playlist in descrizione se volete andare a vedere Platone. è considerato uno dei due grandi maestri della filosofia classica. Lui e Aristotele sono i due poli, in un certo senso, del pensiero antico. Allievo di Socrate, Platone fu allievo di Socrate, e a sua volta Platone fu maestro di Aristotele, ateniese, di famiglia probabilmente aristocratica. Platone elaborò tutto un grande sistema filosofico, inizialmente molto influenzato da Socrate, poi, man mano che passavano gli anni, sempre più originale. un grande sistema filosofico sostanzialmente per attaccare, io direi così, per attaccare l'idea dominante nell'Atene del periodo. L'idea dominante nell'Atene in cui viveva Platone era l'idea da un lato democratica, dall'altro sofistica, perché Platone si trovava a vivere in un'Atene in cui il pensiero dei sofisti va per la maggiore. I sofisti erano quei filosofi che ritenevano che... diciamola così, non si fossero verità assolute, ma che tutte le verità sulla morale, sulla politica, sull'arte eccetera, dipendessero dal punto di vista dell'individuo. Il relativismo vuol dire questo, vuol dire che non esistono verità assolute, verità valide per tutti, ma esistono solo verità relative al punto di vista o all'epoca o alla cultura del periodo. Platone la pensa in maniera radicalmente opposta, secondo lui esistono verità assolute, esistono verità eterne e le presenterà tramite la dottrina delle idee e di conseguenza Platone elaborerà anche e soprattutto un sistema politico, un ideale di sistema politico secondo cui non si deve essere un regime democratico perché se esiste una verità... C'è chi può raggiungere quella verità e chi non la può raggiungere e allora c'è chi è saggio e chi è ignorante e dunque è meglio affidare il potere a chi è più saggio, a chi ha raggiunto la verità, a chi ha in mano la chiave per comprendere meglio le cose. Quindi Platone elaborerà questo modello di stato in cui il potere addirittura viene affidato ai filosofi. Questo per dire brevemente del pensiero platonico. L'amore come si lega a queste teorie? L'amore si lega, si lega in maniera molto chiara perché l'amore viene visto da Platone, in parte come anche la bellezza, come un modo per poterci portare verso la verità. L'amore è un tramite, l'amore è un mezzo per giungere alla verità. Noi viviamo in un mondo che è per certi versi fasullo, per certi versi ingannevole e dobbiamo camminare verso la verità. Il compito dell'uomo, ma in generale direi anche il compito del filosofo, è... compiere un cammino verso la verità. Questo cammino per compierlo bisogna affaticare, bisogna compiere quella che Platone chiamava la seconda navigazione, cioè bisogna tirare fuori i remi e remare a fatica, ovviamente bisogna sudarsela questa verità, ma la strada o meglio la spinta che ci può portare verso la verità può essere anche l'amore. L'amore e la bellezza possono spingerci a elevarci, quindi a staccarci dal... dalla finzione di questo mondo e avvicinarci alle idee, avvicinarci appunto a questa verità. Nel simposio questo tema emerge insieme a molti altri. Raccontiamo però anche qualcosa della trama, anzi rispetto al mio solito, oggi andrò un po' più in profondità con la trama di questo simposio rispetto agli altri video che ho preparato del book club perché... Il Simposio non è un romanzo vero e proprio, nei romanzi veri e propri è bene non fare spoiler, non raccontare troppo della trama per lasciare la bellezza della scopetta. Qui qualcosa di più dirò, perché non credo che ci siano sorprese o colpi di scena particolari quando si legge Il Simposio. Dirò qualcosa di più, ma, ripeto, leggerlo è altra cosa, è ancora più interessante. Si chiama Simposio, questo libricino, come vedete non è neanche tanto corposo, insomma... Si chiama simposio, questo è solo in italiano, non c'è il testo originale a fronte. Perché si chiama simposio? Perché il simposio era un particolare tipo di cena, tipico del mondo greco e poi in parte anche del mondo latino. A volte