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Analisi della poesia di Montale

Se volessimo commentare la poesia Ti libero la fronte dai ghiaccioli di Eugenio Montale, facendo ricorso a tre numeri, potremmo forse scegliere i numeri 3, 2 e 1. Per quale motivo rispettivamente? Partiamo dal 3. All'interno di questa lirica ci sono tre diversi personaggi. Il primo compare subito al verso 1. Ed è l'io lirico che ci sta raccontando una storia. Il secondo è il tu poetico, una donna che non viene mai chiamata per nome, ma che viene descritta benissimo nei primi quattro versi del testo. Il terzo protagonista della poesia, o meglio il terzo personaggio, sono gli altri.

Sono le altre ombre di cui si parla al verso 7. un elemento che ci aiuterà a contestualizzare meglio questa particolare poesia di Montale. Perché poi il numero 2? Perché, come vedete a video, è una poesia molto breve, costruita intorno a due sole strofe, due quartine diversi endecasillabi.

Ed infine, perché il numero 1? Anche qui per un motivo molto semplice, perché in fondo... L'idea di base, l'idea di fondo di questa poesia complessa, forse solo apparentemente complessa, è l'idea di salvezza, o meglio, la ricerca della salvezza da parte di Eugenio Montale.

Vedremo se questa ricerca è destinata al trionfo o al fallimento leggendo il testo della poesia datata 1940 e tratta dalla seconda edizione delle occidentali. occasioni di montale. Ecco a voi il testo. Ti libero la fronte dai ghiaccioli che raccogliesti traversando l'alte nebulose, hai le penne lacerate dai cicloni, ti desti a soprassalti, mezzodì, allunga nel riquadro il nespolo l'ombra nera, sostina in cielo un sole freddoloso. E l'altre ombre che scantonano nel vicolo non sanno che sei qui.

Rileggiamo ora parola per parola questa poesia piuttosto famosa di Eugenio Montale e spesso considerata particolarmente complessa e difficile. Procediamo con ordine. Partiamo dalla prima delle due quartine, tutta dedicata ad una donna, o meglio alla descrizione di una donna che sembra in difficoltà. Rileggiamola. Ti libero la fronte dai ghiaccioli che raccogliesti traversando l'alte nebulose, hai le penne lacerate dai cicloni, ti desti a soprassalti.

Questa donna che pare appena arrivata dall'Io lirico da un lungo e difficoltoso viaggio è evidentemente in difficoltà e ciò ci viene spiegato da tre... momenti descrittivi da tre caratteristiche negative. Vediamole.

Innanzitutto l'io lirico si dice intenzionato a liberare la fronte di questa donna da che cosa? Dal ghiaccio. Dai ghiaccioli, dice il testo, che lei ha raccolto durante un lungo volo che è appena concluso, attraversando le alte nebulose. Sembra quasi che si stia parlando di un viaggio in...

interstellare tra le galassie. Questa donna, questa donna angelo avrebbero detto gli stilnovisti, ha viaggiato dall'alto verso il basso e dai cieli, dalle alte nebulose, è venuta a portare conforto ad Eugenio Montale che sta scrivendo la poesia. Questo viaggio però l'ha affaticata moltissimo, nel freddo dello spazio interstellare si è come ricoperta di ghiaccio.

Ed è il poeta ora a liberarle la fronte dei ghiaccioli. Un secondo elemento descrittivo negativo di questa donna angelo si dice al verso 3. Hai le penne lacerate dai cicloni. Porta su se stessa i segni, quasi le stigmate, della fatica del viaggio. Le sue ali, il poeta dice le penne, sono state ferite come da un uragano, lacerate.

squarciate, ferite dai cicloni. E poi un terzo ed ultimo elemento negativo che rende questa donna come dire fragile, debole. Ora dopo questo lungo viaggio sta cercando di riposare un po'ma non riesce a riposare con serenità.

ti desti a soprassalti, verso 4, cerca di dormire ma di tanto in tanto si desta, si sveglia improvvisamente come per la sofferenza. Dunque quella che a prima vista sembra una donna angelo, un visiting angel avrebbe detto il poeta in un altro testo, una donna divina destinata a portare la salvezza al poeta, stesse in difficoltà. Quello che stiamo leggendo non è un fatto realmente accaduto, è una visione del visionario Eugenio Montale che sogna di poter rivedere, dopo un paio d'anni, la donna che ormai lo ha lasciato tempo prima.

