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Italia a fine Ottocento: Crisi e Riforme

alla fine dell'Ottocento l'Italia è ormai diventata uno dei protagonisti dell'Europa egemone sul mondo il giovane è stato mediterraneo è pronto per il gioco delle grandi potenze ma in questo momento come per il caso Dreyfus in Francia e la crisi politica in Gran Bretagna anche l'Italia deve rispondere delle sue contraddizioni anitmultuose attendono la penisola e il suo Re Umberto I la caduta del governo Crispi a seguito della disfatta coloniale di Adua del 1896 porta al ritorno al governo del conservatore Antonio starabba Marchese di Rudinì le forze della Sinistra Storica si ritirano lasciando spazio alla destra tra i conservatori si crea un fronte comune contro Coloro che sono percepiti come nemici dell'ordine pubblico socialisti repubblicani e clericali la tendenza della destra si esprime anche con un tentativo di tornare ad una visione più restrittiva dello Statuto Albertino Ovvero la costituzione del regno dai tempi di Cavour si era fermato una visione parlamentarista in cui Rea accetta di delegare molti dei suoi compiti al governo ora invece la destra vorrebbe vedere un esecutivo responsabile di fronte al sovrano la svolta a destra è di puro stampo monarchico dare re buona parte del potere vorrebbe dire lasciare alle camere i soli compiti legislativi almeno questa l'idea di Sidney Sonnino esponente della Destra Storica espressa in un articolo del 1897 il tentativo del governo Rudinì di spostare l'asse del paese su una struttura più autoritaria è però interrotto nella primavera del 1898 problemi ignorati per anni esplodono e molti nodi vengono al pettine il prezzo del pane dato il cattivo raccolto e la guerra risparmio americana che blocca gli Export dagli Stati Uniti aumenta improvvisamente di conseguenza le manifestazioni popolari non si fanno attendere iniziati in Romagna in Puglia le proteste si allargano a tutto il paese e a tutti i grandi centri urbani nonostante una presenza operaia Queste sono ancora proteste e definibili spontanee pre-industriali nel loro spirito non c'è infatti alcuna visione politica e solo la grande frustrazione delle fasce più basse della popolazione sfruttate impoverite che esplode ma la risposta del Governo è una sola repressione la polizia è chiamata in forza ad ogni protesta viene dichiarato lo stato da sedia a Milano Napoli e per l'intera Toscana il potere in queste aree passa ai militari il culmine di queste proteste arriva a Milano tra l'8 e il 9 maggio del 1898 le truppe del generale barba beccaris sfamari protestanti col piombo 100 morti e più di 500 feriti il bilancio finale il governo perde il controllo i moti per il pane sono scambiati per una rivoluzione organizzata capi socialisti radicali e repubblicani vengono arrestati neanche le attivisti cattolici si salvano dalla repressione abusando dello stato da assedio si avvia il processo definito dei politici personaggi scomodi perlopiù estranei fatti vengono spediti in carcere sfruttando la situazione Ad esempio Filippo Turati leader socialista avrebbe ricevuto una pena di 12 anni tornato l'ordine i gruppi moderati e conservatori con l'appoggio del re e della maggioranza alla camera provano a dare una base legislativa a queste forme repressive dei poteri pubblici si prospetta una svolta autoritaria la lotta si sposta dalle piazze ai banchi del parlamento un progetto di legge viene proposto da Rudinì ma fallisce e porta le dimissioni del primo ministro Nel giugno del 1898 il generale piemontese Luigi pellù prende le redini del governo e continua da dove avevi interrotto Rudinì il diritto allo sciopero la libertà di stampa e di associazione vengono attaccati da nuovi provvedimenti questo è troppo i gruppi di estrema sinistra rispondono con l'ostruzionismo prolungando all'infinito le discussioni e paralizzando la maggioranza per un anno la camera vede dibattiti accesi interventi fiume interminabili E persino scontri fisici tra deputati l'ostruzionismo distrugge il governo la sempre più aperto a posizione dei gruppi libera al progressisti guidati da Giuseppe Zanardelli e da Giovanni Giolitti e l'ultima goccia le elezioni del giugno del 1900 non portano ad una maggioranza