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Cinema e rappresentazione femminile

Benissimo, allora buongiorno a tutti, bentrovati, iniziamo la lezione. Saluto anche chi è a casa indifferita, so che siete un po'. Giustamente il sabato pomeriggio pochi riescono proprio a seguire in presenza. Allora, continuiamo questo viaggio nelle conferenze di approfondimento. Stavo appunto giusto dicendo ai vostri colleghi che sto organizzando questo corso da giugno. sulle donne, sulla rappresentazione femminile nel cinema italiano degli anni sessanta con collegamenti alla storia dell'arte, insomma un bel corso d'approfondimento e stavo appunto dicendo che di non preoccuparvi se non riuscite a seguirmi in diretta perché comunque le lezioni le metterò su youtube con il link privato nel senso che potranno vederlo solo chi, le persone che acquistano il corso ovviamente però è molto più semplice non dovete neanche scaricare la lezione Trovate sul link, ve la potete vedere tranquillamente quando volete, anche più avanti nei mesi prossimi, luglio, agosto, insomma, settembre, quando volete, in modo che è anche più comodo, perché so che molti di voi sono interessati, ma hanno un po' paura di non riuscire a scaricare la lezione o a seguire in diretta, quindi con questo metodo è ancora più comodo, è come se aveste una vostra televisione, un vostro canale televisivo, e quando volete vi guardate le lezioni. Saranno quattro lezioni da giugno a luglio sui quattro grandi registi del cinema italiano degli anni Sessanta, quindi Lucchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Federico Fellini e Vittorio De Sica. Allora, continuiamo il nostro viaggio nelle conferenze di approfondimento. Oggi parliamo del The Black America, da Jean-Michel Basquiat a Michelle e Barack Obama. settimana prossima faremo ultima lezione di questo pacchetto sulla pittura barocca da Caravaggio a Velázquez e quindi terminiamo questo corso per poi iniziare quello sulle donne nel cinema italiano degli anni 60. Allora iniziamo la lezione di oggi, The Black America da Jean-Michel Basquiat a Michelle Barack Obama. Allora è una lezione bella, intensa, bella di approfondimento, più che altro spero di incuriosirvi. e di farvi appassionare alla tematica che io oggi analizzerò in maniera non verticale, come al solito, ma più superficiale, toccando diversi argomenti e citandovi diversi libri, diversi testi su questo argomento, che è un argomento ovviamente complessissimo di storia, di civiltà, di antropologia, di filosofia e anche di arte politica. Da cosa sono partita per strutturare questa conferenza? sarà fondamentalmente la prima... La prima fonte è il libro di Michelle Obama, Becoming, che è stata una grande sorpresa per me. Sono stata un po' insicura se acquistarlo o no per diverso tempo, in realtà poi l'ho preso perché pensavo fosse una solita autobiografia un po' celebrativa. Invece è stato un libro molto interessante perché racconta la storia di Michelle Obama, lei racconta la sua storia, ma è uno spaccato molto interessante sul problema della razza. in America e sulla divisione razziale tra neri e bianchi. Poi ovviamente c'è la bellissima storia sua di Barack Obama, del loro mandato, dei due mandati, di come si vive alla Casa Bianca. È veramente un libro denso, denso, denso di informazioni, scritto in maniera molto leggero, molto semplice. Una scrittura veramente essenziale lei. Bellissimo, ci sono tante fotografie anche dentro della loro storia, è veramente un libro di formazione stupendo e non a caso l'ha chiamato Becoming, la mia storia Becoming ha voluto proprio sottolineare il gerundio perché secondo lei diventare non è qualcosa che finisce ma è un procedimento, un processo, lei non è diventata nessuno, lei sta ancora diventando Michelle Obama ed è veramente una storia bellissima. che racconta l'America dagli anni Sessanta a oggi. Poi il secondo libro su cui mi sto strutturando, questo vi dico non l'ho ancora letto tutto, lo sto leggendo, che ovviamente è A Promised Land del marito di Barack Obama. Ho letto, guardate, questa qua è quella in inglese, ce l'ho sia in inglese che in italiano, l'ho preso di tutte e due le edizioni. ho letto la leggenda in italiano sono alla pagina 82 per dirvi quindi sono all'inizio, la scrittura è molto diversa è un libro diversissimo, molto più politico, molto più storico con la scrittura più difficile, perché lui è molto più complesso nella scrittura, è molto più scrittore, perché non so se lo sapete, ma Barac inizia come scrittore, è stato uno scrittore, e quindi è bellissimo, molto più difficile però per me, che io non ho studiato scienze politiche, non ho studiato giurisprudenza o politica, è molto più complesso, perché proprio parla del suo pensiero politico, di come funziona la politica. mentre quello di Michelle è più biografico, più anche letterario dal punto di vista più narrativo, ecco. Questo è più, ha uno sguardo più scientifico ed è bellissimo. A me piace tantissimo la sua scrittura, è molto ironico. Entrambi sono molto ironici, devo dire, si sono trovati. Però oggi partiamo da qui. Partiamo da questo libro, che è una raccolta di fotografie di Robert Frank. Una raccolta realizzata negli anni Sessanta. di questo fotografo svizzero Robert Frank che ha vinto una borsa di studio per andare in America a realizzare un viaggio dall'est a ovest e fotografare negli anni 50, questo poi è stato raccoglito alla fine del 50, insomma è stata realizzata questa edizione, fotografare l'America degli anni 50, quindi un viaggio in tutta l'America e qui ci sono appunto le fotografie, sono state esposte qualche anno fa qui a Milano in una bellissima mostra allo spazio Forma Meravigli. E l'introduzione a questo libro è stata realizzata, pensato un po' da Jack Kerouac, che è lo scrittore simbolo della Big Generation. E infatti partiamo proprio da qui. Guardate questa fotografia di Robert Frank, The Americans, 1958. Ed è una signora di colore, una balia, che si occupa di un bambino bianco. Che era una situazione assolutamente tipica dell'epoca. un vivere, diciamo, l'interculturalità in questo modo, le persone di colore, le donne di colore, gli uomini di colore, si occupavano delle famiglie bianche e vivevano in qualche modo, scusate, chiudo la porta, che c'è un po' di rumore, e si occupavano più quasi dei genitori stessi delle famiglie bianche e vivevano nelle famiglie e questa fotografia di Robert Frank è un po' il manifesto della... dell'America di quegli anni, profondamente divisa ma allo stesso tempo unita nei sentimenti, nella vita semplice. Pensate che questo elemento, questo dettaglio si trova tantissimo nel libro di Michelle