Quali sono i confini tra Israele e Palestina perché non si tratta di veri e propri confini e geograficamente parlando cosa ostacola la soluzione a due stati quella tra israeliani e palestinesi è la storia di due popoli e una sola terra una storia di conflitti politici più che religiosi lunga quasi un secolo una storia Dunque piena di mappe tutte diverse e mutevoli ma partiamo subito dicendo che quelli tra Israele e Palestina non sono veri e propri confini perché la Palestina non è uno stato che gode di piena sovranità la formula internazionalmente utilizzata è quella di territori palestinesi occupati che sono la Cis jordania chiamata anche West Bank gerusalem Est e la striscia di gazza secondo le nazioni unite sono territori che Israele occupa militarmente contravvenendo il diritto internazionale e l'occupazione fa sì che non si possa parlare di confini internazionalmente riconosciuti anche altri confini di Israele sarebbero provvisori come quello settentrionale con il Libano e quello nord orientale con la Siria in prossimità delle alture del golan anchesse illegalmente occupate da Israele un'altra premessa necessaria a capire il perché sia così difficile avere una mappa stabile di Israele e Palestina è che in epoca contemporanea e fino al 1948 su quel territorio non erano mai esistiti né uno stato ebraico né uno stato palestinese spesso avrete visto questa successione di mappe ma è forviante mentre non esisteva lo Stato palestinese della prima mappa quello della seconda mappa è la proposta di spartizione dell'ONU che però non è mai stata attuata infine l'ultima mappa riporta le aree sotto l'amministrazione dell'autorità Nazionale palestinese cioè l'ente burocratico amministrativo nato con gli accordi di Oslo del 1993 che avrebbe dovuto rappresentare il nucleo del futuro stato palestinese non si tratta quindi di mappe demografiche dal momento che i palestinesi oggi vivono anche in Israele fino alla fine della prima guerra mondiale la Palestina era parte dell'impero Ottomano suddivisa in due province il San giacc di Gerusalemme e e il vilayet di Beirut comprendente il San giacca di Nablus e quello di Acri il crollo degli imperi nella grande guerra portò la suddivisione tra Francia e Regno Unito dei territori una volta ottomani una suddivisione stabilita con una serie di Trattati che vanno dall'accordo segreto di Sex pic del 1916 al trattato di Losanna del 1923 passando per la conferenza di Sanremo del 1920 che avrebbe dato il via al mandato britannico sulla Palestina nel 1917 un altro documento avrebbe avuto un'importanza storica per il futuro della Regione la dichiarazione balfour con cui il Regno Unito si dichiarava a favore della creazione in Palestina di un focolaio nazionale per il popolo ebraico quello che ci interessa qui è che solo durante il periodo britannico i confini sono rimasti invariati in quella che dal 1920 al 1948 veniva chiamata Palestina mandataria gli anni che portano alla nascita di Israele sono molto turbolenti la popolazione ebraica che alla fine dell'epoca ottomana si stimava al di sotto del 10% e concentrata soprattutto a Gerusalemme e in altri centri urbani comincia a crescere in virtù dell'immigrazione dall'Europa incentivata dall'organizzazione mondiale sionista nata nel 1897 fino a superare il 30% dopo la Seconda Guerra Mondiale un processo quello dell'immigrazione di coloni ebrei accelerato dalle persecuzioni antisemite prima nella Russia zarista e poi nella Germania nazista quindi dai profughi scampati dai lagher In Europa è una considerazione importante per la determinazione dei futuri confini per almeno due motivi Il primo è che gli immigrati ebrei perlop europei a differenza del vecchio isub cioè la comunità ebraica palestinese precedente alle immigrazioni non si integrarono nel nuovo contesto culturale politico e sociale rendendo di fatto difficile la convivenza con gli arabi sulla stessa terra In secondo luogo l'immigrazione fu accompagnata dall'acquisto di terreni gestito da agenzie come il jewish National Fund che condizionarono le acquisizioni di terra a una clausola che ne vietava la rivendita in questi anni iniziano gli scontri violenti a livello locale tra le due comunità nascono organizzazioni paramilitari e terroristiche da entrambe le parti e fioriscono i contrapposti nazionalismi ci saranno prima una rivolta araba quindi un'inserzione ebraica contro il mandato in questo contesto i britannici ormai incapaci di gestire L'ordine sociale in Palestina cominciano a