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Guida pratica alla traduzione di latino e greco

Buon pomeriggio, aspettiamo qualche secondo prima di iniziare, tanto che si collegano tutti. Innanzitutto grazie della partecipazione, siete stati tantissimi, quindi come avete visto abbiamo dovuto cambiare piattaforma, vi ringraziamo per la flessibilità e speriamo che vada tutto per il meglio anche qui su StreamYard. Aspettiamo qualche secondo, poi iniziamo. Buonasera, stiamo attendendo un paio di minuti che riescano ad entrare tutti, avendo cambiato piattaforma, stiamo anche dirottando chi non ha ricevuto il messaggio da Meet a qui, quindi dateci un paio di minuti e iniziamo, scusateci. Buonasera in tanto. Ok, credo possiamo iniziare. Allora, buonasera, benvenuti a tutti in questo webinar dal titolo latino e greco guida alla traduzione dalla prima alla quinta. Oggi parleremo del tema della traduzione con un focus sulla prova di maturità. Tra qualche giorno è ufficiale che quest'anno sarà latino la seconda prova per il liceo classico, quindi Cristiana Caserta, che ora si presenterà, ha preparato un webinar con una serie di attività che potete portare in classe già da domani e queste attività le troverete a catalogo sui link. Quindi introdurremo la piattaforma per chi di voi non la conoscesse prima di iniziare, così avete un'idea di che cos'è, di come funziona, dopodiché Cristiana entrerà nel dettaglio di tutte le attività che ha pensato sia per il latino ma anche per il greco. Quindi Cristiana vai pure, presentati pure. Sì, grazie Michela. Io intanto ringrazio tutti della presenza così. è entusiastica, siete tantissimi, tanto che abbiamo dovuto appunto cambiare piattaforma. Io sono una docente di latino e greco, insegno in un liceo palermitano e mi occupo però da tanti anni anche di formazione, di didattica della traduzione e anche di tecnologie, quindi oggi sono contenta di poter condividere con voi la mia esperienza con la piattaforma Linda che è stata bellissima, meravigliosa, un innamoramento a prima vista, a primo uso. Quindi, ora Michela vi spiegherà in breve di che cosa si tratta, così poi possiamo passare direttamente a quello che riguarda in modo più preciso la traduzione, un curriculum di traduzione. Michela? Perfetto. Vi ricordo che su questa piattaforma non potete accendere il microfono e parlare, però qualsiasi domanda è benvenuta in chat, quindi vi invito a scrivere lì e se non rispondiamo immediatamente comunque. alla fine le raccogliamo tutte, proveremo a rispondere a tutti. Nel frattempo vi spiego un po' l'INDA e il metodo l'INDA. Sì, sì, assolutamente è registrato il webinar, quindi poi lo potrete rivedere. Partiamo appunto da che cos'è l'INDA per chi di voi non la conoscesse. L'INDA è la piattaforma ideata, disegnata e sviluppata da PEM. per migliorare l'analisi e la comprensione del testo attraverso un'annotazione linguistica. L'INDA favorisce l'analisi e la comprensione non solo di testi in italiano, ma di testi in tutte le lingue, comprese greco e latino. E quindi oggi ci focalizzeremo su quello. Sull'INDA che cosa si fa? Cioè che cos'è questa annotazione linguistica? L'annotazione è una procedura cosiddetta di descrizione linguistica. Cioè... è una procedura che aiuta ad individuare il testo e a far emergere visivamente tramite i colori, che noi chiamiamo etichette, delle informazioni importanti del testo. Qua vi ho riportato un esempio giusto per farvi capire se un testo argomentativo, se voi volete far analizzare un testo argomentativo, allora le etichette, quindi gli elementi da ricercare, saranno ad esempio tesi, antitesi, argomenti, eccetera. Il testo andrà quindi ad arricchirsi di informazioni aggiuntive che sono appunto queste etichette, a colorarsi e a guidare sia la lettura che poi la comprensione o l'eventuale analisi, se stiamo parlando di un esercizio di analisi. Perché proprio l'annotazione? Questa strategia non è niente di nuovo, non ci siamo inventati niente, l'annotazione è una modalità di lettura che esiste probabilmente da che è stata inventata la lettura, la scrittura e proprio la lettura. Perché è efficace? È efficace perché va incontro a tre problematiche fondamentali che fanno rallentare spesso la comprensione, che sono la difficoltà di estrazione, quindi andare oltre il significato letterale del testo, le difficoltà di concentrazione sul testo, quindi un'attenzione che noi sappiamo essere sempre più ridotta nei nostri ragazzi, e... che spesso li fa ricadere, ma non solo a loro, anche a noi, a me personalmente capita, della cosiddetta fake reading syndrome, e cioè quel fenomeno per cui arriviamo alla fine della pagina ma ci siamo accorti di aversi letto ma non aver capito niente, perché la nostra mente era da un'altra parte, quindi abbiamo decodificato ma non abbiamo compreso, non abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul significato di quello che leggevamo. E infine il problema dell'interazione, perché... La comprensione del testo non è un'attività univoca che riguarda solo il lettore, riguarda anche il testo. Entrambi devono in qualche modo interagire, e lo fanno nel nostro caso attraverso la notazione, perché questa è un'attività che avviene durante la lettura stessa e non dopo, come per esempio nei compiti di comprensione del testo con domande a crocette o anche domande aperte, con attività che si fa durante il momento della lettura. Tutte queste cose che vi ho detto sono il risultato della ricerca scientifica che da decenni si occupa di lettura, di comprensione e l'annotazione ha dimostrato essere una strategia che migliora la lettura e la comprensione sia sulla carta che sullo schermo mantenendo alta l'attenzione del lettore. Inoltre l'uso di etichette favorisce la comprensione, l'analisi, la lettura attiva. perché arricchisce di colori il testo. Se voi pensate anche banalmente all'attività di studiare o cercare di memorizzare un testo, la sottolineatura, quindi aggiungere con l'evidenziatore i colori, è ciò che ci aiuta a mantenerci focalizzati, ma anche a recuperare poi le informazioni in seguito. E infine, la ricerca ci dice anche che l'annotazione minimizza il carico cognitivo legato al processo di lettura, perché banalmente, se devo leggere annotando, devo... andare più piano. La lettura viene rallentata e rallentando la lettura viene favorita la focalizzazione sul testo e la relativa comprensione, oltre che abilità di lettura critica, perché se io ogni volta che leggo un passaggio devo decidere se colorarlo con un'etichetta, allora devo farmi costantemente delle domande su quello che sto leggendo, favorendo appunto lo spirito critico nella lettura. Ve l'ho detta molto velocemente perché appunto non abbiamo tutto il pomeriggio, però se avete domande fatemele in chat, spero di essere stata esaustiva per quanto concisa. Due sono gli ingredienti fondamentali che servono per fare un'attività sull'INDA. Banalmente dei testi da leggere e da notare e delle etichette, quelle che vi ho fatto vedere prima come esempio. Sull'Inda ci sono due possibilità. O si sceglie un'attività già pronta da catalogo, e in questo caso nel catalogo degli scenari avremo attività già preparate con delle etichette, dei testi e già annotate, così che la correzione sia automatica da parte della piattaforma. Oppure posso creare un'attività da zero, aggiungendo delle etichette e dei testi a vostro piacimento. In questo caso dovrete voi inserire la soluzione dell'esercizio affinché l'Inda... corregga automaticamente. Una delle ultime novità che abbiamo aggiunto è però la possibilità di creare scenari con l'intelligenza artificiale. Questo cosa significa? Significa che una volta che voi fornite dei testi e delle frasi, l'INDA automaticamente eseguirà l'analisi grammaticale, logica e del periodo delle frasi che avete caricato. Lo fa anche per le figure retoriche di suono che non sono in questo screen, ma ci sono anche loro. Inoltre su Linde avete la possibilità anche di far generare dei testi dell'intelligenza artificiale. Questo magari è poco utile per attività di analisi della letteratura, naturalmente, perché non vogliamo magari lavorare sulla letteratura finta, o magari sì per un'analisi di critica, non lo so, però noi lo troviamo molto utile, soprattutto per la creazione di frasi, di analisi logica e grammaticale del periodo, appunto, comunque esercizi di grammatica dove il testo non deve avere chissà quale... profondità. È anche possibile per voi confrontare quanto ha fatto lo studente con la vostra notazione, così da favorirvi poi la valutazione, che comunque viene fatta in parte in automatico, perché come dicevo prima, fornendo voi la soluzione dell'esercizio, la piattaforma vi darà una percentuale di accuratezza dell'attività dello studente, sulla quale poi voi avete sempre l'ultima parola, quindi potete dare un voto che anche si discossa naturalmente da... la percentuale di correttezza che è un po' un'indicazione, se vogliamo, e lasciare loro un commento. Una volta fatto, avrò la possibilità di guardare nel tempo l'andamento della mia classe, perché i studenti possono naturalmente raggrupparli in classe, e controllare il loro andamento nel tempo con vari filtri, non solo a livello di classe, ma anche a livello di singolo studente. Un'altra delle novità è che si è arricchita, grazie a questo webinar, anche il catalogo per quanto riguarda le attività di greco e latino. Quindi già da ora, se voi andate sul catalogo degli scenari di Linda, su linda.education, troverete una serie di attività, alcune delle quali vedremo oggi insieme a Cristiana, per portare già Linda in classe da domani, vedrete che sono già tutte annotate, pronte. immediatamente assegnabili alla vostra classe. Concludo con un'informazione, cioè che io non sono qui solo a parlare di Linda, così per FEM, ma sono perché sono una linguista che lavora attivamente ai contenuti e alla forma di Linda e in questo momento ci stiamo occupando di migliorare l'esperienza degli utenti, quindi stiamo cercando di raccogliere il vostro feedback. Per riuscire a migliorare sempre di più la piattaforma, per farlo stiamo organizzando delle interviste da 45 minuti. alle quali vi invitiamo a partecipare, scannerizzando questo QR code, oppure cliccando sul link che ora vi metto in chat, potete prenotare uno slot, noi vi confermeremo l'appuntamento e se siete selezionati avrete in regalo o tre mesi gratis su Linda oppure su AI for Learning, che è un'altra delle nostre piattaforme di FEM, per creare dei piani della lezione personalizzati e secondo principi neuroscientifici e pedagogici validati da FEM. Questo è quanto, credo di avervi detto tutto. Se vi prenotate, per noi è un aiuto molto grande, altrimenti comunque, al di là del fatto che abbiate un abbonamento a Linda, Linda è disponibile gratuitamente per tre attività, quindi potete già provarla subito. Ultimo avviso è che Linda, così come l'area di linguistica di FEM, così come tutte le altre aree di FEM, a una community, quindi vi invitiamo ad iscrivervi anche lì, gratuitamente naturalmente, se volete approfondimenti, se volete comunque una sorta di forum nel quale parlare direttamente con noi, farci domande anche per quanto riguarda l'uso di Linda, se avete dubbi, perplessità, volete un aiuto, noi siamo costantemente qui dentro, quindi ci trovate anche qua, i due QR code, oltre che trovarci sui social, finalmente Linda ha i suoi social che non sono più soltanto dentro PEM, ma è ha finalmente una sua identità separata, quindi vi invitiamo a seguirci lì. Vabbè, su Instagram e Facebook facciamo un po' di approfondimenti, vi ricordiamo i webinar, mentre su YouTube trovate appunto i webinar registrati e vari tutorial che registriamo nel tempo. Grazie, io ho finito