Si è seguito un po' il dibattito pubblico, il dibattito soprattutto sociologico sulla nostra società, avete sicuramente sentito parlare negli ultimi anni di Zygmunt Bauman, forse il più importante sociologo davvero del XXI secolo, è morto da pochi anni, ormai da qualche anno, però ha segnato davvero gli ultimi 20-30 anni del dibattito, da osservatore attento dei mutamenti della nostra società, della nostra modernità. Lui era vergognato ad esempio dell'espressione modernità liquida che ha avuto grandissimo successo anche nei giornali e anche tra l'opinione pubblica ed è lui poi ad aver fatto alcune riflessioni interessanti sui cambiamenti che stiamo vivendo di cui siamo oggi protagonisti. Fu sociologo, fu anche filosofo e allora oggi iniziamo a presentarlo.
Ho preparato in realtà due video, questo è il primo, seguirà un secondo per analizzare bene la sua analisi a sua volta della nostra società. e dei cambiamenti connessi alla nostra società dal punto di vista certo massimo ideologico, se vogliamo dirla così, dal punto di vista anche dei legami affettivi, vedremo anche questo aspetto, e poi dal punto di vista anche politico, perché non fu solo attento osservatore dei cambiamenti delle persone, dei loro modi di pensare e di agire, ma anche dei cambiamenti degli stati. Soprattutto fu un osservatore attento dei fenomeni connessi alla cosiddetta globalizzazione, che interpretò dal suo punto di vista ma che ci aiutano nel suo punto di vista si aiuta a comprendere meglio. Oggi iniziamo partendo soprattutto da cosa vuol dire modernità liquida, da cosa vuol dire questo aggettivo liquido che tanto successo ha con lui avuto.
Andiamo a cominciare. Con sto solito affine alla solita tazza con la scritta andiamo a cominciare che è la frase d'apertura di ogni video come ci sono come sempre anche Topolino, Tostoi, Batman, Deandre, il mostruoso cuscino e bottone dei centomila iscritti e un altro mostriciatolo che si intravede qui e poi ci sono ovviamente anch'io, mi chiamo Ermanno Ferretti, sono un insegnante di storia e filosofia e segno in un liceo scientifico e da più di quattro anni su questo canale realizzo quotidianamente delle video spiegazioni di storia, di filosofia, di educazione civica e di discipline affini che... seguono il percorso che si fa solitamente o alle superiori o all'università però ogni tanto approfondiscono anche altri temi che magari appunto alle superiori e all'università non si ha il tempo di affrontare o si sfiorano e che però possono essere secondo me utili per chiunque sia appassionato sicuramente a queste discipline ma anche a chiunque voglia un po' capirci qualcosa di più del mondo che ha attorno, di se stesso e del mondo e quindi Anche la lezione di oggi appartiene a questa schiera, perché appunto Zygmunt Bauman, importante sociologo venuto a mancare pochi anni fa, nel 2017, non viene studiato sicuramente alle superiori all'interno del programma di filosofia, anche perché ovviamente i contemporanei così vicini a noi non si studiano e poi perché un filosofo fino a un certo punto è più un sociologo che un filosofo, a volte lo si affronta ecco sì, questo sì all'università, è capitato perfino a me. che ha fatto l'università ormai diversi decenni fa a rileggere qualcosa di Bauman all'università, anche perché andava incredibilmente di moda quando facevo io l'università, iniziavano ad andare incredibilmente di moda, erano i primi anni in cui le sue opere diventavano davvero di largo dominio, e però appunto magari solo in certi corsi e non in maniera poi così esaustiva, perché magari si legge qualcosa ma non si fa un'analisi del pensiero globale di Zygmunt Bauman. Invece oggi proviamo a fare proprio questo, cioè in due lezioni, in realtà come vi dicevo nella premessa, una oggi e una prossimamente, comunque le due creeranno una playlist che sarà facile recuperare, tenterò di presentarvi gli aspetti più rilevanti della riflessione di, appunto, Zygmunt Bauman.
Come facciamo sempre con i filosofi, o con i pensatori in generale, partiamo dalla vita, brevemente, due cose molto molto veloci, anche perché la vita di Bauman affronta vari... questioni del novecento vi dicevo muore nel 2017 quindi pochi anni fa ma nasce nel 1925 quindi attraversa di fatto tutto il novecento muore a 91 anni d'età andava per i 92 quando muore però ecco attraversa tutta la novecento perché lui nasce in polonia appunto nel 1925 era una famiglia di origine ebraica e già questo vi fa capire che la situazione per lui sarà problematica In Polonia la comunità ebraica era molto numerosa, questo probabilmente lo ricordate dai vostri studi storici, ma questa comunità ebraica si trova in grave difficoltà soprattutto a partire dal 1939 quando la Germania di Hitler invade appunto la Polonia. Il primo settembre 1939 scoppia la seconda guerra mondiale proprio con l'invasione nazista della Polonia, invasione che poi, come ricorderete, è stata in realtà già preparata da un patto Molotov-Ribbentrop per il patto tra Germania nazista e Unione Sovietica stalinista per regolare appunto questa eventuale, ma in realtà a parte pochi giorni dopo, ormai effettiva invasione della Polonia.