pensare a una soluzione quella della partizione sulla Formula due popoli due stati poco dopo lo scoppio della rivolta araba nel 1937 i britannici creano la commissione PIL che propone una partizione che assegna agli arabi la maggior parte del territorio crea uno stato ebraico che si concentra sulla costa e nel nord e mantiene un mandato sulla regione di Gerusalemme e una striscia di terra che va fino a giaffa il piano viene rifiutato l'anno successivo ci riprova la commissione woodhead che propone tre soluzioni la a molto simile alla partizione PIL la b Che aggiunge la Galilea al mandato e la C che pone sotto un altro mandato anche il deserto del neg è una commissione fallimentare e gli stessi britannici sostengono che una soluzione di partizione è impraticabile l'ultimo serio tentativo arriverà dopo la Seconda guerra mondiale nel 1947 il compito viene assegnato alla neonata organizzazione delle Nazioni Unite la commissione incaricata di trovare una soluzione l'unc è composta da 11 paesi considerati neutrali la proposta è una mappa complicata che crea uno stato ebraico che ricopre il 55% del territorio mentre agli arabi va al 45% Gerusalemme per via della sua importanza per le tre grandi fedi monoteiste ottiene invece uno status internazionale la spartizione viene rifiutata dai paesi arabi mentre i sionisti la accettano entusiasti il 29 novembre del 1947 l'assemblea generale dell'ONU vota a favore della risoluzione 181 è un giorno storico sancisce de facto il riconoscimento internazionale del diritto di uno stato ebraico per gli arabi invece il piano È inaccettabile per almeno tre motivi Innanzitutto perché assegna in perc Ale molto più territorio agli Ebrei In secondo luogo perché a differenza dello stato ebraico i tre territori palestinesi non godono di continuità territoriale infine perché più di 400.000 arabi si sarebbero ritrovati al di fuori del loro stato costituendo oltre il 40% della popolazione dello stato ebraico temendone ritorsioni e repressioni a guardare la situazione oggi la mancata accettazione di quel piano Sembra un errore storico il 14 maggio 1948 ultimo giorno del mandato britannico viene proclamata la nascita dello Stato di Israele è Importante sottolineare che nella dichiarazione di indipendenza non viene fatta menzione dei Confini Ma si afferma che lo Stato di Israele sarà pronto a collaborare con le agenzie e le rappresentanze delle Nazioni Unite per l'applicazione della risoluzione dell'assemblea generale del 29 novembre 1947 il giorno dopo scoppia la Prima Guerra arabo-israeliana e i confini non sarebbero più stati come prima gli esiti più importanti di questa guerra furono due in primis le operazioni di pulzia etnica e la conseguente ondata di profughi palestinesi conosciuta nella memoria collettiva come Naba catastrofe è una questione fondamentale per i confini poiché dopo il 1948 si stima che circa 750.000 palestinesi ovvero Metà della popolazione diventino profughi vivendo Quindi al di fuori dei territori su cui il diritto internazionale garantisce il diritto a ritornare E in secondo luogo l'ampliamento rispetto al piano del 1947 della superficie dello stato ebraico fino al 78% dell'ex Palestina mandataria l'armistizio di Rodi del 1949 segna il limite con i due territori arabi rimasti la striscia di gazza controllata dall'Egitto e la Cis Giordania sotto controllo Giordano la linea dell'armistizio pensata per essere temporanea e conosciuta come Green Line È tuttora lì è la denominazione che compare Anche oggi usando Google Maps questa situazione rimarrà tale fino al 1967 Quando scoppia la guerra dei 6 giorni un conflitto brevissimo col quale Israele aumenta del 100% il proprio territorio oltre ad occupare cisjordania Gerusalemme Est e la striscia di gazza Tel Aviv occupa anche le alture del golan un territorio Siriano e la penisola egiziana del Sinai quest'ultima tornerà all'Egitto con gli accordi di camp David del 1978 successivi alla guerra dello jonkin pur del 1973 le conseguenze territoriali della guerra dei se giorni saranno destinate a cambiare per sempre la politica e la geografia dell'Asia occidentale se vi state chiedendo perché non la chi a Medio Oriente vi lasciamo qui l'episodio dedicato alla Regione politicamente dopo il 1967 perde vigore il panarabismo del presidente egiziano Nasser mentre geograficamente comincia La colonizzazione israeliana della codan l'occupazione militare dei territori palestinesi iniziata nel 1967 è stata considerata illegale da diverse risoluzioni