finalmente, vi lascio la parte più succosa sul greco e latino, lascio la parola a Cristiana che... condividerà le slide, giusto? Quindi ora si, grazie Michela di questa introduzione, adesso io posso presentare le mie e condividere la mia finestra esattamente. Ok, allora dovrebbe essere visibile, mi confermate? Sì. Allora, qual è un po' il problema? Qual è un po' il problema che noi docenti di latino e di greco abbiamo con la traduzione? Il problema, dal mio punto di vista, è quello che i nostri studenti molto spesso, nonostante tutte le nostre raccomandazioni, concepiscono la traduzione come un prodotto e non come un processo. Da cosa vediamo questo? Lo vediamo dal fatto che quando assegniamo loro da fare una traduzione, si mettono subito lì, nonostante i nostri avvertimenti, nonostante... i migliori intenti con cui cerchiamo di dare loro un metodo traduttivo, si mettono lì a cercare fin dalla prima parola sul vocabolario per voler fornire subito un prodotto finito. Trascurando il fatto che la traduzione è un processo che ha delle sue fasi e che anche deve far attivare meccanismi di inferenza, meccanismi di riconoscimento, far collegare fra loro informazioni per contribuire a un'operazione che è molto complessa, per dare vita a un'operazione che è molto complessa. Questo, come vi dicevo, si traduce molto spesso in un uso irrazionale del vocabolario. Ho studenti che al quinto anno cercano parole facilissime, di cui sono a conoscenza fin dal primo anno in cui hanno studiato il greco e il latino. Le tecnologie digitali... possono aiutarci in questo. Abbiamo visto adesso proprio l'uso della piattaforma Lindo, ora vedremo come si può usare per aiutare gli studenti a tradurre meglio, a tradurre con criterio, con metodo, in modo più sistematico. Perché può aiutarci la tecnologia? Allora io qui dico una cosa, se c'è Michela ancora in ascolto me l'avrà sentita dire tantissime volte, che è questa. In classe, prima di conoscere Linda, io già, come penso molti di voi... facevo questa cosa qui mettevo nella LIM un testo in latino un testo anche per quanto riguarda per esempio l'analisi del testo in italiano e andavo evidenziando con colori diversi parti diverse del testo chiedevo ai miei alunni di dirmi quale fosse il soggetto quale fosse il predicato verbale il complemento e andavo evidenziando il tutto con un colore questa attività che noi facciamo solitamente che insomma è abbastanza comune nella nostra pratica didattica può essere fatta con l'INDA ... diciamo, le tecnologie digitali in questo caso prendono il meglio di quello che noi facciamo e lo rendono netto. diciamo, decuplicano l'efficienza e l'efficacia. Ora vedremo in che modo. Ma le tecnologie digitali, in questo caso la piattaforma di cui ci serviremo, è l'ideale per far comprendere, ragazzi, far sperimentare il processo traduttivo e le tappe che questo processo deve contemplare. Non soltanto lo studente sarà costretto a... fermarsi di tanto in tanto a tradurre per tappe, ma l'insegnante potrà monitorare e guidare questo processo, vediamo come. Allora intanto io qui in questo slide mi chiedevo cosa fare per risolvere questo problema di cui abbiamo parlato, cioè dell'idea che i nostri studenti hanno di doverci consegnare subito, dover subito mettere giù. qualcosa di scritto da consegnare, qualsiasi cosa, anche delle cose a volte arrivano, delle traduzioni totalmente prive di senso, di significato. Non soltanto questo problema, ma anche forse molti di voi avranno sperimentato la stessa mia frustrazione quando la scorsa maturità, l'anno scolastico scorso, abbiamo fatto da membri esterni per gli esami di Stato. Frustrazione nel vedere un po'... qual è la situazione attuale del greco e del latino nella scuola, nel liceo classico. Almeno la mia esperienza è stata veramente forte da questo punto di vista e quindi mi ha indotto a ripensare un po' tutta la mia didattica della traduzione, perché ho corretto delle traduzioni davvero, insomma, che mi auguro di non dover più vedere traduzioni simili. Sono ragazzi, naturalmente non è colpa... dei nostri studenti, sono ragazzi che hanno vissuto diversi anni in DAD, insomma ci sono tantissime giustificazioni. Allora, che cosa ho pensato? Intanto ho pensato che sarebbe opportuno, magari molti di voi nelle vostre scuole già si fa, sarebbe opportuno elaborare davvero un curriculum in cui noi andiamo a specificare quali obiettivi e quali attività di traduzione vogliamo fare nelle varie classi, descrivere un intero percorso di traduzione per questo chiamato. il nostro dalla prima all'ultima classe, con attività mirate allo sviluppo di competenze specifiche di traduzione, cioè andare a segmentare e identificare singole competenze e lavorare su una competenza per volta. Poi creare un'attività, una routine di annotazione digitale, cioè che i nostri alunni quando sono messi davanti a un testo da tradurre abbiano già interiorizzato una routine di... azioni da fare, siano abituati a compiere determinate azioni una dopo l'altra in modo interiorizzato senza che l'insegnante debba dire loro, debba guidarli continuamente. Una routine di annotazione digitale che riguarda che cosa? Le caratteristiche testuali, gli snodi concettuali, il lessico, per arrivare a cosa? A comprendere profondamente il testo prima di andarlo a tradurre. cioè far sì che la traduzione scritta in italiano, quella che si scrive sul foglio da consegnare al docente, sia davvero l'ultima fase, non soltanto una sequenza temporale di fasi, ma anche concettualmente la resa in italiano venga dopo la comprensione profonda del significato del testo. E quindi ho immaginato una progressione di focus. che inizia dalla morfosintassi e che arriva, come vedete, ad elementi di testualità più avanzata, quali quelli per esempio di riconoscere lo schema argomentativo di un testo, di riconoscere la tipologia testuale, ai fini, l'ultimo rigo dell'elenco, ai fini anche di cominciare a abituarsi a scrivere un commento, perché sapete, sappiamo tutti, che la seconda prova dell'esame di Stato del liceo classico prevede anche una sorta di commento fatto attraverso la risposta ad alcuni quesiti. Quindi come vedete qui ho ipotizzato una progressione di focus linguistici su cui far esercitare i nostri studenti. Io poi ho creato su un foglio Google un curriculum vero e proprio, ho ipotizzato un curriculum vero e proprio e vi allegherò questo documento così chi vuole può osservirsene. E ho pensato... Il curriculum naturalmente di traduzione è possibilissimo che nelle vostre scuole già ci sia, già i dipartimenti l'abbiano elaborato, insomma è che sia una cosa che non vi serve. Ma quello che ho fatto è un curriculum sull'Inda, quindi voi trovate sull'Inda non delle attività slegate l'una dall'altra o comunque episodiche, spot da fare una volta ogni tanto in classe per fare qualcosa di diverso, ma delle attività organizzate in progressione lineare dalla più semplice da fare come... al primo anno alla più complessa da fare al quinto anno. Quelle del quinto anno le avevo fatte già l'anno scorso perché già l'anno scorso avevamo, c'eravamo presi questo impegno con FEM di inserire in l'INDA alcuni di questi scenari. Allora questo è il curriculum che ho pensato e quindi come vedete si inizia con l'identificare segni di interpuzione e verbi e la colonna, quella in cui c'è il focus linguistico e quindi l'attività da fare sull'INDA e la colonna. un po' più colorata. Quindi si inizia con un focus sui segni di interpunzione e sui verbi, poi un primo approccio alla testualità attraverso l'identificazione di connettivi e particelle, e poi si passa ai parallelismi, all'essico, all'argomentazione, vedete che ho cercato di fare, qui non sono arrivata in tempo forse a colorare più intensivamente la colonna del focus, vedete che ho fatto proprio un curriculum. di attività che trovate sull'inda. Sono quasi tutte già inserite, forse ce n'è qualcuna a cui stiamo dando ancora qualche ultimo ritocco, ma sarà inserita a breve. Sono otto in tutto, ne ho pensate otto in tutto, divise fra greco e latino, vedete che quelle in rosa sono il greco e quelle in azzurro sono il latino. Benissimo, vi dico che questa attività... Questa su Erodoto 5, in viaggio con Erodoto, che ancora non c'è, no, questa ancora non c'è sull'Inda, ma ci sarà fra poco, ha anche una valenza orientativa, cioè è anche un'attività che si può proporre con valore anche orientativo, sapete tutti che abbiamo anche, diciamo, la possibilità, dobbiamo anche cercare di sviluppare questa, come possiamo dire, questa curvatura orientativa della nostra didattica. No, quello che volevo dirvi era un'altra cosa che è questa, esatto, l'attività numero due, erodoto, io l'ho pensata, mentre la prima, la favola esopica, l'ho pensata per il primo anno, in questo periodo del primo anno, o comunque più verso la fine del primo anno, l'attività che avevo pensato su erodoto si può fare sia al secondo anno che all'inizio del terzo anno, dipende un po' dalla classe, da dove si è arrivati, da che cosa è stato fatto in precedenza, quindi chiaramente sono attività di cui io Do l'indicazione al primo, al secondo e al terzo anno, però questo dipende ovviamente dalla classe. Allora, cosa possiamo fare sull'INDA? Intanto riprendo brevemente quello che diceva Michela poco fa, quindi per cercare di capire che cosa significa fare questa attività sull'INDA. Come vi diceva già Michela, sull'INDA noi possiamo trovare o delle attività già pronte, sono queste che ho fatto io sostanzialmente, oppure possiamo farne di nuove. è consigliabile, potrebbe essere consigliabile iniziare proponendo un'attività già fatta per poi passare a farne invece di proprie, oppure se ci si vuole lanciare direttamente si fanno direttamente attività proprie. Negli scenari, le attività sull'India si chiamano scenari, quelli che trovate già pronti hanno una scheda didattica in cui è spiegato con chiarezza quali sono le fasi, eccetera. Invece in quelle nuove si apre una schermata di gestione delle attività in cui... è chiaramente il singolo docente che vuole fare un'attività del tutto nuova a dover precisare e a dover descrivere questa attività. Poi il passo successivo è fornire una soluzione, cioè che cosa significa fornire una soluzione? Abbiamo detto che l'attività sull'Inda consiste nel dare alla classe un testo e che loro troveranno ciascuno sul proprio schermo del proprio device, quindi in un'aula informatica, e su questo testo i ragazzi dovranno fare... un certo tipo di lavoro, cioè come vi è fatto vedere Michela, applicare delle etichette. Banalmente, diciamo da un punto di vista proprio pratico, materiale, significa che quando passano col mouse su una parola, troveranno un menu a tendina a discesa e dovranno selezionare un gruppo di parole, una parola, eccetera, e da quel menu scegliere che tipo di etichetta vogliono applicare a quella parola. Per esempio, ora lo vedremo l'esempio, quindi non ve lo faccio subito. Il docente cosa deve fare? Deve scegliere il testo oppure affidarsi all'attività già svolta, in cui ha l'attività già pronta e troverà il testo già pronto per essere somministrato. E poi però l'insegnante deve dare una soluzione, cioè deve effettivamente inserire il testo con le annotazioni fatte dall'insegnante. Questo testo già annotato servirà da modello alla piattaforma per comprendere se gli studenti hanno applicato correttamente quelle etichette. Ora lo vedremo in pratica che è molto più semplice di come sembra dicendolo a voce. Quindi... Dopo queste prime fasi di gestione e di costruzione dell'attività, si passa alla somministrazione, all'attività proprio sul testo, quindi la classe si reca nell'aula informatica se è disponibile, ciascuno col proprio device aprirà l'INDA, troverà l'attività