Sentite? Buongiorno a tutti e a tutti, benvenuti e benvenuti alla ottava. All'ottavo incontro di Città Studio, che è appunto un ciclo di lezioni che il municipio Roma 8 insieme all'Università degli Studi Roma 3 ha immaginato al di fuori delle mura dell'Ateneo. Come sapete è il trentennale, avete appena visto il video, e abbiamo immaginato che il modo migliore per festeggiarlo fosse proprio quello di condividere cultura e conoscenza e abbiamo deciso di farlo in un luogo non convenzionale.
che è appunto un mercato. Perché farlo in un mercato? Proprio per il motivo che immaginate, perché altrimenti se uno l'università la deve andare a cercare è più complicato che la incontri, proprio perché appunto si deve iscrivere, deve eseguire dei corsi, eccetera.
Invece vogliamo fare il contrario, il percorso contrario. Vogliamo che l'università esca nel territorio, si faccia conoscere e offra il meglio di sé, cioè la possibilità di accedere a delle informazioni. di alfabetizzare su alcuni argomenti che di solito sono o complicati o poco conosciuti o poco accessibili. Quindi il tema vero e proprio è quello dell'accessibilità, della possibilità di offrire alle cittadine e ai cittadini delle occasioni di crescita, una crescita che è individuale ma che è anche collettiva, come potete vedere.
Quindi io ci tenevo a fare un saluto da parte del municipio e a ringraziare la professoressa... per la lezione che ci offrirà oggi. Il tema della parità di genere per noi è molto molto importante. Stiamo lavorando come municipio alla costruzione di una rete che affronti il tema della violenza di genere nel nostro territorio e che soprattutto si batta per far fronte a livello culturale all'affermarsi di stereotipi e di violenze che viaggiano a vari livelli. Sì, incluso anche...
quello del linguaggio e quello della comunicazione diffusa. Quindi la lezione di oggi è particolarmente importante e la ringrazio per questa occasione. Ringrazio tutti e tutti voi, vi ricordo che per chi non è già iscritto è attiva una newsletter culturale di tutti gli eventi che avvengono nel territorio che va da Piramide a Ottavo Colle, quindi un territorio abbastanza esteso, parte ogni settimana e vi informa.
delle attività culturali che si svolgono all'interno del municipio. Basta scrivere una mail alla mail di assessorato, che è abbastanza semplice, anche se è un po'lunga, è assessoratocultura.mun08, che è il municipio, chiocciolacomune.roma.it. Se volete essere inseriti basta mandare una mail e vi inseriremo. Grazie, lascio la parola a professoressa Frontoni e buon ascolto a tutti e a tutti.
Do il benvenuto alle persone che hanno... hanno deciso questa mattina di venire a passare un po'di tempo al mercato, non solo per fare la spesa, ma per venire ad ascoltare una lezione. Una lezione rivolta alla cittadinanza e quindi una lezione che cercherò di tenere utilizzando un linguaggio che sia il più possibile accessibile a tutti.
Io sono una professoressa di giurisprudenza, ma chiaramente mi sto agganciando. sto rivolgendo a persone che hanno provenienze diverse e quindi cercherò di essere il più possibile chiara e di parlare un linguaggio che sia il più possibile accessibile a tutti. Vi dico subito che non amo molto le lezioni frontali in cui il professore parla e gli altri stanno ad ascoltare come dei contenitori, ma amo le lezioni nelle quali ci possono essere degli interventi o ci sono degli interventi, per i quali naturalmente lascerò un po'di spazio alla fine, ma se c'è qualcuno che...
che non ha chiaro qualcosa o che vuole che io ripeta qualcosa, lo può fare. ...diciamo nel corso della lezione. Ecco, il tema l'ho scelto io, quindi l'ho proposto io al mio dipartimento che è molto attivo su questo fronte e quindi... Quindi ho subito trovato da parte del mio direttore la disponibilità per un tema di questo tipo, un tema proposto dal Dipartimento di Giurisprudenza per festeggiare i 30 anni del nostro Ateneo. contenta oggi di parlare con voi di questo tema.
Sono contenta anche perché quest'anno sono 75 anni dall'entrata in vigore della Costituzione italiana. Quindi il 2023, Costituzione italiana entrata in vigore il 1 gennaio del 1948, si tratta di un festeggiamento per noi, quindi un festeggiamento dei 75 anni dall'entrata in vigore della Costituzione. Tuttavia il tema della parità di genere è un tema che è molto importante. Il tema che ho scelto di trattare è un tema che continua ad essere di estrema attualità. In fondo fanno ancora davvero molta notizia le donne che diventano presidente del Consiglio, le donne che diventano presidenti della Corte di Cassazione, le donne che diventano presidenti del principale partito di opposizione.
Sono ancora qualcosa che ci stupisce, fa parlare, ci sorprende. ci meraviglia ancora, perché appunto la parità di genere è qualcosa che ancora è molto lontano dall'essere raggiunto, ed ecco perché c'è questo nostro suppore, questa nostra meraviglia. Io sono una giurista e quindi per affrontare questo tema, sono una giurista in segno di diritto costituzionale, quindi per affrontare questo tema chiaramente ho utilizzato la Costituzione italiana, utilizzerò con voi la Costituzione italiana.
e gli articoli della Costituzione italiana che si occupano di parità di genere, perché la Costituzione italiana è un testo molto moderno sotto questo profilo, perché contiene ben sette articoli che esplicitamente si rivolgono a questo tema. E quindi è un testo molto importante al quale possiamo rivolgerci per avere delle indicazioni su un tema che è evidentemente molto complesso. La sua stessa genesi in realtà parla già di donne e di uomini. Ecco, la Costituzione italiana è il frutto di un organo, l'Assemblea Costituente, che è stato eletto per la prima volta con la partecipazione di donne e uomini che parteciparono alle elezioni.
