Nel precedente intervento abbiamo fatto riferimento alla estrema libertà, all'assoluta libertà dell'artista Ingres, il quale pur considerandosi assolutamente inserito nel contesto, nella poetica neoclassica e quindi aderendo in maniera assoluta al neoclassicismo, non rinuncia affatto a mettere il proprio pennello alla prova e confrontarsi con temi e soggetti tenebrosi, fantastici, che poi saranno tipici della poetica invece preromantica e poi romantica. Ecco, in questo senso noi troveremo degli echi della sensibilità preromantica dove non sarebbe lecito attenderseli, perché da un artista che appunto si considera neoclassico noi non ci aspetteremmo questa tendenza alla costruzione di figure tenebrose, di scenografie tenebrose. A partire dai soggetti, in questo caso noi analizziamo il sogno di Ossian, di Angre, dove appunto si descrive il sogno del bardo Ossian che era considerato l'omero del nord, l'omero dei celtici, il bardo celtico considerato fino al 1952 un originale che invece sappiamo oggi essere un parto della mente di Macpherson. e in questo caso appunto Ingres dichiara la sua vicinanza e il suo tentativo di parlare di queste oscure saghe nordiche che si contrappongono in qualche modo alla solarità, alla luce del mito greco-romano e comunque mediterraneo.
Di conseguenza noi troviamo questa ambientazione in penombra, il notturno così inchiostrato, la potenza evocativa, il mistero che saranno proprio caratteristiche tipiche del soggettivismo, in qualche modo della volontà di espressione del pathos che è tipico del pre-romanticismo e poi del romanticismo. In compenso troviamo comunque un disegno netto e sicuro, una composizione salda, una luce che accompagna la struttura, che è una struttura certa della composizione, assolutamente equilibrata, equilibrata anche nella scelta della suddivisione, potremmo dire, dell'opera in piani diversi, un primo piano dove il bardo Oessian dorme sulla sua arpa, è rappresentata a colori, e poi invece in secondo piano il parto della sua mente. questi personaggi delle saghe nordiche, quindi queste fate, questi guerrieri armati e suonatori, che vengono rappresentati invece con una grisaglia di una delicatezza, di una finezza impressionanti, irradiati da una luce che parte, irradia proprio a partire dal corpo di Ossian. In tutto questo ovviamente niente di concitato, niente di violento, perché siamo ancora in una orchestrazione. che parte dalle basi teoriche tipicamente neoclassiche e quindi winkelmanniane.
Quindi vediamo una serie di elementi che mescolano soggetti di tipo nordico e che riconducono alle fascinazioni del pre-romanticismo con una forma, una struttura ancora assolutamente neoclassiche. E'anche vero che questo chiarore così denso, questi bagliori, questo notturno non può... possono non farci pensare a tutta una serie di elementi ancora una volta derivati dagli esempi dell'arte italiana.
Da una parte il sogno di Costantino, vi ho messo un particolare di Piero della Francesca, quindi si arriva fino al 400, d'altra parte sappiamo che Angre visitò Arezzo e quindi con Ubbe, insomma gli affreschi di Piero della Francesca, dall'altra la scelta di rappresentare una luce più diafana, più fredda nella parte alta e più calda nella parte bassa, che non possono non collegarsi al modello. ancora una volta raffaellesco in questo caso della trasfigurazione. Ecco, vediamo anche nella figura femminile che fa da tridunion, da punto di contatto fra il sogno e il sognatore, questa fanciulla così allungata, estenuata, così dolce.
che tocca con la sua mano immaginaria il gomito del poeta, troviamo questa deformazione, questo allungamento della figura, una figura ancora sinuosa, allungata, erotizzata potremmo dire, che ci riporta a questa capacità, a questa tendenza dell'artista di allungare, di deformare le proprie figure. D'altra parte lo stesso Ingres dirà che un rigore scientifico in casi simili nuoce alla sincerità del disegno. e può portare ad una ripetizione banale della forma a detrimento della forza di espressione.
Quindi lui per primo parla di questa sua tendenza ad allungare le figure in chiave estetizzante. Se noi guardiamo per esempio la grande Odalisca del 1814, uno dei capolavori assoluti appunto di Angra, troviamo proprio questo elemento, questa mollezza, l'idea della donna esotica. nell'arem mollemente adagiata sui cuscini.
Se però noi guardiamo con attenzione vedremo che questa tendenza all'orientalismo non è una tendenza vera perché diciamo si tratta di un orientalismo d'occasione, non è una tendenza genuina come sarà quella della crua tipica del romanticismo. Qui ci sono dei dettagli orientaleggianti, il brucia incensi da una parte, la lunga pipa, questo. questa sorta di ventaglio di piume di pavone ma poi fondamentalmente se guardiamo con attenzione i debiti di Angra anche in questo caso sono con la grande arte del del 500 italiano Per esempio guardiamo il turbante con questo gioiello che è una citazione praticamente letterare della fornarina di Raffaello che è uno dei suoi esempi primari e poi la struttura è chiaro che risente evidentemente della venere di Urbino e di Tiziano per quanto si tratti di una struttura ribaltata, quindi il languore del nudo e poi il drappo laterale che si apre come una quinta scenica di appunto di sapore così tizianesco e che poi passerà da tiziano all'espressione barocca. Per non parlare di questo allungamento della deformazione estetizzante di questo corpo che può riferirsi evidentemente a tutte le tendenze maialiste, è solo il caso di citare per fare un esempio Parmigianino, in questa volontà di allungare, di estenuare, di estetizzare le figure.
