Vittorio Alfieri. Vittorio Alfieri nasce nel 1749 all'interno di una nobile famiglia astigiana e durante la giovinezza viaggia in tutta Europa, come è consueto per l'aristocrazia dell'epoca, apprezzando, a confronto con i regimi assolutistici, il misurato sistema parlamentare inglese. Appassionato lettore degli illuministi, è il francese la lingua che sceglie per le prime prove letterarie, prima di scoprire la propria vocazione per la scrittura tragica.
Vissuta come una fulminante conversione che aggiunge all'esistenza un significato e uno scopo, questa innesca la decisione di liberarsi dagli obblighi verso il regno di Sardegna e dedicarsi totalmente allo studio dei classici italiani per affinare gli strumenti linguistici e così spiemontesizzarsi. Oltre che da grande determinazione, la vita di Alfieri è caratterizzata da grandi passioni, come quella che lo lega alla contessa Luisa Stolberg d'Albani, insieme alla quale si trasferisce nel 1787 in una Parigi che si avvia alla rivoluzione. Quando gli eventi degenerano nel regime del terrore, Alfieri torna a Firenze, dove si dedica alla scrittura di una significativa autobiografia.
La morte lo coglie nella città toscana nel 1803 e un monumento funebre, scolpito da Canova, viene collocato nella Basilica di Santa Croce. Mossa da un'erequietezza, sia politica sia interiore, la biografia di Alfieri rispecchia gli ideali contenuti nelle sue opere, lontani da qualsiasi etichetta precostituita. All'insofferenza nei confronti del provincialismo, Si associa infatti l'avversione per le corti e, in generale, per le gerarchie, e all'affermazione della soggettività contro una realtà esterna ostile e schiacciante, un pessimismo che non lascia alcuna speranza agli sforzi rivoluzionari dell'eroe solitario.
La tragedia consente all'autore di rappresentare, attraverso personaggi dalle vibranti passioni e dalla straordinaria statura morale, l'intensità della lotta tra individuo e potere. destinata al fallimento. La maggior parte delle trame è infatti basata sulla contrapposizione tra un tiranno e un antitiranno, a volte compresente all'interno di un'unica figura, come aspetti conflittuali di un'interiorità complessa.
Anche le altre opere alfieriane testimoniano di una personalità tormentata, in perenne scontro con il suo tempo, che si concentrino su una soggettività appassionata. in oscillazione tra slanci eroici e cadute malinconiche, come le rime o la vita, o che ambiscano ad un'argomentazione lucida su temi come la tirannide o il rapporto tra la politica e la letteratura, come i trattati. Con uno stile ricercato, modellato sul mito del toscano letterario, il piemontese francofono conquista un italiano elevato, in cui le ascendenze classiche e arcaiche Convivono con una sintassi semplice e un lessico molto denso e ricco di neologismi.