parliamo del discorso di Diotìma che è la parte più bella e più importante del Simposio di Platone Siamo nella parte finale di questo meraviglioso dialogo sull'amore che è uno dei dialoghi della maturità di Platone i vari commensali hanno rivolto i propri discorsi di encomio al Dio amore e è dunque la volta di Socrate deve intervenire Socrate ha preso la parola dopo Aristofane E anziché pronunciare un proprio encomio Socrate decide di riferire il discorso che egli stesso ha ascoltato tenuto da questa sacerdotessa che è Diotima di questa sacerdotessa non abbiamo altre informazioni se non quelle che ci dà Platone stesso all'interno di questo dialogo che è il Simposio badiamo che questo dialogo è stato tralato con due titoli diversi quindi c'è chi lo tramanda con il titolo di Simposio e chi lo tramanda con il titolo di Convito però allo stesso dialogo Diotima è nome parlante vuol dire colei che onora la divinità con lei con ora il Dio ora o è un personaggio inventato da Platone stesso oppure viste le informazioni che ne abbiamo in questo dialogo potrebbe essere stata prima sacerdotessa originaria di Mantinea operante ad Atene diciamo così negli anni precedenti lo scoppio della guerra del Peloponneso e Socrate la presenta come colei che lo ha istruito su tà eroticà Cioè sulle cose d'amore la struttura del discorso rende questo discorso una sorta di dialogo nel dialogo una prima parte è una brachiloghia quindi una serie di brevi domande di Socrate da giovane e Diotima risponde e poi abbiamo invece una parte del discorso in cui abbiamo la macrologhia di Diotima stessa quindi nella prima parte diciamo così la sacerdotessa mette in atto su Socrate l'arte maieutica e Socrate dichiara in questo discorso che la sacerdotessa Lo ha reso erudito su Tà eroticà quindi sulle cose d'amore e lui dopo averle così apprese da allora in poi e le ha insegnate agli altri quindi sembrerebbe quasi che Socrate abbia appreso l'arte maieutica che derivava dalla madre in ambito del discorso da questa sacerdotessa nella prima parte viene subito confutato quanto era stato fino adesso detto nel dialogo del Simposio cioè che Eros quindi che è amore non è un Dio perché la divinità non manca di nulla è beata e felice così come mentre invece Eros manca sempre di qualcosa perché Eros è desiderio di qualcosa e a questo punto ci viene detto che amore è un Diamon Questo è un termine che Platone aveva già usato nell'apologia di Socrate quindi ci costa sapere che fosse un termine utilizzato da Socrate stesso e il Daimon è un essere un metaxù quindi a metà tra l'umano il divino un ponte fra l'umano il divino un collegamento fra l'umano e il divino proprio come lo è un sacerdote o una sacerdotessa un qualcosa che mette in comunicazione l'uomo e la divinità a questo punto diotima racconta il mito genealogico per dirci che cos'è Eros Dal momento che non è un Dio vuole raccontarci Che cos'è questo Diamond e quindi ci racconta che Eros è questo Diamond questo metaxù questo essere a metà tra l'umano e il divino che è nato da questi due genitori poros e penia che hanno avuto modo di incontrarsi al banchetto organizzato in occasione della nascita di Afrodite quindi la dea della bellezza i due genitori poros e penia poros è questo personaggio il cui nome merita di essere tradotto in italiano con un poco di attenzione viene tradotto in modi diversi probabilmente la traduzione più corretta è espediente proprio perché vuol dire espediente mezzo risorsa mentre penia libertà quindi amore è figlio di espediente povertà espediente Dunque con altri partecipava al banchetto per la nascita di Afrodite ad un certo punto ubriaco va a riposarsi nel nel giardino di Zeus Penia come di solito accade nelle nelle festività si reca diciamo fuori la residenza Sperando che le venga dato qualcosa da mangiare e dal momento che lei Manca completamente di mezzi il testo Greco dice proprio dià tèn aporìan quindi mancando di mezzi e scorge come soluzione quella di concepire un figlio da poros quindi si sdraia vicino a poros e concepisce questo figlio e che quindi eredita delle caratteristiche da entrambi i genitori dal padre eredita questa capacità di trovare mille espedienti trovare mille risorse Ma dalla mamma eredita questa povertà assoluta questo bisogno continuo di qualcosa Dopodiché la sacerdotessa Diotima indica Socrate in questo dialogo serratissimo in cui abbiamo un'inversione dei ruoli cioè quei Socrate racconta di se stesso che è un giovane che pone queste domande alla sacerdotessa e la sacerdotessa lo rimbrotta insomma gli fa notare la sua ignoranza la sua ingenuità o in un atteggiamento simile a quello che di solito Socrate ha nei confronti degli altri personaggi dei dialoghi platonici e la sacerdotessa Ecco gli fa notare che nell'amore ci sono sempre due figure chi ama e chi è amato e chi ama si trova in una condizione di estrema povertà di estremo bisogno di mancanza di risorse di indigenza manca sempre di qualcosa e in effetti chi ama qui Platone usa il verbo erào Chi ama Brama desidera ricerca Ma chi ama Brama ma Brama Che cosa? Che cosa va a desiderare? e la sacerdotessa risponde che chi Brama Brama il possesso eis aei quindi per sempre di qualcosa il possesso stabile eis aei quindi per sempre del bene o del bello però a questo mondo il possesso stabile bene e del bello in certo qual modo è una ricerca dell'immortalità Ma la ricerca dell'immortalità per l'uomo è una ricerca Katà tò dynatòn Diciamo che questa locuzione avverbiale