Avrete letto, avrete visto, avrete sicuramente saputo quello che sta accadendo in questi giorni tra israeliani e palestinesi appunto nella striscia di Gaza, Gerusalemme, in varie zone di quei paesi così vicini e così duramente separati tra loro. E forse però non avete capito bene cosa sta accadendo perché vedete razzi, vedete azioni militari, sentite che alleggia un'aria di guerra tra i due paesi, ma vi siete persi qualche puntata o non avete mai capito del tutto completamente come mai esiste questo conflitto israelo-palestinese che purtroppo dura da 60 anni, 70 anni, più di 70 anni, abbondanti e anzi forse ancora da prima. Oggi cercherò di fare un agile, spero, recap di tutto quello che c'è da sapere sulla questione.
Non andrò eccessivamente in profondità perché è una questione davvero... clamorosa che va avanti da decenni e decenni e decenni ma cercherò di fornirvi circa in un'ora spero di starci in circa un'ora o poco più al massimo una panoramica di quello che è successo in quelle zone del perché ebrei israeliani e palestinesi arabi sono entrati in conflitto tra loro perché questo conflitto è diventato via via sempre più grave nel corso dei decenni perché a un certo punto pareva quasi che si potesse avviare verso una risoluzione e perché questa risoluzione però Non è mai arrivata completamente perché si sono fatti passi avanti ma poi inevitabilmente si sono fatti anche dei passi indietro e purtroppo ancora oggi siamo in un momento di crisi, siamo ad una guerra nell'aria che sta già facendo dei morti, sta facendo dei morti anche tra i civili e sembra davvero non promettere nulla di buono per la zona. Sarà una lezione dal taglio storico, ve lo dico fin da subito, però vi racconterò anche qualcosa dell'attualità. Non sarà una difesa sparatratta della causa palestinese o della causa israeliana, purtroppo quando si affrontano questi temi c'è moltissima partigianeria, direi quasi una partigianeria che sfocia nella tifoseria ed è anche comprensibile perché per carità sono questioni molto calde e sicuramente ci sono state varie ingiustizie nel corso degli anni, dall'una e dall'altra parte magari non in misura uguale.
Però ci sono state tante ingiustizie, tante cose che non tornano, tante cose che non vanno. Ma il compito di questa lezione non è prendere parte per l'una o per l'altra, è capire. Cercare di capire quali sono le problematiche, perché in questa terra non si riesce a trovare pace e perché periodicamente, nonostante tanti sforzi, periodicamente i problemi riemergono.
Chi è che li fa riemergere? Chi è che soffia sul fuoco? Chi è che in fondo vuole una guerra? Sigla e andiamo a cominciare. Consorzio di caffè, come sempre, obbligatorio, obbligatorio anche la presentazione dei miei compagni d'avventura Batman Topolino, De Andrè e Tolstoi.
Io mi chiamo Erano Ferretti, sul web noto anche come Scrip, sono un insegnante di storia e filosofia dei superiori. E da un anno abbondante sto realizzando su questo canale delle video spiegazioni di storia, di filosofia, anche di educazione civica, a volte anche di attualità per cercare di aiutare i miei studenti, poi non più solo i miei studenti ma anche gli studenti di altre scuole, dell'università a volte, e anche semplici curiosi a districarsi dai problemi della storia, della filosofia, ma anche del mondo contemporaneo perché a volte, anche in questo caso specifico, nel caso della... il conflitto israelo-palestinese, certo i giornali riportano molte notizie, ma se ti sei perso le puntate precedenti è difficile avere un quadro, anche perché tipico dei quotidiani, tipica dell'informazione, è il fatto di affastellare tutta una serie di notizie senza distinguere tra quelle più importanti e quelle meno importanti, e così rendendo difficile per il lettore riuscire a capire quali sono i grandi cambiamenti, i grandi movimenti.
Ecco, la lezione che farò oggi serve proprio a cercare di capire quali sono state le cose importanti, quali anche secondarie che si possono tralasciare oppure lasciare da approfondire a parte, per cercare di identificare la situazione. Allora, per capire tutto io partirò, come dicevo anche in premessa, da un taglio storico. Se voi mi seguite da tempo o se siete miei studenti di quinta o superiore, le cose che sto per dire adesso le conoscete già o dovreste già conoscerle.
Quindi vi consiglio fin da subito di guardare in descrizione dove c'è il solito sommario degli argomenti Se queste parti storiche le ricordate già abbastanza bene potete direttamente saltarle e andare dove inizia a parlare delle cose più recenti degli anni 2000 eccetera. Se invece non vi ricordate o volete anche qui... Un riassunto veloce per rinverdire i ricordi, ecco rimanete qui con me.
Da dove partire? Io direi di partire dalla prima guerra mondiale, dalla fine della prima guerra mondiale. Dovete ricordare che questa zona, la zona che storicamente è stata la Palestina, la zona in cui avevano vissuto prima gli ebrei, poi gli arabi, e poi c'erano state anche le invasioni cristiane con le crociate eccetera, questa zona, alla fine della prima guerra mondiale, cambiò faccia perché fino alla prima guerra mondiale era stata per secoli e secoli sotto il dominio dell'impero ottomano ricorderete questo grande impero di fede musulmana che si era espanso dall'asia aveva occupato già nel medioevo fine medioevo iniziatà moderna l'anatolia parte della penisola balcanica in europa e poi chiaramente si era espanso anche nella zona della siria del libano della palestina di israele attuali Quindi lì per secoli era stato sotto l'impero ottomano, un impero musulmano, e di fatto lì vivevano popolazioni arabe di fede musulmana.
Gli ebrei non c'erano più da secoli, c'era stata la diaspora, gli ebrei avevano lasciato quelle terre e si erano spostati in giro per il mondo, soprattutto in Europa. Come sapete abbiamo parlato molte volte anche dell'antisemitismo, delle persecuzioni a cui gli ebrei erano sottoposti in Europa, dal medioevo all'età moderna, eccetera. Se volete in descrizione vi lascio un paio di link.
per ricapitolare anche tutto questo. Alla fine dell'ottocento e all'inizio del novecento la situazione inizia a cambiare un po'perché si iniziano a sentire i venti della prima guerra mondiale che poi scoppierà, un po'ancora perché l'impero ottomano è fragile, è sempre più fragile ed è evidente che non rimarrà in piedi ancora a lungo almeno nelle dimensioni a cui si è abituati, un po'perché in Europa c'è un ritorno dell'antisemitismo, l'abbiamo parlato proprio quando abbiamo parlato della belle époque In certe zone d'Europa soprattutto ci sono una serie di azioni anche violente di pogrom veri e propri contro gli ebrei. La situazione insomma inizia a cambiare. Arriva la prima guerra mondiale, che è un cataclisma, che è una tragedia per tutti i paesi europei e finita la prima guerra mondiale bisogna pensare a cosa fare di questa terra, perché l'impero ottomano crolla.
L'impero ottomano non esiste più, viene smembrato, nascono tutta una serie di stati. Rinasce la Turchia attuale. Nascono altri stati anche in Europa, nei Balcani, eccetera, perché gli ebrei continuano ad essere perseguitati e iniziano a dire, ma forse noi, perché dobbiamo starci in giro per l'Europa a farci perseguitare, forse noi dobbiamo cercare un posto per noi, perché in fondo, tra l'altro, in quelle zone, Palestina, ma ancora di più, nelle zone più interne, verso l'Iraq, l'Arabia, eccetera, si inizia anche a trovare il petrolio, che è...
si capisce diventerà una risorsa importantissima per il futuro allora cosa accade quando crolla l'impero ottomano le potenze vincitrici cioè inghilterra francia stati uniti anche italia ma in questo caso l'italia conta poco iniziano a decidere che bisogna far nascere in queste zone del medio oriente dei nuovi stati ovviamente l'impero ottomano è crollato bisogna far nascere i nuovi stati teoricamente stati nazionali stati cioè in cui i confini dello Stato coincidano con i confini della popolazione. C'è una popolazione che si riconosce di uno stesso gruppo. Bene, un gruppo, uno Stato.
Questa è l'idea, che è d'altronde l'idea del presidente americano Wilson, il principio di nazionalità, l'autodeterminazione dei popoli. Solo che si dice, dicono queste potenze vincitrici, beh però non possiamo far nascere in Medio Oriente stati così dall'oggi al domani. Lì in fondo... non hanno mai avuto forme statali vere e proprie, non sono abituati a governarsi. È troppo presto per far nascere immediatamente uno Stato.
