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La Filosofia di Hegel e la Rivoluzione

Eccoci qui con un'altra puntata su Hegel. Nella scorsa puntata abbiamo conosciuto un gigante della filosofia moderna, un grande professore di filosofia della sua epoca. Oggi approfondiamo, seppur in modo sintetico, i primi scritti del giovane Hegel, che abbiamo visto essere legati alla teologia e all'etica. Prima di iniziare ricordiamoci una cosa fondamentale della vita di Hegel, ossia il fatto che fu particolarmente colpito dalla rivoluzione francese e dai suoi principi di libertà. e di uguaglianza. Secondo Hegel, per poter rivoluzionare la politica di un paese è necessaria prima una rivoluzione del suo popolo, in quanto a morale e religione. Quindi, prima il popolo si trasforma dal punto di vista morale e religioso, attuando una rivoluzione del cuore, o per usare un termine in uso oggi una rivoluzione culturale, e solo successivamente può trasformare la politica. Prima quindi ci vuole una rivoluzione interiore, prima del singolo uomo e poi del popolo e della sua cultura. Infatti questo è un punto focale. Prima di tutto la rivoluzione deve partire da ogni singolo uomo e poi a macchia d'olio espandersi a tutto il popolo cambiando così la cultura del paese. Come vedi, Hegel non si occupa solo di religione perché comunque si focalizza anche sulla politica creando così un'unione tra religione e politica che è inscindibile. Ti hai di conto del contesto socio culturale nel quale viveva Hegel? Stiamo parlando della Germania a cavallo tra 700 e 800. una Germania che nel Cinquecento aveva avuto uno scossone interno con la riforma protestante di Lutero, che aveva separato dal punto di vista religioso in due la Germania, con alcuni cattolici e altri protestanti. E la religione aveva inevitabilmente influenzato la politica. Prendendo la parola riforma, possiamo dire che secondo Hegel la politica può essere riformata solo se avviene prima una riforma culturale del popolo. Questa riforma culturale deve cancellare l'impianto sociale precedente, che si basava sulla supremazia dei nobili e sulla stabilità delle diverse classi sociali. La spinta propulsiva verso questa rivoluzione culturale è la naturale ricerca della libertà e dell'uguaglianza da parte dell'uomo, che sono appunto i principi della rivoluzione francese. Quindi solo attraverso questa maturazione culturale del popolo si può arrivare ad una rivoluzione politica, ad un cambiamento anche politico. Questa maturazione culturale, abbiamo detto, che deve passare anche attraverso una nuova visione di religione, una religione libera di esprimersi e soprattutto caratterizzata dalla comunanza dei cuori, cuori che si uniscono insieme in un popolo che è unito appunto insieme da Dio. In questo modo una persona può trovare il riflesso di Dio in un'altra persona. Le prime due opere scritte da Hegel sono La vita di Gesù e La positività della religione cristiana, dove passa da una visione kantiana ad una. post-kantiana e della sua critica a Kant ne parleremo in un video dedicato. Io in questa puntata mi voglio invece soffermare su quella che è l'opera giovanile più interessante, pubblicata tra il 1798 e il 1799 a Francoforte, è intitolata Lo spirito del cristianesimo e il suo destino. In quest'opera Hegel ripercorre a livello filosofico la storia del popolo ebraico, contenuta nella Bibbia. dal diluvio universale fino ad arrivare alla diaspora. Secondo Hegel il diluvio universale segna una scissione, una divisione tra il popolo ebreo e la natura, una natura che si ribella, una natura che uccide attraverso un diluvio, che spazza via ogni cosa, qualsiasi cosa che incontra, tranne l'arca di Noè e le persone, gli animali che erano al suo interno. Questo evento così drammatico per il popolo ebraico lo ha portato a rifugiarsi nella fede, a credere in Dio. e a trovare rifugio in lui. Quindi secondo Hegel la natura cattiva, imprevedibile, castigatrice viene contrapposta alla figura di un Dio che salva, che protegge, che ama e a cui è sottomesso non solo l'uomo ma anche la natura stessa. Sempre secondo Hegel il popolo ebreo ha quindi scelto di focalizzare la sua attenzione su Dio, questo Dio amorevole ma che allo stesso tempo è anche molto geloso, che vuole che gli ebrei si dedichino a lui in modo totale. in modo totalizzante, allontanandosi anche dagli altri popoli, perché si crea così un divario tra il popolo eletto da Dio, che è appunto il popolo ebreo, e tutti gli altri popoli. In questo modo il popolo ebreo non solo ha come nemico la natura, ma si è persino inimicato tutti gli altri popoli. Praticamente, secondo Hegel, il destino segnato degli ebrei è un destino che si sono scelti loro, con le loro decisioni, con la loro chiusura in se stessi. Però ad un certo punto, succede qualcosa, arriva una rivoluzione, questa rivoluzione ha il nome di Gesù che porta un messaggio di amore e di fratellanza di tutti gli esseri umani che sono uguali di fronte a Dio, a prescindere dal fatto che siano ebrei o no, e che si contrappongono due mentalità diametralmente opposte, da un lato la mentalità chiusa e ovattata degli ebrei e dall'altro la la mentalità di Gesù che si avvicina molto alla mentalità greca dell'epoca, una mentalità aperta, libera, dove il rapporto con la natura è un rapporto armonioso e rispettoso della natura stessa, in spirito di bellezza, come dice Hegel. Quindi da un punto di vista di un'epoca, un lato abbiamo l'ebraismo che rappresenta la scissione, la divisione e quindi l'infelicità, mentre dall'altro abbiamo la grecità che rappresenta l'armonia tra gli uomini, l'armonia tra uomo e Dio e l'armonia tra uomo e natura. Hegel esprime quindi una forte ammirazione per la greciità dell'epoca, solo che bisogna poi ammettere che sia i greci che Gesù furono sconfitti alla fine. I greci e la loro armonia e spirito di bellezza sono stati soverchiati dall'età moderna che secondo Hegel va proprio rivista, va proprio riformata. Dall'altro lato abbiamo Gesù che è stato ucciso per mano proprio del suo popolo, dal popolo eletto, perché non ha capito il suo messaggio rivoluzionario, il messaggio d'amore che portava. Però Hegel è ottimista nella possibilità che nell'epoca di Gesù, che è stato ucciso per mano proprio del suo popolo, l'età moderna si possa ritrovare quello spirito di bellezza che avevano i greci e che aveva il messaggio di amore di Gesù Cristo. Per fare ciò è necessaria una rivoluzione religiosa che crei una nuova religione che si basi proprio sulla figura di Gesù, che dovrebbe essere il collante di tutto, il collante tra gli uomini, tra l'uomo e Dio e tra il dovere razionale e la natura sensibile. Nella sua maturità Hegel invece propone una nuova soluzione e la propone nell'opera Fede e Sapere. In quest'opera è la filosofia la soluzione, il collante di tutto, l'unica che può conciliare e unire gli uomini e l'uomo con Dio. Quindi se Hegel giovane sosteneva che dovesse essere la religione a far partire la rivoluzione dello spirito dell'uomo e dei popoli, Hegel maturo confida nella ricerca filosofica e nell'evoluzione storica, entrambe caratterizzate da un pensiero più scientifico e rigoroso rispetto alla religione. Nella prossima puntata scoprirai le tre tesi fondamentali del sistema hegeliano, una base di partenza necessaria proprio per conoscere tutta la filosofia di Hegel.