Questa è la storia di un'azienda italiana che avrebbe voluto cambiare il mondo, liberarlo dalla plastica inquinante. Una storia che inizia su una pista da sci. In quel momento stavamo producendo tutte le tessere degli comprensori scistici delle Dolomiti quando il presidente fece una battuta del tipo, stori, ma queste tessere che sono fatte di plastica e poi ce le ritroviamo in primavera, d'estate, lungo tutte le piste, le dobbiamo raccogliere, ma non si possono fare in un materiale naturale.
Ogni anno nel mondo vengono prodotte circa 500 milioni di tonnellate di plastica, gran parte si disperde poi nell'ambiente e va a finire nei terreni e nelle acque di fiumi e mari, entrando nella catena alimentare provocando... tumori. Marco Astorri, grafico pubblicitario di professione e imprenditore rampante per vocazione, si era messo in testa di produrre una plastica naturale. Nelle sue infinite ricerche ritrova un'invenzione del 1926, quando uno studioso francese aveva scoperto i polidrossi alcanoati, più brevemente PHA, una plastica generata dai batteri nutriti con lo zucchero, tutto completamente naturale.
Il batterio si nutre di questi zuccheri e poi che fa? Si nutre di questi zuccheri, li espelle il suo prodotto, il suo sottoprodotto, il suo, diciamo, escremento ed è questa sostanza materiale, plastica. Questo tipo di plastica ha le stesse proprietà fisiche della plastica tradizionale? Sì signore, può avere. le caratteristiche di trasparenza, rigidità, elasticità, flessibilità della plastica tradizionale.
Quindi in ipotesi potrebbe sostituire in toto la plastica tradizionale? Non per ipotesi, in realtà. Che succede dopo? Lo stesso tipo di batterio o batteri di famiglie simili. Capiscono che questo è un materiale digeribile e lo aggrediscono.
Lo mangiano, lo restituiscono all'atmosfera come CO2. Cioè io un pezzetto di questa plastica lo sotterro e dopo un po' sparisce. Niente, va su gas, sale il gas. Le Hawaii nella nostra mente significano onde, surf e vacanza. Non tutti sanno che qui è presente anche un'ottima università.
fino ad oggi famosa solo perché ci hanno studiato i genitori dell'ex presidente americano Barack Obama. In questa università lavorava il professor Ian Yu, che per primo ha condotto esperimenti sul PHA. Ho iniziato a studiarlo nel 1994, sono 30 anni.
Con l'università dell'Hawaii abbiamo brevettato un bioreattore che produceva PHA dagli scarti alimentari. Loro mi hanno mandato una mail chiedendo se io avevo un'idea. chiedendomi se potevano incontrarmi e vedere il nostro impianto. Ho detto benvenuti, venite. Marco Astordi e il suo socio Ghici Cognani decisero di volare all'Hawaii per incontrare il professor Yu e visitare i suoi laboratori.
Mi hanno chiesto se si poteva produrre PHA dalla melassa di zucchero. Io gli ho detto va bene, ma dovete fare un accordo di ricerca con l'università, firmare un contratto per il brevetto. A Storzio Corri lascerà le famose isole del Pacifico staccando un assegno da 500.000 dollari e con in tasca un brevetto che consisteva nelle migliori stirpi dei super batteri hawaiani, un accurato disciplinare sull'alimentazione.
I tempi e i modi della fermentazione naturale è un sistema di spremitura centrifuga per far uscire la plastica dai batteri, un'esclusiva mondiale per produrre PHA su scala industriale. Astorri registra logo e nome dell'azienda che dovrà produrre la plastica naturale. Si chiamerà Bion, con sotto la scritta Turn Off Pollution.
Accendi la terra, spegni l'inquinamento. Dovevamo essere solo bravi ad industrializzarlo. Le altre aziende che avevano sviluppato negli anni precedenti o che anche adesso sono impegnate hanno sempre cercato dei scorciatoi, quindi c'è chi modifica geneticamente i batteri, che non è vietato, però modificare geneticamente un batterio, io l'ho sempre visto come... fare uno sforzo e andare a modificare la natura che poi prima o poi ti punisce i 500 mila dollari utilizzati per comprare il brevetto hawaiano però erano gli ultimi risparmi servono nuovi soldi c'è una grande opportunità Ed è a portata di mano. A pochi chilometri da Bologna, a Minervio, c'è uno dei più grandi produttori di zucchero in Italia, Copro B, la cooperativa di agricoltori che produce zucchero da barbabietola.
Lo stabilimento... deve chiudere o riconvertirsi, così ha deciso l'Unione Europea, che però tira fuori milioni di euro. Astor rifiuta l'aria e scrive una lettera alla cooperativa che dice più o meno così Disponiamo di un brevetto per realizzare bioplastica dagli scarti dello zucchero.
E la Coprobì investe sul progetto di Astorri. Subito un contratto da 2 milioni e poi dopo ci hanno accompagnato fino al 2013 investendone altri 6-7. Il primo risultato positivo fu che nella fase di laboratorio si arrivò a produrre il PIA-K. A un mio collaboratore io dissi questa è l'assicurazione sulla vita che noi...
abbiamo con biondo il sugo denso uno dei tanti scarti della barbabietola è diventato il nutrimento dei batteri la magia è compiuta a minervio a 16 mila chilometri dalle hawaii erano riusciti a compiere il primo grande passo un fermentatore che produce ph la plastica completamente naturale un sogno ma il sogno aveva anche qualcosa di concreto perché in quel periodo Bion mandò un campione di PHA prodotto a Vincot che è identificato come il miglior centro di ricerca mondiale sulla biodegradabilità di un prodotto. Ottenne una certificazione che nessun altro prodotto aveva finora ottenuto. La Beyond di Marco Astorri suscita la curiosità di tutti e arriva quello che diventerà uno spartiacque di questa storia. Il mensile Wired dedica la copertina e diverse pagine alla storia di Beyond. Da lì è stata un'espansione di richieste incredibile, quindi telegiornali di tutto il mondo che volevano venire a vedere l'impianto, volevano capire com'era questa bioplastica.
Un nuovo sistema è stato inventato, l'idea è di utilizzare dei batteri come produttori di molecole plastiche. A leggere l'articolo su Wired è anche Piero Gandini, erede della dinastia di imprenditori bresciani che hanno creato Floss, l'azienda di design che ha illuminato le case degli italiani bene. Tra le loro creazioni c'è la lampada Miss Sissi, la prima lampada di Floss fatta interamente in plastica, un prodotto che è diventato un successo planetario e che adesso Gandini vuole riprodurre con la plastica naturale di Astorri. La lampada ha inizialmente presentato qualche criticità di messa a punto, però alla fine di una giornata di lavoro siamo riusciti a ottenere un certo numero di parti di lampada con le qualità buone, tutte integre, che hanno permesso. e poi di fare un certo numero di lampade per una campagna promozionale.