Meglio, questo decidono, far nascere gradualmente un nuovo Stato, magari accompagnando la nascita di questo Stato con dei protettorati europei. In pratica, tramite la Società delle Nazioni, che è questo nuovo organismo che nasce alla fine della Prima Guerra Mondiale, in descrizione vi metto il link se volete approfondire, è un antesignano dell'ONU, una specie di ONU. prima dell'ONU, ante litteram, Francia e Inghilterra decidono di amministrare, si dividono i territori, quei territori lì del Medio Oriente, li gestiamo noi come protettorati in modo da creare una classe dirigente locale che possa poi diventare la guida di nuovi stati locali in Libano, in Siria, in Giordania, in Palestina e così via. Questa è l'idea. Quindi subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale arrivano gli europei, francesi e inglesi a fare da protettorato.
In particolare la Palestina tocca agli inglesi che assumono il protettorato della zona. In questa zona della Palestina c'è... Qualche città, c'è abbastanza deserto, è una zona scarsamente popolata, non densamente popolata. I palestinesi, sappiate che alla vigilia della seconda guerra mondiale, sono circa quindi pochi.
Un milione di abitanti, poco più, ok? L'Italia fa 60 milioni di abitanti, per capirci, no? Tipo una regione piccolina dell'Italia, medio-piccola dell'Italia.
Ecco, per capirci. Vi vedo nel territorio. anche relativamente grande ma il territorio non è densamente popolato bene, tra le due guerre mondiali anche in parte con l'appoggio degli inglesi iniziano però ad arrivare sul territorio degli immigrati immigrati ebrei in realtà le prime comunità ebraiche si erano già spostate in zona alla fine dell'ottocento ma si trattava di poche migliaia di persone all'inizio, quindi piccoli nuclei che non creavano particolare disagio perché il territorio era grande, i palestinesi non erano tantissimi, all'inizio non c'erano problemi particolari. Però tra le due guerre gli ebrei iniziano ad affluire in maniera un po'più cospicua. Perché?
Perché dovete pensare che tra le due guerre in Europa non tira affatto una buona aria per gli ebrei. In Germania va il potere Hitler, come ricorderete benissimo, che va da tutta una serie di leggi contro gli ebrei, ma l'antisemitismo aleggia in varie zone. Non è che la Francia ad esempio fosse meno antisemita, ciao di o. meno di Hitler sicuramente, ma un po'di antisemitismo c'era anche in Francia, ricorderete ad esempio già fino all'800 l'affare di Refuse, celeberrimo caso di discriminazione contro un ebreo, di odio anche potremmo dire di antisemitismo, di odio contro gli ebrei francesi.
Allora, qualche ebreo tra la prima e la seconda guerra mondiale decide di trasferirsi lì, lì c'è un tutto movimento, un movimento sionista viene chiamato. che in fondo spinge perché una parte degli ebrei europei emigri là. Ci sono aiuti, ci si dà una mano, pare esserci spazio, e gli inglesi non ostacolano, almeno apparentemente, questa immigrazione. All'inizio della Seconda Guerra Mondiale, scusate, qual è la situazione? In Palestina ci sono circa palestinesi, come vi ho detto, e circa 550.000 ebrei.
perché questo numero è aumentato nei costogliani, quindi mezzo milione di ebrei o poco più, un milione e un quarto di palestinesi, quindi il doppio di palestinesi rispetto agli ebrei. In tutto non siamo davanti a cifre enormi, siamo davanti a un milione e settecento, un milione e ottocento mila persone, meno di due milioni di persone che in quel territorio tutto sommato ancora ci potrebbero stare. Ma in realtà già prima della seconda guerra mondiale, tra le due guerre, tra la comunità ebrea E la comunità palestinese iniziano a sorgere forti tensioni, perché le due comunità a volte in certe situazioni iniziano a rivaleggiare per le stesse terre, per gli stessi territori, per zone simili delle città.
E le due comunità non si accettano reciprocamente, ci sono atti di terrorismo, potremmo già chiamarli, dall'una all'altra parte. Ci sono bombe, ci sono attentati, ci sono uccisioni, non tantissimi casi, ma qualche caso c'è. Segno che queste due comunità fanno già fatica a convivere, fanno già fatica a trovarsi d'accordo.
Poi, per carità, scopre la Seconda Guerra Mondiale e i problemi diventano improvvisamente altri. Però, quando la Seconda Guerra Mondiale finisce, quando, tra l'altro, gli alleati scoprono Auschwitz, scoprono i campi di concentramento, scoprono quello che è accaduto agli ebrei europei, la Palestina diventa improvvisamente un terreno problematico. Perché gli ebrei superstiti? europei, quelli che si sono salvati dalle camere a gas, molto spesso non si sentono più di continuare a vivere in Europa.
Alcuni se ne erano scappati già in America da tempo, altri iniziano a pensare ma forse emigrare nella terra promessa, nella terra dei nostri padri in Palestina non sarebbe male. Anche alcuni ebrei americani che magari erano arrivati in America dall'Europa iniziano a pensare ma forse trovare terra in Palestina non sarebbe male. Gli europei e gli americani, d'altra parte, non possono dirgli di no.
Dopo quello che è accaduto, dopo l'olocausto, di cui sono responsabili sicuramente i nazisti, ma di cui sono almeno in piccola parte corresponsabili anche tanti altri, perché se il nazismo è riuscito a fare quello è stato perché nessuno gli si è opposto forse per tempo, c'è un generale e inevitabile senso di colpa verso gli ebrei, perché la comunità internazionale non ha fatto evidentemente abbastanza per impedire uno dei più grandi genocidi della storia. E quindi, davanti alle richieste degli ebrei, nessuno può dire di no, perché sono richieste di un popolo che è stato obiettivamente martoriato fino allo sfinimento. Si cerca di accontentarli.
Ma diventa evidente che, un po'alla volta, accontentare gli ebrei vuol dire anche contemporaneamente scontentare i palestinesi e accontentare i palestinesi vorrebbe dire contemporaneamente scontentare gli ebrei. Quindi cosa accade? Siamo agli immediati anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. In Palestina arrivano ancora più ebrei, quindi il numero degli ebrei cresce molto, i palestinesi non li vogliono, gli ebrei vorrebbero un loro stato, fondare un loro stato e gli inglesi sono quelli che dovrebbero supervisionare il tutto, dovrebbero fare da paceri, ma gli inglesi non hanno la forza, la volontà, neppure il desiderio di impegnarsi in un affare così intricato e delicato e decidono di chiedere l'aiuto dell'ONU. Si è appena formata l'ONU, erede di quella società delle nazioni di cui parlavamo prima, gli inglesi dicono, cara ONU, sei nata per rimanere alla pace, occupatene tu, noi...
Saremo anche pronti ad andarcene perché qua non vogliamo più starci, la situazione è troppo calda. L'ONU si mette a lavorare al progetto e lavora un piano e nel 1947 lo presenta. Nel 1947 il piano prevede la nascita di due stati nel territorio della Palestina storica.
Due stati, uno lo stato di Israele popolato dagli ebrei, uno lo stato di Palestina popolato dagli arabi. Due stati separati, tra l'altro con una forma un po'strana, vi mostro anche in cartina qual era il piano. dell'ONU.
La strana forma è dovuta alla maggior presenza di comunità arabe in certe zone e maggior presenza di comunità ebrae in altre zone, quindi per rispettare un po'in parte la distribuzione delle popolazioni questo era il piano preparato dall'ONU. Tenete presente che è il periodo in cui vanno rimora queste idee di dividere i paesi in due. La Germania verrà divisa in Germania Ovest e Germania Est, Berlino stessa, Berlino Ovest e Berlino Est, la Corea, Corea del Nord, Corea del Sud.
è pieno il mondo in questa fase di stati divisi o l'india che diventerà indipendente pochi anni dopo l'india separata dal pakistan quando c'erano popoli che non riuscivano a convivere insieme l'onu la risolveva così o comunque i popoli europei la risolvevano così dicevano beh separatevi che ormai spostiamo un po di popolazione di qua un po di popolazione di là e creiamo due stati diversi questo era il modello un po semplicistico probabilmente semplicistico ma lo stesso modello che si tenta a replicare anche qui in palestina In realtà l'ONU prepara il piano, ma poi bisogna avviare delle trattative con gli ebrei e con i palestinesi per farglielo accettare. Questo piano ovviamente è solo un progetto, quello dell'ONU non è ancora effettivo. Infatti gli ebrei sembrerebbero anche favorevoli al progetto, i palestinesi invece tentennano.
