Buonasera, nel febbraio dello scorso anno è venuta alla luce quella che poi si è rivelata la necropoli più significativa di epoca Longobarda in provincia di Pavia. È stata una scoperta interessantissima quella di queste 27 sepolture e hanno scatenato l'entusiasmo e il fascino su molti di noi. Abbiamo avviato numerosi progetti sul tema, cicli di conferenze, abbiamo la speranza di poter realizzare un progetto molto importante e nell'ottica di questo entusiasmo sull'Alto Medioevo e sui Longobardi ho il piacere di presentarvi questa sera, non c'è bisogno che dica altro, il professor Alessandro Barbero.
Grazie. che ha accettato immediatamente il nostro invito di venire a Gambolò ed è qui per parlarci dei Longobarci. Vorrei un saluto, prima di ascoltare il professore, del nostro sindaco, il dottor Antonio Costantino e del professor Gabriele Sonzogni, preside della nostra scuola. Grazie a tutti, sarò brevissimo con l'introduzione a Gambolò, professor Barbero bisogna farla.
Adesso abbiamo il museo, il museo e il direttore è il dottor Tomiato, abbiamo un castello che comincia... diciamo dall'anno 1000-1200 in avanti, che stiamo ristrutturando tra l'altro, ci tengo a dirlo. Poi abbiamo scoperto i Longobardi recentemente e poi Gambolò è stato teatro.
di battaglie durante il risorgimento. C'è stata la battaglia della Sforzesca, c'è stato il saccheggio di Gambolò da parte degli austriaci prima della battaglia di Magenta e via via si sono fatte cose. Come amministrazione io porgo ovviamente il saluto a lei che la ringrazio di essere venuto, ringrazio il dottor Tomiato perché ci si è messi d'accordo e mi ha detto facciamo qualcosa su Longobardi e lui ha tirato fuori questa giornata che è bellissima. spessore culturale. Tutto si innesta quindi in quello che da parte nostra e dell'amministrazione vogliamo fare, vale a dire un rilancio culturale sia anche con il nostro assessore alla cultura che sta facendo tutta una serie di interventi e di incontri anche con degli iscrittori contemporanei e oltre al discorso culturale delle strade eccetera c'è anche il discorso del castello di tutore e vogliamo fare appunto quello che è il nostro scopo.
Quello che secondo noi spetta a Gambolò, vale a dire essere una perla all'interno della lumellina perché abbiamo tutti i requisiti per farlo. Quindi grazie professore, grazie di essere venuto e grazie a te. È rapidissimo anch'io solo per farmi portavoce dei nostri docenti che sono qui presenti e che ho l'onore di rappresentare come preside, ringraziandolo per l'opportunità formativa.
Siamo a scuola con tanti insegnanti. anche la maestra come disciplina e quando pensiamo ai nostri ragazzi e al futuro dei nostri ragazzi dobbiamo mettere al centro anche le loro radici e la loro storia. Bisogna guardare al futuro un po' paradossalmente avendo davanti la storia, non tenendola alle proprie spalle anche se in certi casi all'interno dei curriculum scolastici si cerca sempre di ritagliare e sacrificare proprio la storia. Un'altra maestra direi anche la televisione.
gli strumenti di comunicazione. Ecco qui mi faccio portavoce molto, molto modestamente del centinaia di migliaia di lettori e magari dei milioni di ascoltatori, telespettatori che sono seduti al divano e che il martedì sera l'ascoltano con tanto piacere e tanta competenza da parte sua. Anche qui sappiamo quanto è importante che dagli moderni strumenti di comunicazione passi non solo la Magara, la Polite.
ma anche la cultura così impacata che non si trasmette geneticamente ma va perpetuata attraverso la competenza e la testimonianza di persone come lei. Grazie davvero. Ebbene buonasera a tutti, allora i Longobardi, i Longobardi sono e fin qua lo sapete tutti quanti uno dei tanti popoli barbari, dei tanti popoli germanici che invadono l'impero romano tra la fine dell'antichità e l'inizio del medioevo, anzi proprio queste invasioni barbariche sono considerate tradizionalmente uno dei grandi motivi per cui il mondo antico finisce e noi anche a scuola facciamo cominciare un periodo nuovo, un nuovo manuale e così via.
L'altro grande cambiamento sarebbe il cristianesimo naturalmente ed è un cambiamento altrettanto radicale passare dal mondo antico popolato da ogni sorta di divinità. al nostro mondo moderno in cui chi è credente in occidente crede in un solo dio e poi sia quello cristiano o quello islamico poco cambia perché è sempre lo stesso dio il dio di abramo ma non divaghiamo su questo dunque A un certo punto l'impero romano comincia a essere messo in difficoltà da spostamenti di popoli, non che già prima non ci fossero spostamenti di popoli, questo è il caso di chiarirlo, l'impero romano per secoli aveva saputo far entrare immigrati dall'Europa del nord ovunque avesse bisogno di mano d'opera. Per secoli l'impero romano ha avuto delle strutture amministrative capaci di accogliere mettere al lavoro e lentamente integrare barbari che venivano dal nord. Le invasioni barbariche sono un'altra cosa, le invasioni barbariche rappresentano la fase in cui un governo romano sempre più debole non è più in grado di garantire un percorso di integrazione, di assimilazione e di cittadinanza come invece era successo per secoli e gli spostamenti di popoli verso l'impero romano. romano anziché essere gestiti e regolamentati dallo stesso impero romano cominciano a diventare qualcosa che sfugge a ogni controllo.
Le invasioni barbariche non sono un momento nella storia, sono una lunghissima fase. Per due secoli il mondo romano si è trovato di fronte al problema di popolazioni che entravano e che non venivano più assimilate come prima, che non erano più interessate a ottenere la cittadinanza e disposte a fondersi tra i sudditi dell'impero, ma che invece volevano restare compatte sotto i loro capi, conservando la loro cultura. Per secoli l'impero romano ha comunque fatto entrare un po' per forza e un po' perché comunque aveva sempre bisogno di gente, delle popolazioni barbariche in questo nuovo modo. Ripeto, non più con l'idea di assimilarli e farli diventare uguali a tutti gli altri, ma accettando che restassero con una propria identità etnica diversa. È un lungo periodo, l'ingresso dei Longobardi in Italia lo conclude.
Per convenzione la prima grande invasione barbarica è quella dei goti che entrano dal Danubio nell'impero romano nel 376 vi darò pochissime date stasera ma queste due per darvi l'idea e l'ultimo popolo che viene a stabilirsi in occidente in modo definitivo sono i longobardi che entrano in Italia nel 568 376-568 sono due secoli per noi che veniamo lontani tanto tempo dopo sembra niente che differenza fa per noi il quarto il quinto il sesto secolo ma invece voi dovete immaginare che generazioni e generazioni di gente vissuta qui è vissuta nell'epoca delle invasioni barbariche i bisnonni i nonni i padri figli nipoti pronipoti hanno tutti conosciuto un mondo in cui nell'impero romano arrivavano nuove popolazioni e bisognava in qualche modo imparare a convivere con loro. Il termine invasioni barbariche non è del tutto giusto non perché queste invasioni non abbiano provocato sconquassi e distruzioni e devastazioni Su un così lungo periodo sono stati frequenti i momenti di urto, di scontro, di conflitto, però noi non ci dobbiamo immaginare che questi popoli barbari nell'epoca delle invasioni ogni volta entrassero nell'impero con la forza sfondando un confine e andassero avanti saccheggiando e distruggendo per il gusto di farlo. Non funzionava in genere così. In genere quello che succedeva era un'altra cosa e cioè che di fronte a un popolo barbaro che desiderava entrare e stabilirsi nell'impero, le autorità imperiali, dopo aver provato a evitarlo in un modo o nell'altro, a un certo punto non riuscivano più a impedirlo e allora accettavano che questi popoli barbari entrassero nell'impero.
