11 febbraio 1929 dopo un periodo di trattati segreti tra lo stato italiano e la santa sede vengono stipulati i patti lateranensi firmati da benito mussolini e dal segretario di stato il cardinale Pietro Gasparri. I patti sono composti dal trattato, con allegata la convenzione finanziaria e dal concordato. Nel trattato l'Italia riconosce la sovranità della Santa Sede, dando vita allo Stato città del Vaticano.
Viene confermato anche l'articolo 1 dello Statuto Albertini, con il quale si considera quella cattolica l'unica religione dello Stato italiano. Con la convenzione finanziaria l'Italia si obbliga a versare alla Santa Sede la cifra di 750 milioni di lire e si legge testualmente a consegnare contemporaneamente alla medesima, tanto consolidato italiano 5% al portatore, del valore nominale di lire italiane un miliardo, un totale poco superiore al miliardo e mezzo di euro di oggi. Queste cifre corrispondono alle annualità arretrate previste dalla legge delle Guarentige, un provvedimento legislativo del Regno d'Italia emanato nel 1871 che la Chiesa aveva considerato un atto unilaterale e pertanto inaccettabile.
Il concordato, infine, assicura alla Santa Sede la piena libertà di esercizio spirituale, la parificazione delle leggi italiane sul matrimonio e sul divorzio a quelle della Chiesa Cattolica di Roma e la garanzia di alcuni privilegi al clero, come l'esonero dalla leva militare obbligatoria e dal prestare giuramento al re. Con questi accordi si conclude la cosiddetta questione romana, l'annosa controversia tra Regno d'Italia e la Chiesa di Roma. Per il regime fascista è un grande successo politico.
Dopo la svolta autoritaria del 1925, I patti lateranensi rappresentano un'importante legittimazione per il potere di Mussolini, che allarga ulteriormente il proprio consenso, occupando ogni spazio della vita politica e sociale italiana. Musica