lo trovate anche tradotto convivio o convitto, è sempre la stessa roba. Simposio è la traduzione più comune del titolo. Come funzionava un simposio? Un simposio era un banchetto che si teneva di solito a casa di un intellettuale. che ospitava alcuni altri amici o personaggi importanti della città e mentre queste persone mangiavano discutevano anche di un certo tema si decideva un argomento e si discuteva, si parlava di questo argomento difatti la trama di questo libro è proprio questa è la trama di un banchetto in realtà all'inizio c'è un breve passaggio in cui due personaggi atinesi uno si chiama Apollo d'Oro, l'altro Glaucone, si incontrano e Glaucone chiede a Apollo ad Apollo Doro se è vera questa storia di cui si parla in giro, di una cena avvenuta qualche tempo prima a cui aveva partecipato anche Socrate. Apollo Doro dice sì è vera, è successa in realtà tanti anni fa, ma ti racconto come andò, perché me l'hanno raccontato, ho chiesto a varie persone, fu una cena molto importante, allora visto che lo so ti racconto cosa avvenne e lì parte il racconto di questo Apollo Doro che racconta di questa cena. L'organizzatore della cena Era un certo Agatone. I personaggi sono tutti realmente esistiti. Il racconto di Platone si basa su personaggi reali. Agatone era davvero un personaggio realmente esistito, quindi può darsi anche che la cena ci sia realmente stata. Questo Agatone aveva trionfato in una particolare situazione, diciamo teatrale, in alcune gare teatrali, e ha deciso di festeggiare. ospitando una cena di questo tipo invitò vari personaggi e una volta che furono lì venne invitato anche Socrate anche se Socrate arrivò un po' in ritardo perché si era perso per stare a chiacchierare con la gente come spesso gli accadeva sostanzialmente a questa cena si doveva discutere di un argomento e uno degli invitati propose appunto di parlare di Eros di parlare dell'amore e a quel punto tutti gli invitati a turno parlarono dietro la loro descrizione di Eros, dietro la loro visione dell'amore. Sono sei personaggi che ognuno descrive la sua visione. Quindi è un dialogo certo, però in realtà sono una serie di monologhi potremmo dire, perché mentre uno parla gli altri ascoltano, non c'è dibattimento. Certo, quello successivo, l'oratore successivo spesso riprende le cose dette dall'oratore precedente per confermarle oppure criticarle oppure modificarle. e quindi c'è comunque una sorta di botta e risposta tipico dei dialoghi platonici a partire è Fedro, personaggio di Fedro presente nel dialogo che sostiene che Eros è il più antico di tutti gli dèi e il più onorato quello che più di tutti merita l'onore perché Eros, quindi l'amore, è ciò che unisce, che rende forti addirittura negli eserciti serve amore tra i combattenti perché gli eserciti più forti sono quelli tenuti insieme dall'amore. Quindi Eros è un elogio di questo dio, di questo Eros molto anche per certi versi poetico, ma non sarà l'unico federo a fare questo elogio. E c'è anche una descrizione del rapporto tra amante e amato. Nella traduzione greca consueta si riteneva che tra amante e amato il migliore fosse l'amato, cioè chi riceveva l'amore e non chi si innamorava. L'amato perché l'amato sembrava più calmo, più tranquillo, più autosufficiente potremmo dire, perché l'amante si fa agitare, si fa sconquassare dall'amore, l'amato è più pacifico, no? E per i greci tradizionalmente l'armonia sta nella pace, nel contenimento, eccetera, nell'equilibrio e così via. E Fedro però rovescia un po' la questione perché dice che in realtà tra amante e amato è superiore l'amante, proprio perché l'amore è questo dio. forte, superiore, che spinge a fare anche grandi cose e quindi l'amante secondo lui dovrebbe essere rivalutato rispetto alla tradizione, rispetto a quello che si crede di solito. Questo è sinteticamente il discorso di Fedro. Terminato Fedro, tocca Pausania. Pausania distingue tra due tipi di amore. Dice sì, è vero quello che ha detto Fedro, per carità, ma