Ciao amici, benvenuti in Egitto! Oggi vi parlerò della mummificazione. Seguitemi! Nell'antico Egitto, la mummificazione era un rituale necessario per garantirsi l'immortalità, cioè la vita eterna.
La morte per loro era solo un passaggio dalla vita terrena a quella ultraterrena. Ma anche nell'aldilà, oltre all'anima, serviva il corpo. E solo la mummificazione garantiva una buona conservazione del corpo anche dopo la morte. Secondo la tradizione, fu Isider, la grande dea della magia, a creare la prima mommia, quando ricompose il corpo smembrato del marito Osiride, il dio dei morti, barbaramente ucciso dal crudele fratello Set. Il rito della mummificazione, però, non era uguale per tutti gli egiziani.
Solo i ricchi potevano permettersi un buon trattamento di imbalsamazione, mentre i poveri dovevano accontentarsi di trattamenti molto più blandi. Ovviamente, i migliori riti di mummificazione erano riservati solo ai faraoni, sovrani assoluti paragonati perfino agli dèi. Si potrebbe pensare che per mummificare un corpo fosse sufficiente avvolgerlo nelle bende. In realtà era un processo molto più lungo e complicato, e solo i sacerdoti potevano eseguirlo, perché erano necessarie specifiche conoscenze di anatomia. In altre parole, chi eseguiva la mummificazione doveva sapere alla perfezione come era fatto il corpo umano.
Molto spesso, durante le rituali della mummificazione, i sacerdoti indossavano la maschera del dio Anubi, perché Anubi era il dio dell'oltretomba, protettore dei morti e degli imbalsamatori, e raffigurato come un uomo dalla testa di sciacallo. Ma vediamo passo per passo come avveniva la mummificazione. Il rituale iniziava con il lavaggio del morto, il cui corpo veniva deterso per bene con acqua e sale.
Poi bisognava estrarre gli organi interni del defunto senza danneggiarli. Per questo gli imbalsamatori dovevano avere ottime conoscenze di anatomia. Con un bastoncino dalla punta ricurva, i mummificatori riuscivano ad estrarre il cervello dal naso. In questo disegno lo si può notare ancora meglio, poi, grazie ad un taglio lungo quanto tutto il busto, estraevano gli altri organi interni, che, dopo essere stati avvolti in bende di lino, venivano riposti dentro ai vasi canopi. I vasi canopi erano dotati di coperchi che rappresentavano le teste dei quattro figli del dio Horus.
Chebesenef, con testa di falco, conteneva gli intestini. Hapi, con testa di babbuino, era destinato ai polmoni. Duamutef, con testa di sciacallo, conteneva lo stomaco.
E infine Amset, con testa umana. era il contenitore del fegato. L'unico organo che non veniva rimosso era il cuore, perché considerato la sede dell'anima.
Secondo gli antichi egizi, infatti, Dopo la morte, il dio Anubi procedeva al rituale della pesatura del cuore. Se il cuore risultava più pesante della piuma della verità, l'organo veniva dato in pasto ad Ammit, dio divoratore del cuore dei malvagi, e il defunto non poteva proseguire il suo viaggio nell'aldilà. Se invece il cuore ugualiava il peso della piuma, allora il defunto poteva essere portato al cospetto del dio dei morti Osiride.
Una volta estratti gli organi, il corpo veniva riempito con mirra, cannella e stracci di lino, per ridargli il suo spessore originario. Successivamente, gli addetti alla mummificazione ricucivano l'addome con ago e filo. Dopo queste operazioni, il corpo veniva immerso per circa 40 giorni in un tipo di sale chiamato natron. per far asciugare i liquidi corporei e per evitare la putrefazione della carne. Il sale infatti era un ottimo conservante e lo si usava anche per conservare i cibi.
Una volta disidratato il corpo veniva unto con oli profumati e cosparso di spezie. Infine il corpo veniva interamente avvolto da bende. Tra gli strati di bende, i sacerdoti infilavano amuleti e portafortuna, che avrebbero aiutato il defunto durante il suo viaggio nell'aldilà.
Gli archeologi ne hanno ritrovati davvero tanti tra gli strati di bende delle mummie. Sul volto della mummia si poneva poi una maschera con i lineamenti del defunto, affinché quest'ultimo potesse essere riconosciuto dagli dèi. La maschera funeraria più famosa e preziosa è senza dubbio quella del faraone Tutankhamon.
A questo punto la mummia veniva deposta nel sarcofago, una cassa avente la forma del corpo del defunto. Il coperchio del sarcofago rappresentava il cielo, il fondo la terra e i lati i quattro punti cardinali. Il defunto veniva enumato con il volto rivolto ad est, verso il sole nascente. La parola sarcofago deriva dal greco e significa che consuma o mangia la carne, perché in effetti il sarcofago era un contenitore destinato ad inglobare al suo interno un corpo di carne umana. Dopo un lungo rito funebre, i sarcopagi dei faraoni venivano riposti nelle piramidi, che erano le tombe per eccellenza in cui gli egizi conservavano le mummie dei loro re.
Le tombe erano vere e proprie abitazioni, composte da più stanze. Questa è la tomba di Tutankhamon, dove possiamo vedere l'entrata, l'anticamera, la camera sepolcrale con il sarcofago del faraone e infine la camera del tesoro. Nelle tombe egizie gli archeologi hanno ritrovato ori, gioielli, mobili, addirittura carrozze e tutto ciò che poteva servire al defunto nell'aldilà. Sono stati rinvenuti persino gli animali domestici del defunto, anch'essi mumificati, affinché gli facessero compagnia nella vita ultraterrena.
E i vasi canopi contenenti gli organi che fine facevano? Anche quelli venivano messi nella tomba, vicino al corpo mummificato. Tutto chiaro ragazzi? Io torno nella mia piramide.