Tant'è vero che con una clausola segreta Germania e Russia si erano accordati per spartirsi il territorio polacco. Così avviene di fatto e Bauman, che appartiene appunto a una famiglia ebraica, la sua famiglia lui è. nel 39 a 14 anni è un ragazzino è costretto a lasciare ovviamente la parte dove lui vive della polonia perché stanno arrivando i nazisti e i nazisti non hanno ancora dato il via alla soluzione finale ma si capisce molto bene che i nazisti non saranno teneri con gli ebrei anzi iniziano presto anche i massacri e bauman lascia la parte occupata dai tedeschi si rifugia in la parte russa dove poi si trasferirà anche russia ma passa gli anni della seconda guerra mondiale. Questo gli permette di salvarsi ovviamente la vita, tra l'altro crescendo perché la guerra scopre nel 1939 quando lui ha 14 anni ma finisce nel 1945 quando ne ha 23 di anni, quindi nel 1945, anzi scusate, ne ha 20 di anni, è del 25. Quindi insomma i sei anni di guerra sono anche i suoi sei anni di maturazione, di fine dell'infanzia, inizio dell'età adulta quasi.
e in effetti si arruolerà anche, combatterà nelle brigate russe contro i nazisti, quindi farà parte anche di un'unità militare sovietica. Alla fine la guerra avvolge a favore dell'URSS, degli alleati, quindi la Germania viene sconfitta e lo stesso Bauman, senza aver poi, sì, ha partito ovviamente la sorte della guerra, lo sfollamento, il rischio anche della guerra vera e propria, però insomma esce tutto sommato illeso da questo conflitto e può orientare in Polonia. appunto attorno ai 20 anni dove può finalmente studiare in maniera più regolare si iscrive all'università l'università di Varsavia studia sociologia inizialmente supposizioni marxiste e leniniste anche l'aver vissuto in Russia incide molto sulla sua formazione iniziale poi pur non allontanandosi troppo dalle idee di Marx si avvicinerà a qualche socialista novecentesco in particolare a Gramsci anche che stimerà molto e poi a Simmel Quindi comunque l'impronta marxista resterà, lui stesso si definirà fino alla fine un sociologo di impianto marxista. Però in realtà la sua vita nel blocco orientale, perché poi la Polonia come ben ricordate alla fine della seconda guerra mondiale viene assegnata al blocco orientale, non durerà tantissimo, nel senso che lui si laurea e inizia anche a insegnare all'università, inizia una carriera accademica, ma già nel 1968, quindi quando ha 43 anni.
è costretto a lasciare l'università in Polonia per via anche di politiche sostanzialmente antisemite che attraversano la Polonia e preferisce lasciare lo Stato, si trasferisce prima in Israele e poi però torna in Europa, in particolare nel Regno Unito andando ad insegnare all'università di Leeds nel Regno Unito, in Inghilterra e resterà sostanzialmente a Leeds fino alla pensione e anche dopo, insomma, la sua città d'adozione Oggi lo studiamo come un sociologo, sì, polacco di origine, ma adottivo in un certo senso, britannico, perché dal 68 fino alla morte, quindi per 50 anni, 49 anni, passa il resto della sua vita, un po' dopo il 68 comunque, passa più di 40 anni nel Regno Unito e sono gli anni di maggior attività, tra l'altro, proprio quando è a Leeds inizia a scrivere su temi sempre più ampi, più generali, da punto di vista sociologico, inizia a ottenere anche grande successo. I libri che... In Italia arriva qualcosa già prima, già negli anni 80, di Bauman tradotto ma in realtà senza chissà quale riscontro.
I veri riscontri arrivano in Italia ma in tutta Europa a partire soprattutto dalla fine degli anni 90 e soprattutto ancora di più negli anni 2000. Quando appunto la sua tesi sulla modernità liquida inizia a riscuotere un certo successo, inizia a diffondersi. Quindi gli ultimi vent'anni, diciamo dal 2000 circa. Al 2017, se volete dal 98 al 99, sono anni di intense attività nonostante lui abbia ormai una certa età, ha più di 70 anni, quindi ha finito la carriera accademica ma si può dedicare alla scrittura e allo studio.
Questi anni sono anni anche di grandi conferenze di rap del mondo, viene spesso anche in Italia a parlare, a presentare la sua teoria, che poi si amplia ovviamente, tocca vari aspetti, fino appunto alla morte, è venuta un'età piuttosto veneranda come vi dicevo. Detto questo, detta della vita, parliamo un po' di cos'è questa benedetta modernità e come configura questo aspetto tipico, secondo lui, del nostro tempo presente. Intanto, quando parlo di modernità, Bauman si concentra in particolare sull'ultimo secolo, secolo e mezzo, per dire l'età contemporanea, quella che normalmente in storia è chiamata età contemporanea, e lui arriva a distinguere due tipi di modernità, così le chiama, una modernità solida e una modernità... liquida per capire quella liquida che quella che riguarda il nostro presente attuale bisogna prima capire che cosa era questa modernità solida che invece ha nominato la scena precedentemente allora secondo lui la modernità solida così chiamata si impone dalla fine dell'ottocento e soprattutto gli anni 60 70 all'incirca del novecento Perché?
In cosa succede in questo secolo, in questi 70-80 anni? Beh, l'uomo che vive in questa fase importante della modernità, di un grande sviluppo anche economico, poi le guerre mondiali, anche molti cambiamenti, molte tragedie, beh, quell'uomo vive in una fase della modernità in cui ciò che lo riguarda è stabile, è solido, è, se vogliamo, anche rigido, è affidabile. Cosa intendo quello che lo riguarda? Intendo anche banalmente le scelte di vita quotidiana.
Pensiamo ad esempio al matrimonio. Il matrimonio, per come era inteso fino agli anni 60-70, un po' in tutto il mondo, almeno nel mondo occidentale, era qualcosa per lo più di stabile, di sicuro, di rigido, passata l'Italia. L'Italia in questo senso è un caso molto emblematico. In Italia non c'era il divorzio fino agli anni 70, come ben sapete. Cosa vuol dire questo?
Che il matrimonio era indissolubile. A meno che uno o uno dei due conigi non morisse, il matrimonio rimaneva in vigore per la Chiesa e per la Chiesa. per lo Stato e di fatto la stragrande maggioranza delle coppie avevano un matrimonio duraturo.
