Buongiorno e bentrovati ad un nuovo appuntamento di educazione civica, cambiamento climatico, non abbiamo un pianeta B, è ora di costruire scuole e città sostenibili. Questo Il titolo della lezione incontro di oggi, che è dedicata, come sempre, a tutte le classi delle scuole secondarie, di primo e di secondo grado. Sono tantissime le classi, anche in questa puntata, che si sono iscritte e che parteciperanno a questo evento.
Come potranno partecipare? Come sempre, seguendoci sulla diretta, sui nostri canali social, sulla pagina Facebook, sul canale YouTube, dove... potrete anche scrivere i vostri commenti, le vostre domande per i nostri ospiti.
Dunque, ancora una volta una lezione con la partecipazione e l'interazione da parte dei ragazzi, degli studenti, delle classi italiane. Ricordo che è la sesta lezione, ne abbiamo svolte una al mese, finora in questo anno scolastico, e poi andremo a concludere il mese di aprile con l'ultimo appuntamento. E dunque oggi, come vi dicevo, la lezione tocca il tema cruciale, purtroppo sempre più attuale, del cambiamento climatico, delle trasformazioni connesse, il cambiamento climatico con l'aumento delle temperature a livello mondiale dipende in buona parte dalle attività umane, purtroppo, come sappiamo, poiché la Terra è un sistema in cui tutto è connesso, i cambiamenti in un'area possono influenzare i cambiamenti in tutte le altre.
Ne parleremo. delle conseguenze del cambiamento climatico sulla Terra, soprattutto di quello che possiamo fare noi in prima battuta per poter risolvere o comunque per poter attuare questo problema e cercare insomma con i nostri comportamenti di poter intervenire. Vedremo come, lo faremo con gli esperti, lo faremo con due ospiti. che parteciperanno alla nostra trasmissione allora vado subito a presentarli in collegamento do il benvenuto a stefano caserini professor stefano caserini ingegnere ambientale dottore di ricerca in ingegneria sanitaria svolge da anni attività di ricerca nel settore dell'inquinamento dell'aria delle strategie di riduzione dei gas clima alteranti della comunicazione del problema dei cambiamenti climatici e dei processi per la rimozione di CO2 dall'atmosfera al Politecnico di Milano, insegna mitigazione dei cambiamenti climatici, mentre all'Università di Parma, dove è delegato del Rettore sul tema cambiamenti climatici, insegna valutazione di impatto ambientale. Salve, buongiorno Prof. Caserini, grazie di essere qui.
Buongiorno, buongiorno. Grazie, grazie. Professore, vado a salutare anche l'altro nostro ospite che è Francesco Petrelli, responsabile relazioni istituzionali Dipartimento Campagna e Cittadinanza Attiva di Oxfam. Italia che è un'organizzazione non governativa che fa parte del network mondiale Oxfam che si distingue anche per la produzione di importanti rapporti sulla disuguaglianza anche climatica e per l'impegno concreto nel ricercare e realizzare percorsi di sviluppo sostenibile.
Buongiorno Francesco e grazie. Buongiorno a voi e ai ragazzi e alle ragazze che ci stanno seguendo. Grazie, grazie Francesco di essere...
Con noi, e allora vado subito dalle classi, vado dall'Istituto Tecnico Economico Bodoni di Parma, la seconda B, con il professor Ferrarese. Buongiorno, buongiorno ragazzi, buongiorno professore. Buongiorno. Grazie di essere con noi, parleremo anche di una vostra importante iniziativa.
che vogliamo sicuramente far conoscere. Siamo anche in attesa di un'altra classe che dovrebbe arrivare, la aspettiamo. Nel frattempo noi iniziamo con la lezione incontro e naturalmente vado a salutare chi mi accompagna, come sempre in queste dirette, con la sua saggezza, la sua preparazione, la sua competenza, il professor Aguisi Tosolini, coordinatore nazionale.
della rete delle scuole di pace. Buongiorno prof. Buongiorno Daniele, buongiorno ai nostri due ospiti, a tutti i ragazzi e alle ragazze collegate. E allora direi che siamo prontissimi, siamo prontissimi per partire, io direi di partire proprio dal prof. Tosolini che introduce l'argomento e poi naturalmente andremo avanti con i vari contenuti che abbiamo durante questa lezione incontro, con le domande come sempre che arriveranno sui nostri social, con le classi che parteciperanno, con i contributi video, insomma sarà una diretta.
ricca di contenuti. Allora vado subito dal prof a Luisi Tosolini. Eccoci, il tema che affrontiamo oggi in questa sesta lezione inserita dentro il curriculum di educazione civica che tocca uno dei tre elementi chiave delle linee guida sull'educazione civica ovvero il tema della sostenibilità, oggi noi affrontiamo un tema che è anche molto complesso, molto complicato, ovvero il mutamento climatico, le conseguenze che esso comporta a livello di possibilità di vita, di cambiamento della struttura sociale, economica e anche proprio effettivamente del consumo del pianeta, tant'è che nel titolo abbiamo scritto che non esiste un pianeta B. Si tratta di un argomento molto...
molto tecnico, ma, e questo è l'elemento molto importante, rispetto al quale ognuno di noi ha la possibilità di agire. E in particolare i giovani ragazzi e le ragazze che a confronto rispetto a chi è anziano vivranno nel prossimo futuro e subiranno le conseguenze di mancati cambiamenti dal punto di vista della... della limitazione o mitigazione delle problematiche legate al cambiamento climatico, all'inquinamento, all'aumento delle temperature. In questi giorni il fatto che ad esempio Arpa Emilia Romagna ha detto che questo è stato l'inverno più caldo degli ultimi 63 anni.
Per provare a fare il punto, iniziamo, lo chiedo al professor Stefano Caserini. esattamente a fare il punto su questa situazione. Che cosa si intende per cambiamento climatico e perché il tema è così importante per le nuove generazioni. Il professor Caserini dell'Università di Parma si aiuterà anche con qualche slide, una cosa che raramente facciamo nelle nostre trasmissioni, ma il tema è così scientificamente tecnico che è bene partire dalla cornice.
A lei, professore. Buongiorno a tutti ancora saluto i ragazzi e le ragazze dunque per raccontare cosa è il cambiamento climatico si può oggi contare di fatto su molti dati dati che vengono raccolti da decine se non centinaia e centinaia di studiosi in tutto il mondo che hanno come lavoro quello di gestire la rete di termometri di punti di misura non sono proprio dei termometri sono sistemi di misura più complessi che ci permettono di misurare in tempo reale le temperature, abbiamo anche dati satellitari e abbiamo anche dati di tanti anni del passato, perché come sapete il termometro è stato inventato da Galileo e si è diffuso prima in Italia, in Europa, in molte parti del mondo e quindi noi a livello globale abbiamo come specie di sapiens, abbiamo iniziato circa dal 1850 ad avere una quantità di dati in giro per il pianeta sufficiente. per capire quant'è la temperatura media del pianeta.
