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Tipi e Fattori della Resistenza Sportiva

In questa video lezione parleremo della resistenza che troviamo tra le capacità condizionali insieme a forza, velocità e flessibilità. Proviamo a dare una definizione di resistenza, una tra le tante definizioni date dai vari studiosi. Harr ha definito la resistenza come la capacità dell'organismo umano di resistere alla stanchezza in esercitazioni sportive. di lunga durata. Quindi sono due i fattori che determinano una capacità di resistenza, cioè l'insorgere della stanchezza, della fatica, in un esercizio che è caratterizzato da una lunga durata rispetto ad altri. La resistenza, inoltre, può essere classificata in base ai diversi fattori. Uno può essere quello dei muscoli coinvolti, oppure in base ai meccanismi energetici. attivati, oppure in funzione della durata potremmo avere diversi tipi di resistenza. In funzione dei muscoli coinvolti potremmo parlare di una resistenza generale, quando c'è un coinvolgimento dell'apparato cardiorespiratorio e di gran parte della massa muscolare, pensiamo a sport come il canottaggio. dove sia gli arti superiori che inferiori che il tronco non vengono impegnati nel gesto sportivo. Oppure possiamo parlare di una resistenza locale quando vi è il coinvolgimento solo di una limitata parte della muscolatura. Questa immagine ci richiama Saltelli con la funicella. A seconda dei meccanismi energetici attivati potremmo parlare di resistenza aerobica, nel caso di un esercizio di lunga durata o lunghissima durata, dove la contrazione muscolare e quindi il movimento può avvenire grazie all'utilizzo dei substrati glucidi e grassi o acidi grassi in presenza di ossigeno. Oppure potremmo parlare di una resistenza anaerobica lattacida in esercizi di di media durata, dove il substrato utilizzato per la contrazione muscolare e quindi per il movimento sono le molecole di glucosio attraverso la loro demolizione, cioè la glicolisi. Per questi argomenti vi rimando a una lezione sulle fonti energetiche e metaboliche della contrazione muscolare. In funzione della durata dell'esercizio invece, parleremo di resistenza di lunga, media o breve durata. Di lunga durata quando l'esercizio dura ore, come negli sport ciclici. cosiddetti, il nuoto, la corsa, il ciclismo e parleremo di un esercizio prettamente aerobico. Nella resistenza di media durata, l'esercizio dura dai 2 agli 8 minuti e avremo un impegno di tipo aerobico o anche anaerobico, come alcune distanze del moto per esempio. La resistenza di breve durata la troviamo in quegli esercizi fino ai due secondi e l'impegno metabolico è sicuramente di tipo anaerobico, come in una corsa di 400 metri, un giro di pista di atletica. Quali sono i fattori che determinano determinano la prestazione di resistenza, cioè da cosa dipende una prestazione di resistenza e quindi, conoscendo i fattori, l'allenamento deve essere mirato al loro sviluppo. Ne identificiamo tre, i fattori fisiologici, i fattori tecnici e i fattori psicologici. I fattori fisiologici possono essere identificati tra quelli centrali e quelli periferici. Ma vediamo le componenti centrali. Sono quelle legate alla capacità di trasportare l'ossigeno dai polmoni ai muscoli, mentre quelle periferiche, le componenti periferiche, sono legate alla capacità di distribuzione del sangue ai muscoli. Ricordiamo che il sangue trasporta l'ossigeno. trasporta le fonti energetiche, il glucosio e acidi grassi ai muscoli. Ma vediamole in maniera un po'più dettagliata. Le componenti centrali cosiddette sono legate all'efficienza dell'apparato cardiocircolatorio, in modo particolare alla gittata cardiaca e all'apparato respiratorio. Vi ricordo che la gittata cardiaca è il prodotto tra la frequenza cardiaca e l'efflusso sistolico. cioè la gittata sistolica. Gittata cardiaca è la quantità di sangue che viene immessa nell'albero circolatorio dal cuore. E'bene che l'aumento della gittata cardiaca conseguente all'esercizio fisico sia dato più da un aumento del flusso sistolico che della frequenza cardiaca, ma per questi fattori vi rimando ad uno studio più approfondito. della lezione sull'apparato cardiocircolatorio. Importante sarà anche la quantità di ossigeno che viene trasportata dal sangue e questo dipende dal numero di globuli rossi e quindi di emoglobina. Altro fattore determinante le componenti centrali di una prestazione di resistenza è dato dal contenuto di fonti energetiche nel sangue, e c'è i glucidi, le molecole di glucosio e acidi grassi. ma direi che abbiamo tante riserve di queste fonti energetiche che difficilmente si verificherà una carenza di queste risorse tale che possono limitare una prestazione di resistenza. Prendiamo