L'entusiasmo era alle stelle e le poche voci critiche che provavano a porre qualche dubbio venivano totalmente ignorate perché il racconto era ormai inarrestabile. La gente ha bisogno di un sogno, il pubblico ha bisogno di un sogno, alcuni suoi colleghi giornalisti sono contenti di raccontare un sogno perché la storia, non so come dire, vende, però a un certo punto bisogna anche andare a vedere quella che è la sostanza tecnico-scientifica di quello che c'è. dietro e lì si viene fuori il problema. Insomma, BioOn è l'azienda fondata da Marco Astori, produceva cartellini plastificati per i passeggeri che viaggiavano sugli impianti sciistici e a un certo punto i suoi clienti e i suoi clienti. Gli dicono Marco ma non è che puoi fare qualcosa e utilizzare plastica biodegradabile perché quando si scioglie la neve poi noi siamo costretti per non inquinare il territorio ad andare a raccogliere questi cartellini lungo le piste da sci.
E Astori che cosa fa? Trova la soluzione, si trova in un brevetto di una università alle Hawaii che consente di produrre della plastica completamente in autosuono. naturale e biodegradabile.
È una plastica prodotta dagli escrementi dei batteri che si nutrono di zuccheri, l'unico prodotto completamente certificato, completamente biodegradabile. È il prodotto ideale, PHA si chiama, multinazionali per i fondi mondiali che vogliono appendersi la medaglia del green washing solo che nel 2014 insomma Bionna si quota in borsa e nel giro di pochi mesi riesce a raggiungere delle quotazioni stratosferiche 1 miliardo e 300 milioni, diventa quello che in gergo borsistico si definisce un unicorno solo che l'ascesa di questo Unicorno ad un certo punto da sogno si trasforma in thriller economico-finanziario, spuntano personaggi inquietanti, speculatori, agenti dei servizi segreti. E come tutti i gialli che si rispettano c'è anche l'omicidio alla fine. Ma questa volta il colpevole non è il maggiordomo, il nostro Danilo Porcaccianti. Il problema principale di Bion, l'azienda che voleva produrre plastica naturale, era quello di industrializzare il processo produttivo.
Va bene il laboratorio, va bene riprodurre qualche lampada, ma quella plastica... sarebbe mai stata prodotta in quantità industriali e a prezzi accessibili? I batteri sono molto belli da raccontare ma sono difficilissimi da trattare e lì purtroppo il più delle volte è caduto, come si vuol dire tecnicamente, l'asino.
nel senso che purtroppo non si è arrivati ad un processo standardizzato che possiamo replicare tutte le volte che vogliamo facendo impianti in tutto il mondo. La cavalcata di Astori e Bion sembra non conoscere ostacoli anche se gli unici soldi che circolavano erano i finanziamenti della cooperativa di agricoltori produttori di zucchero. A un certo punto le cose andavano talmente bene e servivano più soldi. L'opportunità arriva in occasione di un premio che Marco Astori riceve a Londra alla presenza dell'allora sindaco Boris Johnson. Il premio era sponsorizzato da London Stock Exchange, uno dei più grandi mercati mondiali che all'epoca possedeva anche la Borsa di Milano.
Quella sera in quei tavoli c'era il gota della finanza londinese. Fino a che loro hanno detto, ma voi vi dovete quotare. Il tempo, il ritorno da Londra, siamo stati chiamati subito da Borsa Italiana. Eravano talmente belli come azienda che ci hanno portato in giro dappertutto. Quindi dopo che lui aveva definito per tutti questi anni la finanza...
come il male assoluto, nel 2014 con una svolta improvvisa decide di quotarsi in borsa. La sigla che sa per Alternative Investment Market, sistema costruito su misura per le piccole e medie imprese. Adesso bisogna trovare gli investitori che credono in quel sogno.
Bion si fa seguire da Giovanni Natali, che di mestiere fa proprio questo, quota le aziende in morsa. E feci la famosa battuta, dico guarda che se questa roba funziona, tu tra tre anni vai in giro con l'ericotto, se non funziona vai in galera. Quando andavi in giro? Storri che cosa raccontava ai possibili investitori? Il mio modello di business non era produrre la plastica biodegradabile, bensì vendere le licenze per fare impianti per la produzione di plastica biodegradabile.
Lei è un produttore di plastica, io vengo da lei e dice insieme progettiamo un impianto per trasformare la tua plastica che è non biodegradabile in plastica biodegradabile. Per questo mi dai 4 milioni di euro. perché io ti ho dato la licenza per farlo sui miei brevetti, ti insegno a fare questo impianto, ma io non lo farò mai. L'interesse è mondiale, Astor richiude contratti di licenza per fare stabilimenti in Olanda, Francia, Russia e Iran, e poi trattative in tutto il mondo, perfino con produttori australiani.
Il contratto con i russi fu firmato addirittura sotto gli occhi dell'allora premier Giuseppe Conte e di Vladimir Putin. C'era Eni, Barilla, le ferrovie dello Stato e tutti si chiedevano chi era Bion, quindi noi eravamo lì per fare questo grosso accordo che per loro cubava 100 milioni di dollari. Negli anni hanno comprato azioni beyond i più importanti fondi internazionali come BlackRock, come Norges Bank, il fondo sovrano più grande del mondo con 1500 miliardi di euro di patrimonio, e perfino il fondo pensioni di poliziotti e vigili del fuoco di Los Angeles. C'erano anche tantissimi piccoli investitori. che credono nel sogno.
Mi sono partito con 10-15 mila euro, credendo sempre più in questa realtà, ho investito fino a 70-74 mila euro. Si arriva a dire che quella bioplastica può potenzialmente essere utilizzata per creare degli stent cardiaci, sostituire delle protesi. Sono comunicati che naturalmente hanno un impatto sul titolo e sull'innalzamento del titolo. Non ci si chiede quando, quando, Quella applicazione potrà essere industrializzata, prodotta. Bion diventa un unicorno.
Nella mitologia l'unicorno è il cavallo bianco alato dotato di poteri magici. In finanza sono quelle start-up che arrivano a valere in borsa più di un miliardo. Un'azione di Bion in fase di quotazione valeva 5 euro.
Adesso era arrivata a più di 70. E la società... valeva 1 miliardo e 300 milioni, un successo trainato dagli annunci. Bion, oltre alle licenze per gli stabilimenti, aveva cominciato a fare incetta di brevetti su future applicazioni.
Plastica naturale per i filtri delle sigarette, poi per la pulizia dei mari, per la ricostruzione delle ossa e perfino per la diagnosi e cura dei tumori. Il valore di Bion non era nel bilancio, era nei bilanci. i brevetti e i brevetti non erano valorizzati in bilancio, ma il loro valore, se fossero stati possibili industrializzarli, era incommensurabile, brevetti miliardari. Il fatto di avere del danaro da investire in ricerca e sviluppo faceva sì che avevamo molti brevetti, avere molti brevetti vuol dire che dovevi fare molti comunicati, non è che non l'ho mai visto io come una colpa.