Poi felice o infelice non riguardava questo il tema, a volte erano felici, a volte erano infelici questi matrimoni, ma sicuramente era qualcosa di stabile, di duraturo, di durevole, di solido. Pensiamo alla carriera, al lavoro, anche qui a cosa si era abituati negli anni 50, 60, 40, 30, 20. Una persona entrava nel mercato del lavoro, chiamiamolo così con un'espressione molto moderna. intorno ai 20 anni, 25 anni, 18 anni, a seconda dell'istituzione che aveva ricevuto, iniziava un lavoro e quel lavoro lo portava avanti sostanzialmente per tutta la carriera, fino alla pensione, grosso modo. Certo, c'erano anche qui delle eccezioni, ma la stragrande maggioranza delle persone faceva sempre quel lavoro. Un professore faceva sempre il professore, un operaio faceva sempre l'operaio, spesso anche nella stessa fabbrica, un bianchino faceva sempre l'imbianchino, un panettiere faceva sempre il panettiere, anzi addirittura Il lavoro a volte veniva tramandato di padre in figlio nelle botteghe artigiane, no?
Quindi non era solo un destino che riguardava l'individuo, ma addirittura riguardava la famiglia, no? Riguardava il cognome, il casato e perdurava non solo per lo spazio di una vita, ma di secoli, di più vite, no? Più solido di così era difficile immaginarlo.
Pensate anche alla comunità. Anche la comunità era qualcosa di solido, di stabile, di rigido, no? Uno nasceva in una città o in un villaggio.
e spesso passava tutta la sua vita all'interno di quella città, all'interno di quel villaggio. Se il villaggio era piccolo ci si conosceva anche tutti, no? C'era un rapporto di fiducia, di aiuto reciproco, c'erano alcuni punti fermi in Italia, ad esempio il parroco, il sindaco e così via.
Nelle città più grandi magari i vincoli erano meno rigidi, però ci si sentiva appartenenti a quel quartiere, ad esempio a quella contrada e così via. Tutto era stabile e solido, per questo parla di modernità solida, perché... c'erano dei punti fermi ritenuti ineludibili, inintaccabili, che non potevano essere tolti, che non potevano essere cambiati, con cui bisognava regolarsi, strutture sociali, chiamiamole così, molto rigide, forse all'apparenza anche asfissianti all'occhio dell'uomo moderno, dell'uomo di oggi, perché certo se avevi un marito violento te lo dovevi tenere e quello era un bel problema ovviamente.
Se avevi un lavoro che non ti soddisfaceva, te lo dovevi tenere, quello era un problema, anche quello, eccetera. C'erano sicuramente dei problemi, però questa situazione così solida garantiva stabilità, garantiva continuità, garantiva anche per l'individuo che doveva relazionare col mondo di avere una serie di punti fermi, punti fermi affidabili. Questo vi ho fatto l'esempio per l'Italia, perché l'Italia forse era... Nel panorama europeo non ripesi da questo punto di vista più rigidi e solidi, ma in realtà non è che fosse poi così diverso neppure nel Regno Unito, neppure negli Stati Uniti.
Certo, là magari le rigidità erano meno nette, perché si poteva cambiare lavoro più spesso, si poteva cambiare coppia, marito, moglie più spesso, però comunque questi cambiamenti riguardavano minoranze all'interno della società, le maggioranze continuavano a vivere in maniera solida, rigida, con un solo partner, con un solo lavoro, con una sola comunità. Tutto questo meccanismo di, chiamiamole, rigidità, solidità, si è un po' frantumato a partire dagli anni 60, 70 e in poi, in maniera poi via via sempre più accelerata, perché all'inizio sono alcune crepe nel sistema, poi, negli anni 90, 2000, 2010, eccetera, e oggi ancora di più, questa frantumazione si è accelerata, tant'è vero che oggi, secondo Bauman, bisogna parlare di modernità liquida, non più solida. qua c'è il paragono ovviamente con gli stati della materia lo stato liquido e lo stato solido perché liquida? perché adesso tutto è diventato più flessibile, più sinuoso, più morbido se volete, ma anche più adattabile.
Riprendiamo i temi che abbiamo detto prima, passiamo al matrimonio. Ebbene, oggi, ma perfino nei paesi come l'Italia, che sono paesi... Tutto sommato, da un certo punto di vista, relativamente tradizionalisti, ma ancora di più in altri paesi, il matrimonio è fortemente in crisi, si dice, no?
Sia perché il numero dei divorzi e delle separazioni è aumentato in maniera molto, molto netta, sia perché ormai non si si sposa neanche più, no? La stragrande maggioranza dei ragazzi che hanno un rapporto sentimentale rimandano l'età del matrimonio, oppure non l'affrontano proprio, no? Dato alla fine molti si sposano lo stesso, magari a età già avanzata.
magari quando arrivano i figli, ma anche la stessa scelta di far figli che una volta era considerata una scelta quasi obbligata perché era ritenuto normale e spontaneo che una coppia avesse dei figli e che uno si dovesse sposare, dovesse fargli figli, oggi non è più così. Quindi i contorni diventano liquidi, diventano friabili, cioè li puoi delineare tu individualmente più che la società. E quindi puoi decidere se sposarti o no, puoi decidere se andare a convivere o no, puoi decidere anche che tipo di partner vuoi, perché in molti casi una volta, quando parlavamo di matrimonio, era solido ma era sostanzialmente il matrimonio di un unico tipo, il matrimonio eterosessuale.
Oggi invece ci sono molte forme di sessualità, molte forme di identità di genere, molte forme di rapporto sentimentale, molte forme di unione più o meno strutturata, più o meno tra virgolette... è riconosciuta dallo Stato, legalizzata e così via. E già qui vedete che tutto è diventato più malleabile. Parliamo della carriera, beh anche qui il mercato del lavoro, termine che si usa anche qui, Bauman avrebbe qualcosa da dire, il mercato del lavoro è diventato forse anche più esigente, ma anche noi dobbiamo essere più flessibili davanti al mercato del lavoro, ci vendete in tutti i modi possibili, dobbiamo adattarci a cambiare lavoro spesso, e in certi paesi questo avviene anche con una certa frequenza. Pensiamo anche alle tutele dal punto di vista sindacale che sono molto allentate riguardo alla rigidità del sistema negli ultimi decenni, proprio per alimentare questa adattabilità del soggetto, del lavoratore, alle esigenze del mercato.