che deve portare a termine e troverà il testo su cui dovrà applicare queste etichette, dovrà fare né più né meno se non evidenziare alcune parole, gruppi di parole, intere frasi, interi periodi, con il colore relativo all'etichetta che vuole applicare. Troverà già pronta l'etichetta, già colorata, e quindi dovrà semplicemente selezionare quella parola e cliccare sull'etichetta che vuole inserire. Questa fase qui, insomma, è una cosa molto semplice. Qual è... perché ci interessa fare questo tipo di attività? Perché... L'insegnante può poi vedere sia singolarmente il lavoro svolto da ciascun alunno, perché noi, diciamo, leggi e sottolinea, lo diciamo costantemente in classe, no? Leggi la versione, sottolinea i soggetti, evidenzia i segni di interpunzione, lo diciamo in classe ogni giorno, penso, quando traduciamo. Però, in questo caso, sull'Inda noi abbiamo la restituzione, una cosa che non potremmo mai, di fatto, e sarebbe difficile fare in classe. Cioè... vedere il lavoro svolto da ciascuno. Possiamo vedere il lavoro svolto da ciascuno e vedere il lavoro svolto dall'intera classe. Questo lo vediamo attraverso una mappa di calore, ora vi faccio proprio vedere degli screenshot così lo capimo meglio, in cui riusciamo a capire se tutti quanti hanno effettivamente correttamente applicato l'etichetta. E possiamo anche andare a valutare, la piattaforma ci dice qual è la percentuale di correttezza di ciascun alunno, possiamo inserire un feedback e restituire. Abbiamo la certezza che quel lavoro che abbiamo chiesto di fare, identifica i soggetti, sia stato effettivamente fatto, se è stato fatto correttamente, quanti lo hanno fatto correttamente, se tutta la classe sa fare quel tipo di attività, eccetera. Andiamo a vedere con più precisione. Allora, per quanto riguarda tradurre dal greco, chi sono queste due attività su una favola esopica? Ecco, voi trovate la scheda didattica. Se volete fare questa attività, che è questa qui, in cui ci sono delle annotazioni di carattere generale, in cui si va a descrivere l'attività, a spiegare il target, la disciplina, la tipologia testuale, che livello di analisi vogliamo che gli alunni svolgano. E poi vedete, io ho descritto dettagliatamente l'attività e le fasi in cui deve essere svolta. Vediamo un po' le fasi. Questa prima attività che io ho pensato per la fine del primo anno, su per giù. ma potrebbe essere anche l'inizio del secondo, dipende un po' dai tempi che abbiamo avuto a disposizione per spiegare i vari contenuti. In questa attività l'ho pensata proprio come un primo approccio alla traduzione di un brano consistente, di una decina di righe credo che sia, ed è Il contadino e i suoi fratelli. Allora, in una prima fase... devono analizzare attentamente il titolo e devono leggere attentamente e ripetutamente il passo, senza il vocabolario, per farsi un'idea del contenuto. Individuare, per esempio, parole chiave, cercare di capire qual è l'argomento del brano da tradurre. Nella fase successiva devono individuare tutti i segni di interpunzione e i parallelismi. A cosa serve questo? Serve a... segmentare il testo, è una cosa che noi chiediamo di fare continuamente identifica, dividi con una sbarretta i periodi eccetera, però vi rendete conto che fatto in questo modo loro sono proprio focalizzati il focus è proprio sul fare questa attività e poi l'indocente può monitorare che sia stata effettivamente svolta E allora vedete la consegna in questa favola di Esopo, un contadino eccetera eccetera, legge attentamente più volte il passo e applica l'etichetta a singole parole o gruppi di parole. Ecco vedete qui che l'etichetta, io l'etichetta l'ho pensata io in questa attività, se voi volete invece creare un'attività vostra, penserete l'etichetta che volete mettere. Allora la prima attività che mi è sembrata opportuna da far fare agli studenti è quella di identificare dei campi semantici o comunque delle famiglie di parole, cioè cercare di capire Se ci sono nel testo parole che si ripetono, che... Sono presenti più di una volta in quel testo, per due motivi. Il primo per comprendere qual è l'argomento un po', di che cosa si sta parlando. Il secondo perché a me capita che fra le ultime parole, magari una parola che già hanno trovato varie volte in precedenza, la vanno a cercare per la quinta, per la sesta volta, nonostante sia una parola già ripetuta varie volte nella parte iniziale del testo. Quindi è anche un modo per… in qualche modo farli focalizzare sulla lettura ripetuta, sulla lettura del passo fatta tante volte fino all'ultima parola. Una cosa che noi in classe diciamo sempre è leggete la versione, ma che i ragazzi, almeno i miei, non fanno mai. E quindi qui potranno vedere che ci sono delle parole ripetute diverse volte. Un è paides, l'altro è il verbo stasiazzontai, credo, e dovranno andare a... Vediamo se nella... Esatto, ecco. Quindi questo è il risultato che noi dovremmo ottenere, cioè che i nostri alunni vanno ad applicare correttamente le etichette tutte le volte che vedono parole che comprendono paides, tutte le volte che trovano parole che comprendono il verbo stasiad, ovviamente è flesso quindi con diverse persone, al singolare, al plurale, ce n'è uno mi pare all'imperativo, eccetera, e devono andare ogni volta che trovano la parola che comprende quella radice, andare ad applicare l'etichetta e anche c'è un'etichetta che riguarda un po' il campo semantico della concordia, dell'amicizia. Un altro gruppo di etichette invece riguarda l'articolo più de, la correlazione men de e altri tipi di correlazione. Questo aiuta naturalmente nella traduzione e vedete che possono andare facilmente ad applicare queste etichette, cioè andare a riconoscere ogni volta che c'è l'articolo più de nella frase nel periodo successivo, tomen proton e deutero, e poi il men. e poi la correlazione tosuton oson. Questo fa sì che si spera che si instauri la routine per cui ogni volta che trovano in una versione toman proton vadano alla ricerca quasi automaticamente del ecdeutero oppure di altri sintagmi correlati. Quindi questo è il tipo di annotazione che vanno a fare. Questo tipo di attività deve essere fatto inizialmente senza il vocabolario, cioè devono... Proprio perché è finalizzato alla lettura intensiva, sia alla ricerca di singoli fenomeni linguistici, sia alla ricerca del significato. Quindi sono due tipi di letture diverse che vanno fatti entrambi e questo tipo di attività serve proprio a rendere un'abitudine consolidata quella di leggere tutta la versione. Leggere tutto il passo da tradurre fino all'ultima parola è a leggerlo più volte in un primo tempo senza il vocabolario. Sullo stesso testo, ma è un'altra attività, possiamo far identificare i segni di interpunzione deboli e forti. Quindi i punti, i punti in alto, le virgole, eccetera. E poi qua vedete la schermata in cui c'è tutta A. Tutte le etichette, ah scusate, avevo dimenticato, segni di interpunzione debole, segni di interpunzione forte, e poi quello che facciamo sempre sottolineare e cercare, quello che chiediamo sempre di individuare nelle primissime versioni, cioè i verbi di mondo finito, gli infiniti, che in questo caso ci sono soltanto infiniti, non ci sono anche, no, ci sono anche participi, vedete che hanno un'etichetta di un colore diverso, e poi connettivi frasali, cioè quei connettivi che uniscono fra loro non tanto parole all'interno di una frase, quanto due frasi fra loro. E infatti vedete che c'è os e an, che cos'altro c'è? Oti. Quindi questo è un lavoro che dobbiamo chiedere di fare senza l'aiuto, in un primo tempo sicuramente, senza l'aiuto del vocabolario. Cioè identificare i verbi, identificare i verbi di modo finito, gli infiniti, i participi, i segni di interpunzione, e i connettivi, quelle paroline che vanno a... connettere fra loro due frasi. Potrebbero non essere capaci di individuare correttamente verbi di modo finito e infinito senza vocabolario, quindi dopo un certo tempo in cui devono provare a farlo senza il vocabolario si può far accedere al vocabolario per pochi minuti per andare a controllare che effettivamente quei verbi che hanno individuato, quelle parole che hanno individuato come infiniti siano effettivamente infiniti. Cioè il vocabolario deve servire come momento di controllo dell'attività svolta in precedenza, ma l'attività deve essere fatta prima di poter avere l'accesso al vocabolario. Vedete questa è la schermata conclusiva in cui si ha tutto. È una schermata bella colorata perché ci sono tutte le etichette correttamente applicate. Questa è la schermata in cui ho applicato io le etichette che servirà come modello per capire se gli alunni hanno effettivamente fatto l'attività correttamente. Dopo l'annotazione, diciamo, il docente può monitorare l'attività svolta e può anche andarla a valutare. Vediamo come può monitorarla. Intanto, qui vedete uno screenshot preso da un'altra attività che era di analisi del testo sulle bucoliche. Vedete che le parole sono tutte evidenziate in verde, ma alcune con un verde più chiaro, altre con un verde più scuro. Le parole evidenziate con un verde più scuro sono quelle che hanno un maggior numero di annotazioni, cioè quelle annotate da un maggior numero di alunni e di alunne. Io qua non lo posso fare perché questo è uno screenshot, però cliccando sulla parola spunta un numero e vedete quante persone hanno correttamente applicato quell'etichetta. Le parole invece con un verde più chiaro sono parole a cui soltanto alcuni studenti hanno applicato l'etichetta correttamente. Quindi questa è una mappa di calore, un resoconto del lavoro svolto dall'intera classe. Qui potete vedere anche dov'è la difficoltà evidentemente. Quali sono le etichette che più facilmente sono state applicate? Per esempio se torniamo all'etichetta del brano sul contadino e i suoi figli. Potremmo trovare che gli infiniti sono stati tutti correttamente individuati, mentre i participi non sono stati tutti correttamente individuati. Oppure potremmo trovare che i verbi di modo finito sono stati individuati da quasi tutti gli alunni, mentre invece le forme nominali non sono state individuate dalla maggior parte degli alunni. Quindi avremo lì un'indicazione chiara sulla difficoltà su cui dover intervenire. Quindi questa è come l'insegnante può monitorare. Il lavoro svolto dalla classe. Questo invece è cosa l'insegnante può fare sul lavoro svolto dal singolo alunno o dalla singola alunna. Vedete che qui c'è una percentuale di correttezza. Questa è sempre l'attività di analisi del testo delle bucoliche. Vedete la percentuale di correttezza è dell'81%. Infatti io ho messo 8 e ho scritto ottimo lavoro. Benissimo. Primo anno. Quindi abbiamo fatto un lavoro sui segni di interpunzione, su identificare i verbi di modo finito e le forme nominali del verbo, sul segmentare il brano di versione in parti più piccole, più facilmente gestibili, quindi servirsi dei segni di interpunzione ai fini della traduzione. Andiamo alla fine del secondo anno, inizio del terzo, dipende un po'. Questa è un'attività invece sui connettivi testuali, in cui bisogna andare a distinguere... Vedete che le etichette sono diverse, bisogna andare a scendere più nel dettaglio nel testo. Vediamo un po' che cosa c'è da fare. Questo è un brano di Erodoto, esatto. In questo passo, tratto al terzo libro delle storie di Erodoto, si narra un curioso aneddoto sul tiranno Poligrate. Leggi attentamente, identifica le particelle. Allora, non so, dovrà identificare quando sono solitarie, cioè da sole, e quando sono in correlazione. Le particelle, ecco qui. La notazione sulle particelle. Molto spesso i nostri alunni saltano totalmente la particella. Addirittura alcuni mi hanno detto, c'è stato detto di non tradurle. Va bene, sì, è possibile