Negli anni 30 l'Europa si trovava nel pieno di una crescente instabilità politica e territoriale. Le ambizioni espansionistiche di Germania e Italia avevano già preso piede e le potenze democratiche, in particolare Gran Bretagna e Francia, tentavano di evitare il conflitto attraverso una politica di appeasement. Tuttavia, questi tentativi di pacificazione non furono sufficienti a fermare la marcia verso la Seconda Guerra Mondiale.
Sotto la guida di Adolf Hitler la Germania intraprese una serie di azioni aggressive che miravano all'espansione del territorio. Nel 1936 la Germania si ricreò un esercito molto forte che posizionò nella Renania, una zona che, secondo il Trattato di Versailles, sarebbe dovuta rimanere senza militari. Nel 1938 la Germania...
Annessa l'Austria attraverso l'Anschluss, un atto che unificò i due paesi, portò l'Austria sotto il controllo nazista. Nel frattempo, l'Italia fascista di Benito Mussolini perseguiva una politica espansionistica nei Balcani. Nel 1939 l'Italia occupò l'Albania, espandendo ulteriormente la sua influenza nella regione. Nel settembre del 1938 i leader di Gran Bretagna, Francia, Italia e Germania si riunirono a Monaco per discutere la questione dei Sudeti, una regione della Cecoslovacchia abitata da una popolazione tedesca.
Hitler rivendicava il territorio e, seguendo la politica dell'appeasement, Francia e Gran Bretagna concessero ad Hitler il controllo di questa regione, sperando che l'espansione tedesca si fermasse lì. La cessione dei sudeti alla Germania fu accolta come una concessione per la pace dei leader occidentali, ma si trattò di una grave concessione che rafforzò ulteriormente Hitler e le sue ambizioni. Inoltre, ben presto, Hitler incominciò a richiedere il ritorno di Danzica alla Germania e all'apertura di un corridoio attraverso la Polonia per collegare la Polonia. Prussia orientale con il resto della Germania. Questa richiesta avrebbe significato una violazione della sovranità polacca e portò direttamente alla crisi che sfociò nell'invasione della Polonia.
Le ambizioni di Hitler, unite alla sua determinazione a ottenere il dominio su tutta l'Europa, portarono a una serie di eventi che sfociarono inevitabilmente in guerra. Il Fatto Molotov Von Ribbentrop, ufficialmente noto come il patto di non belligeranza o il patto di non aggressione tra tedeschi e sovietici, fu firmato il 23 agosto del 1939 tra la Germania nazista e l'Unione Sovietica. Il nome deriva dai due ministri degli esteri che firmarono l'accordo, Molotov per l'URSS, Von Ribbentrop per la Germania. Quali erano le clausole del patto? Certo, sì, la non-aggressione, entrambe le potenze infatti si impegnarono a non attaccarsi in maniera reciproca e a non sostenere terzi paesi che dovessero farlo.
Ma di fatto c'erano delle clausole segrete che riguardavano la spartizione della Polonia, lì dove Germania e URSS avrebbero diviso la Polonia appunto tra di loro, la Germania avrebbe occupato la parte. occidentale del paese mentre l'unione sovietica avrebbe preso il controllo della parte orientale e poi l'occupazione degli stati baltici infatti l'urso si riservava il diritto di occupare e influenzare politicamente lituania estonia e lettonia stalin seppur ideologicamente contrario al nazismo vedeva il patto come una misura pragmatica per proteggere l'URSS da una possibile invasione tedesca. All'epoca l'Unione Sovietica era preoccupata per l'espansionismo tedesco in Europa, ma non si fidava pienamente delle potenze occidentali che non avevano dato rassicurazioni concrete di sostegno in caso di attacco. Con il patto Molotov-Volkhov-Ibentrop, quindi Stalin cercava di guadagnare tempo per prepararsi militarmente convinto che un conflitto con la Germania fosse inimbitabile. ma non immediato.
Ma quali furono le reazioni in Europa e nel mondo? Ci fu uno shock, shock tra le forze antifasciste che presero con sgomento e incredulità la firma. In particolare questo avvenne tra le forze antifasciste, tra le potenze democratiche. L'URSS, che fino ad allora si era presentata come la principale forza che contrastava il nazismo, improvvisamente si alleava con la Germania di Hitler, la principale minaccia per la pace europea. Gran Bretagna e Francia, che avevano cercato di fermare Hitler attraverso le politiche dell'appeasement, rimasero sbalordite dalla mossa di Stalin.
Questo accordo fece vacillare la fiducia nei confronti dell'Unione Sovietica come potenziale alleato contro il nazismo. Ovviamente ci furono delle implicazioni, l'invasione della Polonia che appunto avvenne il 1 settembre 1939 e il 17 settembre da parte dell'URSS e una sovietizzazione dei... paesi baltici in quanto l'URSS occupò molto rapidamente Lituania, Estonia e Lettonia e li trasformò in stati satellite sotto il suo controllo diretto annettendoli ufficialmente nel 1940. Ma arriviamo al momento caldo.