I palestinesi non sono così favorevoli, aspettano, vorrebbero ottenere di più, non sono così disponibili a vedere la nascita di Israele, soprattutto con quei confini, con quelle dimensioni. Si perde del tempo a discutere. Nel 1948 gli inglesi dicono vabbè discutete pure, noi intanto togliamo il disturbo, ce ne andiamo. Gli inglesi lasciano e quando se ne vanno gli inglesi, quasi immediatamente, 1948, il primo ministro israeliano che si chiama David Ben Gurion proclama la nascita dello Stato di Israele in maniera unilaterale. Non si è ancora trovato l'accordo con i palestinesi, non si è ancora approvato da entrambe le parti il piano dell'ONU, ma Ben Gurion, leader.
quindi dei sionisti israeliani, di quelli che vogliono uno Stato di Israele, dice, beh, voi pensateci quanto vi pare, noi proclamiamo la nascita del nostro nuovo Stato. Quindi in maniera, ripeto, unilaterale. Unilaterale vuol dire che non c'era un accordo, non c'era un patto tra i due contraenti, è solo uno che decide di sua iniziativa di fare quello che gli pare, quando l'altro ancora sta discutendo su se accettare oppure no e in che termini accettare. Questo ovviamente viene mal visto. da un po'da tutti, anche dall'ONU ovviamente era lì che trattava, cercava di trovare un compromesso è un forzare la mano viene mal visto soprattutto dai palestinesi e soprattutto dai paesi che difendono i palestinesi perché nel 1945, quindi tre anni prima, è nata la cosiddetta Lega Araba un'alleanza economica, politica e adesso anche militare tra alcuni paesi arabi che si trovano spesso attorno al nascente Stato di Israele Paesi arabi?
musulmani che vogliono difendere i fratelli musulmani della palestina che sarebbero ovviamente così esautorati del diritto di poter avere voce in capitolo quali sono questi paesi delle gara sono sette paesi in questa fase libano iraq transgiordania che poi cambierà nome e la giornata di fianco siria egitto arabia saurita e yemen questi sette paesi tramite la lega araba dichiarano guerra a israele visto che israele ha così forzato la mano ha attaccato senza aspettare cioè ha proclamato la nascita dello stato senza aspettare la lega araba dichiara guerra la guerra però nonostante siano i sette paesi contro israele che è appena nato che uno si aspetterebbe è uno stato appena assorto come può difendersi contro certi stati già strutturati eppure israele vince e dimostra e sarà la prima di una serie di dimostrazioni di essere tecnologicamente e militarmente molto avanzato di poter tenere testa senza particolari problemi a tutti i paesi del circondario israele vince molto nettamente ributta fuori la lega araba si impone come stato vero e proprio perché ovviamente hanno provato in periglio non ci sono riusciti occupa anche alcuni territori che teoricamente dovevano aspettare ai palestinesi ma nel frattempo accade un altro fatto quindi israele vince e si conferma come stato La nascita dello Stato di Israele alla fine è il 1948, ma la lega arabe, in particolare l'esercito della Transgiordania, passa il fiume Giordano e si prende la cosiddetta Cisgiordania, che è una parte, diciamo, la mostro in cartina, facciamo prima, quella parte lì, se la prende dando origine al Regno di Giordania. Regno di Giordania che chiaramente ingloba adesso anche quei territori che erano però territori destinati ai palestinesi. Infatti i palestinesi di colpo, un po'perché gli ebrei, gli israeliani si sono espansi, un po'perché i giordani sono presi gli occi giordani e si trovano senza territorio.
Doveva nascere uno stato palestinese e questo stato palestinese non solo non è nato, ma non esiste più, non c'è più la terra sostanzialmente per questo stato palestinese. E infatti circa un milione di palestinesi, ho detto che erano poco più di un milione, ma un milione di palestinesi finisce per diventare profugo in Giordania. in questo nuovo stato e in giordano i palestinesi non vengono poi trattati così bene nonostante i giordani come tutti gli altri popoli vicini avessero lottato per i palestinesi in realtà i palestinesi questo milione di profughi viene ammassato in campi profughi e non viene integrato nella società della giordania non diventano cittadini giordani e amen che sei visto sei visto no rimangono in campi profughi sognando prima o poi di poter ritornare in israele nei territori dove si è formato lo Stato israeliano e di fondare finalmente in un futuro lo Stato palestinese. Siamo al 1948. Cosa accade negli anni successivi? Beh, bisogna un po'allargare il cerchio, non limitarci più solo alla questione israelo-palestinese e vedere cosa accade nel mondo arabo.
Perché tra la fine degli anni 40 e gli anni 50, in vari paesi arabi, anche questi della Lega Araba di cui vi parlavo prima, si diffondono due principali dottrine politiche. Due principali movimenti politici direi. Da un lato c'è il movimento dei fratelli musulmani e altri piccoli movimenti simili che si alleano, ma magari meno rilevanti.
Dall'altro c'è il cosiddetto nazionalismo arabo. Allora, che differenza c'è? Sono entrambi due movimenti fortemente anti-occidentali. Ce l'hanno con l'Occidente, ce l'hanno con l'Europa, con l'America, che sfruttano i paesi arabi.
impoverendoli e cercando di rubare loro le risorse perché questi paesi si rendono conto di avere delle risorse importanti hanno il petrolio hanno alcune importano importanza geografica geopolitica hanno alcuni vedi comunicazione canali suez eccetera e dicono però finora noi tutte queste cose che abbiamo importanti non abbiamo goduto particolarmente perché le potenze colonialiste europee in parte americane ci hanno sfruttati per i loro interessi quindi Tutti questi movimenti ce l'hanno con l'Occidente, che tra l'altro loro ritengono finanzi anche Israele, perché Israele che è nato, sicuramente è nato ed ha retto l'urto di questa nascita un po'burrascosa, certo perché si era molto organizzato, ma soprattutto perché riceveva fortissimi finanziamenti, fortissimi aiuti, soprattutto dagli ebrei che erano magari in America, che si erano trasferiti in America, si erano alcune famiglie almeno arricchite in America. e chiaramente sostenevano lo Stato di Israele. La stessa politica americana-statunitense era, e lo sarà per molto tempo, filo israeliana. Dava un sostegno, dava un aiuto a Israele.
Allora dicono questi paesi arabi, ci avete sfruttato, ci avete rubato tutto, in più siete alleati con Israele, non andiamo tanto d'accordo. Questi due movimenti, i fratelli musulmani in particolare, sono un movimento che insiste soprattutto sull'aspetto religioso. Perché i fratelli musulmani vorrebbero creare degli stati ispirati al Corano sostanzialmente, quindi conformi di governo.
teocratiche, ok? Lo stesso nome fratelli musulmani fa capire che l'Islam ha un peso rilevante nella loro dottrina politica. L'altro movimento, quello del nazionalismo arabo, invece, generalmente ha un'identità più laica, è sempre anti-occidentale, ma più laica, meno legata alla religione, e spesso ha un certo successo in questo nazionalismo negli ambienti legati all'esercito.
E infatti, in alcuni di questi stati... Vanno a potere un po'in questi anni delle giunte militari che aderiscono a questo progetto del nazionalismo arabo, che vorrebbero slegare il loro paese dalle influenze occidentali, ma senza rafforzare troppo l'influenza dell'Islam, del mondo musulmano, creando uno stato laico che non sfoci né nella sottomissione all'Occidente né però nell'adesione eccessiva alla teocrazia. In particolare...
In particolare uno di questi leader, il più importante, è Nasser che prende potere in Egitto e che dalla metà degli anni 50 dà il via a una serie di politiche anche piuttosto aggressive, rilevanti, che sembrano segnare una novità importante in quella zona. Nel 1956, ne abbiamo parlato diffusamente, in descrizione vi metto il link se volete approfondire, Nasser sfida apertamente Francia e Gran Bretagna ad esempio, con la chiusura dei canali di Suez. e alla fine ne esce vincitore, non solo contro Francia e Gran Bretagna, ma anche in parte contro Israele che stava aiutando e sostenendo la Francia e la Gran Bretagna nel tentativo di rimettere in riga l'Egitto. Quindi Nasser diventa rapidamente l'uomo forte della zona, il dittatore, il leader militare capace però di mettere in riga, anche se magari non proprio direttamente, ma comunque di mettere in riga le potenze occidentali.
E Nasser, dopo aver risolto questa questione con Francia e Gran Bretagna, Decide di rivolgersi contro Israele perché anche lui vede in Israele un nemico, vede in Israele un pericolo e vorrebbe cancellare Israele. Tenta di trovare alleati per muovere guerra ad Israele, in particolare riesce ad allearsi in quegli anni, negli anni 60 ormai, con la Giordania e con la Siria e inizia a preparare tutto per muovere guerra ad Israele. Ha una sua bella flotta aerea, ha le sue armi pronte, insomma è ben... diciamo così speranzoso di poter sconfiggere Israele.