Abbiamo detto un unicorno, saliva, saliva, saliva, perché saliva? Perché si era creato il sogno. secondo me. Lui aveva fatto una serie di comunicati stampa che facevano sognare, me ne ricordo uno, quello del filtro delle sigarette. Quando uscì quel comunicato stampa il titolo saliva.
Un attento lettore dei numeri diceva va bene, è il sogno, tutto bello, tutto vero, ma non è forse un po' cara. Nessuno se lo poneva perché continuava l'unicorno, nessuno vendeva e tutti compravano. Il titolo esplodeva. Ma quello di Bion era veramente l'affare del ...
il business, il modello era quello di vendere le licenze per costruire le aziende e imprese che potevano in qualche modo produrre plastica biodegradabile, quella prodotta dagli escrementi dei batteri che si nutrono di zuccheri e la vendita delle licenze fruttava milioni di euro ma quello che fruttava di più erano gli annunci in borsa, cioè l'acquisizione di nuovi brevetti. A colpi di brevetti annunciati è stato possibile arrivare alla quotazione di 1 miliardo e 300 milioni di euro. I brevetti per esempio la produzione di filtri per le sigarette, filtri per pulire l'acqua, gli stent cardiaci, pezzi di protesi per l'uomo.
sostituire le ossa, addirittura cure per i tumori. Erano questi annunci che seducevano il mercato, le multinazionali, anche i fondi mondiali, anche quelli più smaliziati come BlackRock, come Norges Bank che può contare su un patrimonio di fondi di 1500 miliardi di dollari. Poi c'erano anche... i fondi pensioni dei vigili del fuoco e dei poliziotti di Los Angeles.
Insomma poi nessuno però andava a vedere effettivamente se quei prodotti che erano lanciati nei brevetti da Biond venivano realmente prodotti realizzati. Insomma in poco tempo Biond diventa quello che in gergo borsistico viene definito l'unicorno, il cavallo. bianco alato con il corno che è simbolo della purezza, della forza, della generosità e dell'energia, anche della fortuna, però ha una sua fragilità se qualcuno gli stacca il corno il cavallo alato.
E questa volta si presenta un cavaliere nero che ha proprio interesse a speculare sulla morte dell'unicorno. interesse di colossi mondiali è il 2016 quando Bion annuncia un contratto da 55 milioni di euro con un importante multinazionale non fa il nome di Ikea ma tutti capiscono accordo con Ikea prevede la possibilità di sostituire la plastica di Ikea con la plastica di Bion, è chiaro che è una possibilità clamorosa, ci sarebbero addirittura due strategie stabilimenti nuovi da costruire. Arriva perfino Cartel, l'azienda italiana di design conosciuta in tutto il mondo per i suoi mobili ricercati in plastica. Insieme a Bion decidono di riprodurre uno dei pezzi più rappresentativi e più venduti di Cartel, il mobile contenitore componibile. Bion era ormai nell'Olimpo.
La vettura più alta che Astorri ha toccato nella sua avventura va a Cupertino dall'Apple. E qual è la sua proposta? La sua proposta è rifare i dispositivi di Apple, tutti i dispositivi, utilizzando la plastica pulita dalla mela.
Cioè dal simbolo di Apple. Una genialata incredibile. Sembrava tutto bello, ma il giorno in cui Bion annuncia i conti del... del primo semestre del 2016, il titolo chiude a meno 6%. Per la prima volta i numeri sono negativi, serviva un colpo ad effetto ed allora ecco che Bion cambia improvvisamente modello di business e annuncia di voler costruire il proprio impianto di produzione.
Riconvertono un vecchio stabilimento di Granarolo a Castel San Pietro in provincia di Bologna. Il giorno dell'inaugurazione c'era il fiorfiore dell'imprenditoria e con il fiorfiore di Bion. qualcuno arriva addirittura in elicottero. Produco io questa benedettica plastica biodegradabile e la vendo io.
Però forse non aveva la forza finanziaria per sostenere un investimento di qualche, mi pare, 45-50 milioni di euro. Il nuovo modello di business prevede anche la creazione di quelle che si chiamano joint venture, società partecipate in diversa misura da due partner. Una era la stessa Beyond e l'altra era un partner.
attraere industriale, ne nasceranno diverse e si dovrebbero occupare di fertilizzanti, filtri per tabacco e perfino per la creazione di prodotti per la pulizia dentale e per la cosmetica. E lì l'azienda fa veramente la svolta, chiude 26 sedute di fila col segno più, arriva a valere un miliardo e tre. Raggiunta la vetta però, il sogno di Bion visto in controluce aveva delle crepe latenti che Marco Astorri probabilmente rifiutava di vedere o che addirittura deliberatamente ha scelto di ignorare, a cominciare dalle critiche del pattern story. Copro B, la cooperativa dei produttori di zucchero, il direttore Montanari, commissiona un report allo studio Ambrosetti per capire la sostenibilità di Bion, quali furono i risultati? Il mercato...
era attento e sensibile, ma non era disponibile a pagare in linea di massima un prezzo aggiuntivo rispetto al costo del petrolio e della plastica normale. Lo esprimemmo ad Astorri e qui successe un incidente dal mio punto di vista personale. Partì una lettera da parte di Bion in cui mi si accusava in maniera esplicita di avere svenduto e diffuso segreti industriali. e di aver creato un potenziale gravissimo danno. Montanari della cooperativa dello zuccherificio a un certo punto viene da lei e le manifesta alcuni dubbi, porta degli studi.
Non puoi paragonare il costo di un prodotto come il PHA, che ovviamente è più costoso della plastica normale, con la plastica normale inquinante. Poi arriva il report di The Analyst, una società inglese indipendente. Il titolo era il polimero vecchio di un secolo che non è economicamente sostenibile. E invitava i suoi soci, i suoi abbonati, a shortare, cioè sostanzialmente a scommettere sul crollo di quell'azienda, perché sosteneva che da lì a poco l'azione di Bion sarebbe arrivata.
praticamente a zero. Ci hanno scritto delle cose talmente assurde che ho preparato una risposta col mio investor relator e poi dopo l'abbiamo data a chi ci chiedeva conto di questa cosa. Loro hanno visto la risposta e è finito tutto lì. She let go of my hand Purtroppo per Astorri non è finito tutto lì perché questi report cominciavano a produrre un effetto aumentavano quelli che in gergo si chiamano shortisti vale a dire quelli che in borsa scommettono sul tuo tracollo Lei però continuava a dire nessuna criticità Stava andando talmente bene quello che stavamo facendo noi avevamo le più grandi aziende del mondo che volevano il nostro prodotto Il 24 luglio 2019 arriva un colpo da KO, un gancio assestato così bene che stordisce Bion e spegne un sogno.