e per lui si dimette lasciando a Giuseppe Saracco un moderato super partes la guida del governo Umberto I promotore di queste leggi autoritarie e antidemocratiche deve accettare il fallimento della politica repressiva i suoi piani sono bruscamente interrotti un mese dopo il 29 luglio 1900 quando cade vittima di un attentato il regicida l'anarchica o Gaetano Bresci era tornato appositamente dall'America per vendicare i morti del 98 con la morte di Umberto I e la caduta di pellù la tensione in Italia comincia a scemare il nuovo governo Saracco il nuovo re Vittorio Emanuele III con un nuovo corso per il regno L'esperienza di Saracco in realtà sarà breve il governo cade in seguito ad un grande sciopero generale chiamato a Genova e il re capendo la situazione decide di chiamare al governo Nel febbraio del 1901 il leader della sinistra liberale Zanardelli Zanardelli affidato Elite il Ministero degli Interni proprio quest'ultimo durante i dibattiti sullo sciopero di Genova aveva affermato che lo stato non può aver paura delle organizzazioni operaie e la via della repressione non ha più senso in questi tempi moderni per tre anni il governo Zanardelli riesce a portare numerose riforme il lavoro femminile minorile nelle fabbriche è limitato e vengono migliorate le leggi sulle assicurazioni per la vecchiaia e per gli infortuni viene costituito un consiglio superiore del Lavoro organo consultivo per la legislazione sociale a cui prendono parte anche esponenti di sindacati socialisti viene approvata una legge per la municipalizzazione dei servizi pubblici le società private devono lasciare i comuni la gestione di tutti questi servizi il grande cambiamento però si può notare nel comportamento del governo per quanto riguarda le lotte del Lavoro la linea scelta da Giolitti è di completa neutralità nei confronti del Movimento operaio movimento che però per essere tollerato doveva rimanere non violento la politica di Giolitti porta diversi cambiamenti le organizzazioni sindacali perseguitate fino al 1898 tornano nella totale legalità e iniziano ad espandersi nel 1901 dalle leghe rosse della pianura padana nasce la Federazione Italiana dei lavoratori della terra lo Stato tollera questa organizzazioni nonostante la federterra con i suoi 200.000 iscritti punti alla socializzazione della terra la politica di Giolitti accetta la forza riformatrice dei sindacati il governo Zanardelli Avvia quella che è definita svolta liberale nella storia italiana le riforme iniziano a cambiare la società del regno nonostante la tolleranza del Movimento operaio questo è un periodo di grandi scioperi la lotta dei Lavoratori spinge un aumento dei salari tra il 35 e il 50% fra il tempo che intercorre tra il 1900 e il 1915 Ma non si può dire che questo aumento sia dovuto esclusivamente alle lotte operaie e alle politiche del governo Zanardelli per quanto tutte siano molto importanti è evidente Infatti come in Italia e in Europa ci sia una crescita senza precedenti esponenziale è arrivata la seconda rivoluzione industriale A partire dagli ultimi anni dell'Ottocento l'Italia conosce il suo primo vero decollo industriale il Regno d'Italia ha molto terreno da recuperare rispetto alle grandi potenze ma lo slancio dato dall'unità del 1861 darà presto i suoi frutti Durante gli anni della Destra Storica ovvero fino al 1876 una rete ferroviaria inizia a unire le grandi città della penisola non più separate a livello politico gli succede la Sinistra Storica che nel 1887 grazie ad una scelta protezionistica permette la creazione con grandi sforzi economici di una moderna industria siderurgica dopo lo scandalo della banca romana in cui un interi istituzione bancaria risulta corrotta fino al midollo avviene una riforma nel settore finanziario nasce la banca d'Italia sempre nello stesso periodo nel 1894 il governo aiutato da ingenti capitali tedeschi fonda il credito italiano e la banca commerciale i risparmi privati possono essere investiti nell'industria l'Italia brilla Infatti proprio nel settore industriale più moderno non appesantita da vecchi fabbriche specializzate come le maggiori potenze europee il regno ha la possibilità di gettarsi in queste nuove produzioni la Siderurgia Ovvero la produzione