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Lezione di Diritto Tributario Sintetizzata

Benvenuti in questo nuovo format, sono Carlo Alberto Micheli, avvocato e dottore commercialista, fondatore di myaccounting.it. Questo nuovo format riguarda delle lezioni di diritto tributario finalizzate alla preparazione di esami, concorsi e, perché no, alla creazione di una cultura in ambito di questa materia, che spesso e volentieri, soprattutto nell'esame di giurisprudenza, è, diciamo così, un po'tralasciata dagli studenti. Lo faccio perché è mia intenzione contribuire alla divulgazione di questa materia, magari cercando di non solo aiutarvi nella preparazione degli esami o nei concorsi, ma anche favorendo la divulgazione di questa cultura tributaria. Saranno una serie di lezioni che completeranno quello che è il programma previsto negli esami orali alle professioni di avvocato, commercialista. piuttosto che ad un esame universitario con dei ripassi, perché ovviamente tutto il programma di un esame universitario è abbastanza complesso. Poi io utilizzerò per la preparazione di queste lezioni il codice tributario e gli schemi dell'anel diritto editore. Non c'è nessun tipo di sponsorizzazione in questo, quindi è una scelta che ho fatto io perché mi ci sono trovato bene quando dovevo preparare l'esame. Quindi, venendo a noi, chi è abituato a seguirmi sul mio canale YouTube probabilmente percepirà una tipologia di linguaggio diversa rispetto a quella ai quali vi ho abituato sul mio canale YouTube, perché il format è diverso, tant'è che la programmazione avviene in un giorno diverso e soprattutto è utile per chi ha bisogno proprio del diritto tributario per appunto sostenere un determinato passaggio nella propria carriera che sia scolastica o professionale. Allora, credo di aver fatto tutte le introduzioni del caso, abbiamo già consumato due minuti, cercherò di fare all'universitaria, quindi non lezioni eccessivamente lunghe di tre ore, ma di cercare di rimanere sempre all'interno sotto l'ora. Tutto questo è disponibile anche in podcast, con una linea di podcast e una playlist in podcast dedicata a questo. Quindi c'è anche la possibilità... di seguire questo con le cuffiette quando si fanno anche altre attività, perché comunque è discorsivo e cercheremo di muoverci insieme e capire insieme un po'questa materia. Allora, partiamo dal diritto tributario. Oggi parleremo delle fonti del diritto tributario, ma prima di tutto cerchiamo di capire la collocazione del diritto tributario. Diritto tributario come branca, come sottocategoria di diritti più ampi. come possono essere il diritto civile, il diritto pubblico, o come categoria autonoma. Allora, il diritto finanziario è sempre stato visto nel corso degli anni passati come sottocategoria di una disciplina più vasta, che era appunto il diritto finanziario. All'interno del diritto finanziario è la contabilità pubblica. Questo è quello che avveniva storicamente. E si affiancava al diritto tributario la scienza delle finanze. Cioè, il diritto tributario che cosa fa? Disciplina quelle norme con cui l'ente impositore, che è lo Stato, va a prelevare i soldi dai cittadini. Quindi disciplina tutte le imposte, tutte le tasse, tutti i contributi, che poi vedremo anche tutte queste differenze, con il quale lo Stato... Da un lato il cittadino contribuente, dall'altro, più che cittadino diciamo proprio il residente, il vittore dello Stato, poi vedremo anche tutti questi concetti, deve appunto contribuire alle spese di funzionamento dello Stato. La scienza delle finanze invece, come probabilmente già sapete, studia qui il ruolo delle politiche tributarie e di spesa pubblica di un ordinamento. La distribuzione del reddito, l'allocazione delle risorse, eccetera. Quindi tradizionalmente venivano affiancati. Ora, nel corso degli anni, lo sviluppo dello studio, lo sviluppo delle specializzazioni, l'autorevole dottrina che si è formata nel corso degli anni, fa sì che, data la complessività organizzativa