io distinguerei tra due amori. Un amore celeste diciamolo così lui poi si riferisce alla florite ma insomma non la complico troppo un amore celeste e un amore volgare l'amore celeste è l'amore che non si fa tanto incantare dalle cose materiali dai corpi ma si lega alle anime si lega alla virtù si lega ai valori più elevati l'amore invece volgare quello che appunto si fa invece catturare dai corpi dalla materia è quello che si fa prendere ad esempio dal corpo di una donna Oppure era il corpo di un fanciullo in berbe, dice Pausani. Quindi l'amore è buona cosa, ma in realtà è buona cosa l'amore celeste, l'amore verso le grandi cose, verso le cose più pure, mentre l'amore volgare... viene svalutato ovviamente perché già chiamarlo volgare vi rende chiaro che c'è una svalutazione di questo tipo di amore per i corpi, per la materia, per ciò che è per certi versi anche animalesco. Quindi l'amore per le donne mica tanto buono, l'amore per i fanciulli in berbi mica tanto buono, però c'è una rivalutazione dell'amore omofilo. Come sapete nel mondo greco esisteva anche questa forma d'amore verso l'esponente dello stesso sesso, dell'uomo verso un altro uomo. Qui si svaluta l'amore per i fanciulli in verbi, cioè per i bambini, ma non si svaluta l'amore, non più di tanto quantomeno, l'amore per l'altro uomo se quest'uomo è maturo, se quest'uomo ci aiuta a camminare verso le alte vette, verso la filosofia quindi in un certo senso. Dopo questi primi due discorsi arriva il discorso di Erissimaco, che era stato tra l'altro l'ospite che aveva proposto di discutere di amore, di discutere di Eros. In realtà, stando all'ordine dei posti, toccherebbe all'Aristofane parlare, ma Aristofane a un certo punto racconta Platone nel simposio, viene preso dal cinghiozzo, ha mangiato forse troppo, ha questo attacco di cinghiozzo e quindi dice parla tu poi, parlerò più tardi. Quindi parla Erissimaco. E Erissimaco si riallazza a quello che ha detto Pausani, perché dice, è vero, sono d'accordo con Pausani a quando distingue due tipi d'amore, l'amore celeste e l'amore volgare, è vero che ci sono due tipi di amore, ma quando parliamo dell'amore volgare, secondo Erissimaco, dobbiamo sottolineare che questo amore volgare spesso deriva dal disordine, deriva in un certo senso dal caos, nel senso che chi si fa prendere da questo amore per i corpi, da questo amore per le cose materiali, spesso. Si è fatta rascinare dalle passioni, si fa sconquassare in maniera sregolata dalle passioni. Chi ambisce al corpo di una donna, ad esempio, non riesce a dominarsi, non riesce a controllarsi, è presa quasi di una furia, di un disordine. E per questo questo amore è volgare. È volgare perché l'uomo perde il controllo di sé, in un certo senso. È volgare perché l'uomo non riesce più a contenersi e a camminare verso il bene, ma si fa. davvero trascinare, davvero sconquassare da queste passioni, da queste spinte. Quindi l'amore volgare è da condannare, l'amore celeste invece è superiore. Quarto a intervenire è Aristofane, che finalmente riesce a parlare perché il singhiozzo si è calmato e Aristofane racconta una delle parti più interessanti di questo simposio, che spesso si citano anche, lo trovate anche nelle playlist di Platone, perché l'ho raccontato anche quando... Ho spiegato Platone, perché Aristofane racconta un mito. Per parlare di Eros decide di raccontare un mito che è il mito degli androgini. Cosa sono questi androgini? Aristofane dice che in origine non c'erano solo uomo e donna come li conosciamo noi, ma esisteva anche un terzo genere che era quello degli androgini, corpo di uomo e di donna uniti insieme, fusi in un certo senso, quindi esseri un po' particolari. Questi esseri, come gemelli siamesi, potremmo dire maschio e femmine insieme, però ad un certo punto subirono l'ira di Zeus che decise di dividerli e da quel momento in poi i due corpi sono stati divisi. Il problema era che il mezz'uomo, diciamo la mezza donna, così separati, non riuscivano