dell'acciaio e la più difesa dalle tariffe dell'87 nascono le Acciaierie di Terni nel 1884 E numerosi impianti per la lavorazione del ferro vengono aperti con aiuti statali a Savona Piombino e Bagnoli grazie alle tariffe anche aziende già fondate conoscono un periodo di ampliamento come l'industria meccanica dell'ingegnere Ernesto Breda fondata nel 1866 a Milano e specializzata nella costruzione di locomotive vagoni e macchine per l'agricoltura viene ampliati settore tessile in particolare l'industria cotoniera viene meccanizzata e protetta da tariffe nel settore agroalimentare la barbabietola da zucchero comincia a espandersi in tutta Italia Infatti lo zucchero insieme all'acciaio e il cotone e uno di quei prodotti difeso dalle tariffe ma anche nel libero mercato l'economia italiana inizia ad espandersi l'industria chimica gode delle produzioni di gomma degli stabilimenti Pirelli a Milano mentre nel settore meccanico viene fondata nel 1899 da Giovanni Agnelli La Fabbrica Italiana automobili di Torino nonostante un mercato interno debole la Fiat si conquista un ruolo di prestigio nel settore industriale italiano anche il settore delle telecomunicazioni comincia a espandersi nel 1884 le tre più grandi aziende di telefonini in Italia si uniscono per creare la società telefonica Lombarda con Ben 900 abbonati Ma se ai tempi era molto facile intercettare ciò che si dicevano i cinque abbonati di Forlì Oggi abbiamo tantissime tecnologie per difenderci da quei Ficcanaso dell'ufficio informazioni come lo sponsor di questo video Nord VPN certo all'epoca non potevano avvalersi di internet e del 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italiana tra il 1896 e il 1914 cresce con una media del 6,7% annuo la più alta Sul continente nel periodo il volume industriale nello stesso periodo risulta raddoppiato il settore secondario raggiunge il 25 per cento dell'economia dall'inizio del Novecento fino alla prima guerra mondiale il reddito pro capite aumenta del 30%. varie fasce della popolazione non sono più schiacciate dai costi della vita e possono permettersi nuove spese il reddito pro capite è Infatti un ottimo modo per comprendere la ricchezza della popolazione si ottiene dividendo la somma dei beni e servizi prodotti da una nazione o reddito nazionale per il numero di abitanti più è alto più si può definire uno stato come Enrico in Italia la qualità della vita comincia A mutare con l'espansione economica la penisola Inizia ad avvicinarsi sempre di più ai grandi stati avanzati europei ma i progressi italiani impallidiscono davanti alle grandi economie del continente pensate che nel 1914 il reddito pro capite italiano è la metà di quello tedesco mentre nel 1911 la analfabetismo nella penisola è ancora al 37%, mentre il Nord Europa non supera il 5 anche l'economia italiana vede ancora il 55% dei Lavoratori nell'agricoltura un numero troppo alto per la quantità di posti disponibili e quando ci sono troppi lavoratori e troppo poco lavoro la soluzione diventa una sola emigrare nonostante l'espansione dell'economia l'emigrazione verso l'estero tra il 1900 e il 1914 a cifre impressionanti 8 milioni di cittadini italiani lasciano la penisola 2 milioni non faranno mai ritorno in patria il fenomeno migratorio è un'esperienza estremamente diversa a seconda della Regione interessata in Nord Italia l'emigrazione temporanea diretta verso altri paesi europei e specialmente non vede partire un'alta percentuale della popolazione nel sud Italia l'emigrazione vissuta come unica speranza per una vita migliore la destinazione oltreoceano nord e sud America diventano le mete per gli intraprendenti i giovani del Sud lemmigrazione di una parte della popolazione porta ad una diminuzione della pressione demografica il rapporto risorsa abitanti torni in positivo calmando anche quelle forti tensioni sociali mai sopite durante il periodo inoltre il denaro ha inviato a casa porta ad alleviare il disagio di tutte quelle regioni che sono vittime della migrazione di forza lavoro Difatti le rimesse degli emigrati aiutano l'economia italiana dall'altro lato un'emigrazione massiccia porta ad una grave carenza demografica in certe aree specialmente del Sud in cui i giovani e intraprendenti