Salve a tutti, mi chiamo Gabriele Grego, dirigo un fondo di investimenti a New York e sono qui per raccontarvi una storia che ha dell'incredibile. Il mio fondo è specializzato in una cosa un po' particolare, ovvero nello scoprire truffe e frodi nei mercati finanziari. Gabriele Grego è un trader finanziario che possiede il fondo quintessential di mestiere analizza i bilanci, indaga sul campo e quando ha raccolto materiale sufficiente per dimostrare la sua tesi affonda il colpo con un report, proprio come sta facendo con Bion.
La Bion è una società di Bologna che purtroppo a me ricorda molto la Parmalat. Secondo quintessential, quindi secondo noi, la Bion è un castello di carte. È stato il momento più brutto della mia vita. Il giorno dopo avremmo annunciato l'aumento di capitale riservato fondamentalmente. L'azienda diventa una multinazionale, quindi può fare un percorso netto, è fatta.
Invece vengo svegliato alle 6 di mattina con questa cosa che la guardo, mi sembrava un incubo, nel senso che ci vedevo una marea di cavolate mostruose, di balle mostruose, di che cacchio è sta roba? Abbiamo contantato una serie di ingegneri che capiscono molto bene questo campo e gli abbiamo chiesto la loro opinione. Purtroppo il giudizio praticamente unanime che abbiamo ricevuto da tutte le persone con le quali abbiamo parlato è che le basi tecnologiche e scientifiche della Bion sono una tecnologia definita assurda e farneticante. Lei ha toccato con mano questo prodotto, è stato appunto nei laboratori di Bion, però questa è stata definita un'assurda e farneticante tecnologia. Trovo...
che sia assurda le parole che dicono questi qua, non è assolutamente freneticante, è stata provata, è stata brevettata. A dispetto degli esperti anonimi citati nel report di Gabriele Grego, Bion risponde con un membro del suo board scientifico, il professor Paolo Galli, considerato uno degli scienziati più influenti nel settore delle materie plastiche, e membro della Plastic Hall of Fame, massimo riconoscimento scientifico per i pionieri della chimica dei polimeri. Lei dice che io garantisco al 100% che quella era la giusta via per industrializzare il processo.
Sì, l'unica via che io ho visto per fare veramente dei prodotti veramente biodegradabili. Io ero rimasto scioccato perché in quel video veniva detto che tutto quello che io avevo vissuto in sei mesi non esisteva. Un castello di carte.
Un castello di carte. C'erano 150 persone che lavoravano in stabilimento, c'erano ingegneri, chimici, scienziati nel centro ricerche che facevano prodotti ed io ho visto uscire i primi sacchi di polvere di PHA. Marco Rivoira è il patron dell'omonimo gruppo che produce e commercializza frutta, soprattutto mele. Il 60% della produzione la esporta in tutto il mondo, dall'Arabia Saudita al Brasile. Con Bion avevano deciso di produrre packaging in plastica naturale per la frutta.
Avevano fatto i primi prototipi e li avevano addirittura presentati alla più importante fiera del settore a Madrid. Con Bion avevano fondato una delle famose joint venture. Quindi noi eravamo la prova, o siamo comunque la prova, che di vuoto non c'è niente, perché in realtà abbiamo costruito una licenza esclusiva sul packaging della categoria del fresco per tutto il mondo e l'abbiamo pagata.
Cioè lei mise quanti milioni? Noi mettemmo 5 milioni di euro da nostra parte e lui altrettante. Questa tecnologia funziona molto bene con gli scarti di prodotti di zuccherini. Potevo vendere la mia mela fresca con un imballaggio che veniva fatto dalla mela stessa, che non era proprio una cosa da poco. Cioè quello che era un rifiuto diventava il prodotto.
Ma questo lo abbiamo fatto, non è che non l'abbiamo fatto. Ero stupito, scioccato e molto amareggiato sinceramente di questa cosa. Scioccato è pure il mercato che reagisce con quello che in gergo si chiama panic selling, vendita per panico.
Tutti hanno mollato il titolo. che così è crollato a picco facendo meno 70% in un giorno senza che Borsa Italiana o Consob bloccassero il titolo se non per pochi momenti. Se valeva, capitalizzava miliardi, uno dice che vale zero, chi doveva vigilare poteva entrare un pochino nel merito di questo report, no? Qualcuno non ha fatto bene il suo mestiere, era controllata fino all'ultimo bullone, no?
Quindi come mai arriva uno che addirittura... che vale zero, ci rendiamo conto che è una cosa assurda. Lei ha detto che forse Borsa Italiana poteva sospendere per qualche giorno quel titolo.
La sospensione per fermare il panico magari non sarebbe servita a niente, ma sicuramente avrebbe dato il tempo a Bion di fare un comunicato stampa, di farsi intervistare, di chiarire, di fare esposti. Borsa italiana non ha sospeso il titolo nonostante le proteste di Astorri nei confronti di Consob che lo invita addirittura a starsene in silenzio come dimostra questo audio esclusivo. Perché non lo dite voi?
Lo devo dire io? Se lo dico io faccio un bel comunicato stampa, voi me lo approvate e lo butto fuori. Non c'è mica problema. Me lo approvate? Guardi, non te lo sarei vinto di farlo, perché me lo giustifica.
Lei è una stupida portata. Quel coglione di Greco invece purtroppo è un signor nessuno. Il fondo di Gabriele Greco era sotto indagine della Consob, ma non si doveva sapere, così come qualcuno all'interno di Consob ha vietato la convocazione di Gabriele Greco. Dire che io credo in lei, credo nell'azienda e lo sto dicendo anche ai miei responsabili.
So se avete fatto la stessa cosa, se avete avuto la possibilità di incontrare e parlare direttamente con Grego. No, purtroppo avrei voluto farlo, ma qui dentro mi hanno vietato. L'ho già fatto presente, ho già mandato le mail al mio capo.
Ovviamente, purtroppo, io sono da solo, come da solo lei. Chi è che ha ostacolato l'audizione di Gabriele Grego in corso? Boh, no. Borsa italiana ci ha inviato i provvedimenti che ha preso però dopo l'attacco speculativo, mentre Consob ci ha detto che lei ha fatto quello che poteva, quello che gli consentiva la legge. La legge gli avrebbe anche consentito di multare Bion qualunque avesse rilevato delle anomalie nei comunicati che pubblicava, però non l'ha fatto, l'ha fatto solo...
Dopo a Babbo Morto quando c'è stato l'attacco speculativo. Ma questo è uno dei misteri che accompagna questa vicenda perché quando Astori ha annunciato di voler cominciare a produrre lui stesso la plastica biodegradabile riconvertendo un impianto della Granarola in provincia di Bologna, ecco là che appare improvvisamente il Cavaliere Nero, un personaggio inquietante che è lui che stacca il cuore. corno al cavallo alato Bion.