Chiedo di vedere una prima immagine, un'animazione che vorrei farvi vedere, che deriva dai dati raccolti da centinaia di studiosi e di tanti centri di ricerca. Quando vedrete in questa animazione più il giallo e il rosso, vuol dire che le temperature sono un po'maggiori rispetto alla media. Non sono le temperature assolute, qui vedete sulla sinistra c'è una scala.
Mi dice quanto è cambiata in più la temperatura, più giallo e rosso più vuol dire che fa caldo, vedete il tempo che passa in basso, questo è il riscaldamento globale. Quindi per rispondere alla domanda che mi ha fatto il professor Tosolini, è una variazione delle temperature sul pianeta, vediamo come è molto irregolare, le temperature sul pianeta cambiano in modo molto irregolare, ma la cosa chiara è che gli ultimi 60 anni sono stati chiaramente più caldi. E questo è il problema dell'escaldamento globale, ossia al di là della variabilità del singolo anno, vedete come gli ultimi anni il quadro si è fatto molto più giallo e rosso. I dati delle temperature quindi dicono che il pianeta si è scaldato. Ecco, noi sappiamo bene perché il pianeta si è scaldato.
questa è un'altra cosa che vorrei dare, oltre a essere sicuri, essere certi, in campo scientifico quando si usa la certezza è perché si hanno dietro veramente tanti dati, di solito ci sono sempre dei margini di errore, di incertezza, si è sempre molto cauti a livello scientifico, in questo caso invece siamo sicuri che il clima sia scaldato e l'altra cosa che siamo sicuri che questo aumento è dovuto alle attività. Cos'è che scalda il pianeta? L'avrete già forse sentito nei vostri studi.
Avete già sentito, magari avete parlato con i vostri amici. Allora, la causa principale cos'è? Che noi, dalla rivoluzione industriale, quindi dal 1700, fine 1700, abbiamo scoperto che farci l'energia con i combustibili fossili è molto comodo.
Prendere da sottoterra il carbone, il petrolio e il gas, bruciarli per farci l'energia. E cosa facciamo? Abbiamo il sottoprodotto che si crea quando li bruciamo, la CO2. dal carbonio presente nel carbone, nel petrolio, nel gas, l'ossigeno dell'aria, ottengo la CO2.
E noi abbiamo usato la nostra atmosfera come una discarica. E quindi la CO2 nell'atmosfera è cresciuta. L'altra causa cos'è? Che noi abbiamo bruciato e tagliato le foreste del pianeta. Le foreste che per fotosintesi, avete sicuramente studiato la fotosintesi gliofiliana, le foreste assorbano CO2, ci danno ossigeno.
Se noi abbiamo meno foreste, meno assorbimento di CO2 e più CO2 che sta nell'aria. Ecco, questo è un grafico che viene considerato iconico, cioè un grafico molto importante nella scienza del clima. Viene chiamata la curva di Keeling, perché Charles David Keeling fu il primo scienziato che nel 1958 iniziò a misurare in modo continuo e regolare la presenza di questo gas in atmosfera. E vedete, da allora sono già aumentate 100 parti per milione.
Io posso dire che sono nato circa qua. Ho compiuto 100 parti per milione, ossia da quando sono vivo la CO2 dell'atmosfera è cresciuta da di 100 ppm. Voi siete più giovani e sicuramente avrete meno ppm, sono cresciuti meno ppm da quando siete nati rispetto a quando sono nato io.
Quindi un aumento continuo, parti per milione è il modo con cui si misura la concentrazione. Immaginando 100 biglie, 100 palline da ping pong piene di aria, cioè un milione di palline di ping pong raccolte. pieni di aria, 420 di queste come se contenessero solo ciudue, quindi una piccola percentuale, ma che ha una influenza sul clima del pianeta.
E anche questo lo sappiamo da tanto tempo, guardate, i primi studi sull'effetto Serra vennero fatti intorno alla fine del 1700. Presero dei tubi, fecero passare della radiazione in questi tubi e si accorsero che usciva da questo tubo una cosa diversa di radiazione a seconda di quello che c'era contenuto nel tubo. Quindi quello che si vede è che alcuni gas trattengono parte della radiazione. Quindi come funziona?
Ripetiamolo. La terra è scaldata dal sole, il sole raggia la terra, la terra si scalda, la terra emette del calore, parte di questo calore è trattenuto dall'atmosfera. Guardate, è un fenomeno naturale, benefico per il nostro pianeta.
è grazie all'effetto Serra che la Terra è quella che noi conosciamo. Se non ci fosse stato l'effetto Serra creato da tutti i gas che le eruzioni vulcaniche hanno creato nel corso dei miliardi della vita del nostro pianeta, per la distanza che la Terra ha dal Sole la temperatura sarebbe di meno 18 gradi e quindi la Terra sarebbe una palla ghiacciata e non ci saremmo noi, non ci sarebbe stata l'evoluzione della vita sul nostro pianeta. Grazie all'effetto Serra c'è stata la vita. Però se noi aumentiamo la presenza di queste sostanze come la CO2 nell'atmosfera, è come se un po'girassimo il termostrofo del pianeta.
Quindi alla domanda cos'è il riscaldamento globale, è una conseguenza dell'aumento dell'effetto Serra causata dall'emissione nell'atmosfera di tanti gas climateranti. Ecco qui vado un po'indietro perché questa abbiamo visto le temperature dal 1880, la CO2 dal 1958. Cosa fa la scienza? Fa una cosa interessantissima, guardate una parte bellissima della scienza è andare a ricostruire la temperatura prima di quando c'erano i termometri.
Come si fa? Ad esempio gli anelli degli alberi, si prendono alberi che hanno molti secoli di vita, a volte ci sono anche alberi millenari, si fa la dendrochronologia, si riescono a datare i diversi anelli perché quando c'è una differenza accentuata fra l'estate e l'inverno. Durante la primavera e l'estate, quando la pianta cresce, mette un anello.
Quindi contando gli anelli si riesce a capire quanti anni ha l'albero. Poi si va a fare la misura dello spessore di questo anello e ci hanno spiegato, e gli scienziati hanno capito che tanto più fa caldo, tanto più l'anello è un pochettino più largo. Va bene, la faccio breve.
Sulla base di questi studi si riesce a capire la temperatura degli ultimi 2000 anni. Vediamo di capire questo grafico. So che vedere i grafici può sembrare una cosa difficile, ma questo non è un grafico difficile.