Ecco in questo senso noi abbiamo un artista molto difficile da incasellare, un artista che è classico nel rigore compositivo, nella ricchezza, nella purezza del colore, nella ricerca del bello ideale ma che però ha tutta una serie di ambientazioni, di echi, di sconfinamenti preromantici dall'orientalismo anche se si tratta di un orientalismo abbiamo detto d'occasione alle atmosfere cupe e e oscure, poi il saldo esempio dell'arte italiana del Rinascimento e soprattutto della maniera, ma abbiamo visto all'inizio della sua carriera anche tutta una serie di riferimenti al mondo medievale, addirittura tardo-antico, bizantino e poi alla correttezza, diciamo, lenticolare dell'arte. fiamminga. Elementi che noi per esempio vediamo nel voto di Luigi XIII, la perfezione formale, la strutturazione compatta dell'opera ma che evidentemente risente chiaramente del Cinquecento italiano in particolare.
particolare di Raffaello, della Madonna Sistina e della Madonna di Foligno, con questo palcoscenico che si apre, questa figura sospesa, diciamo seduta sulle nuvole. Interessante anche l'attività di ritrattista di Ingres che evidentemente si ricollega all'esempio del suo maestro David ma che aggiunge all'esempio dello squisito ritrattista David un'attenzione, un'analisi psicologica, una resa proprio psicologica dei personaggi, uno scavo che riesce ad accordarsi incredibilmente con il suo personaggio. con qualcosa che non si accorda bene con l'espressività, cioè con la tendenza estetizzante, astraente, che invece era tipica della maniera moderna, in particolare di Bronzino.
Vi faccio vedere due immagini per capirsi, la figura di, il ritratto di Eleonora di Toledo e quello sotto della poetessa Laura Battiferri che mostrano a distanza di 300 anni un collegamento abbastanza evidente, con l'esempio invece poi realizzato. dato da Angra. Quindi un artista in grado di mettere insieme tante, un ventaglio di fascinazioni incredibile costruendo delle figure completamente nuove con questa linearità esasperante, con questa tendenza alla freddezza estetizzante, con una ricerca di dettagli di una qualità.
incredibile con delle fascinazioni appunto pre-romantiche in una struttura assolutamente equilibrata e composta di origine invece neoclassica. Ecco come ultima opera proviamo ad analizzare il Bagno Turco che è il capolavoro, il più tardo capolavoro angresiano siamo nel 1862 e Angra a questo punto è un artista che è stato criticato nel corso della sua carriera ma a questo punto della sua carriera è un artista riconosciuto a tutti i livelli, la sua fama travalica tutte le correnti che ha attraversato, abbiamo esponenti sia romantici che legati al realismo curbettiano che comunque lo considerano un maestro, diciamo la sua arte è un'arte a questo punto fuori dal tempo è un artista ricercato cercato e venerato assolutamente da tutti. espone, esprime in quest'opera quella tendenza all'orientalismo, quella volontà di realizzare il modello femminile nell'anguore, nell'abbandono, che erano stati tipici più o meno di tutta la sua carriera. Vedete che io vi ho messo di lato la Bagnante di Valpinçon, che è un'opera giovanile, che in questo caso trova un eco abbastanza evidente nella figura di donna che suona la chitarra, il mandolino in primo piano, perché in questo caso abbiamo una vera e propria summa dei modelli già utilizzati.
utilizzati dell'attrezzatura potremmo dire nella realizzazione del modello femminile in tutte le opere di Anger. Troviamo la bagnante di Valpinson, troviamo la grande odalisca, troviamo la prima moglie con le braccia dietro alla testa, troviamo per esempio il piccolo nudo di schiena del 1815, soprattutto un eco, quella figura in piedi con le braccia dietro la testa dell'Angelica legata allo scoglio che è un altro dei capolavori assoluti. Vi faccio vedere alcuni di questi modelli come se in quest'opera costruisse una somma dei suoi modelli, delle sue figure femminili per costruire diciamo il contesto perfetto.
contesto dove si mettono in gioco le esperienze pittoriche pregresse, dove si mette in gioco la grande pittura del cinquecento italiano, dove si assiste a una perfezione strutturale assoluta, a un atteggiamento coloristico di una perfezione, di una qualità impressionante se pensiamo proprio alle superfici opaline così nette queste carni così sode anche se mollemente distese quindi l'idealizzazione astraente delle figure un esotismo che evidentemente denuncia una matrice preromantica e poi volendo anche una sorta di voyeurismo in questo tentativo di cogliere i nudi di queste fanciulle, che sono fanciulle incarnate negli atteggiamenti, anche se disincarnate in questi corpi di madre perla, è stata sottolineata forse anche dall'andamento circolare dell'opera che suggerisce come se l'osservatore guardasse dal buco della chiave, da uno spioncino e quindi vedesse questa donna. donne abbandonate colte nell'estasi, nella mollezza, nella pigrizia di un bagno turco. Come dicevamo un artista di questo genere che percorre nella sua parabola tutta una serie di elementi di novità, di movimenti diversi che riesce pur mantenendosi saldamente coerente all'interno della sua formazione che è una formazione neoclassica riesce a mescolare queste fascinazioni e queste diverse tendenze per cui costruire qualcosa di diverso è un artista difficilmente incasellabile, quindi un artista che possiamo ancora definire neoclassico ma che ha delle tendenze preromantiche, che costruisce tituiranno un modo assolutamente nuovo, assolutamente personale di fare arte.
Nelle prossime lezioni ci occuperemo di altri artisti che vivono in un periodo diciamo in cui il neoclassicismo è imperante ma che già mostrano delle tendenze invece molto chiaramente, in questo caso molto fortemente romantiche, artisti preromantici, parleremo di Blake, parleremo di Fuseli, parleremo di Goya e in questo caso artisti che abbandonano il neoclassicismo per cercare una strada completamente nuova che in qualche modo aprirà le porte al romanticismo successivo.