Obama perché lei dice che quando sono arrivate alla Casa Bianca la prima cosa che le ha notato è il fatto che loro sono stati ovviamente la prima famiglia di colore a capo della Casa Bianca e c'erano tutti i maggiordomi di colore. Alla Casa Bianca tutti i maggiordomi ancora adesso, tantissimi sono di colore. e una delle prime cose che le ha richiesto è che i maggiordomi si togliessero la divisa e vestissero in maniera più semplice perché non voleva che le figlie crescessero con l'idea dell'uomo nero ancora servile. Quindi sono tutti veramente dettagli che però raccontano la complessità di questa tematica sociale. E così scrive Kerouac qui, nella introduzione a The Americans. Chi non ama queste immagini non ama la poesia, capito? Se non ami la poesia, va a casa e guarda la tv con i cowboy, col cappello da cowboy e i poveri cavalli gentili che mi sopportano. E poi, scrive proprio di questa fotografia, il tenero piccolo bebè bianco tra le braccia della bambina nera, tutti e due sconcertati, felici, ne dovrebbero mettere la gigantografia per le strade del Little Rock. per far vedere l'amore sotto il cielo e nel grembo del nostro universo, nella madre terra. Quindi negli anni 50 Kerouac chiaramente si esprime a favore di questa unità della razza, che però concretamente non c'era in America. Questa è forse la fotografia più famosa di Robert Frank, che fa parte sempre di questa raccolta di Americans. Trolley, New Orleans, 1955. Questa è la rappresentazione di un tipico autobus in America in quegli anni. quindi con i posti. i primi posti dedicati ai bianchi e i posti dietro dedicati agli uomini, alle donne di colore. Lui per primo, Robert Frank dice, per creare una buona fotografia bisogna essere per prima cosa fortunati e qui sono stato fortunato, questo scatto è veramente potentissimo, guardate lo sguardo di quest'uomo. Tanto che l'altro giorno stavo facendo vedere questa fotografia in classe e un mio alunno mi ha detto prof ma sembra cieco, in effetti sembrano gli occhi di un non vedente però. al di là di quello guardate l'espressività potentissima di questo uomo, drammaticissima. E al centro questi due bambini di colore, bianchi scusate, che però possono essere visti un po' come l'unione, come la possibilità di speranza in un futuro ben diverso, quindi un legame, un link tra le due Americhe. E che cosa accadde nel 1955, proprio lo stesso anno? sempre su un autobus, lo stesso anno della fotografia di Robert Frank, a Montgomery, nello stato dell'Alabama, il primo dicembre 1955, molti dissero che quel giorno non mi alzai perché ero stanca, ma non è vero, ero stanca di cedere. Rosa Parks, con un autobus praticamente vuoto, vedete qui una fotografia di Rosa Parks, ha deciso di non sedersi nella parte dedicata ai neri, ma di sedersi nei primi posti dell'auto. autobus è stata arrestata perché ha rifiutato di alzarsi per mettersi nei posti appunto dedicati ai neri e da quel momento è scoppiata la rivoluzione in America. Quel gesto di un individuo ha creato la rivoluzione, la ribellione, la reazione collettiva e sociale all'ingiustizia della segregazione razziale. E altro elemento, altro dettaglio. dettaglio, altro libro meraviglioso che vi ho portato è Harper Lee, Il burro oltre la siepe, To Kill a Mockingbird in inglese, del 1960, che racconta proprio la segregazione raziale, qualche anno prima degli anni 50. Tutto questo libro racconto da parte degli occhi proprio della piccola Harper Lee, perché è un libro autobiografico, e del suo meraviglioso padre, che è diventato un simbolo degli avvocati, molto spesso chi vuole fare l'avvocato ha in mente atto Atticus Finch, che è il protagonista, uomo di questo libro, di questo bellissimo romanzo, anche qui una scrittura meravigliosa perché è una scrittura semplicissima, perché Harper Lee scrive tutto in prima persona, come se fosse lei da bambina che parla, quindi è una scrittura proprio a tratti infantile, ma leggera, stupenda, per un tema invece così profondo, così drammatico, così forte. Perché? Che cosa accade? In questo libro avviene uno stupro. verso una ragazza bianca e viene accusato, nonostante tutti gli indizi fossero per l'innocenza di questo povero ragazzo, che invece viene preso come capo espiatorio, viene appunto accusato un giovane ragazzo di colore, che verrà poi imprigionato. E quindi è una storia, una narrazione che racconta un'epoca, un periodo, Grazie. dell'America dell'epoca, gravissimo, senza neanche un lieto fine, è tutto tramite gli occhi di una bambina. Il buio oltre la siepe ha questo proprio valore anche in base al senso del diverso, perché in tutto il libro, in tutta la narrazione, Harper Lee, la piccola scout con i suoi amici e suo fratello, hanno sempre paura di questo ragazzo che vive nascosto in una casa. per poi rendersi conto che in realtà sarà lui a salvare la vita alla stessa scout e quindi questa paura del diverso in realtà è un semplice pregiudizio, questa è un po' la tesi del libro, perché in realtà il diverso spesso ti salva. E quindi sono queste due storie parallele della paura del gioco del mistero dei bambini e invece la realtà drammatica dell'epoca degli adulti, del mondo degli adulti. di cui Atticus Finch è assolutamente l'avvocato eroe, simbolo di un'epoca. Vi ho portato qui il trailer perché ho fatto anche il film di questo meraviglioso libro. Do you think Boo Radley ever really comes and looks in my window at night? And loaded with unforgettable bonus features. Hey Boo! Experience this true American classic like never before. In the name of... Do you... Kill a mockingbird. For a limited time only, bring home the collector's series with premium book packaging and much more. Tra l'altro veramente da poco tempo è stato... è stato restaurato questo classico con Gregory Peck nelle vesti proprio di Atticus Finch ed è un capolavoro, il libro tra l'altro lei ha vinto un premio importantissimo è diventato una delle scrittrici più importanti e dopo ha pubblicato il libro che aveva scritto prima di Il buio oltre la siepe e che è il titolo in italiano è Va e metti una sentinella che ho letto Non è bello come Gui oltre la sepia, però anche quello interessante perché racconta la storia dopo, quindi anni dopo, quando Scout è cresciuta, ritorna a casa e vede come è cambiata l'America, quindi ha un fascino anche in quella scrittura. Quindi tutto questo però è una storia interessante perché ci racconta un po' qual era la situazione di segregazione raziale dell'America nera e bianca. di quegli anni. Vi ho portato questa opera famosissima di Norman Rockwell, The Problem We All Live With, del 1964, il problema con cui tutti viviamo, con cui tutti