Semmai il governo imperiale romano cercava di usarli. per occupare certe zone che l'esercito romano non era più in grado di difendere, per esempio. Quindi il primo punto che richiede un po' di... è un po' strano rispetto al nostro immaginario, è questo. Non che le invasioni barbariche siano state un fatto pacifico e che non ha disturbato nessuno, non è così.
Hanno provocato alla lunga grossi problemi. ma nemmeno dobbiamo immaginare i barbari come degli unni di Attila il cui scopo sia di distruggere tutto perché non è questo, i barbari volevano entrare nell'impero romano precisamente perché nell'impero romano c'erano città, strade, mercati, moneta, sicurezza, ordine, i giochi del circo, i teatri, la bella vita, gli acquedotti, le fognature, non erano interessati a distruggere tutto questo. Di fatto però con l'ingresso dei barbari si apre un'epoca di difficoltà, di torbi, di vari popoli barbari entrati nell'impero sono spesso ostili fra loro e si combattono e quando gli imperatori cominciano in mancante di altre risorse ad accettare che i barbari si stabiliscano in una certa zona e dicono ai barbari a questo punto governatela voi questa zona si scopre che i re barbari non sono tanto attrezzati per governare bene un paese e non hanno le risorse né mentali né economiche per farlo e quindi alla lunga l'arrivo dei barbari provoca un degrado, un declino, un degrado ambientale, non c'è più la manutenzione delle fognature nelle città, degli acquedotti, dei canali in campagna, delle strade, non perché non volevano farlo ma perché non sapevano tanto farlo e soprattutto non avevano le risorse, non sapevano neanche riscuotere le tasse i re barbari. barbari all'arrivo dei barbari un sacco di gente comincia a pensare che si vivrà meglio di prima perché tanto questi non sono mica capaci di riscuotere le tasse con la stessa precisione con cui lo fanno i funzionari dell'imperatore alla lunga magari non i figli ma i nipoti scopriranno che se non paghi le tasse a nessuno poi non c'è nessun governo capace di tenere in piedi gli acquedotti per esempio ma succederà lentamente Uno dei motivi per cui le invasioni barbariche provocano anche sconquassi e alla lunga provocano un declino per l'Occidente, per l'Italia, per la Spagna, per la Francia. Uno dei motivi è anche che ogni tanto gli imperatori romani da Oriente, da Costantinopoli dove continuano a esserci gli imperatori romani, ogni tanto provano a riconquistare l'Occidente e in genere questi tentativi di riconquista sono più disastrosi delle invasioni stesse.
Vi dicevo che i Longobardi entrano in Italia nel 568. L'Italia in quel momento è governata dall'impero romano, dall'imperatore d'Oriente che sta a Costantinopoli. Ma è da poco tempo che l'Italia è tornata sotto dominio romano, perché l'Italia è stata governata a lungo da un... un re barbaro il re dei goti avete presente teodorico ravenna ecco teodorico e i suoi successori hanno governato l'italia con successo mantenendo un certo livello di prosperità fino a quando l'imperatore giustiniano da costantinopoli non ha deciso di riconquistarla e un esercito romano è sbarcato in italia proveniente da oriente per strappare l'italia ai barbari goti Naturalmente questo è un modo di vedere le cose, è il modo ufficiale di vedere le cose. Di fatto quello che noi vediamo è che l'Italia era ormai abituatissima a farsi governare dai goti e che l'esercito romano che sbarca da Oriente è un esercito fatto di Grecia.
di siriani, di palestinesi, di armeni, di arabi, tutta gente che non parla latino, per cui questo esercito romano agli occhi degli italiani è un esercito straniero che viene a conquistare il paese in nome di un imperatore romano che nessuno conosce più. La guerra con cui Giustiniano riconquista l'Italia, la guerra greco-gotica, dura vent'anni e devasta l'Italia al di là di ogni immaginazione. Già ci sono state generazioni che hanno dovuto convivere con i barbari, ma questa riconquista romana mette definitivamente a terra l'Italia. C'è uno spopolamento generalizzato, le grandi città assediate, prese, l'intera popolazione sterminata, le campagne devastate, impoverite, spopolate. In questa Italia della metà del VI secolo, che non è mai stata così vuota di popolazione, a un certo punto entra un nuovo popolo barbaro, l'ultimo della serie appunto, i Longobardi e noi non sappiamo neanche tanto bene se siano venuti di loro iniziativa invadendo l'Italia o se non ci fosse in realtà dietro un qualche accordo col governo imperiale romano a Costantinopoli popoli che si era accorto che difendere l'Italia era impossibile da così lontano costava troppo e quindi tanto vale stabilire lì un altro popolo barbaro con cui mantenere dei buoni rapporti e che si impegni a governare il paese e difenderlo non lo sappiamo gli archeologi ci dicono che la discesa dei Longobardi Prima stavano in Ungheria, sul Danubio, scendono da Est, scendono dal Friuli, pian piano dilagano in quasi tutta Italia.
Gli archeologi ci dicono che per gli anni in cui sono arrivati i Longobardi, nelle nostre città non si trovano distruzioni. Non ci sono quei segni di città prese d'assalto, bruciate, di edifici distrutti che si possano riportare a quel momento. Questo farebbe pensare che in effetti come minimo i romani non hanno neanche cercato di difenderlo il paese.
E dunque arrivano questi Longobardi. Vi dicevo che arrivano in un'Italia spopolata, intendiamoci c'è ancora sempre qualche milione di persone. in tutta la penisola, qualche milione di persone che chiamano se stessi romani, prima della calata dei Longobardi se uno fosse andato in giro qui per i nostri campi e avesse visto un contadino ed avesse chiesto di che nazionalità era, il contadino ammesso che la domanda gli sembrasse sensata pensandoci bene prima avrebbe detto sono cristiano ma dopo avrebbe detto no romano.
Dunque abbiamo alcuni milioni di romani che parlano latino, è l'unica lingua esistente, poi è chiaro che il latino ognuno lo parla a modo suo e in ogni paesino già lo deformano un po' e da lì alla lunga verranno fuori i nostri dialetti, però l'origine è il latino. Sono romani, parlano latino, sono cristiani, cattolici, all'epoca si poteva essere cristiani in diversi modi. Ve lo dico perché mentre i romani sono cattolici, i nuovi venuti, i longobardi, sono cristiani anche loro in gran parte, ma sono cristiani di un'altra setta, sono cristiani ariani. Non ve la faccio lunga anche perché mi sembra che avrete una relazione in questo ciclo la prossima volta, proprio dedicata all'aspetto religioso, però ecco, vi basti sapere che non erano d'accordo sulla figura di Gesù Cristo.
