Capitoli decimo e undicesimo della vita nuova di Dante. Infastidita di questo fatto, che questo giovane pare a lei forse troppo leggero, con tutte queste altre donne di cui si innamora, Beatrice decide di farlo. E'una cosa che potrebbe essere una cosa traumatica, drammatica per Dante, invece diventa lo spunto attraverso il quale Dante decide di lodare la donna indipendentemente dal suo saluto, indipendentemente dalla corrispondenza.
Questa è una svolta importantissima nella vita nuova di Dante. Capitolo X mia difesa, insomma, elegge una nuova donna dello schermo, che troppa gente ne ragionava oltre i termini della cortesia, dal momento che troppe persone parlavano di questa donna andando oltre i termini della gentilezza, della cortesia. Insomma, la gente sparlava del supposto rapporto fra Dante e quest'altra donna che diventa la seconda donna dello schermo. Onde molte fiate mi pensava duramente, per cui io...
Io ero molto turbato e mi preoccupavo moltissimo per le chiacchiere della gente e per questa cagione, cioè di questa soverchievole voce che pareva che mi infamasse viziosamente, da momento che c'erano queste dicerie, queste chiacchiere che umiliavano e disonoravano Dante, quella gentilissima, la quale fu distruggitrice di tutti i rivizi e regina delle virtudi, passando per alcuna parte, mi negò lo suo dolce. Per cui quella gentilissima sarebbe indicare Beatrice che distrugge tutti i vizi ed è regina delle virtù. Abbiamo detto quindi che Beatrice incarna la donna Angelo, incarna tutte le virtù e distrugge tutti i vizi.
Passando per alcuna parte, passando per una certa strada di Firenze, mi negò lo suo dolcissimo salutare. Allora Beatrice aveva salutato Dante e Dante aveva goduto di questo saluto nel senso proprio della beatitudine, dicevamo, nella quale stava tutta la mia beatitudine, quindi tutta la mia felicità. Ma adesso Beatrice nega il saluto a Dante e uscendo alquanto del proposito presente voglio dare a intendere quello che lo suo salutare in me virtuosamente operava. Allora... Praticamente nel capitolo 10 abbiamo la seconda donna dello schermo, è Beatrice che nega il saluto a Dante.
Nel capitolo 11 invece abbiamo la spiegazione della poetica del saluto. Ma io non ho capito, gli nega il saluto a Beatrice a Dante perché ha scoperto che scrive a poesia su altre donne? Sì, perché lo ritiene quindi un uomo troppo leggero, ecco abbiamo detto. Ecco però a noi interessa moltissimo il capitolo 11 perché Perché nel capitolo undicesimo lui spiega, proprio nel momento in cui terminano gli effetti salutiferi del saluto della donna, lui spiega questa poetica del saluto.
Cioè spiega in che cosa consiste questa beatitudine che trasmette la donna salutandolo. Dico che quando ella paria da parte alcuna per la speranza dell'ammirabile salute nullo nemico mi rimane. rimanea, quindi addirittura per la speranza che nutrivo di essere salutato da lei, non provavo odio più per nessuno, non mi rimaneva più nessun nemico, nullus nullo in latino e quindi anche nell'italiano medievale significa nessuno, non mi rimaneva più nessun nemico, anzi mi giugnea una fiamma di carità, per cui volevo bene a tutti quanti, anche a quelli che mi odiavano in un certo senso, la quale mi faceva a perdonare Chiunque mi avesse offeso, per cui perdonavo anche tutti quelli che mi offendevano.
E chi allora mi avesse domandato di cosa alcuna, la mia risponsione sarebbe stata solamente amore. Gli effetti del saluto della donna, di Beatrice. Quando Beatrice saluta Dante, lui addirittura considera tutto nella luce, sotto la luce dell'amore. Per lui è tutto determinato dall'amore.
La sua risposta sarebbe stata amore a tutti. Con viso vestito d'umilità... quindi quando lei mi salutava, spingeva fuori tutti questi spiriti e diceva loro andate a onorare la donna vostra.
Ed egli si rimanea nel luogo loro, egli restava al loro posto. Amore si sostituisce agli spiriti che sono dentro l'uomo e quindi Dante viene caratterizzato proprio da questa presenza avvolgente di amore. Il poeta può guardare la realtà, può guardare gli altri, può guardare la donna. E chi avesse voluto conoscere amore, fare lo poteva mirandolo tremare degli occhi miei. Guardando me uno poteva conoscere amore, guardando il tremore, il tremore è il tipico effetto dell'amore sull'amante, molto presente nelle poesie di Cavalcanti.
Questa è una parte quasi cavalcantiana della vita nuova di Dante. Anche per Dante, quindi, amore sconvolge o comunque cambia radice. radicalmente la persona. La novità dantesca sta nel fatto che a tremare sono gli occhi, forse pieni di lacrime per la commozione. E quando questa gentilissima salute salutava, ecco, quando questa gentilissima salute salutava, Beatrice, che è quella che dona la beatitudine, c'è tutto un gioco di parole, è la salute, quindi la salvezza dell'uomo, che saluta.
Qui c'è proprio volutamente questo gioco di parole. gioco di parole. Beatrice era salute e salvezza, che salute? Si noti il gioco etimologico, salute e salutava, che serve a mettere in risalto il doppio significato di entrambi i termini, saluto, salute, salvezza e salutare, dare salute, dare salvezza. Vi ripeto, tutto questo deriva dalla etimologia del termine.
Non che amore fosse tal mezzo che potessi obbombrare a me la intollerabile beatitudine, ma è lì quasi per sover che non è vero. Soverchio di dolcezza divenia tale che lo mio corpo, lo quale era tutto allora sotto lo suo reggimento, molte volte si muovea come cosa grave e inanimata. Quindi dice Dante, non dico che amore si mettesse in mezzo in modo che potesse offuscare o bumbrare ai miei occhi la beatitudine, la bellezza, la felicità, insomma, intollerabile, ma anzi egli quasi per soverchio, quasi per eccesso, di dolcezza, diventava tale che il mio corpo, che allora era totalmente tutto al suo comando, molte volte si muoveva come un'automa, come un grave, come un pesante oggetto inanimato. Qui abbiamo sicuramente un'immagine che ci può venire in mente, la poesia di Cavalcanti che abbiamo letto, Tu mai si piena di dolore la mente.
Vi ricordate quella poesia in cui si dice io vo come colui che fuor di vita? C'è una differenza secondo me. Lì diciamo che Cavalcanti, Automa, poi alla fine dice che è come egli è morto, come egli è morto, aperto segno come egli è morto, come è morto dentro.
Mentre invece qua vuol dire semplicemente che la beatitudine che proviene dal saluto di Beatrice è intollerabile perché va al di là delle capacità di sopportazione di Dante. E quindi a questo punto lui si muove come se fosse un Automa. Sì che appare manifestamente.
pare, è chiaro a tutti, che nelle sue salute abitava la mia beatitudine, cioè che tutta la mia felicità dipendeva dai suoi saluti, la quale molte volte passava e redundava la mia capacità. Quindi questa felicità oltrepassava, redundava, quindi sopraffaceva la mia capacità. Il verbo redundare, traboccare, è usato qua in senso transitivo, quindi che regge il complemento oggetto. la mia capacità, andava oltre, oltrepassava la mia capacità.
Come vedete quindi la prospettiva continua a essere diversa da quella di Cavalcanti, anche se l'immagine è analoga all'immagine dell'automa. Ti interessano file di questo genere? Allora vieni su www.gaudio.org e iscriviti alla newsletter A Scuola con Gaudio all'indirizzo www.gaudio.org. www.pd.org.news