È il primo settembre del 1939. Inizia l'invasione tedesca. La Germania nazista invade la Polonia senza dichiarazione di guerra formale. Questo attacco segnò l'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Le truppe tedesche avanzarono rapidamente utilizzando la tattica della Guerra Lampo, che combinava l'uso di forze aeree, carri armati e fanteria in un attacco rapido e concentrato.
Dopo l'invasione tedesca, Gran Bretagna e Francia dichiararono guerra alla Germania il 3 settembre, mettendo ufficialmente in atto la resistenza contro l'espansionismo nazista. Il 17 settembre, come stabilito dal patto Molotov-Von Ribbentrop, l'Unione Sovietica invase la Polonia dell'Est, prendendo il controllo delle terre orientali polacche e avanzando fino a occupare i paesi baltici. La resistenza polacca, nonostante il coraggio e il sacrificio, fu schiacciata dalla combinazione dell'attacco tedesco e sovietico.
la Polonia fu sconfitta in meno di un mese. Quali furono le conseguenze dell'invasione della Polonia? Ovviamente all'inizio della seconda guerra mondiale perché con l'invasione della Polonia si dea segno ufficiale dell'inizio del conflitto con la dichiarazione di guerra di Gran Bretagna e Francia alla Germania.
La Polonia perse la sua sovranità e la sua e venne divisa tra i due occupanti e infine possiamo andare a dire che una conseguenza dell'invasione della Polonia sono i nuovi allineamenti internazionali, infatti l'invasione segnò l'inizio di una nuova divisione tra potenze democratiche e totalitarie. Gli alleati di Hitler, Italia e Giappone si consolidarono mentre gli alleati della Gran Bretagna e della Francia cominciarono a prepararsi per un conflitto su scala. globale.
Nel novembre del 1939 l'Unione Sovietica lanciò un attacco alla Finlandia con l'intento di conquistare territori strategici e assicurarsi una zona di sicurezza lungo il confine. La guerra d'inverno fu una serie di battaglie aspre difficili per l'URSS. Sebbene i finlandesi riuscirono a evitare una sconfitta totale, nel marzo del 1940 dovette procedere alla pressione sovietica e accettare la pace di Mosca. La resistenza finlandese però divenne un simbolo di coraggio per molte nazioni.
Nell'aprile del 1940 invece le truppe tedesche lanciarono una rapida invasione della Danimarca e della Norvegia. La Danimarca fu occupata praticamente senza combattere con la resistenza che si rivelò minima. L'occupazione della Danimarca fu essenziale per il controllo delle rotte marittime e per soprattutto garantire un importante punto strategico sul Baltico.
L'invasione della Norvegia da parte della Germania invece fu motivata principalmente dal desiderio di controllare i giacimenti di ferro e le basi aeree e navali ovviamente furono posizionate lì in maniera strategica. A partire dal 9 aprile del 1940 le forze tedesche quindi invasero la Norvegia sfruttando la sua posizione geografica per rafforzare la propria. potenza militare.
Nonostante gli sforzi per contenere l'avanzata tedesca, Francia e Gran Bretagna non furono proprio in grado di fermare l'espansione nazista nel nord Europa. Le forze alleate già impegnate su più fronti furono incapaci di fermare la Germania che stava rapidamente consolidando il controllo su vaste aree del continente. Dopo la dichiarazione di guerra alla Germania da parte di Francia e Gran Bretagna nel settembre del 39 si instaurò un periodo di relativa calma lungo il confine tra Francia e Germania, conosciuto come la Strana Guerra. Durante questo periodo i francesi si limitarono a rinforzare la linea Maginot, una serie di fortificazioni difensive che si estendevano.
lungo il confine franco-dedesco. Le forze alleate, pur avendo dichiarato guerra alla Germania, non intapresero alcuna offensiva di grande portata, mentre le forze tedesche rimasero relativamente passive. Questo stallo fu una fase che non portò a significativi sviluppi militari, ma creò l'illusione che la guerra potesse essere evitata. o forse destinata a rimanere limitata.
Il 10 maggio del 1940 però Hitler lanciò una massiccia offensiva sul fronte occidentale, rompendo il lungo stallo. Le forze tedesche invasero rapidamente il Belgio, l'Olanda e il Lussemburgo, aggirando le difese francesi lungo la linea Maginot. La strategia tedesca, nota come Blitzkrieg, si basava sull'uso coordinato di divisioni corazzate e forze aeree che consistevano in un avanzamento rapido e travolgente.
Le forze tedesche, sfruttando la superiorità nelle manovre e nella velocità, avanzarono rapidamente attraverso il Belgio e il nord della Francia, sorprendendo le forze alleate e deludendo. le difese francesi. Di fronte al rapido avanzamento delle forze tedesche, le forze alleate, principalmente britanniche, si ritrovarono intrappolate nella penisola di Dunkirk, nel nord della Francia.