elezioni nazionali. Per la prima volta nel 1946, pensate quanto è recente, le donne hanno potuto partecipare al referendum istituzionale del 2 giugno del 1946 e quindi hanno potuto scegliere tra la Repubblica e la Monarchia e poi hanno potuto partecipare alle elezioni nazionali per eleggere quest'organo, l'Assemblea Costituente, che ha avuto il compito, aveva il compito di scrivere la nostra Costituzione. Quindi il testo costituzionale è un testo che parla di genere, è un testo che parla di donne e uomini anche perché è stato scritto da donne e uomini. Per la prima volta, e questo è veramente molto importante, le donne hanno potuto votare ma anche essere votate. E sono state 21 donne su 556 costituenti le donne che hanno partecipato ai lavori dell'Assemblea Costituente.
numero molto esiguo, in realtà fu un grande successo, un grande successo perché per la prima volta le donne hanno potuto dire la loro, partecipare alla scrittura di un testo che doveva rappresentare la nascita di una nuova vita per la popolazione, quindi il testo che contiene i principi sui quali si fonda la nostra convivenza, il nostro stare insieme. E quindi questo manipolo di donne era un manipolo di donne che non era un manipolo di donne donne, potremmo dire, ha guerrito, che ha partecipato al lavoro dell'Assemblea Costituente dicendo la sua, non semplicemente sugli articoli che vedremo parlano di donne, ma su tutti gli articoli della Costituzione, portando la loro esperienza. Erano donne che in parte avevano dimostrato sul campo il loro valore, che avevano partecipato alla resistenza, che avevano sostituito gli uomini che erano impegnati al fronte e quindi avevano dato prova delle loro capacità.
Perché il diritto di votare, di essere elette, le donne se lo sono... dovute conquistare sul tempo, vedete, del 46, una conquista recente potremmo dire. E allora, vediamo quali sono questi articoli che in Assemblea Costituente furono elaborati.
dalle donne e dagli uomini dell'assemblea costituente e parlano nel nostro testo costituzionale appunto di donne e uomini. Questo è uno dei costituenti che parla. consapevoli che il voto alle donne eravamo consapevoli che il voto alle donne costituiva una tappa fondamentale della grande rivoluzione italiana del dopoguerra avevamo finalmente potuto votare e fare leggere le donne e non saremmo state più considerate solo casalinghe o lavoratrici senza voce ma fautrici a pieno titolo della nuova politica italiana, questa era la consapevolezza è molto bello il racconto degli storici del voto delle donne grazie Perché per la prima volta, è particolare, i seggi erano pieni anche di bambini. Ci si chiedeva perché. Perché per la prima volta questi bambini non c'era nessuno che li teneva, perché le donne erano andate a votare.
Le donne che erano vestite, come anche gli uomini, diciamo, in modo elegante, perché ritenevano che quello fosse un momento solenne, questo della partecipazione elettorale. Ecco, quali sono gli articoli che sono stati scritti che parlano di parità di genere? Allora, l'articolo 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
L'articolo 3 prende proprio in considerazione come prima differenza la differenza di sesso e ci dice che questa differenza non deve essere una differenza rilevante. Non deve essere una differenza fuoriera portatrice di discriminazioni, non si può discriminare sulla base del sesso come di altre differenze. Però è emblematico e significativo che la prima differenza presa in considerazione sia la differenza di sesso.
Che tipo di idea c'è però sotto quest'articolo 3? In realtà c'è un'idea un po'particolare, è portatrice di una... diciamo di un'idea emancipazionista, che vede la donna uguale all'uomo in una prospettiva neutralizzante.
Non vede le differenze, non legge le differenze, non ci sono le differenze. Qui la donna fa un passo avanti, deve essere considerata uguale all'uomo senza discriminazione, non deve essere discriminata, però il termine di paragone è questo universale maschile. Quindi è un articolo.
E'un articolo molto importante perché è un articolo che stigmatizza espressamente la discriminazione, però è un articolo che ancora vede come termine di paragone l'uomo e il fatto che non ci debbano essere differenze rispetto a questo termine di paragone che è l'uomo. L'articolo 3,2 che ci parla dell'eguaglianza in senso sostanziale, il primo comma è l'eguaglianza in senso formale. in senso sostanziale ci dice invece qualcosa di più e ci apre uno scenario che è un mondo, è il vero fulcro della Costituzione e ci dice è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Ecco questo è un grande articolo. promette una trasformazione sociale. È un articolo che vede che i diritti devono essere riconosciuti, è importante che siano riconosciuti ma devono anche essere resi effettivi e quindi è importante e attribuisce alla Repubblica il compito di rimuovere quegli ostacoli che sono ostacoli di fatto che impediscono l'eguaglianza. Quindi questo secondo coma dell'articolo 2 che afferma il principio di eguaglianza in senso sostanziale è molto importante. riempie di sé anche il primo comma dell'articolo 3, che parla dell'eguaglianza in senso formale.
È un articolo molto importante appunto perché si occupa del pieno sviluppo della persona umana ed è consapevole degli svantaggi, quegli svantaggi materiali, economici e sociali, che rendono i diritti assegnati, i diritti riconosciuti, scusatemi, dei diritti di carta non effettivi. Grazie. L'articolo 29 ci parla di nuovo di donne e uomini e li mette di nuovo sullo stesso piano.
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare. Allora, questa è una rivoluzione di nuovo per la famiglia, una famiglia che vedeva nel padre... il centro diciamo di tutti il fulcro diciamo della famiglia e invece l'articolo 29 ci dice che donne e uomini sono pari all'interno della famiglia con una parità che è non solo giuridica ma anche morale e questa parità di nuovo era stata conquistata sul campo dalle donne che non volevano più tornare indietro Tuttavia l'articolo 29 che si occupa in particolare del matrimonio dice qualcosa che poi sarà un elemento sul quale si giocherà per non rendere poi effettiva e piena questa parità. tra donne e uomini all'interno del matrimonio.
Ci dice che il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare. Ecco, quest'unità familiare e questo rinvio alla legge sarà utile per la rinviata della legge. utilizzato per tante limitazioni nei confronti delle donne che poi vedremo.
Andiamo avanti perché adesso ci tenevo a farvi vedere gli articoli e poi a occuparmi di alcuni temi in particolare. Quindi abbiamo detto articolo 3, articolo 29, articolo 31, qui non si parla esplicitamente di donne ma si parla di maternità, dunque si parla anche di donne. La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia, l'adempimento dei compiti relativi, compartire e curare riguardo alle famiglie numerose.
protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo. La maternità è un'esperienza fondamentale nella vita di tante donne, non di tutte, ma di tante donne. Ma vediamo l'articolo 37, che è l'articolo che si rivolge e garantisce i diritti esclusivamente alle donne. Questa volta questo articolo parla solo di donne.