in esame ora le componenti periferiche della resistenza. Ma le prime possiamo identificarle nel tipo di fibre. Voi sapete che abbiamo sostanzialmente due tipi di fibre. ve ne sono anche più di due tipi ma parliamo di fibre di tipo 1 e fibre di tipo 2 le prime sono cosiddette rosse le seconde sono dette bianche con diverse caratteristiche che sono qui elencate Le fibre lente hanno un metabolismo prevalentemente aerobico, quelle legate alla resistenza appunto, hanno un alto numero di mitocondri e un valore di mioglobina molto più alto rispetto alle fibre veloci. come hanno anche una elevata densità capillare, lo vedremo dopo a proposito della vascolarizzazione. I substrati energetici utilizzati sono i glucidi, i lipidi, mentre le fibre bianche, le fibre veloci, usano solo i glucidi perché hanno un metabolismo di 1,5% di glucidi. anaerobico. I metaboliti fondamentali sono l'acqua e l'anidride carbonica, mentre quelli veloci producono acido lattico. Il tempo di contrazione è lento. per le fibre di tipo 1, mentre molto rapido per quelle veloci, le fibre bianche, cioè reagiscono alla stimolazione nervosa molto lentamente quelle rosse rispetto a quelle bianche. La forza di contrazione è medio-alta, invece è massimale, hanno una elevatissima potenza le fibre bianche, però si stancano di meno quelle rosse rispetto a quelle veloci. Troviamo un'alta percentuale di fibre rosse negli atleti che praticano sport di resistenza, mentre nei velocisti ad esempio troviamo un'alta percentuale di fibre bianche di tipo 2. La caratteristica di queste fibre è determinata essenzialmente da fattori genetici, anche se l'allenamento può influire sulla loro caratteristica. Un altro elemento periferico è legato alla vascolarizzazione. Vedete in questa immagine i capillari che avvolgono le fibre muscolari. Sappiamo che sono i capillari che trasportano l'ossigeno e le sostanze energetiche utilizzate dai muscoli per contrarsi. Quindi più fitta sarà questa rete di capillari e con più facilità le fibre muscolari saranno ossigenate ed alimentate dal punto di vista energetico. e quindi metabolico. Ma ciò non basta perché poi l'ossigeno che viene trasportato dai capillari alle fibre muscolari deve essere utilizzato e questo dipende dal numero dei mitocondri e da alcuni fattori legati all'attività enzimatica. Il terzo fattore della resistenza riguarda l'elemento tecnico, cioè della tecnica esecutiva del gesto. Vediamo che una corretta automatizzazione del movimento lo rende sicuramente più efficace. più economico. E a proposito di automatizzazione vi rimando alle lezioni sulle capacità coordinative, ma è facile intuire come un gesto automatico è un gesto molto più coordinato, molto più fluido, molto più efficace e quindi molto più economico. Un movimento automatizzato sicuramente non sprecherà delle energie nell'esecuzione del gesto, in considerazione del fatto che nell'attività di resistenza il gesto viene ripetuto per molto tempo, quindi capite i vantaggi che possono derivarne da una corretta tecnica esecutiva, completamente padroneggiata dall'atleta. Introduciamo ora i fattori psicologici della resistenza. Sicuramente uno è legato all'interesse per l'attività che si sta svolgendo, un altro è legato alle capacità volitive e alla motivazione in modo particolare. Un altro elemento possiamo individuarlo nella corretta distribuzione dello sforzo, tenendo presente che un esercizio di resistenza è spesso un esercizio di lunga durata. Come pure gli stimoli esterni, e cioè l'ambiente dove si svolge l'esercizio, se ci sono degli incoraggiamenti, la presenza del pubblico o meno, è un altro fattore psicologico che in qualche modo può determinare la prestazione di resistenza. Ma tra questi direi che quello più importante è la cosiddetta resistenza. Motivazione. Salvini ha definito la motivazione come un agente fisiologico, che è una componente emotiva, cognitiva e quindi intellettiva, e che organizza il comportamento umano verso uno scopo. Ma quando pensiamo a questa definizione, rimaniamo sempre nel campo delle attività sportive, della resistenza in particolare, e quindi alcune motivazioni quali potrebbero essere? Quelle legate al successo. il bisogno di affermare il sé, la propria persona, una motivazione legata all'affiliazione, essere parte di un gruppo, far parte di un gruppo, a livello giovanile, in età giovanile, è un elemento fondamentale, una motivazione di carattere estetico, sarà legata alla possibilità di apprendere delle abilità motorie, quindi di imparare nuovi sport. Bene, qui termina il capitolo dedicato ai fattori della resistenza. Nella seconda parte della video-lezione parleremo dell'attitudine che si può avere verso l'esporto di resistenza. Per ora è tutto.