Abbiamo il tempo che è passato dall'anno 1 d.C. al 2020. Sulla base delle ordinate del grafico abbiamo la variazione delle temperature rispetto a un periodo medio, dal 1850 al 1900. quindi se prendo dal 1850 al 1900 o 0, ebbene noi oggi siamo qua in alto, vedete quello che vi ho fatto vedere prima con l'animazione dal 1880 in poi era questa parte di linea nera se noi andiamo indietro vediamo che nel medioevo, quello che voi studiate su storia, l'anno 1000, quando c'erano i romani nei primi secoli, ebbene la temperatura era di pochi decimi di grado in più rispetto a quella che avevamo... tra 1850 e 1900. Adesso noi siamo qua, ormai siamo a 1,2 con i dati del 2023. Quindi capite che è congruente questo grande aumento di temperatura con quello che è successo con i combustibili fossili e la CO2.
Quindi effettivamente il riscaldamento globale è qualcosa di anomalo, senza precedente, da migliaia e migliaia di anni. Per trovare un periodo di molti secoli caldo come oggi, se bisogna andare indietro a 100, mila anni, molto più della nostra storia. Ringraziamo il professor Caserini per questa presentazione che ci ha permesso di fare il punto, mi sembra come diceva il professor Caserini sono dati incontrovertibili e se vi ricordate quella animazione iniziale che finisce con un arancione rosso. che è l'oggi. Io vorrei, chiamo Francesco Petrelli, vorrei aiutare ognuno di noi a capire che conseguenze ha tutto ciò e però lo vorrei fare utilizzando il rapporto di Oxfam sulla disuguaglianza climatica, nel senso che non tutti inquinano allo stesso modo e non tutti pagano le conseguenze dell'inquinamento allo stesso modo.
Francesco, ci puoi presentare il rapporto che il sistema Oxfam ha presentato in vista di Cop Dubai? Poi parleremo di cosa si intende per Cop, però mi interessava moltissimo presentare questi dati. A te.
Sì, grazie. Noi, siccome lavoriamo in 86 paesi del mondo nella lotta alla povertà, con le persone in Africa, in Asia, per combattere la povertà, per cercare di migliorare le loro condizioni di vita, ci siamo accorti di una cosa. Come diceva il professore, il riscaldamento climatico, le emissioni di CO2, le emissioni fossili, come si dice in modo più comprensibile, più comune, hanno un rapporto diretto con che cosa?
Con la diseguaglianza. proprio perché sono un'attività umana. Vi do qualche numero per farvi capire che cosa vuol dire questo.
Ma chi le emette queste emissioni? Chi è responsabile? E in quale misura sono responsabili?
Vi do un dato che è abbastanza incredibile. L'1% di popolazione del mondo, 77 milioni di persone, produce il 16% di emissioni da sole. che equivalgono alle emissioni prodotte dai 5 miliardi più poveri o non così super ricchi come quell'1%. Questo perché?
Perché succede? Ma prima di tutto perché questi super ricchi ovviamente fanno tutto quello che serve ad inquinare e a produrre più emissioni possibili. Usano i jet, hanno grandi panfili, hanno stili di vita, comportamenti che sono energivori.
cioè che consumano moltissimo, ma soprattutto, perché sennò sembra un fatto personale, loro non ci stanno antipatici perché sono così super ricchi, il problema è come sono diventati super ricchi e perché lo diventano sempre di più e come producono il così pochi, così tanto inquinamento, così tante emissioni. Ma semplicemente... e soprattutto perché loro possiedono molte di quelle grandi aziende non nazionali ma corporation, aziende sovranazionali che agiscono in tante parti del mondo ed investono e che usano moltissimo per le attività economiche umane, proprio quelle sostanze che il professore ci ricordava, che sono altamente inquinanti, che producono molto CO2, petrolio scusatemi.
Petrolio, carbone, ancora oggi il carbone e il gas evidentemente. E quindi questo 1%, questa piccola parte della popolazione, inquina in media quanto una persona del restante 99% inquina in 1500 anni. E questo è dovuto anche alla proprietà o alla comproprietà, sono azionisti in realtà, di queste grandi corporation che ancora utilizzano le materie più inquinanti invece di limitarle o di tagliarle. E qui poi ci sarà il problema che vedremo successivamente.
Un altro dato è che il loro iperconsumo e il fatto che controllino aziende sovranazionali, multinazionali è 22 volte superiore invece rispetto a quelli che sono gli obiettivi per la sopravvivenza del pianeta e di noi tutti. Se la temperatura non si contiene entro un grado e mezzo, Entro pochissimi anni dobbiamo raggiungere questo obiettivo, fra il 2030 e il 2050, tutto il pianeta è a rischio, è a rischio di fine e è a rischio di distruzione. Quello che però vorrei aggiungere, avendo alzato il mio dito verso l'1% più ricco, è un altro dato sul quale concludere, perché ci deve molto far riflettere, forse anche uno spunto per la discussione. Il 10% della popolazione... è responsabile del 70%.
E dov'è questo 10%? Vi devo dare una notizia che vi farà riflettere. In quel 10% ci siamo anche noi, Europa, Italia.
In quel 10% ci siamo noi. Non siamo i superricchi o ricchissimi, non siamo quell'1% che da solo inquina quanto 5 miliardi di persone, però noi siamo nella fetta più alta e abbiamo una grande responsabilità. che non parte da oggi, ma qui mi fermo veramente. Bene, ringraziamo Francesco Petrelli, Oxfam Italia, che ci ha presentato i dati sulla disuguaglianza climatica, sottolineando che non è che noi siamo neutri. Ecco, proprio da qui siamo partiti.
L'educazione civica è fondamentalmente l'assunzione di responsabilità nei confronti della cittadinanza. Il sottotitolo della nostra lezione di oggi è costruire città e scuole sostenibili e anche persone che abitano e vivono in queste città che diventano e devono diventare sostenibili. Dopo questa presentazione vedremo anche come è possibile, quali sono i passi che si possono avviare. Lascio però la parola adesso a Daniele Di Francia.
Bene, grazie prof. Allora, facciamo così una brevissima pausa di pochi secondi, poi ritorniamo e andiamo dalle classi collegate per vedere se ci sono delle domande, degli interventi e naturalmente poi aspettiamo anche domande social sempre su Facebook e su YouTube. A tra poco. Eccoci rientrati con la seconda parte di questo appuntamento, questa lezione incontro di educazione civica, tutta dedicata al cambiamento climatico. Ne stiamo parlando con i nostri ospiti, ma adesso è il momento di collegarci con le classi.
Intanto salutiamo l'Istituto Comprensivo di Parabita in provincia di Lecce, ci sono collegate con noi la terza A, la B e la C, le salutiamo. purtroppo non sono con noi, non possono interagire in diretta con noi, ma le salutiamo perché ci stanno seguendo. Invece adesso andiamo dall'Istituto Tecnico Economico Bodoni di Parma, il professor Ferrarese, eccoli qui i ragazzi. Allora, professore, avete delle domande, degli interventi da parte dei ragazzi?
