I pasticciotti presentano gli Etruschi, un popolo avvolto nel mistero. Quella degli Etruschi è la prima grande civiltà italica, che ebbe inizio attorno all'800 a.C. e terminò nel 396 a.C. con la conquista della città di Veio da parte dei Romani.
Gli Etruschi vivevano in Etruria. Il territorio colorato in rosso sulla cartina, corrispondente agli attuali Toscana, Umbria e Lazio settentrionale. In verde invece vedete i territori successivamente conquistati dagli Etruschi, che si espansero a nord nell'attuale Emilia-Romagna e a sud in Campania.
Ma iniziamo con i quesiti misteriosi. Quali sono le origini di questa civiltà? E da dove venivano gli Etruschi?
Secondo una prima ipotesi prospettata dallo storico erodoto, gli Etruschi provenivano dalla Lidia, una regione dell'odierna Turchia, e arrivarono in Italia guidati dal mitologico re Tirreno. Non a caso, i greci chiamavano gli Etruschi Tirreni e il mare che lambisce le coste toscane porta ancora questo nome. Secondo la versione di Dionigi di Alicarnasso, però, gli Etruschi erano autoctoni, erano cioè stanziati sul territorio italico già dall'epoca preistorica, e lì erano nati. Ciò detto, quale di queste due ipotesi è più corretta? Sembra più convincente la seconda.
Recenti scavi archeologici, infatti, dimostrano che molte città etrusche sono sorte dall'unione dei villaggi preistorici villanoviani, che si trovavano soprattutto in territorio emiliano e tirrenico. Inoltre, in seguito allo studio dei resti ossei rinvenuti nelle necropoli etrusche, non è emersa nessuna corrispondenza tra il DNA degli etruschi e quello della popolazione turca. Ciò dimostrerebbe che gli Etruschi derivino dalle civiltà preistoriche villanoviane che erano presenti sul territorio italico.
E ora un altro aspetto misterioso di questo popolo. Qual era la lingua scritta e parlata dagli Etruschi? Gli Etruschi furono il primo popolo italico ad usare la scrittura. usando quasi tutte le lettere dell'alfabeto greco tranne la B, la D e la O e scrivendo da destra verso sinistra.
Ma la loro lingua non era indoeuropea, non era cioè riconducibile a quella lingua comune da cui poi derivarono quasi tutte le lingue parlate in Europa e in Asia. Per questo l'etrusco è difficile da studiare. Inoltre abbiamo a disposizione solo testi molto brevi, come alcune iscrizioni funerarie rinvenute sulle tombe. Quindi ad oggi siamo riusciti a decifrare solo brevi frasi in etrusco, ma testi più lunghi restano ancora un mistero.
Il testo più lungo in etrusco è la cosiddetta mummia di Zagabria. Nel XIX secolo un viaggiatore croato acquistò in Egitto la mummia di una donna. Questa mummia, che ora si trova al museo di Zagabria, era avvolta da bende di lino, su cui era scritto il testo etrusco più lungo mai ritrovato.
Si tratta di un testo sacro e in particolare di un calendario rituale, scritto in un libro che poi venne tagliato per ricavare le bende da usare nella mummificazione. Gli Etruschi non formarono mai uno stato unitario. ma erano organizzati in città-stato indipendenti, che talora sorgevano sulle colline, in modo che gli abitanti potessero controllare il territorio circostante, ma spesso sorgevano anche sulla costa e avevano un porto sul mare.
Tutte le città comunque avevano sempre alte mura di protezione, con varie porte di ingresso con il tipico arco a volta. Dentro alle mura si ergevano abitazioni più o meno grandi e aree templari con edifici di culto dedicati alle divinità. Per quanto riguarda l'organizzazione sociale, in origine le città stato-etrusche erano governate da un Lucumone, che era una specie di re sacerdote. Egli si trovava al vertice della piramide sociale.
Nel gradino piramidale sottostante a quello del Lucumone c'erano i nobili, che eleggevano il re. Si trattava di una casta privilegiata, tra cui spiccavano sacerdoti, magistrati e guerrieri. Nei gradini più bassi si trovavano artigiani, contadini e mercanti. E infine, nell'ultimo gradino c'erano gli schiavi. Dal VI secolo a.C.
le città etrusche si organizzarono in repubbliche aristocratiche, in cui il potere era detenuto dai nobili, e queste repubbliche si riunivano tra loro in confederazioni, come la Lega Etrusca o la Lega delle Dodici Città, detta anche Dodecapoli, a cui aderivano Arezzo, Cervetteri, Cortona, Chiusi, Orvieto, Populonia, Roselle, Tarquinia, Veio, Vettulonia, Volterra e Vulci. I rappresentanti delle dodici città si riunivano ogni anno in un luogo sacro, dove venivano celebrati giochi e riti religiosi. Dal punto di vista dell'economia, gli etruschi praticavano l'agricoltura coltivando soprattutto cereali, legumi, ulivo e vite.