Ma cosa accade? Nel 1967 siamo, l'Egitto a un certo punto chiude l'accesso di Israele al Mar Rosso, mossa che lascia proprio presagire questo imminente attacco dell'Egitto e dei suoi alleati contro Israele. Israele coglie la palla al balzo e prima ancora che l'Egitto e i suoi alleati possano dichiarare guerra attacca preventivamente lei. l'Egitto e i suoi alleati. Israele muove guerra per prima e non solo muove guerra, in sei giorni vince questa guerra.
Non a caso questa è la guerra famosa come guerra dei sei giorni perché dura appena sei giorni. In sei giorni Israele stravince su tutti i fronti, distrugge la flotta aerea di Nasser prima ancora che possa decollare dall'aeroporto, sconfigge tutto quello che c'era a sconfiggere in pochissimo tempo. Questa nel 1967 è una vittoria clamorosa degli israeliani.
non la prima, non l'ultima, ma clamorosa, che lascerà anche un certo impatto emotivo nel mondo arabo, nel senso che il mondo arabo aveva davvero riposto grandi speranze in Nasser, che sembrava un uomo capace, non solo con l'esercito, non tanto con l'esercito, quanto maggiormente con la diplomazia, ma aveva tenuto testa a Francia e Gran Bretagna, a Micaratutti, in quelle zone. Eppure contro Israele viene preso completamente alla sprovvista e viene completamente sconfitto, tant'è vero che Israele... sconfigge l'egitto sconfigge gli alleati ma ne approfitta e occupa dei territori attenzione che questi sono territori molto importanti ve li mostro anche in cartina in modo che vi sia chiaro dove si trovano occupa la cis giordania cioè quel territorio che nel 1948 era stato occupato dai giordani che però teoricamente doveva far parte della palestina nel piano dell'onu occupa la cis giordania dove c'era anche gerusalemme Città che era stata inizialmente divisa in due, ma adesso gli israeliani occupano anche la parte di Gerusalemme, cioè Gerusalemme Est, che sarebbe stata destinata ai palestinesi.
Quindi occupano Cisordania e Gerusalemme, occupano le alture del Golan e occupano la striscia di Gaza. È una vittoria su tutta la linea e buona parte dei territori che sarebbero dovuti andare ai palestinesi secondo il piano nel 1947 dell'ONU, di vent'anni prima ormai sono occupati stabilmente da Israele, stabilmente ma non legalmente perché la comunità internazionale, gli stati europei e americani dicono sono territori occupati ma non sono territori di israele quindi israele sta occupando dei territori che non le competerebbero israele dice io li occupo perché da qui parte la guerra e per garantire la sicurezza di israele devo controllare questi territori sono territori dove ci sono personaggi che vogliono attaccare israele che vogliono far cadere israele io li occupo alcuni stati accettano questa occupazione a livello internazionale, intendo alcuni altri meno, ma di fatto Israele sta lì e nessuno sembra in grado di poterla cacciare da lì. Lo smacco è così forte che i palestinesi decidono di non aspettare più che siano i paesi della Lega Araba ad aiutarli, perché si è visto che i paesi della Lega Araba, anche nelle situazioni in cui sono magari intenzionati ad agire, riescono a fare poco contro Israele, che è superiore dal punto di vista tecnologico, militare, industriale, eccetera. Grazie.
E allora i palestinesi dicono bisogna che ci diamo da fare anche noi, creiamo cioè delle organizzazioni che lottino per l'indipendenza della Palestina, magari non solo attaccando Israele ma anche coinvolgendo la comunità internazionale nella questione. La principale di queste organizzazioni, quella che inizialmente riunisce varie, si chiama OLP, Organizzazione per la Liberazione della Palestina, in cui leader è Yasser Arafat, ve lo mostro se avete una certa età l'avete... conosciuto a lungo perché era un personaggio celeberrimo a un certo punto, se siete più giovani no, però sappiate che fu molto molto celebre. Questo Arafat inizia a organizzare una lotta di stampo terroristico perché all'inizio l'OLP è un'organizzazione terroristica, fa attentati contro Israele, fa anche attentati, lo vedremo tra poco, anche contro potenze occidentali. per in un certo senso obbligare queste potenze occidentali ad occuparsi della questione palestinese.
Non potete più lasciarci qui contro un Israele troppo forte, dovete intervenire, dovete fare pressione su Israele perché si aggiunga a un accordo migliore per noi. I palestinesi tra l'altro però, la gran parte di questi palestinesi sono o nei territori occupati da Israele, ma una buona parte sono in Cisgiordania, oppure al di là del Giordano. in Giordania vera e propria.
Ora, quelli che si trovano in Giordania, dove sono le basi dell'OLP, non vengono visti sempre di buon occhio dai giordani, perché l'OLP, in questi campi profughi immensi, crea una sorta di stato nello stato, si organizza da solo, non rispetta le leggi giordane, ha un suo centro di potere autonomo, sembra, ripeto, davvero uno stato nello stato. E già nel 1970, quindi poco dopo la guerra dei sei giorni, Il re giordano Hussein decide di intervenire, non può più sopportare che i palestinesi in Giordania facciano come vogliono anche perché Israele fa pressioni sulla Giordania visto che dalla Giordania arrivano molti attacchi terroristici verso Israele e appunto nel 1970 re Hussein fa scattare un'operazione che viene chiamata Operazione Settembre Nero che di fatto espelle i palestinesi dal territorio giordano I palestinesi se ne andrebbero a andare da questi campi profughi, devono lasciare il paese e generalmente la maggior parte di loro si rifugia in Libano, quindi il territorio, guardate la cartina, di nuovo proprio a nord di Israele. Libano è sempre vicino a Israele, da lì l'OLP continua a minacciare Israele, a fare attentati, eccetera.
Nel frattempo fa anche attentati, come vi dicevo, nel resto d'Europa e del mondo. Tirottano aerei, fanno azioni di questo tipo, ma sicuramente l'attentato più celebre, famoso, più anche famigerato dell'OLP ha luogo nel 1972 a Monaco di Baviera, dove si tengono le Olimpiadi e durante le Olimpiadi di Monaco un gruppo di terroristi palestinesi prima rapisce e poi sostanzialmente uccide alcuni atleti israeliani che erano lì per le Olimpiadi. Anche questo gesto detta un certo scalpore.
nell'opinione pubblica, mondiale, eccetera, ma di fatto non porta a grandi miglioramenti perché la situazione rimane sempre così. Israele domina sui territori, ha i suoi territori dello Stato Israele, domina anche sui territori occupati. Per i palestinesi non c'è sostanzialmente posto.
O vivono, ripeto, in questi territori occupati dagli israeliani, o se ne stanno a nord, in Libano. E anzi, in Libano creano anche tutta una serie di problemi, perché in Libano Convivevano già etnie molto diverse, ci sono cristiani, ci sono musulmani sciiti, ci sono musulmani sunniti, arrivano i palestinesi che sono sunniti e arrivano in gran numero e questo altera molto gli equilibri. Già nel 1975 infatti in Libano scopre una guerra civile tra cristiani, sciiti e musulmani.
Sunniti e così via. Un guardia civile che durerà molti molti anni. In tutto questo panorama già così complesso rientra in gioco anche l'Egitto.
Nasser è morto, nel frattempo gli è succeduto quello che era prima il suo braccio destro Sadat e nel 1973, quindi siamo all'inizio degli anni 70, poco dopo settembre nero, nel 1973 Sadat decide di fare una nuova guerra contro Israel. Stavolta l'Egitto decide di... allearsi di nuovo con la Siria ma soprattutto di agire un po'd'astuzia in un certo senso, di non dare troppo preavviso a Israele, memory di quello che era accaduto nella guerra dei sei giorni, ma di attaccare gli israeliani in un momento in cui gli israeliani stessi possano essere meno pronti e meno preparati. Infatti l'attacco dell'Egitto e della Siria parte durante la festa dello Yom Kippur, festa tradizionale ebraica.
Difatti questa guerra passerà alla storia come la guerra del Kippur. In cosa consiste questa guerra? Gli Egitti si riattaccano, riescono anche a ottenere qualche parziale vittoria, l'Egitto riesce a riprendersi una parte del Sinai che era stato occupato da Israele, ma sono comunque conquiste piuttosto moleste, perché dopo l'iniziale così sbando israeliano che non si aspettava questo attacco, Israele riesce a replicare e riesce a tenere molto bene le linee, quindi c'è qualche parziale vittoria appunto araba, ma poca roba tutto sommato. E di nuovo Sadat che aveva provato a fare quello che Nasser aveva provato a fare pochi anni prima si deve rendere conto che battere Israele non è affatto facile e anzi da lì in poi Sadat e l'Egitto in generale decidono di cambiare strategia.