si portano via energie fresche non più destinata ad aiutare un mezzo giorno sempre più in difficoltà nonostante la crescita generalizzata la maggior parte del benessere in Italia si localizza nel cosiddetto triangolo industriale una area geografica nord Italia convertiti Torino Genova e Milano il 57% dei Lavoratori nell'industria si trova in quest'area mentre solo il 25% si trova nel mezzogiorno sono Infatti assenti nel sud Italia le grandi aziende ad alta tecnologia che costellano le regioni del nord anche i progressi agricoli si focalizzano nel Nord dove la presenza di capitali Permette un continuo miglioramento della produzione specialmente nella valle Padana da questa situazione si possono capire i grandi mali della società meridionale la analfabetismo nel 1911 si attesta al 60% nel mezzogiorno contro il 15% nel nord la disgregazione sociale l'assenza di una classe dirigente moderna sono sintomo della fortemigrazione della cultura conservatrice di questa regione la piccola media borghesia al sud e subordinata agli interessi dei grandi proprietari terrieri e la lotta politica e incentrata Sul rapporto clientelare e personalistico i lavori a sud sono pochi e malpagatti tranne uno entrare nel sistema pubblico un obiettivo classico dei giovani benestanti del sud e in questo periodo in cui l'a traduzione italiana fino a questo momento nordista e piemontese inizia meridionalizzarsi i problemi del Sud sono antichi radicati ma anche L'Italia intera rimane una realtà complessa e contraddittoria in questa fase dopo la crisi di fine secolo un solo uomo avrebbe dominato la scena politica per tutti gli anni a venire stiamo parlando di Giovanni Giolitti [Musica] nel novembre del 1903 Giuseppe Zanardelli si dimette da presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia per una grave malattia sarebbe morto di lì a poco il Ministro degli Interni Giovanni Giolitti viene chiamato alla guida del governo e la seconda volta dopo gli eventi del 1892 in seguito allo scandalo della banca romana in cui il politico piemontese sala al governo è iniziata una nuova era per la politica nazionale italiana in cui Giolitti la fa da padrone è iniziata l'Italia giolittiana appena salito al governo Giolitti decide di portare avanti l'esperimento Liberale progressista di Zanardelli ma anche di allargarne le basi in offerta al socialista Filippo Turati un posto nel governo e questo è uno dei classici metodi utilizzati da Giovanni Giolitti in politica ovvero il trasformismo il trasformismo è una pratica politica basata sulla ricerca di una maggioranza tramite accordi e concessioni verso partiti politici eterogenei e talvolta verso singoli esponenti dei partiti avversi Tutto questo per evitare la creazione di davvero opposizione la pratica si deve ad Agostino Depretis scegliere Turati ha un valore altamente politico il leader socialista era stato condannato Neanche cinque anni prima come sovversivo e Giolitti vuole calmare i moti popolari Ma isopiti dalla crisi di fine secolo Turati però decide di rifiutare l'incarico La scelta si spiega con la paura che una parte del suo partito non lo avrebbe seguito una volta salita al governo il governo Giolitti secondo si contraddistingue per le sue larghe intese fra centro e conservatori Ma il problema di avere tutti al governo è che molte riforme vengono sacrificate per tenerlo in piedi esempio più importante è l'abbandono della riforma fiscale cavallo di battaglia del programma politico di Giolitti dal 1892 altre riforme però riescono a passare nel 1904 arrivano le prime leggi speciali per il mezzogiorno destinate alla Basilicata e alla città di Napoli lo Stato inizia ad investire pesantemente per risollevare le sorti economiche del meridione queste leggi poi allargata alla Calabria alle isole sono destinate a incoraggiare la modernizzazione e fornire un aiuto economico tramite agevolazioni fiscali e creditizia le riforme attaccano i sintomi più che le cause dei problemi del Sud Italia tant'è che la struttura sociale del Mezzogiorno rimane sostanzialmente invariata In ogni caso queste leggi sono esempi virtuosi di intervento statale in aree depresse della penisola un altro progetto elaborato da Giolitti nel 1904-1905 è la statalizzazione