Ono i 10 anni successivi saranno quindi determinanti per il futuro geografico e politico di Israele e Palestina in questo periodo di tempo infatti Israele inizia a costruire le colonie in CIS Giordania insediamenti di popolazione ebraica più o meno grandi che secondo diverse risoluzioni ONU e la Corte Internazionale di Giustizia sono illegali e contrari al diritto internazionale in primis la quarta convenzione di Ginevra anche nella striscia di gazza verranno costruite diverse colonie quattro fino al 1977 e altre 12 fino al 1993 tra il 1967 e il 1975 Inoltre i governi di Tel Aviv creano diverse zone militari su oltre il 26% del territorio CIS Giordano zone di terra inaccessibili per i palestinesi sebbene In molti casi ne vantino pregressi diritti di proprietà queste si estendono soprattutto lungo la Valle del Giordano portando quindi Israele a controllare de facto il confine orientale con la Giordania e isolando ulteriormente i palestinesi dal resto del mondo arabo dalla fine degli anni 60 e fino al 1997 invece Israele istituisce diverse riserve naturali su circa il 6% della cisjordania terreni dove sulla base di considerazioni di carattere ambientale viene limitato lo sviluppo Urbano la costruzione di nuove case così come le attività pastorali lo sviluppo delle colonie israeliane su terreni di proprietà palestinese avviene in diverse fasi uno sviluppo che nel 1979 però incontra L'opposizione di una sentenza di una corte di giustizia interna il governo israeliano trova quindi un espediente ovvero dichiarare terreni statali quelle terre palestinesi destinate alle colonie Agg girand così i precedenti diritti di proprietà privata e collettiva un escamotage giuridico che consentirà a Israele di controllare il 22% della cisjordania terreni su cui saranno costruite ulteriori colonie la costruzione delle colonie è stata portata avanti da diversi governi israeliani ed è tuttora in corso ad oggi si stima che abitino circa 700.000 coloni in CIS Giordania e a Gerusalemme est all'interno di 200 179 insediamenti che in alcuni casi sono vera e propria città alcuni di questi sono conosciuti come avamposti che a differenza delle colonie sono costruiti autonomamente da cittadini senza autorizzazione statale e sono quindi il legali anche per Israele che però non si adopera per il loro smantellamento quella delle colonie è una questione centrale per l'eventuale determinazione di veri e propri confini tra Israele e un futuro stato palestinese in primis perché frammentano la continuità territoriale delle terre palestinesi oggi suddivisi in 165 isole impedendone Tra l'altro l'attività di coltivazione e l'accesso alle risorse naturali e poi perché i coloni il cui numero crescente compromette la demografia locale In molti casi sono armati e difesi dall'esercito israeliano e ciò spesso contribuisce a rendere Praticamente impossibile un futuro di convivenza tra le due comunità La fermentazione dei territori palestinesi diventa ancor più tangibile dal 1991 in poi quando a seguito della prima intifada ai palestinesi che desiderano entr entrare a Gerusalemme est o in Israele viene chiesto un permesso speciale a questa ulteriore interruzione della continuità territoriale si aggiungono i checkpoint ovvero punti di passaggio interpretabili come nuove frontiere Una svolta sembra arrivare tra il 1993 e il 1995 con gli accordi di Oslo 1 e 2 coi quali Israele e l'organizzazione per la liberazione della Palestina si riconoscono formalmente gli accordi prevedono il parziale ritiro israeliano da alcuni territori palestinesi e la creazione di tre aree in CIS Giordania l'area a sul 18% della CIS Giordania viene assegnata all'esclusiva amministrazione dell'autorità Nazionale palestinese entità istituita dagli accordi l'area B il 22% della West Bank prevede un amministrazione congiunta di israeliani e palestinesi quindi il restante 60% ovvero l'area C controllata esclusivamente da Israele sebbene gli accordi rappresentino ad oggi il miglior tentativo di garantire un futuro stato palestinese la loro implementazione non è stata del tutto completata e diversi episodi come L'assassinio del premier israeliano izac carabin firmatario degli accordi insieme al leader palestinese Yasser Arafat l'hanno lasciata in un limbo politico istituzionale che dura ancora oggi nel frattempo a seguito dello scoppio della seconda intifada nel 2000 il governo israeliano ha deciso di costruire una barriera di separazione tra Israele e la cisjordania si tratta di una