e organica del diritto tributario, quindi la sua stratificazione gerarchica, come si inserisce attraverso gli enti nella vita delle persone, dei contribuenti, fa sì che questa complessività possa far assorgere il diritto tributario a categoria autonoma. Ora non c'è più dubbi, il diritto tributario è una categoria autonoma del diritto che quindi noi studiamo. Allora, passando alle fonti del diritto, io vi invito a seguire con un compendio, con il codice, lo vediamo. però ora magari più un compendio e discipline generali. A livello delle fonti, noi le dobbiamo classificare, queste fonti, e le distinguiamo in primo luogo tra fonti sovranazionali, quelle che derivano, pensando alla Costituzione, dall'articolo 10 e dall'articolo 11, che ora vediamo, e le fonti nazionali e infranazionali, nazionali perché promanano dallo Stato la legge, ma come sapete la legge viene fatta anche dalle regioni, quindi si parla di infranazionali, quindi emanate dall'ordinamento italiano nelle sue varie articolazioni, Stato, enti locali, enti dotati di potestà impositiva. Quindi la prima distinzione che noi andiamo a fare è far fronte a fonti sovranazionali, così come derivanti dall'articolo 10 e dall'articolo 11 della Costituzione. Cerchiamo sempre di collocare, quando ci vengono chieste le cose, noi collochiamo sempre il nostro ragionamento all'interno della gerarchia delle fonti. Perché se noi riusciamo a fare questo, riusciremo meglio poi a dare risposta in tutte quelle casistiche particolari, perché noi conosciamo il sistema alla radice, i principi. E quindi classificandolo riusciamo veramente, a me succede spesso nella professione, anche se non mi ricordo quella singola cosa, bene o male a inquadrarlo. Allora, sovranazionale, articolo 10 e 11, nazionale e infranazionale. Partiamo dalle fonti sovranazionali. Abbiamo detto articolo 10 e 11 della Costituzione, se io prendo l'articolo 10 della Costituzione, non so se ve lo ricordate. L'articolo 10 della Costituzione, ora qui parte direttamente in secondo, è quello quando vi serve qualcosa e avete bisogno di una norma. Io uso sempre, ora la Costituzione si trova, non cambia tutti i giorni per fortuna, ma se vi serve una norma aggiornata, come può essere il test unico delle imposte sul reddito e altre cose, se andate su norma attiva... Ora io vi condivido anche lo schermo. Se andate su Norma Attiva trovate sempre la legge aggiornata a quel momento. Allora, dice l'articolo 10, l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. No? Generalmente riconosciute. Fermiamoci al primo comma. Le norme del diritto internazionale generalmente riconosciute sono la consuetudine. Ok? A esenze dell'articolo 10 della Costituzione del primo comma, la consuetudine è questa fonte di primo grado del diritto internazionale costituita dal complesso di rapporti giuridici tra gli Stati che, anche se non sono codificati in norma scritta, siccome si reiterano nel tempo e vengono continuamente rispettati, vengono considerati vincolanti. Allora, nel diritto tributario la consuetudine come fonte internazionale ha una... uno spazio davvero limitato, non si usa e lo vedremo perché ha uno spazio molto limitato, però ci sono degli esempi come possono essere il trattamento fiscale, il trattamento tributario dei capi di Stato, ad esempio, dei rappresentanti diplomatici o consolari esteri che sono nel territorio, hanno un trattamento tributario particolare. Dal punto di vista sempre dell'articolo 10, rientrano anche, quindi che possiamo collegare e agganciarci a quell'articolo, rientrano anche le convenzioni internazionali e i trattati. Pensate all'Ocse, fondamentale, il diritto tributario. Che sono quegli accordi scritti bilaterali o multilaterali? Attraverso i quali due... o più ordinamenti, in caso sia bilaterale o multilaterale, l'oxe è un accordo multilaterale. Se io faccio invece un... Un trattato fra Italia e Svizzera, un accordo bilaterale, vincola solamente quei due. Se invece si partecipa a un trattato internazionale