delle ferrovie affidato in quel momento accompagnate Questa però è una riforma estremamente rischiosa Nel 1876 la Destra Storica del governo Minghetti era caduta proprio per una riforma del genere adesso Giolitti la sinistra stanno ritentando l'impresa la riforma trova subito un'opposizione diffusa specialmente tra i socialisti per il divieto di sciopero forzato sui ferrovieri una volta diventati dipendenti pubblici Giolitti decide Allora di dimettersi prima di essere costretto a farlo lasciando ad Alessandro Fortis il governo Questa è una tattica politica che Giolitti avrebbe usato più volte durante la sua carriera davanti ad un'opposizione agguerrite malumori nella maggioranza gioli abbandono e potere per lasciarla ad una figura secondaria destinata non sopravvivere alla lotta politica parlamentare una volta terminata la crisi giuditti riprende le redini della maggioranza con un nuovo governo l'esempio più noto è il povero governo Tittoni che dopo la caduta del secondo governo Giolitti il 16 marzo 1905 rimane in carica per il tempo record di soli 12 giorni Sembra che in questo momento storico nessuno Rega il potere come il politico piemontese il governo Fortis dura meno di un anno ma riesce a portare a termine la riforma sulla statalizzazione delle ferrovie a seguirlo e Sidney Sonnino il più autorevole oppositore di Giolitti nel campo liberale ma il nuovo governo dura solo tre mesi nel maggio del 1906 Giolitti torna alla guida del governo inizia qui lungo Ministero Giolitti un periodo di tre anni e mezzo in cui si avviano numerose riforme per lo stato italiano Nel giugno del 1906 arriva la prima prova del governo la conversione delle rendite Ovvero la riduzione del tasso di interesse versato dallo Stato ai possessori di titoli del debito nostro pubblico la mossa si rivela vincente solo pochi detentori di titoli decidono di accettare il rimborso immediato Questo denota un'alta fiducia dei risparmiatori nella finanza pubblica ma all'inizio positivo del lungo Ministero Giolitti si scontra con la congiuntura economica del 1907 una crisi internazionale colpisce l'Europa e l'Italia accusa il colpo la crisi viene superata in tempi brevi Grazie anche all'intervento della banca d'Italia Nel 1908 la crescita riprende a ritmi sostenuti ma senza raggiungere i livelli pre-crisi La crisi è superata con successo a livello economico ma a livello sociale si riaprono tutte le crepesanate durante la fine del secolo il rapporto tra gli industriali e i lavoratori inizia sgretolarsi per fare fronte comune contro le richieste pressanti dei Lavoratori la crisi economica e le iniziative sociali del governo nel 1910 viene fondata la Confederazione Italiana dell'Industria meglio nota come Confindustria nel dicembre del 1909 Giolitti si ritira nuovamente lasciando la via aperta ad un nuovo Governo Sonnino che però anche questa volta così Luigi Luzzati nel marzo del 1910 prende la guida dell'esecutivo il governo Luzzati come quello Sonnino non riesce a mantenere il controllo delle camere riuscendo però a far passare un importante riforma scolastica con la legge da New cretaro lo Stato si prende l'onere dell'Istruzione elementare togliendo le comuni nel marzo del 1911 Giolitti torna al governo con un programma orientato fortemente a sinistra e che ha come punto cardine l'allargamento del Suffragio L'obiettivo è estendere il diritto di voto a tutti i cittadini maschi che avessero compiuto 30 anni e a tutti i maggiorenni con la capacità di leggere e scrivere o che avessero prestato servizio militare In sostanza quello che Giolitti vuole raggiungere e il suffragio universale maschile Ormai in vigore in buona parte dei paesi europei un altro punto del programma giolittiano è l'istituzione di un monopolio statale dell'assicurazione sulla vita che avrebbe permesso di finanziare il fondo per le pensioni di invalidità e vecchiaia per i lavoratori quella che passerà la storia cometaggio littiana che intercorre tra la crisi di fine secolo e l'inizio della Prima Guerra Mondiale non è soltanto un questo periodo di monopolio politico da parte dello statista piemontese ma anche di grande influenza nella vita dell'intero paese quella di Giolitti venne definita come dittatura parlamentare