Ma allo stesso modo pensate anche alla comunità, anche le comunità ormai non sono più così solide, così rigide, che c'è il ruolo del parroco banalmente nei villaggi, oggi è quasi completamente decaduto. pensate ad esempio ai vecchi vincoli familiari queste famiglie che si conoscevano da generazioni, che si relazionavano da decenni, ormai questi rapporti sono sfaldati in molti casi, no? Perché le famiglie si spostano, perché i figli vanno all'estero, tornano, si spostano, si trasferiscono, cambiano città sempre più frequentemente, in Italia forse meno che altrove, ma anche in Italia ormai questo fenomeno si vede.
Tutto è diventato più veloce, più rapido, meno rigido, meno solido. Questo potrebbe sembrare un avanzamento, perché abbiamo detto che la... l'estrema solidità e rigidità del vecchio sistema della modernità solida poteva essere anche asfissiante perché ti condannava anche a un peso sociale delle scelte la società che si imponeva sulle tue scelte è molto forte non potevi scegliere che tipo di vita fare o meglio potevi sceglierlo fino a un certo punto allora che poi c'erano le pressioni sociali che dicevano tu devi trovarti una famiglia devi far figli, devi trovarti un lavoro dovevi un po' in un certo senso adattarti tu a queste rigidità Oggi uno potrebbe dire molto meglio perché le rigidità non ci sono più e quindi è il mondo che si adatta a te più che tu ad adattarti al mondo. Questo per carità da un certo punto di vista è vero, nota Bauman, però è anche vero che in compenso questa fluidità della modernità attuale ha creato più scompensi che miglioramenti, nel senso che l'individuo quando si trova a vivere in un mondo del genere, certo si sente più libero probabilmente, si sente più artefice del proprio destino di quanto non fosse prima.
Ma molto spesso si sente anche più in difficoltà, più sottoposto a stress e ansia. La mancanza di punti di riferimento stabili, di punti di riferimento rigidi, cioè di valori condivisi, solidi, su cui appoggiarsi, secondo Bauman ha creato una società molto più ansiosa, una società senza punti di riferimento. È vero che l'individuo deve scegliere lui e questa è una fonte di libertà, ma è anche vero che l'individuo fa fatica a scegliere sempre, Vatica a organizzare la propria vita attorno a un sistema che non è più un sistema, attorno ai valori che non sono più dei valori, perché deve ricrearsi tutto da solo, non è come se dovesse, usando una terminologia che non è di Bauman, ma è di Nietzsche, ricostruire da solo tutto quello che ha demolito prima e però diventare super uomo, ricostruire da solo tutti i valori è complicato, è ansiogeno, è difficile, si rischia di sbagliare e non tutti sono in grado di farlo, no? Quindi il paradosso qual è?
perché abbiamo lottato per una maggior liquidità, se vogliamo, per una maggiore flessibilità, per poter essere artefici del nostro destino, però questa conquista ci ha un po' condannati in un certo senso, perché ormai siamo davanti a un mondo sempre più incerto. davanti al quale reagiamo sostanzialmente con risposte ansiose, di ansia, di stress, di disorientamento. Questo lo si vede in tutti gli aspetti, ma adesso magari approfondiamo perché uno degli aspetti su cui Bauman si sofferma maggiormente è quello dei rapporti anche affettivi, dei rapporti sentimentali. Uno dei temi a cui Bauman ha dedicato maggiore attenzione, infatti, oltre a quello del lavoro e della globalizzazione di cui parleremo comunque, è Grazie. quello dell'amore liquido così l'ha chiamato riprendendo questa espressione che tanta fortuna stava iniziando ad avere riguardo alla modernità liquida perché amore liquido perché questa malleabilità dei rapporti dei valori questa mancanza anche di punti di riferimento secondo lui l'individuo la percepisce in molti aspetti ovviamente la percepisce nel lavoro nella famiglia nella società eccetera ma la percepisce in primo luogo in era molto più diretta molto più concreta nei rapporti sentimentali che certo costituiscono una parte importante della vita dell'individuo, rapporti sentimentali e direi in generale relazioni sociali, anche rapporti di amicizia, anche rapporti di collaborazione lavorativa eccetera risentono di questo cambiamento.
Perché? Perché l'amore liquido o l'amicizia liquida o le relazioni liquide sono relazioni sostanzialmente contraddistinte da intanto maleabilità, intanto fragilità, intanto mancanza di punti di riferimento ma soprattutto da un meccanismo che Bauman definisce usa e getta che è il meccanismo in realtà tipico del consumismo. Cos'è cosa vuol dire usa e getta? Noi dal punto di vista dei consumi siamo stati abituati negli ultimi decenni praticamente in parallelo all'imporsi di questa modalità lipida a una gestione della merce che è sempre più simile a una gestione usa e getta appunto. Pensate un attimo, andiamo a fare la spesa, andiamo al supermercato, compriamo.
carne, compriamo verdura, compriamo crackers, compriamo merendine, dentro a confezioni che sono un oggetto, mangiamo il contenuto, buttiamo via il resto, l'involucro, tutto quello che ne rimane. accendiamo la tv guardiamo un programma ormai sempre più negli ultimi decenni magari siamo zapping magari guardiamo una serie tv su una piattaforma la consumiamo e poi la gettiamo nel senso che non la guardiamo più, non ci interessa più molto spesso, a meno che non siamo cultori del cinema, è un bene che esistano ancora cultori del cinema, però quello che guardiamo lo guardiamo per il tempo che lo guardiamo e poi non ci lascia quasi niente. Un cultore del cinema si guarda un film e poi magari si compra il DVD, magari se lo riguarda di tanto in tanto, magari se lo ricorda, magari se lo studia, allora lì ha una fruizione diversa, no?