conviviamo. Vedete le guardie americane e questa bambina di colore che sta andando a scuola e sul muro c'è scritta la famosa N-word, quella che ormai in inglese bisognerebbe dirlo anche in italiano. Si chiama N-word perché non deve essere detta. e offensiva, ovvero un'iga che sarebbe negro, la scritta negro e i pomodori contro quel muro che sono ovviamente rivolti alla bambina, che però ha un atteggiamento severissimo, ha un atteggiamento sicuro e ho deciso di far partire questa nostra conversazione, questo nostro incontro da questa immagine perché mi sembra di vedere gli antenati di Michelle Obama. in qualche modo lei ne parla e dice che i bisnonni erano schiavi afroamericani, africani in America. E lei parla spesso di come si è sentita quando ha aperto le porte, è stata accolta nella Casa Bianca. Perché comunque Barack Obama ha sangue visto dentro di sé, mentre Michelle Obama è proprio della working class di Chicago, di un quartiere povero di Chicago. con tutti e due i genitori afroamericani, una famiglia immensa di cugini, zii, nonni, bisnonni afroamericani. Quindi è proprio immaginare questa bambina come sta crescendo e tutto quello che si sta conquistando nella storia. E questa posa è fortissima, è come se lei non si rendesse conto di che cosa le stanno urlando. E mi ricorda tanto anche un racconto di Serena Williams, che è una delle più, forse la più grande, tennista. afroamericana che racconta che suo padre per formarla quando la faceva allenare si metteva da parte del campo e la insultava pesantemente per abituarla a quello che lei avrebbe dovuto poi subire quando sarebbe entrata in un campo da tennis in una grande esibizioni in una grande partita. E lei lo racconta, dice mio padre mi ha formato così per essere pronta poi quando ho dovuto calcare più grandi parchi, più grandi campi sportivi del mondo a quello che poi ho dovuto oggettivamente sentire, ascoltare. E questo atteggiamento di questa bambina che Norman Rockwell ha rappresentato è veramente meraviglioso. Vi ho portato una foto. Di che cosa racconta questa storia? Perché questa è una storia vera di questa bambina, Ruby Bridges, con le guardie americane che l'hanno scortata questa bambina perché è stata la prima bambina di colore a avere il coraggio di andare in una scuola mista. E questa bambina doveva essere scortata perché ovviamente rischiava la vita, era appunto beffeggiata, era insultata. poteva essere aggredita e siamo solo nel 1960, quindi quando tratto questa tematica non così approfonditamente con i ragazzi però è argomento di quinta l'America nera, l'America degli anni 60, 70, 80 e oltre, quando ascoltiamo le notizie di George Floyd e della nostra contemporaneità ci viene da piangere perché diciamo impossibile, però se ci rendiamo conto che fino a 40-50 anni fa, perché questo è il 1960 ma negli anni di Basquiat vedrete Le cose non saranno tante diverse. Oggettivamente il processo di questa convivenza e interculturalità reale in America è complessissimo, perché fino a pochi anni fa la situazione era ancora questa, e questa è la fotografia della piccola Ruby Bridges che va a scuola. E questa è una bellissima foto. altra fonte fondamentale la maggior parte, quasi tutte le fotografie che vi farò vedere oggi sono fotografie realizzate da, lo vedete qui il nome, Pizzusa, che è stato il fotografo ufficiale di Barack Obama in tutti i suoi mandati questa fotografia è del 2011 quindi durante il suo primo mandato e vedete, qua siamo nella sala ovale della Casa Bianca e Grazie. Barack Obama ha voluto esporre l'opera di Norman Rockwell proprio nella Casa Bianca e vedete qui Ruby Bridges, cresciuta, adulta, e i rappresentanti, queste due signore, sono due rappresentanti del Norman Rockwell Museum, il problema con cui tutti viviamo, e lui ha voluto, vedete qua che parla con Ruby Bridges, ha voluto quest'opera nella sala ovale. Questo ci tengo a dirlo perché ovviamente ci sono pensieri discordanti sulla parte politica, mi sentiamo tutti e lui per primo, Barack Obama, lo afferma che la politica è giusto, lui per primo afferma anche in questo libro che avrebbe voluto fare tanto di più. Non è un vero politico, non è mai soddisfatto perché la politica è anche molto spesso compromesso e diplomazia è la sua grande parola, motivo per cui ha vinto il Nobel per la pace Barack Obama. Perché ha portato proprio la diplomazia e su questo ci sono anche tantissimi documentari che potete trovare su Netflix dell'HBO, proprio americani, sulla sua attività, del suo e del suo gruppo, del suo team, perché la politica, come sapete, in America ancora di più, e Michelle Obama ne parla tanto nel suo libro, ha a che fare proprio con una squadra molto più ampia. Giusto per farvi capire, c'è una parte del libro che mi ha fatto venire i brividi, perché sono cose a cui noi non pensiamo mai, ma quando... Barack Obama è diventato presidente degli Stati Uniti, banalmente Michelle Obama ha dovuto convivere con il pensiero che il marito potresse morire da un momento all'altro. Perché? Tanto che, pensate, a ogni viaggio che il presidente americano fa, c'è sempre una raccolta del suo sangue nel caso avesse bisogno di una trasfusione immediata. Questo per tutti i presidenti americani, ma con Barack il problema era ancora maggiore proprio perché era il primo presidente nero. E proprio come vedremo in questa storia oggi, con la storia di uccisioni di presidenti americani, perché si erano aperti al dialogo sulla cultura interraziale, sulle culture, sull'unione indipendentemente dalla razza, ha pensato a John Kennedy. Barack Obama, il rischio di vita per Barack Obama è sempre stato dal primo giorno, dal giorno zero, altissimo, tanto che hanno dovuto ampliare la sicurezza, le bambine dovevano andare con la scorta ovunque, a scuola, essere seguite, la scorta doveva stare fuori ad aspettare, a controllare le bambine in aula, quindi una vita che è cambiata da un momento all'altro. e tutte queste cose io non ci avevo mai pensato, ho iniziato a ragionarci proprio leggendo questo libro, perché lei senza tanti filtri... racconta proprio cosa vuol dire essere la prima famiglia di colore alla Casa Bianca in America. E tra l'altro una famiglia con un gran coraggio perché Barack Obama e Michelle Obama hanno sempre voluto sottolineare il loro essere afroamericani, il loro desiderio di far rispettare la loro cultura e questo ideale di sogno americano che è qualcosa di ampio, è un abbraccio, è un sogno interculturale. E questa foto di Pizzusa è veramente bellissima, no? Fa vedere già che tipo di... di vita di casa bianca aveva pensato e ha realizzato Barack Obama nei suoi otto anni di mandato. E qui vediamo i due personaggi