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e a parità di lavoro le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire, attenzione, l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione. Allora, qui c'è un articolo molto importante che parla di diritti riservati esclusivamente alle donne, o meglio, che parla proprio delle donne, perché ci dice che le donne non possono a parità di lavoro, non a parità di rendimento, a parità di lavoro, essere retribuite meno degli uomini. E quindi è un elemento estremamente importante, di nuovo, a tutela delle donne. E però ci dice, e qui c'è una prospettiva di genere che è inserita nell'articolo 37, che le condizioni di lavoro devono consentire la delirio.
della sua essenziale funzione familiare. I costituenti in questo caso vedono la donna nella sua essenziale funzione familiare. nella genesi, scusatemi, durante la genesi di quest'articolo si è discusso a lungo, perché le costituenti non volevano che si inserisse la parola essenziale funzione familiare. Perché questa, come vi dicevo, è proprio espressiva questa norma, questa disposizione di una prospettiva di genere. Vede la donna solo perché donna.
Nella prospettiva della famiglia, ora ci sono tante donne che decidono di sposarsi ma di non avere figli, ci sono tantissime possibilità. questa previsione dell'articolo 37 seppure molto moderna sotto certi profili perché appunto ci parla della parità di retribuzione della donna lavoratrice e ci dice anche e questo è importante ha dei figli, deve essere tutelata, non si può dimenticare questo, però è portatrice di uno stereotipo, uno stereotipo di genere. Voi sapete sicuramente, ma è bene qui ricordarlo, che c'è una differenza tra il sesso e il genere. Il sesso si riferisce ai caratteri anatomici di una persona, siamo maschi o femmine, ma invece il genere è il frutto di una costruzione culturale. Siamo maschi e femmine e quindi in quanto siamo maschi e femmine dobbiamo fare certe cose e non altre.
Ecco perché noi ancora ci stupiamo che una donna possa aspirare a diventare Presidente del Consiglio o Presidente del principale partito. o presidente del principale partito di opposizione, segretario del principale partito di opposizione. Perché nel nostro immaginario la donna dovrebbe aspirare o tendenzialmente... ad altro.
Quindi questo articolo 37 è molto moderno ed è importante, è una conquista molto importante e tuttavia contiene in sé il germe combattuto dalle stesse costituenti di una visione di genere e quindi di uno stereotipo di genere, l'essenziale funzione familiare che addirittura è stesa alla famiglia nel suo complesso, quindi alla cura di tutti, non solo dei figli che magari ha deciso di partorire. Ma andiamo avanti perché ne abbiamo un altro articolo molto interessante che è il frutto di nuovo della storia, poi torniamo su questi temi. Articolo 48. Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne che hanno raggiunto la maggiore età. Ecco, questo articolo è molto strano perché voi, come tutti sapete, in italiano utilizzate il maschile come un maschile inclusivo.
Quindi si può dire gli studenti e gli studenti compresi. comprende gli studenti e le studentesse, giusto? I cittadini normalmente dovrebbero nella nostra lingua comprendere gli uomini e le donne. Invece nell'articolo 48 la Costituzione, riconoscendo il diritto di elettorato attivo, il diritto di votare, parla espressamente di uomini e donne.
E perché lo fa? Utilizza la Costituzione questo che può essere considerato un pleonasmo, qualcosa di inutile nella nostra lingua, perché non si voleva più tornare indietro. Anche nello Statuto Albertino. In un cartino c'era scritto che il voto era riconosciuto ai regnicoli, ma quei regnicoli erano stati considerati solo come gli uomini e non anche come le donne.
E quindi, proprio per evitare di tornare indietro, la Costituzione specifica cittadini, uomini e donne. Ancora avanti e vediamo l'articolo 51 che si occupa del cosiddetto diritto di elettorato passivo. Tutti i cittadini dell'uno e dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza secondo i requisiti stabiliti dalla legge. Allora l'articolo nel 48 prevedeva questa formulazione e ci diceva che l'elettorato passivo, il diritto di essere eletti, era riconosciuto a tutti.
tutti, ancora un'altra volta dell'uno e dell'altro sesso, anche qui c'è la specificazione che è molto importante, e che non solo il diritto ad accedere agli uffici pubblici ma anche alle cariche elettive era riconosciuto a tutti. Quello che ho scritto in nero è che a tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini e il frutto di un intervento successivo sul testo costituzionale intervenuto con la legge. Costituzionale numero 1 del 2003 che si è resa necessaria perché come vedremo questa parità per quanto riguarda le cariche elettive e gli uffici pubblici direi che ancora non è stata raggiunta, non era raggiunta nel 2003 ma non è raggiunta nemmeno adesso.
Finiamo con l'articolo 117 della Costituzione che attribuisce esplicitamente alle regioni nel suo comma 7, il compito di rimuovere quegli ostacoli che impediscono la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive. Anche questo l'ho sottolineato in nero, non perché fosse più importante, ma perché è il frutto di una modifica costituzionale intervenuta nel 2001 con la legge costituzionale numero 3 del 2001. Ma tutti gli altri articoli che parlavano di donne erano articoli già presenti nel testo entrato in vigore nel 1948. Tanti articoli che parlano di donne, vi ho detto sette articoli addirittura che parlano di donne, tanti articoli che parlano di parità di genere, articoli che possono essere interpretati in modo diverso e che offrono una lettura diversa della parità di genere. genere, possono anche essere presi in considerazione per una stigmatizzazione, perché a volte stigmatizzano alcuni comportamenti o comunque contengono degli stereotipi. di genere.
E che cosa è successo? Siamo a 75 anni dall'entrata in vigore della Costituzione, vediamo questi articoli così importanti come sono stati resi effettivi. Cioè cosa è successo nella nostra vita? E io mi sono concentrata, si potrebbe parlare di tantissime cose.
si potrebbe parlare di maternità, di autodeterminazione della donna nella riproduzione. Ci sono tanti ambiti nei quali si potrebbe parlare. Io mi sono concentrata su tre aspetti. La famiglia. le cariche elettive e il rapporto di lavoro.