Sapete quello che si dice oggi in chiesa quando si recita il credo è che tutti i paesi cattolici ripetono in modo automatico senza pensare che sia un problema generato non creato della stessa sostanza del padre ecco a quell'epoca i cristiani discutevano furiosamente c'era chi diceva il figlio è stato generato dal padre non creato E c'era chi diceva no, no, io non ci credo che Dio ha generato come facciamo noi esseri umani, l'ha creato, io non ci credo che è della stessa sostanza, se è un uomo non può essere allo stesso livello di Dio. Questi erano gli ariani appunto. creato non generato non della stessa sostanza del padre i longobardi sono di quelli i longobardi hanno appreso il cristianesimo in quella versione quindi in mezzo ad alcuni milioni di italiani contadini la maggior parte, schiavi, coloni, grandi proprietari, il clero, i vescovi, i sacerdoti, i monaci, in mezzo a loro vengono a vivere i longobardi che parlano un'altra lingua germanica e che sono cristiani ma in un altro modo. Devo precisare che gli ariani e i cattolici non si volevano bene per niente e in genere anzi litigavano furiosamente. I Longobardi quindi sono una specie di corpo estraneo all'inizio, ma sono i padroni perché nessuno li ha fermati, sono un popolo di guerrieri.
Sono pochi, noi non sappiamo esattamente quanti siano, ma tutti i popoli germanici che fanno le invasioni, ogni volta che noi abbiamo qualche indicazione per capire quanti sono, i vandali, i burgundi, i franchi, gli ostrogoti, 100.000 persone, mi voglio rovinare, 200.000 magari, d'accordo, ma comunque una piccola minoranza rispetto alla popolazione romana e cattolica. Però questa piccola minoranza sono tutti guerrieri. Voi dovete immaginare una società, per i Longobardi, paragonabile, avete presente, nei film western degli indiani.
Ecco, gli indiani, è ovvio che nella tribù ogni maschio, tranne qualche caso raro, è un guerriero anche. La stessa cosa per i Longobardi. Nei documenti Longobardi si vede benissimo che quando loro dicono il popolo una delle parole che usano è exercitus.
L'esercito dei Longobardi è un termine che si usa nei loro testi e vuol dire il popolo dei Longobardi, è la stessa identica cosa. Sono entrati in un paese dove la gente è disarmata, perché nel mondo romano i civili sono disarmati, nel mondo romano gli unici che portano le armi sono i soldati dell'imperatore, ma davanti ai Longobardi i soldati dell'imperatore evacuano l'Italia. Non tutta, adesso parliamo un attimo, ma gran parte.
Quindi anche i Longobardi arrivando, scusate se lo ripeto ma per evitare i luoghi comuni, non è che arrivano e distruggono tutto, tutt'altro desiderano godersi ancora quel poco che rimane. del modo di vita civile degli antichi in Italia e qualcosa rimane, noi abbiamo indicazioni che i primi re Longobardi per esempio a Milano trovano ancora un ippodromo funzionante dove si possono ancora fare le corse dei cavalli, i giochi del circo che sono le cose che sono sempre piaciute alle elite del mondo romano e piacciono tanto anche ai barbari, però tutto questo modo di vita ormai è come dire in crisi, non rimane molto. Dunque i Longobardi arrivano da conquistatori, anche se quasi nessuno fa resistenza, e sono i nuovi padroni.
L'imperatore aveva enormi possedimenti terrieri, tutto confiscato. Già che ci sono, tendono, per quanto ci sembra di capire, a confiscare anche le terre dei ricchi romani. I poveretti, tanto i poveretti non avevano mica terra loro, lavoravano terra del padrone. Quello che succede è che...
quelle migliaia di famiglie di ricchi proprietari romani che probabilmente c'erano ancora, sopravvissuti alla riconquista di Giustiniano, di fronte all'arrivo dei Longobardi scappano o vengono fatti fuori. I Longobardi si prendono il grosso delle terre. Per la maggior parte della gente non cambia granché. Io coltivo questa vigna e devo pagare al padrone metà del vino, coltivo questo campo e pago al padrone un terzo dell'orzo, un terzo della segale.
Adesso il padrone non è più il ricco senatore romano ma è un capo longobardo, l'unica differenza è che non riesco a pronunciare il suo nome, perché hanno dei nomi stranissimi e uno nei documenti dell'epoca vede benissimo, si capisce subito se uno è longobardo o è un romano. perché i romani si chiamano Gregorio, Martino, Giovanni e i longobardi si chiamano Teutperto, Arechis, Grimoald e così via. Dunque, quello che noi dobbiamo immaginare è che i longobardi si diffondono lentamente in gran parte d'Italia e si stabiliscono dappertutto da padroni. I loro capi confiscano le terre dei ricchi e le ridistribuiscono ai guerrieri.
Ogni guerriero longobardo è un piccolo signorotto che ha dei contadini italiani che lavorano per lui. Vi dicevo che quasi tutta l'Italia viene occupata. I longobardi sono gente che va a piedi, quando arrivano al mare non ne sanno molto. Questo significa che i romani preferite che li chiami i bizantini.
perché ormai sono rimasti i romani d'oriente, parlano greco e noi siamo abituati a parlare dell'impero bizantino, ma deve esservi chiaro che è sempre l'impero romano, solo la parte orientale. I romani o i bizantini, come preferite, si accorgono che è possibile difendere i porti, quando i Longobardi si affacciano dall'Appennino su Genova e a Genova c'è una flotta romana. e allora i Longobardi Genova non la prendono quando si affacciano su Ravenna Anche a Ravenna c'è una flotta romana e allora a Ravenna non la prendono, quando arrivano a Napoli, Napoli non la prendono, le isole neanche parlarne, in Sicilia o in Sardegna o in Corsica non ci metteranno mai il naso e non prendono Roma, perché Roma nonostante la crisi generale è ancora una città così grossa, così ben difesa dove gli imperatori romani tengono ancora una grossa guarnigione e quindi Roma non la prendono.
Il resto dell'Italia la occupano quasi tutta, a sud arrivano fino a Bari, arrivano fino in Calabria, col tempo prenderanno anche una parte delle altre zone che subito non avevano preso, la Liguria la prendono più tardi. Molto tardi prendono anche Ravenna e il circondario tutto intorno, però così tardi, mi fermo un attimo su questa cosa, Ravenna. la prendono veramente tardi nella metà dell'ottavo secolo questo vuol dire che molte generazioni sono vissute nella pianura padana sapendo che nel grosso della pianura padana comandano i longobardi invece nella zona di Ravenna comandano ancora i romani Ci si è abituati a usare un nome per indicare quella zona intorno a Ravenna, quel posto strano dove anziché i Longobardi comandano i Romani. Ci si è abituati a chiamarla la Romagna.
Si chiama la Romagna perché ci sono i Romani, i Longobardi non sono arrivati. Arriveranno ma appunto ormai il nome è rimasto. Dunque.
Alla fine di questo discorso geografico deve essere chiaro che i Longobardi non sono un qualcosa di cui ci si possa vantare in modo particolare nella Lombardia di oggi supponiamo, ma quasi tutta l'Italia e quasi tutto il sud anche sono stati occupati dai Longobardi. Fanno eccezione, ripeto, solo le isole, il Salento e l'estremo sud della Calabria. Questi Longobardi si sono sistemati da padroni nelle campagne E noi li ritroviamo, come sono stati ritrovati qui a Gambolò, quando c'è occasione di scavare sottoterra e se hai fortuna ti capita di scavare proprio in un posto che loro avevano scelto per abitarci o per seppellire i loro morti.