che vi ho appena citato, John Fitzgerald Kennedy e Martin Luther King Jr. negli anni Sessanta, proprio da quei movimenti nati per un fatto singolo. Allora è nata proprio come una tempesta politica di ricerca. di cambiare la situazione di segregazione razziale, di divisione razziale in America, con il grandissimo John Kennedy, che è stato il primo presidente a parlare e a lavorare per i diritti umani e per il rispetto e per l'unione tra le culture in America, e ovviamente Martin Luther King. Vi ho portato il suo discorso, sottotitolato in italiano, ne vediamo solamente un pezzo, non c'è bisogno di sentirlo tutto, queste sono solo miei... farvi venire la voglia di approfondire però ovviamente vedete la scena che ha fatto storia questo discorso It is a dream deeply rooted in the American dream. I have a dream. One day, this nation will rise up, live out the true meaning of its creed. We hold these truths to be self-evident that all men are created equal. Il sogno è che un giorno sulle rosse di Giorgio, i figli dei soldati e i figli dei soldati, saranno in grado di sedersi insieme alla tavola della fratellanza. Un giorno, anche il Stato di Mississippi, un Stato che svelta la vita di un'injustizia. Svelter with the heat of oppression, be transformed into an oasis of freedom and justice. Because I have a dream. My four little children will one day live in a nation where they will not be judged by the color of their skin, but by the content of their character. I have a dream today. Ovviamente parole bellissime di una modernità. Ascoltate bene queste parole perché saranno poi parole simili di Barack Obama a farlo entrare in politica nel 2004, a farlo notare da tutti proprio come un terremoto durante la convention del 2004 democratica. Quindi avere un sogno, quello che dice Martin Luther King, è semplicemente avere il sogno che ci sia questa, che sparisca la divisione sociale, non parla solo di differenza fra neri e bianchi, parla anche proprio di classismo. di sognare che anche la persona più povera possa diventare qualcuno indipendentemente dalla situazione economica, della famiglia, della situazione sociale. È il famoso sogno americano che possa essere steso ai bianchi come ai neri. E quindi questi sono gli anni Sessanta in America, sono anni fondamentalmente di inizio di un sogno che però molto spesso a tratti viene spezzato, pensato attraverso ad esempio la morte di John Kennedy. l'uccisione di questi grandissimi personaggi che si sono chiaramente esposti a favore di un cambiamento. In realtà vi ho portato qua un'immagine dello studio Vale ben diverso da quello che abbiamo visto prima di Barack Obama, un'immagine molto edurcolata, molto pop di Roy Lichtenstein che racconta negli anni 60, questa immagine è degli anni 90 però vedete Roy Lichtenstein è un artista pop. Racconto un'America fondamentalmente bianca attraverso queste immagini dai fumetti, queste immagini... così kitsch, così perfette, così pop, che derivano proprio dall'arte pop. E l'arte americana in realtà è bianca, negli anni 40, vedete qui, questo fa parte un po' della conferenza di cui vi avevo parlato sull'arte americana qualche mese fa. E però la rivoluzione avviene nonostante appunto questa immagine estetica così dedicata ai bianchi. La rivoluzione nei confronti di un'apertura al mondo, alla cultura, alla follia, al bruciare di vita, deriva proprio dalla letteratura e dalla big generation. Mi ho portato qua Salinger, il giovane Holden, altro libro bellissimo per chi è appassionato della letteratura americana, un libro che si legge veramente in due pomeriggi, probabilmente perché ha una scrittura velocissima Salinger, e Salinger inizia, diciamo che anticipa... appunto la big generation di Kerouac, di Gainsborough e così via. Questi grandissimi scrittori noi possiamo leggerci in Italia con grande piacere grazie alle meravigliose traduzioni di Giovanna Pivano. Ed è Kerouac che racconta appunto questa voglia di cambiare in Underworld, nei sotterrani, racconta questa vita dei giovani che bruciano e che allo stesso tempo si bruciano nei soborghi di New York. e che vogliono allo stesso tempo rivoluzionare la vita, la società e questa rivoluzione, questa voglia di andare contro le regole, di ribellarsi per creare, di distruggere per creare una società migliore dopo la seconda guerra mondiale tra l'altro, si vede nell'action painting di Pollock e tantissimo nel jazz perché con l'action painting nasce il jazz e il jazz, fino all'inizio, il jazz, il blues e la musica dei neri. Quindi questa commissione di arte action painting performativa e la musica jazz è assolutamente un legame rivoluzionario che apre la porta, la vita a una nuova America. Un'America, vi ho portato qua delle immagini della pop art, ovviamente la pop art che è stata capeggiata da Warhol e poi avete visto lo di Liechtenstein. ma anche in maniera molto ironica, molto critica in realtà, perché la pop art non è un movimento di gioia, di allegria, di forza, in realtà è un movimento di grandissima denuncia sociale, una denuncia sociale che racconta in realtà proprio l'ideale serializzato e finto della bandiera americana. che in realtà appunto ripetuta perde potere, perde forza, proprio come la ripetizione delle Coca-Cola o delle Marilyn, la bandiera americana che viene così esaltata in senso di patriottismo, in senso di nazione, e si perde in realtà i veri ideali che dovrebbero essere appunto quelli del sogno vero americano dell'Unione e delle diverse culture e colori. E così arriviamo proprio alla tematica del Black America degli Ottanti. perché quello di cui vi ho parlato fino adesso è un po' il pre, quando gli afroamericani, i neri non avevano la possibilità di esprimersi nella società. Negli anni Ottanta in America le cose cambiano perché iniziano i neri a potersi esprimere e farsi riconoscere per le loro capacità anche in diversi ambiti sociali. E non a caso, anche in questo caso, la grande rivoluzione passa attraverso l'arte, l'arte dello sport, Michael Jordan, l'arte della musica, Michael Jackson, l'arte pittorica, Jean-Michel Basquiat, e vi ho fatto alcuni esempi, la musica jazz, la musica blues, Ben Webster, Diana Washington, questi grandissimi, Miles Davis, questi grandissimi musicisti, jazzisti, cantanti, performer, che hanno hanno potuto esprimere la loro arte e quindi hanno potuto essere anche riconosciuti nella realtà sociale dell'America di quel tempo. E però, c'è un però, e il però è proprio questo, c'è una grandissima crasi, una grandissima divisione, un grandissimo contrasto tra questa America nera che sta iniziando a esprimersi e la censura. la censura di cui adesso vi parlerò