Si chiama Gabriele Grego, si presenta come un filantropo perché vuole ripulire il mercato da quelle aziende che sono opache, ma a guardare bene lui stesso. a leggere bene quello che lui scrive di se stesso, insomma è la rappresentazione dell'opaco, perché intanto è uno che specula quando le aziende vanno male, quindi specula, guadagna sulla morte dell'azienda, in questa vicenda ha guadagnato milioni di euro. E poi è il gestore del fondo quintessential che è sostanzialmente registrato alle Cayman, che in tema di trasparenza non è che sia il massimo. con un video di 40 minuti Grego distrugge completamente Bion, dice di aver raccolto delle testimonianze inconfutabili consultando esperti che sono quasi tutti anonimi, prove che le basi tecnologiche e scientifiche della Bion sono assurde e farneticanti. Però alla fine del suo report scrive in minuscolo questa frase.
che non fornisce alcuna garanzia sulla completezza, accuratezza e correttezza delle informazioni. Ecco, lo facessimo noi di report al termine di una nostra puntata, ci infilerebbero due dita negli occhi e coprirebbero di pernacchie. Invece nel mercato è tutto concesso.
E poi, ma quanto sono indipendenti e competenti questi esperti che ha consultato Grego? Il report di Greco non ha trovato ostacoli e ha fatto crollare il titolo di Bion. A questo punto Astorri denuncia Greco, ma dopo qualche mese ecco un altro colpo di scena.
La procura di Bologna mette Astorri agli armi. resti domiciliari e indaga tutti i vertici di Bion, collegio sindacale e revisori contabili con accuse gravissime. Di manipolazione del mercato e reati fallimentari. stato tutti i bilanci falsi, sia quelli d'esercizio che i consolidati. L'unica via possibile per Astorri per ritrovare la libertà è quella di dimettersi da tutte le cariche, che è quello che farà e una settimana dopo lui torna libero e Bion non è più sua sostanzialmente.
Game over. Il Tribunale di Bologna nomina in fretta e furia un curatore fallimentare, che in tempi record porta i libri in tribunale e viene decretato il fallimento di Bion. Entrando nel dettaglio dell'inchiesta, si capisce che la procura ha scandagliato i bilanci e per prima cosa ha capito che quello che c'era scritto sarebbe in alcuni casi falso, a cominciare dalla consistenza dei ricavi. A fronte di oltre 60 milioni di contratti, licenze e cessioni, la generazione di cassa è stata di meno di 2 milioni, quindi sostanzialmente Bion non produceva cassa. passa a setaccio tutti i contratti di licenza e scopre, per esempio, che il contratto per la costruzione di uno stabilimento in Iran aveva portato ad inserire ricavi in bilancio per milioni di euro.
Nella realtà, quei soldi non erano mai entrati in cassa, ma non erano nemmeno state messe le fatture. Per il contratto dello stabilimento in Olanda i ricavi iscritti erano per milioni di euro, ma in cassa erano arrivati solo 25 mila euro. Il problema non era quello che incassavi subito, il problema è che cos'è che dovevi mettere a bilancio, cos'è che dovevi fatturare. E noi lì avevamo diverse possibilità di scelta, ma tutte più o meno arrivavano sempre alla stessa conclusione. che era quello che nel momento in cui tu ti spossessavi del tuo know-how dovevi mettere tutto.
Per il contratto con l'Iran per l'Iran diciamo non avevate emesso nemmeno le fatture però al ricavo c'erano milioni di euro di euro come pensavate di recuperare questo discorso della fattura non c'entra cioè nel senso che la fattura è secondaria se il contratto che con sì però la fattura dimostra che quel credito è in qualche modo esigibile se lei non emette nemmeno fattura vuol dire che non ci crede non è vero non è vero non sono d'accordo il codice civile stabilisce dei comandamenti i ricavi vanno iscritti fra i ricavi a bilancio solo quando sono certi perché se uno si mette a iscrivere ai ricavi via manetta, questo è il risultato. Perché poi questi bilanci avevano un sacco di ricavi che montavano, ma avevano un sacco di crediti che non venivano incassati. La procura poi analizza tutti i comunicati stampa di Bion e anche qui l'accusa è pesante perché sostanzialmente si parla di una comunicazione roboante al solo fine di far alzare il valore del titolo. Per esempio entra nel merito del contratto multilicenza con Ikea del valore di 55 milioni. La procura dice che ne varrebbe solo 5 e solo allo scattare di determinate condizioni.
Ikea, guardando la tecnologia, dice che quella tecnologia non gli va bene, non è sostenibile, pagherà a Bion poche decine di migliaia di euro per gli studi di fattibilità, però la realtà è che paga poche decine. di migliaia di euro. L'annuncio è stato 55 milioni. Non è mai stato detto no, noi non facciamo niente, sospesero il progetto.
Però lei dice noi avevamo l'obbligo di comunicare tutto, perché non avete comunicato che il contratto si era... era bloccato perché non era bloccato cioè cosa dovevo dire cioè devo dire il che è in ritardo perché uno ha fatto un incidente morto non lo so cioè perché la verità è questa no una multinazionale che si ferma per un dipendente non credo dipende che dipendente quando ti manca il direttore che gestiva tutto è stata una perdita enorme nelle carte dell'inchiesta finiscono anche tutti i comunicati Stampa sui brevetti di Bion, quelli dei fittri delle sigarette, quello per la cura dei tumori, quello per la pulizia del mare, sarebbero tutte cose futuribili. E la procura lo dice anche in base ad alcune intercettazioni che coinvolgono membri del CDA di Bion che definiscono i brevetti Wishful Thinking, un pio desiderio.
Quei brevetti lì... in alcuni casi non ci sono ancora o sono ancora da maturare o addirittura sono dei come si dice wishful thinking hanno montato questa panna anno dopo anno quando la panna tendeva un po' a sedersi la rimontavano facendo un annuncio roboante e funzionava poi a un certo punto la panna si è smontata non è che questa è una truffa attenzione Questa è un'illusione. Se un membro del CDA non capisce quello che state facendo e poi voterà il bilancio, eccetera, è un problema. Se lui dice che quelli sono... E poi si è interpretato in una maniera diversa.
Alla fine il risultato sono i brevetti concessi, quindi non sono più illusioni i brevetti concessi. Non è così, la maggior parte dei brevetti non portano a nulla. Purtroppo anche lì nella comunicazione che è stata fatta, siccome avevano dei brevetti, allora automaticamente era un'azienda pronta a commercializzare qualsiasi cosa. E' a quel punto lì che gli scienziati che lavoravano dentro questa azienda avrebbero dovuto alzare il ditino e dire beh insomma diamoci una calmata.
