ciao sono patrick sharif e oggi parliamo del primo capitolo dei promessi sposi cominciamo dal riassunto il capitolo si apre con una descrizione dettagliata dei luoghi in cui avverrà la storia la descrizione comincia dal lago di como si sofferma sul territorio di lecco e poi si focalizza su uno dei borghi di questo territorio lungo una strada del quale sta passeggiando un parroco di paese dona voglio nella sua passeggiata mentre ritorna verso casa si imbatte in due figure loss che i cosiddetti bravi questi gli impongono di non sposare renzo e lucia in quanto il loro signore don rodrigo non vuole che questo matrimonio si celebri poco prima di questo dialogo però vi è una digressione storica da parte di manzoni sulle cosiddette grida ovvero i bandi in cui dei bandi che venivano lette a voce alta nel seicento nelle strade in cui erano scritte le leggi da rispettare le grida riportate da manzoni sono tutte delle leggi contro i bravi e il fatto che nell'arco di 44 anni queste grida si ripetano manzoni ne riporta addirittura a 8 e segno che la minaccia dei bravi non è stata ancora debellata e all'epoca in cui si svolgono i fatti il nel 1628 di don abbondio incontra questi bravi in quanto i bravi continuano ad esistere subito dopo il dialogo tra i bravi e don abbondio invece c'è un'altra digressione storica che riguarda il contesto storico e sociali in cui avviene la vicenda donei manzoni si descrive la società dell'epoca e le varie classi che la compongono ed è una società in cui il più forte prevale sullo più debole una società divisa in oppressori e vittime in quanto la legge che amministrata dal più forte nonostante a livello teorico difenda il più debole a livello tattico non viene attuata e dunque le vittime restano vittime non vengono protette l'ultima parte del capitolo dopo questa digressione vede don abbondio sconvolto che da sconvolta dall'incontro quei bravi che rientra in casa e qui chiama la sua serva perpetua e dopo un battibecco tra i due si decide a sfogarsi a confessarle quanto è accaduto cinque cose da dire su questo capitolo la prima riguarda la struttura il capitolo è strutturato in 6 macro sequenze la prima la terza e la quinta sono sequenze descrittive o digressioni storiche la prima sequenza infatti descrive luoghi in cui avviene la vicenda la terza è dedicata una digressione sui bravi e sulle grida e mentre la quinta è dedicata alla descrizione del contesto storico e sociale in cui vive don abbondio queste sono sequenze dal ritmo narrativo lento e pacato mentre la seconda la quarta e la sesta presenta un ritmo più vivace più ha animato i ne sono delle vere e proprie scene nella seconda vediamo la passeggiata di don abbondio il suo incontro quei bravi nella quarta via e il dialogo tra don abbondio i bravi mentre nell'ultimo ovvero nella sesta di dialogo tra donadoni e perpetua la seconda cosa da dire riguarda l'ambientazione e il tempo la storia ambientata come si evince dalla descrizione in uno dei borghi del territorio di lecco manzoni non ci non cita mai non nomina mai con precisione il paesino in cui avviene la vicenda ma basta sapere che si tratta di un borgo situato in questo territorio riguardo il tempo inverso e manzoni è molto preciso e dice che la passeggiata di don abbondio allievi il 7 novembre 1628 il terzo punto riguarda la figura di donna voglio il cui carattere e psicologia e descritto sono descritti da manzoni in vari modi durante la sua passeggiata dal modo di camminare di scalciare i ciottoli che incontra lungo il cammino dal modo in cui tieni breviario e si guarda intorno capiamo che don abbondio una persona pacata tranquilla e soprattutto abitudinaria abituata a fare ogni giorno sempre le stesse cose e questa sua quotidianità viene stravolta dai bravi che rappresentano per lui un evento straordinario nella banalità della sua esistenza il carattere di don abbondio e un carattere pauroso e questa sua paura questo timore verso il prossimo e la società che lo circonda traspare non solo dal dialogo ma già dapprima nel modo in cui reagisce alla vista di bravi in quanto subito si guarda intorno alla ricerca di qualcuno che lo possa aiutare cerca una via di fuga destra a sinistra e poi immediatamente fa un esame di coscienza per vedere se abbia o meno mancato di rispetto a qualche potente manzoni stesso dopo l'incontro ci dice che la filosofia di vita di don hammond era quella di una neutralità disarmata cioè don abbondio quando due si scontravano non si schierava mai dalla parte di nessuno e se proprio era costretto a schierarsi si schierava dalla parte del più forte sempre però timoroso dell'altro contendente che guardava come a dire se fossi stato tu più forte mi sarei schierato volentieri dalla tua parte e pensiamo un attimo ancora al dialogo tra i bravi e dona voglio quando gli viene detto non devi fare questo matrimonio lui subito dice eh ma io lo devo fare perché il mio dovere se dipendesse da me non lo farei fa intendere questo cioè si presenta come uomo che non ha una propria volontà ma che fa le cose in quanto inserito in un sistema più grande di lui inserito all'interno di una gerarchia in cui deve render conto al vescovo al cardinale arcivescovo e dunque lui non ha potere decisionale inoltre nel momento in cui bravi paiono non credergli noi ancora insiste dice a me non viene nulla in tasca dal celebrare questo matrimonio non ci guadagni niente quindi vi è un continuo giustificarsi un continuo sfuggire da parte di don abbondio alle sue responsabilità è questa psicologia del debole del via del vigliacco e giustificata da manzoni dal fatto che don abbondio viva in una società violenta in una società aggressiva in cui il più debole e finisce sempre per essere sconfitto e manzoni lo paragona a un vaso di terracotta che viaggia insieme a dei vasi di ferro dunque don abbondio e si impaurì vigliacco ma allo stesso tempo è costretto ad essere tale per poter sopravvivere all'interno di questa società un altro tratto che evidenzia il carattere timoroso e di d'orgoglio e che lui sceglie di farsi prete fin da giovane non tanto per vocazione religiosa quanto perché aveva capito che non essendo ricco né appartenente a una famiglia potente questo era l'unico modo per sopravvivere in questa società il quarto punto che andiamo a vedere il riguarda il linguaggio i quattro personaggi incontrati nel primo capitolo i due bravi don abbondio perpetua sono ciascuno di essi ciascuno di essi è dotato di un proprio modo di esprimersi mentre all'interno del dell'intero capitolo ci imbattiamo in tre diversi registri linguistici il primo il registro di don abbondio che è più formale rispetto a quello di bravi o di donna perpetua mentre il secondo registro quello del narratore che è più con te che più attento alle espressioni e più accurato e preciso l'ultimo registro infine è quello delle grida riportate da manzoni che sono riportate e espresse con linguaggio del 1600 l'ultimo punto ovvero il quinto riguarda l'ironia manzoniana che è possibile rintracciare in alcune parti di questo capitolo a cominciare dalla narrazione dalla descrizione in cui manzoni dice che nel territorio di lecco era presente una aveva sede una guarnigione spagnola i cui soldati erano protagonisti di violenze furti e crimini e nel descrivere questi crimini manzoni utilizza l'ironia in quanto dice che i cittadini erano fortunati di avere questi soldati i quali segnavano la modestia le donne accarezzavano le spalle dei degli uomini e infine non facevano fatica re i i contadini nelle vigne in quanto loro stessi andavano delle vigne si mangiavano l'uva con questo ho concluso se vuoi approfondire il primo capitolo ti invito a guardare il mio video dedicato al primo capitolo dei promessi sposi in cui condotto un'analisi molto più dettagliata di questa iscriviti al canale lasciami un commento fammi sapere cosa ne pensi e in bocca un po