Il tempo non è tanto, non voglio annoiare le persone che hanno avuto la bontà di venirmi ad ascoltare, proverò a darvi dei flash, magari poi lasciando spazio se volete, se vi interessa, a un dibattito. La famiglia. L'articolo di riferimento, come vi avevo detto, era l'articolo 29 che prevedeva l'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi e che però attribuì... Buiva rinviava alla legge la disciplina per garantire l'unità familiare.
Ebbene, dal 1948 fino al 1975 si è pensato di rimanere con un codice come il codice del 1942, che era un codice che non era ordinato sulla parità morale e giuridica dei coniugi. Quindi il legislatore non ha pensato di dare attuazione sotto questo profilo alla Costituzione. Fino al 1968 era considerato reato solo l'adulterio della moglie e non quello del marito, di nuovo un trattamento molto diverso.
E poi, anche dopo che è stata approvata l'importantissima legge di riforma del 1975, la riforma del diritto di famiglia, sono rimaste delle grosse differenze tra i genitori e quindi tra i coniugi. nelle coppie, che decidessero di avere dei figli. Mi riferisco a una questione estremamente rilevante, estremamente importante, che tuttora attuale, vale a dire, mi riferisco alla cosiddetta questione del cognome, cognome dei figli. Ebbene, in una prospettiva di parità, alla luce dell'articolo 3, senza distinzioni di sesso, e nell'articolo 29, che ribadisce questa eguaglianza, morale giuridica dei coniugi nella famiglia, noi fino all'anno scorso abbiamo avuto una regola che prevedeva, una regola che peraltro non è scritta espressamente nel nostro codice per quanto riguarda il matrimonio, ma è presupposta, tanto è connaturata nella nostra società, secondo la quale al figlio alla nascita viene attribuito automaticamente il cognome del padre. Quindi donne e uomini.
uomini sono uguali, marito e moglie sono uguali anche nel matrimonio, tuttavia il figlio prende il cognome del padre. Quindi una donna ha portato avanti una gravidanza per nove mesi, ha visto trasformare il suo corpo, ha visto trasformare le sue abitudini e poi con un atto che è anche molto simbolico, il figlio viene attratto immediatamente alla nascita nella sfera del padre. Mi direte, questo era un elemento importantissimo perché era un modo per sancire legame che non erano legati.
legame chiaramente reso immediato dalla nascita del figlio tra il padre e il figlio e quindi dal punto di vista simbolico e anche dal punto di vista della certezza del diritto aveva un grande rilievo questa attribuzione del cognome del padre al figlio. Tuttavia questa attribuzione elimina, cancella completamente il nome della donna. Ebbene questa evidente, palese, discreta.
discriminazione, non è stata corretta dal legislatore né del 1975 né successivamente con una riforma molto importante del 2012 nella quale sono stati parificati i figli nati all'interno e fuori dal matrimonio e nemmeno ad oggi ancora non c'è una legge che preveda che si occupi del cognome dei figli. Tuttavia, come vi dicevo, dallo scorso anno, dal 2022, grazie a una importantissima sentenza... La sentenza della Corte Costituzionale, la sentenza 131 del 2022, è cambiata la regola sull'attribuzione del cognome dei figli.
Adesso i bambini che nasceranno nel futuro avranno automaticamente attribuito il cognome del padre e della madre. nel quale loro sceglieranno di attribuire questo cognome a meno che non decidano di scegliere, di optare per il cognome di uno dei due in modo però di comune accordo quindi si potrebbe scegliere il cognome solo della madre o solo del padre ma questa sarebbe la scelta, diciamo sarebbe il frutto di un accordo non il frutto di una imposizione legislativa ecco È la Corte Costituzionale che nell'assenza, nel silenzio del legislatore su questo tema, su questa questione che in fondo cancella, come vi ho detto, il cognome della madre, è dovuta intervenire per creare una nuova regola. limiti che questo intervento della Corte Costituzionale porta con sé, tutte le problematiche che questo intervento della Corte Costituzionale porta con sé, però è la Corte Costituzionale che a un certo punto dopo aver per molto tempo invitato il legislatore con delle decisioni monito a provvedere in tal senso, ha deciso di entrare, direi a gamba tesa, in un ambito che appartiene alla discrezionalità del legislatore, alle scelte proprie del legislatore, perché questa discriminazione non era più tollerabile. Una discriminazione, attenzione!
che porta con sé una lesione non solo della parità tra uomini e donne ma anche dell'identità personale del figlio che per costruire la sua identità si dovrebbe veder rappresentato attraverso entrambi i rami familiari, dovrebbe aver riconosciuto il legame anche simbolicamente con entrambi i rami familiari. Eppure e tuttavia il legislatore è rimasto in silenzio e dalla Corte Costituzionale come vi dicevo che con questa importantissima decisione è dovuta intervenire nella... per provvedere a un'omissione del legislatore. Gli uffici pubblici.
L'articolo 51 ci diceva che donne e uomini hanno parità di accesso ed è garantita a donne e uomini la parità di accesso agli uffici pubblici. Ecco, fino al 1960 le donne non potevano accedere in parità, in modo uguale, pari, agli uffici pubblici. uffici pubblici. È di nuovo con una sentenza, la sentenza 33 del 1960, che la Corte Costituzionale ha dichiarato in Costituzionale una legge del 1919, quindi una legge che era precedente all'entrata in vigore della Costituzione, che il legislatore non aveva eliminato e che manteneva un divieto di accesso agli uffici pubblici, in particolare in questo caso si trattava del concorso in prefettura, che non poteva essere accessibile alle donne. Dopo questa sentenza del 1960, la Costituzione del 1948 conteneva questo principio di parità, tuttavia fino al 1960 il legislatore non era intervenuto.