che la traduzione della particella sia superflua, però ci danno diverse indicazioni di carattere sintattico. E quindi è bene andarle a evidenziare, intanto a evidenziare, e poi a chiedersi quale post... a chiederci a tutti quanti quale possa essere il loro significato e i fini della sintassi. E qui c'è un bellissimo libro, tutto interamente dedicato alle particelle, che penso di avervi messo in bibliografia. Questo tipo di attività può essere preceduta o affiancata dalla lettura, dallo studio di una scheda in cui proprio si va a... spiegare le varie particelle qual è il loro significato quindi questo non dimentichiamoci che è un momento applicativo ma può essere benissimo preceduto anzi deve essere preceduto da una spiegazione di che cosa sono le particelle quali sono, in che posizione le andiamo a trovare Dopo aver fatto questo lavoro o affiancato a questo lavoro, si va poi a fare un momento applicativo in cui si vanno proprio a cercare queste particelle. E le particelle anche in correlazione, il famoso Odeh Omen Uk Allah. Se vedete qui, le particelle sono distinte in distintive e particelle in correlazione. e cioè quando il men è intensivo, quando il de è enfatico, l'articolo più de, tutta una serie di combinazioni di particelle che hanno significati, che conferiscono diversi significati differenti alla frase in cui sono inserite. Su questo c'è proprio una, io ho creato proprio una scheda proprio su questo argomento. Ora non mi ricordo se è soltanto... sicuramente è linkata nell'attività come materiale di approfondimento per il docente però se a qualcuno interessa posso estrapolare il link da lì e darlo anche qui e questa è un'attività sempre su erodoto che io immaginavo verso la fine del secondo anno inizio del terzo anno o anche inizio del terzo anno sapete che al terzo anno si comincia a studiare il testo storico quindi siamo lì e... Sempre sullo stesso testo, segni di interpunzione forte, segni di interpunzione debole, e cominciamo a introdurre la subordinazione, cioè cominciamo a far individuare l'os che introduce una proposizione subordinata. Alcune attività dal latino, finora abbiamo parlato soltanto di greco, però insomma il metodo è lo stesso. Parliamo un po' del latino e siamo già al quarto anno. Allora, io... Nelle primissime, i primi due anni faccio fare delle versioni, faccio fare, troviamo nei libri la maggior parte delle volte delle versioni che hanno un lessico, il lessico di base, ma chiaramente addentrandoci sempre di più nello studio della lingua e affiancando lo studio della lingua anche lo studio della letteratura si presenta, dobbiamo anche cercare di fondare una competenza lessicale più ampia e quindi lessici specifici. Questo brano di Livio su cui ho creato questa attività si parla di guerra e di diplomazia, quindi una delle attività è quella proprio di andare a identificare tutte le parole che afferiscono all'essico della guerra e tutte quelle che afferiscono all'essico della diplomazia. Al quarto anno secondo me è possibile anche cominciare a affinare un po' una sensibilità stilistica, è un testo in cui si parla di Eregno Ponzio. e in cui si descrive il personaggio usando moltissimo l'antitesi e il contrasto, quindi usando delle figure retoriche che mettono in evidenza aspetti contrastanti nella personalità di questo vecchio Sannita. È un brano tratto dall'onolibro di Aburbe Condita e si parla, sono tutte le fasi preliminari, è una gravissima sconfitta dei Romani nelle guerre sannitiche, i sanniti fanno un consiglio di guerra. devono decidere cosa fare dei soldati romani catturati, chiamano questo vecchio generale Regno Ponzio, che dà loro due consigli, apparentemente l'uno in contrasto con l'altro, lasciarli tutti liberi oppure ucciderli tutti. Quindi cercare tutte le parole relative al lessico della guerra e al lessico della diplomazia. E poi... Antitesi e contrasti riguardano proprio la figura di Renno Ponzio perché è vecchio, è debilitato nel corpo ma è ancora validissimo nella mente. Vedete infatti che tutte le annotazioni riguardano proprio questi aspetti, questi contrasti, queste antitesi con cui è resa questa figura di vecchio Sannita. Allora, apriamo qui una parentesi per dire questo, finché ci troviamo, finché chiediamo ai nostri alunni di identificare i verbi di modo finito, naturalmente c'è una e una sola possibilità, cioè una parola o è o non è un verbo di modo finito, ma quando andiamo a chiedere invece di andare a identificare per esempio aspetti di lessico, aspetti stilistici, lì le soluzioni possono essere più di una, oppure ci può anche non essere accordo se una parola sia o non sia, faccia parte o non faccia parte di un verbo. Un certo lessico. Quindi questo tipo di attività è interessante andare a monitorare se l'etichetta è stata posta correttamente, ma è anche interessante andare a fare una discussione sull'etichetta stessa, cioè su che cosa rientra nel lessico della guerra e su che cosa rientra nel lessico della diplomazia. Questo tipo di attività è stata per me molto importante farla, per esempio sul lessico delle emozioni. Ho chiesto di andare a identificare le sette emozioni fondamentali in un testo e lì... c'è stata una bellissima discussione sulla questione se una certa parola fosse più rabbia o fosse più disgusto quindi lì vedete come è importante l'applicazione dell'etichetta ma ancora più importante è il fatto che l'etichetta sia stata applicata correttamente o non correttamente è la discussione collettiva sul perché andava applicata quell'etichetta o no, o se andasse applicata quell'etichetta o no Sempre nel testo di Livio molto interessante è il modo in cui è costruita l'argomentazione, quindi cerchiamo anche di far abituare, di andare a fondare una competenza anche di carattere stilistico e andiamo più a fondo nella testualità cercando di far comprendere la tipologia testuale o comunque l'uso dell'argomentazione, l'uso di accorgimenti retorici. Vedete che in questo testo... Credo che sia lo stesso. Ah no, questa è la brevità della vita. Siamo sempre con latino, però siamo latino di quinto anno, quindi Seneca, andare a riconoscere la tesi, l'antitesi, la condizione dell'antitesi, la confutazione della condizione dell'antitesi, la condizione della tesi. Vedete qui si parla della brevità della vita, è un brano che solitamente si assegna come classico, quindi in cui non si deve andare a… crea a elaborare una traduzione personale, ma la traduzione è già fornita nelle note a piedi pagina o dall'insegnante stesso, e quindi qui si può fare un lavoro che è di traduzione, ma è di traduzione finalizzata all'analisi del testo. Andare a individuare l'antitesi, Seneca inizia direttamente con l'antitesi, cioè la maggior parte dei mortali si lamenta perché viviamo siamo stati generati per poco tempo e insomma abbiamo poco tempo, se vi ricordate il problema del tempo, è poco il tempo che abbiamo a disposizione. Condizione dell'antitesi, quindi inizia con l'antitesi, la tesi si trova soltanto adentrandoci nel testo, la livita è abbastanza lunga, ma noi siamo... Siamo prodighi, la disperdiamo il tempo di cui disponiamo e poi ci sono la condizione dell'antitesi e la conflutazione della condizione dell'antitesi. Naturalmente anche qui vi dico questo è un momento applicativo ma ci può stare, anzi deve starci una lezione precedente, una parte precedente in cui l'insegnante ha spiegato che cos'è la tesi, che cos'è l'antitesi. e che cosa sono le condizioni e che cosa è la confutazione. Vedrete che la struttura argomentativa di questo brano è più complessa di quanto possa sembrare. La complessità del modo in cui Seneca ha strutturato l'argomentazione viene fuori proprio quando si cerca di fare un lavoro di precisione nel andare a distinguere tutti questi vari aspetti della... della struttura argomentativa del brano. Dopodiché, che ore si sono fatte? Ci siamo quasi? Forse no? No, abbiamo ancora tempo. Allora, dopodiché, un'attività che avevo pensato e che sarà a breve pronta è questa su Erodoto, l'arte di fare domande. Ve la spiego brevemente perché è una cosa che mi interessava molto. Allora, che è una cosa che mi interessava molto. Dunque, io penso questo, che mentre fino a qualche anno fa noi potevamo permetterci, i docenti di Latina e di Greco potevano permetterci, i libri ci consentivano di trascorrere due anni facendo tradurre i primi due anni, quello che prima si chiamava il ginnasio, traducendo delle frasi. come le ragazze prendono l'acqua alla fonte, i soldati valorosi si dirigono verso l'accampamento. Potevamo far tradurre queste frasi, attendendo che poi, dal terzo anno in poi, con lo studio della letteratura, ci si potesse accostare a testi più complessi, ma anche più significativi, da un altro punto di vista. Secondo me non possiamo più permetterci questo. Cioè, dobbiamo cercare di... Questa ovviamente è una mia opinione. Dobbiamo cercare, per quanto è possibile, di far vedere subito il valore dei testi che andiamo a tradurre, cioè di far cogliere subito qual è l'importanza di conoscere queste lingue così difficili. Noi forse a volte ci dimentichiamo di quanto siano difficili da imparare. Dobbiamo subito far cogliere l'importanza di conoscere queste lingue così difficili e perché vogliamo che loro le conoscano per leggere nella loro lingua originale. dei testi che hanno qualcosa da dirci. Però questo avere qualcosa da dirci dei testi... Più lo anticipiamo, cioè più lo rendiamo evidente fin dalle prime traduzioni, più abbiamo fatto un buon lavoro, a mio parere. Cioè l'idea che soltanto dal terzo anno in poi, da quando ci accosteremo ai testi d'autore, da quando avremo una competenza linguistica forte, potremmo finalmente cogliere la bellezza, il significato del testo, quello secondo me non è... più tanto sostenibile, cioè dobbiamo dare, sforzarci di dare subito una ragione per cui si debba studiare la terza declinazione, per cui si debbano studiare delle cose difficili da memorizzare, proprio perché la difficoltà è avvertita maggiormente oggi dai ragazzi di oggi di quanto non fosse per noi quando abbiamo studiato i nostri tempi. Questa era una piccola parentesi per dirvi però quale possa essere l'importanza di andare a ripensare un po' la nostra didattica. e avendo in mente proprio questo quest'idea di una didattica orientativa spiego subito cosa voglio dire pronomi interrogativi sembrano l'argomento più arido del mondo più meno quello che meno si presta a fare a riflettere su noi stessi invece come non lo è in che modo allora Io ho cercato di collegare lo studio del pronome interrogativo, in greco in questo caso, a cosa ci serve il pronome interrogativo? Ci serve a fare delle domande, a chiedere, a porci con postura interrogativa nei confronti della realtà, nei confronti delle altre persone. E allora andiamo per esempio a prendere Erodoto e andiamoci a scegliere un brano, io ho fatto così. Mi sono scelto un brano in cui Erodoto fa tantissime domande, e il brano in cui Erodoto è curioso di sapere qualcosa sulla foce, sulla sorgente del Nilo. Fa tantissime domande, cerca di capire un po' le cose. Quindi vediamo che lì la conoscenza del pronome interrogativo non è fine a se stessa, non è un gesto di masochismo, di sadismo che l'insegnante impone. Il memorizzare, il pronome interrogativo non è un gesto di sadismo che l'insegnante impone alla classe, quella memorizzazione non è inutile, ma ci serve per fare che cosa? Per immergerci un po' in questa atmosfera di curiosità erodotea in cui Rodotocoll cerca di informarsi, cerca possibili informatori, si data a fare, fa delle domande, vuole sapere certe cose, non trova risposta a quello che vuole sapere. Per comprendere... Stavo per dire l'attualità, però non è proprio l'attualità, è l'importanza del