e anche il grande dramma quotidiano perché nonostante quei movimenti in America le cose non sono cambiate Michael Jordan riconosciutissimo il più grande giocatore di basket americano di tutti i tempi che però non può mangiare seduto al tavolo con i suoi compagni di squadra bianchi non può dormire negli albervi dei suoi compagni di squadra bianchi Michael Jackson che viene osannato con i Jackson 5 con i suoi fratelli finché Grazie. rimane nel mondo nero della Motown ma quando vuole esprimersi ed esporsi col suo primo album Off The Wall viene censurato Spike Lee ha realizzato se siete interessati lo trovate su YouTube anche tutto il documentario dedicato proprio a Off The Wall di Michael Jackson è il grande casino, il caos che si è creato intorno a questo album perché Michael Jackson finché faceva l'Africano con i fratellini andava bene ma farla pop star no e come riuscirà a diventare la pop star che tutti conosciamo, adesso vi farò vedere come, attraverso fondamentalmente l'album più venduto al mondo ancora oggi, che è Thriller. Quindi vi faccio vedere Michael Jackson con i fratellini, con i Jackson 5, e così vedete proprio l'America di quegli anni, prima che diventasse un grandissimo solista. Perciò. Immagino che la conosciate tutte queste canzoni di Michael Jackson. Guardate che c'è mia riposta che continua a urlare. Dei famosissimi Jackson 5. E fin qui vi ho detto qua era comunque capito, compreso, accettato, insomma, questo gruppo di afroamericani con capelloni. che si vestivano da afroamericani, insomma andava bene. Gli afroamericani andavano bene finché rimanevano nell'ambito degli afroamericani. Quando però Michael Jackson decide di... di diventare un solista e di fare il cantante, la pop star, viene appunto, questo è il suo primo album, 1979, Off the Wall, viene censurato ovunque, la musica non viene passata alla radio, i video non vengono passati in televisione, questo famosissimo, adesso non ve lo faccio vedere tutto, però vi faccio vedere di che cosa si parla, che è il suo primo singolo. da solista che è Don't Stop Till You Get Enough, che è diventato poi il simbolo proprio dell'inizio della carriera di Michael Jackson, in cui canta e si muove anche in maniera molto sensuale, molto pop, tanto da diventare poi il re del pop. Questo video e questa canzone verranno censurati in ogni modo, in ogni dove. E come ce la farà Michael Jackson a diventare il re del pop? attraverso thriller attraverso thriller questa è la copertina dell'album 1982 l'album ancora è l'album più venduto in tutto il mondo ma soprattutto per questo video anche qui vi ho messo il link poi se volete la presentazione pdf ditemelo che ve lo invio e vi ho messo il link del video che dura più di 13 minuti perché è il primo video cinematografico Michael Jackson spopola diventa il re del pop diventa Grazie. scene di follia ancora oggi non si sono mai più viste nei suoi live gente che sveniva io per prima lo ve lo dico sinceramente proprio infatti mi vedete così emozionata perché è l'artista con cui sono cresciuta io a quattro anni ballavo Jackson e ho continuato a farlo e continuo a farlo e so tutti i video a memoria tutte le canzoni a memoria anche se non capivo cosa dicessero però le sapevo comunque a memoria e perché sono degli anni 80 e sono nata in notte 86 e è stato proprio una rivoluzione ancora adesso insuperato. E questo video è un particolare perché in thriller lui porta il cinema nella musica. Da questo momento in poi Michael Jackson diventerà una divinità, il re del pop. Interessante poi il fatto che lui diventerà bianco, non è un dettaglio da poco legato proprio a quello di cui vi sto parlando oggi. Si sbiancherà per una problematica alla pelle che era la vita di Gene Luisi e a un certo punto inizia a riempirsi di macchie avendo anche tantissimi problemi di insicurezza lui dati proprio dalla sua infanzia perché diciamo che questa infanzia gli aveva portato diversi problemi perché era il padre che gli formava era il mentore ed era anche molto violento come lui stesso racconterà in diverse interviste e diventerà bianco e questa cosa ovviamente lo porterà a essere criticato attaccato però secondo me Grazie. psicologicamente al di là della vitiligine non è un caso che lui, Basquiat morirà di overdose lui soffrirà e morirà anche lui in maniera in circostanza abbastanza complessa e ancora misteriose perché è figlio di un'epoca di contrasto anche Michael Jackson era il grande re del pop ai livelli ancora forse quanto sì, forse ancora di più di Michael Jordan, tanto che realizzeranno un video insieme, il famoso jam Grazie. in cui Michael Jackson insegna a ballare a Michael Jordan e Michael Jordan insegna a giocare a Michael Jackson. Non è un caso che quel video abbia fatto proprio scalpore e abbia segnato proprio un simbolo della storia americana perché entrambi, e lui con una sensibilità straziante a Michael Jackson, avrà sentito su di sé proprio questo contrasto tra la fama e il dramma quotidiano. Perché in realtà quello che accadeva ai grandissimi, eccolo qui, Jean-Michel Basquiat, nato nel 1960, morto nel 1988, ha solo 27 anni di overdose. Anche Jean-Michel Basquiat, famosissimo, diventa famosissimo, ricchissimo a 20 anni, perché viene notato da Warhol che lo porta nelle gallerie di New York, di Bianchi, che lo prendono proprio come artista perché... bravissimo, colpisce molto per la sua arte, viene preso e lui dice lavoro negli scantinati di queste gallerie, mi sento come uno schiavo. Anche lui, nonostante si vestisse armani, poteva andare in giro, era riconosciuto, era strapagato, però non riusciva a fermare un taxi per strada perché ancora negli anni 80 i taxi non si fermavano se chiamati da persone di colore. E questo contrasto è straziante, si nota in tutte le opere di Basquiat, si nota nella vita di queste persone perché c'è un richiamo al dolore. nel rendersi conto del distacco, della schizofrenia fondamentalmente di quell'epoca. Qua vedete questo ritratto di Diana Washington realizzato nell'86 da Jean-Michel Basquiat. Diana Washington, grandissima musicista, cantante di colore, blues, jazz, morirà anche lei giovanissima, anche lei con una vita di droga, di alcol terribile. Ma la realizza, la dipinge su un fondo oro come un'icona, come un'icona bizantina, con questo disegno molto da bambino, molto antiestetico, ma perché era il suo tipo di arte, antiestetica, da fumetto, quello è un'omatopee. Però la vuole rappresentare, come vuole rappresentare in tutti i suoi dipinti uomini di colore. Vuole rappresentare il suo essere nero, i suoi autoritratti sono tutti neri perché lui è cosciente del fatto che è nero. E è cosciente soprattutto