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Rivoluzione Francese: storia e impatti

La rivoluzione francese, evento che pose fine alla monarchia e istituì la repubblica in Francia. Un periodo assunto come lo spartiacque temporale tra l'età moderna e l'età contemporanea, difficile sottovalutare la sua importanza, ma come molte altre rivoluzioni prima e dopo di essa, alla fine le persone scambiarono un regime autoritario per un altro altrettanto dispotico. Tuttavia anche se la rivolta viene spesso considerata un disastro, le sue idee hanno cambiato la storia dell'umanità, molto più di qualunque altra rivoluzione. Prima di parlare della rivoluzione in sé, cerchiamo di capire meglio la situazione in cui si trovava la Francia all'epoca.

Siamo nel 1788. Questa era una monarchia assoluta, il che significa che il re concentrava tra le proprie mani tutti i poteri, esecutivo, legislativo e giudiziario. Deteneva la suprema autorità giudiziaria del paese e poteva addirittura condannare qualcuno senza processo. Il re era inoltre un sovrano per diritto divino, godeva in sostanza di un'autorità legittimatagli direttamente ad addio. Il re in quel periodo era Luigi XVI, questo era sposato con Maria Antonietta.

arciduchessa d'Austria data in sposa al giovane re per sigillare l'alleanza tra l'Austria e la Francia. A quel tempo infatti i matrimoni combinati erano uno dei pochi metodi per mantenere la pace tra i vari paesi. I due vivevano in un grandioso palazzo nella città di Versailles, a 20 chilometri da Parigi.

Il castello venne costruito dal nonno di Luigi XVI per allontanarsi dalla capitale e dai suoi cittadini, temuti e considerati difficili da tenere sotto controllo. La Francia era il più ricco ed il più popoloso stato dell'Europa. Cosa poteva mai andare storto?

Molte cose. Bisogna capire che la società francese era suddivisa in tre classi, a cui appartenevi sin dalla nascita. La nobiltà, il clero ed il terzo stato.

Quest'ultimo rappresentava il 98% della popolazione. E indovinate chi tra queste tre classi era esente dal pagare le tasse? Esatto, i primi due.

E come se non bastasse, la chiesa possedeva circa il 10% delle terre e riscuoteva le proprie tasse. I nobili possedevano il 25% delle terre e a loro volta riscuotevano quote dai contadini. Questi ultimi invece stavano morendo di fame, anche grazie al fatto che le grandinate rovinarono il raccolto di un anno, il che fece aumentare a dismisura i prezzi per i prodotti alimentari.

Ma fu soprattutto la gravissima crisi finanziaria a far traboccare il vaso. Il fatto è che la Francia, a cerrima nemica della Gran Bretagna, appoggiò gli indipendentisti americani nella guerra di indipendenza americana. Si calcola che la corona francese spese più di 2 miliardi di lire, abbastanza da nutrire 7 milioni di affamati per un anno. Le enormi spese non avevano reso alcun vantaggio al paese, tranne che aumentare il gigantesco debito pubblico.

Questo continuò a salire anche a causa degli sprechi, dei privilegi e delle esenzioni di cui godeva la nobiltà, e in particolare Maria Antonietta, la moglie del re, soprannominata Madame Deficit. Questa nomadava a spese. amante del gioco d'azzardo, inventava mode sempre più stravaganti come si può osservare anche da queste mostruose acconciature.

Quindi ricapitolando, i contadini erano affamati, i nobili e la chiesa non pagavano le tasse ed i reali spendevano soldi in guerre e gioielli non facendo altro che aumentare l'enorme debito pubblico. La Francia era in piena crisi. In risposta a questa crisi Luigi XVI fu costretto a convocare gli stati generali. E chi sarebbero questi stati generali?

In sostanza era un'assemblea. una specie di parlamento, il quale però si riuniva solo quando lo diceva il re, aveva poteri decisionali nulli ed il suo unico scopo era quello di dare consigli al monarco su determinate questioni. Tuttavia per quanto imperfetto e impotente com'era, gli stati generali erano l'unico organo rappresentativo nazionale della Francia e l'unico posto dove le persone potevano riunirsi e sfidare direttamente il potere monarchico.

Gli stati generali erano composti dai rappresentanti della prima classe, i nobili, della seconda classe, il clero e della terza classe e tutti gli altri. Ogni classe si riuniva in una camera separata dagli altri due, discuteva su una legge ed emetteva un voto per camera. Ricordo che la terza classe rappresentava 26 milioni di persone, il 98% della popolazione, ed aveva però lo stesso peso delle altre due, che rappresentavano solo il 2% dei francesi.