più a vivere bene, non riuscivano più a darsi da fare, a lavorare, a produrre, perché si sentivano incompleti. E allora Zeus, provando pietà a un certo punto per questi androgeni spezzati, decise di... mandare sulla terra Eros ad attirare gli uni negli altri, creando quindi un'attrazione tra le due metà separate. Pertanto l'amore è mancanza, desiderio di completezza, desiderio di unione della metà mancante. È il tentativo di unificare ciò che è stato separato e quindi di ritrovare una unità perduta. Questo è il mito che viene raccontato da Aristofane, che è il quarto a parlare. Quinto e penultimo a parlare è Agatone, il padrone di casa, che tesse soprattutto un elogio poetico di Eros, non dice granché di filosofico ma esalta la figura di Eros. Sesto e ultimo a parlare è Socrate, Socrate che ovviamente rappresenta anche il pensiero di Platone perché, come ricorderete, nei dialoghi platonici, Socrate personaggio è il tramite attraverso cui Platone espone anche il suo punto di vista. Socrate fa subito Un discorso molto diverso dagli altri. Prima di tutto dice, ah, io non sono ariguato, non so parlare bene, si schernisce un po', fa il modesto, eccetera. Poi parte, e chiaramente usa un po' la sua ironia, come al solito, poi parte e dice... Se ormai avete sbagliato tutti, subito Socrate ci va giù pesante, perché dice, o meglio, non tanto nei concetti, alcuni concetti sono anche validi, ma avete tessuto un elogio di Eros esagerato. Eros, cioè l'amore, sì, è anche buono, fa cose buone, ma non è sempre così buono. Non tutte le cose che fa Eros sono buone, non tutte le cose che fa Eros sono giuste. Quindi attenzione a questa esaltazione poetica e anche retorica di Eros, bisogna dire la verità, dire le cose come stanno, afferma Socrate, quindi dire ciò che di buono c'è e ciò che di cattivo c'è nel discorso sull'amore. Posta questa premessa Socrate dice cosa pensa lui e anzi dice che il suo pensiero in realtà deriva da una sacerdotessa che si chiama Diotima che lui ha conosciuto da giovane, dice che l'aveva. avvicinato alla riflessione su Eros, quindi dice in realtà non è farina nel mio sacco quello che vi dirò, è derivata questa sacerdotessa molto esperta che mi ha informato sull'amore. E cosa dice Socrates? Dice che Eros in realtà è il dio dell'amore, non è come dicevano, come hanno detto altri prima di lui, il dio più bello, il dio più giovane eccetera eccetera eccetera, anzi Eros è brutto, è un dio brutto, perché secondo Socrate C'è un nuovo mito di Eros. Eros è figlio di un dio e di un'umana. E' figlio di Penia e Poros. Penia è una mendicante e Poros è il dio dell'acquisizione e dell'acquisto. Secondo questo mito, Penia avrebbe in un certo senso approfittato di Poros in un momento in cui Poros era ubriaco a una festa tenuta da Afrodite e si sarebbe fatta mettere incinta, avrebbe avuto un figlio che sarebbe stato quindi Eros. Quindi Eros sarebbe non un dio, ma un semidio, perché figlio di un dio o di un umano. E in quanto semidio avrebbe le caratteristiche dei genitori, cioè la mendicanza e l'acquisto, la mancanza e il completamento di questa mancanza, potremmo anche dire. Difatti Eros è brutto. È brutto, ma cerca la bellezza. Gli manca la bellezza, ma la vuole. Capite? Quindi Eros diventa per Socrate... il simbolo perfetto anche della filosofia perché la filosofia cos'è socraticamente? è scoprirsi ignoranti ma desiderare di raggiungere la sapienza, è sentire di mancare di qualcosa e tentare di colmare in un certo senso questa lacuna. Eros è brutto quindi manca della bellezza e cerca di colmare questa bellezza perché è attratto dalla bellezza. Il filosofo si scopre ignorante e sente questa mancanza ed è ciò che lo porta a cercare di colmare la lacuna e quindi diventare sapiente. L'amore è questo, l'amore è sentire la mancanza di qualcosa e tentare di sopperire a questa mancanza, tentare di colmare questa mancanza. Quindi Eros, ripeto, è il simbolo dell'amore, certo un amore diverso da quello visto