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Anassimene e la filosofia dell'aria

Barba Sofia presenta la storia della filosofia occidentale, lezione numero 7, Anassimene e l'aria. La filosofia di Anassimene, l'ultimo rappresentante della scuola di di Mileto è strettamente legata a quella dei suoi predecessori. Come Talete infatti individua l'archè in un elemento della natura, concreto e determinato, ma come Anassimando ritiene che tale principio debba essere una sostanza infinita e in movimento. Anassimine nacque a Mileto probabilmente verso il 586. e morì intorno al 528-525 a.C. Assai scarse sono le notizie sulla sua vita. Fu certamente discepolo e amico di Anassimandro dal quale ereditò forse la direzione della scuola. Espose il suo pensiero in un trattato sulla natura di cui sono giunti a noi due frammenti di cui per uno è molto e molto dubbio. Secondo la notizia di Diogene Laerzio l'opera di Anassimene aveva uno stile semplice e chiaro. In un'epoca in cui la scrittura in prosa era ancora relativamente recente, la lingua filosofica si caratterizzava soprattutto per uno stile poetico ed evocativo come quello di Anassimandro e forse ancor più di Eraclito. Anassimene scrive invece una lingua semplice, una lingua non ricercata. Dunque... Anassimene come l'ultimo grande dei Milesi, il grande prosecutore della tradizione di Talete di Anassimandro, mentre però il suo maestro Anassimandro preferiva un registro espressivo caratterizzato da immagini grandiose e pesca ancora i richiami mitici presenti nella filosofia di Anassimandro, ebbene, mentre il suo maestro preferiva questo linguaggio più elevato, più aulico, Anassimene predilige uno stile più concreto. che presenta somiglianze con quello poi della prosa scientifica del secolo seguente, anzi dei secoli seguenti. Certamente però è un continuatore di anassimandro nell'approccio naturalistico-scientifico e più un prosecutore di Nassimandro di quanto non lo sia di Talete. Nassimandro si occupò di astronomia e di meteorologia, riteneva che la Terra fosse piatta, disposta al centro del cosmo e sostenuta dall'aria. I corpi celesti anch'essi più piatti erano considerati come foglie di fuoco infisse nel cielo. Essi non si muovono sotto la terra ma girano intorno al mondo che il berretto si avvolge intorno al nostro capo così come appunto il berretto si volge attorno al nostro capo l'alternarsi del giorno e della notte dipende dal fatto che il sole viene a essere nascosto dallo schermo delle montagne che la sua orbita incontra a settentrione. Per questo motivo dunque Simene lo possiamo considerare più che mai un prosecutore della tradizione scientifica naturalistica della scuola di Mileto. Il principio di tutte le cose è l'aria che è più che mai un punto di incontro tra l'archè di Talete e l'archè di Anassimandro. Dunque come talete individua l'archè in un principio concreto, l'aria, ma come Anassimandro individua l'archè in una sostanza infinita, in movimento, l'aria appunta. Appunto, essa è sostanza sempre mobile e infinitamente estesa e capace di espandersi ovunque. Al contrario però dell'Ape e Ron di Anassimandro, che principio estratto e determinato, l'aria è tuttavia un elemento definito e qualitativamente determinabile. Quello che per Anassimandro è il principio di tutte le cose, l'infinito, diventa così per Anassimio solo un attributo di un principio più adeguato che è l'aria. Per Anassimandro la realtà era costituita da due elementi, l'uno finito, l'arche e l'altro finito, il mondo fisico. Per Nassimene invece il tradualismo non esiste e diventa un principio, quello della natura, concretamente determinabile sul piano sensibile, l'aria, è immediatamente riferibile, percepibile. dall'uomo, riferibile all'uomo e percepibile dall'uomo. Ecco dunque che rispetto al maestro prevale l'ultimo dei filosofi di Mileto una considerazione del problema del principio più concreta che corregge la teoria di Anassimandro in