Trovare tracce delle abitazioni dei Longobardi non è facilissimo perché erano abitazioni essenzialmente in legno, una delle grandi differenze che cambiano il mondo nostro tra l'antichità e il medioevo. Evo è che i barbari si portano dietro a una cultura del legno, non sono abituati come invece erano i romani al mattone e noi vediamo che con l'arrivo dei barbari un po' dappertutto si comincia a costruire soprattutto in legno, il legno dura meno chiaramente. Però gli archeologi comunque ogni tanto anche da noi hanno trovato qua e là dei luoghi dove scavando rimangono tracce di capanne fatte in un certo modo particolare. scavavano il terreno facevano una specie di seminterrato e poi in questa base seminterrata piantavano i loro pali per tirar su poi i loro muri di legno e i loro tetti di fraschi o di paglia queste capanne seminterrate a nessun italiano era mai venuto in mente di farsi delle case così e invece i popoli germanici se le facevano già a casa loro le capanne in questo modo quando uno le ritrova anche da noi può dire bene lì lì ci sono i longobardi Ma la cosa più frequente è trovare appunto non i resti delle capanne, ma trovare invece i resti delle persone, i morti.
E sui morti... si ha abbastanza l'impressione che effettivamente quando uno trova una tomba o meglio ancora un gruppo di tombe si riesce a capire se chi c'era sepolto era uno degli italiani, la maggioranza della gente naturalmente, oppure uno di quella minoranza di padroni longobardi. Come si fa a saperlo?
Ma per questo... Intanto i romani seppellivano i loro morti in tombe, raggruppate in cimiteri, in necropoli, ma senza nessun ordine particolare. I barbari avevano l'abitudine di fare delle file di tombe.
ordinate per cui quando uno trova una fila di tombe disposte in ordine e che gli archeologi in un modo o nell'altro riescono a datare al VI al VII secolo lì c'è già motivo di pensare questi qua erano longobardi Ancora di più quando aprendo queste tombe ci trovi dentro degli oggetti, delle armi, dei gioielli, del vasellame, come qui nella necropoli che è stata trovata qui, vengono fuori le punte di freccia. Qual è il punto? Il punto è che i romani cristiani, gli italiani cristiani, cattolici, seppellivano i loro morti cuciti in un sudario e non si sognavano di mettergli degli oggetti per accompagnarli nell'altra vita i longobardi ma anche gli altri barbari e i franchi e così via anche se si erano ormai convertiti al cristianesimo però sapete uno è un bel convertirsi ma è difficile rinunciare alle vecchie idee e le vecchie idee sono Il capo che è morto, anche nell'altra vita avrà bisogno delle sue armi e magari dei suoi cavalli e a moglie dei suoi gioielli.
Ecco, l'idea è che nell'altro mondo gli servono le cose e quindi noi cominciamo a trovare delle tombe in cui appunto magari un uomo è stato sepolto con la sua spada, con il suo arco, le frecce, col coltello, con del vasellame, con del denaro. se è una donna con dei gioielli e allora in generale si dice beh guarda quasi sicuramente questi qua sono i longobardi ci sono anche casi in cui si trova anche qualcosa di più è stato trovato ogni tanto un cimitero longobardo in cui il capo è stato sepolto non solo con le sue armi ma col suo cavallo sacrificato per l'occasione e sepolto con il capo E notate che erano cristiani e quindi non facevano come i popoli germanici per esempio della Scandinavia che alla stessa epoca erano ancora pagani e quando un capo moriva sacrificavano anche le sue concubine per seppellirle con lui perché ne avrà bisogno nell'altro mondo. I barbari cristianizzati questo non lo fanno più ma il cavallo ogni tanto sì e le armi, gli oggetti sempre ci vogliono.
Poi naturalmente a questo punto si fanno tanti studi su questi scheletri e in genere i conti tornano. Nella fase più antica quando uno trova della gente sepolta in delle belle tombe tutte parallele, ordinate e sepolta almeno i capi con armi o gioielli, poi li misuri e vedi che erano alti. Gli altri, gli italici, i mediterranei, tutti tappi.
Questi invece erano gente alta. Poi ormai gli archeologi fanno dei miracoli, con un pezzo di osso della gamba sono in grado di dirti questo è un uomo che per tutta la vita è andato a cavallo e invece non ha mai lavorato, mentre invece i suoi contadini dalle ossa si vede benissimo. benissimo che si sono spaccati la schiena tutta la vita nei campi e sono rimasti tappi perché mangiavano poca carne mangiavano fondamentalmente focaccia e formaggio e invece i capi che si abbuffavano i capi padroni i longobardi che si abbuffavano di carne diventavano alti poi cos'altro trovi morivano spessissimo con la testa spaccata In altre parole erano gente armata e litigiosa nella cui società il tasso di violenza era molto alto.
Per un Longobardo il rischio di finire ammazzato in una rissa o comunque fatto fuori dai nemici della sua famiglia era decisamente più alto che non per la popolazione dell'impero romano. Quindi da questo insieme di cose è possibile all'inizio individuare laddove i Longobardi si sono stabiliti. Intendiamoci, cosa impariamo dal fatto che l'anno scorso è stata scoperta qui una necropoli Longobarda? Impariamo che chissà quante altre ce ne sono e noi non lo sappiamo.
Quindi non è che possiamo dire ecco allora adesso io so che i Longobardi sono stati lì e lì, i Longobardi erano un po' dappertutto, un gruppetto di padroni Longobardi, una famiglia, due famiglie, cinque famiglie, in mezzo a qualche centinaio di lavoratori indigeni italici, un gruppetto di famiglie Longobardi ci sarà stato dappertutto, dappertutto c'era da confiscare terra. i ricchi romani, ridistribuirsela e poi restare lì da padroni. I padroni sono quelli che vanno a cavallo, che mangiano carne e che fanno la guerra, perché continuamente c'è la guerra. Arrivano i franchi a saccheggiare giù dalla Val di Susa.
arriva la riusa, arrivano i romani che tentano la riconquista, succede continuamente, oppure siamo noi che finalmente prendiamo Genova, oppure siamo noi che proviamo a prendere Roma, i re dei Longobardi per tutta la durata del loro regno, per due secoli, avranno questo chiodo fisso, non abbiamo preso Roma. e proviamoci a prenderla. È una società quindi guerriera, continua a essere vero che ogni Longobardo è un guerriero, un combattente, ogni volta che il re chiama si deve poter lasciare tutto e andare a combattere. Quindi come vedete inizialmente è una situazione che ricorda molto quella che tutti noi abbiamo incontrato a scuola quando abbiamo studiato la Delchi del Manzoni.