molto simile a quella di Depretis tra il 1876 e 1887 ma molto più aperta ad altre forze politiche l'azione di Giolitti si manifesta in alcuni punti cardine un sostegno alle forze più moderate della società italiana come la borghesia industriale e il proletariato organizzato il tentativo di avvicinare al sistema liberale gruppi e movimenti visti e definiti nemici delle istituzioni e infine la tendenza ad aumentare l'intervento dello Stato per correggere gli squilibri sociali Il sistema Giolitti si basa su un forte controllo delle camere sull'uso del trasformismo per mantenere una forte base politica e sull'intervento del governo soprattutto nel mezzogiorno nelle lotte elettorali per assicurarsi il supporto dei notabili locali nonostante le radici di sinistra della politica di Giolitti alcuni suoi metodi per rimanere al potere Diciamo che limitano è contraddicono la filosofia progressista dietro i suoi governi più Giolitti rimane al potere più aumenta l'insofferenza dell'opposizione i socialisti rivoluzionari e cattolici democratici accusano il presidente del consiglio di atti di corruzione per i liberare il conservatori come Sidney Sonnino e il direttore del Corriere della Sera Luigi Albertini Giolitti si sta allontanando troppo dalle tradizioni risorgimentali scendendo a Patti con i nemici delle istituzioni un'altra forza di opposizione è quella di meridionalisti Gaetano Salvemini avrebbe etichettato Giolitti come ministro della malavita l'accusa mossa Giolitti è quella di supportare solo l'economia del Nord con le sue Industrie alla sua oligarchia operaia abbandonando e perfino ostacolando lo sviluppo del Mezzogiorno nonostante l'ampia maggioranza di cui gode in Parlamento Giolitti deve pian piano fare i conti con una crescente impopolarità la classe dirigente l'opinione pubblica si stanno allontanando creando i presupposti per una crisi simile a quella di fine secolo Giolitti si trova davanti all'unica risposta possibile per sfogare la frustrazione popolare riguadagnare il favore dei conservatori dopo le riforme su suffragio e coronare gli obiettivi strategici sembrava preparati nel tardo 800 dall'altro lato del mare c'è la risposta l'Italia scendere in guerra dopo il disastroso fallimento di Adua del 1896 e la caduta del governo Crispi la politica estera del Regno d'Italia inizia a cambiare la linea oltransista filo tedesca della triplice alleanza viene allentata e di conseguenza i rapporti con la Francia migliorano nel 1898 un trattato termina una decennale guerra doganale con il paese d'otralpe e nel 1902 un accordo sulle sfere di influenza in Africa settentrionale consegna la Francia in Marocco e all'Italia alla Libia sulle sponde del Mediterraneo comincia a montare tempesta immediatamente l'accordo tra Italia e Francia crea malumori nella triplice la concessione del Marocco risulta un vero smacco per i tedeschi che da tempo sono impegnati a livello diplomatico per il controllo di Rabat anche gli italiani rimangono delusi dall'Austria Ungheria dopo l'annessione Nel 1908 della Bosnia Erzegovina nonostante la millantata Alleanza L'Italia non viene nemmeno consultata prima dell'atto lasciando malumori e risentimenti nell'opinione pubblica Davanti a questa umiliazione molti intellettuali italiani iniziano a chiedersi Perché l'Italia possono essere sempre relegata a Potenza di secondo ordine sta nascendo in Italia il movimento nazionalista Enrico Corradini è uno dei maggiori teorici dell'associazione nazionalista italiana fondata nel 1910 le nazioni povero proletarie devono lottare contro le nazioni ricche o capitalistiche Superando le differenze interne per focalizzarsi sulla politica estera le nazioni proletarie come l'Italia dotate di surplus demografico devono quindi sfogare questa loro energia in campagna di conquista dal periodico l'idea Nazionale i seguaci di Corradini iniziano una campagna mediatica per incitare la conquista della Libia uno dei maggiori sponsor di questa campagna non è altro che il Banco di Roma da anni impegnato in una penetrazione economica in terra Libica la spinta decisiva arriva nell'estate del 1911 durante la seconda crisi marocchina la Francia la spunta contro la Germania e ora quindi di far valere gli accordi del 1902 