Sì, i ragazzi volevano fare un paio di domande. Ok. Allora, mettiamo in diretta i nostri ospiti, Francesco Petrelli e il professor Caserini, così potranno rispondere direttamente alle domande dei ragazzi. Prego.
Sì, cosa possiamo fare noi studenti nella nostra quotidianità per ridurre il nostro impatto sull'ambiente e la nostra impronta ecologica? Ok, questa è la prima domanda, magari facciamo rispondere al professor Caserini a questa domanda. Professore, se la segni.
L'altra domanda? Il bilancio energetico della scuola come può essere migliorato? Ok, magari facciamo rispondere a Francesco Petrelli.
Puoi ripetere per favore perché non ho sentito bene la domanda. Ripetiamo un po'più forte se possiamo, grazie. Il bilancio energetico della scuola come può essere migliorato? Niente, non ha sentito, Francesco. Il bilancio energetico come può essere migliorato?
Il bilancio energetico? Scusatemi, ma come dire? Ok, ok, perfetto.
Allora, partiamo dalla prima domanda, professor Caserini? Va bene. Allora, abbiamo visto come il tema del cremamento climatico è legato alla CO2 e al consumo di energia fossile.
E quindi penso che avete forse anche già sentito, io lo ripeto adesso, ma penso di non dire una cosa particolare. Se il problema è quello, è chiaro che bisogna mettere sotto controllo l'energia. Infatti avete parlato anche del bilancio energetico della scuola.
Energia della scuola, ma anche delle persone. Quindi noi quello che dobbiamo fare per affrontare il teorema del credito climatico è sostituire il sistema energetico basato su combustibili fossili con uno basato sulle energie rinnovabili. E siccome non è facile da subito... da subito fare tante energie rinnovabili allora ha senso nel frattempo cercare di risparmiare energia oppure consumarle in modo più efficiente quindi provate a pensare tutti i casi li voi avete a che fare con l'energia sicuramente avete un'abitazione che d'inverno viene riscaldata perché alle nostre latitudini appunto c'è una scuola anche di Parma ma anche l'altra scuola sicuramente gli scaldamenti si accendono, allora se noi teniamo 23 gradi in casa è chiaro che dobbiamo bruciare molto più gas se andiamo con una caldaia gas rispetto che se teniamo 20 gradi o 19 gradi.
Quindi risparmio dell'energia è la prima cosa, stare attenti. La seconda cosa è l'efficienza energetica, pensiamo all'illuminazione, usare le lampadine a led rispetto alle altre. Poi costruire l'energia rinnovabile, possiamo farlo magari nelle abitazioni, potete farlo con i vostri genitori oppure oggi ci si può mettere assieme per fare le acudite energetiche.
Però finisco dicendo una cosa, Il ruolo più importante chiaramente non è soltanto nella vostra impronta carbonica, nei vostri consumi energetici, ma nel diventare collettivamente, ed è una forza che fa sì che a livello nazionale e europeo ci siano delle leggi che favoriscono questa transizione. Soltanto con i nostri consumi individuali non riusciremo a fare la transizione energetica. Quello che serve è che voi ragazzi, che comunque avete come tutti noi un pochettino di potere, cercate di utilizzarlo per esigere dai vostri amministratori comunali, regionali, dai politici a livello nazionale che si facciano le politiche che aiutano questa cosa. Un ultimissimo esempio, un modo per esprimere energia è non tutti farsi trasportare a scuola in macchina, creando anche inquinamento dell'aria, congestione, ma cercare di andare a piedi in bicicletta.
Va bene, ognuno deve avere la voglia di farlo, ma poi ci vogliono anche delle città costruite per poter andare a piedi. piedi e in bicicletta. Quindi da una parte avere un po'lo sbatti, come si dice, giusto, di darsi un po'da fare e non fare i pigroni. D'altra parte però chiedere che chi deve fare quelle cose che servono per poi poter andare a scuola a piedi, in bicicletta, con i mezzi pubblici, siano attive.
Io vengo a Parma e vedo dei mezzi pubblici molto efficienti. In bicicletta... si può andare, certo a volte bisognerebbe fare di più intorno alle scuole, avere i paccheggi coperti quando si va a scuola. Questo è un esempio di cose che si possono fare.
Poi da taglio qua ce ne sarebbero, il mio corso all'università dura molte ore sulle cose che si possono fare per affrontare la crisi climatica. Potrei tenervi qua a lungo, però chiudo qua. Infatti nel sottotitolo noi scriviamo è ora di costruire scuole e città sostenibili, quindi è legato proprio a quello che ha detto il professore.
Francesco, vogliamo rispondere sul bilancio energetico invece? Il bilancio energetico è un po'tecnico, me la potrei cavare con dire fare in modo che la nostra scuola abbia i pannelli solari, forse già lo fate, fare in modo che la nostra scuola non sia così degradata per cui ci sono perdite, spifferi e quindi il livello di riscaldamento, ci vuole più riscaldamento perché la nostra scuola non è in buone condizioni ed è degradata, certo. Sicuramente queste sono alcune delle cose, ma ha ragione il professore ed io penso che l'esempio, anche partendo da noi, ma non rimanendo a noi perché è chiaro che né voi né io, io come posso testimoniare? Posso testimoniare con dei comportamenti responsabili a partire dalle mie scelte anche individuali, no?
L'esempio di rinunciare al trasporto, andare in macchina o andare con un altro mezzo, con i mezzi pubblici se è possibile. Credo che quelli siano tutte piccole cose che dicono che noi siamo coerenti, ma al tempo stesso però, siccome facciamo parte di quel 10% che comunque è responsabile storicamente di parte delle emissioni, e non è da oggi, dalla rivoluzione industriale che c'è stata in Inghilterra, che avete studiato, ma che riguarda l'Europa e anche il nostro paese, dal colonialismo che ha sfruttato le parti più povere del mondo. e ha creato quelle grandi ricchezze tutte queste cose noi viviamo in paesi dove il nostro paese è comunque importante è importante perché è la settima potenza industriale ancora oggi è importante perché sta nell'Unione Europea che è uno dei principali attori allora riuscire a influenzare a partire dalla nostra realtà dalla nostra scuola, dal nostro comune dal nostro territorio ma anche i nostri decisori politici perché quelli dell'1% sono tanto ricchi ma anche tanto influenti per condizionare chi prende le decisioni a livello di governi e di istituzioni internazionali.