Il responsabile scientifico di Bion era Mauro Comes Franchini, professore ordinario al Dipartimento di Chimica Industriale dell'Università di Bologna. Come mai da scienziato non ha lanciato un alert sulla comunicazione dell'azienda relativa ai brevetti? Musica Sono Danilo Procaccianti di Report, di Ray 3. Ragazzi ma che chiedono?
Non si può entrare. Ma lei è un uomo di scienza, se non dà delle spiegazioni lei un confronto su queste cose. sono interessate e qui non si può entrare questa non è autorevista cosa fa a mettere la sede lì? no ma se mi dà chiamo qualcuno no non si può ma chiama qualcuno per delle domande cioè lei è un uomo di scienza ma lei non può riprendere ma lei è un uomo di scienza ho un concorso solo sui brevetti di Biondi Va un po' meglio con Paola Fabri, anche lei ricercatrice Bion e professoressa associata al Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e Materiali dell'Università di Bologna. La gente deve potersi fidare della scienza.
Quello che mi interessa capire è che lei si è pentita di qualcosa sul prodotto? Assolutamente no, tanto che il grosso dei miei lavori sul PHA è pubblicato su riviste ad altissimo impatto scientifico. Però quando lei sentiva la plastica per la cura, la diagnosi dei tumori, non era forse un passo oltre? Che fosse necessario andare più piano, più piano, posso essere assolutamente d'accordo.
Rimane il fatto che dal 2007 al 2019, in 12 anni di vita, Bion aveva fatto davvero poco per valere in borsa più di un miliardo. Dopodiché però il progetto Confloss interrotto nel 2013, stabilimenti costruiti nel mondo zero, di tutti i brevetti non è andato in produzione nulla se no poche confezioni di crema e qualche mobile di cartelle. Siamo ucciso. contestano il fatto che c'era una comunicazione che spingeva tantissimo e poi di concreto c'era veramente poco. Allora la nostra non era un'azienda che aveva 20 anni di storia, quindi se gli veniva dato tempo a questa questa azienda non veniva devastata, a quest'ora il risultato probabilmente era un altro.
Hanno ucciso un bambino nella culla. Un bambino un po' paravento perché ora al di là del sogno infranto le regole parlano chiaro. Tu i ricavi li puoi mettere a bilancio se sono certi, altrimenti vivi nelle pie illusioni, delle illusioni che i ricavi arriveranno.
Ecco, quell'illusione è stata infranta dal video di Gabriele Greco. Dopo il suo intervento il titolo crolla in borso dopo tre mesi sulle spalle di Astorri, cade l'arresto e l'accusa pesante di aver in qualche modo truccato i conti e anche di aver manipolato il mercato attraverso comunicati che erano lontani dalla realtà. Emerge anche che la sua azienda invece di produrre come promesso mille tonnellate l'anno di plastica.
Insomma ne aveva prodotte solamente 19 e poi anche non utilizzando lo scarto dello zucchero come detto ma lo zucchero vero e proprio. Dopo qualche mese l'azienda fallisce. Ora a storia alla fine di questa vicenda è un illusionista o un bravo visionario un po' superficiale?
Insomma stiamo parlando di un'azienda bionda che aveva un sogno, quello di cambiare il mondo, produrre plastica completamente biodegradabile realizzata con gli escrementi dei batteri che si nutrivano di zuccheri. Viene quotata in borsa, ha un salto di quotazione e arriva fino a un miliardo e 300 milioni di euro. All'improvviso si presenta un signore, Gabriele Grego, che... è un gestore di un fondo quintessential che è alle Caima registrato e che con un video distrugge sostanzialmente questa azienda dicendo che ha prove inconfutabili.
che la tecnologia alla base di Bion è una tecnologia farsa e farneticante. Subito dopo questo video il titolo crolla, Astori, che è il fondatore di Bion, si ritrova sulle spalle l'accusa, un'accusa gravissima, quella di aver manipolato il mercato e di aver anche in qualche modo truccato i conti. Ora, a greco si dice...
Certo di avere prove inconfutabili che sono state raccolte attraverso degli esperti che sono rimasti per un lungo periodo anonimi e che sono molto competenti. Ecco, in realtà chi sono questi esperti? questi tecnici e poi quanto sono competenti e poi non è che ci si è liberati troppo presto di un'azienda che invece è stata considerata strategica per il nostro paese.
Nella requisitoria finale del processo a carico di Bion che si è svolto a Bologna, il PM ha fatto un paragone forte. In Campania venivano messi in vendita barattoli molto belli, con l'etichetta del Golfo di Napoli addetto. Erano i barattoli dell'area di Napoli, ma a parte il valore estetico, quando si apriva il barattolo non c'era nulla.
Il paragone sembra un po' azzardato perché è un fatto che quello che il PM definisce nulla è stato valutato. dal curatore fallimentare 95 milioni di euro, così come un fatto che oggi Bion è stata ricomprata da un imprenditore per 17 milioni di euro e dentro non ci ha trovato solo aria. Per me, per il mio gruppo, è l'operazione più importante che ho fatto nella mia vita. Come ha trovato questo stabilimento?
È uno stabilimento fatto con i migliori materiali esistenti, possibili, quasi tutto in acciaio inox. Chi l'ha fatto non ha badato a spese davanti. ha preso il meglio che c'era, già adesso posso dirle che noi siamo in grado di produrre il PHA, questo è il vero PHA che è stato prodotto qua questa settimana. L'unico che aveva messo in discussione la tecnologia di Bion era stato Gabriele Grego nel suo report che, visto in controluce, presenta alcune crepe. Grego prepara bene il suo attacco perché si fa seguire da una professionista della comunicazione, Giuliana Paoletti, titolare della società Image Building.
La Paoletti riesce perfino a correggere gli articoli dei giornalisti prima che vengano pubblicati. Ma infatti io ieri sera il pezzo era corretto, quindi lui il pezzo oggi era perfetto? Sì sì, va bene.
Il pezzo era perfetto, però ho capito, lui è uno che era guidato. Io sarò attenti però che lui non venga fuori, che dietro di lui ci siamo noi. Il report di Greco era pieno zeppo di citazioni di sedicenti esperti, tutti anonimi a parte due.
Uno era l'esperto scientifico, il professor Filippini Fantoni. Esperto di nylon, Greco gli commissiona un parere scientifico e il risultato? Eccolo qua, una paginetta e mezza.
Questo suo parere che lei ha mandato a quintessenza non è un parere scientifico derivante da una ricerca. Niente, una semplice considerazione di uno del settore, senza aver fatto nessuna ricerca. Cioè considerazione che diciamo avremmo potuto fare pure lei al bar. Esattamente, esattamente.
