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Sistema Energetico e Sostenibilità

Con il termine sistema energetico si intende l'insieme di tutti i processi di produzione, trasformazione, trasporto e distribuzione di fonti di energia. Per l'importanza che rivestono l'organizzazione, la produzione e la produzione, approvvigionamento dell'energia, ciascuno Stato predispone ogni anno un proprio bilancio energetico nazionale, un documento vero e proprio che raccoglie informazioni sulle entrate e sulle uscite di energia del Paese e che che consiste in una raccolta di informazioni su come viene prodotta e utilizzata l'energia nell'arco di un anno a livello nazionale. Esistono diverse unità di misura dell'energia e della potenza, di solito legate al tipo di fenomeno che si considera. Al fine di facilitare il confronto tra le varie fonti energetiche, per la costruzione del bilancio energetico nazionale è stata introdotta un'apposita unità di misura, la tonnellata equivalente di petrolio. Attraverso all'analisi dei bilanci energetici nazionali di anno in anno è possibile valutare il miglioramento o peggioramento nell'utilizzo dell'energia a fronte della produzione, verificare il progresso delle fonti energetiche rinnovabili contro quelle non rinnovabili e stimare il grado di dipendenza o capacità di esportazione di energia. Questo grafico evidenzia come i consumi energetici mondiali non siano costanti ma crescano di anno in anno. Nel 2012 le tre fonti di energia primaria più utilizzate nel mondo sono state petrolio, carbone e gas naturale. Possiamo dire che oggi il sistema energetico mondiale si basi sui combustibili fossili per circa l'82% dei consumi. Le fonti rinnovabili di conseguenza rappresentano una quota minima. In linea generale il totale dell'energia prodotta a livello mondiale viene utilizzata in parti quasi uguali per l'autotrazione, per la produzione di energia elettrica e per la produzione di calore. Ci sono diversi problemi legati all'utilizzo dei combustibili fossili per la produzione di energia. Innanzitutto si tratta di fonti energetiche non rinnovabili, cioè destinate a esaurirsi, perché la velocità di consumo è superiore a quella di rigenerazione. Inoltre, la combustione di tali fonti energetiche, e in particolar modo del carbone, produce emissione di sostanze inquinanti, tra cui gli ossidi di carbonio, di zolfo e di azoto, i composti organici volatili e i particolati solidi totali. Se superano determinate concentrazioni nell'aria, questi inquinanti possono provocare danni alla salute umana e all'ambiente, come l'effetto serra, le piogge acide, dell'inquinamento dell'aria causato dal traffico nelle città. Ma dove si trovano le riserve di combustibili fossili? Le riserve di tali fonti sono concentrate nel sottosuolo di pochi paesi, molto spesso distanti dai paesi consumatori, e quindi è necessario stabilire opportuni accordi tra paesi produttori e consumatori di energia in modo da assicurare a questi ultimi una fornitura stabile e duratura delle fonti fossili. Inoltre, necessario provvedere al trasporto fisico delle fonti di energia. Le riserve di petrolio si trovano nel sottosuolo di poche aree geografiche. Il Medio Oriente possiede più della metà delle riserve conosciute, ma anche il Venezuela e il Canada ne posseggono grandi quantità, mentre a livello di produzione guida la classifica ancora il Medio Oriente seguito dalla Russia e Stati Uniti. Le riserve di gas naturali sono localizzate prevalentemente in Medio Oriente. Oriente e in Russia, mentre Stati Uniti e Unione Europea, che al momento estraggono a ritmi elevati, hanno riserve inferiori. Le riserve di carboni fossili sono maggiori rispetto a quelle degli idrocarburi, almeno tre volte tanto. Sono distribuite un po' in tutti i continenti, ne posseggono buone quantità Stati Uniti, Russia, Cina, Australia e India. Questa divisione tra produttori e consumatori di combustibili fossili ha dominato la la storia degli ultimi 50 anni, con forti oscillazioni di prezzo, crisi economiche e addirittura guerre. Per tutti questi motivi è necessario sviluppare e incrementare lo sfruttamento delle energie rinnovabili. Secondo gli obiettivi fissati dall'Unione Europea, le fonti rinnovabili dovranno soddisfare il 35% del fabbisogno energetico entro il 2030. Vediamo ora nel dettaglio il sistema. Sistema energetico dell'Italia, su quali fonti si basa? Ecco la classifica. Guida il petrolio con il 35%. il 8%, seguito dal gas naturale al 32%, dalle energie rinnovabili al 19%, dal carbone all'8% e l'energia elettrica importata al 6%. I combustibili fossili, che in totale ammontano a circa il 75%, sono anche le fonti più costose e maggiormente sottoposte alle fluttuazioni di prezzo. Per quanto riguarda il petrolio ne importiamo circa il 93% del tutto. totale, 70% dal Medio Oriente, dal Nord Africa e la quota restante da Russia e il resto dell'Europa. Siamo quindi completamente dipendenti dagli altri paesi. Per quanto riguarda invece il gas naturale ne importiamo circa 2. al 70% del totale, principalmente attraverso metanodotti internazionali. Tra i primi fornitori troviamo la Russia, l'Argeria e i Paesi Bassi. Il carbone è praticamente tutto importato, proviene soprattutto da Australia, Sudafrica e Indonesia. L'Italia è carente anche nella produzione di elettricità. Quella mancante viene comprata nella borsa elettrica internazionale. Durante il giorno viene comprata dalla Svizzera e durante la notte dalla Francia. viene prodotta con il nucleare. L'energia idroelettrica è l'unica fonte energetica nazionale. L'energia viene ricavata dai bacini d'acqua creati ad alta quota nelle montagne di Alpi e Appennini. Nonostante l'Italia abbia raggiunto in anticipo gli obiettivi europei sulle rinnovabili al 2020, importa dall'estero ancora buona parte dell'energia. L'obiettivo delle istituzioni è di contrastare questa fragilità attraverso la riduzione di della dipendenza dai combustibili fossili, favorendo il passaggio alle fonti rinnovabili. Per questo motivo il governo italiano ha varato la Strategia Energetica Nazionale, un piano per anticipare e gestire il cambiamento del sistema energetico, con l'obiettivo di far sì che il nostro sistema produttivo sia più sostenibile sul piano ambientale e più competitivo. La Strategia Energetica Nazionale prevede uno stanziamento di 175 miliardi di euro di cui 30 per reti di infrastrutture di gas ed elettrico, 35 per fonti rinnovabili e 110 per l'efficienza energetica. Propone una forte accelerazione dell'uscita completa dal carbone, il più inquinante tra i combustibili fossili negli impianti termoelettrici entro il 2025 e traccia la strada verso la decarbonizzazione totale, per raggiungere rispetto al 1990 una diminuzione delle emissioni del 30%. del 69% al 2030 e del 63% al 2050.