del fatto che è il primo artista di colore nero di tutta la storia dell'arte. E allora si autoritrae in un trittico, questo è famosissimo, del 1981, in cui si rappresenta appunto un trittico quindi quasi sacro, con a sinistra la scritta Ben Webster ripetuta diverse volte, grandissimo. jazzista afroamericano degli anni 50, al centro il suo volto, a destra sempre il suo volto nero con la sua corona e i suoi dreads, e scritte di poesie, di canzoni. Basquiat era DSA, era iperattivo, non sapeva distinguere le sillabe e paradossalmente giocherà tantissimo invece nella sua arte, proprio con le sillabe, con le parole, con le lettere. attraverso dei significati nascosti in tutte le sue immagini. Oggi vi ho portato proprio così una carrellata delle sue immagini, ma di Basquiat vi ho già parlato tanto. Trovate anche un video tutto dedicato a lui su YouTube, proprio aperto a tutti, sul mio canale YouTube. La sua arte era anche simbolica, la corona, simbolo della potenza della cultura africana. Lui non era africano in realtà, lui era centroamericano. c'è scritto qua nel suo nel suo curriculum che ha scritto lui stesso. La madre era di Porto Rico e il padre era di Porto Pons, di Haiti. Quindi lui a nove anni sapeva parlare fluentemente, perfettamente lo spagnolo, il francese e l'inglese. Seguirà questa scuola che si chiamava City as School, cioè città come scuola. La sua famiglia era benestante, borghese, e per quello lo iscriveranno a questa scuola ottima in New York, perché questa scuola permetteva... city as school appunto, quindi città come scuola, si faceva lezioni per strada, nell'underground, nei grandi musei di New York, per raccontare fondamentalmente la cultura attraverso la realtà. Poi scapperà dalla scuola, non riesce a diplomarsi perché nella festa del diploma del suo amico al Diaz, l'anno prima che al Diaz era di un anno più grande. la festa di diploma, lui prende un secchio d'acqua e sapone e lo butta in testa al rettore della scuola, quindi ovviamente non sarà più accettato in questa scuola, ma a quel punto deciderà proprio di vivere per strada, andare a vivere per strada. E circa vent'anni incontra appunto Andy Warhol che lo fa conoscere alle grandi gallerie che si innamoreranno della sua arte e lo pagheranno fior fior di dollari. In notizie di qualche giorno fa proprio Baschiari è arrivato a un livello economico altissimo, appunto nelle case d'asta da Sotheby's, notizie di Sotheby's, ha raggiunto i 98 milioni di dollari. Ma Baschiara presenterà fondamentalmente, farà una critica sociale, guardate quanto giallo è presente nelle sue opere, a me questo giallo taxi mi ritorna sempre in mente. Yellow Tire Feeders, per esempio, racconta è la posizione, una delle gallerie dei bianchi di New York, le sevizie che dovevano subire. Gli schiavi africani in America venivano ricoperti di catrame giallo, ricoperti di piume, in quest'opera ci sono piume qua, non si vedono, dovevano iniziare a ballare come degli animali e poi iniziavano a venire torturati. E quindi Basquiat vuole raccontare l'Africa vera, non l'Africa finta, non vuole raccontare un'africanizzazione. realizzazione della realtà. Pensate a Picasso con le Demoiselles d'Avignon e le maschere africane. Lui voleva raccontare la storia vera africana, nonostante adorasse Picasso, lui diceva a un certo punto l'Occidente deve raccontare la vera Africa e non solo prendere degli oggetti e posizionarli in un soggetto tradizionale come le donne nude. Raccontiamo la vera storia africana e lui così farà nelle sue opere di denuncia sociale che... i galleristi bianchi acquisteranno tranquillamente, senza importarsi del significato vero dell'opera, loro interessava solo guadagnare attraverso Jean-Michel Basquiat, che come vi ho detto morirà giovanissimo a soli 27 anni di overdose, ma questi sono gli anni proprio in cui nasce la street art, e la street art ha molto a che fare con il ruolo sociale. Keith Haring Non è un artista nero, ma è un artista bianco che ha lavorato tantissimo per il miglioramento della società, partendo proprio a disegnare dall'underground, dalla metropolitana, a grandissimo amico di Jean-Michel Basquiat, racconterà nelle sue opere proprio quest'idea di amore universale, di abbattimento dei pregiudizi, opere contro il crack, contro la droga, opere a favore dell'amore di qualsiasi sesso, per qualsiasi sesso. della famiglia ideale e non la famiglia sessuale. Realizzerà murales in tutta l'America, in qualsiasi muro, gratuitamente. Keith Haring, amico di Basquiat, porterà avanti questa idea di arte sociale che si occupa del miglioramento della società. E quindi Michelle e Barack Obama becoming. Il libro è di Michelle Obama, però ha messo Michelle Barak perché in realtà c'è una parte del capitolo che proprio dice come siamo diventati noi, perché il libro è diviso in capitoli, come sono diventata io, come siamo diventati noi, insomma, c'è una... come sono diventata me stessa, come siamo diventati noi, insomma, c'è molto... c'è un legame strettissimo tra questi due personaggi immensi della nostra cultura contemporanea. dopo aver letto questo libro Sono stata proprio orgogliosa di vivere, almeno nell'epoca in cui ci sono degli esempi positivi, degli esempi buoni. Sicuramente Barack Obama è stato una rivoluzione. Qui si vede tutto ciò che c'è dietro al suo arrivo in politica. Lei lo racconta dagli occhi della moglie, dagli occhi della donna, della compagna. e scoprirete, se lo leggerete poi fatemi sapere, un racconto davvero onesto, davvero poco edulcorato, molto sincero, veramente avrete proprio la sensazione di entrare in contatto con questa vita reale al di là delle apparenze. Barack Obama diventerà importante questo preciso giorno, siamo nel 27 luglio del 2004. Barack Obama era laureato in giurisprudenza, conosce Michelle in uno studio di avvocati, poi insomma lui inizierà a scrivere, scriverà libri che però nessuno si calcolerà, calcolerà particolarmente, insegnerà all'università, lavorerà in questo studio di avvocati, insomma una vita, dopo che leggete questo libro dite veramente ma io cosa sto facendo nella mia vita perché questi facevano 800 miliardi di cose contemporaneamente, davvero entrambi con una marcia in più, soprattutto lui secondo me. Lui veramente della coppia è il genio, lei è la macchina, lei è veramente un carro armato, davvero. Nel 2004 viene chiamato per fare questo discorso alla convention dei democratici, nel 2004. E' stato chiamato l'ultimo, fondamentalmente lei lo dice, comunque lui scrive questo discorso in due settimane, lo ripete, ed è stato il suo primo discorso a un pubblico. vastissimo alla convention americana come sapete in America