precedentemente, ma è anche il simbolo della filosofia. Detto questo, poi Socrate conferma in parte quello che era già stato detto, perché certo c'è l'amore, l'amore quindi è tentare di avere qualcosa che non si ha, ma ci sono anche diversi livelli d'amore, perché c'è un amore più basso, più volgare, che si lega ai corpi, e c'è un amore più alto. L'amore più alto, quello per la virtù, è sempre preferibile all'amore più basso, perché noi dobbiamo cercare la bellezza delle anime, non la bellezza dei corpi. e a conferma, e sto per finire questa lunga trama, a conferma di quello che ha detto Socrate, irrompe nella sala in cui stanno banchettando Alcibiere, grande generale ateniese, protagonista anche egli di questa trama, perché arriva dentro alla sala e dopo un po' di trambusto iniziale viene accolto dagli altri commensali e Alcibiere racconta quanto è debitore rispetto a Socrate. Alcibiere si lancia in un elogio di Socrate. Perché dice, guardate, Socrate intanto mi ha salvato in battaglia, mi è stato vicino in battaglia, mi ha aiutato in battaglia, questo pare un episodio vero della vita di Socrate, Alcibiade più giovane di Socrate ovviamente, fu salvato in battaglia da Socrate e poi, tra l'altro, quando gli strateghi dovettero dare in un certo senso dei premi, dovettero elogiare qualcuno in battaglia, Socrate decise, spinse perché Alcibiade riceve degli onori. Nonostante in realtà il Cibiade non meritasse forse questi onori perché ne meritava di più Socrate e quindi Socrate è stato molto molesto, capace di salvare il suo amico e anzi di cedergli il passo addirittura. Quindi sprova di grandezza interiore di Socrate ma ulteriormente il Cibiade racconta questo fatto. Al Cibiade da giovane ammirava... molto Socrate, ne era addirittura innamorato possiamo dire, e decise di provare a concedersi sessualmente a Socrate, essendo questa era, attenzione, una pratica relativamente consueta nel mondo greco, nel senso che il maestro e l'allievo erano, avevano un rapporto di tipo appunto maestro di sciente, cioè intellettuale, ovviamente, quindi il maestro insegnava, l'allievo apprendeva, ma... spesso l'allievo si concedeva anche sessualmente al maestro perché c'era un rapporto che si riteneva dovesse completarsi anche a livello fisico in un certo senso questo accadeva magari non sempre magari non in maniera eccessivamente diffusa ma accadeva e non era ritenuto di per sé scandaloso anche se a volte poteva essere attaccato come una pratica volgare eccetera ma non era ritenuto di per sé scandaloso oggi per noi sarebbe pedofilia ovviamente quando il ragazzino era soprattutto giovane, ma nel mondo greco questo non era ancora ritenuto immorale. Alcibiade racconta che lui soffrì in questo modo a Socrate, lui tentò di sedurre, potremmo dire quasi con un linguaggio più moderno, Socrate. C'è alcuni quadri famosi che mostrano Alcibiade che si intruffola in un certo senso nel letto di Socrate, ma Socrate lo rifiutò. Socrate disse no. a questa proposta di Alcibiade non per spregio verso Alcibiade, cosa che poteva essere ritenuta anche offensiva da un certo punto di vista nella mentalità del tempo, ma perché Socrate non ama la bellezza dei corpi, non si lascia incantare dalla bellezza dei corpi, guarda oltre i corpi, vede le anime e quindi vuole amare le anime, vuole amare le idee, vuole amare le virtù e pertanto non vuole consumare fisicamente un rapporto che deve rimanere prettamente intellettuale. Alcibiere si lancia in questo sperticato elogio di Socrate, Socrate tenta di fare ancora una volta il modesto, ma alla fine Alcibiere insiste e quindi così finisce sostanzialmente, almeno nei dati più importanti, il simposio di Platone. Ma è bello sto dialogo, è bello questo simposio? Sì, è bello, non è facilissimo, devo anche dirvelo, se lo leggete in terza superiore come aspetterebbe in base al programma, può darsi che abbiate qualche piccola difficoltà, perché il linguaggio... Insomma, per quanto sia anche relativamente moderno, è