Non è usa e getta, è usa e riusa E neppure usa, perché non lo guardi un film per consumarlo, per usarlo, lo guardi per capire qualcosa, o per emozionarti, o per uno scopo che è altro dall'uso in sé per sé. Invece molto spesso noi usiamo le serie tv come usiamo un cibo, no? Per soddisfare un bisogno momentaneo, compriamo la carne perché abbiamo fame, dobbiamo mangiare, ce la mangiamo e basta, è finita lì. Così come guardiamo la serie tv perché abbiamo del tempo libero e non sappiamo che fare, ci accendiamo la tv, guardiamo la serie tv che sia bello o brutta, ci frega anche poco, sicuramente non sono serie di solito, a tali qualche ora l'eccezione che ci cambia la vita, la guardiamo, la consumiamo, la dimentichiamo.
Questo meccanismo dell'use e getta è tipico del consumismo, il consumismo funziona così, qualsiasi oggetto, qualsiasi elettrodomestico, anche oggetto di intrattenimento, lo usiamo finché ci è utile e poi lo gettiamo metaforicamente o fisicamente nel caso della plastica o di altre cose ecco, queste relazioni tipiche del consumismo, secondo Bauman con la modernità liquida la modernità liquida ci ha imposto anche perché le serie tv sono una novità degli anni, cioè audizioni anche negli anni 50, ma poca roba, diventano predominanti dagli anni 70-80 in poi e ancora di più negli ultimi anni i supermercati sono una novità degli anni 50-60 in Italia 60-70 tanta e così via che so i siti internet la musica in streaming tutte cose molto moderne allora questo meccanismo dell'uso e getta tipico del consumismo attuale secondo bamano lo trasferiamo anche sui rapporti personali sui rapporti sulle relazioni sociali noi invece di avere un rapporto vero e sincero con gli altri o intanto ce l'abbiamo anche quello è non è che è tutto scomparso però molto spesso costruiamo anche delle relazioni usa e getta delle relazioni che sono fragili no pensate ad esempio all'amore liquido come lo definisce appunto bauman quando noi una volta quando ci si sposava magari a volte era anche perché la famiglia te lo imponeva magari era anche per degli errori per mille motivi no però tu sapevi che sposandoti ti impegnavi a passare il resto della tua vita con quella persona lì no e quindi era un atto anche a volte di sacrificio ma sicuramente di impegno no di impegno a lungo termine a lunghissimo termine perché se sposavi a 20 anni se tutto andava bene vivi fino a 80 anni pensavi di passare 60 anni di vita con quella persona avevi vissuto un quarto della tua vita, altri tre quarti li avresti vissuti con quella persona lì. Capite che, insomma, è un impegno mica da ridere. Oggi dire a un giovane che si può impegnare in questo modo con un'altra persona forse è considerato troppo vecchio stile, no? Sorpassato, perché le relazioni appunto sono diventate, tendono ad essere, magari ci sono molte differenze, però tendono ad essere più superficiali, se volete, o comunque meno a lungo termine.
Si guarda sempre a breve termine. Due ragazzi stanno insieme per tutta la vita, ma non si dice per tutta la vita, stanno insieme finché dura. C'erano anche film che hanno giocato su questo tema, l'amore eterno finché dura.
Finché va bene, finché funziona, e poi casomai si cambia. E cambiare non è più un problema, no? Se puoi dura, tanto meglio, ma se c'è bisogno di cambiare, si cambia. Abbiamo famiglie, coppie che si aggregano, si disgregano senza problemi.
senza farne neppure una tragedia più di tanto ormai, no? Perché? Perché fin dalle premesse c'è questa idea che il rapporto non è detto che sarà duraturo, che non è detto che il rapporto sarà eterno, si parte e si vede fin dove si arriva. Ecco, questo secondo Bauman è il segno di questa velocità, del fatto che non subordiniamo più la nostra vita alla buona riuscita di queste relazioni.
a qualcosa di eterno, a qualcosa di duratura, a qualcosa di solido. Prima, nel modernità solida, si subordinava la propria vita e la propria felicità anche a qualcosa di solido. Cioè, ad esempio, si diceva, mi sposo questa persona, speriamo che le cose vadano bene, ma se andranno male, va bene, ingoglierò il rospo, così si diceva, così si faceva, spesso lo facevano purtroppo le donne questo ragionamento.
Se andrà male, sopporterò, comunque ho preso un impegno, l'impegno devo portarlo a termine. Pensate ad esempio, un altro esempio... che una volta era più frequente di oggi sicuramente, la vita religiosa. Pensate a una persona che si faceva prete o suora o frate o quel che era. Anche lì era un impegno per la vita, no?
Entrava in un seminario, in un convento, eccetera, pensando da qui in poi tutta la mia vita sarà così. E questo non spaventava più di tanto. Certo, qualcuno sì, ogni tanto sì, era scelta anche difficile, ma si faceva. Oggi non la fa quasi più nessuno una scelta del genere. anche chi magari sento una fede voglio dire anche chi magari si sente vicino a certi temi perché perché si fa fatica secondo bauman a vedere a lunga prospettiva a subordinare la propria felicità alla scelta perché oggi si dice che la prima cosa da ottenere è la propria felicità la prima cosa da realizzare è il proprio individuo la propria individualità e questa individualità ovviamente pesa su questi rapporti perché quando tu invece ti sposi, rinunci in parte alla tua individualità.
Quando tu entri in un convento, rinunci in parte alla tua individualità. Quando fai una scelta di vita, che può essere contrassegnata anche, perché non lo sai ancora, ma lo sai che può essere contrassegnata dal sacrificio, beh, allora sacrifichi la tua individualità in favore di qualcos'altro, di una fede, di un altro, di una comunità, di quel che è. Ecco, oggi la modernità liquida ha avuto questo effetto.
che dal punto di vista affettivo ha ridotto i termini degli accordi. Non si parla più di tutta la vita, si parla di un stretto giro di posta, si parla di breve raggio, si parla di precarietà alla fine dunque, perché quando ti imbarchi in una relazione sentimentale non puoi essere sicuro che duri, non puoi neppure essere sicuro che quella persona passerà il resto della vita con te, non puoi essere sicuro che la casa dove andrete a stare sarà la casa della vostra vita, non puoi essere sicuro poi del lavoro eccetera, gli amici e così via, i rapporti finiscono, tutto è molto più dinamico. Perché? Perché però l'obiettivo è quello, tutto è più usagetta, perché l'obiettivo è quello, prima c'è l'individuo, prima c'è la realizzazione di sé.