Quindi quello dobbiamo fare, noi questo diciamo perché lavoriamo anche nelle scuole, noi facciamo l'educazione alla cittadinanza globale, che ha una bella parte sull'educazione alla sostenibilità, e noi diciamo che a ciascuno è possibile fare qualcosa, è possibile farlo tutti insieme con i movimenti a cui voi avete la dovita e su cui dovete insistere, di Fridays for Future. questi anni sono molto importanti perché chi decide si senta la nostra pressione la vostra pressione perché il futuro è il vostro futuro oltre che il nostro assolutamente allora io su questo vado dal professor Tosolini perché dobbiamo parlare di un altro aspetto facciamo facciamo un passo indietro un passo indietro è molto semplicemente il riferimento al summit che si è tenuto nel 1992 a Rio de Janeiro, il Summit sulla Terra, dove è stata firmata la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Da allora questa Convenzione Quadro è quella che ha cercato e che cerca di definire le modalità concrete di riduzione delle emissioni di gas serra alla base del riscaldamento globale.
Ogni anno poi si è tenuto, si tengono le cosiddette conferenze sul clima. Ricorderete l'ultima a novembre, tra novembre e dicembre si è tenuta a Dubai, conferenza molto importante, ci doveva andare perfino Papa Francesco. Poi una mattina Paul Monite l'ha tenuto in Vaticano e ha dedicato alla COP di Dubai.
una lettera molto importante e molto interessante, soprattutto molto scientifica. La prossima summit si terrà in Azerbaijan e volevo chiedere al professor Caserini a che punto è il rispetto degli impegni presi e quali sono gli impegni specifici che sono stati assunti a Dubai. A Dubai c'è stata una grande polemica, nel senso che Dubai è anche un paese che sulle energie fossili e il petrolio deve la sua ricchezza, eppure, se non ricordo male, per la prima volta è stata definita in maniera chiara, almeno a parole, la necessità di uscire dalla dimensione del fossile. A lei, professore.
Sì, dunque, la Convenzione sul clima è quindi un accordo… che è stato sottoscritto nel Rio di Giavevo, fra i diversi paesi del mondo, per lavorare assieme per contrastare l'escaldamento. Quindi si conviene di lavorare assieme. Quando nel 1992 si è affermata questa convenzione non erano stati definiti bene i compiti, che cosa ognuno doveva fare. Si era detto che dobbiamo cercare di proteggere le future generazioni anche dai cambiamenti del climatico e quindi tutti devono agire sedenti sulla base di comuni ma differenziate responsabilità e rispettive capacità. Ossia nell'articolo 2 della Convenzione c'era scritto molto chiaramente che tutti i paesi devono difendere il clima del pianeta, ma tenendo conto di che cosa?
Di diverse responsabilità storiche, di cui si è già detto prima, e rispettive capacità. Un paese molto ricco riesce magari a avere i soldi per fare il cambiamento del sistema energetico, un paese povero non ha le risorse da investire per fare i pannelli fotovoltaici e così via. E quindi cosa si è detto?
Mettiamo questo principio e poi lasciamo al lavoro della convenzione negli anni successivi di dare ognuno i compiti in modo preciso. Quindi le conferenze delle parti, le COP, sono le conferenze delle parti della convenzione, previste dalla convenzione ogni anno, sono dei momenti in cui si cerca di entrare nel merito, di fare le cose concrete. Nella terza conferenza a Chioto nel 1997. non eravate ancora nati, c'è stato il primo impegno in cui cosa si era detto allora? Era stato un impegno facile, i paesi più ricchi prendono il primo impegno, i paesi più poveri aspettano, magari cominciano a prendere impegni successivamente.
Poi si è fatto fatica a trovare un secondo impegno, allora l'accordo del Dicchiotto era facile perché nel 97 c'era una grande distinzione tra i paesi più ricchi e quelli che vengono chiamati magari un po'impropriamente in via di sviluppo. Poi con la globalizzazione che c'è stata ci si è trovati che paesi come la Cina, il Messico, sono paesi che già hanno un grande apparato industriale, quindi nel secondo accordo sul clima di implementazione della convenzione si è fatto molto fatica a trovare i numeri che dovevano darsi a testa. Allora cos'è che si è fatto? Si è fatto uno schema diverso, è stato approvato questo schema nell'accordo di Parigi, la COP21 del 2015, la ventunesima riunione.
Si è deciso che tutti devono mettere sul campo i propri impegni volontari che fanno, quelli devono raggiungere e ogni cinque anni devono migliorare, devono impegnarsi ad aumentare il loro impegno. Quindi cosa succede? Che dal 2015 in poi, nel 2015 è stato fatto il primo impegno dell'Unione Europea, nel 2020-21 poi c'è stata la pandemia, è stato spostato al 2021, si è deciso di fare un secondo impegno, le COP che abbiamo adesso servono per fare che cosa? per cercare di convincere i paesi a fare ulteriori impegni per cui quello che è stato scritto nella COP che è stata citata l'ultima di impegnarsi a uscire dai combustibili fossili è un qualcosa che è proprio identico al fatto che nelle prossime COP tutti gli stati dovranno fare ancora di più quindi è un processo per chiudere è un processo lento incrementale purtroppo troppo lento va accelerato e gli impegni vanno aumentati grazie Grazie. Le COP, avete visto, sono uno strumento fondamentale, essenziale dal punto di vista del lavoro che i paesi si impegnano a fare nei confronti del cambiamento climatico.
Nella COP di Dubai, nel novembre-dicembre scorso, è stato anche finanziato un fondo per aiutare i paesi più poveri. nella loro lotta contro il cambiamento climatico. È una forma Francesco di aggiustamento della disuguaglianza climatica? Come vedi questo fondo?
A te Petrelli. Allora ovviamente lo vedo utile. Volevo ricordare che la COP non è un nome strano ma è semplicemente la conferenza delle parti, cioè degli stati, delle istituzioni internazionali, delle Nazioni Unite. Viene anche invitata la società civile, le sue organizzazioni, le reti della società civile impegnate nella lotta alla povertà e al cambiamento climatico. Si è stabilito da alcuni anni due cose.
La prima, che sta in capo ai paesi più industrializzati, che peraltro hanno al loro interno le società dei super ricchi di cui parlavo all'inizio, e gli obiettivi sono tagliare le emissioni del 48% entro il 2030 e a zerarle, cioè zero emissioni entro il 2050. I paesi, sia quelli più ricchi storicamente, sia quelli emergenti come la Cina, il Messico, che si citavano prima, l'India, traccheggiano come si dice a Roma e rallentano questo processo. Al tempo stesso c'è un problema per cui veramente c'è un rapporto diretto fra diseguaglianza e clima per cui si cerca con un impegno di 100 miliardi l'anno che però rischia di aumentare se non si va avanti in modo coerente con fare qualcosa anche da parte dei più ricchi per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico che guardate riguardano due terzi dell'umanità cioè perché oggi noi abbiamo siamo disperdendo co2 670 milioni di persone non accesso all'elettricità 2 miliardi e mezzo cucinano in africa soprattutto nell'area subsahariana col petrolio con cose che inquinano avvenendo loro stessi allora sono stati stabiliti questi stanziamenti che si chiamano perdite danni L'ultimo commento è che noi siamo andati a vedere un po'dentro questa erogazione che sembrava quasi tutta data l'altro anno, 83 miliardi su 100 e ci siamo resi conti, lo abbiamo detto nel nostro rapporto e in quello precedente, che solo 25 miliardi su 90 erogati andavano ad azioni di miglioramento climatico, il resto erano tutte operazioni finanziarie che non portavano benefici alle popolazioni più fragili e più vulnerabili. questo è il problema allora grazie Francesco facciamo così piccola pausa solo pochi secondi poi rientriamo dobbiamo vedere una clip molto molto interessante dare spazio alle domande ancora dei ragazzi dei nostri studenti e poi andiamo a concludere questo nostro appuntamento a tra poco Presentiamo adesso un'esperienza.
