tra i più Aspri critici di Machiavelli vi fu da subito il Guicciardini che ha una critica spietata di Machiavelli dedicò in particolare le sue considerazioni intorno ai discorsi del Machiavelli sulla prima Deca di Tito Livio scritto nel 1529 in due libri e poi è rimasto incompiuto in sostanza la buona critica radicale che Guicciardini conduce ai danni di Machiavelli e quella che imputa al filosofo fiorentino di essere stato un utopista e non un realista come pure aveva creduto e sostenuto di essere sappiamo quanto Machiavelli fosse legato al tema del realismo quanto fosse critico rispetto a tutto ciò che non seguisse la verità effettuate della cosa e da qui la spietata critica ai platonici vecchi e nuovi che pretendono di insegnare al mondo come debba andare e trascurano il mondo Come concretamente Ebbene Guicciardini e profondamente convinto che Machiavelli sia rimasto di fatto lui stesso imprigionato in un astrattismo utopico in particolare decostruisce il pensiero di Machiavelli sul tema della realtà effettuata Machiavelli tende a parlare generalmente a stabilire regole universali basandosi anche sulle lezioni impartite dalla storia e quindi pur volendo rimanere fedele alla realtà Effettuare delle cose finisce per trascenderla e proiettarsi in volarsi verso i cieli astratti della teoria universale Guicciardini contrastando su questo Machiavelli ritiene fondamentale il principio dell'empirismo assolutamente radicale Guicciardini crede solo all'esperienza e alla necessità di giudicare caso per caso evitando ogni digitalizzazione astratta ogni fenomeno storico è ipso facto irripetibile e dunque non vi è teoria generale che valga spiegarlo o peggio ancora a dedurlo Machiavelli dice Guicciardini consapevole del limite opposto della fortuna all'agire umano ritiene non di meno che è nella storia sia possibile ravvisare una costruzione razionale e umana e trova Dunque nella virtù la base e la legittimazione della libertà dell'uomo e della sua capacità Attiva ed energica di edificare la storia secondo le proprie progettualità Guicciardini invece muove dal principio per cui vi è piena incapacità nel singolo di riuscire a modificare il corso degli eventi di ridurli a schemi razionali sì che la realtà è troppo complessa troppo articolata per poter essere governata dall'uomo e non si possono nemmeno stabilire norme generalizzazione da che una realtà sempre imprevedibile coinvolgere la giro umano e la sua pianificazione delle cose per questo la virtù che in Machiavelli era il principio fondamentale si pensi anche alla Chiusa del Principe dove la virtù viene contrapposta alla fortuna che pure tanta parte ha nella nelle vicende umane bene alla virtù fondamentale in Machiavelli Guicciardini contrappone il principio della discrezione cos'è la discrezione e la capacità di analizzare e comprendere i singoli accadimenti nelle loro infinite nuance per poter così inserire la propria azione nel loro corso tumultuoso senza esserne travolti salvaguardando il proprio particolare altro concetto decisivo nell'opera di Guicciardini vi è sempre il particolare attivo nella storia che è l'interesse del singolo Lo scopo del singolo il suo progetto ciò che cozza contro l'idea di una validità universale di principi per tutti generalizzabili si può in certo modo sostenere che la fortuna riesca a trionfare sulla virtù e la fiducia rinascimentale nella capacità costruttiva dell'uomo in Machiavelli appare fortemente in declino ciò rende anche conto del perché Guicciardini si dedichi soltanto alla storiografia intesa come ricostruzione e comprensione a posteriori degli eventi egli rigetta la forma del trattato politico cioè alla maniera di Machiavelli della codificazione di un sistema organico di legge di norme universali per capire e agire nel mondo insomma l'azione politica non è nell'immediato interesse di Guicciardini che preferisce la ricostruzione storica difatti già accaduti anche Guicciardini come Machiavelli crede che l'uomo sia un fenomeno della natura soggetto a leggi fisse e immutabili Sì nella natura vi sono le leggi fisse e immutabili Ma a differenza del dell'amico Machiavelli ritiene che l'uomo sia naturalmente portato più al bene che al male E se fa nella realtà più spesso il male del bene ciò dipende dal fatto che le tentazioni sono molteplici e la coscienza umana è particolarmente fragile ma anche e ancor più dal fatto che proprio facendo il male l'uomo riesce più agevolmente e più spesso a realizzare il proprio tornaconto cioè il proprio particolare che il vero orientamento dell'agire di tutti e di ciascuno questo tornaconto personale questo nudo interesse particolare e ciò che Guicciardini chiama il particolare ed è la molla che fa scattare tutte le azioni umane e il particolare che il più delle volte fa agire l'individuo singolo ed è ciò che di fatto viene nobilitato molto spesso parlando di interesse dello Stato della gloria della fama ma in realtà il particolare è il vero movente di tutte le azioni umane quindi una sorta di individualismo programmatico che fa dell'uomo agisca sempre solo mosso dal principio del particolare sicché non c'è da sperare in una scienza della politica come credeva Machiavelli bisogna fare affidamento soltanto sulla propria discrezione vale a dire su quella qualità innata dell'uomo Ma che solo pochi posseggono in misura decisiva qualità che fornisce la capacità la capacità di intuire di volte in volta la scelta da operare potremmo dire che la discrezione e la capacità di far valere il proprio particolare in maniera coerente nella situazione particolare nella situazione specifica Ecco perché non possiamo elaborare leggi universali di comportamento ma possiamo affinare di volta in volta la nostra discrezione attenendoci al nostro rapporto contingente con la realtà sotto questo riguardo dobbiamo Sì come ha insegnato Machiavelli che però non è stato in grado di tenere fermo questo principio dobbiamo badare solo alla difficoltà Perdona la verità effettuate evitando ogni utopee utopia ogni Chimera ogni legge universale dobbiamo limitarci alla verità effettuare Dobbiamo quindi badare al nostro particolare secondo la discrezione per Guicciardini non è possibile fare dell'Italia di quel tempo uno stato unitario come credeva Machiavelli si veda La Chiusa del principe ritiene anzi che sia possibile Tutt'al più fare una Confederazione di piccoli stati magari retti come Repubblica ma governati da Savi ed è contrario al potere temporale dei Papi condividendo con Machiavelli il desiderio di vedere l'Italia liberata dagli stranieri dice Guicciardini tre cose Desidero vedere innanzi della mia morte ma dubito ancora che io vivessi molto non ne vedere alcuna uno vivere di Repubblica ben ordinata nella Città Nostra l'Italia liberata da tutti e barbari e Libe tutto il mondo dalla tirannide di questi preti Questa è come dire La speranza del Guicciardini che si abbandona in questo caso dalla verità effettuate all'utopia Ma precisando che la sua è in questi casi soltanto una un'autopia di uno spirito molto realista a tal punto realista da criticare perfino il Machiavelli per essere strato ancora essere stato ancora troppo topico troppo chimerico e di non aver saputo tener Fede a quel principio della realtà effettuare che pure aveva così ben teorizzato nel principe