Avete presente la Delchi del Manzoni che si svolge proprio al momento in cui il regno Longobardo finisce perché viene conquistato da Carlo Magno e il Manzoni nella Delchi rappresenta l'Italia Longobarda come la immaginava lui e cioè i padroni stranieri sapete quando arrivano i franchi cambia qualcosa no col nuovo padrone si mesce l'antico Si immagina questi padroni longobardi ancora sempre appunto alti, biondi e poi la massa degli italiani, un volgo disperso che nome non ha. Le ricordate questo verso? Allora, il punto è che questa che Manzoni rappresenta era probabilmente in effetti la situazione al momento in cui i longobardi sono arrivati. I longobardi sono arrivati. erano alti, biondi, mangiatori di carne e guerrieri armati e bellicosi e violenti e hanno imposto il loro dominio a una popolazione romana cattolica e disarmata però però quello che succede è che questo contrasto così netto col tempo pian piano sparisce Dopo un po', diciamo dall'VIII secolo, uno non trova più nessuno sepolto con la spada o con i gioielli e non andavano più in giro con la spada, no, continuavano ad andare in giro con la spada, però a forza di essere cristiani ormai da tanto tempo e a contatto con una popolazione italiana ancora più profondamente cristianizzata alla lunga anche i longobardi hanno cominciato a pensare che forse dopo tutto uno in paradiso la spada non se la deve portare e all'inferno gli orecchini non ti servono e quindi anche i longobardi a un certo punto si sono acculturati e hanno smesso di dare degli oggetti ai loro morti e hanno cominciato anche loro a seppellire i loro morti nudi dentro un cuciti dentro un sudario su dare il lenzuolo perché noi quando immaginiamo i fantasmi li immaginiamo con lenzuolo no ecco perché per tanto tempo i morti venivano seppelliti cuciti in un lenzuolo basta polvere sei e polvere tornerai non ti serve niente quindi non li trovi più non solo non li trovi più ma potresti dire vabbè noi continuiamo a dire che quelli alti però sono i longobardi e però laddove tu hai tante tombe e vedi che delle famiglie sono vissute per tanto tempo e magari anche il dna vi dicevo che fanno miracoli ormai gli scienziati che studiano le ossa magari anche il dna ti dice guarda quello lì dell'ottavo secolo è il pronipotino di quello là che era arrivato nel sesto secolo però il trisnonno era effettivamente uno alto alto e che andava a cavallo Il pronipotino non è più così alto e sembrerebbe anche orrore che si fosse impoverito perché certe deformazioni del bacino sono quelle tipiche del contadino che ha zappato tutta la vita.
Cos'è questo che vi sto dicendo? È il fatto che alla lunga i longobardi e la popolazione locale si sono fusi. Ed è qui che quello che immaginava il Manzoni nella Delchi non funziona più. Quando Carlo Magno conquista l'Italia non è più possibile distinguere a prima vista il Longobardo perché è alto e biondo e l'italiano che invece è un tappo bruno e malconcio perché lavora. Non è più così, la popolazione si è unificata.
E' una cosa complessa e adesso vedremo i vari modi in cui si sono unificati. Ma quello che è sicuro è che si sono unificati, c'era un'unica popolazione ormai che ben inteso aveva i suoi ricchi e i suoi poveri, i suoi padroni e i suoi lavoratori, ma non era più vero che i padroni erano alti e biondi e si chiamavano i longobardi e i lavoratori erano piccoli e bruni e si chiamavano i romani, non era più vero. Cos'era successo? Molto rapidamente, perché ripeto ci sarà un'altra lezione su questo, i Longobardi dopo un po' hanno scoperto che era molto scomodo essere cristiani ariani in un paese dove erano tutti cristiani cattolici.
Non fosse altro per una questione di numero, ovviamente i Longobardi ariani avevano i loro vescovi, il loro clero ariano, però poca cosa rispetto all'enormità del clero cattolico diffuso in tutta Italia. un clero cattolico per di più che guardava con grande rispetto al papa a Roma e finché i Longobardi hanno provato a conquistare Roma e il Papa mandava a dire in giro che con i Longobardi non bisognava andare d'accordo e allora come fai a governare un paese dove ci sono milioni di cattolici che hanno in mente che tu il loro re però sei un eretico ariano e i loro preti sotto sotto incitano la disubbidità, non va bene I Longobardi nel giro di poche generazioni, i re Longobardi decidono che non è più il caso di essere cristiani ariani, faremo i cristiani cattolici come tutti gli altri. Vi devo dire a margine che questo non basterà per tranquillizzare il Papa, perché il Papa era soprattutto preoccupato che loro volessero conquistare Roma e anche se erano diventati cattolici l'idea che loro conquistassero Roma gli dava assai fastidio. continuerà a considerarli come nemici ma se non altro non ci sarà più una situazione in cui ovunque la maggior parte dei vescovi e dei parroci sono cattolici e sono ovviamente più colti perché sono romani E i Longobardi che sarebbero i padroni si devono accontentare di vescovi e preti ariani più ignoranti perché appunto la cultura è stata tutta da questa parte qua naturalmente, no, non va bene. Alla fine tutti i cattolici, ci sarà un'unica chiesa nel regno Longobardo al momento in cui Carlo Magno lo conquista ed è la chiesa cattolica.
Poi si fondono anche a livello di matrimoni misti. È bella per noi storici l'epoca in cui tu guardi il nome di una persona e dici ah, si chiama Gregorio, quindi è romano. Si chiama Teutperto e quindi è longobardo.
Poi, due generazioni dopo, trovi una bella famiglia dove ci sono due fratelli. Uno si chiama Gregorio e l'altro Teutperto. E allora? Allora è chiaro che si stanno sposando fra loro e che non hanno più l'idea di due culture separate, non hanno più due lingue separate, l'altra grandiosa trasformazione che porta i Longobardi ad assimilarsi nella popolazione locale, non il contrario, sono i capi, i padroni, i Longobardi che come hanno rinunciato al loro cristianesimo ariano.
e hanno accettato di seguire quello dei loro servi e dei loro contadini, cioè il cristianesimo cattolico, ebbene allo stesso modo i longobardi hanno smesso di parlare longobardo. Provane sia che qui non c'è nessuno credo che parla longobardo. Magari a casa parlerete un dialetto che non so se lo chiamate lombardo qui o lo chiamate lomellino, ma in ogni caso sappiate che anche se lo chiamate lombardo è latino, non è longobardo. Tutte le lingue e i dialetti parlati in Italia, a parte l'alto adige si intende, sono evoluzioni del latino.
I longobardi nel giro di qualche generazione hanno smesso di parlare longobardo. Hanno lasciato in eredità un po' di parole, quello sì. Hanno lasciato una serie di parole che sono molto indicative, i linguisti sono in grado di dire questa parola è latina, c'è già nel mondo latino, quest'altra no, è germanica, l'hanno lasciata i longobardi.
È molto istruttivo vedere quali parole, mi sono fatto l'elenco per non dimenticare nessuna, quali parole i longobardi hanno lasciato in eredità alla lingua italiana. Sono longobarde le parole guerra, zuffa. Faida, tregua, trappola, spranga, non era una società di filosofi evidentemente quella dei Longobardi, ecco, verbi di origine Longobarda, spaccare, arraffare, scherzare, strofinare, tuffare, russare.
Anche sterzare, noi lo associamo alle automobili, ma anche i carri sterzavano. parti del corpo, è interessante, le parti del corpo sono una cosa così importante eppure la popolazione romana ha adottato parole longobarde per tutta una serie di parti del corpo guancia schiena nocche stinchi ciuffo zazzera parole casalinghe panca scaffale sala Agli Longobardi è importantissimo, ogni Longobardo che si rispetti che è un piccolo signorotto agiato deve avere una casa più grande degli altri, anche se è sempre una capanna col pavimento di terra battuta e il focolare in mezzo, però più grande, con delle belle panche dove poi ci si trova tutti a ubriacarsi la sera con i compagni e quindi spazio la sala. E poi le parole più imprevedibili sono longobarde, roba, palla, federa, palco, stucco, bara, tanfo, cognomi. che derivano da nomi propri longobardi, Garibaldi, ma anche, qui siamo più o meno in zona, Boniperti, cognomi longobardi. E poi anche parole dialettali naturalmente, in lombardo, biot, è una parola longobarda.
