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Energia Geotermica in Toscana

1818, Montecervoli, Toscana. L'ingegnere francese François-Jacques de Larderel sviluppa una tecnica per la raccolta del vapore emesso dalle fratture del sottosuono e crea il primo impianto industriale per l'estrazione dell'acido borico. Un'impresa di successo. De Larderel prende il titolo nobiliare di conte e in suo onore l'abitato sorto intorno al complesso industriale verrà chiamato Larderello. 1904. Il conte Piero Ginori Conti viene nominato direttore generale e inizia a pensare ad un uso diverso del calore sotterraneo. Ha un'intuizione. Utilizzare il vapore del sottosuolo per produrre energia elettrica. 4 luglio 1904. Ginori Conti accende un motore alimentato direttamente dal vapore secco ottenuto da un pozzo scavato nel sottosuolo bollente di Larderello. Il motore, accoppiato a una dinamo, accende 5 lampadine elettriche. Nel mondo è la prima volta che il calore della Terra produce energia elettrica per i sapiens. È così che, grazie agli sforzi e alle intuizioni di questi pionieri, in Italia nasce una fonte di energia pulita e rinnovabile. La geotermia. 1913. All'arderello si costruisce la prima centrale geotermica del mondo, un altro primato tutto italiano. La diffusione della geotermia si basa sulla necessità di dotarsi di fonti di energia pulita e rinnovabile. Apparentemente i territori dove si manifesta il calore della terra sono tutti simili, qui però siamo in Italia, a Sasso Pisano dove c'è un parco oggi musealizzato molto interessante per quello che riguarda le manifestazioni esteriori legate al vulcanismo. antico. Queste pozze che si vedono qua dappertutto, che abbiano l'acqua, l'argilla dentro, oppure che siano secche, sono delle manifestazioni particolari, putizze, le chiamano qui per via dell'odore di idrogeno solforato, quello di uova marce che si sente sempre presso questi luoghi. Quello che ci interessa però qui è la storia di questi posti e anche le caratteristiche fisiche. Bisogna ricordare che da queste parti tutto cambia intorno alla metà del XIX secolo, quando si comincia a produrre per via industriale il boro, che aveva tutta una serie di impieghi, per la verità conosciuti già dal tempo dei Romani e inconsapevolmente utilizzati nelle ceramiche fino al tempo degli Etruschi. Però il boro è un alimento piuttosto elusivo in natura, non lo si trova libero, è sempre combinato con qualche altro alimento. qualche altro elemento è sostanzialmente sotto forma di acido borico, per cui per ricavarlo da queste pozze si costruivano con dei mattoni delle cupole, trasformando queste pozze in lagoni, appunto un elemento caratteristico da questa parte, all'interno dei quali poteva condensare l'acqua e poi ricavarne il boro. La produzione industriale comincia in quel periodo lì, Francesco dell'Arterella, da cui poi prende il nome la cittadina stessa, è l'iniziatore di questo sviluppo industriale di un distretto che fino a quel momento aveva adotto un altro destino, poi arriverà l'energia giotella. termica. A vedere tutti questi fenomeni, particolarmente tipici in Islanda o in altri territori di quel genere, sembra che ci sia sottoterra un'energia incontrollabile, effettivamente è molto potente, però gli uomini a un certo punto hanno cominciato a imbrigliarla e lo hanno fatto per la prima volta proprio qui in Toscana all'Arderello. Come lo hanno fatto? Andando a cercare questi giacimenti come fossero i giacimenti di petrolio sottoterra, la dinamica è più o meno la stessa, ci sono diverse differenze e poi... perforandoli e costruendo dei pozzi che potessero andarli a toccare in profondità. Questa è la testata di un pozzo geotermico, vedete che è sfiata un po'di vapore, fa un piccolo rumore, ma questo è niente rispetto a quello che faremo fra un momento per testimoniare la grande potenza della terra. Questo pozzo arriva a circa 700 metri di profondità, è il serbatoio più superficiale qui all'arderello di vapore sotto pressione, è chiuso da questo sistema di valvole. Fra un momento lo apriremo, sprigionerà un rumore insopportabile a circa 140 decibel. Immaginiamo che sono 105 quelli che si possono sopportare al massimo in un ambiente di discoteca, questo è molto più forte. Qui ci sono 10 tonnellate di vapore per ora, non è nemmeno il pozzo più produttivo. Si è arrivati in certi casi, come in quello del soffionissimo, a oltre 300 tonnellate di vapore per ora. Due bar di pressione, 180 gradi di