porsi con un atteggiamento interrogativo nei confronti di una realtà completamente a noi sconosciuta, un'altra civiltà, un modo di vivere diverso dal nostro, o anche la semplice curiosità geografica, etnografica di Erodoto, può essere utile per esempio confrontarlo con il libro che ha scritto Kapuscinski, non so se l'avete mai letto, In viaggio con Erodoto, un bellissimo libro scritto da un reporter. in cui ci sono delle parti in cui lui come reporter fa delle domande, si addentra in vari paesi in cui è stato inviato come reporter, portandosi sempre dietro Erodoto, che diventa un po' il suo maestro in questa arte di fare domande. Quindi questo può essere fare leggere i due brani, un brano tratto da questo libro di Kapuscinski in viaggio con Erodoto è l'originale Rodoteo, naturalmente è il brano in cui è Rodoto stesso a fare domande, può far nascere anche una discussione, può far nascere una riflessione sulla domanda e su come si fanno le domande. Quando ho fatto questa attività in classe è stata un'attività veramente, come posso dire, profonda, perché sono venute fuori tantissime domande sulle domande. Per esempio io qui ho chiesto di evidenziare le domande indirette, in una prima fase ho chiesto di evidenziare le domande indirette, i possibili informatori, poi ci siamo addentrati nella tipologia della domanda. La domanda può avere tante forme, qui mi rifaccio a un altro libro pure molto bello che si intitola proprio l'arte di fare domande, in cui si distinguono vari tipi di domanda. La domanda aperta, in cui chi fa la domanda è... pronto a ricevere qualsiasi informazione non ha la domanda confrontativa in cui si mette l'interlocutore davanti alla possibilità di scegliere fra una cosa e un'altra la domanda sistemica cioè la domanda che riguarda non tanto una singola informazione quanto il modo in cui diversi aspetti di un sistema collaborano fra loro e cos'altro e la domanda diagnostica cioè la domanda fatta per comprendere e per fare una diagnosi su una certa situazione questo modo Questa classificazione delle domande è fatta da questi esperti che si chiamano Shane. che hanno scritto questo bellissimo libro che si intitola L'arte di fare domande. Possono venire fuori tante cose, la differenza nel modo in cui noi poniamo una domanda aperta oppure diagnostica, cioè una domanda in cui la domanda fatta da chi indirizza in qualche modo l'interlocutore verso una certa risposta, una domanda aperta. Cambia moltissimo, la differenza nel modo di porre queste due domande incide profondamente sul dialogo che si crea con l'ascoltatore. E quindi questo si vede chiarissimamente in Erodoto, si vede in un altro brano che ho inserito anche in questa scheda, si vede benissimo in un altro brano che è il famoso dialogo fra Solone e il tiranno. non mi viene in mente in questo momento, è Creso, scusate, fra Solone e Creso. Si vede benissimo perché lì c'è Creso che fa una serie di domande, fa una serie di domande che non sono affatto domande aperte. Se vi ricordate, Creso chiede a Solone se ha mai incontrato, qual è l'uomo più felice che abbia mai incontrato. Sembra una domanda aperta, ma non è una domanda aperta, perché Creso vuole ricevere la risposta da Solone, sì, sei tu l'uomo più felice che ho incontrato. e quindi tutto il dialogo è proprio segnato da questo modo di fare le domande che non mostra apertura da parte di Creso nei confronti di Solone ma mostra invece una sorta di manipolazione cioè attraverso la domanda Creso vuole manipolare la risposta di Solone e quindi Solone cerca di sottrarsi al dover dare la risposta che Creso vorrebbe in modi diversi se vi ricordate Solone dice a un certo punto, sì, l'uomo più felice del mondo era un certo Tello Ateniese, poi dice sì, il più felice del mondo, allora Cresoli chiede ai secondi, lui dice sì, allora il secondo erano Cleobbi e Bitone, insomma cerca di sottrarsi a questa manipolazione rispondendo alle domande in un modo diverso. Quindi qui ovviamente noi possiamo partire dal far identificare i tipi di domande, proposizioni interrogative dirette, proposizioni interrogative indirette. possiamo far identificare i vari tipi di pronome interrogativo nei vari casi, possiamo fare tutti i tipi di attività che vogliamo da un punto di vista linguistico, cioè andare a identificare nel brano tutti quegli elementi linguistici che concorrono a creare la domanda, l'interrogativa e tutto ciò che da un punto di vista linguistico concerne la domanda. l'interrogazione, la domanda. Però vedete che poi dall'aspetto linguistico e quindi la discussione sull'applicazione dell'etichetta, sul tipo di domanda fatta eccetera, può portare anche a un approfondimento che va oltre, che va dentro il testo erodoteo e che va proprio anche a far venire fuori che cos'è un dialogo autentico. Quali sono gli elementi che fanno sì che un dialogo sia autentico e non sia un tentativo da parte di uno, da parte di un interlocutore, di manipolare l'altro? E quindi questa attività è stata molto interessante, però anche molto complessa, perché c'erano diversi testi e quindi voi vedete qui le etichette che io volevo che loro andassero ad applicare. E fra poco troverete questa... questa attività su l'INDA. Siccome mi accorgo di avere del tempo ancora, qui volevo sortarvi a fare questa intervista, mi accorgo di avere del tempo ancora, quindi vorrei sfruttarlo, se per voi va bene, vedendo un po' il curriculum che io avevo preparato. Torno un attimo su... Tutte queste attività le trovate sul catalogo di Linda, va bene. C'erano qualche domanda, intanto vogliamo fermarci qualche minuto. Io interrompo un attimo la condivisione per sapere se c'era qualche domanda, qualcosa che volevate chiedere. Cerco, non vedo niente. Qui di domande? Ok. E allora ritorno a presentare e torniamo sulla... Io pensavo che se ci fosse... mi ero programmata che di ritornare magari su qualche attività in seguito a qualche domanda precisa. Però se non ne avete... Allora, se non ci sono domande, io ritorno sulla presentazione e per farvi vedere intanto il curriculum che avevo preparato, un curriculum di traduzione interamente dedicato alla traduzione, quindi non tanto il curriculum, quello che facciamo, che comprende tutti gli argomenti di lingua. greca o latina che sia, ma uno mirato soltanto alla traduzione. L'ho diviso in fasi, allora questo qui, l'ho diviso in fasi, in anni, in fasi, e intanto ho spalmato il curriculum sui cinque anni. So che è una cosa molto difficile, perché molto spesso noi non abbiamo una classe dalla prima alla quinta, però invece sarebbe importante strutturare un curriculum che copra tutti e cinque gli anni. Nel curriculum ho inserito l'anno, la fase, una fase iniziale, poi ho distinto una fase intermedia e una fase avanzata, riservando al quinto anno, come sapete per quanto riguarda gli argomenti linguistici abbiamo tempo fino al quarto anno per svolgerli, mentre il quinto anno dovrebbe essere dedicato soltanto all'applicazione delle competenze. su testi d'autore. Anche prima si possono fare i testi d'autore, però è molto più difficile farli prima proprio perché la conoscenza della lingua non è completa. Sappiamo bene che c'è questa difficoltà. Quindi ho creato questo curriculum distinguendo i vari anni, la fase iniziale, intermedia, avanzata e gli obiettivi principali di una didattica della traduzione, cioè gli obiettivi principali da raggiungere per quell'anno. Quindi un apprendimento delle basi morfosintattiche, un approfondimento delle strutture fondamentali, il primo approccio alla subordinazione, eccetera. Poi ho inserito il focus, cioè siccome questo è un curriculum non di apprendimento della lingua in generale, ma di pratica della traduzione, quindi ho inserito il focus. Io penso che si debba cominciare dal far tradurre delle frasi, delle versioni, dei brani. che possono permettere di impadronirsi di un lessico di base. Ho inserito quindi che cosa dobbiamo chiedere, qual è l'etichetta linguistica da applicare a ciascuno di questi focus, che tipo di traduzione vogliamo fare. E qui sono andata a distinguere una traduzione di servizio, cioè quella traduzione che si fa, io immagino, al primo e al secondo anno, una traduzione più letterale, volta proprio a... che sia molto simile, che rimanga molto aderente al testo di partenza, per poi andare invece verso una traduzione, un raffinamento della resina in italiano e una padronanza della traduzione definitiva fino alla traduzione definitiva. Cioè anche questo processo, io non so se voi riuscite a curarlo nelle vostre classi, però io non ci riuscivo e invece cercando di lavorare in questo modo ho trovato... un beneficio quindi i primi due anni chiedo una traduzione di servizio, soltanto spiego che cos'è la traduzione di servizio e introduco invece man mano l'importanza di andare oltre la traduzione di servizio, quindi di raffinare la resa italiana e di fare una traduzione definitiva soltanto agli ultimi dal quarto e quinto anno e poi una cosa che si può fare con l'INDA, che anzi se si lavora con l'INDA viene facilitato questo tipo di lavoro è quello di comprendere che tipo di lettura è necessario per andare a trovare quei focus e andare ad applicare quelle etichette. E quindi una lettura intensiva, lo skimming, lo scanning, la lettura per la comprensione, vedete che l'ho inserita un po' più tardi, leggere per capire. Leggere per trovare qualcosa, leggere intensivamente, cioè questo mi aiuta anche, fare un curriculum e organizzarlo in questo modo mi aiuta anche a non pretendere, non volere che gli alunni applichino, no, fin dall'inizio sappiano fare di tutto un po', ma abituarli a cominciare gradualmente ad approcciarsi alla traduzione per gradi. Questo approcciarsi alla traduzione per gradi. che come avete visto con l'Inda è molto facile, perché si può lavorare dapprima soltanto sui segni di interpunzione, poi soltanto sui verbi di modo finito, eccetera. anche se un po' lontana dal modo in cui noi di solito ci poniamo davanti ai testi, questo sistema, questo modo, suddividendo il compito del tradurre, il processo traduttivo in fasi e lavorando su ciascuna fase, lavorando in modo intensivo su ciascuna fase. Cioè io ve l'ho proposto con un testo, per esempio l'applicare l'etichetta alle particelle o ai segni di interpunzione, però noi dobbiamo immaginare invece… Proprio la creazione di una routine. Questo consente di ottenere diversi benefici. Allora, intanto il primo è quello che si crei una routine. Dopo averlo fatto per tanto tempo, la psicologia ci dice che un'azione ripetuta almeno 30 volte diventa abitudine. Quindi, di volta in volta, monitorare che venga fatto questo tipo di lavoro. Quindi non soltanto ci permette di monitorare che vengano svolte le fasi, ma permette anche di fare un passaggio successivo importante per me, cioè quello per cui gli studenti comincino anche a prendere l'abitudine ad autovalutare la propria traduzione. Questo è un punto dolentissimo della nostra pratica di traduzione a scuola. Mi spiego subito. Noi solitamente, almeno io solitamente, facevo così. Assegnavo la versione in classe, la correggevo a casa, con la griglia di valutazione, assegnavo il voto, poi arrivati in classe, al momento gli alunni ogni giorno mi chiedevano a corretto, a corretto, a corretto, ho messo i voti, arrivati in classe, solitamente facevo un discorso generale su che cosa non era andato nella traduzione o che cosa era andato, e poi distribuivo le versioni. Insomma, la maggior parte dei miei alunni, delle mie alunne, visto il voto, non aveva, diciamo, non... basta. Tutto l'interesse era a vedere il voto e a capire, bene o male, che cosa avesse sbagliato. Ma non c'era nessun aspetto, come dire, formativo in questo tipo di valutazione e quindi mi lasciava assolutamente