La più strana di tutte è ancora dubbia, non è proprio sicuro, ma è stata avanzata la seguente teoria. Nel mondo antico era diffusissimo, anzi era fondamentale nell'alimentazione della gente, la focaccia cotta nel forno a legna. focaccia di grano cotta nel forno a legna condita con le cipolle o semplicemente con un po' d'olio non con il pomodoro perché quello lo porterà Cristoforo Colombo dall'America questa focaccia in tutto il mondo mediterraneo ha lo stesso nome pita la chiamano pita i greci, gli arabi, i romani e così via I linguistici dicono che in molte parole longobarde in origine c'era una T che poi è diventata una Z. se era intervocalica. Ne consegue che illustri linguisti hanno proposto che se la pita noi la chiamiamo pizza è perché i longobardi a un certo punto hanno deciso che questa cosa gli piaceva molto hanno cominciato a chiamarla con il loro accento e la forma longobarda è quella che si è affermata.
Notate che i longobardi non conquisteranno mai Napoli, Roma e Napoli sono le due città dell'entroterra, cioè della penisola che i longobardi hanno mai preso ma è possibile che sia per colpa loro se la pita è diventata la pizza. Di recente mi è capitato di sentire Alberto Angela che raccontava che pare, io quello non sono sicurissimo, ma ve la vendo come l'ha venduta lui, che in realtà anche le bufale, i bufali, li abbiano portati i longobardi dall'Europa orientale e che quindi anche la mozzarella di bufala a questo punto, ma ripeto su questo non ci metterei la mano sul fuoco. Allora.
Allora i Longobardi pur essendo i capi e i padroni in origine hanno accettato la lingua dei loro sudditi, hanno accettato la religione dei loro sudditi e hanno cominciato a fondersi con loro, ovviamente è una società dove uno può essere ricco povero uno si rovina un altro risparmia compra l'altro vende uno fallisce uno viene ammazzato in guerra lascia la vedova in miseria arriva un altro compra tutto per pochi soldi e dunque ben presto non è più assolutamente vero che se sei longobardo sei ricco se sei romano sei povero e anche l'idea sono longobardo sono romano comincia a non essere più così chiara Ma intendiamoci, attenzione, questo è un altro passaggio difficile, non perché non importasse a nessuno essere longobardo o essere romano, non è questo il fatto. Quello che succede è un'altra cosa, quello che succede è che per generazioni e generazioni tutti vivono nel regno dei longobardi. Chi comanda?
Il re dei longobardi. Che faccia c'è sulle monete? Non che ne circolino molte di monete, è un mondo povero, però, ebbè, sulle monete...
All'inizio sempre la faccia dell'imperatore romano perché quello sono abituati a metterci ma a un certo punto sulle monete ci sarà la faccia del re dei Longobardi e quindi tu che abiti a Pavia dove abiti? Nel regno dei Longobardi. A chi obbidisci? Al re dei Longobardi.
E tu chi sei? Sei un Longobardo? Ah no, Emi no. Perché mai?
Certo sono un Longobardo. A chi giova ostinarsi a dire no, io non sono un longobardo? Non giova a nessuno.
Quello che succede è che mentre i longobardi rinunciano alla loro lingua e alla loro religione, la nostra fortissima sensazione, nostra di chi studia queste cose, è che la popolazione di origine romana, cioè la grande maggioranza, abbia rinunciato a essere romana. Col passare delle generazioni tutti quanti si sentono... e si chiamano longobardi. Esattamente vorrei dirvi come nella Francia dove comandano i franchi, dopo un po' uno trova solo dei francesi. E' più nessuno che dica di essere romano, è facile, è più facile di quel che sembra.
Primo perché ci spassa un sacco di tempo e allora se il nonno avesse detto io sono longobardo ridevano tutti. Il figlio, il padre, anche lui ridono tutti, ma il figlio ha una zia longobarda vera e il nipote ha una nonna longobarda vera. Allora alla fine sul passare di tante e tante generazioni non è così difficile questo fenomeno.
Ma c'è poi un altro motivo che è l'ultima cosa importante che vi volevo raccontare. che è Longobardo, non chi è alto e biondo, all'inizio sembrava ovvio che fosse così ma non è scritto in nessuna parte, chi è che è Longobardo? Beh, oggi gli studiosi di queste cose vi direbbero è Longobardo chi si considera Longobardo, come è italiano o chi si sente italiano, ma c'è qualcosa di più.
Quando i Longobardi sono arrivati in Italia hanno trovato una popolazione romana che viveva con delle leggi, il diritto romano. Quando parlo delle leggi, attenzione, non dovete pensare soltanto alle leggi che puniscono i malfattori, ma dovete pensare alle consuetudini di vita di tutti. Tutti noi viviamo secondo delle leggi che dicono, per esempio, che quando i genitori muoiono, i figli ereditano maschi e femmine, giusto?
Giusto. in parti uguali vero? E come in parti uguali? E invece ci sono civiltà dove solo i maschi ereditano e ci sono civiltà dove solo il primo genito eredita.
Ti sposi? Ci vuole il consenso dei genitori oppure no? Dipende da che società vivi e la dote oggi chi pensa più alla dote? Cent'anni fa la dote anche in Italia era un problema quando ci si sposava.
Questo è la legge che interessa a tutti. che incide sulla vita di tutti. Allora quando i Longobardi arrivano in mezzo agli italiani romani trovano questa popolazione italiana che vive secondo certe leggi romane, certe consuetudini e i Longobardi le hanno le loro consuetudini, è certo che le hanno, in tutte le società si è deciso come dividere l'eredità tra i figli, se la moglie può risposarsi, queste cose vanno decise, i Longobardi hanno le loro regole.
Quando arrivano queste leggi i longobardi se le tramandano a memoria, ci sono i vecchi esperti che le conoscono e che le fanno imparare a memoria ai giovani prima di morire, si tramandano di padre in figlio in certe famiglie la conoscenza delle leggi e poi tutti conoscono l'essenziale perché vivono sulla base di quello. Arrivano in mezzo ai romani e scoprono che i romani hanno delle leggi scritte. All'inizio i Longobardi si grattano un po' la testa, ma non ci mettono molto a capire che scrivere è una roba utile e quindi ci vorranno dei romani che sanno scrivere. Ecco, il re Longobardo molto presto avrà alla sua corte alcuni romani che sanno scrivere e che sanno come si fa a scrivere una lettera, un'ordinanza.
All'inizio del VII secolo il principale notaio del re Longobardo si chiama Pompeo. Non è un Longobardo evidentemente, ecco. E allora poi si va in giudizio e se il processo, che ne so, ho sposato tua figlia, hai promesso la dote e poi non me l'hai mai pagata, il giudice è Longobardo perché comandano loro, ma se la causa interessa dei romani, i romani gli dicono caro devi seguire la legge romana e il giudice Longobardo dice come faccio a sapere qual è la vostra legge, facile c'è scritto. Certo è scritto in latino ma ormai tutti lo...
e quindi il giudice se deve decidere una causa fra romani fa riferimento alle leggi scritte. A un certo punto perfino ai longobardi, benché intenti a spaccare, darraffare e russare, però anche ai longobardi viene in mente che avere le leggi scritte non è mica una brutta cosa. Scriviamole anche le nostre.