vengono vincolati tutti. Dove si pongono delle regole in maniera fiscale da rispettare reciprocamente? Generalmente sul modello OXE, che fornisce proprio dei modelli, sono quelle norme che evitano la doppia imposizione, ma non solo la doppia imposizione. Prima di tutto la doppia imposizione, però ci sono anche altre norme. Basta pensare allo scambio di informazioni, basta pensare delle patruzioni per prevenire meccanismi evasivi o elusivi, la cooperazione amministrativa, insomma, sulle materie oggetto dei trattati generalmente. Così come fonte del diritto internazionale, quindi convenzione internazionale dei trattati, abbiamo anche ad esempio la SEDU e gli altri organismi giurisdizionali internazionali, che non sono la SEDU, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, non è una fonte normativa, però per l'importanza che riveste questo organo, che cosa fa? Ha influenza. Cioè non è che se l'ha detto la sede, vabbè, non è normativa, a chi se ne frega, no, perché comunque è autorevole e questa autorevolezza fa sì che influenzino poi gli stati. Io scrivo una motivazione Ma basta pensare a garanzie di ordini sostanziali come il diritto a rimborso dei crediti di imposta, i regimi sanzionatori, giusto processo tributario e ragionevole durata. Quindi ho delle doglianze all'interno del mio procedimento perché sto difendendo un cliente, succedono determinate cose che rievocano, sono già normate anche a livello italiano, però rafforzano le mie argomentazioni giuridiche, la cedus sostiene e i giudici ne tengono conto. Allora, ho detto che principalmente vengono utilizzati per ridurre la doppia imposizione. Come funziona questo concetto di doppia imposizione? Generalmente può capitare che uno stesso reddito, se si parla di reddito, merce, capitale o patrimonio o valore, possa subire una tassazione sia nel paese di origine che in quello di destinazione e quindi si vanno a creare degli effetti. negativi. L'istate allora si danno delle regole precise, reciproche, dicono no. Ad esempio gli immobili, se c'è un contribuente a degli immobili sia in Italia che in Svizzera, c'è la convenzione, nella convenzione si va a stabilire, ora non me la ricordo, non è quella con la Svizzera ora, però faccio un esempio, si va a stabilire che le tasse sugli immobili vengono pagate dove l'immobile è sito, quindi... Per gli svizzeri che hanno l'immobile in Italia pagheranno le tasse in Italia, per gli italiani che hanno l'immobile in Svizzera pagheranno le tasse in Svizzera. Questo è quello che stabilisce la Convenzione. Salvo quando è che si può derogare la Convenzione? Quando magari il trattamento nazionale è più favorevole. Difficile che venga però. Se il trattamento nazionale è più favorevole alla Convenzione, allora si applica al trattamento nazionale. Se non è più favorevole, noi possiamo applicare alla Convenzione. Quindi disapplichiamo. la normativa nazionale che prevederebbe una determinata stazione in virtù della convenzione con quel paese. Generalmente sulla doppia imposizione sul reddito del patrimonio sono due le discipline che i modelli OXE danno. Quindi i principali metodi per neutralizzare il fenomeno della doppia imposizione sono due e sono o il regime del credito d'imposta o il regime dell'esenzione. Il regime del credito d'imposta significa che tu ricalcuri le tasse in Italia, poi hai un credito d'imposta per quanto hai già pagato nell'altro paese. Sostanzialmente in Italia dovevi 10 a parità per quel reddito che deriva dall'estero, su quel reddito hai pagato già 5 nello Stato, prendi quel 5 e lo sottrai dal 10 e paghi la differenza. paghi appunto la differenza attenzione se tu hai pagato di più in quel paese non c'è un credito in più qua è cioè se finisce così così bello va bene se hai pagato di meno paghi la differenza quindi se hai pagato di più all'estero ormai andata tutti amici se hai pagato di meno Versi la differenza. Oppure, alternativa al credito imposto, c'è il meccanismo dell'esenzione. Cioè, per quel tipo di