Invece di continuare a fare guerre contro Israele e perderle o comunque non riuscire a vincerle in maniera chiara meglio cercare di scendere a patti. E infatti dalla metà degli anni 70 parte una trattativa tra Egitto e Israele mediata dagli Stati Uniti, che si fanno da mediatori, per arrivare a degli accordi. Accordi che si concretizzano nel 1978, fine decennio, a Camp David in America, Stati Uniti, dove Sadat e Israele si riconoscono reciprocamente. Sadat riottiene l'Israele tutto e Sinai, che Israele c'era volentieri, in cambio del riconoscimento.
Fino a quel momento nessun paese arabo aveva riconosciuto lo Stato di Israele, cioè riteneva che lo Stato di Israele fosse legittimo. Secondo tutti gli stati arabi, lo Stato di Israele era illegittimo, andava spazzato via. Per la prima volta un membro della Lega Araba, l'Egitto, riconosceva invece il diritto di Israele ad esistere e di fatto sembrava preparare un periodo di distensione, di pace, almeno tra Egitto e Israele.
Egitto riteneva qualcosa, Israele otteneva questa accettazione che voleva da tempo, sembrava un buon primo passo per costruire qualcosa di più solido con l'andare del tempo. Cosa accade però? Che la situazione rimane caotica perché già appena tre anni dopo, nel 1981, Sarat viene ammazzato da un fanatico arabo che lo considera un traditore per essere sceso a patti con gli israeliani e in più, come vi dicevo, in Libano la situazione degenera. Al 75 c'è una guerra civile in Libano, ma dal 1982, quindi poco tempo dopo rispetto al dato che vi ho detto, Israele invade il Libano da sud. Decide che non si può più sopportare che...
In Libano ci sia una guerra civile e soprattutto ci siano le basi dell'OLP da cui continuano a partire attentati verso Israele. Israele invadi il Libano e complica ulteriormente le cose perché la guerra civile degenera. Gli israeliani generalmente si alleano con i cristiani libanesi contro i musulmani. È una guerra che sembra non finire mai, una guerra terribile.
che presenta anche alcuni massacri importanti, il più famoso di tutti è il massacro di Sabra e Shatila che è un massacro che si verifica alla periferia di Beirut, la capitale libanese, contro profughi palestinesi e profughi sciiti locali, quindi civili, che vengono ammazzati dall'esercito cristiano libanese con però la complicità, l'appoggio, il sostegno indiretto dell'esercito israeliano. massacri terribili, poi la situazione rigenera così tanto che proprio poco tempo dopo decide di intervenire in Libano una forza di pace internazionale di cui fa parte anche l'Italia per mettere fine a questo conflitto in Libano. Però capite che è un disastro, è un disastro perché appena si mette a posto un tassello la conflittualità risale, ricompare da altre parti. La Palestina, i palestinesi vogliono i territori, vorrebbero la nascita dello Stato palestinese, vorrebbero...
una loro indipendenza da Israele, vorrebbero, certe frange anche più estreme, cancellare Israele. Gli israeliani non vogliono più nessun attentato, non vogliono più nessun atto terroristico da parte dell'OLP. C'è da dire che in questi anni Ottanta qualche segnale inizia a esserci, perché lo stesso Arafat, il leader dell'OLP che vi ho citato prima, sembra mostrarsi un po'più aperto, un po'più disponibile ad alcune trattative.
Cioè la via del terrorismo sembra che si possa forse mettere da parte e che si possa arrivare a intavolare dialoghi con Israele per ottenere qualcosa. Cioè che l'OLP possa rinunciare al desiderio di distruggere Israele, capendo anche che è completamente irrealizzabile, ma possa accettare un compromesso. E il compromesso potrebbe essere la nascita di uno Stato palestinese.
magari in quei territori che inizialmente erano stati destinati alla palestina cioè la cis giordania ve la mostro un nuovo e la striscia di gas a questi due territori potrebbero essere la base dello stato palestinese lo lp sembra almeno nelle sue frange più moderate disponibile a cercare una trattativa su questi punti israele proprio momento non ne vuole parlare israele ritiene le piacono un'organizzazione terroristica e non vuole scendere affatto a trattativa Quindi gli anni 80 sono anni difficili. In più c'è da dire che nel 1987 nei territori occupati, cioè territori quelli che dopo la guerra dei sei giorni Israele aveva occupato ma che teoricamente dovevano aspettare i palestinesi, in questi territori si scatena la cosiddetta prima intifada. Questa intifada, ce ne sarà anche un'altra di cui parleremo tra qualche minuto, è una sorta di protesta popolare barra guerriglia che viene scatenata dalla popolazione civile palestinese contro gli israeliani. con mezzi di fortuna per lo più, ad esempio il lancio di pietre. È una forma di protesta violenta, ovviamente, che non ha un obiettivo concreto, perché gli israeliani hanno l'esercito, queste sono donne, bambini, ragazzi che lanciano pietre, che però è abbastanza emblematica del malcontento e anche della frustrazione della popolazione palestinese e dell'orio sempre più forte contro gli israeliani.
Gli anni 80 scivolano via in questa maniera, ma qualcosa inizia a cambiare nei primi anni 90. Perché? Perché Arafat, il leader dell'OLP, fa una svolta ancora più netta verso la moderazione e sembra davvero proporsi come un interlocutore possibile per Israele. Vuole riuscire a trovare degli accordi. Israele stesso sembra più aperto perché dovete... questo.
In Israele ci sono molti partiti, ancora oggi il Parlamento è molto diviso in tanti partiti, ma forse i due partiti maggiori che si contendono la leadership negli anni 80-90 e i primi anni 2000 sono da un lato il Likud e dall'altro il Partito Laborista. Il Likud è un partito di destra nazionalista, quindi di solito fortemente avverso ad ogni trattativa con i palestinesi. È un partito Ripeto, nazionalista non vuole trattative, non vuole lo Stato palestinese pugno duro, spesso, quasi sempre, guerra se vogliono contro i palestinesi se continuano ad attaccarci.
Questa è la linea storica del Likud. Invece il partito laburista, che è un partito di centro-sinistra, è tendenzialmente sempre stato più aperto a cercare soluzioni pacifiche. Certo, dopo anche il partito laburista ha fatto le sue azioni militari, non è che rifiuti l'azione militare sempre e comunque. Però... rispetto all'Ikud è più moderato.
Ecco, nei primi anni 90 al governo di Israele c'è il partito laburista e Arafat sembra più disponibile, cioè c'è una concomitanza di elementi che fanno sì che si possa forse intavolare una discussione e di nuovo gli Stati Uniti si pongono come mediatori, cercando di trovare un accordo, una soluzione pacifica tra i due contenenti, in modo che questa guerra, perché alla fine è una guerra che continua dal 1948, siamo ai primi anni 90, sono passati 45 anni, possa trovare forse una parziale soluzione. Queste trattative lunghe, difficili, difficoltose, trovano un primo punto decisivo a Oslo, in Norvegia, dove si firmano degli accordi. In realtà ci sono vari incontri in varie città, ma alla fine gli accordi vengono firmati a Oslo, quindi sono famosi come accordi di Oslo. Siamo al 1993. A fare la mediatore tra i due, Arafat e Israel, adesso vi dirò chi c'è, In mezzo c'è Bill Clinton, presidente statunitense, che si è impegnato e speso molto per trovare questa soluzione. Arafat rappresenta l'OLP palestinesi.
Per rappresentare Israele ci sono Shimon Peretz e Isaac Rabin. Sono due leader del partito laburista israeliano che appunto sono dimostrati favorevoli ad un accordo. L'accordo viene trovato.
Cosa prevede questo accordo? Prevede intanto una pacificazione, non cessate il fuoco, ma soprattutto prevede che Israele si ritiri da alcune zone, in particolare dalla striscia di Gaza e dalla Cisjordania, quei due territori di cui abbiamo parlato varie volte, e per far sì che in quei territori possa nascere una forma di parziale autogoverno palestinese. Nasce cioè l'autorità nazionale palestinese che dovrebbe essere Diciamo l'anticipazione di un futuro Stato palestinese.
Non è ancora lo Stato, però dice io mi ritiro da una parte di questi territori e voi vi autogovernate, proviamo a vedere come va, facciamo un esperimento, questo è un po'il senso. In realtà poi il meccanismo è piuttosto complesso perché tutti questi territori vengono divisi in tre zone, zona A, zona B, zona C. Nella zona A c'è piena autorità dell'autorità nazionale palestinese, nelle altre ci sono dei compromessi. È complesso e anche inutile.
L'importante è capire che... in una parte di questi territori Non tutti, ma una parte. Israele consente che nasca una forma di autogoverno palestinese che dovrebbe poi nel corso del tempo forse diventare, trasformarsi, uno stato vero e proprio. Ma intanto partiamo cauti.