Dopo questa importante decisione nel 1963 viene approvata la legge 66 del 1963 che prevede che la donna può accedere a tutte le cariche, professioni e impieghi pubblici, compresa la magistratura, nei vari ruoli, carriere e categorie, senza limitazione di mansioni e di svolgimento della carriera, salvi requisiti stabiliti dalla legge. In assemblea costituente, quando fu approvato l'articolo 51, ci fu un grandissimo dibattito perché al posto di requisiti stabiliti dalla legge alcuni costituenti volevano introdurre il termine sulla base delle loro attitudini, ritenendo che le donne non avevano l'attitudine a giudicare, perché le donne sono emotive, le donne sono irascibili, le donne hanno dei periodi della loro vita che fanno loro avere degli sbalzi di umore, terribili sbalzi di umore. E quindi le donne erano considerate inadatte al compito di giudicare. E questo peso...
Le Costituenti poi riuscirono a far scrivere secondo i requisiti stabiliti dalla legge, non le attitudini. E tuttavia quella norma costituzionale è rimasta inattuata per così tanto tempo. Quindi uffici pubblici e cariche elettive.
Allora se l'articolo 48 che garantisce il diritto di elettorato attivo, il diritto di voto a tutti e a tutte è diventato subito un articolo effettivo, non ha avuto problemi, molto più difficile è stata la vita dell'articolo 51 e in particolare che garantiva come vi ho detto il diritto di elettorato passivo, il diritto di essere eletti. Rispetto a questo diritto di essere eletti ci sono stati molti ostacoli per le donne. Le donne continuano ad essere un numero molto esiguo. Nella diciannovesima legislatura le donne rappresentano il 33% degli eletti e quindi sono 129 su 406 alla Camera e al Senato sono 71 su 206. Quindi sono ancora molto poche, anzi questa legislatura che vede Giorgia Meloni Presidente del Consiglio è anche paradossalmente la legislatura in cui c'è stata un'inversione rispetto alla dodicesima legislatura. Dalla dodicesima legislatura in poi, attraverso una serie di misure...
Le donne avevano cominciato ad essere sempre di più nelle aule parlamentari, invece in questa legislatura abbiamo un sensibile decremento delle donne presenti in Parlamento insieme stranamente. al numero alla riduzione del numero dei parlamentari meno parlamentari meno seggio a disposizione meno donne candidate in corsa o meno donne che riescono a farcela ecco il problema della presenza delle donne in politica non è un problema delle donne ma è un problema della democrazia perché le donne costituiscono la metà della popolazione e quindi vuol dire che una parte consistente della popolazione non ha voce non porta con la loro diversità, come gli uomini, con la loro diversità, un contributo. Le donne in politica non sono rappresentanti delle donne, non abbiamo un'idea di rappresentanza di genere perché le donne devono portare le istanze delle donne, perché le donne hanno idee diverse, come appunto plasticamente dimostrano Elish Line e Giorgia Meloni che la pensano diversamente e semplificano due tipi di donne completamente diverse.
E però la loro voce, la mancanza della loro voce è una mancanza, una lesione per... l'arricchimento della società nel suo complesso, per tutti. Io sono sicura che alla fine della lezione, se abbiamo spazio, tempo, come sicuramente avremo, per parlare un po', per confrontarci, ognuno di voi avrà un'idea diversa, donne e uomini che siano.
Proprio perché una platea, più si allarga la platea, più le idee sono differenti. viene riconosciuto il diritto di parlare, di poter esprimere il pensiero a più persone, più il pensiero in generale si arricchisce, di posizioni diverse, il confronto, il dialogo si arricchisce. Ecco, la mancanza di donne in politica è un vulnus, come vi dicevo, non per le donne, è una limitazione non per le donne, ma per la democrazia intesa appunto come un luogo di confronto nel suo complesso. Ecco.
Cosa si è fatto per garantire più donne in politica, per far entrare più donne in politica? Allora, le femministe degli anni 70 erano proprio contro l'ingresso delle donne in politica. Dicevano che la società è strutturata e pensata al maschile, quindi noi la rifiutiamo, rifiutiamo questo tipo di società patriarcale e ci tiriamo fuori dalla politica.
La politica non fa per noi, siamo molto attive nella società, ma non nelle istituzioni. Non vogliamo... dobbiamo essere attive delle istituzioni perché le istituzioni sono declinate al maschile.
Negli anni 90 si è cominciato a cambiare questa prospettiva e si è cominciato a pensare che invece era necessario, proprio per quello che vi ho detto io, che le donne devono dare il loro contributo allo sviluppo economico e sociale del paese, allo sviluppo democratico del paese, si è cominciato a pensare che fosse necessario introdurre delle misure volte all'equilibrio dei sessi nella rappresentanza politica. Allora, delle misure che diversamente da quello che... che dicono i giornali non sono quote rosa, perché non sono misure destinate alle donne. Le misure degli anni 90 erano misure che invece erano state acutamente definite da una giurista Lorenza Carlassare come misure neutre, perché prevedevano che non più di un terzo dei candidati in lista potesse appartenere allo stesso sesso, quindi potevano essere donne o potevano essere uomini.
Prevedevano un'alternanza di genere. nella composizione delle liste, prevedevano misure che... Si rivolgevano in modo indifferente ai due generi, chiaramente avendo di mira come obiettivo il riequilibrio del genere nella rappresentanza politica.
Un riequilibrio che tuttavia adesso è qualcosa che è a favore delle donne, è una misura a favore delle donne, ma poi in un futuro potrebbe essere a favore degli uomini nel momento in cui dovessero divenire il sesso sotto rappresentanza. presentato. Queste misure introdotte negli anni 90 non sono state ben viste dalla Corte Costituzionale che ne ha dichiarato l'incostituzionalità in una importante e discussa sentenza, la 422 del 1995, e allora piano piano si è cominciato a pensare ad una modifica costituzionale, quella modifica costituzionale dell'articolo 51 che ha introdotto quel comma a tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini. Quindi si è pensata a questa modifica costituzionale perché serviva un appiglio costituzionale per far sì che queste misure...
non fossero ritenute costituzionalmente legittime. In realtà c'era già l'articolo 3,2, che dice che in realtà è inutile dire che siamo uguali se ci sono delle diseguaglianze economiche e sociali che impediscono di fatto questa eguaglianza. E in fondo la difficoltà delle donne di entrare in politica da che cosa è dovuta?