Cioè diciamo le plastiche biodegradabili non sono il suo campo. non sono il mio campo sembra quasi che lei voleva contestare questa come dire questa pomposità di Astorri esatto non il prodotto in sé no il prodotto può andare bene L'altra cosa che viene fuori analizzando il report di Greco e anche le carte della stessa inchiesta su Bion è il presunto coinvolgimento di personaggi legati a Novamont, azienda in qualche modo rivale di Bion, visto che si occupa di plastica biodegradabile, sono quelli che producono i sacchetti per la frutta che tante polemiche che hanno provocato quando sono stati resi obbligatori nei supermercati. Novamont all'epoca era controllata da Mater B, società che aveva sede presso lo studio del commercialista Maurizio Salom. E sapete qual è il secondo nome in chiaro nel report di Greco? Proprio quello di Maurizio Salom.
Vengo abbastanza bene? Bellissimo. Va bene.
Leggendo le carte, diciamo, non appare lei come proprio un terzo rispetto alla vicenda Beyond. Sono terzo sicuramente, mica perché non lo sono. Perché Salom era anche sindaco della società Mater B che controllava Novamont, poi presidente del collegio dei sindaci di Novamont e ancora amministratore unico di IMT, società che stava ai vertici della catena di comando di Novamont.
Io sono amministratore di più di 100 società, quindi se vuole allora sono in conflitto anche con tutte le altre 100, le ne faccio altri nomi, ma non c'è... è il mio lavoro, il mio lavoro faccio l'amministratore e il sindaco di società. Però non ne sembra strano che rispetto a quanti siete commercialisti?
in Italia? In Italia sono 60.000. Su 60.000 Greco sceglie proprio lei che in qualche modo ha a che fare con Novamont.
No, non è che le affari di Novamont c'entra niente, sceglie me perché ci conoscevamo, o perlomeno sapeva chi ero io e basta. Eppure nelle carte dell'inchiesta si legge che notevoli evidenze sono state acquisite dall'ascolto dell'utenza in uso a Maurizio Salom. Il tenore di talune conversazioni intercettate, infatti, lascia intendere come lo stesso potrebbe avere interessi personali riguardanti la società Bion.
E gli interessi personali di Salom emergono dalla seguente conversazione con il figlio. Ma adesso c'è un qualcosa? No, ma che c'è che faccio? Beh, non è.
è una bestia che sta morendo leone cazzo di fare se si potesse sciantare lo farei subito si può fare se te lo dico io che si può fare suo figlio le dice disinvestiamo avevate azioni in bion lei chiama in banca e dice io volevo voglio vendere bion e lei mi ha detto no perché il mercato è chiuso e non si può più vendere però capisce che è una cosa se io faccio questo consulente esterno terzo, non entro dentro, non provo a guadagnarci, non dico noi, questi sono dei truffatori. Allora, lei mi dice che avevo delle azioni, io non le avevo. Dalle intercettazioni emerge anche che Salom avrebbe avuto notizie riservate rispetto all'inchiesta.
Ho fatto adesso qualcosa e domani c'è l'ultima bordata sulla procura, o li arrestano o chiudono la cosa o li mandano via. Sarà fuori che nei prossimi dieci giorni la società è saltata. Ho parlato con Coso e arriverà un'altra bordata dalla procura.
Non sanno se arrestarli o commissariarli. Sono notizie riservate, lo dice l'estero. Sì, certo, sono notizie riservate, ma... cioè vabbè dalla procura o dalla procura io l'ho avuto da un amico ma non da uno dentro la procura è un'altra battuta questa no senta un'altra battuta che lei fa a proposito di battute mi dica lei se è una battuta lei dice io non c'entro niente con Novomon ma nella intercettazione lei dice noi produciamo fatturiamo mille euro di microplastica noi noi Novomon è un modo di dire magari fosse mia La lista degli uomini di Novamont che sono coinvolti in vario modo nel crollo di Bion è davvero infinita.
In un'altra conversazione, Salom pensa di coinvolgere anche il commercialista Michele Casò, presidente del collegio sindacale di Novamont, ma loro stessi si rendono conto che è troppo. Infatti volevo tirarti dentro, per carità, sei presidente della Novamont, vieni a fare un casino che non finisce più. Questa conversazione avveniva a luglio 2019. La cosa incredibile è che dopo qualche mese il curatore fallimentare nomina come suo consulente per la vicenda Bion proprio il presidente del collegio sindacale di Novamont, Michele Casò, un conflitto di interessi incredibile.
Quindi vi ponevate voi stessi il problema, capisce? No, era una battuta, era una battuta. Ma lì, veramente, una battuta non è neanche male come battuta. Però guarda caso, poi Casola l'hanno chiamato come esperto del curatore.
Cioè lei non l'ha voluto tirare dentro, il curatore... L'ha tirato dentro, sì, sì. Perché lui è molto bravo. Io ho letto tutti i rapporti di lavori di finanza che faceva fino a... Fine settembre più o meno, che lo dicevano molto chiaramente, viene proprio scritto a caratteri gubitali che c'è il fondato sospetto che ci sia un concorso.
che sta lavorando contro la azienda, è interessante, poi dopo a un certo punto questo filone smette di essere alimentato e noi diventiamo i protagonisti. Forse perché non hanno trovato nulla. Sarà così.
In effetti, dalle carte dell'inchiesta, emerge chiaramente che fino a settembre del 2019 gli investigatori indagavano anche sulla pista Novamont, tanto che scrivono letteralmente quanto sopra lascerebbe intravedere un coinvolgimento e un diretto interesse del gruppo Novamont nella distruzione di Bion. Evidentemente quella pista investigativa è andata su un binario morto, nonostante le chiare intercettazioni. Può essere interessante comprare gli asset di Bion, come gli avvoltoi che arrivano?
No, perché avvoltoi? Se una società... Cioè se face...
Greco aveva definito tecnologia assurda e farneticante, se ricordo bene. Confermo, concordo. E poi invece...
questo suo dice andiamo a comprare gli asset quindi o è assurdo e ferneticante o è interessante qualsiasi cosa ha un prezzo poi chiamato a testimoniare a processo Gabriele Greco presenta un elenco delle persone sentite per stilare il report quelle che prima erano anonime sapete chi c'è in quell'elenco? Katia Bastioli amministratore delegato di Novamont Eh però parliamo chiaro nel senso Novamont era veramente un concorrente Cioè a me sembra come dire Davide contro Golia Sì, secondo me no Cioè loro sono un gigante Però stavano diventando molto grandi anche noi Cioè dici come avete guardato i miei bilanci Guardate quelli di Novamont Cioè uno li guarda e dice boh I bilanci di Novamont li abbiamo guardati noi E quello che emerge è tutto tranne che una società in salute Beh, Novamond ha chiuso gli ultimi anni in modo disastroso, ha perso 66 milioni nel 2023, 26 nel 2022 e addirittura in 2021 150 milioni. Diciamo che Novamond non era messa benissimo, a proposito di bilancio, prima che Eni la acquistasse in qualche modo. La perdita è ininfluente ai fini del bilancio, l'importante è avere i soldi per pagare i debiti. Altro che soldi per pagare i debiti, nel 2018 Novamont, oltre ai suoi debiti, deve mettere in conto anche una lite con la società Versalis, società del gruppo Eni impegnata nella chimica da fonti rinnovabili, perché sostiene di dover avere tanti soldi da Novamont.
