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Architettura e Decorazione del Palazzo Te

nel 1525 marchese di mantova federico ii gonzaga affidò a giulio romano uno dei migliori allievi di raffaello che senz'altro avete già sentito nominare la realizzazione di una villa suburbana sull'isola del telethon da cui il nome appunto palazzo te il complesso fu progettato al di sopra appunto di un'isola che sorgeva in uno dei laghi oggi parzialmente interrati che all'epoca circondavano la città di mantova e in cui fu il federico gonzaga appassionato di cavalli di razza aveva già sistemato le sue celebri scuderie che saranno integrate poi nel grandioso progetto dell'artista vi faccio vedere oggi come mantova quindi qua c'è tutto su una stata una bonifica rispetto ai vari laghi e palazzo te oggi si trova in questa posizione mentre originariamente avevo fatto rivedere probabilmente immagino sia questo si trovava praticamente attorniato dalle acque allora dicevamo nasce come dimora di campagna in qualche modo che dovevo evocare dunque le domus romane guardate in particolare le forme il complesso di venne però nel tempo una vera e propria sede di rappresentanza di corte non solo teatro di feste e ricevimenti ma che sfondo di incontri politici ufficiali osserviamo la pianta gli ambienti residenziali distribuiti su un livello più un mezzanino si sviluppano attorno a un cortile fosse meglio se lo faccio vedere negozi ok si sviluppato dicevo attorno ad un cortile d'onore di forma quadrangolare al di là del quale oltrepassando una loggia si apre il giardino chiuso da una sulla destra da un basso edificio destinato appunto alle scuderie ed è finito invece sul fondo da un'ampia esedra semicircolare di cui non si è certi fosse appunto nel progetto originario di giulio romano andiamo a vederlo esternamente quindi ora vi farò vedere delle immagini della facciata principale in particolare allora esternamente dicevamo la facciata ricorda quella di un palazzo cittadino rinascimentale è presente in particolare un finto bugnato perché dico finto perché si tratta di stucco quindi di stucco che simula dei conci di pietra questo bugnato è intervallato da una serie di parate le vediamo qua di ordine tuscanico e in ordine anche gigante che sospese su un alto zoccolo sorreggono una trabeazione dorica con fregio quindi ve lo ricordate ammetto e triglifi che si alternano tra le lesene si aprono poi ampi finestroni architravate vi faccio notare appunto il piano quello reale e quello poi del mezzanino e [Musica] che in qualche modo vengono incorniciati no queste minestroni da un bugnato rustico che va come a sporgere verso l'esterno giulio romano si diverta inserire lo vedremo dopo nel dettaglio una serie di impercettibili variazioni poi faccio vedere un'altra immagine che denunciano in qualche modo il suo desiderio di infrangere le regole dell'architettura classica osserviamo per esempio la facciata verso il giardino che si presenta come una loggia l'appoggio anticipato articolata in una serie di seriane che cosa sono le seria ne sono tre aperture di cui solo quella centrale ad arco quindi è un ritmo che si sussegue in una serie di trabeazione arco trabeazione e via dicendo non guardate il timpano perché non è originale ma è stato ha aggiunto successivamente queste serie di seriane questa loggia si va ad diciamo affacciare su queste due ampie vasche ad acqua dovrei avere un'immagine anche qua dell'altro lato che sono attraversate da questa sorta di ponticiello ad arcate come vi dicevo diversi sono i motivi eccentrici che rompono le regole dell'architettura classica re interpretato da giulio romano mediante l'applicazione del principio della varie tasse cioè della varietà all'interno di un omogeneità non senza dobbiamo aggiungere un pizzico di ironia vi faccio vedere alcuni dettagli le facciate ad esempio a questo l'immagine della loggia vista dall'interno dal passaggio dicevo le facciate si presentano tutte come diverse l'una dall'altra quindi si multano in qualche modo di uno squilibrio anticlassico come anche dobbiamo aggiungere la compresenza di