Da delle diseguaglianze di carattere economico e sociale, da delle diseguaglianze che le vedono escluse dalla vita pubblica. Le hanno viste escluse dalla vita pubblica fino al 1946, una politica che è ancora declinata al maschile. Queste buone pratiche stentano a venire poi messe in opera. La Corte Costituzionale aveva detto che non bisogna inserire queste misure di riequilibrio per legge, lo devono fare i partiti spontaneamente, ma i partiti spontaneamente queste misure non le hanno introdotte. Ed ecco che si arriva a questa modifica costituzionale.
Questa modifica costituzionale che però è rimasta lettera morta, perché fino alla recente legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum bis, alle elezioni nazionali non c'erano misure volte al riequilibrio dei sessi nella rappresentanza politica. Adesso invece esistono misure quali i limiti del 60% nelle liste, quindi nessun sesso può essere rappresentato in misura superiore al 60%, il limite del 60% per quanto riguarda i capolista. che non possono essere tutti appartenenti allo stesso sesso, per una misura superiore al 60%. E ancora, nelle liste con cui si vota, con cui si esprimono nella parte del sistema elettorale proporzionale, ci sono delle liste bloccate, corte, in cui è prevista l'alternanza di donne e uomini. E quindi anche questo facilita, o dovrebbe facilitare, perché come vi ho fatto vedere prima, le donne sono ancora molto più...
e dovrebbe facilitare l'ingresso delle donne in politica. Forse però tutto quello che ci siamo detti adesso, fino adesso direi, è un po'addietro di sé la vera montagna che le donne incontrano nella loro vita di tutti i giorni. E quindi addietro di sé in realtà...
L'articolo 37, ecco, guardiamo un po'che cosa ci dice l'Istat rispetto ai livelli di occupazione femminile. Le donne tra i 25 e i 49 anni sono occupate nel 73,9% dei casi. se non hanno figli, mentre lo sono nel 53,9% se hanno almeno un figlio di età inferiore ai 6 anni.
Quindi la percentuale scende vertiginosamente. e di cura all'interno della famiglia non è ancora equamente distribuito tra donne e uomini e richiede a queste ultime di modulare le attività estradomestiche in funzione del lavoro di cura. L'indice di assimetria che misura quanta parte del tempo dedicato da entrambi i partner al lavoro domestico è svolto dalle donne e raggiunge il 62,6% se calcolato per le donne tra i 25 e i 44 anni. anni in coppie in cui entrambi i partner sono occupati. E allora di nuovo torniamo all'articolo 3 e a quelle diseguaglianze di fatto che ancora rendono la vita delle donne più difficile, più ardua della vita degli uomini.
Se voi parlate con uno studente, uno studente della scuola media, uno studente delle superiori, uno studente dell'università, uno studente dell'università non percepisce la differenza con l'altro sesso, non la percepisce come una differenza in termini di opportunità. Perché nell'università, nella scuola, gli studenti sono uguali. sono uguali, si percepiscono come uguali, raggiungono i medesimi risultati. E'nel mondo del lavoro e poi nella loro vita dopo l'università che questa diseguaglianza diventa evidente, diventa un problema.
Un problema al quale ancora non siamo riusciti a porre rimedio. Quello che forse, e questo la Costituzione ci dà anche gli strumenti per pensare a questo, quello che forse si dovrebbe ripensare è un ripensamento proprio della distribuzione. del ruolo, dei ruoli del lavoro di cura all'interno delle famiglie che permetterebbe anche alle donne di sviluppare la loro personalità.
Come vi ho detto all'inizio, tutte le opzioni di vita sono possibili. C'è chi vuole fare consapevolmente la mamma e vuole fare solo la mamma perché ama fare solo la mamma. C'è chi non vuole avere figli, non vuole sposarsi. C'è chi vuole fare la mamma e vuole anche lavorare. C'è chi non solo vuole fare la mamma e lavorare, ma vuole anche affermarsi nel mondo del lavoro.
Ecco, una donna incontra tanti ostacoli in questa affermazione. E allora mi viene in mente... Ancora il problema del cosiddetto soffitto di cristallo.
C'è voluta di nuovo una legge, la legge 120 del 2011, la legge Golfo Mosca, che ha imposto che nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa ci fossero delle donne. Bisognava che ci fosse una legge che imponesse che le donne fossero presenti nei consigli di amministrazione quotate in borsa. Allora, le donne sono vittime non solo delle discriminazioni dirette, non ti promuovo perché sei donna, che sono facilmente identificabili, ma di quelle che sono le cosiddette discriminazioni.
indirette cioè pensare l'organizzazione del lavoro un'organizzazione del lavoro che ancora penalizza le donne perché le donne hanno ancora il compito di cura quindi per loro l'organizzazione più difficile. Un'organizzazione del lavoro che, per esempio, pensate a una discriminazione indiretta, a un certo tipo di lavoro si può accedere soltanto se si ha una certa altezza. Ora, questa non è una discriminazione nei confronti delle donne, ma evidentemente, siccome le donne hanno un'altezza media inferiore agli uomini, di fatto si traduce in una discriminazione nei confronti delle donne. Ancora, io ti do una... un aumento salariale solo se tu non hai mai usufruito nella tua carriera del part time.
Ora è dimostrato che sono le donne, proprio per conciliare il lavoro di cura con il lavoro, a usufruire del part time. Quindi non si sta dicendo che le donne non verranno promosse, ma si sta dicendo che purtroppo tutti quelli che hanno usufruito del part time non avranno una promozione. Guarda caso, tutti quelli che non hanno usufruito del part time sono le donne e che hanno usufruito del part time sono le donne e quindi ci sono le donne.
sono loro che non avranno un avanzamento di carriera o anche in termini economici. Quindi una discriminazione non di carattere diretto, non mira a colpire direttamente le donne, è una prassi neutra che in realtà cela una diseguaglianza. Eppure siamo in un momento favorevole. per la nostra vita, perché in realtà siamo in un momento in cui una donna è Presidente del Consiglio, una donna è Presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, eletta all'unanimità pochi giorni fa. una donna è presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra una donna come vi ho detto è capo del principale partito di opposizione Eli Schlein quindi dovrebbe essere un momento favorevole per la vita delle donne e ancora siamo in un momento di rinascita per il nostro paese siamo in un momento in cui riceveremo moltissimi fondi in attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cosiddetto PNRR.
