Benvenuti. In questa lezione parleremo della nascita e della fine del sistema di Bretton Woods. Siamo nel 1944, la guerra sta per finire, gli alleati vogliono fare ripartire l'economia mondiale e per la prima volta nella storia questa decisione viene presa all'interno di una conferenza internazionale. Quindi viene convocata una conferenza a Bretton Woods nel New Hampshire, nell'hotel che vedete lì in alto. dal 1 al 22 luglio del 1944. E in questa occasione si creeranno anche le grandi istituzioni del diritto internazionale, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, qui a Bretton Woods, e invece l'ONU parallelamente.
Ma perché l'idea è che ci sia un nuovo ordine multilaterale che possa essere creato attraverso il consenso di tutti e non con l'imposizione e la forza. A Bretton Woods arrivano due proposte, quella inglese e quella americana. Quella americana è di Harry Dexter White, quella inglese è di John Maynard Keynes. Entrambi ci lavorano da tempo perché già nel 1941 bisogna rispondere alla provocazione che nasce dal progetto monetario che Hitler vuole imporre nell'Europa conquistata.
Sono progetti anche molto diversi ma che hanno anche punti in comune. Innanzitutto l'idea è che ci debba essere una moneta internazionale diversa da ogni moneta nazionale. Per White si chiamerà Unitas e sarà legata all'oro, Keynes la chiamerà Bancor, che è una pura moneta di conto che non dovrebbe avere nessun rapporto. Entrambi i progetti propongono istituzioni che favoriscano il riassorbimento degli squilibri commerciali, cioè gli squilibri di bilancia dei pagamenti.
nel caso di White, il Fondo Monetario Internazionale, nel caso di Keynes la International Clearing Union, ICU. Entrambi soprattutto impongono forti restrizioni ai movimenti di capitale di portafoglio, cioè i movimenti di capitale che caratterizzano invece i mercati finanziari globalizzati che noi conosciamo. Infatti appunto i movimenti di portafoglio sono flussi di capitale a breve termine.
che sono destinati a finanziare gli squilibri delle bilancie commerciali. Ma se le bilancie commerciali tendono ad essere in equilibrio, questi flussi sono sempre meno necessari, perché non ci sono deficit da finanziare, ma non ci sono neanche surplus da reinvestire. In entrambi i progetti, questo è l'altro aspetto interessante, non è previsto un ruolo privilegiato per gli Stati Uniti, che però al momento, nel 1944, detengono la stragrande maggioranza, quasi il 90% di tutti i soldi.
tutte le riserve auree mondiali. Ma la soluzione è una soluzione a sorpresa, perché nessuno dei due piani viene adottato e soprattutto non viene istituita nessuna moneta internazionale, perché il perno del sistema è il dollaro. Certo, un dollaro convertibile in oro, che fa parlare appunto di un gold dollar standard, si decide tutto negli ultimi giorni e si capisce anche perché questa sia la decisione.
Il dollaro è la moneta nazionale degli Stati Uniti ed è anche moneta internazionale, ma è l'unica moneta convertibile in oro a un tasso di cambio predeterminato, a 35 dollari per oncia d'oro. Le altre monete invece sono legate al dollaro da un tasso di cambio che certo è fissato, ma che può essere anche modificato per tener conto delle differenti condizioni e degli squilibri strutturali della bilancia dei pagamenti. Quindi possono essere svalutate in caso...
di un deficit permanente e rivalutate nel caso di surplus permanenti, per ristabilire le condizioni di competitività sui mercati internazionali. Quindi, esattamente come il gold standard ottocentesco, il sistema è basato sia sull'oro, sia su una moneta nazionale convertibile in oro e sulla cui convertibilità vi è fiducia, evidentemente, questo è il punto centrale. Ma che cosa significa questo?
Che sulla base di questo sistema gli Stati Uniti possono pagare i loro debiti internazionali emettendo la loro moneta nazionale. Ed è una cosa che possono fare evidentemente solo loro. Questa è una situazione di privilegio che portò nel 1964 Valéry Giscard d'Estaing, che poi diventerà presidente francese ma che allora era ministro delle finanze, a definire quello americano un privilegio esorbitante. Perché appunto in quanto moneta internazionale è convertibile in oro, il dollaro può essere utilizzato come valuta di riserva da tutte le banche centrali e quindi diciamo consente agli Stati Uniti di indebitarsi oltremisura.
E questo è chiaramente il privilegio. E questo è anche il vantaggio per l'intero sistema. La moneta internazionale circola ed esiste solo se gli USA sono debitori internazionali. Ma questo è appunto l'onere.