reddito, valore, patrimonio, eccetera, è esente la tassazione. Questi sono i due metodi. Come ho detto, appunto... Non c'è solamente... le trattate internazionali non si limitano a disciplinare la materia tributaria e le regole per evitare la doppia imputazione, ma anche patruzioni sul prevenire l'evasione e l'usione fiscale, disposizione sulla cooperazione amministrativa e sullo scambio di informazioni. Quindi, fonti del diritto internazionale. Quando noi parliamo di diritto internazionale poi distinguiamo, abbiamo detto articolo 10, poi distinguiamo perché... distinguiamo le fonti di diritto comunitario. Articolo 11. Andiamo a vedere l'articolo 11. L'articolo 11. L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie. Ok, punto e virgola, siamo tutti contenti. Consente, attenzione, in condizioni di parità con gli altri stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni, promuove e favorisce le organizzazioni internazionali create a questo scopo. Quali sono le organizzazioni internazionali create a questo scopo? La Comunità Europea, che nasce a Roma nel 1956 e così via. e quindi rientrano quali fonti del diritto comunitario ex articolo 11 della costituzione trattati istitutivi dell'unione europea regolamenti e direttive decisioni raccomandazioni pareri e altre fonte derivate e le sentenze della corte della giustizia che è il diritto giurisprudenziale allora il trattato istitutivi dell'unione europea sono il trattato di un'europea il tue il tf e il trattato di funzionamento questi due sono fonti di primo grado e contengono principi tributari, principio di non discriminazione fiscale, il divieto degli aiuti di Stati, l'armonizzazione, l'armonizzazione che sappiamo bene che insomma fatica un po', basta pensare all'IVA che fatica. Fonte di primo grado sono quelle fonti di secondo grado derivate, ma sono fortemente utilizzate in ambito tributario, sono i regolamenti e le direttive. Allora, il regolamento è direttamente applicabile, quindi se c'è una norma nazionale che contrasta con il regolamento comunitario, benissimo. La norma nazionale è disapplicata. La direttiva, invece, salvo i casi delle direttive self-executive, necessita di essere recepita con un atto di recepimento. Poi quali fonti derivate? Ci sono anche decisioni, raccomandazioni, pareri ed altre fonte che sono fonti derivate, che sono utilizzate in materia tributaria, ma riguardano il destinatario della raccomandazione, che si dovrà adeguare a determinate raccomandazioni che vengono date dalla Commissione europea. Ci sono degli esempi, ad esempio la Commissione Europea dà delle raccomandazioni all'Italia affinché non venga utilizzato un determinato meccanismo per determinate fasce di reddito o determinate categorie di contribuenti, come ad esempio nel regime forfettario, ma sequenziale alla fatturazione elettronica del regime forfettario, forse dal 2022 la vedremo, ma negli ultimi due anni vengono raccomandazioni e decisioni che vincolavano e dicevano no, non la puoi applicare. Oltre a questo, sentenze della Corte di Giustizia Europea, che è diritto comunitario, anche se non sono fonte normativa, incidono e influenzano notevolmente le decisioni e l'operato. Queste per quanto riguarda il diritto internazionale e il diritto comunitario. Se noi andiamo avanti, avevo detto all'inizio che c'era questo grande discrimine fra... internazionale, fonti nazionali e infranazionali. Quali sono le fonti nazionali? Le fonti nazionali sono la Costituzione, fonti di primo grado e fonti di secondo grado. Fonti nazionali e infranazionali e diritto tributario sono la Costituzione, fonti di primo grado e fonti di secondo grado. Partiamo dalla Costituzione. Quali sono gli articoli della Costituzione o meglio i principi della Costituzione? che operano in ambito tributario, i principi della Costituzione che operano in ambito tributario, il più importante di tutti è l'articolo 23, dove all'articolo 23 si va a dire che, scusate questa sveglia, nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge ok quindi che cosa fissa l'articolo 23 un principio di riserva di legge relativa relativa non assoluta come fa l'articolo 25 materia penale ok Qui nessuno può essere dissolto dal giudice precostituito, questo che è il diritto penale? Articolo 25, riserva di legge assoluta. Nell'articolo 23, diritto tributario, nessuna prestazione personale patrimoniale se non in base alla legge. Perché è relativa? Poi lo vediamo. Oltre a questo principio ce n'abbiamo un altro fondamentale che è l'articolo 53. L'articolo 53 della Costituzione dove va... Vediamolo insieme. L'articolo 53 che cosa dice? Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Quindi principio da due principi. Il primo come una capacità contributiva. Io pago le tasse a seconda di quanto guadagno. La seconda, il criterio di progressività. Ossia più guadagno più vedrò applicate delle aliquote marginali maggiori. Criterio di progressività che da noi è applicato con l'IRPEF. tra l'altro oggetto di possibile riforma per il 2022 con il passaggio da 5 a 4 alicote. Però la progressività vuol dire che, ad esempio, nell'IRPF ci sono degli scaglioni, quindi fino a 15.000 paghi il 23%, da 15.000 a 28 paghi il 27%. Poi abbiamo, sempre a livello costituzionale, l'articolo 75, 2. Il divieto di referendum abrogativo per le leggi tributarie e di bilancio. Cioè non si può, noi l'articolo 75 disciplina referendum, no? Vediamo, cioè ogni volta cerchiamo di entrare dentro gli articoli, leggiamoli così ce li ricordiamo, perché poi ci vengono chiesti, Allora, è indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione totale o parziale di una legge, non si può fare in ambito tributario, se no uno diceva voglio abolirli il PFF, tutti firmano perché nessuno va a pagare le tasse, quindi che cosa dice l'articolo 75 al secondo comma? Non è ammesso il referendum, non si può fare un referendum, una consultazione popolare per abolire e abrogare delle leggi, totale o parziale, in ambito tributario e di bilancio, quello si può fare. L'articolo 81. Poi sempre della Costituzione dal principio del pareggio di bilancio, è un principio introdotto con il fiscal compact, è recente questa cosa, e l'articolo, quindi il bilancio deve tornare a pari, e quindi se il bilancio è scritto in Costituzione, quindi se è scritto in Costituzione vuol dire che il governante, il legislatore, l'azione amministrativa è obbligata a fare in modo che il bilancio sia a pareggio. Se non è in pareggio deve mettere in atto tutti quei meccanismi affinché sia in pareggio, altrimenti c'è violazione costituzionale. Altro articolo, l'autonomia finanziaria delle regioni e degli antienti territoriali che troviamo nell'articolo 117 e 119. Sapete benissimo che il titolo quinto della Costituzione è stato oggetto di riforma con la divisione dell'autonomia e le competenze esclusive e concorrenti. Tra tutte queste varie modifiche che sono state avvenute con la riforma del titolo quinto, il 2001. l'autonomia finanziaria delle regioni e degli alternativi locali che sono quindi dotati di potestà normativa nell'ambito tributario. Le regioni lo sono. Allora, fra tutti i principi, sicuramente il più importante, quello sul quale merita di soffermarsi un attimo, è quello dettato dall'articolo 23, nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge, perché disciplina appunto il principio di riserva di legge relativa. Allora, cerchiamo di approfondire, no? Cerchiamo di approfondire. Che cosa disciplina l'Anticolo 23? La legge e il potere di disciplinare alla legge, così come nel diritto penale, la materia tributaria. Il principio di riserva di legge rappresenta che cosa? Un limite per il legislatore, che quindi non può fare... un decreto in materia tributaria. Rappresenta quindi da un lato il limite del legislatore e dall'altro, ripetiamo concetti già sentiti anche nel diritto penale, la garanzia per il contribuente di fronte appunto all'arbitrio del legislatore. Soffermiamoci sul concetto di relatività. Perché è