insoddisfatta. E facevo anche fatica a capire io e a far capire all'alunno. Alla Luna cosa dovesse fare per migliorare? Sia perché quando arriva un prodotto finito, parlo di prodotto finito per dire la versione, quella consegnata, quando arriva una versione diciamo con errori eccetera, era per me molto difficile comprendere quale fosse precisamente il momento. Io a volte dicevo loro, hai tradotto senza, non hai un buon metodo, ma per i ragazzi questa frase non è un buon metodo, è qualcosa di incomprensibile a volte. E allora non hai un buon metodo, ma quale parte del metodo ti manca? Quindi il fatto invece di suddividere in più fasi permette sia al docente di comprendere qual è il momento, qual è la fase, se è la gestione della... della versione nel suo complesso, se è la suddivisione in segmenti più brevi, se è l'identificazione dei verbi, se è lo snodo fra una frase e un'altra, se è la gestione delle subordinate, se è la gestione per esempio degli omografi. Io dedico delle attività specifiche a identificare gli omografi, a chiedersi, a volte i miei alunni saltavano la traduzione in greco di... che potevano essere cose diverse. Dedico del tempo proprio a far identificare gli omografi, a far sciogliere dubbi, ambiguità sintattiche. Cioè la parte di lezione, la parte di tempo didattico che noi dedichiamo alla spiegazione degli argomenti, all'assegnazione degli esercizi, alla correzione degli esercizi, a volte non è al 100% utile. ai fini della traduzione, perché il brano da tradurre spesso presenta degli aspetti che non sono venuti fuori dalla spiegazione del fenomeno linguistico, della regola astrattamente, ma che dipendono da quel testo. Ogni testo ha poi, ogni brano che noi sottoponiamo ha poi delle particolarità, un modo di gestire la lingua che non è quello standard che è stato spiegato nella lezione di grammatica. Quindi, avere un metodo che permette di... suddividere il compito di tradurre in tante fasi che cominciano con l'analisi dell'interpunzione e che finiscono con l'analisi della struttura testuale, della struttura argomentativa, degli aspetti retorici, se ci sono. Mettere a punto questo processo in cui ci sono diverse fasi da fare in successione permette anche di andare a individuare se la carenza è di carattere di non conoscenza della morfologia, non mi ricordo le desinenze della terza declinazione. Quindi lì perdo tanto tempo, serve anche a comprendere la gestione del tempo errata, sono quelli alunni che perdono tanto tempo. perché semplicemente non riconoscono velocemente le terminazioni, le desinenze delle declinazioni. Quindi quello è un problema di morfologia, quello è un problema di esercitarsi nella memoria, memorizzare, conoscere le desinenze, tenersi esercitati. Oppure ci può essere invece un problema di non gestione della frase lunga, di non gestione della frase lunga perché ha causato dall'ordine delle parole. e quindi dalla quella che noi prima chiamavamo la messa in costruzione. Quello è un problema di carattere diverso, un problema che attiene a un'altra fase in cui non basta più ovviamente riconoscere la dessinenza e quindi non basta più l'approccio soltanto morfologico, ma ci vuole un approccio sintattico. A volte, sappiamo bene, le due cose sono correlate. Quindi il mancato riconoscimento del pronome relativo porta con sé il mancato riconoscimento. della proposizione relativa, il mancato riconoscimento del fatto che per esempio in greco c'è molto spesso una prolessi della subordinata rispetto alla frase reggente o anche la traduzione di incidentali, il riconoscimento dei genitivi assoluti o degli ablativi assoluti. È facile, fra virgolette, è facile comprendere l'ablativo assoluto quando si fa la lezione sull'ablativo assoluto. o il genitivo assoluto, quando si fa la lezione sul genitivo assoluto. Assegniamo loro le frasi, loro sanno che in quella frase c'è quella costruzione, vanno a cercare quella costruzione. Cosa diversa è, mesi dopo, affrontare un brano di versione in cui può esserci tutto e nulla, e quindi è molto più difficile poi andare a gestire la traduzione dovendo prestare attenzione a tutta una serie di cose. Quindi, dicevo... Questo modo di procedere, focalizzando sulle singole competenze, gestione dei segni di interpunzione, gestione delle desinenze, delle uscite, gestione delle frasi, del raccordo fra frasi, distinguere quando la congiunzione è all'interno di una frase e quando invece fa da connettivo. Una visione chiara dei connettivi, non è una lezione che noi a scuola facciamo, perché è spezzettato. da tante parti, un giorno spieghiamo la proposizione causale con tutto ciò che introduce la proposizione causale, in un altro giorno spieghiamo la proposizione consecutiva con tutto ciò che ne consegue. Ma un quadro chiaro di tutti gli elementi che fungono da connettivi e che quindi servono a connettere fra loro due frasi all'interno di un periodo, i ragazzi ce l'hanno soltanto nel momento in cui traducono. un passo, quindi mettersi davanti al prano e cercare tutti i connettivi. Dicevo che questo aiuta in due cose, in due aspetti. Per noi nel comprendere quale sia, di tutte queste fasi che sto dicendo, quella su cui occorre intervenire. Se è un problema di non memorizzazione delle desinenze o se è un problema di bancata gestione del periodo più lungo. o cos'altro. Serve anche lo studente per cominciare ad autovalutarsi. Io quest'anno ho studiato tanto il problema dell'autovalutazione perché, come vi dicevo, ero insoddisfatta del fatto che la versione, la consegna dei compiti risultasse un momento totalmente sciolto da ogni aspetto formativo. E quindi ho creato proprio un sito in cui Io metto lì la versione che ho dato, metto la traduzione e ci sono tutta una serie di domande e di esercizi su quello specifico brano da tradurre che mettono lo studente in condizioni di comprendere il brano, quindi di comprendere cosa avrebbero potuto o dovuto fare per avere una comprensione migliore del brano e ci sono anche degli esercizi. mirati a a risolvere la singola difficoltà, cioè se non hai saputo riconoscere il genitivo assoluto, ecco qui tutta una serie di esercizi sul genitivo assoluto, al termine dei quali poi ritorni sulla versione e stavolta, cioè non sono io a correggere e a dirti doveva essere fatta così, ma sei tu che dopo aver studiato e aver applicato la regola, aver fatto degli esercizi mirati, ritorni sulla versione e finalmente ne hai una conoscenza più approfondita, in modo tale che... la correzione non rimanga qualcosa di estemporaneo, che facilmente l'alunno dimentica, ma che sia invece un aspetto che va a migliorare, a creare un nuovo apprendimento. Lavorare sull'INDA ci permette anche di fare questo tipo di attività specifica. Lo studente X non ha ben compreso, non ha saputo identificare il genitivo assoluto e allora prepariamo un'attività proprio di identificazione del genitivo assoluto e di lavoro su quello specifico di esercizi, non con l'INDA gli esercizi, ma perché l'INDA permette di andare a cercare qualcosa in un testo ma non di tradurre, la traduzione poi va fatta in un altro momento. Una serie di esercizi, una batteria di esercizi specifici su... quegli aspetti. Quindi monitoraggio da parte dell'insegnante, vado a comprendere cosa non hai, cosa il singolo alunno, la singola alunna non ha etichettato correttamente, vado a intervenire su quella competenza mancante e la stessa cosa da parte dello studente, quello che non ho saputo fare è identificare le proposizioni subordinate, devo lavorare su... quei segnalatori, quei connettivi, quegli elementi linguistici che introducono la proposizione subordinata. Non sono stati in grado di identificarli e quindi questo tipo di lavoro può aiutare a creare un focus su determinati aspetti che sono utili per la traduzione. Io mi fermerei. Mi fermerei e vedrei. Allora, dalla sua esperienza in latino, qual è il modo migliore di memorizzare le desinenze? Memorizzando una parola per caso o le desinenze finali da sole? Allora, dunque, comincio dalla qual è il modo migliore di memorizzare le desinenze. Io l'altro giorno vedevo i miei alunni in classe che camminavano per tutta la classe dicendo lupus, lupi, lupo, lupo, come abbiamo fatto noi ai nostri tempi. Allora, sicuramente questa fase, purtroppo, della memorizzazione nuda e cruda, come dire, questa fase strong del memorizzare non è possibile del tutto evitarla. Ovviamente io uso moltissimo in classe le flashcards, si possono fare, diciamo, cartacee, oppure ci sono tantissime piattaforme, per esempio Quizlet, che permette di farle, e si può, io spessissimo, almeno una volta a settimana, nelle classi... che non superano i 20 alunni, perché sennò diventa poi davvero troppo rumoroso, e li faccio giocare con Quizlet. Quizlet permette di fare dei piccoli gruppi in cui arriva la domanda, per esempio, su identificare un caso. Per esempio, soltanto uno dei membri del gruppo ha la giusta risposta, quindi devono consultarsi per dare la risposta giusta. e si crea una gara fra diversi gruppi. E io ho creato dei set di flashcards su tutte le declinazioni, su tutte le uscite, sia identificare l'uscita, sia identificare il caso, e quindi lavoro anche così, uso un po' la gamification per rendere meno noiosa questa che è la più noiosa delle attività che riguarda il latino e il greco, quella di memorizzare le desinenze. Nelle primissime fasi, io ho una prima quest'anno, Nelle primissime fasi della traduzione io consento anche l'uso di tabelle con le declinazioni, con lo scopo di man mano andarle togliendo. Cioè in un primo tempo loro, se non ricordano una desinenza, devono stare attenti ovviamente a identificare la desinenza, ma se non la ricordano possono andare a controllare. Hanno fatto dei cartelloni e li hanno in classe, possono andare a controllare. qual è il caso di quella desinenza. Lo scopo naturalmente loro lo sanno è che facendo tante volte questo gesto alla fine resti loro impresso che quel caso, dopo averlo trovato tante volte che interiorizzare quella regola e conoscere che quella è la desinenza. Quindi man mano questi supporti, hanno un nome specifico nella didattica, questi non mi viene in mente, questi supporti, io li chiamo, possono essere loro tolti. L'importante è che questi supporti li costruiscano da soli. Loro il cartellone con le declinazioni l'hanno fatto. da soli, lo hanno costruito da soli lo hanno messo lì, lo guardano ogni tanto quando sono incerti e vanno avanti così e poi sanno che però alla fine dell'anno questo supporto gradualmente lo toglieremo quindi memorizzano una parola per caso, no, non le desinenze nella memorizzazione è utile secondo me memorizzare la parola ed è anche utile per chi ha più difficoltà memorizzare una memorizzare una parola semplice così come facevamo noi quando abbiamo imparato è inutile fare, per quanto mi riguarda è inutile farli esercitare facendo loro flettere o declinare una parola lunga complicata, difficile da pronunciare non è non è quello il caso, perché faccio usare questi strumenti di aiuto perché mi interessa soprattutto fin dall'inizio fondare la familiarità col testo cioè entrare nel testo chiedersi il perché delle cose ... e far immergersi nel testo. E quindi lo scopo della traduzione non è quello di verificare se conoscono o non conoscono la desinenza. La desinenza è uno strumento di cui loro devono servirsi per comprendere il testo. Quindi quando c'è da tradurre un brano, a me interessa che comprendano il testo. Se invece voglio andare a verificare che conoscano le desinenze, faccio un altro tipo di lavoro, un altro tipo di test in cui mi servo del gioco, appunto, certe volte per vedere se conoscono la desinenza. Quindi faccio due lavori diversi e li verifico in modo diverso. Quello di vado a