comunque un linguaggio che non è quello dei romanzetti di oggi, neppure dei manuali un po' semplificati di oggi. È un linguaggio a tratti un pochino scuro, in qualche passaggio potreste avere alcune lievi difficoltà. Quindi non è, voglio dire, il libro che si legge così, en passant, quando non ha altro da leggere tra una serie di tv e l'altra, o guardando la tv. Ha bisogno di un po' di attenzione. Come vedete comunque non è particolarmente voluminoso, questa edizione, quella di Adelphi, conta un centinaio di pagine ed essendo strutturato poi a dialogo si legge in poche ore, davvero è agevole. Certo, meglio leggerlo con una veloce guida, oggi con la trama che vi ho appena finito di spiegare vi ho dato una guida, grosso moro ha le cose più importanti da notare, però si capisce, non è così difficile, così astruso alle superiori. So che molto spesso lo si dà da leggere anche all'università, ecco lì si è un po' più maturi, si dovrebbe leggerlo davvero facilmente. È un libro interessante, ancora una volta si parla d'amore, attenzione che non se ne parla come in un romanzo d'amore, si parla di amore in senso filosofico con una mentalità comunque greca, però sulla base di quello che vi ho detto, ripeto, io... lo consiglierei, lo consiglierei a chiunque voglia approfondire la sua idea dell'amore, a chiunque voglia mettersi in discussione, anche il fatto che ci siano diversi personaggi che si misurano sullo stesso tema, vi permette in un certo senso di dialogare con loro e magari anche con voi stessi su quello che pensate. Vi leggo come al solito in questa rubrica la prima pagina, in realtà facciamo un paio di pagine perché è effettivamente... scritto, insomma, vedete, si legge velocemente, per darvi un po' l'idea di come procede la narrazione, di come è scritto dello stile. Questa è la traduzione di Giorgio Colli, ma insomma, ne trovate tante versioni, insomma, questa è una delle più prestigiose. L'inizio, come vi dicevo, vede Apollo Doro che incontra Glaucone, Glaucone gli chiede, ma è vera la storia di questa cena? E Apollo Doro dice, sì, adesso ti racconto. Vi leggo. Apollo d'oro, su ciò che volete sapere credo di non essere impreparato. L'altro ieri infatti, da casa mia al falero, stavo salendo verso la città, quando un conoscente ravvisandomi di dietro o da lontano mi chiamò e assieme rivolgendosi a me con atteggiamento scherzoso disse O falereo, detto Apollo d'oro, non vuoi attendermi? Ed io mi fermai ad aspettarlo. Egli riprese. Sai, Apollo d'Oro, che proprio ora stavo cercandoti? Voglio notizie dettagliate sull'incontro di Agatone, Socrate e Alcibiede e degli altri che furono presenti in quell'occasione al banchetto. Vorrei sapere quali furono i loro discorsi d'amore. Un tale mi ha raccontato la cosa per averlo udita da Fenice, figlio di Filippo, e mi disse che anche tu eri informato. Ma non ha saputo dirmi nulla di preciso. Raccontami dunque tu. Più di ogni altro è giusto che sia tu a riferire i discorsi dell'amico. Ma prima dimmi, continuò, a quell'incontro tu stesso eri presente oppure no? Ed io gli risposi, sembra davvero che non ti abbia raccontato nulla di preciso chi ha raccontato, se tu credi che l'incontro su cui vuoi notizie sia stato recente, cosicché anch'io abbia potuto assistervi. Lo credevo, certo, dice l'altro. Su quale base, disse Oglacone, non sai che da molti anni Agatone non abita più qui? e che non sono passati ancora tre anni da quando vivo assieme a Socrate e mi preoccupo ogni giorno di sapere ciò che egli dice o fa, prima di allora, aggirandomi a caso e credendo di fare qualcosa, ero più sventurato di chi che sia, non diversamente da te adesso che pensi di dover fare qualsiasi cosa piuttosto che vivere da filosofo. Qui, ovviamente, a Polodoro Stradicento, che hanno informato male, l'incontro è venuto parecchi anni fa, io allora ero un ragazzino scemo sta dicendo qualcosa del genere quindi non frequentava ancora Socrate riprende il discorso e quegli cioè Glaucone a dire non prenderti