Certo, le scriviamo. In che lingua? Io non so se qualcuno alla corte del re Rotari a un certo punto ha detto scriviamole in Longobardo. Ma se qualcuno l'ha detto si sono messi tutti a ridere.
Come si fa? Tanto tutti quelli che sanno scrivere sono romani. E poi scrivere, scrivere vuol dire scrivere in latino, nessuno si è mai sognato che si possa scrivere qualche altra cosa. Scrivere il Longobardo che ha dei suoni di vere, no, non esiste. Scrivere vuol dire tradurre in latino.
Quindi quando il re Rotari nell'anno 643 esattamente negli stessi anni in cui in un altro angolo del nostro mondo i discepoli di maometto dopo la sua morte scrivono il corano e da noi il re roteri fa scrivere le leggi del suo popolo il che vuol dire si trova dei romani che si intendono di diritto che traducono in latino le leggi dei longobardi dopodiché queste leggi sono diverse da quelle dei romani sotto molti aspetti Ci sono dei grossi pezzi che nella legge Longobarda non sono previsti. Tutto il diritto compravendite, affitti, tutta quella roba lì finché i Longobardi vivevano nelle foreste non era mai avuto in mente niente nessuno, quindi anche i Longobardi quando devono comprare casa fanno come fanno i Romani e come facciamo noi, si va dal notaio e il notaio stende regolare contratto con tutte le formulette diritto romano. ma la legge Longobarda è diversa sotto altri aspetti.
La legge Longobarda è la cosa più vistosa e la differenza nel concepire i reati violenti. Non il furto, la rapina. Il furto e la rapina sono una cosa ignobile e i Longobardi lo considerano un gravissimo reato e lo puniscono esattamente come i Romani.
Il ladro la prima volta viene bastonato, la seconda volta gli tagli le orecchie, la terza volta lo impicchi a volte anche già la seconda volta o la prima. La proprietà privata è sacra e guai a toccarla. Su quello Romani e Longobardi si capiscono benissimo, non c'è nessuna differenza. Diverso è il caso se tu hai litigato con me e mi hai dato uno spintone e mi hai detto che sono un buffone, un furfante, le leggi Longobarde elencano alcune parole che sono quelle che veramente sono offensive, arga, noi non sappiamo cosa voglia dire arga. che qualche erudito traduce pudicamente zuccone, può darsi che volesse dire qualcosa di peggio, perché le leggi longobardi dicono se qualcuno ha chiamato un altro arga e quello gli ha dato uno spintone, l'ha buttato per terra e quell'altro ha tirato fuori la spada e gli ha tagliato un'orecchia.
Ecco, in questi casi la coscienza comune dei longobardi è ... Non si tratta affatto di un reato. Ci mancherebbe che io, se litigo col mio vicino, non potessi dargli uno spintone e se mi ha fatto arrabbiare, spaccargli la testa con una bottiglia. Figuriamoci se non posso farlo.
Tenete conto che sono tutti armati e bevono moltissimo. Perciò è del tutto inconcepibile che il re o chi per lui venga a dirmi che ho commesso un reato. I reati li commettono i ladri, quelli impiccateli.
Ma se io ho ammazzato il mio vicino di casa, se lo meritava... Il re è d'accordo, tutto il popolo è d'accordo, ma beninteso questo vuol dire soltanto che la legge del re non è tenuta a punire. Perché?
Perché se io ti ho ammazzato il fratello, tutto quello che dice la legge dei Longobardi è che tu hai il diritto di vendicarti. Quando il re Rotari fa mettere per iscritto le leggi dei Longobardi, il notaio latino che sta traducendo faticosamente in latino, dobbiamo immaginare un vecchio esperto Longobardo che gli recita le leggi in Longobardo e dice a questo punto c'è, dice il Longobardo, la faida. Il latino dice scusa?
Cos'è che c'è? È la faida! In latino non mi risulta. Cosa vuol dire la faida? La faida è quando uno ha ammazzato il fratello di un altro, allora la famiglia dell'altro ammazza il cugino, allora la famiglia del cugino ammazza lo zio, e si va avanti così.
Quella è la faida. Bello, dice il notaio romano. Adesso lo scrivo, ma magari traduco. E nelle leggi dei Longobardi in latino si dice in quel caso c'è la faida id est inimicizia.
Così almeno si capisce cosa vuol dire. Quindi la vendetta è un diritto, è anche un dovere ben inteso, è un uomo perde la faccia se non vendica le offese subite dalla sua famiglia. Finisce lì, già se finisse lì saremo in un universo mentale diverso da quello del diritto romano, ma non finisce lì.
Perché in realtà tutti sanno che questa faida, anche se è un diritto, però non è una bella cosa, si continua ad ammazzarsi tra famiglie, per generazioni, non si potrebbe evitare, proprio evitare è impossibile perché il diritto e il dovere di vendicarsi è ciò che fa di un uomo un uomo e nessuno glielo può togliere. però in realtà la società Longobarda ha già elaborato un'alternativa. L'alternativa perché se io ho subito un danno, un'offesa, uno spintone, mi hai tagliato un dito, mi hai spaccato la testa, mi hai ammazzato il cognato, l'alternativa per convincermi a non vendicarmi è che il colpevole mi paghi un risarcimento. Se il colpevole mi paga un risarcimento sotto gli occhi di tutti, dimostra che è consapevole di avermi offeso, mi paga un risarcimento così sostanzioso che io accetto di non vendicarmi, perché tutti vedono che il mio onore è salvo. Questo meccanismo è integralmente presente nella legge dei Longobardi.
E quindi quando il notaio romano traduce in latino le leggi dei Longobardi a un certo punto gli dicono e allora in questo caso il colpevole, chi ha ucciso un altro può evitare la vendetta se la parte offesa accetta di farsi pagare un wergeld. A questo punto il notaio romano chiede scusa, ecco, l'altro gli spiega, gelt, gold, l'oro, wer, come wir, wir in latino classico, l'uomo, l'oro dell'uomo, il valore dell'uomo, il prezzo dell'uomo, wer gelt. Il notaio romano che ha scritto le leggi di Rotary a questo punto però ha rinunciato.
non è riuscito a tradurre in latino un concetto del genere ha detto vabbè come lo chiamate wergeld senti mettiamo guidrigildus così sembra latino e nelle leggi uno trova guidrigildus noi oggi diciamo il guidrigildo dunque è chiaro che in tutto quest'ambito i longobardi ragionano in modo diverso dai romani e e finché uno dice mi hanno ammazzato mio cugino adesso vado alla polizia non è un vero longobardo ma quando uno dice mi hanno ammazzato mio cugino perciò facciamo una bella cena tutti noi cugini superstiti e ci mettiamo d'accordo quando è che lo aspettiamo fuori casa quello là allora sono un vero longobardo capite come si fa a diventare longobardi C'è anche un sistema più semplice perché non a tutti ammazzano un cognato, è frequente, ma c'è anche chi è sfortunato e non gli ammazzano mai nessuno di famiglia. Come faccio a dimostrare che sono un vero longobardo? E la legge dei longobardi è diversa da quella romana anche sotto altri aspetti. Per esempio, quando una ragazza si sposa, il padre le deve fare, dice il romano, una dote, certo, lo facciamo anche noi, vero. Lo fanno anche i Longobardi, gli danno un nome particolare, il father-fio, dove il fio, avete presente in inglese la parola fii che vuol dire la parcella, la parcella del medico ecco, e il father è il padre naturalmente, quindi la parcella che il padre, l'assegno che il padre deve staccare per la figlia, ma soprattutto per i Longobardi anche il marito deve intestare alla moglie una quota dei suoi beni.