nel settembre dello stesso anno un contingente di 35.000 uomini sbarca sulle coste libiche l'impero Ottomano è deure il detentore di quelle regioni Ma di fatto la Libia è divisa in varie tribù arabe in lotta fra loro per il controllo delle grandi città su cui rimane un debole appiglio dell'impero i turchi hanno comunque una guarnigione di stanza in Libia che vista l'entità dell'invasione e la perdita dei grandi centri decide di darsi alla guerriglia piuttosto che affrontare uno scontro campale per vincere la resistenza turca l'Italia decide di compiere un colpo di mano La Reggia Marina si presenta davanti alla fortezza di Rodi alla resa della fortezza l'intera Isola e il Dodecaneso un insieme di isole lì vicine cadono in mano italiana solo nell'ottobre del 1912 il sultano accetta di firmare un trattato di pace a Losanna la Libia è consegnata all'Italia Ma la resistenza araba continua portando l'Italia a tenersi come risarcimento Rodi e il Dodecaneso Ma la conquista della Libia si rivela presto un pessimo affare viene definito dalle forze d'opposizione uno scatolone di sabbia una conqui stato utile poca terra fertile una popolazione sparsa e ostile un territorio proibitivo senza la conoscenza delle risorse petrolifere nel sottosuolo la conquista della Libia è effettivamente un fiasco per il Regno d'Italia nonostante tutto però l'opinione pubblica si trova favorevole alla guerra una vittoria dopo la rovinosa sconfitta di 16 anni prima ad Adua è un grande aiuto per il morale della popolazione lo posizione si forma attorno agli ambienti repubblicani socialisti e radicali ma anche alcuni intellettuali indipendenti come ad esempio Salvemini si oppongono la propaganda colonialista la guerra di Libia però non è la cura miracolosa cercata così tanto dal governo Giolitti il dibattito e la lotta politica portano le ali più estrema rafforzarsi i nazionalisti entrano nelle sale del potere mentre i socialisti si spostano su un versante sempre più radicale nonostante la volontà di Turati e dei leader socialisti di collaborare con i governi progressisti di Giolitti una la rivoluzionaria disillusa dal sistema Borghese sta prendendo sempre più forza al Congresso di Bologna dell'aprile 1904 Tra l'altro i rivoluzionari conquistano la guida del partito già a settembre in seguito ad un eccidio proletario durante una protesta in Sardegna viene chiamato il primo sciopero generale Nazionale nella storia italiana Giolitti decide di tollerare lo sciopero nonostante la spinta dei conservatori ad usare l'esercito e di sfruttare la paura dei moderati per chiamare lezioni nel novembre del 1904 alla fine delle manifestazioni la mossa paga e socialisti subiscono una seria battuta d'arresto Lo sciopero è una grande prova di forza per il movimento Operaio Ma dimostra un grave livello di disorganizzazione a livello nazionale le varie Federazioni di categoria Allora decidono nel 1906 di fondare la confederazione generale del lavoro o CGIL i socialisti riformisti riescono ad estromettere sempre di più rivoluzionari ma anche al loro interno iniziano una lotta intestina il revisionismo di Bernstein arriva in Italia con esponenti come Leonida Bissolati e Ivano e Bonomi ispirati dal Partito laburisti inglese Bissolati e Bonomi cercano di spostare il psi verso le forze Democratico Liber animali mostrando un comportamento neutro nei confronti della guerra di Libia al Congresso di Reggio Emilia del luglio del 1912 però i nodi vengono al pettine i rivoluzionari guadagnano di nuovo il controllo dell'assemblea costringendo i riformisti di destra a lasciare il partito da questi fuoriusciti nasce il Partito Socialista riformista italiano I riformisti sono di nuovi minoranza mentre tra gli intransigenti sta emergendo la figura di un giovane agitatore Romagnolo forte oppositore della guerra di Libia e tra i protagonisti al Congresso di Reggio Emilia Benito Mussolini il giovane promettente Mussolini viene chiamato a dirigere il giornale socialista avanti portando uno stile energico e destinato alle masse tipico del socialismo rivoluzionario mentre i socialisti stanno cercando da che parte stare all'opera dei Congressi il cuore della politica Cattolica si afferma il movimento Democratico Cristiano