Il più delle volte il Terzo Stato era svantaggiato perché in qualche modo gli interessi dei nobili e del clero coincidevano. Era sufficiente che questi emettessero due vote a favore per ottenere la maggioranza. Per questo motivo, per esempio, il Terzo Stato non riusciva mai a passare di forme che potessero tassare le prime due classi. I rappresentanti della Terza Classe, stufi di questa ingiustizia, decisero di creare una nuova assemblea, l'Assemblea Nazionale, che avrebbe avuto anche dei poteri maggiori rispetto agli stati generali.

Ovviamente questo non piaccò al re Luigi XVI, il quale sviluppò un geniale piano per fermare l'assemblea. Quando la nuova assemblea nazionale lasciò la camera per fare una pausa, il re chiuse a chiave la porta, impedendo loro di poter entrare. Il re a quanto pare non sapeva che in tutta la Francia ci potessero essere altre sale aperte.

I rappresentanti della terza classe, ovviamente, si riunirono in un'altra sala poco lontana, dove giurarono di non arrendersi fino a quando la Francia non avrebbe avuto una costituzione. Le iniziative dell'assemblea nazionale per l'adozione di un programma di riforme erano sostenute dalla maggior parte della popolazione. Furiosa per l'ingiustizia e la povertà. Il 14 luglio il popolo di Parigi ha assolto la Fortezza della Bastiglia, una prigione piena d'armi e simbolo della pressione assolutista.

Nelle campagne i contadini assiediarono i castelli bruciando i titoli signorili, quei documenti che stabilivano la dominazione economica e sociale dei loro proprietari. Ma la mossa davvero radicale avvenne il 4 agosto, quando l'Assemblea Nazionale abolì i diritti feudali, le decime, i privilegi per i nobili e la disparità fiscale. Nello stesso mese l'assemblea approvò la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. Un documento che proteggeva la proprietà, garantiva il processo con giuria e la libertà di parola.

L'articolo 1 diceva, gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. E questo includiva anche la libertà di religione. E'difficile sopravvalutare quanto radicale fosse questo cambiamento, in una Francia in cui pochi anni prima il re veniva considerato il rappresentante di Dio sulla terra. e pochi mesi prima il cattolicesimo era la religione ufficiale del regno. La dichiarazione dei diritti dell'uomo affermava inoltre che il potere del monarca fluiva non da una divinità ma dalla nazione.

Nel frattempo a Versailles Luigi XVI era ancora il re della Francia ed abitava comunque nel suo lussuosissimo palazzo. Un giorno tuttavia nell'ottobre ottobre del 1789 iniziò a circolare voce che Maria Antonietta stesse accumulando grano da qualche parte all'interno del palazzo e in quella che divenne nota come la marcia delle donne su Versailles un gruppo di contadine armate presero dal salto il palazzo e insistettero che Luigi e Maria Antonietta si trasferissero da Versailles a Parigi dove potessero essere monitorati dalle persone Ovviamente il re e sua moglie non potessero rifiutare, anche perché la maggior parte delle guardie vennero uccise. Trasferitosi a Parigi, il re divenne di fatto un prigioniero del proprio popolo.

Per quanto riguarda la chiesa, invece, nel 1790 venne adottata la Costituzione Civile del Clero, grazie alla quale vennero confiscate quasi tutte le proprietà della chiesa francese. Il re a sua volta non voleva rinunciare al proprio potere. quindi cercò di scappare verso l'Austria sapendo che l'unica salvezza poteva essere solo l'intervento di un altro esercito.

Tuttavia il re venne fermato ad un posto di blocco e fu costretto a ritornare a Parigi. Nel frattempo scopiò la guerra tra il governo rivoluzionario della Francia ed i governi monarchici dell'Austria e della Prussia che erano intenzionati a reprimere la rivoluzione e riportare i reali in pieno controllo. Questi avevano anche paura che le idee rivoluzionarie potessero divagarsi anche tra i loro regni.

A Parigi invece stava prendendo forma la Repubblica e così anche i partiti politici. Questi si sistemarono nella sala delle assemblee in modo che i repubblicani, che volevano che la Francia diventasse una vera repubblica senza alcun re, sedevano a sinistra, mentre i monarchici, i quali volevano una monarchia costituzionale, sedevano a destra. Il Club Giacobino, il partito politico più influente, faceva parte dei repubblicani. Grazie ai Giacobini l'assemblea votò la sospensione della monarchia, si ebbero delle nuove elezioni in cui tutti potevano votare, affinché fossero uomini, e venne creata una nuova costituzione repubblicana. Presto si decise di sottoporre a processo Luigi XVI, che fu condannato a morte con 387 voti favorevoli e 334 contrari.