Alla fine di questa lite, di fatto Novan riconosce che ha dei debiti nei confronti di Versalis e del gruppo Eni. A quel punto Versalis si compra l'intera società. Quindi altro che soldi per pagare i debiti?
Eh no, evidentemente se i soldi c'erano sarebbero stati tirati fuori. In una spa e story come questa non possono mancare i servizi segreti. Ne parla Astorri in un'intercettazione.
Dice che i servizi avevano previsto tutto. Subito dopo l'accordo che abbiamo fatto in Russia, siamo stati contattati dai servizi. Ci avevano detto che la nostra era un'azienda strategica per il paese, quindi di stare molto attenti a quello che facevamo. Però quando lei dice che avevano previsto tutto, ce l'avevano paventato un attacco? No, avevano detto che avevano previsto tutto.
Ho detto semplicemente di avvisarli di cose che potevano succedere, che vedevamo di strano. Quando siamo stati attaccati li abbiamo chiamati. Hanno preso atto dell'attacco che ci è stato fatto e basta. Dopo non è più successo niente.
niente. Chissà se questi aspetti sono stati approfonditi in fase d'inchiesta. Sicuramente sono suggestioni della mente di chi ha perso tutto. Così come suggestivi sono i collegamenti del padre di Gabriele Grego, Claudio, che è un avvocato di uno dei più importanti studi italiani, è stato, guarda caso, segretario generale di Borsa italiana e a proposito di servizi, ecco un'altra suggestiva intercettazione.
E' bello queste operazioni che ci sono tra il caso Israele, sia a livello governativo, quasi governativo, nel punto di vista del corso della sicurezza e della cipermetrica, della cyber security. Incredibile. Dalle indagini non è emerso nulla e così la parola fine in questa intricata storia è arrivata con la sentenza del 25 novembre scorso. Marco Astorri è stato condannato a 5 anni e 2 mesi per manipolazione del mercato e bancarotta, in parte riqualificata in falso in bilancio.
Ma è davvero la parola fine? Perché abbia Abbiamo trovato questo documento esclusivo, una mail, in cui un fondo di investimenti, Amber Capital, chiedeva informazioni sul business di Bion. Sapete chi è l'amministratore delegato di quel fondo?
Giorgio Martorelli, fratello di Bion. gemello del PM Michele Martorelli, titolare dell'indagine su Bion. Non sappiamo se Amber Capital abbia poi investito o meno in Bion o se addirittura abbia scommesso sul suo fallimento.
Questi dati può richiedergli solo la autorità giudiziaria avrebbe dovuto chiedergli il fratello. Dottore, mi sono direi, potrei direi tre. Solo una domanda per completezza di informazione sul fatto che suo fratello era amministratore delegato di un fondo che ha chiesto informazioni su Biondo, se non si è posto un problema di opportunità.
Solo questa domanda, dottore. Dottor Careca ci può rispondere lei? Prego, dica.
Se appunto abbiamo visto che Amber Capital, che è un fondo il cui amministratore delegato è il fratello del dottor Martorelli, ha chiesto informazioni sul business di Bion, puoi capire se ha investito, ha shortato, insomma questa era un'indagine vostra, non si è posto un problema di opportunità, penso che il fratello indagava. Il mio ufficio ha sempre lavorato e continua a lavorare, questo lo debbo con la massima trasparenza. Tutte le cose vengono sempre valutate. fondate, vengono sempre valutate e quindi se siamo... La nostra è una domanda per capire se avevate valutato questo problema di opportunità.
Noi valutiamo tutti i problemi di opportunità, quelli che conosciamo e che riteniamo esistenti, quelli che non esistono. Quindi non esiste questo problema. Ma avete indagatoci il fatto che Amber Capital abbia poi investito o meno? Questa è una domanda più diversa da quella che mi ha fatto inizio, su questa non posso rispondere. Penso di sì, però se lei dice che non esiste il problema...
No, ringrazio moltissimo. Grazie. Si è poi tramutato in un thriller industriale con il coinvolgimento anche dei servizi segreti. Ora, Bion è stata un'azienda che è stata giudicata strategica per il paese, l'ha giudicata così il governo Conte.
Poi il Draghi e poi quello Meloni, ipotizzando anche l'intervento del Golden Power, cioè di quei poteri speciali che evitano che un paese straniero possa mettere le mani su un'azienda. strategica per il paese. Alla luce di queste considerazioni forse meritava un'attenzione maggiore quell'intercettazione nella quale emerge che il padre di Gabriele Grego, colui che con il video ha distrutto Bion, ha dichiarato di lavorare negli interessi del governo israeliano. Non vogliamo alimentare complotti, per carità adesso la legge farà il suo corso, in primo grado. Gli amministratori di Bionda sono stati condannati per la manipolazione del mercato, tuttavia nelle indagini erano emersi anche degli interessi riguardanti alcuni manager dell'azienda che è composta.
competitor della Bionera, la Novamont, oggi diventata Eni. Rimangono agli atti imbarazzanti le intercettazioni del commercialista Salon, insomma con gli altri membri della Novamont. Tuttavia gli investigatori hanno ritenuto che non fossero importanti, mentre è vero quello che dice Astori di essere stato convocato dai servizi segreti, questo è il documento.
che lo prova dall'Aesi, insomma c'era stato questo interessamento perché i servizi avevano detto da Storri se vede delle criticità che ruotano intorno alla sua azienda ci avverta. li ha avvertiti ma non è successo nulla. Un altro potenziale conflitto di interessi invece è emerso in una mail che riguarda poi il PM che ha condotto l'inchiesta, Michele Martorelli. Il fratello Giorgio gestisce il fondo Amber Capital e nel 2017...
ha manifestato l'intenzione di interessarsi a Bion. Non sappiamo se ha investito o se ha scommesso sulla sua morte. Procura non c'è un conflitto di interesse, gli azionisti hanno anche scritto al CSM, anche il CSM non ha rilevato criticità, ha detto scrivete alla Procura Generale. Però al di là di tutto questo crediamo che ci sia un grande rammarico di fondo in questa storia, cioè l'aver buttato il bambino con l'acqua sporca.
La manipolazione del mercato, l'altra la bontà di un prodotto che avrebbe potuto migliorare il mondo. E lì doveva intervenire lo Stato, perché è lo Stato che deve giudicare se un prodotto può rendere il mondo migliore. Non certo il mercato.
L'economista ecologico Herman Daly diceva c'è un grande errore nell'umanità, quello di trattare la terra come fosse un'impresa in liquidazione.