Katà tò dynatòn è a mio modo di vedere la chiave di volta di tutto il discorso di Diotima perché è chiaro che all'essere umano al brotòs in greco essere umano si dice mortale quindi per l'essere umano per il mortale l'immortalità è possibile soltanto Katà tò dynatòn Cioè per quanto gli è possibile cioè l'essere umano sa benissimo che al mondo può restarci soltanto per quanto la natura gli permetta quindi per tutti gli esseri animati l'unico modo di restare al mondo il più possibile è il concepimento e il fatto di mettere al mondo dei figli cioè Noi tutti sappiamo che il nostro tempo al mondo è circoscritto e l'unica possibilità che abbiamo di poter restare al mondo in parte per quanto ci è possibile è lasciare qualcosa di noi al mondo che sono i figli Poi alcuni vogliono lasciare una memoria di un ricordo di se stessi e del proprio valore quindi si danno alla filotimìa come che ricercano l'onore perché grazie al fatto di aver ottenuto dei riconoscimenti degli onori in guerra o con altri atti riescono così a lasciare un ricordo delle loro gesta anche dopo che saranno morti e qui per esempio viene ricordato il sacrificio di Alcesti A questo punto si interrompe la brachilogia quindi il dialogo Serrato fra Socrate e diotima e inizia invece la macrologia quindi diotima ritiene che Socrate non sia più in grado di intervenire e che sia invece conveniente che lei tenga un lungo discorso senza essere interrotta perché deve andare a dire che cosa sia la conquista di questo amore che è appunto il possesso per sempre del bene o del bello che vada al di là del mettere al mondo i figli o dell'ottenere L'onore e l'amore è appunto il desiderio di ottenere per sempre il bello ma è questo bello come si concepisce Qui c'è chi parla proprio di gradini della Scala per raggiungere il bello in un primo tempo il bello viene scorto nei corpi Però il bello che si scorge nel corpo di un altro è un bello che è caduto che è mutevole che poi si perde E allora si può cogliere il bello nelle istituzioni Ma anche quel bello è mutevole non hai crismi dell'immortalità della perfezione e si deve arrivare a cogliere il bello in sé un bello in sé che sia perfetto che sia bello in tutte le sue parti che sia ben Rotondo Ma allora l'altro in questo concepimento e parto del bello qui Platone usa sempre verbi che hanno a che fare con il concepimento il parto del bello è sempre al cospetto dell'altro e l'altro cioè colui di fronte al quale si partorisce il bello è un'opera d'arte del pensiero che è la verità e della Giustizia Cioè è possibile evidentemente soltanto al filosofo che quindi è necessitato se ama a concepire nel bello e di fronte all'altro e questa questo concepimento e parto nel bello è il concepimento il parto nel bello della verità che è la giustizia e che è il bene a mio modo di vedere anche di altri Dunque il discorso di diotima è un discorso che permette di comprendere che la vera radice dell'amore la vera struttura dell'amore è l'insegnamento cioè la produzione la creazione il parto al cospetto dell'altro della verità ossia della Giustizia ossia della bellezza e questo parto è possibile ovviamente soltanto a chi contempla il bello in sé e questo parto permette l'immortalità e questo parto è possibile soltanto a chi insegna il vero il bello Ma è un atto d'amore Dunque chi ama insegna cioè l'insegnamento è un supremo atto d'amore perché è un parto al cospetto dell'altro del vero del bello e del giusto Dunque in questo discorso di diotima l'arte della maieutica in realtà è un atto d'amore e di nuovo Anche in questo discorso di diotima che è un discorso fatto pronunciare da questa sacerdotessa di mantinea Ecco anche nel discorso di diotima La filosofia non può mai avvenire in solitudine così come Socrate aveva già affermato sia nell'apologia sia nel Critone è sempre necessario un molto con l'altro o al cospetto dell'altro perché la filosofia l'insegnamento è sempre un atto d'amore un atto d'amore che è un parto della verità al cospetto della quantomeno al cospetto dell'altro quindi sia chi ama insegna perché aiuta l'altro a partorire la verità e questa è la maieutica sia perché anche chi contempla il vero e il bello deve contemplare partorire questa verità al cospetto dell'altro non può mai come dire godere o accontentarsi di aver raggiunto la verità di per sé e senza condividere con l'altro e questa necessità della condivisione è evidente per esempio anche nel mito della interna in cui Platone nel Settimo libro della Repubblica sostiene che quando il prigioniero liberato ha superato tutto il dolore agli occhi per aver contemplato gli oggetti e per avere infine contemplato il sole è necessitato a Ritornare all'interno della caverna per poter condividere con gli altri la verità che ha scoperto la scoperta della verità la contemplazione del bello la contemplazione del vero la contemplazione del giusto non può mai avvenire in solitudine c'è sempre la necessità di ritornare e condividere Infatti questo discorso il discorso di diodima è un discorso su tà eroticà Quindi è un discorso sulle cose d'amore Ma è un discorso che finisce sulla contemplazione del bello della verità e della Giustizia non si dà verità non si dà contemplazione della Giustizia se non in un confronto con l'altro io vi ringrazio dell'attenzione e se questo video vi è stato utile per comprendere il discorso di diotima o in modo più chiaro taluni dei contenuti del Simposio di Platone Io vi esorto ad effettuare l'iscrizione al canale