Chi ci ha seguito sa che tutte le volte durante queste lezioni di educazione civica noi raccogliamo anche dalle scuole quelle che sono le esperienze positive perché la scuola è davvero all'avanguardia molto spesso sui temi che vengono affrontati all'interno di educazione civica. Abbiamo una clip di una scuola che poi è l'Istituto Tecnico Bodoni di cui abbiamo qui oggi ospite una classe, che presenta quanto è stato realizzato utilizzando un finanziamento pubblico, ovvero un finanziamento che tutte le scuole potevano ottenere, in riferimento esattamente ai cambiamenti climatici. Andiamo con la clip.
Con il Pony EduGreen abbiamo deciso di lavorare su tre temi fondamentali riguardanti il cambiamento climatico sole, acqua e aria. Per quanto riguarda l'aria abbiamo installato sia davanti che dietro al bodoni due centraline che si occupano di raccogliere dati per quanto riguarda la temperatura oppure la qualità dell'aria e questi dati poi andranno ad essere analizzati da parte delle classi del bienio mettendo in evidenza appunto differenze e altri dati relativi. Per quanto riguarda l'aria e l'acqua insieme, abbiamo installato una serra idroponica all'interno della scuola il cui funzionamento e cura è sempre oggetto di studio da parte del Bienio. Dal mio punto di vista questa serra è veramente un ottimo biglietto da visita perché entro la prima volta al Bodoni perché è veramente affascinante. Come funziona questa serra?
Funziona riciclando l'acqua e inoltre depura l'aria che è nei dintorni. Per quanto riguarda l'acqua, la nostra scuola negli ultimi due anni è diventata... Plastic free, quindi abbiamo eliminato completamente del tutto la plastica mettendo degli erogatori d'acqua che sono direttamente collegati agli acquedotti dove ogni studente può andare là, mettere la borraccia e tramite un tag prendere l'acqua, inserire e prendere l'acqua. Per quanto riguarda invece acqua e sole insieme abbiamo piantato più di 92 piante, tra piante verdi e da frutto.
Sempre davanti e nella parte posteriore, la parte posteriore del Bodoni si chiama Bog, Bodoni Open Garden, dove gli studenti possono andare nelle giornate calde principalmente a fare lezione con i propri insegnanti. Queste piante vengono irrigate automaticamente tramite sempre due pannelli solari che immagazzinano l'energia che poi accumulata andrà ad essere utilizzata anche per la ricarica del device che abbiamo nel Bog e delle due centrali. Che cos'è per noi la sostenibilità, per noi del Bodoni?
È uno dei valori chiave, è uno dei temi affrontati, soprattutto in educazione civica. Inoltre all'interno della scuola abbiamo un team di studenti che analizza la sostenibilità, un team di mobilità studentesca che fa parte del mobility manager, che è una progettazione gestita dall'amministrazione. Bene, avete visto questo è un esempio di una scuola che ha utilizzato un finanziamento pubblico del PON, come anche tantissime altre scuole, per offrire la possibilità di costruire non solo consapevolezze legate all'inquinamento e quindi all'impegno necessario di cambiamento degli stili di vita e degli stili di conduzione di una scuola e di una città, come diceva prima. il professor Caserini. Abbiamo ricevuto anche diverse domande e una di queste l'abbiamo ricevuta via mail.
La leggo perché così l'ascoltate e poi chiedo al professor Caserini in particolare e a Francesco di rispondere. Dice perché nonostante tutte le campagne che promuovono la sostenibilità I comuni e la politica in generale, soprattutto al sud, scrive questa scuola, che è il comprensivo Cosenza 3, Roberto Alanzino, scuola secondaria di primo grado, perché soprattutto i comuni non si impegnano seriamente in questo senso. Poi, che cosa ne pensate della costruzione del reattore ITER in Francia e della possibilità di spargere nell'atmosfera particelle ghiacciate?
per abbassare la temperatura del nostro pianeta. È una domanda così tecnica, terribilmente tecnica, che non possiamo che rivolgerla, mentre sul tema dei comuni lascerei a Francesco Petrelli il dibattito, la questione è molto tecnica, l'ingegnere Stefano Caserini ha una risposta. Per quanto riguarda lo spargere delle sparticelle in atmosfera, Oggi se ne sta parlando come un'azione emergenziale, ossia prima comunque vanno fatte le azioni di riduzione dell'emissione, di cambiare il sistema energetico, di reggere i norabili, l'efficienza energetica.
Fatto tutto quello, quello che si sta discutendo a livello scientifico, ma visto che le temperature sono così pericolose, non vorrebbe la vena provare a vedere se si riesce a impedire la radiazione solare di arrivare sul nostro pianeta. Ecco, per adesso si sta facendo ricerca scientifica e si è capito che sono attività molto difficili perché innanzitutto c'è un problema politico, etico, si ha diritto di decidere che si fanno quelle cose che hanno un'influenza sul clima del pianeta. La convenzione sul clima, con che maggioranza, con che tipi di accordi e poi come facciamo ad essere sicuri che magari non ci sono degli effetti indesiderati? Pensiamo ad esempio sulla distribuzione delle precipitazioni se alcune aree magari vengono irraggiate di meno.
Poi l'altro tema che forse è più importante è questo, se io affronto il tema del chiaramento climatico impedendo la reazione del sole di arrivare, quindi causa un raffreddamento, poi mi devo sostanzialmente impegnare a farlo per sempre perché se smettessi di farlo a quel punto poi mi trovo tutto in un corpo un riscaldamento che è un certo periodo nascosto. E quindi vuol dire che noi come esseri umani... impegniamo anche le generazioni troppo di noi ad andare avanti a fare questa cosa.
Uno potrebbe dire, vabbè, ma facciamolo per 20-30 anni nell'attesa che riduciamo a zero i combustibili fossili. Ecco, però questa cosa... È molto interessante questo ragionamento. Vedete come tutto si tiene, tutto è collegato nel mondo che stiamo affrontando dal punto di vista della sostenibilità, del cambiamento climatico. Quindi...