verificare se è avvenuta la memorizzazione, nell'altro vado a farli immergere in come è fatto un testo. Un testo è fatto in un modo, in un certo modo. Ha degli elementi di coesione e di coerenza, e quindi mi interessa che facciano un altro tipo di lavoro, si immergano nel testo e li vado a valutare e a verificare con strumenti diversi. Il modo mio per memorizzare le desinenze sono questi due, il modo classico, ripetere voce, e poi io uso molto il gioco appunto. attraverso Quizlet. Ce ne sono anche altri, uso per esempio, certe volte assegno loro dei, questo però non serve per la desinenza, serve un po' per memorizzare il lessico, dei cruciverba, si possono creare dei cruciverba, sapete, o anche dei giochi di parole, questo per imparare più il lessico veramente, per imparare declinazioni uso il gioco un po', per esempio per farvi un esempio di come è fatto Quizlet, se non lo conoscete, appare una parola e deve essere ovviamente l'insegnante prima di aver creato il gioco appare una parola e poi il caso ciascuno di loro nel loro dispositivo ha un caso per esempio appare la parola non so rosa, ognuno di loro ha chi ha genitivo, chi ha dativo chi ha accusativo soltanto una ha la giusta il termine che va d'accordo, il retro della flashcard, e quindi quella persona deve cliccare sulla sua risposta, che possiede soltanto lui. Oppure si può fare lo stesso quizlet soltanto con le desinenze, AM, e uno soltanto di loro avrà l'accusativo femminile singolare della prima declinazione. Io di questi ne ho tantissimi, ne ho creati tantissimi, e loro si divertono molto a farli. Come si può inserire l'Inda nella quotidianità, andando una volta a settimana in laboratorio ad esempio? Allora sì, la mia esperienza è questa, io devo dire che sono stata molto fortunata, molto fortunata perché l'anno scorso ero su due scuole, ora arrivo alla domanda di Rosanna, l'anno scorso ero su due scuole, in tutte e due le scuole in cui ero, stranamente, ero in succursale, sapete nelle succursali a volte si sta un po' meglio perché sono... ambienti più piccoli, più raccolti, in tutte e due queste succursali avevo l'aula informatica proprio accanto alla mia classe, un'aula informatica non usatissima, devo dire, forse al classico... Non è così, è usatissima da me, usatissima da me. E quindi, siccome avevamo per esempio delle seste, delle settime ore, avevo addirittura una settima ora perché avevamo il sabato libero in una di queste scuole, e quindi io avevo prenotato l'aula informatica, almeno una volta a settimana andavamo in aula informatica. E quindi, ragazzi, domani alle nove ci vediamo direttamente in aula informatica. E loro si mettono lì, anche quest'anno ho questa opportunità, per fortuna, di un'aula informatica. E quindi lancio l'attività, do loro la versione, gliela do a volte su Google Classroom, e poi lancio l'attività all'INDA per fare le fasi iniziali della versione, cioè identificazione dei segni di interpunzione, tutte le fasi iniziali, quelle che noi diciamo leggi fino in fondo la versione, ma loro non lo fanno, invece così lo fanno. Quindi non l'anno scorso, ma due anni fa avevo una situazione ancora più ottimale, che è quella che consiglio a tutte le scuole, a chi ha voce in capitolo di consigliare a tutte le scuole, avevamo dei carrelli mobili, cioè un carrello con dei portatili o dei tablet. E questo era utilissimo perché io prenotavo il carrello, lo andavo a prendere in classe, quindi senza spostarci. Avendo a disposizione quindi ciascuno il suo banco, molto più comodo che andare in all'informatica, ciascuno però aveva un dispositivo, un tablet o un portatile su cui fare queste attività. Quella è la situazione per me ottimale. Sono stata fortunata ad avere questo tipo di organizzazione. C'era questo bellissimo carrello che io avevo prenotato in via. Lo prenotavo tutti i giorni a quell'ora. Avevamo anche una... una specie di modulo Google, non mi ricordo cos'era, che il tecnico informatico aveva fatto in cui ciascuno poteva prenotarsi dal telefono. E quindi io la sera prima mi andavo a prenotare il mio carrello e poi la mattina me lo andavo a prendere e lo portavo in classe. E facevamo questa attività in classe. Comodissimo questo. Super comodo avere questo tipo di dispositivi. Ora nella scuola in cui sono quest'anno, sono anche stavolta in succursale, e ho una cella aula informatica. attrezzatissima e almeno una volta a settimana andiamo sono questa è la mia esperienza mia esperienza con linda è super positiva io come vi ho raccontato facevo penso che tutti noi lo facciamo no questa cosa di evidenziare con i colori nel testo sulla lim le varie parti del discorso è una pratica abbastanza comune quindi quando poi a una fiera didacta ho visto linda cioè che prendeva sul serio questa pratica e la rendeva più efficace, mi sono subito interessata. I miei alunni sono stati subito entusiasti di farla, come avete visto, il primo anno in cui l'ho applicata avevo soltanto il triennio, quindi l'ho potuta applicare, l'ho applicata anche alla letteratura, ho fatto analisi del testo delle bucoliche e diverse altre analisi, allora è piaciuta moltissimo, tant'è che molti di loro... hanno fatto degli screenshot di questa attività e l'hanno inserita come capolavoro per quanto riguarda l'orientamento. È stato bello fare l'attività, ma è stato anche forse più bello discutere sulle etichette. Come vi dicevo, la discussione sulle etichette e sui sentimenti è stata una discussione bellissima, perché i ragazzi hanno accanitamente discusso gli uni con gli altri. su se una parola del testo della lettera di Dante all'amico Fiorentino fosse rabbia o fosse disgusto. L'insegnante che può chiedere di più, se non che i propri alunni discutano di interpretazione su una parola, si accaniscano su una parola di Dante, hanno discusso per me più rabbia, per me disgusto, è stata una bellissima discussione da cui ho capito anche Questa la faccio anche col greco e col latino, l'identificazione delle emozioni, da cui ho capito anche che a volte loro non sanno bene che cosa è gioia, che cosa è disgusto, che cosa è rabbia. Per esempio questo lavoro di etichettatura delle emozioni si può fare benissimo con l'Iliade e l'Odissea, anziché sappiamo bene che il problema dell'Iliade e dell'Odissea che dovremmo leggere al terzo anno, prima si leggeva al terzo anno. o al quarto, però sappiamo bene che è molto complesso far leggere l'Iria dell'Odissea quando non si è completato lo studio della grammatica. In molti casi è così, al terzo anno non è completo lo studio della grammatica. E invece in quel modo, dove devono andare a evidenziare, hanno il testo a fronte, hanno il testo... in greco o in latino, se facciamo le neide, hanno il testo a fronte, devono andare a cercare tutte le parole, dandosi una mano anche col testo in italiano, tutte le parole che siano afferenti alle varie emozioni. E così si creano anche, ah ecco cosa volevo dirvi, mi sono dimenticata, tutte quelle attività in cui vi ho detto andare a cercare le parole afferenti a un certo campo semantico, eccetera, poi alla fine dell'attività Si può chiedere di costruire un glossario oppure un lessico, il lessico della pace e della concordia, il lessico della guerra, il lessico delle emozioni, il lessico della diplomazia. E questi repertori di lessico sono utilissimi, sono utilissimi da queste parole, memorizzarle, usarle, chiedere loro continuamente che cosa significa, eccetera. Ed è anche molto utile quando si fa questo esercizio sul lessico, cioè quando si dà loro il testo devono andare a identificare tutte le parole che afferiscono per esempio al concetto di diplomazia, devono andare a cercare tutte le parole senza il vocabolario inizialmente. E' molto utile lì perché sono costretti a farsi delle domande e a cercare di arrivare al significato di una parola non avendo il vocabolario usando delle altre strategie. somiglianza con l'italiano, parole derivate eccetera. Quella è una cosa che loro fanno, che io faccio fare loro molto spesso, questo lavoro, questo mettere in atto questi processi sicuramente più difficili del cercare compulsivamente sul vocabolario le aiuta a fare questo ragionamento sempre, ad applicarlo sempre. E fare analisi per poi fare sintesi. Non mi convince la diluizione degli argomenti nei quattro anni. Allora, sì, naturalmente questo è un esempio che io ho fatto perché di fatto abbiamo tempo in quattro anni. So che io ho fatto diverse prove. In alcune classi ho finito lo studio della lingua nei primi due anni, come si faceva a un tempo. Dipende dalle classi. Non sempre ho la classe fin dal primo anno e quindi a volte entro in una classe, sono già al quarto, sono già al terzo, mi dicono non abbiamo fatto il perfetto, non abbiamo fatto il più che perfetto, non abbiamo fatto il periodo ipotetico, quindi chiaramente mi sono suddivise le cose in quattro anni. È molto difficile al terzo e al quarto anno fare ex novo argomenti di lingua, quindi l'ideale sarebbe farli in due anni. Però le difficoltà di farle in due anni sono molte. Sono inferiori per chi ha la fortuna di avere sia il greco che il latino. Ma per chi ha soltanto il greco, io per esempio in molte classi ho tre ore di greco. È difficilissimo in due anni fare tutta la lingua. Lo so, neanche io vorrei non farla in quattro anni. È una situazione, è un ripiego. Anche io vorrei non farlo in quattro anni, perché al terzo e al quarto anno si devono affrontare i brani di classico come si affrontano senza la conoscenza di tutta la lingua. Quello purtroppo non dipende da noi, quello è un bug, se così possiamo dire, è una carenza del modo in cui sono stati pensati le indicazioni per il curriculum. Abbiamo poche ore, però non ci siamo arresi a fare meno cose. vogliamo fare tutto, quindi non ci resta che questo. Fare una didattica breve per dare conoscenza completa in più breve tempo possibile, per consentire di gestire i testi. Però forse non vedo bene il curriculum. Eh no, forse, dico, questo io l'ho fatto, non ha nessun valore, nessuna pretesa, l'ho fatto per mia chiarezza, per avere una gradualità. Questo è un curriculum che non c'entra niente con l'INDA. Era per avere un canovaccio sulla base del quale andare a inserire anno per anno delle attività linda, ma ognuno può fare invece le attività linda inserendosele in una sua progressione, io l'ho fatto diciamo per gestirmele, io l'ho fatto affinché l'attività non fosse vista come una cosa, a volte quando noi facciamo delle attività che esulano un po' dalla routine giornaliera, anche il semplice andare in aula informatica, per i ragazzi è come se fosse una cosa festiva, non di studio. E allora invece io ho voluto organizzare le varie attività linda come un curriculum, come un curriculum intendo con una progressione, quindi non una cosa che facciamo una volta ogni tanto, irrelata rispetto al resto della didattica, ma... inserendola in una progressione di competenze. Ognuno se lo può creare come ritiene più opportuno, oppure invece fare l'attività senza fare una didattica, per consentire di gestire i testi, esattamente. E' proprio così. Ma infatti io molto spesso... L'ideale allora, Rosanna, ti dico, per quanto mi riguarda, l'ideale sarebbe fare al contrario. Cioè partire dal testo e... poi dal testo andarsi a ricavare tutta la parte diciamo grammaticale, cioè usare un metodo induttivo anziché deduttivo, sarebbe l'ideale. Io spesso lo faccio, io spesso lo faccio, perché mi accorgo che l'inverso ha poca presa, l'inverso cioè spiegare l'argomento grammaticale, assegnare gli esercizi è meno utile che non. Dire, in questa versione nessuno di voi ha saputo riconoscere che c'era un pronome relativo, una proposizione relativa. Traiamo le regole dalla versione stessa. Davvero, devo l'impegno a dare un