Quindi anche i rapporti interpersonali iniziano, dice così Bauman, a essere visti più come un vincolo che come un valore. nella società della modernità solida, società precedente, i rapporti erano un valore, l'amicizia era un valore, l'apporto affettivo sessuale era un valore. Il rapporto di paternità e di maternità era un valore, in sé, era un bene in sé.
Pertanto, chiaramente anche far figli implicava dei sacrifici, perché dovevi denunciare a un certo tipo di carriera, a del tempo libero, alle energie, alle notti di sonno, a certi viaggi, dovevi denunciare a tante cose. La paternità e la maternità vogliono dire anche questo, ovviamente, no? Però si pensava che fosse un valore in sé, che fosse anche obbligatorio quasi fare quello che ci si aspettava da te, che tu facessi, ma... perché si riteneva che quelli fossero valori validi, no?
Oggi il primo valore è l'individuo e quindi le relazioni interpersonali diventano un ostacolo a volte alla realizzazione dell'individuo. Si fanno meno figli, ad esempio, che è uno dei temi chiaramente più discussi in Italia negli ultimi anni perché l'Italia sta vivendo un inverno demografico molto grave, cioè non nascono più bambini, nascono pochissimi rispetto a mai così pochi come negli ultimi anni. Ebbene.
Questo è dovuto alle tasse, è dovuto al lavoro, ma forse un po' anche alla precarietà del lavoro può darsi. Ma Bauman mi direbbe che il vero problema forte è il cambio della mentalità, che non riguarda solo l'Italia, ma riguarda tutti i paesi occidentali. E in effetti il calo demografico c'è in tutti i paesi occidentali, almeno nelle classi medio-alte.
Poi magari gli immigrati rimpolpano, però gli immigrati vengono da un'altra realtà e poi parleremo magari nel secondo video anche degli immigrati. c'è una una minor propensione sempre più netta a sacrificare la propria vita per qualcos'altro per un valore, per qualcosa di solido per qualcosa di durevole, i figli sono molto durevoli ovviamente, se tutto va bene te li porti avanti da quando li fai tutta la tua vita saranno con te a volte saranno da cudire finché sono piccolo ovviamente a volte saranno persone con cui sarai costretto a litigare quando sono adolescenti e in futuro magari si prenderanno anche loro un po' cura di te e questo magari qualcuno lo spera speriamolo tutti per carità però è chiaro che sono qualcosa di a lungo termine più a lungo termine dei figli c'è poca roba no eppure si fanno sempre meno figli perché perché i figli sono visti non sempre come un'opportunità non sempre come un valore ma sempre più spesso anche come un vincolo cioè come un ostacolo come un limite come qualcosa che ti tiene legato e tu non vuoi essere legato perché vuoi essere libero di fare le tue scelte perché vuoi essere libero di cambiare lavoro, di cambiare città. di cambiare rapporti personali, di cambiare partner e così via. Vuoi essere libero perché metti al primo posto l'individualità.
Attenzione, non sto facendo un discorso moralistico, neppure Bauman ne fa un discorso moralistico. Non si sta dicendo, ah, che brutta la nuova generazione che mette al primo posto l'individualità e che bella la vecchia generazione che metteva l'altruismo al primo posto. No, non è un discorso moralistico, dire cosa era meglio e cosa era peggio.
È un discorso di analisi dei cambiamenti. I cambiamenti ci sono da questo punto di vista. Se le vecchie generazioni erano propense al sacrificio, e oggi noi potremmo dire anche troppo, le nuove generazioni sono propense invece all'opposto, al mettere al primo posto l'individuo, che può essere anche un bene, no?
Certamente lo sviluppo dell'individualità e dell'individuo non è detto che sia un male di per sé. Chiaramente il problema oggi è a caso mai che questo mettere al primo posto l'individuo porta a una frammentazione dei rapporti, anche quelli effettivi, anche quelli d'amicizia, anche quelli che rendono più viva, più ricca una vita. L'altro aspetto su cui vorrei velocemente soffermare prima di chiudere questo primo video è quello del lavoro, perché ovviamente questa liquidità, questa malleabilità, questi cambiamenti che abbiamo visto nella società, abbiamo visto nei rapporti interpersonali, si vedono in maniera anche più netta forse nel mondo del lavoro.
Chiunque abbia la mia età, la mia generazione o anche di più, li ha visti questi cambiamenti in atto, li ha percepiti. li ha vissuti anche con tutti i drammi che questi comportano, perché il lavoro oggi è sempre più precario, questo lo diciamo da molti anni. I vecchi contratti a tempo indeterminato che duravano una vita, per cui un lavoratore entrava in un settore e ci rimaneva tutta la vita, magari sempre nella stessa fabbrica, sempre nella stessa azienda, sempre nella stessa banca, eccetera, sono ormai un ricordo per lo più del passato.
I nuovi lavoratori devono essere in grado di cambiare lavoro rapidamente. di adattarsi a contratti a tempo determinato, almeno per una certa fase della vita, di anche riqualificarsi continuamente. Pensate a tutta l'enfasi che viene messa negli ultimi decenni sulla preparazione, sull'aggiornamento, sulla riqualificazione professionale. Perché questo? Perché ovviamente il mercato del lavoro si è fatto obiettivamente più veloce, rapido, malleabile e il lavoratore deve adattarsi, questa è l'idea di fondo, a questo mercato del lavoro, deve trovare una propria occupabilità deve anche qui potremmo dirla vendersi sul mercato del lavoro qui ne parleremo anche meglio nel prossimo video Torna a questa idea del consumismo, come vi ho detto, anche i rapporti interpersonali sembrano sempre più usa e getta come il consumo di merce, ma così anche il lavoro.