Ma praticavano anche la pastorizia e l'estrazione dei metalli, tra cui ferro, rame, stagno, zinco, oro e argento. Erano abili artigiani e furono il primo popolo a fare la sua cultura. Italico a costruire attrezzi e utensili in metallo come zappe, aratri e falci, ma forgiavano anche armi ed erano raffinati orefici.
Tant'è che misero a punto di due tecniche di lavorazione dei metalli preziosi, la granulazione che consisteva nel saldare una vicino all'altra piccolissime sfere d'oro e la filigrana che consisteva nell'intrecciare sottilissimi fili d'oro. Inoltre gli etruschi erano abili ceramisti. Inizialmente lavoravano e decoravano i vasi in modo simile a quello dei greci, ma poi inventarono il bucchero, una ceramica nera e lucida ottenuta mescolando all'argilla il carbone vegetale.
Divennero una delle potenze marinare dell'epoca e avviarono intensi scambi commerciali con i popoli del mar Mediterraneo. Dopo aver conquistato i territori della bassa padana, fondarono la città portuale di Spina, che sorgeva presso il delta del Po e da lì presero il controllo dell'Adriatico. Ma va detto che erano dediti anche alla pirateria, assaltavano cioè le navi di altri popoli e rubavano gli oggetti più preziosi.
Le donne etrusche avevano molta più libertà rispetto alle donne greche o romane. Sapevano leggere e scrivere e partecipavano alla vita politica e sociale esattamente come gli uomini. Concludevano trattative commerciali e potevano partecipare liberamente ai banchetti, che invece erano assolutamente proibiti alle donne greche e romane, le quali erano relegate all'ambiente domestico e dovevano obbedire al padre e al marito.
Inoltre, le donne etrusche curavano molto il loro aspetto, truccandosi e indossando gioielli e preziose cinture. Per quanto riguarda la religione, gli Etruschi erano politeisti e adoravano in particolare tre divinità molto simili a quelle greche. Tinia, che era la divinità principale, e veniva raffigurata con un fulmine, esattamente come il greco Zeus.
Uni, che era la moglie di Tinia, molto simile alla dea greca Hera. E infine Menerva, che era la dea della strategia, della guerra, dell'arte, della scuola e della cultura. del commercio.
Da essa deriverà la dea romana Minerva, che nella mitologia greca corrisponde alla dea Atena. Come Atena, anche Menerva era nata dalla testa del padre, il dio Tinia. A differenza dei greci però, gli etruschi credevano che il destino fosse già stabilito e che le preghiere degli uomini non potessero cambiarlo.
Pertanto si limitavano a prevedere il futuro interpretando segni e prodigi. I sacerdoti indovini che dovevano interpretare questi segni erano gli auguri, che interpretavano il volo degli uccelli, e gli aruspici. che interpretavano le viscere degli animali e in particolare il fegato per cercare di capire se il presagio era favorevole o negativo. Gli etruschi credevano nella vita dopo la morte e per questo prestavano grande attenzione al rito funebre e alla sepoltura.
al punto che realizzarono delle necropoli, ovvero delle città dei morti, progettate sul modello delle città dei vivi, con tanto di strade, mura, piazze e così via. Le tombe erano costituite da più stanze, come se fossero vere e proprie case. E le pareti erano abbellite e decorate con affreschi che riproducevano scene di vita quotidiana, come banchetti, feste o attività lavorative. Esistevano tre tipi di tombe, le tombe ipogee scavate sottoterra o nella roccia, le tombe a tumulo ricoperte con materiale di scavo in modo da formare piccoli cumuli arrotondati di terra e infine le tombe a edicola simili a piccoli templi di pietra. I corpi dei defunti erano posti in sarcofagi.
Tra i più famosi ricordiamo il sarcofago dell'obeso etrusco e quello degli sposi. Si usavano però anche vasi funerari o canopi in cui venivano messe le ceneri del defunto. Gli Etruschi, con la loro profonda cultura e le loro raffinate abilità, diedero un contributo decisivo alla storia dell'Europa e dell'Italia, plasmando per molti versi i Romani, a cui lasciarono un'eredità consistente, che ancora oggi fa parte della nostra quotidianità.
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