temperatura. Insomma, sostanzialmente una macchina potente. Adesso cerchiamo di vedere come questo fenomeno possa essere visualizzato, perché da qua non lo vediamo, però bisogna mettersi in sicurezza. Ecco, ci siamo quasi, lo stiamo per fare, stiamo per sentire quella che è la potenza della Terra. Voglio provare a fare come facevamo un tempo, lanciando un cappello sul getto di vapore. Guardate dove va a finire, se riesco a centrarlo però. Vai, farlo partire! Gra Mi sono arrampicato qui su una delle torri di raffreddamento della centrale geotermoelettrica come si chiama Sasso 2, appunto ancora in Toscana nel grande distretto geotermico. Qui ci sono 34 centrali di questo tipo. Questa è una centrale che si chiama Sassu 2, e qui ci sono 34 centrali di questo tipo. una delle più importanti effettivamente. Perché qua? Perché questo è un punto ideale per fare due considerazioni. La prima su qual è il segreto dell'energia geotermica in Toscana, dove batte questo cuore selvaggio e bollente che può liberare gli uomini in parte dalla schiavitù dei combustibili fossi, l'altra è per vedere come funziona l'imbrigliamento del calore della terra, quello che la terra ha prodotto nella sua storia lunghissima per fare appunto energia per i sapiens e lo vedremo successivamente. Prima dedichiamoci al segreto dell'arterello, bisogna immaginare questo luogo sotto i nostri piedi, dunque come uno spaccato verticale, andiamo a vedere che cosa c'è sotto, quali sono gli ingredienti che servono. indispensabilmente per avere lo sfruttamento dell'energia geotermica. Tanto per cominciare in profondità, qui parliamo di oltre 4-5 mila metri di profondità, ci vuole una sorgente di calore. In questo caso è la roccia ancora parzialmente fusa, residuo di antiche attività sub-vulcaniche, cioè di rocce fuse che si sono raffreddate, si stanno ancora raffreddando molto lentamente in profondità. Lo fanno in milioni di anni, però questo calore può essere sfruttato. Adesso vedremo... In Toscana la situazione è piuttosto favorevole perché questa parte che in genere è così sepolta perché è molto antica, qui affiora, non viene fuori alla luce, ma viene più in superficie che altrove. Dunque la Toscana è un posto importante. Poi serve, oltre alla fonte di calore, una roccia-servatoio. Qui appunto parte da intorno ai 4000 metri e arriva fino a 700-800 metri dalla superficie. È un complesso fatto di due diversi servatori, ma noi lo consideriamo per semplicità uno solo. più basso è fatto di una roccia dolomitica e calcarea che è molto antica, oltre 200 milioni di anni dell'età triassica, tutta fratturata, è quella che sta proprio alla base. Sopra poi ci sono altre rocce che possono essere lo stesso interessato della frattura e possono costituire insieme il grande serbatoio geotermico. Che cosa serve oltre al serbatoio? Serve un tappo, un tappo impermeabile che qui è costituito dalla copertura superficiale delle argille che fanno parte di una formazione geologica recente che si chiama che si è messa in posto qui durante la formazione della catena appenninica e arrivano quasi in superficie, anzi affiorano qua attorno. Questa è la situazione ideale. Poi che cosa serve? Che piova, che l'acqua si infiltri attraverso un sistema di fratture in profondità, arrivi a imbibire le rocce, a costituire una falda dunque di tutto quanto il serbatoio e che lì, incontrando una fonte di calore cospicua, cominci a riscaldarsi. Qui le condizioni di temperatura sono... Sono appunto ideali perché la temperatura media è intorno ai 250°C, ma in profondità, proprio un poco più assurdo di qua, è stata toccata e sperimentata la temperatura più alta, più in superficie che si sia mai registrata in Europa, 500°C. Queste condizioni fanno sì che il serbatoio sia prevalentemente fatto di vapore, vapore secco. Questo è importante, cioè che non ci sia acqua fondamentalmente perché viene vaporizzata, perché è più utile per avere subito energia elettrica. adesso lo vedremo. Naturalmente il resto del calore non va disperso, l'energia geotermica permette la produzione di energia elettrica e di calore nello stesso tempo, non va dispersa nemmeno l'acqua, qui siamo su una torre di raffreddamento, di condensazione, poi vedremo come funziona, serve per recuperarla, dunque per avere un'energia davvero rinnovabile, ma la cosa più importante in questo luogo è appunto la produzione di energia elettrica. Tutto questo sistema naturale gli uomini lo hanno sfruttato con un sistema naturale. artificiale