Anche il lavoro è, secondo Bauman, sempre più mercificato, perché anche nel lavoro noi intanto veniamo come lavoratori sfruttati usa e getta, cioè l'idea dei nuovi contratti di lavoro che si impongono è quella di usarci quando serviamo all'azienda e poi lasciarci a casa quando non serviamo più. ma poi anche C'è l'idea che noi dobbiamo renderci più appetibili sul mercato del lavoro. Se noi rimaniamo con le nostre competenze saremo superati. La scuola deve preparare individui adatti al lavoro neppure di oggi, ma quello di domani.
E il lavoratore deve continuamente cambiare, aggiornarsi, conoscere cose nuove, perché il lavoro cambia continuamente. Questo in parte è vero, perché il lavoro cambia, perché le novità sono parecchie, perché è chiaro che la società ha bisogno di lavoratori aggiornati in grado di affrontare le sfide del domani. Ma è anche vero che questo costante aggiornamento, costante cambiamento sembra spesso messo in capo al lavoratore stesso, cioè è lui che deve farsi carico di cambiare, che deve farsi carico di adattarsi, che deve farsi carico di rendersi, ripeto, appetibile al lavoro, cioè come se fosse una merce sullo scaffale di un supermercato che deve vendersi, deve presentarsi bello, bravo, capace. come un sacchetto di patatine che deve presentarsi, appetitoso, no?
E anche qui c'è un meccanismo di mercificazione che rende ulteriormente più fragili i rapporti interpersonali, i rapporti lavorativi, i rapporti anche tra colleghi e crea un clima di ansia e diffidenza, secondo Bauman, perché il lavoratore, ovviamente, con un contratto precario, non sa cosa può costruire con un lavoro che oggi c'è e domani potrebbe non esserci. E si sente anche in competizione sempre di più con gli altri lavoratori, perché se io devo vendermi sul mercato, devo presentarmi come il più appetibile e devo anche presentarmi migliore del mio concorrente, del mio avversario, del collega che potrebbe rubarmi il posto di lavoro. E quindi c'è una perenne corsa al superamento l'uno dell'altro, anche alla riuscita. Tutto questo va sempre nella direzione, come vi dicevo prima, dell'individualismo, come nei rapporti interpersonali. La maturazione personale, l'individualismo domina e fa mettere a parte tutti gli altri rapporti, così anche nel mondo del lavoro.
Nel mondo del lavoro non si lavora più per una, o meglio la tendenza è quella di non lavorare più per un lavoro di categoria, o classi sociali, o sindacati che sono in crisi enorme dappertutto. Perché? Perché ogni lavoratore deve parlare a se stesso, ogni lavoratore deve trovare il proprio spazio. Ogni lavoratore deve superare gli altri, soprattutto poi se questi altri sono facilmente superabili, come migranti o disoccupati, eccetera, per raggiungere i propri scopi. Quindi sono più direzioni, più scenari che vanno nella stessa direzione, più elementi che spingono in quella direzione, l'elemento affettivo, l'elemento lavorativo, l'elemento sociale, eccetera.
Qual è l'effetto? Che... Si vive sempre più in un eterno presente.
In fondo, oggi faccio questo lavoro, tra dieci anni dove sarò? Boh, sapete quelle domande che vengono fatte tendenzialmente ai colloqui di lavoro, dove ti vedi tra dieci anni? Ebbene, probabilmente se l'avessimo fatte queste domande a un lavoratore degli anni cinquanta, un lavoratore degli anni cinquanta o degli anni trenta o degli anni venti, ti avrebbe detto tra dieci anni o sarò in pensione o sarò ancora su questo posto di lavoro, magari avrò fatto un po' di carriera interna all'azienda. Non sarà più un ufficio piccolo, sarà un ufficio più grande.
Va bene, però più o meno farò lo stesso lavoro, sarò sposato con la stessa persona, i miei figli saranno più grandi, vivrò nella stessa casa, ma grossomodo un lavoratore avrebbe risposto più o meno così. Oggi un lavoratore, giovane soprattutto, uno che si è formato in questa modernità liquida, risponderebbe in modo probabilmente molto molto diverso. Direbbe, tra dieci anni dove ti vedi? Boh, forse non starò più con la stessa persona come partner. Forse avrò ancora un lavoro figlio, forse ne avrò uno.
forse vivrò in un'altra città, forse avrò cambiato lavoro, tutto potrebbe essere radicalmente diverso da qui ai dieci anni, oppure potrebbe essere anche uguale, ma chi lo sa, no? Perché? Perché non ci si pone più di tanto l'idea di dove sarò tra dieci anni.
Ci si pone, secondo Bauman, l'idea di dove sono adesso. Si vive, lui dice così, in un eterno presente. Quello che conta è l'oggi, al massimo il domani, ma non il dopo romani.
Bisogna evitare gli impegni a lungo termine in vista delle gratificazioni immediate. Un figlio ha un impegno a lungo termine che non ti dà all'inizio quasi nessuna gratificazione e allora mettiamolo da parte. Un matrimonio di quelli duraturi ha un impegno a lungo termine che magari non ti dà grandi gratificazioni, ti dà un po' all'inizio e poi calano, e allora mettiamolo da parte. Il lavoro... Quando il lavoro inizia a stufarmi cambio lavoro, no?
Quando il lavoro non mi dà più prospettive cambio lavoro, se posso, se il mercato del lavoro ovviamente è abbastanza dinamico da assorbirmi. Però questa è l'idea. Il successo deve arrivare non nel tempo, non nel lungo periodo, ma nell'immediato.