Ecco, quindi questo dovrebbe essere un momento per noi per ripensare proprio i ruoli. e per ripensare in generale la nostra società. Nel PNRR si parla molto del genere, della disuguaglianza, della parità di genere, si parla molto ma le misure adottate... ancora non sono sufficienti e sono state da più parti criticati gli stanziamenti non sufficienti per esempio per gli strumenti di supporto alle famiglie e dico alle famiglie e non alle donne come gli asilinido perché creare più asilinido, pensare a degli strumenti che aiutino i genitori nell'organizzazione della loro vita. vita oltre il lavoro, nell'organizzazione della vita familiare, è molto difficile.
Pochi finanziamenti e poche idee per ripensare questa conciliazione di vita e lavoro che penalizza le donne. Pensate a quanto le donne sono state penalizzate nel periodo del Covid. Erano maestre, erano lavoratrici, erano madri e l'esterno era entrato nel loro interno e l'aveva scoperchiato.
questa diseguaglianza. Ancora, cosa dice Maria Federici? A commento dell'articolo 37 sulla parità salariale tra uomo e donna dice da qui a pochi anni noi dovremo perfino meravigliarci di aver introdotto questo articolo nel testo costituzionale, non perché esso non riguardi materia puramente costituzionale. Da questo punto di vista dovremmo meravigliarci di aver introdotto troppi articoli. Ma piuttosto per aver dovuto sancire nella carta costituzionale che a due lavoratori di sesso diverso ma che compiono lo stesso lavoro spetta un'eguale retribuzione.
Così pure ci dovremo meravigliare di aver dovuto stabilire come norma costituzionale che le condizioni di lavoro per quanto riguarda la donna debbano consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare. Ancora i dati istat ci dicono che la retribuzione oraria per una donna è pari a 15,2 euro per le donne e a 16,2 euro per gli uomini, il cosiddetto gender pay. la parità salariale non è ancora raggiunta e nel 2021 si è dovuta approvare una legge che diciamo introducesse degli strumenti volti a far far sì che effettivamente venisse ridotto, se non eliminato, questo cosiddetto gender pay gap, facendo sì che le aziende pongano in essere dei comportamenti virtuosi, dando loro degli sgravi fiscali laddove ottengano la certificazione per la parità di genere, perché la parità di genere è qualcosa che ancora non è stato introiettato.
Quindi... Gli articoli della Costituzione ci servono, sono la nostra guida, ci servono per vedere come dovrebbe essere, per vedere ancora come dovrebbe essere la nostra società e sono ancora attuali per questo, drammaticamente perché sono inattuati, sono attuali per il fatto che non sono stati attuati, ancora sono per tanti versi inattuati e però ci offrono una bussola per navigare nella complessa questione di genere. E allora vorrei...
Vorrei concludere con una riflessione con voi. Allora, abbiamo parlato della parità di genere, abbiamo detto che il genere è una questione culturale ed è qualcosa che deriva dal modo in cui noi pensiamo la vita di donne e uomini. Quindi il sesso riguarda l'anatomia, la biologia, invece il genere è una questione culturale.
Pensiamo alla vita di una donna in un modo e alla vita di un uomo in un altro per una questione culturale. per un nostro modo di stratificazione culturale che ci porta a vedere certe cose. Adesso però noi siamo ancora ad un momento, ad un punto in cui l'idea di parità di genere che comporta insieme l'eliminazione delle discriminazioni e l'eliminazione delle diseguaglianze insieme alla valorizzazione della specificità di ognuno di noi non è ancora raggiunta. Eppure cominciamo a sentire parlare di...
di parità di genere, di fluidità di genere e anche di identità di genere. Quindi cominciamo a parlare di una trasformazione del genere, proprio perché il genere è qualcosa di culturale. Si presume che io faccia certe cose perché sono di sesso femminile, quindi è un'etichetta che mi viene attaccata. Adesso si comincia a parlare della fluidità di genere e della cosiddetta identità di genere. di genere.
Ma che cos'è questo genere allora alla fine di tutto quello che ci siamo detti? E come mai fa tanta paura? E poi la nostra Costituzione che adesso, quest'anno ha 75 anni e che è ancora molto attuale per quanto riguarda la parità di genere intesa come parità tra i sessi. Che cosa ci dice sull'identità di genere? Ecco, la nostra Costituzione offre, ci offre ancora un aiuto sull'identità di genere.
e sono gli articoli 2 e 3 della Costituzione che ci offrono questo strumento per affermare l'identità di genere, che è qualcosa che si inserisce più in generale nell'identità personale della persona. Ecco, la nostra Costituzione si fonda su un principio, è stata scritta nel secondo dopoguerra, si fonda su un principio che è il cosiddetto principio personalista, che pone al centro dell'architettura costituzionale la persona e il suo sviluppo. Non ci dice come la persona si deve sviluppare e che cosa deve pensare, fortunatamente, ma ci dice che deve svilupparsi pienamente e lo deve fare sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità. E questo sviluppo della persona umana deve portare la persona a partecipare, come ci diceva all'inizio l'articolo 3, della Costituzione. Ecco, questo pieno sviluppo della persona umana è l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Quindi non c'è un'idea dello sviluppo della persona, ma... la persona deve svilupparsi nel modo che ritiene più opportuno per lui per lei e nel modo che permetta, che gli permetta di partecipare la vita politica, economica e sociale del Paese. La Corte Costituzionale, di nuovo faro nella garanzia dei diritti e nella garanzia della Costituzione, nell'inveramento della Costituzione, nel 2015 ha pronunciato un'importante sentenza, la sentenza 221 del 2015, nella quale ha proprio riconosciuto l'identità di genere come espressiva dell'identità personale.
ha riconosciuto, adesso vi tremeranno le vene dei polsi, ma pensate quanto è importante questo riconoscimento, ha riconosciuto che è possibile la rettificazione del sesso a prescindere dall'operazione per il cambiamento di sesso dopo che una persona ha fatto un percorso medico-giuridico all'esito del quale può avere ci può essere questo riconoscimento della sua mutata identità di genere. Quindi, come dire, siamo ancora lontani alle luci della parità tra i sessi, siamo ancora veramente in affanno, e però sono sempre più attuali questioni come l'identità di genere, che ci chiamano ad una riflessione. e anche ormai la fluidità di genere.
