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La divisione dell'Impero Romano

Con la morte dell'imperatore Teodosio nel 395, l'impero romano si divise in due. Si ebbero così l'impero romano d'Oriente e l'impero romano d'Occidente. L'impero d'Oriente durò ancora a lungo. Il suo territorio era ricco e si mantennero vitali sia le città sia i commerci. Inoltre era più facilmente difendibile dagli attacchi esterni e il potere centrale dell'imperatore rimase forte, garantendo maggiore stabilità politica. L'impero d'Occidente, invece, viveva una grave crisi economica e una forte instabilità politica. Inoltre, subiva sempre più frequenti attacchi ai confini da parte delle tribù barbariche, che lo rendevano debole e vulnerabile. Intorno al 370 gli Unni, un insieme di tribù di origine mongola, varcarono gli Urali e spinsero le tribù barbariche oltre i confini dell'impero. Questo non riuscì a difendersi e tra il 404 e il 410 ci furono le cosiddette grandi invasioni barbariche. I romani chiamavano barbari tutte le popolazioni che erano al di là dei fiumi Reno e Danubio e comprendevano una grande varietà di popolazioni diverse tra loro, come gli Angli, i Sassoni, i Franchi, Svevi, Alamari... burgundi, vandali, visigoti e ostrogoti. Queste tribù che si dedicavano alla caccia e all'allevamento erano seminomadi e spesso saccheggiavano e razziavano città e villaggi. Nel V secolo, gran parte dei territori dell'Impero Romano d'Occidente venne occupato dalle tribù barbariche. Infine, nel 476, il generale romano di origine barbarica Odoacre depose l'imperatore Romolo Augustolo. Questo evento segnò la fine dell'Impero Romano d'Occidente.