leader del movimento è un giovane sacerdote marchigiano Romolo Murri un riformatore progressista i democritico cristiani si danno da fare fondando riviste circoli politici e unioni sindacali cattoliche ragazzi a volte incoraggiati dalle Leone XIII i Democratico cristiani non sopravvivono al cambio di Pontefice più X nel 1904 decide di sciogliere l'opera dei Congressi dividendola in tre diverse entità dipendenti dalla gerarchia ecclesiastica a coordinare queste nuove organizzazioni viene fondata la direzione generale dell'azione Cattolica Romolo Murri e sospeso dal sacerdozio eletto poi in Parlamento sarebbe entrato nel gruppo radicale dopo le elezioni del 1909 più decimo dopo aver distrutto personalmente il movimento riformista Attiva le forze cattoliche per allearsi con le forze conservatrici definiti i partiti dell'ordine giuritti nonostante la sua linea rigorosamente Laica decide di sfruttare queste nuove forze a clerico moderate il Non expedit viene sospeso da Pio X e nelle lezioni del 1909 vengono concesse candidature cattoliche a titolo strettamente personale la linea clerico moderata sarebbe diventato una vera forza politica solo nel 1913 lì il conto Torino Gentiloni presidente dell'Unione elettorale Cattolica avrebbe chiesto ai suoi militanti di votare solamente deputati liberali che avrebbero promesso di seguire i dettami di vita Cattolica Una volta eletti questo accordo passerà la storia come Patto Gentiloni il cattolicesimo inizia la sua scalata alla politica italiana nell'anno delle prime elezioni a suffragio quasi universale maschile quello del 1913 È infatti un voto storico il corpo elettorale passa da 3 milioni a quasi 9 ma nonostante le paure dei conservatori il risultato non cambia i liberali mantengono il potere anche se nuove forze entrano in Parlamento i movimenti nazionalisti cattolici e socialisti influenzano la maggioranza liberale sempre più divisa eterogenea rendendo il lavoro di mediazione di Giolitti estremamente difficili davanti All'ennesima crisi Giolitti decide di rassegnare le dimissioni indicando al re come il suo successore Antonio Salandra della Destra liberale il classico trucco di ritirata strategica però non è destinata a funzionare il dibattito parlamentare è più polarizzato che mai una destra conservatrice appoggiata dai clerico moderati e dei nazionalisti contro una sinistra rivoluzionaria che ripudia le sue correnti riformiste Giolitti non ha più lo spazio di manovra per creare una larga Intesa un sintomo della tensione dei tempi è quello che viene definita come settimana rossa Nel giugno del 1914 dopo l'ennesima incidente mortale durante una manifestazione ad Ancona un'ondata di scioperi rivolte si propaga per tutta l'Italia nelle Marche nella Romagna la protesta viene guidata dagli anarchici E dai repubblicani ed inoltre appoggiata dei socialisti rivoluzionari tra cui Mussolini e il suo avanti In queste zone la protesta diventa rivoluzione attacchi ad edifici pubblici atti di sabotaggio violenza contro l'esercito e le forze dell'ordine perfino la nascita di alcune repubbliche rivoluzionarie la protesta però si esauri pochi giorni non essendo appoggiata dalla CGIL e contrastata dalle energica risposta del governo la fiammata rivoluzionaria seppur breve Serra le fila dei conservatori e danneggia l'immagine del Movimento operaio Giolitti nel frattempo sta studiando come tornare al potere sfruttando questa rivolta violenta ma è troppo tardi Il mondo è cambiato nello stesso mese l'erede al trono Ungheria l'arciduca Francesco Ferdinando è ucciso mentre in visita Sarajevo l'Austria chiede chiarimenti alla Serbia a inizio lo scontro diplomatico destinato a stravolgere la pace in Europa il Regno d'Italia è troppo distratto da scontri parlamentari e instabilità interna per rendersi conto di quello che sta succedendo come un colpo di pistola in mezzo alla strada durante la discussione L'Italia si gira a guardare crisi dopo crisi il sistema diplomatico europeo basato su equilibri precari e Instabili si è incrinato fino ad un punto di non ritorno gli uomini politici come Giolitti miti e pacificatori non sono più tagliati per la tempesta che si sta scatenando i giochi di Palazzo sono finiti l'Europa sta scendendo in guerra