relativa rispetto a quella in materia penale che invece è assoluta? Perché a livello tributario gli atti normativi secondari possono integrare o disciplinare alcuni aspetti purché gli elementi essenziali siano disciplinati dalla legge. Perché siccome il diritto tributario è una materia dotata di particolari tecnicismi, il legislatore che non ha questi tecnicismi fissa un contenuto minimo essenziale, che ora vediamo con le sue caratteristiche, poi chi scrive le leggi, l'azione amministrativa e i ministeri... che hanno la competenza tecnica vanno a disciplinare le varie cose. Quindi quali saranno i contenuti minimi che devono fissare? La soggettività, quindi la legge dovrà individuare chi è il soggetto attivo, l'ente impositore, e il soggetto passivo. Quindi qual è il contribuente, chi è il titolare dell'obbligo tributario? Soggettività, il presupposto da fatti specie, quindi qual è quel momento che fa sorgere l'obbligazione tributaria? Qual è la base imponibile, ossia come si determina quella montare quell'importo sul quale poi pagare le tasse, e qual è l'aliquota applicabile a quella base imponibile, quindi soggettività, presupposto, fatti specie, base imponibile, aliquota o tasso. E poi le sanzioni, anche quali sanzioni in caso di contravvenzione, di omissione di quella cosa, quindi violazione di quella regola. Questi cinque sono i contenuti minimi che deve avere la norma tributaria. Come il tecnicismo si va a disciplinare, quello poi arriva magari al decreto attuativo, il regolamento eccetera che specifica. Questo è il contenuto minimo e la giustificazione sul perché rispetto al diritto penale abbiamo una riserva di legge relativa. Vediamo quali sono invece le fonti di primo grado del diritto tributario. Sono fonti di primo grado del diritto tributario la legge. La legge è quella del Parlamento, gli atti aventi forza di legge, mi ci soffermo ora, quindi la legge è quella costruita ex articolo 71 con il procedimento, il decreto legge e il decreto legislativo, su quale ora mi ci soffermo, e le leggi regionali, perché anche le leggi regionali sono fonti di primo grado, perché nell'ambito dei poteri degli enti locali le regioni hanno potestà legislativa. a differenza dei comuni che invece hanno solamente potestà regolamentare. Occhio eh! Cioè, il comune può essere ente impositore? Sì, a livello regolamentare. Però, ha potestà legislativa? No. Cioè, la regione ha potestà legislativa. La legge è quella emanata dal Parlamento, soffermiamoci sugli atti aventi forza di legge. Quali sono? Il decreto legislativo ex articolo 76 e il decreto legge ex articolo 77. Qual è la differenza? Il decreto legislativo è quello in cui il Parlamento fissa una cornice e dà delega al Governo di adempiere nei limiti della cornice entro un determinato periodo di tempo che generalmente non supera i due anni. Il decreto legge invece è un atto, avente forza di legge, che fa il governo, che però necessita di conversione nei 60 giorni conseguenti. Qualora il Parlamento non vada a convertire il decreto legge in legge, tutti gli effetti sono nulli in maniera retroattiva. Next. Tunk. Allora... Quindi il decreto legge emanato dal governo, nei casi poi, come dice l'articolo 77, il governo non può senza... quando in caso di straordinaria necessità ed urgenza il governo adotta sotto la sua responsabilità provvedimenti provvisori con forze di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conferzione eccetera eccetera, poi perdono efficacia sin dall'inizio, quindi come se non fosse mai esistito, quindi immagina il diritto tributario, metti il decreto legge, prendi i soldi, poi dopo non viene convertito che fai restituisci i soldi, è logico che non può trovare, non si può disporre. Dice l'articolo 4 dello statuto del contribuente che la legge 212 del 2000 dice l'articolo 4. Per chi fa diritto tributario lo statuto del contribuente è la nostra manna. Allora, togliamo, lo studio del contribuente è piccolo, sono una ventina di articoli, impariamolo bene, ho