La poesia di Saffo ruota intorno all'elemento erotico assoluto e sovrastante. Da questo scateriscono tutti quanti gli altri sentimenti, sia positivi che negativi. Tra questi, i più frequenti sono l'amore affettivo pedagogico, che Saffo rivolge sempre a ragazze diverse, la tristezza, la nostalgia e il ricordo causato dal loro abbandono. Questi sentimenti, pur essendo essendo totalmente coinvolgenti, in cui interiorità ed elemento fisico coincidono, sono per natura effimeri, destinate a terminare con la partenza delle giovani.
L'elemento erotico, essendo vissuto nel conoscimento, contesto collettivo del Tiaso si alterna tra una focalizzazione collettiva e quella individuale. Tra i componimenti di Saffo, gli inni eclettici, da Caleo invocare, sottolineano la dimensione sacrale tra la comunità e la divinità protettrice, in questo caso Afrodite. Quest'ultima dea legata alla sfera della prosperità favorisce collegamenti al campo semantico della natura e del topos del locus amenus. In particolare, le immagini della notte e della luna bisogna quindi essere ricollocate nel loro contesto religioso, nel quale sono presenti divinità come Selene, Artemide e Delgadana.
D'altronde, molte delle celebrazioni della confraternita si svolgevano non solo all'aperto, ma soprattutto di notte, in cui è maggiore l'atmosfera evocativa. La lingua utilizzata da Saffo è un eolico letterario con innesti di dialetto di lesbo e termini omerici. Lo stile è relativamente piano e procede con immagini per accostamento o per analogia.
Originariamente i suoi componimenti erano in strofe saffica, un sistema tetrastico composto da tre indecasillabi e un adonio, costituito a sua volta da un dattilo e un trocheo o uno spondeo. Oggi siamo a conoscenza di tale composizione grazie al lavoro certosino dei filologi alessandrini, che editarono nove libri in metrica, la maggior parte in strofe esaffiche, pentametri eolici e esclepiadei. Catullo, o da postum il suo amico Cornelio De Pote, compose una raccolta di 116 componimenti addetta a Liver o Carmina. in cui canta il suo amore tormentato per l'espia, ma anche di nemicizie o amicizie e tanti altri argomenti.
I suoi carmi possono essere divisi in tre parti in base a criteri formali. I primi 60 carmi sono detti in due, ovvero due coesioni di proprio punto, di argomento e metrovali. Seguono otto carmi in ad hoc tali. lunghe ed erudite composizioni di tema mitologico in esametri e distici elegiaci.
Gli ultimi cinquanta epigrammi sono brevi poesie di argomento vario, di tono aggressivo e in distici elegiaci. Avendo come temi la quotidianità e l'amore, gli stessi delle nughe, l'epigrammata costituiscono una re-incomposition. La lirica di Catullo assume il suo significato letterale, a differenza di quella di Saff e di quella ellenica in generale.
Se infatti per quest'ultima il violirico coincide con un noi del tieso del simposio, in Catullo coincide con l'autore stesso. Quindi tutti i sentimenti della vita interiore descritti da quest'ultima, legati all'amore per lesbia, all'amicizia, agli effetti familiari, alla satira e alla polemica letteraria, sono soggettivi. Per questo la poesia catulliana è caratterizzata dall'antitesi tra sentimento e ragione, espressa nella forma del disegno.
dialogo con se stesso, nel quale la passione è contrastata con la consapevolezza dei suoi tradimenti. Catullo, nei suoi versi in distico elegiaco, utilizza un linguaggio caratterizzato da un ampio uso di diminutivi e dall'alternanza di diversi registri stilistici. Questo è distinto da un raffinato lavoro di raffinitura formale, detto laborlime, con il quale abbellisce i suoi componimenti mediante vocaboli aulici, espressioni colloquiali, grecismi e l'utilizzo della poichilia, la varietà di temi e toni callimachea.
Tutto ciò, nonostante la rivoluzione poetica apparentemente attuata da Catullo, è prodotto di un repertorio di topoi e immagini appartenenti alla tradizione letteraria.