bugnato liscio e rustico messi insieme in qualche modo oltre a questo alcune colonne altro esempio eccole qua quelle proprie del del vestibolo d'ingresso risultano con dei fusti in maniera bizzarra mente non grezza tano quindi contrapposti ha delle basi invece e capitelli anche rifiniti non solo le colonne ma vediamo anche qua queste paraste a pareggio poi altri esempi di questa bizzarria di questa fantasia sono quali vediamo già qua questa serie di triglifi che sembrano pari scivolare verso il basso spezzando l'architrave introducendo quindi un elemento di instabilità all'insieme architettonico ora facciamo una carrellata un po all'interno perché giulio romano non si occuperà solamente della progettazione architettonica ma anche della decorazione ovviamente come una serie di aiuti di ieri dell'interno del palazzo e vediamo ad esempio ecco questa è un'altra immagine che insomma persa prima delle vedete anche esternamente abbiamo delle facciate diverse quindi questa fase di test ma come dicevamo prima vediamo alcune decorazioni come la scala dei cavalli in cui sono rappresentate alcuni purosangue con tanto di nome addirittura scritto sotto che faceva una parte appunto della preziosa collezione che aveva il nostro gonzaga la sala poi di amore psiche è dedicato ai banchetti e ricevimenti tutta affrescata con scene tratte da apuleio e infine vorrei soffermarmi sulla sala dei giganti realizzata da giulio romano i suoi aiuti tra i 1.500 31 e il 1534 allora il tema iconografico è quello della gigantomachia lo conoscete ispirato le metamorfosi in cui io video narra di un assalto scongiurato dall'intervento eccolo qua di giove e giunone da parte dei giganti al monte olimpo quindi nel tentativo proprio di scalare il monte olimpo da parte dei giganti si tratta forse di un omaggio da parte di federico ii all'imperatore carlo quinto il quale nel 1530 quindi l'anno precedente all'inizio di questa decorazione lo aveva insignito del titolo ducale che cosa fa giulio romano nella sala dei giganti giulio romano crea uno straordinario capolavoro di potenza illusionistica come mai s'era visto prima nella storia dell'arte gli affreschi si stendono uniformemente su tutte le pareti compresi gli zoccoli e le aperture praticamente e il soffitto della sala addirittura viene praticamente [Musica] arrotondato negli angoli vedete per accentuarne quindi il senso di avvolgenza quindi giulio romano va eliminare di fatto ogni distinzione tra pareti e soffitto e addirittura il pavimento che oggi non è più quello originale contribuiva in questo senso di straniamento e finzione poiché era leggermente concavo verso il centro e realizzato in grande i ciottoli di fiume chiaramente ci troviamo in un teatro in un teatro dove c'è una narrazione continua che va a distruggere letteralmente la percezione di queste pareti dandone spettatori la sensazione di essere proiettati all'interno del mito e in questo spaventoso tumulto paesaggio e architettura lo vedete rovinano sui giganti oppressi dalle nuvole su quest'anno le idee torniamo a vederle e schiacciati praticamente tra i massi tra le colonne spezzate tra gli architravi rotti andiamo a vedere in particolare trovo la parete eccola qua tra gli architravi rotti no dicevamo le colonne spezzate e ammassati l'uno sull'altro con questi volti guardateli stravolti grotteschi i loro corpi sproporzionatamente grandi e caricaturali come se fossero in questo momento sorpresi da una frana provocata dall ira di giove che è rappresentato l'abbiamo visto poco più in alto insieme ad altre divinità in una spirale di nuvole che va a culminare in un culo lo vediamo meglio qua è chiuso da una cupola cassetto nata e sostenuta da un improbabile loggiato lo vedete qui anulare che poggia su una balaustra si tratta di un evidente paradosso architettonico e se volete strizza anche l'occhiolino alle licenze manieriste che abbiamo visto nell'architettura di palazzo te la sensazione complessiva è quella che il gigante quindi attirati da una misteriosa forza centripeta crollino perso lo spettatore provinando quindi verso il centro della sala