È già un bel passo avanti. È il miglior passo avanti che si sia fatto nei 40 anni precedenti, obiettivamente. E infatti, a livello mondiale, c'è un certo entusiasmo per questa soluzione.
Soluzione che però, chiaramente, da sola non può bastare. cioè l'impegno è quello adesso firmiamo questi patti a oslo questi accordi tra qualche anno vediamo tra qualche anno li aggiorniamo tra qualche anno vediamo se possiamo fare anche i passi successivi perché ovviamente questo è il primo passo di un percorso che dovrebbe continuare negli anni successivi infatti prima della fine della sua presidenza nel 2000 clinton tentò di fare il secondo passo nel 93 aveva aperto con questo importante accordo nel 2000 voleva arrivare a completare l'opera e riesce a portare in America, stavolta a Camp David, quella stessa località dove si erano svolti gli incontri tra Egitto ed Israele, sia gli israeliani di nuovo, sia i palestinesi, per trovare un accordo. Per l'OLP, per i palestinesi, c'è di nuovo Arafat, che è il vecchio leader, è ancora presente. Per gli israeliani non ci sono più Rabin e Peresh, ma c'è un nuovo leader, l'Abulista, che si chiama Barak.
Ora, Barak su forti pressioni di Clinton offre un accordo ai palestinesi che sembrerebbe molto favorevole ai palestinesi, cioè offre la nascita dello Stato della Palestina, quindi non più autorità nazionale con autogoverno ma uno Stato vero e proprio, nella Sicilia di Gaza e nella Sicilia Ordeale a concapitare Gerusalemme Est, cioè quella parte di Gerusalemme abitata principalmente da arabi che gli alabini vendicavano da tempo come loro capitale di un ipotetico stato. Quindi sembra dare ai palestinesi quello che i palestinesi vorrebbero, quello che hanno richiesto da molto tempo. Arafat però non accetta, rifiuta la proposta, in modo che verrà poi ampiamente criticato dagli osservatori internazionali perché era una proposta di quelle che non si potevano rifiutare. Ma Arafat e i suoi problemi anche lui, perché all'interno dell'OLP o meglio del mondo palestinese, non tutti sono d'accordo con la sua linea. La sua linea è stata quella di trovare dei compromessi con Israele e però questa linea non ha sempre funzionato.
Si è molto mal contento anche nei territori palestinesi in questi anni e dicono adesso Israele ci vuole dare un contentino, non dobbiamo ottenere di più, non dobbiamo scendere a compromessi. Lo stesso era fatto a Tentenna e la scarsa decisione che era fatta in questo caso è deleteria perché il rifiuto di questi accordi, gli accordi... di Camp David non si fanno, ha un fallimento quell'incontro non si arriva a qualche risoluzione ma a poca cosa rispetto a quello che Clinton voleva ottenere e paradossalmente il fallimento di quegli accordi alimenta i nemici di Arafat e di Barak perché cosa succede?
per quanto riguarda il mondo palestinese inizia a crescere sempre più forte un nuovo partito nuovo per modo di dire, un partito che si fa più grande che è il partito di Hamas di cui avete sentito parlare molto anche in questi giorni. Hamas È un partito palestinese legato ai fratelli musulmani, di cui parlavamo all'inizio se vi ricordate, quindi di stampo più fortemente religioso, un partito che non vuole scendere a patti con Israele, o almeno per molto tempo non ha mai voluto scendere a patti con Israele. Negli ultimi tempi ogni tanto ha avuto qualche parziale apertura, però è un partito molto più duro rispetto alla linea di Arafat, un partito che in certe fasi ha proposto la Jihad, la guerra santa contro Israele. che è ritenuto anche un gruppo terroristico da molte nazioni nel mondo. Hamas.
Quindi Arafat che è diventato più moderato ha adesso la difficoltà di Hamas che invece è più estremista di lui. Tenete conto che Arafat tra l'altro morirà nel giro di pochi anni. L'OLP avrà come partito di riferimento un partito che si chiama Al-Fatah o Fatah e basta, l'ho sentito nominare spesso, che sarà l'oppositore di Hamas. Praticamente nel mondo palestinese ancora oggi ci sono in realtà Tanti gruppi, ma i due principali sono Fatah e Hamas.
Fatah è quello più moderato, quello che vorrebbe trovare una soluzione pacifica al solito conflitto con Israele e avere certi riconoscimenti, anche se poi anche Fatah, quando Israele fa certe mosse, si arrappia ovviamente. Hamas è quello più oltranzista, quello più duro, quello che non vuole scendere a compromessi, quello che vuole arrivare alla lotta armata contro Israele. il fatto che Arafat alla fine non trovi questi accordi finisce per rafforzare Hamas che dice vedete che con Israele non si arriva da nessuna parte, che con la linea di Arafat non si arriva da nessuna parte, dobbiamo fare la lotta, dobbiamo combattere, fare azioni terroristiche, fare guerra. Quindi si rafforza Hamas che da lì in poi inizierà a crescere, soprattutto in certe zone della Palestina, del territorio palestinese.
Dall'altra parte anche i laboristi israeliani vanno fortemente in crisi perché Balak aveva offerto quasi tutto quello che poteva offrire direi ai palestinesi, i palestinesi non hanno accettato l'offerta e da lì in poi la destra israeliana dice beh è il nostro momento infatti poche settimane dopo il fallimento delle trattative di Camp David scatta un'azione fondamentale, bisogna capire, della destra israeliana, del Likud questo partito che vi citavo prima di destra il leader del Likud che si chiamava all'epoca Ariel Sharon che poi sarebbe diventato anche primo ministro adesso in questa fase all'opposizione, decide di farsi una passeggiata nella spianata delle moschee. La spianata delle moschee è una spianata dove ci sono delle moschee ovviamente, ma è una zona assai delicata di Gerusalemme Est. È la zona dove ci sono appunto le moschee ma rivendicata dai palestinesi e...
dagli israeliani perché viene ritenuta sacra sia dai palestinesi sia dagli israeliani. Ci sono moschee però, quindi è frequentata soprattutto da palestinesi. Si trova nella zona di Gerusalemme che dovrebbe stare alla Palestina, perché come ho detto Gerusalemme secondo gli accordi ancora dell'ONU e secondo anche questo piano appena rifiutato Gerusalemme è stata andata ai palestinesi, quindi sarebbe stata una palestinese. Ma Sharon, leader dell'Ikud, ebreo nazionalista, fa questo giro alla spianata? che viene visto dai palestinesi come una provocazione.
Cioè questo viene qua a far vedere che lui può passeggiare nei nostri territori, può passeggiare nei nostri quartieri, può passeggiare nei nostri luoghi sacri, come a dire, ragazzi miei, questi territori, state attenti, ce li prendiamo noi. Adesso voi potreste dire, ma mia che per malosi palestinesi. Ma forse anche un po'per malosi sì, ma l'intento era quello. Sharon voleva provocare, Sharon fa quel giro apposta per provocare.
il risentimento dei palestinesi per quello che sta facendo. Tenete conto che tra l'altro quel territorio, la spianata delle moschee, è controllato, dovrebbe essere controllato, dalle truppe giordane, perché in base ad accordi che c'erano negli anni precedenti, la Giordania si impegnava a mantenere questa spianata delle moschee, che è un luogo sacro, quindi sono moschee, luoghi di culto, a mantenerla libera da contrasti tra israeliani e palestinesi. Questa passeggiata di Sharon, ripeto, viene vista come una cosa provocatoria e infatti i palestinesi, gli arabi locali regiscono molto male, scatta la cosiddetta seconda intifada.
Dopo quella degli anni 80 c'è un'altra dal 2000, 2004, 2005 che porta a scontri continui, sassi ma anche armi rudimentali dei palestinesi contro gli ebrei, ci sono alcune migliaia di morti soprattutto tra i palestinesi e soprattutto tra i civili palestinesi perché Come spesso accade, i palestinesi attaccano ma non hanno i mezzi per poter reggere l'urto con Israele, che ha invece un esercito molto molto preparato, e i morti non sono mai equilibrati in queste lotte, in queste guerre, anche in queste guerriglie urbane dell'intifada. Sono sempre molto più preponderanti il numero di morti dei palestinesi. Certo, ci sono anche dei morti israeliani, ma le proporzioni sono nettamente da una parte.
