La Madonna in trono col bambino e i quattro angeli, o Maestà, è una delle opere più note di Masaccio, che la realizza nel 1426 per un ambizioso progetto, il Politico di Pisa per la Chiesa del Carmine. Questa tavola, di cui si conservano numerosi documenti del committente, doveva essere il pannello centrale. Realizzata a contempera su tavola, la Maestà è anche nota con il nome di Maternità per via del suo soggetto, la Vergine Maria con Gesù Bambino sulle ginocchia. Insieme a loro quattro angeli, di cui due suonatori di liuto.
Alcuni elementi sono ancora tipicamente gotici, come il fondo oro, l'arco a sesto acuto e una persistenza di gerarchia proporzionale. La Madonna e Gesù sono infatti più grandi degli angeli intorno. Ma a colpire di più l'osservatore sono i tratti moderni. Masaccio rende le sue figure in modo sì monumentale, ma realistico.
Entra qui in gioco la prospettiva, che rende i corpi e il trono tridimensionali. Il nimbo di Maria è un retaggio del passato, l'aureola in scorcio di Gesù è un tocco di innovazione. Inoltre il chiaroscuro modella in modo naturale le pieghe della veste della Vergine e dona vigore plastico ai corpi. Come accadrà nella cappella a Brancacci, anche nella maestà Masaccio mette le ombre alle sue figure, sia le ombre proprie sia quelle portate. Nonostante la carica rivoluzionaria del dipinto, permane nell'amore del pittore per l'antico, che vediamo nel trono in pietra con questo tipo di colonnine.
A livello espressivo convivono gesti umani e spontanei, come il gesto del bambino di portarsi la manina alla bocca, e gesti simbolici codificati dalla tradizione. Ne è un esempio lo stesso bambino, intento a mangiare dell'uva, un frutto che è simbolo dell'Eucarestia, ma anche segnale della passione di Cristo. Vi siete accorti dello strano formato di questa tavola?
È stretta e allungata, segno che forse sono stati apportati dei tagli al pannello originale. Chissà per quale ragione.