è tutto quadruplicato quindi tantissime persone anche questo discorso lo trovate su Youtube, vi faccio vedere giusto due minuti per farvi capire di che cosa stiamo parlando, magari vi ricordate anche un po', però qui in Italia ancora non è arrivato questo nome insomma da noi è arrivato quando è stato acclamato come presidente primo presidente nero americano quattro anni dopo nel 2008 Grazie. Questo è un video della CNN. È un discorso che riporta quella magia del I Have a Dream di Martin Luther King sugli schermi di tutto il mondo. E vi ho portato qui una parte del discorso, questo dal giornale Il Post. Vi ho scritto tutte le fonti sempre in modo che potete andare. Ad approfondire, proprio in questo momento, mentre ci parliamo, ci sono persone che si stanno preparando a dividerci, esperti di comunicazione e strategia fedeli a una sola politica, quella per cui vale tutto. Bene, voglio dire proprio loro che non ci sono un'America progressista, un'America conservatrice. Ci sono gli Stati Uniti d'America. Non ci sono un'America nera e un'America bianca, un'America latina e un'America asiatica. Ci sono gli Stati Uniti d'America. Agli opinionisti piace spattare. il nostro paese in stati rossi e in stati blu. Gli stati rossi sono per i repubblicani, gli stati blu per i democratici. Ma ho qualche notizia per loro. Crediamo in un dio meraviglioso anche negli stati blu e non ci piace che gli agenti federali si facciano i fatti nostri anche negli stati rossi. Alleniamo le squadre giovanili di provincia negli stati blu e sì, abbiamo amici gay negli stati rossi. Ci sono patrioti che erano contrari alla guerra in Iraq e patrioti che erano favorevoli alla guerra in Iraq. Siamo un popolo... Siamo un solo popolo, fedele alla stessa bandiera e agli Stati Uniti d'America. Alla fine della fiera, su questo andremo a votare, vogliamo partecipare a una politica basata sul cinismo o una basata sulla speranza? Non parlo, dice Cottinismo, quella specie di ignoranza volontaria per cui a un certo punto la disoccupazione se ne andrà da sola o la crisi sanitaria si risolverà in ogni caso. Non parlo di questo. Parlo di cose più concrete. È la speranza degli schiavi che cantavano per la libertà seduti attorno a un fuoco. La speranza degli immigrati che sognavano coste lontane. La speranza di un giovane marinaio che guadava coraggiosamente il Mekong. La speranza del figlio di un operaio che vuole mettere alla prova le sue possibilità. La speranza di un ragazzo magrolino, con un nome strano, che pensa che l'America abbia un posto anche per lui. La speranza di fronte alle difficoltà. La speranza di fronte alle incertezze. L'audacia della speranza. Quando Obama concluse il discorso e i giornalisti negli studi televisivi ripresero la linea, ci fu qualche momento di silenzio. Chris Matthews di NCNBC disse, devo ammettere che mi tremano un po' le gambe, è stato un momento storico, meraviglioso, mai sentito un discorso così. Più tardi, commentando ancora il discorso, disse, ho visto il primo presidente nero. Siamo nel 2004, quindi ci sono venuti altri quattro anni per il, no scusate, è stato poi, ho sbagliato la data, il 2008 è stata la data del secondo mandato. è stato poi appunto acclamato, qua nel libro se ne parla benissimo di tutto, poi quello che è accaduto dopo questo discorso, tanto che Michelle ci scherzerà, è un'ironia veramente devastante, riderete un sacco nel suo libro, che ogni volta dirà al marito, ogni volta che inizieranno a fermarlo per strada dopo questa serata, ogni volta che gli arriveranno il suo libro, il libro di Barack Obama realizzato negli anni che nessuno si calcolava, il giorno dopo era partito all'ennesima potenza nelle vendite. E lei ogni volta diceva, è stato proprio un bel discorso, rispondeva sempre in questo modo perché oggettivamente da questo momento, questa è la foto dopo il discorso, questo qua è lui al discorso, questa è la foto Michelle proprio dopo quel discorso del 2004, parte fondamentalmente il... Ah no, vedete che avevo detto giusto la data, ecco, sì, non mi ricordavo male. Parte la campagna elettorale, che dura quattro anni. Sapete che in America le campagne elettorali sono lunghissime e... leggendo questo libro si ha veramente l'idea di cosa veramente può portare un lavoro quotidiano e quanto tempo ci vuole per arrivare a qualcosa nel 2008-2009 infatti Barack Obama diventerà il primo presidente nero americano che è stato qualcosa, Michelle Obama ne parla tanto in questo libro devastante, al primo discorso non c'era mai stata tanta gente in piazza per un presidente americano è la prima volta che tutti l'America, tantissima America afroamericana si vede riflessa nella politica, nella società e ovviamente alcuni sogni sono stati spezzati, alcuni sogni non sono stati raggiunti ci sono tantissime critiche politiche a delle scelte prese da Barack Obama ma in questo libro The Promised Land ne parla, parla veramente di tutta la sua attività, tra l'altro è solamente un toque, questo è il primo tomo, sta scrivendo il secondo lui quindi E' molto, ecco, lui parla molto più prolisso, molto più dettagliato nella scrittura, come vi ho detto, lui è il genio oggettivamente della coppia. Vi ho portato un po' di foto di questa loro storia, quindi immaginatevi quella Ruby Bridges che cammina a testa alta, è un po' la storia anche di Michelle, Michelle ha avuto una storia veramente interessante, non vi dico troppe cose perché spero leggerete il libro, ma insomma era la working class. americana, Chicago, in suburbs, quindi proprio un quartiere che nel tempo è diventato sempre peggiorando. Un padre disabile che ha lavorato fino all'ultimo giorno della sua vita con una malattia degenerativa gravissima, ha potuto studiare all'università e anche il fratello attraverso borse di studio, quindi assolutamente attraverso la sua capacità di studiare e di impegnarsi, e conosce questo ragazzino molto più pazzo di lei. lei è molto... Lei si descrive come la ragazza che spunta le caselle, molto folle, assolutamente visionario, ecco, lui ha sempre avuto questa visione molto chiara di come migliorare, cosa voler fare. E lei, la cosa bella di questo libro è che si vede proprio anche la trasformazione che lei ha dovuto attuare per amore, perché stare a fianco a un uomo del genere non è affatto semplice, al di là del glamour delle fotografie. però vi ho portato tante foto bellissime questa è una foto loro proprio della family photo, Obama family photo, una loro foto di quando erano ragazzi studenti, qua erano in Kenya nel 92. Questa invece è la famosissima sera dell'insegnamento quando hanno ballato, abbracciati, che tutto il mondo ha detto una