che è quello della centrale che adesso andiamo a vedere proprio nel cuore della centrale geotermica di sasso 2 possiamo scoprire alcune cose che rendono questa energia differente dalle altre intanto Sto camminando su una griglia al di sotto della quale c'è una specie di canalizzazione di acque. Questo è il sistema delle acque recuperate nella condensa che avviene all'interno di questa torre, da cui vengono fuori questi strumenti. sbuffi di vapore bianco, poi andiamo nel dettaglio, ma vediamo la differenza rispetto agli altri sistemi di produzione di energia elettrica. Laggiù si vede un tubo argentato, ce ne sono moltissimi qua, diverse centinaia di chilometri di tubi che corrono per tutta la campagna toscana. quello che viene dal giacimento perforato, nello schema che abbiamo visto prima, col vapore e il gas che vengono convogliati qui dentro. Finiscono in quei due serbatoi cilindrici lì, che sono degli scambiatori, dove è possibile separare il gas dal vapore. Poi ci sono dei filtri che provvedono a purificarne una parte, ma quello che ci interessa è il vapore che poi viene convogliato nei tubi qui sotto e tutto questo pezzo è diverso rispetto a una centrale normale, dove ci sarebbe stato l'olio combustibile o qualche altro combustibile. mentre invece qui è il vapore, in questo caso il vapore pescato nei serbatoi nel sottosuolo, che permette di entrare in questi edifici dove si trova la turbina, l'alternatore e il trasformatore. Qui le centrali sono tutte simili da questo punto di vista per la produzione dell'energia elettrica e si vede infatti che là parte proprio il terminale dell'energia elettrica che poi viene convogliata. Dunque da questo punto di vista la centrale è uguale a tutte le altre, invece per tutto questo è diverso. ed è diverso anche per il fatto che poi qui c'è un sistema ancora di filtri e di condensatori che permette di separare alcuni elementi e alcuni gas che non sono condensabili per poter avere soltanto il vapore puro. Quello che interessa è che tutto questo sistema funziona in maniera ciclica, cioè rinnovabile, nel senso che tutto il vapore che si forma, esausto una volta alimentato le turbine e tutto quello che si disperde, viene poi convogliato qui dentro e in altri condensatori per essere riportato sotto forma di acqua e infine riconvogliato. in profondità con dei pozzi di iniezione che servono a rendere questo sistema ancora più rinnovabile, nel senso che non ha bisogno neanche di troppa alimentazione qui, bisogna soltanto riparare le perdite di evaporazione naturale, per il resto l'acqua che si usa alla fine è in un ciclo e in un circolo, per quanto gigantesco, quasi sempre la stessa. Ma la cosa più interessante e più caratteristica è di andare a vedere come funzionano qua dentro le torri di rifregiramento. Ecco adesso sono all'interno di uno dei... o camini di raffreddamento, chiamiamolo così perché il suo funzionamento dipende proprio anche dalla forma. C'è una strozzatura qui, che si vede bene da fuori, che aiuta a convogliare l'aria da sotto, dove è tutto aperto, in modo da poter mandare aria qui dentro e far condensare il vapore e recuperarlo sotto forma di acqua. Questo sistema funziona in maniera del tutto naturale, cioè non c'è bisogno di altro che non della forma. di queste torri che sono alte una sessantina di metri, qui si vede un tubo da cui entra il vapore, eccolo là, si vede proprio in quel punto lì. Ora, queste torri che sono caratteristiche del paesaggio qui sono anche delle torri che hanno un certo impatto visuale, ecco la ragione per cui le nuove centrali hanno invece le torri molto basse, però lì c'è una ventola, un ventilatore, che fa tutto il lavoro che invece qui fa l'altezza. Dunque lì ci vuole energia elettrica per farlo funzionare mentre qui... non ce n'è bisogno assolutamente. Una centrale come questa Sasso 2 installa circa 20 MW di potenza, significa che fa bisogno elettrico di 50.000 famiglie, dunque una quota importante. Ci fa risparmiare ogni anno 100.000 tonnellate di anidride carbonica, ecco perché questo tipo di energia ha una sua convenienza, oltre che, se posso dirlo da qua dentro, ha una certa bellezza intrinseca. In altre parti del mondo l'energia geotermica è sviluppata, in Nuova Zelanda, in Giappone, in Islanda soprattutto. Ma quando parli con gli islandesi e gli racconti dell'energia geotermica in Italia, loro la conoscono bene quella storia, perché tutti hanno imparato da quello che si è fatto qui a partire dal 1904.