barriera in cemento alta fino a 9 m giudicata contraria al diritto internazionale dalla Corte di Giustizia internazionale oltre a separare e a isolare diversi territori palestinesi complicandosi ancora di più la continuità territoriale attraverso la creazione di enclave e nicchie abitative che segregano la popolazione palestinese il muro di fatto Erode ulteriore terreno alla CIS Giordania la barriera Infatti non coincide con la greenline dell'armistizio e per l'85 degli oltre 700 km corre all'interno della cisjordania inglobandolo su cui sorgono colonie così come diversi Pozzi d'acqua nonché i sobborghi di Gerusalemme est se fin qui abbiamo parlato solo tangenzialmente della città santa è perché la sua condizione particolare merita un approfondimento specifico lo abbiamo chiesto a Mattia Serra ricercatore dell'osservatorio Medio Oriente nordafrica dell'ispi la questione di Gerusalemme è uno dei temi più controversi del conflitto israelo palestinese questa città ha Infatti un valore religioso e simbolico enorme sia per gli israeliani che per i palestinesi e la sua storia è legata a doppio filo con quella del conflitto il cuore di Gerusalemme è sempre stata la città vecchia quella parte della città in cui si trovano la basilica del Santo Sepolcro il muro del pianto e la spinata delle moschee come potete vedere la città vecchia è storicamente divisa in quattro quartieri quello ebraico quello Cristiano quello Armeno e quello musulmano una divisione che già ci rende l'idea della ricchezza culturale e religiosa di questa città già all'epoca del mandato britannico Gerusalemme era stata al centro di tensioni che sfociarono spesso in violenze e rivolte quando negli anni 30 si comincia a parlare della possibilità di dividere la Palestina in due stati il futuro di Gerusalemme diventa una delle questioni più importanti nel 1937 la commissione PIL propose il mantenimento di un protettorato britannico su una fascia di terra che andava da Gerusalemme Betlemme ad est fino al mar Mediterraneo ad ovest anche il piano di partizione dell'ONU del 1947 prevedeva uno status speciale per la città che in questo questo caso sarebbe stata posta sotto la tutela delle Nazioni Unite come sappiamo questo piano non venne mai realizzato e da allora ci sono stati due importanti punti di svolta il primo fu la guerra del 1948 alla firma dell'armistizio Gerusalemme si ritrovò di fatto divisa a metà la parte Ovest im mano agli israeliani e la parte est Dove si trova la città vecchia im mano ai Giordani E allora che si inizia a parlare di Gerusalemme est ovvero quell'area della città in cui ancora oggi vive la maggior parte dei palestinesi il secondo punto di svolta è la guerra dei se giorni del 19 167 quando Israele riesce a conquistare militarmente la Cis Giordania e quindi anche Gerusalemme est a seguito dell'occupazione gli abitanti palestinesi di questa parte della città furono classificati come residenti permanenti uno status giuridico che permette loro di viaggiare lavorare all'interno di Israele ma che però di fatto non rappresenta una vera e propria cittadinanza Dal 1967 a oggi sono passati molti anni ma la città santa è rimasta al centro del conflitto nel 1980 il Parlamento israeliano passò una legge che definiva Gerusalemme come capitale unita e indivisibile dello Stato di Israele chiaramente i palestinesi non hanno mai riconosciuto questa decisione ed allora non sono mancati momenti di tensione per esempio nel 2000 fu la camminata del futuro primo ministro israeliano arel Sharon lungo la spinata delle moschee a far scoppiare la seconda intifada ma sono tensioni che abbiamo visto venire a galla anche negli ultimi anni Gerusalemme rimane quindi una delle principali questioni risolte del conflitto e non è un caso che il futuro della città santa sia stato lasciato fuori dai negoziati che hanno portato Agli accordi di Oslo la sua risoluzione Infatti venne rimandata a negoziazioni future in cui però le parti non riuscirono mai a trovare un accordo e a finalizzare il fallimento del processo di pace ha quindi lasciato la questione sospesa anche se Gerusalemme è amministrata per la sua interezza da Israele gran parte della comunità internazionale continua a considerare la parte est come un territorio occupato il cui status dovrà essere risolto in un negoziato di pace anche per questo motivo la decisione dell'amministrazione Trump nel 2017 di spostare l'ambasciata a Gerusalemme ha rappresentato un punto di rottura in questi ultimi anni alcuni paesi