Tenete conto che questa passeggiata di shalana alla spianata delle moschee non è l'unico atto provocatorio che la destra israeliana compie contro i palestinesi. Nella zona di Jerusalem Est, e questo lo dico perché tra poco lo riprenderemo, i coloni israeliani continuano a acquistare terreni, costruire case, cercare di... aumentare la loro presenza non solo a Gerusalemme Est ma anche in alcuni territori della Cisgiordania e così via perché lo fanno perché l'idea è questa finché in queste zone del paese ci sono tutti arabi se in futuro si arriverà a un compromesso queste zone andranno ai palestinesi perché è ovvio quando si arriverà un accordo tra israele e palestina si dirà vediamo chi ci abita lì chi ci abita la qua ci sono solo arabi qua ci sono solo israeliani allora questo territorio lo diamo alla Palestina, questo territorio lo diamo a Israele. Ma se io vado a costruire case in mezzo a dove stanno gli arabi e ne costruisco sempre di più tanto, ho soldi, compro terreni, mi espando, riduco la presenza araba, li sfratto, li mando via, allora quando si tratterà di dividere i territori si dirà ma lì chi ci sta?
Beh, ci stavano i palestinesi ma adesso sono tutti ebrei e allora questo territorio, questo quartiere, questa zona finisce nello Stato di Israele. Capite? È una sorta di colonizzazione graduale, provocatoria, fatta con la forza dei soldi perché Israele, c'è da dire, è molto più ricco, infinitamente più ricco dei palestinesi.
La cittadinanza palestinese è estremamente povera, la cittadinanza ebrea è molto più benestante, molto più ricca. Quindi certi gruppi possono permettersi queste cose. Certo sono i gruppi più di destra che fanno queste cose, quelli nazionalisti, che vorrebbero cacciare.
gli arabi e però questo loro atteggiamento finisce per risultare provocatorio ovviamente dall'altra parte e provocare una reazione spesso anche scomposta anche terroristica in certi casi dei palestinesi che poi provoca tutta una serie di reazioni questo lo si vede anche dopo perché negli anni successivi intanto Sharon diventa poi capo del governo perché poco dopo si fanno le elezioni i laburisti prendono una batosta clamorosa e vince il Likud quindi la strategia di Sharon di provocare i palestinesi per mettere in difficoltà i laburisti funziona va al governo usa il pugno duro però in realtà qualche anno dopo nel 2005 Sharon decide il ritiro unilaterale di Israele da alcuni territori dalla striscia di Gaza e da un certo territorio in Cisgiordania un buon numero di territori in Cisgiordania in quei territori c'è quindi l'autorità palestinese che ormai non ha più quell'autogoverno parziale perché appena fuori c'erano gli ebrei adesso gli ebrei se ne stanno andando Anche le case dei coloni vengono sgomberate. Insomma, ci sono solo i palestinesi. E i palestinesi dicono, beh, ma allora il nostro Stato palestinese finalmente c'è. Piccolino, perché non è tutto quello che volevamo, ma almeno qualcosa c'è. E in effetti, negli anni successivi, vari paesi internazionali riconoscono la nascita dello Stato palestinese.
L'Unione Europea, ad esempio, riconosce lo Stato palestinese. E nel 2012 anche l'ONU, pur non riconoscendo completamente... lo Stato palestinese dà però alla Palestina un seggio da osservatore permanente all'ONU, non è un seggio da paese membro vero e proprio, però osservatore permanente è già un passo avanti, un parziale riconoscimento di questo nuovo Stato.
Dite bene, quindi lo Stato palestinese è nato finalmente, magari non è la migliore delle soluzioni, ma è un passo avanti. Sì e no, sicuramente non l'ha fatto un passo avanti, ma a quel punto il problema nuovo nasce all'interno. dei territori palestinesi perché negli anni tra il ritiro degli israeliani e questi primi anni dieci succede qualcosa, cioè nel 2006 e nel 2007 arrivano in ferri corti due principali partiti palestinesi Fatah che vi ho già citato più moderato, partito di Arafat che ormai è morto e Hamas invece il partito più oltreanzista che vuole la guerra alle elezioni anzi perché si svolgono poi le elezioni in questi territori palestinesi Nel 2006 Hamas riesce a superare per la prima volta Fatah, ma non è solo superare di poco, in realtà arrivano quasi alla pari, ma questo arrivare alla pari in realtà è geograficamente molto particolare perché Hamas è fortissimo nella striscia di Gaza.
faccio rivedere la cartina giusto per capire, lì Hamas è fortissimo mentre Fatah è molto forte in Cisgiordania dall'altra parte cosa accade? Che viene quasi spontaneo dire Hamas controllerà la striscia di Gaza, Fatah controllerà la Cisgiordania e infatti nella striscia di Gaza nel 2007, nel giugno del 2007 si arriva a uno scontro molto molto forte una sorta di guerra civile tra Fatah e Hamas, si ammazzano a vicenda Fino a che Hamas riesce a vincere questo scontro, sconti che durano pochi giorni, ma riesce a vincere questi scontri, caccia Fatah dal fischio di Gaza e prende il pieno possesso di questa striscia. E da qui Hamas inizia ad agire perché da questo punto avendo il potere in quella zona inizia, ed è una cosa che abbiamo visto anche in questi giorni, a sparare missili contro Israele.
Lancia centinaia e centinaia di missili contro le città israeliane. per provocare di nuovo una guerra, per regolare i conti con Israele, perché Hamas non è favorevole a compromessi. Hamas vuole uno Stato palestinese vero e proprio e l'abbattimento dello Stato israeliano.
Missili, missili, missili, si va avanti e l'escalation arriva nel 2014. Quando Israele decide di reagire, proprio in un momento in cui anche questi missili che vengono scagliati sono parecchi, nasce l'operazione Margine di Protezione, così viene chiamata dagli israeliani. Gli israeliani iniziano a bombardare Gaza con i loro aerei, con la loro aviazione, con i loro missili, molto più precisi dei missili di Hamas, perché i missili di Hamas sono missili assai rudimentali, che non ottengono granché. L'operazione funziona per Israele, vince Israele, come era inevitabile. Ci sono circa 2000 morti tra i palestinesi, circa due terzi civili. Dico due terzi perché è la stima dell'ONU.
In realtà i palestinesi dicono anche più di due terzi, gli israeliani dicono meno di due terzi, molto meno di due terzi, l'ONU dice circa due terzi, quindi noi prendiamo la stima che è forse quella più accreditata perché è di un ente terzo. Due terzi di duemila persone vuol dire mille e duecento persone circa, civili, donne e bambini. Perché?
Perché i missili israeliani sono intelligenti, ma sono intelligenti fino a un certo punto, tentano di colpire le basi di Hamas, ma le basi di Hamas sono in palazzi dove vivono anche altre persone. poi non sempre colpiscono quello che devono colpire, insomma è di nuovo l'ennesimo caso di una strage. Questo 2014 era finora l'ultima grande lotta armata tra Israele e i palestinesi, ma come abbiamo visto in questi giorni si sta andando verso qualcosa di simile a quello che era accaduto nel 2014 e a quello che era accaduto sette anni fa. E adesso vi spiego molto brevemente perché il video è già abbastanza lungo perché. Cos'è accaduto in questi giorni?
Tutto è nato, anche se le tensioni sono sempre sotterranee, ci sono da molto tempo, eccetera, ma le cose più importanti sono sorte in questo maggio 2021. Perché cos'è accaduto? Intanto c'è un problema con un quartiere di Jezolam Est che si chiama Sheikh Jarrah. In questo quartiere, che è un quartiere quindi a maggioranza araba palestinese, perché è nella zona, ripeto, abitata principalmente dagli arabi e dai palestinesi, in questa zona da tempo...
Dei coloni ebrei stanno tentando di comprare terre. Come avevo già detto, è una cosa che a volte l'ultra-destra israeliana fa. E dopo aver comprato appunto delle terre, è successo un caso ancora qualche mese fa di alcune famiglie palestinesi sfrattate dalle loro case da parte di ebrei perché gli ebrei vogliono prendere possesso di queste case, di alcuni di questi appartamenti per aumentare la loro presenza nel quartiere. Le famiglie palestinesi hanno fatto ricorso.
alla corte costituzionale insomma c'è una diatriba giudiziaria in corso ma lì c'era tensione e si aspettava la sentenza della corte costituzionale per eventualmente far partire le proteste dell'uno o dell'altra parte ma nell'attesa di questa sentenza che non è ancora arrivata i gruppi nazionalisti israeliani hanno organizzato per i primi di maggio una marcia nei quartieri di cerusola in mest quindi quelli a maggioranza araba Per celebrare l'occupazione di Jerusalem, è alla fine della guerra dei sei giorni. Visto che è l'anniversario della guerra dei sei giorni, questi gruppi di estrema destra, nazionalisti, vogliono fare una marcia per dire, festeggiamo che abbiamo occupato i vostri territori. È un atto ovviamente provocatorio, perché vanno a marciare in mezzo alla casa degli Arabi a dire, noi festeggiamo che voi siete finiti sotto il nostro controllo.