detto una ventina, quanti sono? Volevo dire che sono un paramedio, sono 19, più c'è copertura finanziaria, entrata in vigore. Allora, dice l'articolo 4, non si può disporre con decreto legge l'istituzione di nuovi tributi né prevedere l'applicazione di tributi esistenti in altre categorie di soggetti. Il fanatico della gerarchia delle fonti mi dice occhio però, stato del contribuente è legge ordinaria, legge successiva deroga. Però è successo nel 2011 mi sembra, e poi dopo si risponde politicamente, se si vuole derogare all'articolo 4 deve essere scritto. cioè la legge deve iniziare con scritto inderoga principi dell'articolo è una cosa seria derogare allo stato del contribuente nonostante sia di giardinare però su questo magari ci ritorniamo Noi sappiamo che, e ci fermiamo qui, non entriamo in troppe cose specifiche e pettegolezzi di galatea pubblico-costituzionale parlamentare, allora a norma dell'articolo 4 dello Statuto dei diritti del contribuente non si può disporre con decreto legge l'istituzione di nuovi tributi né prevedere l'applicazione di tributi esistenti ad altre categorie di soggetti. Allora cos'è che trova applicazione nel diritto tributario? Il decreto legislativo, ex articolo 77. 76, che sono quelli emanati dal governo sulla base di una legge delega previamente approvata dal Parlamento che fissa i principi e i limiti entro il quale il legislatore può deciferare. Infatti si dice nell'articolo 76, ma non l'ho mica messo. Si dice all'articolo 76, l'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti rifiniti. Quindi si va a fissare la cornice contenuta minimo. Claro? Andiamo a vedere, quindi, visti i fonti di primo grado del diritto tributario, andiamo a vedere le fonti di secondo grado del diritto tributario. Allora, le fonti di secondo grado... nel quale viene fatto, e ve lo garantisco, un uso davvero alto e ampio per disciplinare che cosa? Tutti, come dicevo prima, tutti quegli aspetti tecnici, no? Purché, ormai ci dovremmo essere, sia fissato quel contenuto minimo, la soggettività, il presupposto, la base imponibile, l'aliquota al tasso, le sanzioni, ok? Che devono essere stabilite dalla legge. Stiamo parlando quindi, quando si parla di fonti secondarie, della potestà regolamentare. Qual è la legge che nei regolamenti è la casa di tutti? È la legge 400 dell'88. La legge 400 dell'88 distingue regolamenti in base al contenuto che questi regolamenti hanno. Allora, intanto che cos'è il regolamento? Il regolamento è un atto formalmente amministrativo ma sostanzialmente normativo, quindi dotato di caratteri di generalità, astrattezza e innovatività, subordinati nella gerarchia, alla Costituzione e alle fonti primarie. I regolamenti possono essere organizzativi, quando organizzano appunto la pubblica amministrazione, indipendenti, che sono quelli che vengono adottati in assenza di norma di legge, che non possono trovare applicazione nel diritto tributario, abbiamo detto, perché ci deve essere una legge che fissa il contenuto minimo essenziale. Poi ci sono i regolamenti attuativi, che ce ne sono tantissimi in ambito tributario, che vanno a completare e danno attuazione alle disposizioni legislative. Non so se vi ricordate il governo Conte che faceva questi mega decreti e poi usciva queste mega leggi E poi dovevano uscire 150 milioni di decreti attuativi che mai uscivano da una forza così. E poi ci sono i regolamenti delegati che sono adottati in forza di una delega contenuta in una legge. In questo ambito sono aderiti a comprendere regolamenti approvati in forza di delegificazione. Non possono essere adottati nel diritto tributario negli ambiti coperti dalla diserva. Quindi regolamenti organizzativi indipendenti attuativi delegati, quali sono i nostri? i regolamenti attuativi. Poi, ecco il dolce sinfondo, nelle fonti normative secondarie ci sono le circolari tributarie. Allora, le circolari tributarie, se voi guardate in internet, circolare 32, 38 e del... Le circolari, che sono quelle che l'amministrazione