hanno deciso di seguire le orme degli Stati Uniti Ma su questo tema la comunità internazionale rimane divisa con la maggior parte dei paesi che si è rifiutata di seguire l'esempio americano Gerusalemme In fin dei conti rimane il cuore pulsante del conflitto è una città che raccoglie tutta la ricchezza e le contraddizioni di questa terra ed è per questo motivo che a più di 100 anni dall'arrivo degli inglesi in Palestina Gerusalemme continua ad essere una questione risolta in ultima analisi parliamo del caso della striscia di gazza Lunga 41 km e Larga 10 dopo il 48 la striscia di gazza ha vissuto una separazione fisica sempre più accentuata dagli altri territori palestinesi sviluppando così peculiari specificità territoriali controllata fino al 1967 dall'Egitto con cui comunica fisicamente attraverso il valico di Rafa anche in questo territorio ci sono state colonie israeliane nel 1991 la separazione della striscia viene marcata ulteriormente dall'installazione di checkpoint che di fatto consentono a Israele di controllare la libertà di movimento dei suoi abitanti a propria discrezione nel 1994 Tel Aviv costruisce una recinzione elettrica pattuglia da sentinelle militari che rende quasi impossibile il passaggio dalla striscia alla cis jordania e impone un controllo sempre più stringente su tutte le persone e le cose che entrano o escono da Gazza dopo la seconda intifada quando la recinzione fu demolita ne venne costruita una nuova e più sofisticata dot ATA di alta tecnologia di sicurezza e preceduta da una buffer zone interna che è inaccessibile ai palestinesi della striscia oltre al controllo degli unici passaggi di collegamento che funzionano come vere e proprie frontiere Israele Controlla anche lo sbocco sul mar Mediterraneo del quale ha unilateralmente ristretto sempre più la zona di pesca dalle 20 miglia nautiche sancite anche dagli accordi di Oslo alle attuali 3 miglia ovvero 5 km5 nel 2005 l'esercito israeliano ha lasciato la striscia di gazza da dove sono state smant ate anche tutte le colonie Tuttavia Israele ha mantenuto il controllo sullo spazio aereo quello Marittimo così come sui valichi d'accesso regolando Quindi ogni aspetto della vita dei Gasi tra cui il materiale per costruire e ricostruire gli edifici il carburante che serve anche per generare energia elettrica l'acqua dal momento che il 95% di quella di gazza è contaminata e non potabile e persino L'apporto calorico per questi motivi le nazioni unite continuano a ritenere Gazza un territorio occupato dal 2007 il governo della Striscia è passato nelle mani di hamas organizzazione islamista che Israele G usa e l'Unione Europea considerano terrorista 16 anni fa è quindi iniziato il blocco totale della striscia da cui si può uscire solo Ottenendo permessi speciali il blocco a cui è sottoposto il territorio ha contribuito a renderlo economicamente arretrato costringendo alla povertà gran parte degli oltre 2 milioni di abitanti della striscia di gazza si stima che oltre l'80 per di questi dipenda dagli aiuti umanitari e che la disoccupazione si aggiri intorno al 50% oltre al divieto di importare ed esportare liberamente i propri beni anche lo sviluppo infrastrutturale è bloccato da Israele l'aeroporto di gazza è fuori uso a causa di bombardamenti aerei dal 2001 mentre non è mai stato possibile sviluppare il porto di Gaza City tutte queste precarietà sono state drammaticamente aggravate negli anni dalle cicliche guerre condotte tra hamas e Israele nel 2008 nel 2012 nel 2014 nel 201 18 e quella attuale iniziata il 7 ottobre 2023 in seguito all'attacco terrorista dei miliziani jihadisti e che ha portato alla ritorsione israeliana la più devastante di tutte in termini umani Quando è stato girato questo video le vittime certe sono 1200 israeliani e oltre 14.000 palestinesi 6000 dei quali sono bambini quella tra israeliani e palestinesi è una storia di confini impossibili Resi tali da decenni di violenza contrapposte retoriche di negazione discriminazioni e privazioni deportazioni e presunti crimini di guerra questo video termina chiedendosi se mai esisteranno veri e propri confini tra Israele e Palestina un traguardo lontanissimo che necessita di una roadmap che passi per un cessate il fuoco Quindi un negoziato dunque un riconoscimento internazionale solo allora smetteremo di avere una terra sporcata dal sangue e mappe fatte da temporanei tratteggi geografici in favore di una soluzione stabile con confini in grado di garantire sia pace sia giustizia