Cos'è successo? Erano i giorni tra l'altro del Ramadan, e la popolazione palestinese Una parte della popolazione palestinese ha protestato, soprattutto ha protestato nella spianata delle moschee, dove tra l'altro si recava anche per la preghiera, visto che era il Ramadan, occupando la spianata delle moschee. L'esercito israeliano, la polizia israeliana, preoccupata da questo ammasso di persone che potevano forse dar vita a proteste violenti, ha reagito con la forza cercando di disperdere la folla ma non ha disperso la folla palestinese con metodi teneri ha usato gas ha usato granate stordenti ha usato mezzi piuttosto duri non solo queste granate stordenti non sono solo state buttate sulla popolazione nello spiazzo nelle zone aperte ma anche dentro alle moschee pare una moschee in particolare sono anche delle foto delle immagini che fanno vedere proprio che queste granate che entrano all'interno della moschee di Al Aqsa Quindi è anche non solo una brutalità, perché il popolo palestinese ovviamente già era in fervorato, figuratevi, ma per di più all'interno di una mosca in un luogo sacro è ancora più offensivo, ancora più motivo di... quindi la popolazione palestinese ha continuato a protestare in forme sempre anche più dure ma da Gaza, dall'altra parte, avete visto le cartine da una parte, Gaza dall'altra ma da Gaza a massa ha ricominciato a lanciare i razzi, sempre più razzi tanti tanti razzi. Israele sulla città di Gaza ha un embargo cioè impedisce che arrivi a Gaza materiale bellico.
Allora ci si è detti anche come fanno questi di Hamas a Gaza ad avere tutti questi missione? Stanno mandando a centinaia centinaia? Beh è quasi certo che esistono i tunnel sotterranei che collegano la città di Gaza all'Egitto e forse addirittura arrivino, anzi senza forse, arrivano sicuramente materiale bellico iraniano. Egitto e Iran paghiano aiutare a massa danno materiale bellico che poi però pare venga assemblato direttamente a Gaza da personale palestinese velocemente addestrato a formare questi missili sono missili ancora rudimentali non rudimentali come una volta sono un po'meglio della volta scorsa nel 2014 ma comunque abbastanza rudimentali assemblati, fatti arrivare le loro componenti tramite questi tunnel, poi assemblati in loco e sparati verso le città israeliane.
Alcuni di questi razzi, di questi missili, hanno una citata relativamente corta di pochi chilometri, alcuni però vanno anche a centinaia di chilometri di distanza e possono puntare su Tel Aviv e su altre città importanti di Israele. Sono pericolosi questi missili di Hamas? Sì e no.
Certo, se ti arrivano centinaia di missili contro, bisogna anche capire che... Per un israeliano anche moderato, per esser arrivare i missili in testa non è che sia proprio una passeggiata. Quindi sicuramente il continuare a lanciare missili è a sua volta un atto provocatorio perché Hamas vuole provocare una guerra, vuole uno scontro.
E Hamas sta facendo di tutto per arrivare allo scontro. Il governo israeliano, che è capitanato da Netanyahu al momento, dell'Ikud, sempre di quel partito di destra nazionalista, Forse vuole una guerra anche esso, forse no, vedrà nelle prossime settimane se vuole davvero lo sconto, ma sicuramente vuole mostrarci forte, perché è un partito di destra che vuole mostrare la forza di Israele che non scende a parti con i palestinesi, eccetera. Qua abbiamo due forze che non sono quelle più adatte al compromesso, che non sono quelle più adatte a trovare una soluzione pacifica, questo voglio dire. Comunque Hamas spara sti razzi, vi dicevo sono pericolosi, in parte sì, sono sempre razzi, a volte possono colpire delle case, possono colpire dei civili. anche perché non sono missili intelligenti direzionati in vano e quello che beccano beccano, ovviamente.
C'è da dire che però sono pericolosi solo fino a un certo punto perché Israele risponde ad un sistema di protezione da questi missili che è il più avanzato del mondo, è chiamato Iron Dome ed è capace di intercettare la stragrande maggioranza di questi missili. Probabilmente l'80-90% di questi missili Non c'è un numero preciso, ma per farvi capire la quantità, forse anche di più del 90% di questi missili viene bloccato da Iron Dome. Quindi solo una piccola parte di questi razzi riesce a penetrare davvero la barriera difensiva e riesce a colpire in Israele.
Infatti c'è qualche morto, bisogna anche dirlo, non però numeri esorbitanti, per fortuna finora. Israele, dal conto suo, ha già iniziato a reagire con missili, stavolta intelligenti, ha battuto dei palazzi, ci sono stati dei morti anche nel... nella striscia di Gaza più numerosi dei morti di Israele, come spesso vi dicevo accade perché Israele ha una potenza di fuoco, una potenza militare enormemente superiore rispetto alla Palestina. Al momento questa è la situazione, una situazione che potrebbe però degenerare perché gli animi sono caldi, perché Hamas non sembra essere disposto a smettere, perché Israele non sembra essere disposto a smettere, perché sembra che ci stia...
per riverificare quello che si era già verificato nel 2014, ci possa essere una seconda fase. E all'ilà di questa seconda fase è che la situazione di Israele e Palestina non si ha per niente superata e ci vorrà ancora molto tempo. Di solito a questo punto si chiede sempre che ha la colpa, perché alla fine ho visto nei social tante cose in questi giorni, bandiere palestinesi, bandiere israeliane, hanno ragioni i palestinesi, hanno ragioni gli israeliani. Se uno guarda alla storia, ai fatti e a quello che è avvenuto, si rende conto che è una faccenda complicatissima, una faccenda davvero ingarbugliata, in cui per carità, per carità, ognuno di noi può, tra virgolette, parteggiare per una parte, è anche lecito, è anche giusto dire io vorrei che questo popolo avesse quello che ha diritto di avere. Che so, non che dica i palestinesi hanno diritto di avere un paese in cui vivere in pace.
Possiamo essere noi completamente d'accordo, penso, generalmente. Come uno può dire, gli israeliani hanno diritto a non vedersi piombare del cielo razzi sulla testa tutte le volte. Verissimo.
Però vi rendete conto che sia gli israeliani sia i palestinesi a volte hanno in parte magari misure diverse, però hanno entrambi, almeno non dico i popoli, ma una parte di quei popoli hanno delle responsabilità anche in queste recrudescenze, in queste nuove conflittualità e nel mancato avanzamento del processo di pace. Il processo di pace che è lungo, è necessariamente lungo. Ma che è stato estremamente accidentato in questi anni, che ha fatto dei passi avanti e poi sempre dei passi indietro e non si è mandato avanti. Il problema, ripeto, è che al momento sia in Israele sia in almeno una striscia di Gaza, in Palestina, soprattutto una striscia di Gaza, sono al potere e hanno maggior forza le forze che non vogliono un compromesso, che non sembrano volere un compromesso.
Poi, ripeto, entrambe le forze, sia il Kurd sia Hamas, sono state capaci in certi momenti anche... di cambiare momentaneamente linea politica, di ammorbidirla a seconda delle esigenze, quindi non è detto che per forza finisca tutto male. Può anche darsi che ci siano dei compromessi, dei passi avanti, però sono difficili e soprattutto è difficile che questi due paesi trovino dei compromessi da soli.
Senza la mediazione di qualcuno, tutte le volte nel passato, l'abbiamo detto, in cui si sono fatti dei passi avanti è stato grazie alla mediazione, anche forte, di qualche soggetto importante, gli Stati Uniti, Unione Europea che potrebbe avere un ruolo in questo, altri soggetti. Se queste potenze internazionali forti si impegnano, anche con dei costi ovviamente, perché impegnarsi vuol dire pagare poi lo scotto dei fallimenti, eventualmente faticare, eccetera, ma si impegnano, c'è forse una possibilità di qualche passo avanti, se non si impegnano o si stanno a guardare, la situazione diventa estremamente difficile, perché, ripeto da soli, è difficile che uno dei due continenti faccia un passo verso l'altro soprattutto finché al governo ci sono queste forze. ecco basta il video non è durato un'ora è durato parecchio di più però bisognava dare una panoramica e spero che sia il più completa possibile il più obiettiva possibile e che vi aiuti anche a capire un po le dinamiche che si sono succedute nel corso del tempo e anche sono in gioco in questi mesi in queste settimane. per il momento ci fermiamo qui in descrizione vi ricordo che trovate i capitoletti così se volete saltare da un punto all'altro o riascoltare alcuni pezzi potete farlo ci sono anche i link all'altri video che ho citato, alle risorse, un sacco di roba interessante ci vediamo presto per nuovi altri video di storia, filosofia, educazione civica e ogni tanto anche di attualità ciao alla prossima