I dollari convertibili possono circolare fuori dagli Stati Uniti solo, e quindi funzionare anche come moneta di pagamento e di riserva, solo se c'è un deficit commerciale degli USA, ma anche se ci sono, agli occhi degli altri, sufficienti riserve auree per rendere credibile l'eventuale conversione del dollaro in oro. Ci sono due fasi nella storia di Bretton Woods. Il dollar shortage.
o il dollar gap, come si dice anche, e il dollar glut, cioè una mancanza e una sovrabbondanza di dollari. Fino al 1958 la bilancia commerciale degli Stati Uniti è inattivo perché gli Stati Uniti sono una potenza economica dominante e l'Europa non si è ancora ripresa. E quindi che cosa succede? Che non si riescono a fissare i tassi di cambio perché continuamente le monete europee si svalutano rispetto al dollaro. E il sistema di Bretton Woods di fatto non parte.
È stato deliberato, ma non ci sono ancora i tassi di cambio fissi. Siccome i dollari non circolano, bisogna mandarli e arrivano in Europa di fatto con il piano Marshall, che è un piano di doni di fatto, dal 1948 al 1952. Ma poi vengono fatti circolare fra gli Stati europei grazie all'Unione Europea dei Pagamenti, che dura dal 50 al 58 e che prepara il mercato unico europeo e i trattati di Roma del... 57. Invece dal 58 la bilancia dei pagamenti americana diventa deficitaria e non smetterà mai più di esserlo.
Quindi inizia un'eccedenza di dollari in circolazione fuori dagli USA e questo fa sì che il sistema di Bretton Woods possa partire a pieno regime solo nel 58. Lì si fissano i tassi di cambio nei confronti del dollaro e la presenza degli dollari fuori dagli USA. rende possibile la circolazione della liquidità internazionale. Quindi, per funzionare a pieno regime, il sistema di Bretton Woods ha bisogno di uno squilibrio.
È necessario che gli Stati Uniti abbiano un deficit commerciale, ma questo deficit effettivamente origina un periodo di prosperità e di crescita noto agli storici come i Trenta Gloriosi, che dura appunto dalla fine della guerra fino agli anni Settanta. E gli alleati americani in questo periodo sono protetti da un doppio ombrello, che è sia militare sia finanziario. E quindi gli Stati Uniti possono essere un benevolo egemone che garantisce stabilità all'Occidente grazie anche al privilegio che è accordato alla valuta americana.
E questo è un'arma in più che gli Stati Uniti hanno nei confronti dell'Unione Sovietica durante la Guerra Fredda, perché possono, a differenza dell'Unione Sovietica, possono indebitarsi. se pressoché senza limiti e a costi molto bassi. Perché a costi molto bassi? Perché il deficit USA non dovrebbe rendere difficile mantenere la convertibilità promessa nel 1944?
Pensiamoci, gli USA da una parte si sono impegnati alla conversione dei dollari a un tasso prefissato. Ma finché c'è un uso alternativo del dollaro come moneta internazionale, sia di scambio sia di riserva, la conversione non viene di fatto richiesta. Ma allora perché arriva la crisi?
Esattamente per via del funzionamento di questo sistema. Man mano che si accumula il deficit americano, le riserve auree comunque si affievoliscono. E quindi, nonostante tutta la fiducia che i partner dell'America ripongono nel dollaro, le riserve vengono...
ridotte fino a dimezzarsi rispetto alla fine della guerra. E quindi a quel punto, a metà degli anni 60, pochi anni dopo l'entrata in vigore del sistema, si apre una possibilità di speculazione, cioè la possibilità di scommettere sulla svalutazione del dollaro rispetto all'oro. E in effetti, nella seconda metà degli anni 60, crescono i movimenti speculativi privati, ma anche le richieste di conversione da parte degli stati, in particolare della Francia. Aggiungete a questo la guerra del Vietnam, con un'esplosione delle spese militari e tutto questo evidentemente non può che creare tensioni sul cambio oro-dollaro. E quindi la fine arriva improvvisa il 15 agosto 1971. Richard Nixon.
Va alla televisione e annuncia la sospensione, lui dice temporanea ma che diventerà definitiva, della convertibilità del dollaro in oro. Ma con questa sospensione, temporanea e poi definitiva, due cose accadono. Che l'oro smette di essere moneta, cosa che invece aveva fatto dall'inizio in qualche modo, da quando c'è moneta che l'oro ha una funzione monetaria, l'oro smette di avere una funzione monetaria e diventa semplicemente...
uno dei tanti beni rifugio, e dall'altra parte noi siamo entrati in quello che si chiama il regime della fiat money, cioè di una moneta che non è più garantita dall'oro, ma addirittura dal debito della nazione egemone. Quindi con il Nixon shock, come viene chiamato, con il 71 siamo entrati in quello che un autorevole storico della moneta e della finanza ha chiamato il non sistema post Bretton Woods. E questo non sistema comincia proprio oggi a dare segni di debolezza.