coppia che si ama, che si desidera, mentre Beyoncé cantava At Last e anche lei racconta questa serata devastante. L'ho capito quanto era difficile fare la First Lady perché quel giorno avevano fatto tipo otto balli in una giornata sola e racconta che quando sono tornata dalla Casa Bianca lei era pronta per andare a dormire, ho visto questa gente piena la Casa Bianca di giornalisti che sono andati contro lei proprio, è la prima volta che ha detto non ce la faccio, ha girato i tacchi e se ne è andata in camera, però gli ha avuto la piena coscienza di cosa avrebbe voluto dire e la sua lotta per tutto, tutti i due mandati per stare al fianco di lui, guardate le foto di Pete Sousa sono veramente stupende e se andate sul profilo Instagram di Pete Sousa lui continua a condividere le foto ancora del presidente e continua ad osannarlo, insomma dice che sono stati anni bellissimi a raccontare queste persone questo tipo di presidenza così amorevole così reale ovviamente una coppia capacissima anche di divertirsi queste sono le scene quando arrivavano in diversi viaggi racconta questa foto ve l'ho partata questa è della secondo mandato campagna elettorale del Iova del 2012 questa foto non è di Pizzusa ma questa foto è stata la foto più tipica twittata e ritwittata di tutta la storia di Twitter, prima del famoso selfie di Ellen DeGeneres agli Oscar dell'anno dopo, mi sembra che poi è stata quella la foto più citata, ma questa fotografia ha fatto veramente il giro del mondo, quindi quanto anche la foto nella nostra contemporaneità, la fotografia possa diventare simbolo di una storia. Qua è proprio una carrellata di foto bellissime che vi ho portato tutte praticamente di Pete Sousa. e della vita alla Casa Bianca e del loro rapporto. È un libro che racconta proprio questa capacità di essere veri e racconta tutto ciò che c'è dietro all'essere il presidente degli Stati Uniti d'America e dietro all'essere la First Lady. lei è stata la prima first lady della storia che lei ha subito capito appena è entrata nella Casa Bianca che non avrebbe fatto la first lady d'appoggio ecco, lei per prima in tutti gli otto anni ha creato tantissime attività, il Giardino della Casa Bianca, ha realizzato attività per fare entrare le persone, i bambini soprattutto, da fuori dalla Casa Bianca, ha realizzato questo movimento per il benessere in America, quindi per mangiare bene. Una delle problematiche più forti, qua se ne parla, dell'America in quegli anni era proprio l'obesità, ma problemi di diabete sin da bambini. e lei ha creato tutto un movimento, tutta una campagna a favore della verdura, dell'orto, ha creato l'orto appunto, la Casa Bianca, tutta una serie di attività parallele a quella di Barack ed è stata la prima First Lady a fare tutto questo, cosciente anche del fatto che sarebbero stati ancora più nel mirino proprio perché è la prima coppia. afroamericana. Vorrei leggervi tante parti del libro ma penso, sono qua che lo guardo perché ho sottolineato tantissime parti, ma credo che sia più interessante insomma che lo possiate se lo volete leggere, comprare, acquistare perché è veramente bellissimo ed è insomma la storia di un sogno secondo me, un po' quella che vi ho raccontato oggi perché è la storia di qualcosa che cambia. Ecco, abbiamo attraversato l'America dagli anni 50 con Robert Frank fino alla contemporaneità e loro due ancora adesso sono molto attivi nel sociale e hanno saputo cambiare la storia, rendersi conto che cambiavano la storia. E quel momento, quel discorso, quella partenza, quelle parole di Barack Obama, queste parole di Barack Obama sono state così importanti nel 2004 perché hanno scagliato una freccia a favore della speranza. con la speranza che era stato il centro, il sogno nel discorso di Martin Luther King, è stata riascoltata per la prima volta in un discorso politico da un giovane ragazzo che non era mai stato visto fino a quel momento in politica e che fece tremare le gambe proprio perché iniziarono a vedere in lui la possibilità di cambiare la storia e quindi di avere una famiglia nera alla Casa Bianca, una famiglia afroamericana alla Casa Bianca. Come vedete vi ho messo le fonti, io spero di avervi dato una... visione un po' generale di questa meraviglia di tematica, che è una tematica che io sento molto vicina per diverse motivazioni, anche proprio per formazione, mi ha detto. Sono cresciuta con Michael Jackson e mi sono sempre interessata a questa tematica così complessa, che molto spesso viene anche semplificata, invece in questo libro, e sto vedendo anche in quello di Barack, viene invece analizzata nel profondo. da diversi punti di vista e anche con testimonianze molto crude perché lei soprattutto verso la fine del libro parla sia all'inizio quando parla della sua vita, della sua vita di come ha vissuto con la sua famiglia, quello che ha subito lei di razzismo anche e poi quello che ha vissuto attraverso le storie degli altri quindi è molto interessante proprio dal punto di vista storico questo libro al di là della sua biografia che ovviamente piacevole un bel romanzo Allora, per quanto riguarda le fonti, ovviamente il catalogo della mostra di Jean-Michel Basquiat a Milano, bellissima mostra realizzata al MUDEC qualche anno fa, il mio blog, troverete diversi articoli su questi argomenti, Michelle Obama Becoming del 2018, Nadia Holgry, Becoming la mia storia on Netflix 2020. Chi ha voglia di capire un po' del libro, magari non vuole subito leggerlo, ma vuole vedere un documentario su Netflix, trovate il documentario molto bello, molto piacevole di Michelle. sul libro di Michelle Obama. Vi consiglio, se avete intenzione di leggere il libro, di prima leggere il libro e poi vedere il documentario, perché se si è letto il libro, vedere il documentario è veramente emozionante, perché si capiscono veramente tante più cose, vedi delle immagini, è veramente molto bello. Troverete tantissime interviste su questi argomenti a Michelle Obama e Barack Obama su YouTube. Barack Obama, A Promised Land, Pete Sousa, Obama, An Intimate Portrait, The Historic Presidency in Photographs del 2017, questo libro sono tutte la raccolta di fotografie di Pete Sousa, tra cui vi ho portato queste da guardare ma ce ne sono tante altre, realizzata proprio dal fotografo ufficiale, e poi video, musiche, film dei protagonisti della presentazione, avete visto che vi ho portato tante cose, ce ne sarebbero ancora tante altre. Vi lascio anche liberi di approfondire sulla tematica, sull'artista, sulla persona che più vi ha incuriosito. Io vi ringrazio per la vostra attenzione, vi saluto, chiudo la registrazione e arrivo da voi. Un bacio grande, grazie!