E secondo Bauman, che analizza questo fenomeno l'ultima parte della sua vita, questo lo si vede anche dal proliferare dei social network, dei social media. Se ci pensate oggi, tutti i social network, i nostri ragazzi, anche noi adulti spesso, usiamo e usano danno una gratificazione immediata non c'è mai la prospettiva di medio lungo termine non c'è mai l'impegno per fare una cosa e vedendo i risultati tra qualche mese o qualche anno addirittura no risultato deve arrivare subito la foto che tu carichi su instagram o ha successo nelle prime ore o non ha successo dopo un giorno è già passata le storie pensate ad esempio le storie di instagram durano 24 ore i reel di tiktok o compagnia bella durano pochissimo I post su Facebook, se siete un po' all'antico, su Twitter durano poche ore. Tutto deve essere immediato. I like, i follower sono qualcosa di remunerativo ovviamente, perché ti dà soddisfazione, ti dà felicità, ti dà gioia, ma te la dà subito o subito niente. Mentre tutti quegli impegni a lungo termine, la scuola ad esempio, l'università ad esempio, il lavoro, quando lavoro lungo, che stai lavorando oggi per avere risultati tra qualche anno, la politica anche.
Tutto ciò che è a lungo termine viene messo da parte. Vi ho citato la politica non a caso. Fateci caso in Italia, ma questo vale per tutti i paesi occidentali.
Noi ci lamentiamo spesso di come i politici di oggi siano diversi da quelli di una volta, con tutto il male che si può dire di quelli di una volta. Perché? Perché non guardano a lungo periodo, ma guardano all'oggi, stanno tutti sui social network, anche i politici, e commentano ogni giorno un fatto, un fatterello di cronaca.
perché vogliono gratificazione immediata, perché il consenso lo costruiscono non sui risultati che ottengono da qui a due anni, da qui a cinque anni, da qui a dieci anni, ma sui risultati della polemica del giorno. Viviamo in un eterno presente perché viviamo sempre in preda di polemiche del giorno e nessuno sembra più pensare, o pochi, nessuno forse troppo, ma pochi sembrano pensare alla prospettiva futura, a come sarà l'Italia tra dieci anni, a come sarà l'Italia tra vent'anni, cosa dobbiamo fare oggi per cambiare l'Italia tra dieci anni. È chiaro che l'Italia non si cambia dall'oggi a domani, tutti i paesi si costruiscono tassello dopo tassello, e però se si ha un obiettivo da qui a dieci anni si inizia, no?
E se non si inizia è perché si vada solo all'oggi e non alla prospettiva di lungo periodo. Ecco, secondo Bauman questo è tipico della modernità liquida, il ripiegarsi sull'individuo, ma ripiegarsi anche sull'oggi, su questo presente eterno, sull'immediato, sull'immediatezza, sulla... felicità istantanea rimandando forse non più badando a quella invece felicità duratura che poteva emergere più facilmente in una modernità solida ecco questo oggi per darvi una prima panoramica su cosa intende bauman quando parla di modernità liquida sotto diversi aspetti in realtà non ho detto ancora tutto vi ripeto voglio fare un secondo video dove riprenderò alcuni di questi temi che qua ho accennato, ho sfiorato e parleremo soprattutto di globalizzazione del secondo video e di mercato consumatori, prodotti anche personal branding come va di moda oggi chiamarlo e vedremo cosa dice Bauman su questi aspetti sempre comunque collegandosi a quello che abbiamo detto oggi però visto anche il minutaggio per oggi direi che possiamo terminare qui vi ricordo come sempre che in descrizione trovate i titoli che sono comparsi qui per dividere il video in parti trovate anche i modi per rimanere in contatto col canale e qualche consiglio di lettura, vi metto anche qualche opera di Bauman che se avete voglia potete recuperare e leggere per ampliare come sempre il discorso. In più sempre in descrizione trovate anche i modi per rimanere in contatto col canale, anche per seguirlo con costanza, c'è ad esempio la newsletter che consiglio caldamente, è una mail che mi hanno una volta a settimana, è completamente gratis, vi parlo dei video, vi parlo di podcast che ho fatto, vi parlo anche di iniziative, a volte anche dal vivo che facciamo.
e infine in descrizione trovate anche i modi per sostenere questo progetto e sono tante modalità tra cui consiglio in particolare l'abbonamento al canale perché è un modo per ottenere in cambio di pochi euro al mese qualche vantaggio esclusivo ma poi vi ricordo anche che uno dei modi più efficaci è anche comprare questo libro qui Si intitola Anche se anche qualche dubbio ce l'aveva, Cairo Editore, il mio ultimo libro in libreria, formato cartaceo, formato digitale, librerie fisiche nelle varie città oppure anche quelle online. Un libro che parla tra l'altro di temi molto simili a quelli di cui parla Bauman, con un taglio anche un po' diverso, però insomma i temi sono quelli dell'attualità della società in cui viviamo e anche delle difficoltà che questa società ci propone, anche delle ansie che la società ci propone e però in più che affrontarlo con Bauman queste ansie qui le affrontiamo con i filosofi in particolare con i filosofi della scuola scettica tenendo questa scuola in modo piuttosto ampio parliamo di Socrate parliamo di Hume parliamo di Montaigne parliamo di Popper parliamo di Guglielmo di Ockham e altri ancora Voltaire e così via e sperando ritrarre da questi filosofi qualche insegnamento e soprattutto qualche strumento utile per affrontare le sfide della modernità anche di questa modernità liquida quindi Provate a dargli una possibilità, leggetelo, compratelo, regalatelo. Se avete qualche amico che può essere curioso, appassionato in filosofia, è un libro in realtà introduttivo, cioè non bisogna avere nessuna laurea particolare per leggerlo.
Sta piacendo sia a chi è specialista di filosofia, sia mi dicono anche a chi magari non l'ha mai studiata, ma si può avvicinare alla materia anche in questo modo. Basta detto tutto, ci vediamo presto per il secondo video su Zygmunt Bauman e poi per tanti altri video di storia, filosofia ed educazione civica. Ciao ciao!