Qui si allude a Irma Brandeis, che il poeta poi nella raccolta successiva, La bufera e altro, chiamerà spesso con il nome letterario di Clizia. Passiamo ora alla seconda parte della poesia, alla seconda quartina, in cui apparentemente si parla di tutt'altro. La rileggiamo da riga 5 a riga 8. Mezzodi. Allunga nel riquadro il nespolo l'ombra nera, sostiene in cielo un sole freddoloso, e l'altre ombre che scantonano nel vicolo non sanno che sei qui. Qui a mio avviso torna il numero 3. di cui abbiamo parlato già prima.

Nella prima strofa, nella prima quartina, tre caratteristiche di descrizione negativa della donna. Ora di nuovo tre elementi a mio avviso molto negativi, cerchiamoli nel testo. Siamo nella parte centrale della giornata, mezzodì, siamo a mezzogiorno, che cosa accade?

Che il nespolo allunga nel riquadro, cioè nella cornice della finestra, la sua... ombra nera. Ecco qui un primo elemento negativo, l'ombra è scurissima, è nera, di questo albero che proietta la sua ombra all'interno della casa nella quale si trovano il poeta e la donna amata. Poi subito dopo un secondo elemento negativo, alle righe 6 e 7, si ostina in cielo un sole freddoloso.

Il sole nel cielo è freddoloso, qui notate lo simoro sole, termine positivo, e freddoloso, aggettivo evidentemente negativo. Sembra quasi che neanche il sole riesca a portare un po'di luce, un po'di calore in questa casa, al contrario è ostinata la sua presenza nel cielo, ma sembra quasi inutile. Evidentemente siamo nel pieno dell'inverno e il freddo dei ghiaccioli di prima si ripercuote anche all'interno di questo sole freddoloso, di questa immagine così potente.

Poi un terzo ed ultimo elemento negativo nelle righe 7 e 8 che dicono e l'altre ombre che scantonano nel vicolo non sanno che sei qui. Qui il verbo scantonare. Sembra quasi che le persone che stanno passando in questo vicolo, lui le chiama le altre ombre, non riesce neanche a vederle in viso, queste ombre, dicevo, sembrano scantonare.

camminare in maniera svogliata senza volersi far riconoscere, vedere dal poeta. Si trovano nel vicolo, scantonano e non sanno che sei qui. Non si rendono conto della presenza di questa donna potenzialmente salvifica, che potrebbe dare loro forse un po'di serenità, se non addirittura di salvezza per ognuno.

Come vedete dunque anche la seconda parte della poesia è dominata da toni scuri, negativi. l'ombra nera, il sole freddoloso, le ombre che scantonano e che non conoscono la verità, che non sanno che sei qui. Se volessimo passare dal livello banalmente denotativo delle ultime quattro righe della poesia ad un livello più elevato connotativo, verrebbe una tentazione, guardando la data di composizione e di pubblicazione del testo, cioè l'anno 1940. Pensare che forse quest'ombra nera di cui si parla a riga 6 non sia semplicemente l'ombra di un albero, del nespolo di riga 5, ma sia l'ombra nera del fascismo, dei totalitarismi che si stanno allungando nel cuore dell'Europa. Che sia in fondo l'ombra nera della guerra, della seconda guerra mondiale, scoppiata l'anno prima, nel 1939. e che dal 1940 vede ahimè protagonista anche l'Italia. E dunque il sole diventa freddoloso, non c'è più luce nell'Europa e nell'Italia del 1940, c'è una sensazione di freddo, di morte, portata dalla guerra e dalle dittature.

E le persone dunque, i cittadini, regasette, non sono più persone o cittadini, sono altre ombre. Le persone sono il fantasma di se stessi, non vogliono essere riconosciute, hanno paura, si nascondono, si vergognano, scantonano, dice il poeta Rigasette, e non hanno più nessuna speranza di salvezza, non sanno che sei qui. E dunque forse è possibile leggere questo testo, questa famosa lirica di Eugenio Montali, a due diversi livelli, puntando l'attenzione da un lato sull'io lirico, ma dall'altro lato, a mio avviso, anche su queste altre ombre che alludono alla storia contemporanea di quegli anni, di quel difficile 1940 nel cuore della Seconda Guerra Mondiale. Un capolavoro, a mio avviso, questa poesia.

apparentemente difficile e complessa, in realtà forse più semplice e più lineare del previsto.