metodo. Io sto lavorando al problema, quanto mai urgente, quanto mai urgente, se vogliamo salvare il liceo classico, davvero è così, urgentissimo. Ha imbuto partendo dalla Sì. Esattamente, proprio così. Perché... Io ho qua davanti a me un libro, ho quasi tutti i manuali di greco e di latino del biennio e giustamente loro partono con la fonetica, ma capite bene che l'approccio a un testo è un approccio in primo luogo alla sintassi e poi diciamo lo sguardo ampio a imbuto poi vai a fare. Infatti se vedi, se posso salvare il mio curriculum in qualcosa. L'aspetto fonetico io lo faccio al terzo anno. Al terzo anno faccio proprio fare un commento fonetico, cioè assegno delle versioni in cui loro devono soltanto identificare i fenomeni fonetici e saperli spiegare. E quindi elisione, tutti i fenomeni che riguardano enclisi, gruppi d'enclisi, devono ripassarsi tutta l'accentazione. Faccio fare la fonetica. Proprio le primissime cose del terzo anno. A volte perché faccio leggere la versione e quasi sempre approfitto per fare qualche domandina sugli accenti, sulla fonetica eccetera, loro non sanno quasi mai rispondere perché sono cose che hanno fatto anni prima e quindi faccio riprendere tutti quegli argomenti. E fra l'altro utilissimi perché a volte loro non trovano le cose sul vocabolario perché non conoscono bene la fonetica, non sanno sciogliere. contrazioni, elisioni, crassi, eccetera, tutte queste cose non se le ricordano e quindi stanno lì a cercare mille anni parole che non sono parole o non sanno gestire bene le preposizioni, i fenomeni fonetici che riguardano i verbi composti e quindi dove si colloca l'aumento. Io parlo sempre di greco perché ultimamente insegno quasi soltanto greco. Salvare il liceo classico, esattamente sì, ma anche in quest'ottica quello che vi dicevo su erodoto, le domande eccetera. Cioè noi davvero, io penso che noi non possiamo aspettare che ci sia una conoscenza della lingua approfondita per cominciare a discutere di contenuti. L'anno scorso avevo una versione in cui si parlava del fatto che le ragazze, le fanciulle sono lodate per la... Pudicizia, i ragazzi sono lodati per il valore, per il coraggio. Lì ho detto, aspetta un attimo, fermiamoci, discutiamo su questa cosa qui, vediamo un po', proviamo a modificare la frase, proviamo a vedere come viene se le ragazze sono lodate per il coraggio. Quindi il contenuto dei test, il contenuto, il testo, il valore del testo è importante fin dall'inizio. Ci sono tanti altri lessici, tanti altri contenuti, oltre alle fanciulle, a portare l'acqua alla fonte, ai soldati, va loro si imbattaglia. Tanti altri contenuti interessanti che possiamo usare per le frasi. Con l'intelligenza artificiale ce ne possiamo costruire anche di nostre, con il lessico medico, con il lessico scientifico. No? Perché no? perché dobbiamo sempre ricadere sugli stereotipi delle ragazze lodate per la pudicizia. Quindi dobbiamo fare il lavoro orientativo di cui vi parlavo. nasce da questa esigenza qui, di salvare queste lingue, di non legarle soltanto agli aspetti più noiosi che ci sono, ma che se noi riusciamo a legarli all'esigenza di conoscere Erodoto, di incuriosirci rispetto al modo che ha di viaggiare, di conoscere, di far domande. Allora lì, forse, studiare il pronome interrogativo acquista uno spessore un po' diverso, se lo leghiamo all'esigenza di fare domande, al modo in cui vengono fatte le domande. Io ho riscontrato, tutto quello di cui vi ho parlato sono cose che ho fatto in classe e che hanno avuto successo in classe. Tante altre le ho fatte in classe e che non hanno avuto successo, e quelle... non le porto mai, cioè su quello è rifletto per cercare di capire perché non hanno funzionato. Queste cose hanno funzionato, sì, sì, sì. L'impegno a dare un metodo, a dare un metodo a mia volta in modo metodico, ecco, questo era. Noi tutti cerchiamo di darlo un metodo, però a volte io mi rendo conto che io lo facevo in un modo estemporaneo. Non so se è estemporaneo, senza andare a controllare che venisse fatto. Lessico delle emozioni, esattamente, esattamente. Lì, cioè non è una lezione meravigliosa quella in cui noi mettiamo davanti agli alunni i due testi e cerchiamo di far sottolineare, di far etichettare le emozioni. Quello è un lavoro bellissimo da farsi. Dicevo sul carattere estemporaneo delle cose che a volte si fanno, io sono convinta che noi docenti facciamo in classe molte più cose di quelle che sembra dall'esterno che noi facciamo, però a volte, almeno parlo di me, le facciamo in modo estemporaneo, cioè le facciamo in modo non intenzionale, senza andare poi a monitorare che effettivamente... che quella cosa effettivamente sia stata fatta, sia stata fatta bene, sia stata fatta due, tre, quattro, cinque, sei, sette volte. Come quando diciamo, non lo so, all'alunno che chiede che devo fare per migliorare il tema, devi leggere di più. Resta una cosa, sono cose estemporane e anche il metodo, io mi rendevo conto che lo insegnavo in un modo aereo, che rimaneva così in aria e non avevo mai la riprova che... il metodo fosse stato effettivamente applicato, fosse stato applicato una volta, due volte, tre volte, ogni volta. Quindi invece lavorare così mi aiuta, aiuta anche me come docente a creare una routine. Cioè leggere la versione 4, 5, 6 volte non è che lo dico una volta e tu lo fai una volta e poi basta più, lo fai giusto perché... te l'ho detto, lo devi fare sempre, ogni volta, deve diventare una cosa che io non devo più, che l'insegnante non deve più chiederti. Siccome per loro è difficile farlo, perché hanno l'ansia di consegnare una versione, purché sia, anche senza senso a volte, allora, le emozioni, guarda, è bellissimo perché c'è questa, abbiamo discusso con Michela, che avete sentito poco fa, Del fatto che sarebbe anche bellissimo, io sto riflettendo su questo, allora avete visto che i ragazzi devono andare a applicare delle etichette, le etichette già noi le facciamo, cioè devi andare a cercare tutte le parole attinenti alla, per esempio alla gelosia, se parliamo di Catullo Safo, anzi più che alla gelosia, al desiderio per esempio. sarebbe anche interessante fare un lavoro in cui sono gli alunni stessi a leggere un testo e a fare un'ipotesi sulle etichette. Cioè sarebbe interessante anche coinvolgerli dall'altra parte del discorso. Quindi non soltanto che loro debbano andare ad applicare quello che io ho già in mente, ma che possono fare un lavoro creativo. A volte da queste, quando ho fatto analizzare la prima bucolica, sono venute fuori delle cose a cui io non avevo pensato. Cioè hanno applicato delle etichette che io non immaginavo. Hanno... trovato una sfumatura di significato a cui io non avevo mai riflettuto e che dai libri non avevo mai nei libri non avevo mai trovato quindi È bellissimo fare il lavoro e ti dà quel metodo, ma anche tutto ciò che sugge al metodo, cioè quelle cose che gli alunni hanno a volte, quei colpi, quei lampi di genio, anche quelle sono interessanti, quindi è importante non soltanto prepararsi l'attività e farla eseguire, ma anche poi la fase di restituzione e di socializzazione dell'attività fatta. perché lì possono venire fuori delle cose belle, cioè che non c'è un errore nell'applicazione dell'etichetta, ma che c'è un'interpretazione che porta a non applicare quell'etichetta come l'insegnante aveva previsto. Quindi l'insegnante lì, in quel caso, deve comunque fare presente che, quando si parla per esempio di analisi del testo, deve fare presente che la lingua letteraria ha proprio questo di bello, la polisemia. la possibilità di esprimere diversi significati noi finora siccome abbiamo parlato di traduzione e più degli aspetti morfosintattici non ci siamo posti questo problema, però invece nell'analisi del testo che si può fare con l'inda che anzi è più divertente da fare con l'inda, fa emergere proprio questo quino, cioè che a una parola si possono applicare più di un'etichetta e pensate che discussione bellissima può venire fuori da questo hanno Abbiamo un esempio concreto di cosa significa polisemia, mentre magari spiegata la cosa teoricamente rimane un po' priva di significato. Invece con questo tipo di attività vanno a sperimentarlo, che su quella parola tu puoi applicare due etichette, che quella parola può esprimere sia un'emozione che un'altra cosa. Può essere interpretata anche in due modi. E quindi, attività bellissima. Va bene, vi ricordo, perché Michela non mi ha detto altro, di ricordarvi di fare quell'intervista, quella cosa lì, in cui c'era quel QR code, e basta. E se c'è, la filologia come scienza storica. Esatto, la filologia, voglio chiudere con questa idea, mai c'è stato secondo me un periodo storico in cui la filologia come la facciamo noi classicisti, eroi della modernità, è stata indispensabile. La filologia, cioè il distinguere, la ricerca, come dire, il potere smascherare. il fake, il poter comprendere l'origine dei testi, ricercare da dove vengono, qual è la loro storia, perché hanno avuto quella storia. Io introduco ormai sempre, ma c'è stato un periodo in cui sia stato così necessario avere una mentalità filologica, cercare l'origine. Vi dico quest'ultimissima cosa, sto spiegando le baccanti in quinta, si parlava a un certo punto dei capelli di Dioniso, si parlava del fatto che si insiste spesso nelle baccanti sul fatto che Dioniso ha i capelli lunghi, ricci, e si parlava del significato dei capelli in generale, io parlavo di Pasolini che ha scritto un articolo bellissimo sui capelloni all'inizio degli anni settanta, parlavamo dei capelli eccetera, al che una mia alunna mi dice, io sapevo che i capelli ricci significano… insomma applicava un'interpretazione di così dove hai trovato questa informazione e lui dice ah non lo so mi ricordo e così dopodichè dopo qualche giorno mi manda un link dove aveva trovato questa informazione sul sito di un parrucchiere di un estetista quindi non aveva nessuna fonte Non era basata su niente, non aveva una fonte autorevole, era il parere di una signora che pettinava, che di mestiere faceva la parrucchiera. L'importanza di arrivare alle fonti delle nostre informazioni e di mettere a confronto fonti, di assegnare un valore alle fonti, di fare quella che veniva chiamata prima che noi facevamo la critica delle fonti. La signora ha tutto il suo diritto di dire che cos'è per lei il capello riccio, però se invece abbiamo delle attestazioni iconografiche, se abbiamo delle fonti a cui assegniamo un valore più... che ci sembrano più fondate, facciamo la critica delle fonti e vediamo quale informazione è più degna di credito, quale è più fondata, quale si basa su dati, su ragionamenti, su evidenze scientifiche, su consenso, su tante cose. Va bene, allora carissimi vi ringrazio di essere stati così numerosi anche se questo c'ha... purtroppo ci ha costretto a farvi spostare da Meet a qui vi saluto se ci sta sentendo la nostra Laura vuole dare un saluto a tutti quanti per qualsiasi cosa faccio un saluto al posto di Michela che purtroppo è dovuta è dovuta andare però vi ringraziamo per la partecipazione ci scusiamo ancora per il passaggio di qua pensavamo che fosse utile per voi è un modo migliore per partecipare per qualsiasi cosa comunque riceverete la stessa cosa perché MIT non sostiene una partecipazione quindi è stato per poter meglio gestire il numero considerevole bene, noi siamo qui se vuole avere ulteriori informazioni sull'inda o vuole sapere come usarlo nelle proprie classi eccetera FEM fa tantissimi webinar, laboratori quindi sarete diciamo informati assolutamente, vi auguriamo una buona serata e riceverete via mail il vostro attestato di partecipazione e la registrazione che sarà disponibile anche sul nostro canale di Youtube una buona serata a tutti e via d'erte