Quindi direi che però la Costituzione offre, l'articolo 3 secondo come l'articolo 2 della Costituzione offrono gli strumenti per guardare al futuro, ci offrono gli strumenti per guardare al futuro. per guardare al futuro sta a noi e anche forse alle nostre governanti e ai nostri governanti di saper attuare, inverare il testo costituzionale e regalare ai nostri figli un futuro migliore di quello che hanno avuto i loro genitori. Io vi ringrazio per l'attenzione e mi fermerei qui con la mia parte introduttiva. Dall'esperienza delle campesine, sfruttamento della terra, delle lavoratrici, non tanto rispetto alle nostre esperienze del passato e sul femminismo, ma proprio come una prospettiva del futuro.
Anche in India c'è stato tutto il movimento delle donne per l'ecologia. promosso da Vandana Shiva, quindi è una voce importante che purtroppo viene espressa non direttamente da un sindacato, sarebbe possibile costituirla in Italia? Non lo so, in Europa?
Per difendere, appunto, come diceva lei, le discriminazioni anche indirette? Allora, fortunatamente le discriminazioni indirette hanno una stigmatizzazione e sono disciplinate anche grazie al nostro far parte dell'Unione Europea e quindi grazie anche al grande lavoro di elaborazione su questi temi che ha fatto l'Unione Europea. Quindi, diciamo... I temi della conciliazione della vita familiare e della vita lavorativa sono al centro delle politiche dell'Unione Europea.
I temi della partecipazione delle donne sono al centro dell'Unione Europea. Le discriminazioni indirette sono un tema sul quale l'Unione Europea ha insistito molto. Io come ho detto amo, vorrei sentire di più la voce delle donne ma appunto la vorrei sentire in un'altra parte. in un'ottica di partecipazione democratica mi piace sentire la voce delle donne in un'assemblea che è composta da donne e uomini perché questo è il vero cambiamento di passo il vero cambiamento di passo è confrontarsi su questioni a volte le donne anche perché il genere è molto pericoloso anche qui possiamo cadere in un equivoco Elislein e Giorgia Meloni ora ve li prendo ad esempio ma... che testimoniano due vicende di vita molto diverse.
Quindi non è che le donne sono portatrici di una sola voce e di un solo pensiero. Non è che gli uomini pensano giustamente tutti allo stesso modo. Ecco perché una maggiore rappresentanza di donne non è una rappresentanza di genere, ma è una rappresentanza che è una garanzia, è qualcosa che offre un valore aggiunto alla democrazia nel suo complesso.
E il fatto che una parte della popolazione sia esclusa è un vulnus non per le donne, un limite, una lesione non per le donne ma appunto per la democrazia nel suo complesso, perché come diceva lei, ed è questo molto importante, quelle donne che parlano non dei problemi della maternità ma parlano di ecologia, però rispetto a quelle questioni di sfruttamento della terra hanno una visione magari diversa, magari dovuta appunto alla loro esperienza. E quindi magari queste donne che sono state escluse dalla vita politica... Per l'organizzazione degli asili nido o delle strutture di supporto alla famiglia, non alle donne, in un'idea di ripensamento dei ruoli, si potrebbe pensare ad una scuola ripensata, a una scuola che pensi ai bambini non solo nella fase dell'educazione ma per esempio anche nella fase dello sport. Perché una donna deve fare, o una donna o un uomo se lo fa lui, i salti mortali per accompagnare?
un bambino al calcio, alla palla canestro, alla danza, all'inglese e non è un compito che magari si può assegnare a un pomeriggio, a un doposcuola. Questo permetterebbe una maggiore conciliazione della vita lavorativa e della vita familiare. Si potrebbe pensare a questo, a ripensare il lavoro delle scuole, chiaramente con dei finanziamenti non gratuitamente.
Le scuole offrono adesso dei corsi pomeridiani che sono utili, il corso di chitarra. permette al bambino di stare a scuola, di migliorare le sue abilità, di coltivare una sua passione o comunque di essere stimolato a coltivarsi e però consente anche ai genitori di poter lavorare e di conciliare al meglio la loro vita lavorativa con la vita familiare. Ancora è molto importante il congedo parentale in attuazione di una direttiva del... Che è successo? ...
Mi avete tolto il slide? E in attuazione di una direttiva dell'Unione Europea molto importante sulla conciliazione della vita lavorativa e vita familiare, è stato reso stabile la mia... La misura è in attuazione della direttiva 2019-1158 dell'Unione Europea che appunto tende a conciliare vita professionale e vita familiare dei genitori, non delle donne.
È stato approvato il decreto legislativo 105 del 2022 che prevede questo congedo di paternità. Ecco, il congedo di paternità nella misura di 10 giorni si è molto discusso di quanto doveva essere lungo e dovrebbe essere da stimolo. per i genitori, per gli uomini e per le donne, a vedere il figlio come il frutto del loro rapporto e quindi a vedere il figlio come qualcosa che non ha il cognome del padre accudito dalla madre, ma ha il cognome di entrambi i genitori e è accudito da entrambi i genitori.
Ora, qui non vogliamo negare che sia importante il ruolo della madre nel periodo della gravidanza e nel periodo immediatamente successivo al parto. Qui vogliamo dire che anche agli uomini deve essere data la possibilità di essere un uomo. possibilità di vivere la paternità e questo porta con sé un cambio di mentalità, un cambio di passo. L'idea di stimolare il lavoro agile, di introdurre sempre di più il lavoro agile non deve essere qualcosa che deve essere utilizzato pensando, ah, introduciamo il lavoro agile in modo tale che le donne così riescono a lavorare a casa, a guardare i figli, figli e anche a lavorare, ma deve essere uno strumento che deve essere consigliato a donne e uomini per prendersi cura in modo uguale della vita familiare.
Quindi un ripensamento proprio del genere, del genere inteso come costruzione culturale che noi facciamo a partire dal sesso. Altre domande se ci sono o riflessioni? Allora, se non ci sono altre domande o riflessioni, io vi ringrazio molto per la partecipazione e vi do appuntamento al prossimo incontro, al prossimo sabato. Ci sarà un'altra lezione che spero sarà di vostro interesse. Grazie a tutti e arrivederci.