se quando ci si sposa si osservano queste regole allora si è longobardi e la gente pian piano comincia a osservare queste regole ancora prima di dire che i longobardi sono civilissimi perché anche il marito deve intestare una quota vero è quello i romani non lo facevano ma d'altra parte i longobardi danno per scontato che una donna non si può mai lasciare da sola La donna per definizione ha bisogno di un uomo che la difende, anche in tribunale, anche negli affari, nel firmare i contratti, nella società longobarda una donna deve per definizione avere un uomo e solo uno, quello lì, che è, usiamo un linguaggio nostro, il tutore. Lo capiamo bene se immaginiamo che per i longobardi la donna rimane sempre minorenne. Le si vuole bene, le si vuole proteggere come noi con i bambini, no?
Naturalmente non è che sia cattivo, anzi proprio perché gli vogliamo bene alle donne hanno sempre bisogno di un tutore, di un protettore che si chiama il Mundualdo in buon Longobardo. E anche questo nel dito di Rotri, mundualdus, è un latino che farà brividire ma non si può dire diversamente. Quindi quando una bambina nasce, suo padre è il suo mundualdo.
Se il padre muore con la testa spaccata, subentrerà il fratello maggiore o lo zio. Quando si sposa, il marito. Il marito diventa il suo mundualdo. E se il marito muore, nella società romana, non è tanto diverso. per gran parte della vita di una donna la ragazza nasce c'è il pater familias che ha diritto di vita e di morte sui suoi figli quando la romana si sposa il marito subentra ed è lui il capo ma quando il marito muore la donna romana non c'è più nessuno che la comanda per legge non ha più nessuno sopra di lei può fare quello che vuole i longobardi osservano questo e dicono voi romani siete pazzi pazzi da noi non è così da noi una donna quando muore suo marito e beh gli eredi del marito si devono assumere la sua protezione e se il marito non ha eredi non c'è più nessun parente il re uno dei motivi per cui abbiamo un re è che il re deve difendere quelli che non si possono difendere da soli se una donna è rimasta sola è il re il suo mundualdo e allora allora naturalmente Uno dei modi di essere Longobardi è di dire io quando mia figlia si sposa le faccio il faderfio e esigo dal marito l'intestazione di una parte del suo patrimonio e quando io morirò mia moglie non è che si risposa di testa sua quando io morirò ci sarà mio figlio o mio fratello che subentra nella tutela e controllo e protezione di mia moglie perché una donna da sola non può mai stare così facciamo noi Longobardi A un certo punto anche quelli tappi e bruni che si chiamano Martino o Giovanni cominciano a dire così facciamo noi Longobardi.
Quando Carlo Magno conquista il regno Longobardo nel 774 se andando in giro in campagna intorno a Pavia avesse incontrato uno chiunque un ricco a cavallo oppure un contadino che arava e gli avesse chiesto tu di che nazione sei? la risposta sarebbe stata universalmente sempre la stessa. Mi, Lombard, io sono Longobardo. In altre parole, nell'arco di quei due secoli sono diventati tutti Longobardi. Nella testa, capite?
Perché l'appartenenza a un popolo deriva da quello, deriva dal fatto che tu in testa ti senti e sei considerato dagli altri un membro di quel popolo. I romani sono praticamente spariti. Essere proprio pignoli, c'è qualche grande famiglia di superstiti, grandi ricchi romani che è sopravvissuta fino alla fine e ostinatamente loro continuano a dire no, noi viviamo secondo la legge romana. I preti in molte zone si ricordano che c'è il diritto romano e per distinguersi dagli altri vivono secondo il diritto romano, ma la stragrande maggioranza della popolazione è longobarda e sono in vigore le leggi dei longobardi.
Le quali leggi dei longobardi? Nessuno le abolirà mai e quindi cadranno lentamente in disuso quando il cambiare della realtà, della società, dell'economia farà sì che pian piano vengano smantellate queste regole, ma molto lentamente, molto lentamente. Se voi andate a Firenze al tempo di Dante, capite stiamo facendo un salto in avanti vertiginoso di 500 anni, di 600 anni.
In un mondo che è sempre medioevo per convenzione, ma lo capite anche voi che tra le desolate e spopolate campagne dei Longobardi e la Firenze di Dante piena di fiorini d'oro e di cantieri grandiosi non c'è niente in comune, quasi niente, perché nella Firenze del tempo di Dante ogni volta che una donna fa un contratto dal notaio deve andarci accompagnata da un uomo e presentarlo al notaio e dire questo è il mio Mundo Aldo. Se l'è scelto lei, è il marito, è un cugino, è un fratello, è una convenzione, è una regola, ma non esiste nella Firenze di Dante un contratto in cui compaia una donna che non presenti il suo mundualdo. Al tempo di Dante non si considerano più longobardi, hanno riscoperto di essere italiani, piace questa idea, noi italiani, noi latini, ma le leggi non le abolite nessuno. e ancora nel quindicesimo secolo in pieno rinascimento A Bari sono saltati fuori dei contratti di matrimonio dove si paga il fader fio e la quarta del marito, cioè ci si sposa secondo il diritto Longobardo. Siamo a Bari nel 400, sudditi degli aragonesi, nessuno si considera più Longobardo, ma quelle regole lì non le ha abolite nessuno e sono rimaste in vigore fino a quel momento.
In altre parole... La stranezza della storia dei Longobardi è che sono arrivati come una piccola minoranza di padroni diversissimi dalla popolazione locale e nel giro di due secoli si sono fusi con la popolazione locale In quasi tutti gli aspetti si sono fusi nel senso che ha vinto la popolazione locale e quindi la lingua è quella degli indigeni, la religione è quella cattolica degli indigeni, ma su due aspetti fondamentali invece ha prevalso l'indigenia. l'identità dei nuovi padroni degli invasori, ha prevalso per le leggi che venivano applicate e soprattutto ha prevalso per il nome perché fino al basso medioevo in tutta Italia con le eccezioni che vi ho detto la Sicilia ma in quasi tutta Italia le persone si considerano Longobardi tutti quanti Anche i contadini della Puglia, supponiamo, o della Basilicata.
Tanto che quando gli imperatori bizantini a un certo punto, verso l'anno 1000, riconquistano un pezzo di Calabria e ci creano una provincia, loro le province le chiamano Temi e gli danno un nome e questa provincia che i bizantini hanno riconquistato in Italia, in Calabria, la chiamano il tema dei Longobardi, perché lì gli abitanti sono Longobardi. E sarebbe bello se avessi una conclusione ad effetto, ma non ce l'ho invece, è finita qui, grazie.