Anche solo toccare un elemento implica avere consapevolezza che questo ha conseguenze per un lungo periodo di tempo, richiede cambiamento molto significativo. Prima di fare un'altra domanda c'è poi rimasta la questione del nucleare che secondo alcuni potrebbe essere un nuovo tipo di nucleare, ma volevo sentire da Francesco Petrelli una sottolineatura dell'interesse. delle amministrazioni locali, tenendo conto anche, e qui lo dico perché stiamo ragionando a livello di scuola, che le amministrazioni locali comunali per il primo ciclo, provinciali per il secondo ciclo, sono le responsabili degli edifici scolastici, quindi anche l'ultima direttiva dell'Unione Europea, ad esempio, dice che i prossimi edifici pubblici devono essere tutti. dotati di pannelli solari e quindi di energia rinnovabile. Francesco, dal tuo punto di vista l'impegno della politica?
Dal mio punto di vista di organizzazione della società civile è essenziale il ruolo che noi svolgiamo come cittadini. Mi pare che la domanda ponesse pure un problema di distrazione della politica da questi problemi, soprattutto nel Sud. Io ricordo ormai che i cambiamenti climatici non riguardano solo la desertificazione africana o gli eventi estremi, ma che riguardano anche noi. Cioè se noi e i decisori politici, che sono i nostri rappresentanti, non si occupano di questi grandi problemi, sono i problemi che gli vengono addosso.
Ricordo semplicemente tutti i fenomeni meteorologici estremi che solo nell'ultimo anno, l'Emilia-Romagna, le alluvioni... prima le Marche, ma ormai è un rosario di questi avvenimenti. Quelli sono risultati dovuti al problema di cui stiamo parlando.
Allora, l'esperienza del Bodoni mi sembrava ottima, perché solamente la pressione che viene dai territori, noi riusciamo a realizzare la sostenibilità solo se partiamo dal nostro territorio. Prima consapevolezza e poi alternative, addirittura costruite a livello di scuola. rinunciare alla plastica, le scelte che si sono fatte, quello è un modo di agire per fare pressione, per fare in modo che nel dibattito pubblico si discuta di questo, del riassetto ideologico del territorio, dei problemi climatici, di tutto quello che comporta.
Cos'è la sostenibilità? E concludo. A me piace dirla così, come la diceva 35 anni fa, il primo documento dell'ONU e l'impegno da parte nostra a lasciare una terra vivibile ai nostri figli e ai nostri nipoti, così come bene o male l'abbiamo ricevuta dalle generazioni precedenti, lavorare per i diritti delle future generazioni.
Questo è un tema politico urgentissimo e centralissimo, ma però pure a noi di fare qualcosa, individualmente e poi collettivamente come comunità. Grazie. assolutamente grazie a te francesco abbiamo un'altra domanda invece di ferdinanda che ci scrive noi abbiamo una discarica che purtroppo rappresenta un pericolo per la popolazione rocca secca provincia di frosinone la magari girerei questa domanda al professor caserini e cioè più che domanda è in realtà è una è una preoccupazione no in questo caso prof Non conosco la cosa, quindi non posso rispondere.
Cosa che si può dire è che noi dobbiamo cercare di ridurre lo smaltimento dei rifiuti in discarica, poi comunque qualche discarica anche dove si fa in modo efficiente la gestione dei rifiuti ci vuole, però non posso dire niente perché io non conosco questo tema, quindi non mi sento di pronunciarmi, non ho idea di cosa sia questa discarica. Certo, certo. Allora, torniamo dal prof. Tosolini.
a salutare magari le classi anche dell'istituto Bodoni, prof Sì, c'era un'altra domanda che è stata posta che riguardava il nucleare, io chiedo al professor Caserini se è una domanda troppo tecnica e che richiede molto tempo oppure se è possibile dal suo punto di vista dare una risposta che ci aiuti almeno a problematizzare, sentiamo spesso... parlare di nucleare di nuova generazione come soluzione, ricordo che in Italia ad esempio non esiste, con un referendum è stato bloccato le centrali nucleari in Italia, ce n'è una qui vicina dove io parlo da Parma, il dottor Caserini credo venga da Lodi, abbiamo la centrale nucleare di Caoros che è stata chiusa e da allora in Italia non c'è. Si parla di nuovo nucleare, è possibile senza entrare troppo nei tecnicismi pensare che questa sia una delle possibili soluzioni per mitigare il cambiamento climatico e la dipendenza dal fossile? Allora innanzitutto va detto che quel reattore che è stato citato ITER è un progetto sperimentale di fusione nucleare, quindi è un processo fisico molto diverso da quello della fissione nucleare. che è utilizzato per i reattori nucleari che ci sono soprattutto in Francia, in Russia, in Cina e così via.
Ora, la fusione nucleare si studia da molti decenni e quattro decenni fa si diceva che tra tre o quattro decenni avremo la fusione nucleare. Non è arrivata, adesso si dice che ci sarà fra un venti, trent'anni, quindi io ritengo che quando ci sarà la fusione nucleare noi dovremmo aver già risolto il problema della transizione energetica. Prima non ho avuto tempo di dirlo.
ma per rispettare gli impegni che ci siamo dati con l'accordo di Parigi noi dobbiamo arrivare ad aver decarbonizzato completamente il sistema energetico, ossia a fare a meno dei combustibili fossili. entro il 2050, a livello globale 2040 in Europa, quindi non abbiamo tempo di aspettare l'energia nucleare a fusione. Per quanto riguarda la fissione, una cosa chiara è che costa troppo, ossia chi oggi ha i reattori nucleari già attivi gli conviene andare avanti a utilizzarli perché ormai se li hai costruiti.
Dove non c'è il nucleare, andare a fare investimenti miliardari per farli si è visto che i tempi sono troppo lunghi, costo del chilowattore di elettricità che si produce con il fotovoltaico e dove c'è l'eolico è molto inferiore. Sono impianti molto più piccoli, una generazione di energia anche distribuita che è anche più facile per essere gestita a livello in modo democratico. Quindi quello che si può dire è che con i cumulatori di energia il fotovoltaico, le unità energetiche potremmo fare l'equivalente di molte centrali nucleari a costi più bassi. Molto interessante, soprattutto la sottolineatura sulla dimensione democratica e sul fatto come spesso la ricerca di nuove tecnologie e di sviluppo di nuove tecnologie così costose potrebbero avere una risposta molto più semplice attuando le misure come il fotovoltaico. Andiamo immediatamente al Bodoni che vedete la classe seconda B, il professor Ferrarese collegato.
Se c'è un'altra domanda, fra cinque minuti noi dobbiamo chiudere, quindi però un'altra domanda la prendiamo molto volentieri. La centrale del parco fornisce dati molto migliori rispetto a quella vicina alla strada, ai cammini di riscaldamento. Come possiamo migliorare la qualità dell'aria da quella parca della scuola?