un senso più vicino alle nostre esperienze, le esperienze che l'uomo fa della natura. Di Anassimandro Anassimine mantiene l'esigenza che l'archè sia un principio infinito, sia un principio che non è un principio infinito, che determina anche muovendosi tutte le cose. Come si genera il mondo? Come si genera il cosmo? La cosmogonia di Anassimene è più semplice rispetto a quella di Anassimandro, dall'aria che è il principio di ogni mutamento hanno origine tutte le cose. La differenza tra gli elementi, il differenziarsi degli elementi dall'archè avviene in base a due processi, quelli di rarefazione, Manosis è di condensazione, Fignosis, per cui l'aria è soggetta a rarefarsi, cioè passare dall'aria al fuoco, o a condensarsi, cioè passare dall'aria, passare all'acqua per arrivare alla terra. La parte condensata dell'aria diventa fredda, quella rarefatta calda. Dall'aria così nascono i due contrari fondamentali. il caldo e il freddo, essi sono il risultato del movimento dell'aria e pur distinguendosi permangono all'interno dello stesso principio che li ha generati. La stessa aria infatti è calda e fredda o arrefatta o condensata a seconda del movimento cui viene sottoposta. Dai due contrari fondamentali derivano poi tutti gli altri elementi, arrefacendosi l'aria diventa fuoco, condensandosi genera i venti, poi le nuvole, l'acqua, la terra, la pietra. E'probabile addirittura che Nassimene pensasse come Nassimandro a un movimento dell'aria di tipo vorticoso, in grado di dare impulso al divenire, tutte le cose. L'intero processo generativo ha un andamento ciclico, il mondo si genera dal principio e in esso alla fine si dissolve e ciò si ripete per gli infiniti cicli cosmici che danno origine a infiniti mondi di cui l'universo si compone. In questo modo il processo di generazione di tutto il mondo è un processo di generazione. Tutte le cose dall'aria viene spiegata in base al variare del grado di densità della sostanza originaria. L'archè dà luogo alla molteplicità delle cose. L'archè produce il molteplice. E il molteplice è ciò che caratterizza il mondo. In polemica poi, permanente, con i milesi saranno i seguaci di Parmede. Le differenze qualitative tra le cose vengono ricondotte a differenze quantitative relative alla maggiore o minore quantità di aria che è presente nelle cose. Talete aveva voluto che l'acqua sorraggiasse la terra invece, invece per Anassimene sarà appunto l'aria. L'aria come principio... è fondamentale come cambiamento ma nell'individuazione dell'aria come principio non fu probabilmente strano ad Anna Simene l'ovvia considerazione dell'importanza che ha l'aria per quanto riguarda la vita dell'uomo per quanto concerne la risperazione ed ecco qua l'immagine stupenda di un cosmo come un grande organismo animato da un unico soffio vitale. Il soffio vitale, Pneuma, è il principio vivificatore che anima il mondo. E analogamente l'aria è ciò che noi respiriamo, in quanto soffio vitale è dunque elemento fondamentale per la vita dell'uomo. La frazione consiste nel tenerci insieme, nel farci vivere, essa è, dice Anassime, nel segno della presenza in noi di un'anima psiche. Nell'uomo agisce dunque lo stesso principio e governa le cose del mondo, tutto è aria e così l'aria sorregge la terra, muove gli elementi, anima la vita anche. dell'uomo, anima, la vita anche dell'uomo. Leggiamo un passaggio, un passaggio di proprio Anassimine per cercare di supportare, un passaggio tratto appunto dai presocratici. Anassimine, figlio di Euristrato, Milesio sostenne che l'aria è il principio delle cose, dall'aria tutto deriva e in essa poi tutto si risolve, come l'anima nostra e gli dice che aria ci tiene insieme con il soffio e l'aria abbracciano tutto il mondo dice nello stesso senso aria e soffio con questa lezione si chiude il primo ciclo di barba sofia racconta la filosofia occidentale si chiude il ciclo della scuola di mileto la prossima lezione sarà dedicata a pitagora