finanziaria, che in un processo tributario è nostra controparte, l'amministrazione finanziaria non è e non può creare il nuovo diritto. L'amministrazione finanziaria però ha i sensi anche dell'articolo 5 dello Stato del Contribuente, che parla di informazione al contribuente, no? Deve assumere, idonee, iniziative volte a consentire la completa e agevole conoscenza, eccetera. E cosa fa? Fa le circolari... per delineare quelle che sono le norme di comportamento che all'interno dell'amministrazione finanziaria chi ci lavora deve tenersi. Poi per assolvere le obblighe anche lo statuto del contribuente, che cosa fa? Li pubblica in maniera tale che siano a conoscenza di tutti, ma non formano un nuovo diritto vigente, danno origine a quelle che sono... quella che è la prassi amministrativa, che sono le norme in tenere dell'amministrazione, che, occhio però, non è vincolante per il contribuente e tantomeno non è vincolante per il giudice, ci sono due sentenze importanti, nel 2007 e nel 2017. Però possono orientare il contribuente e magari anche il giudice a interpretare e a prevedere come si comporta l'amministrazione finanziaria. È logico che se l'amministrazione finanziaria con una risoluzione, con una circolare specifica che ci si deve comportare in una certa maniera, poi è logico che in un accertamento sarà con quella maniera che si comporteranno i funzionari. Però attenzione, ribadisce poi la Cassazione del 2017, non è. che te puoi emanare un avviso di accertamento o contestare delle violazioni perché hai letto una circolare. Ci deve essere sempre una legge per contestare quelle violazioni. Però noi sappiamo come bene o male si rientra. C'è un punto fondamentale della sentenza 6185 del 2017 che, come già chiarito in fatti specie simili nel 2007, che il parere dell'amministrazione non è vincolante per il contribuente, non è impugnabile né innanzi al giudice amministrativo, non essendo un atto generale di imposizione né al giudice tributario non essendo atto di esercizio di potestà impositiva, quindi non può impugnare quella lì. La Cassazione 2017 dice che le istruzioni impartite dall'amministrazione operano nei confronti dei verificatori in fase accertativa, ma non possono influenzare il giudizio di legittimità dell'azione accertatrice, allorché sia sfociata in un atto fondale di contestazione, rendendosi di fronte a esse applicabili solo le norme di legge. Qual è il punto fondamentale? E lo troviamo nell'articolo 10, poi vado a concludere, dello statuto del contribuente. L'articolo 10 dello statuto del contribuente è rubricato tutela dell'affidamento e della buona fede, errori del contribuente. Quindi qualora il contribuente dice i rapporti dal contribuente all'amministrazione finanziaria sono improntati al principio della collaborazione e buona fede. Questo è quello che dice. Comma 2. Non sono irrogate sanzioni né richieste interessi moratori al contribuente qualora egli si sia conformato a indicazioni contenute in atti dell'amministrazione finanziaria, ancorché successivamente modificate dall'amministrazione stessa. Quindi l'amministrazione dice come ci si comporta, poi lo modifica. Ti sei comportato come aveva detto, poi l'ha modificato, non è che ti possono fare sanzioni dopo, perché c'è un principio di affidamento. Però attenzione! Non è che non paghi l'imposta, cioè non paghi l'interesse delle sanzioni. Se poi esci, te ti sei conformato, poi esce una legge eccetera, e te hai pagato una minore imposta, magari dovrai pagare la maggiore imposta dovuta, però non potrai essere chiamato a rispondere di sanzioni e interessi per un principio di legittimo affidamento, ex articolo 10 dello statuto del contribuente. Per questa lezione... È tutto, ci vediamo alla prossima lezione, se non l'hai fatto questo è davvero il momento di iscriverti al mio canale YouTube per fruire gratuitamente di tutti questi contenuti e magari prendere quella passione che ho anch'io per questa splendida materia. Ci vediamo alla prossima lezione.