Qui viene fatto riferimento in questa domanda, avete visto prima che... Nel progetto PON del Bodoni sono state inserite due centraline, una che è su una via molto importante, molto trafficata, che si chiama Via Le Piacenza, che è davanti alla scuola, e una che invece è inserita sul retro, fronte parco, parco ducale della città. Sono due centraline che danno due dati molto diversi, a distanza l'una dall'altra da neanche 100 metri in linea d'aria. da Parigi in avanti ne ha parlato anche da Copparigi in avanti ne ha parlato anche un articolo su tecnica della scuola su un rapporto costruito a partire da un rapporto che ci è stato dato dal professor Caserini il tema della costruzione di città capaci di mitigare le conseguenze del cambiamento climatico è diventato sempre più importante quindi qui L'esempio che fanno i ragazzi del Bodoni è un esempio eclatante, a distanza di 100 metri, fronte strada, fronte parco, abbiamo due inquinanti completamente diversi. Professor Caserini, cosa vuol dire in estrema sintesi, quali sono i primi passi di una città che inizia a percorrere una costruzione di sé sostenibile?
Sicuramente l'inquinamento dell'aria dipende da un'altra città. da dove ci si mette. Se io mi metto vicino alle emissioni è come se mi metto di fianco a uno che fuma. È chiaro che respiro molto più fumo e mi fa venire molto più malattie rispetto a quello che fuma a 100 metri.
Ma al di là di quello, quello che noi dobbiamo fare è ridurre tutte le fonti di emissioni. Qui c'è una buona notizia, ossia se noi facciamo la decarbonizzazione, facciamo meno dei combustibili fossili e mettiamo anche meno inquinanti che sono quelli poi che misurano le centraline, ossia il PM10, gli ossi di diazopo. La transizione energetica che facciamo per il cambiamento climatico, per la CO2, fa bene anche ai nostri polmoni, respiriamo anche meno PM10.
Cosa devono fare le città? Allora, devono cercare di costruire il più possibile, far a meno dei combustibili fossili. Prima si diceva che sono in difficoltà, specialmente a sud. Ecco, servono risorse.
E questo quindi è quello che devono fare le città, è cercare di attrarre risorse, deve dare naturalmente lo Stato, devono arrivare a livello europeo. e poi costruire un sistema più vivibile. Quello che si è capito è che bisogna cercare di limitare l'autoveicolo privato e dare più spazio alla penalità e al trasporto pubblico, alle biciclette. Farlo in modo congruente anche con l'urbanistica, perché è chiaro che se io costruisco le città a misura di automobile, poi uno sarà costretto ad andare in automobile. Quindi è un lavoro che si può fare.
Non è una cosa che si fa da un anno all'altro, però se si inizia poi si raccolgono i risultati. e quindi adesso ormai è chiaro che bisogna partire perché non possiamo perdere altro tempo. Quindi io suggerisco di smettere di misurare la febbre e cominciare invece ad agire perché ormai noi ci piace molto mettere le centraline e sapere benissimo quanto è l'inquinamento ma ormai lo sappiamo con l'inquinamento.
Conviene cominciare a capire come devo fare con le pompe di calore, con i pannelli fotovoltaici. Finisco dicendo, lì ci sono molte cose, ossia oggi, soprattutto parlo per la scuola del sud, con il sole che c'è nel sud d'Italia, mettere i pannelli fotovoltaici sarà una grande industria che sta nascendo, molti posti di lavoro e un sistema decentralizzato di produzione di energia, anche condivisibile con l'economia italiana. Grazie, professor Caserini.
Francesco Petrelli, una battuta su questo stesso tema? Sì, che noi possiamo fare tutte le città più sostenibili da noi, ma se non risolviamo il problema di una maggiore equità, perché questo vuol dire sostenibilità di una minore diseguaglianza, vi invito chi vuole a guardare il nostro rapporto di clima e diseguaglianza. C'è una bella foto di Mumbai, India, più di 20 milioni di persone. dove c'è un muro che divide da una parte uno slam, una periferia, degli immondezzai a cielo aperto dove vivono milioni di persone e dall'altra divisa da un muro una città dove c'è verde, probabilmente hanno l'aria condizionata e lì, separata da un muro, c'è una differenza climatica di 4 gradi.
Quindi il tema dell'equità e del rapporto fra minore diseguaglianza e miglioramento della situazione climatica è evidente e se noi non risolviamo i problemi delle Mumbai del mondo è difficile che riusciamo a risolvere il problema complessivo del pianeta grazie grazie a te Francesco, Daniele benissimo, benissimo siamo in conclusione di questo appuntamento e allora vado a ringraziare a salutare, partiamo dalla classe dalla scuola, dall'istituto tecnico economico Bodoni col professor Ferrarese grazie ragazzi, grazie professore a presto grazie ragazzi di essere stati con noi di aver rivolto le domande ai nostri ospiti ospiti che vado a ringraziare a salutare il professor Stefano Caserini grazie professore di essere stato con noi grazie mille arrivederci grazie grazie a Francesco Petrelli di Oxfam Italia a presto Saluto anche le tante scuole, ne le cito qualcuna che ci hanno scritto, che sono state con noi, l'Istituto Carducci di Comiso, l'Istituto Giovanni XXIII di Cannitello, l'Istituto D'Aleo di Monreale, la seconda E di San Donnino, l'Istituto Giorgio Lapira, l'Istituto Francesco Marzano di Bari, la seconda B, l'Istituto Comprensivo Sbancatore di Prato, la terza F, insomma sono tantissime le classi che anche questa volta sono state con noi vado poi chiaramente a ringraziare e a salutare il professor Aluisi Tosolini che come sempre ha accompagnato me, gli ospiti e le classi in questa diretta prof noi ci salutiamo ma dobbiamo ricordare il prossimo appuntamento dobbiamo ricordare il prossimo appuntamento sarà esattamente fra un mese il 15 aprile ed è un appuntamento che dedichiamo interamente al tema delle elezioni al Parlamento Europeo quindi al tema dell'Europa siccome si voterà per il Parlamento Europeo tra il 6 e il 9 giugno in Italia il 9 giugno è un momento veramente molto importante e l'educazione civica non può non può assolutamente mancare il proprio percorso quest'anno senza prestare attenzione avremo anche ospiti di grandissimo riguardo Vogliamo anticipare? Piccola chicca? Sì, sì, Daniele, anticipa.
Lo possiamo dire, è uno degli ospiti più importanti, naturalmente, in assoluto, per questo argomento, come costituzionalista Michele Ainis, che è una garanzia, in questo senso, per questo argomento. Quindi sarà ospite con noi, ci ha dato conferma. Quindi noi siamo felicissimi e contentissimi. di averlo con noi grazie potrete rivedere la diretta sul canale youtube educazione civica ritornerà come detto il mese prossimo ancora su questi canali ancora con la tecnica della scuola grazie a tutti