gioco di me e dimmi invece quando avvenne quell'incontro ed io gli risposi eravamo ancora ragazzi fu quando Agatone vinse con la sua prima tragedia all'indomani del giorno in cui egli e i coreuti offrirono il sacrificio per la vittoria Allora, disse, a quanto pare è passato molto tempo davvero. Ma chi ti ha raccontato la cosa? Forse Socrate stesso? No, per Zeus, risposi, ma proprio quello che le ha raccontato a Fenice. Fu un certo Aristodemo, del demo Cidateneo, un piccolo uomo sempre scalzo. Aveva assistito alla riunione, poiché, a quanto mi risulta, era tra i più innamorati di Socrate a quel tempo. Non di meno, ho poi interrogato Socrate stesso su taluni particolari che avevo udito da costui e me li confermò così come egli li aveva raccontati ebbene disse quello e a me non vuoi fare il racconto la strada che conduce la città è proprio adatta per chi cammina a parlare e ad ascoltare qui Glaucone sta convincendo Apollo d'Oro a fare questo benedetto racconto e nel giro di poche righe Apollo d'Oro poi partirà col racconto racconterà cosa accade cosa accadde meglio ancora a casa di Agatone quando c'erano tutti questi importanti uomini di Atene a parlare dell'amore. Perché lo consiglio? Per vari motivi, ma la faccio breve perché è già lungo il video. Lo consiglio perché è uno scritto di Platone abbastanza accessibile, quindi vi permette di iniziare ad addentrarvi nella filosofia di Platone, perché vi permette di vedere anche diversi modi di concepire l'amore tipici del mondo greco, vi permette di relazionarvi con una mentalità che... Non è così simile alla nostra, ma è molto interessante e vi permette in fondo di avvicinarvi anche proprio al pensiero di Platone, perché questa sua visione dell'amore porta verso la visione delle idee, verso tutto il sistema platonico. Ripeto, è un buon modo per provare, per avvicinarsi a Platone e per mettersi anche in discussione con questo stile dialogico che è sempre molto intrigante. Il libro, questa edizione è quella della Delphi, si trova... in varie edizioni dappertutto il libro si trova, ripeto in molte edizioni, non solo in questa edizione delfi, spesso curati dai grandi personaggi, Giorgio Colle che ha curato questa edizione è un grande studioso importante, ma c'è la versione anche di reale ce ne sono tante, vi cito vi metto anche in descrizione se volete dei link se volete acquistarlo, costa sempre sui 10 euro quando comprai questo costava 8 euro ai tempi, ma adesso vedo che lo vendono a 10 euro sempre nella piccola biblioteca ad Elfi comunque pochi euro non costa tanto, d'altronde non è neanche molto corposo vi ripeto, ad Elfi sui 10 euro c'è la versione Feltrinelli sui addirittura la versione in Audi col testo che ne affronta sui 12 euro la versione Bonpiani, quella di Reale 11 euro la versione La Terza 9 euro ce ne sono tante c'è la versione Garzanti, la versione Demetra mamma mia quante versioni un sacco di versioni dell'Oscar Mondadori insomma ce n'è di tutti i colori si trova si trova nelle librerie online nelle librerie fisiche dappertutto quindi vale la pena di provarlo ripeto in descrizione trovate anche il link per acquistarlo se l'avete già letto e se volete dire la vostra ci sono i commenti sotto potete lasciare un commento e dire se vi è piaciuto se non vi è piaciuto quali difficoltà avete incontrato e cosa vi ha appassionato per il momento questo è tutto anche perché il video è venuto molto più lungo di quanto avevo previsto in descrizione trovate gli argomenti capitoletti che sono comparsi qui mentre parlavo con il minuto cliccabile per far ripartire il video dal punto in cui desiderate trovate anche i link agli altri video che ho citato e alle playlist principali per andare ad esplorare meglio il mio canale e vedere altri video che potrebbero esservi utili Ci vediamo presto per nuovi video del book club storico filosofico, ma anche del video club, ma anche della filosofia, della storia, dell'educazione civica, eccetera. Ciao, alla prossima.