Un nuovo strumento di esecuzione, chiamatolo ghigliottina, attuò quello che presto sarebbe diventato un bagno di sangue contro molti presunti nemici del popolo. Poiché uccideva in modo così rapido e presumibilmente indolore, la ghigliottina era considerata una forma illuminata di esecuzione. Con la morte del re inizia un nuovo periodo per la Francia, il terrore. Infatti se puoi uccidere il re, puoi praticamente uccidere chiunque.

Ed è proprio quello che ha fatto il nuovo governo francese sotto la guida di Maximilien Robespierre. leader dei giacobini. Durante il regime del terrore furono ghigliottinati più di 40.000 nemici della rivoluzione, tra cui Maria Antonietta, la moglie del re. I giacobini trasformarono anche la cultura, i festival celebrarono le virtù patriotiche, le chiese vennero trasformate in templi della ragione e venne persino creato un nuovo calendario.

Questo rinominò tutti i mesi, con i giorni che avevano 10 ore, ogni ora aveva 100 minuti ed ogni minuto 100 secondi. Si diceva che spie e traditori si stessero nascondendo dappertutto, specialmente dove si riunivano le donne. Le donne in pubblico erano viste in un'esplosione.

come delle minacce della rivoluzione. Intanto le truppe francesi impegnate al fronte riuscirono a conseguire importanti vittorie, anche grazie a un giovane comandante di nome Napoleone Bonaparte. Questi successi militari accrescono il prestigio di Robespierre. Per un certo periodo di tempo il terrore fu il mezzo che consentì di tenere unito il paese e proteggerlo sia dal pericolo esterno, costituito dagli eserciti stranieri che premevano contro tutti i confini, sia dai nemici interni rappresentati dai movimenti politici moderati che osteggiavano il governo rivoluzionario.

Robespierre era convinto che per vincere la corruzione e trasformare gli uomini in cittadini e esemplari fosse necessario utilizzare l'arma della paura. Ma non tutto. Tutti la pensavano così, sempre più persone tra le quali Jacques Danton credevano che la rivoluzione si stesse incanalando nella direzione sbagliata e ritenevano che fosse giunto il momento di porre fine al regime di terrore introdotto dai giocobini e di adottare misure di sicurezza meno drastiche. Per attuare le sue idee, Danton diede vita al movimento politico degli indulgenti, subito vista da Robespierre come una nuova minaccia al governo rivoluzionario.

Danton e parte degli indulgenti vennero quindi condannati a morte. Da questo momento il terrorismo subisce una brusca accelerazione, a inizio il periodo del grande terrore. Nell'arco di tempo di un mese e mezzo, solo a Parigi, si contarono 1376 esecuzioni capitali, più che nei 12 mesi precedenti. Ormai Robespierre era visto come un dittatore. Le opposizioni di destra e di sinistra, temendo di essere i prossimi a venire giustiziati, fecero un'alleanza.

In questo modo gli oppositori dei Giacobini riuscirono a raccogliere abbastanza voti da dichiarare Robespierre fuori legge. e condannarlo a morte. Il 27 luglio del 1794 la lama della ghigliottina fa cadere la sua testa e l'ondata di terrore che ha sconvolto la Francia venne finalmente arginata. La nuova fase che si apre con la condanna a morte di Robespierre è contrassegnata dal graduale smantellamento del governo rivoluzionario. Inizia così un periodo di incertezza in cui la Francia si vede paralizzata dalla paura che l'assolutismo monarchico tanto faticosamente debellato possa tornare ad affermarsi.

Dopo 5 anni di stagnazione politica, questi timori si riveleranno fondati, quando il potere finirà per concentrarsi nuovamente nelle mani di un solo uomo, Napoleone Bonaparte, con il quale finisce anche la rivoluzione francese. E'facile quindi concludere che la rivoluzione francese non fu poi così rivoluzionaria. Voglio dire, Napoleone era sostanzialmente un imperatore, e in certi versi aveva più poteri persino di Luigi XVI. e quando Napoleone venne mandato in esilio la Francia restaurò la monarchia e fatta eccezione per un periodo di 4 anni tra il 1815 e il 1870 la Francia ebbe un re. Questo è indubbiamente vero, tuttavia uno dei cambiamenti più importanti introdotti dalla rivoluzione francese fu l'acquisizione della consapevolezza da parte delle masse popolari di poter influire sulla determinazione dell'indirizzo politico.

Il fatto che i sudditi della monarchia più antica, più affermata e più prestigiosa d'Europa fossero riusciti a riscrivere la storia fu un fenomeno che ebbe una risonanza vastissima in tutto il mondo. La rivoluzione francese ha saputo imprimere al processo di modernizzazione del mondo occidentale un marchio indelebile.