Tra il 29 maggio e il 4 giugno del 40 fu organizzata una massiccia evacuazione delle forze britanniche e francesi attraverso il mare. L'operazione Dynamo, come fu chiamata, portò all'evacuazione di tantissimi soldati, soprattutto grazie all'impiego di navi militari e civili che si avventurarono attraverso le acque per sfuggire all'accerchiamento tedesco. Nonostante però la ritirata a Dunkirk, le forze tedesche continuarono ad avanzare senza ostacoli. e il 14 giugno del 1940 le truppe tedesche entrarono a Parigi. La città fu occupata senza una grande resistenza, segnando un punto di non ritorno nella campagna di invasione.
Il 22 giugno la Francia firmò l'armistizio con la Germania, accettando una durissima occupazione. La parte settentrionale e occidentale della Francia venne sotto il controllo diretto tedesco, mentre il Sud fu posto sotto un governo collaborazionista creando la Repubblica di Vissi, guidato dal maresciallo Petain. Dopo la firma dell'armistizio con la Germania, appunto nel giugno del 1940, La Francia, come abbiamo detto, viene divisa in due zone principali. Il nord della Francia e la costa atlantica furono posti sotto il controllo diretto delle forze tedesche. La capitale divenne una città occupata e il paese fu costretto a sottomettersi al dominio nazista.
Quella che viene ricordata invece come la zona libera era la parte meridionale della Francia, al di sotto della linea di demarcazione. Non era formalmente di fatto sotto il controllo tedesco. In questa zona, appunto, come abbiamo detto, In precedenza si costituì un governo collaborazionista, il governo di Vichy. Il governo di Vichy, che risiedeva appunto nella città di Vichy, si considerava il legittimo governo francese, ma era strettamente subordinato ai voleri della Germania nazista. Petain, che aveva guadagnato popolarità durante la prima guerra mondiale come eroe nazionale, si rivelò grande amico di Hitler.
Sotto la sua guida, il governo di Vissi promulgò leggi razziali contro gli ebrei, simili a quelle tedesche, contribuendo alla deportazione degli ebrei francesi verso i campi di concentramento. Petain cercò di mantenere un'apparente indipendenza dal regime di Hitler, ma la realtà e che la Francia era sotto stretta influenza della Germania. Il regime collaborazionista fu particolarmente impopolare tra le forze antifasciste e molti francesi si rifiutavano di sottomettersi al gioco nazista.
Nel frattempo Charles de Gaulle, un generale francese che si trovava in esilio a Londra, rifiutò di accettare la sconfitta della Francia. e la legittimità del governo di Vichy. Il 18 giugno del 1940 De Gaulle fece un celebre discorso alla BBC esortando i francesi a non arrendersi e a continuare la lotta contro l'occupazione tedesca.
Questo discorso segnò l'inizio del movimento della Francia libera. De Gaulle costituì un governo in esilio a Londra con l'obiettivo di rappresentare la Francia libera e a unire i gruppi di resistenza contro il dominio nazista. Parallelamente si sviluppò quindi un movimento di resistenza in Francia, composto da vari gruppi di partigiani e attivisti che combattevano contro l'occupazione tedesca.
La resistenza si impegnava in sabotaggi, spionaggi, azioni militari. nonostante la dura repressione da parte delle forze tedesche e del regime di vissi la resistenza continuò a crescere e i suoi membri giocarono un ruolo cruciale nella liberazione della francia ma qual era stato in tutto questo il ruolo dell'italia beh nonostante l'alleanza formale con la germania attraverso il patto d'acciaio del L'Italia guidata da Benito Mussolini inizialmente scese di non entrare immediatamente nel conflitto. La decisione fu dovuta principalmente alla consapevolezza della debolezza militare italiana. L'esercito italiano, seppur numeroso, era dotato di mezzi antiquati e mancava delle risorse necessarie per affrontare una guerra di larga scala, soprattutto contro potenze come Gran Bretagna e Francia. L'Italia era ancora in una fase di recupero dai recenti conflitti come la guerra d'Etiopia e si trovava in una posizione di grande incertezza riguardo alle reali capacità di sostenere un conflitto mondiale.
Per questo motivo Mussolini adottò una posizione di non belligeranza in attesa di valutare l'esito del conflitto e soprattutto di osservare le azioni della Germania nazista. la rapida serie di vittorie tedesche sul fronte occidentale culminate nella sconfitta della francia e nell'occupazione di gran parte del paese convinse improvvisamente mussolini che fosse arrivato il momento giusto per entrare in guerra la germania ormai di fatto era sulla strada della vittoria avrebbe avuto bisogno dell'italia solamente per consolidare l'asse e per ottenere vantaggi strategici Così Mussolini vide nella partecipazione diretta alla guerra l'opportunità di ottenere vantaggi territoriali, ovviamente a spese dei suoi alleati, in particolare nel Mediterraneo e nel Nord Africa. Il 10 giugno del 1940, mentre la Francia stava crollando sotto l'assalto delle forze naziste, Mussolini decise di entrare in guerra proprio a fianco dei tedeschi.
L'Italia dichiarò ufficialmente guerra sia alla Francia che alla Gran Bretagna, sperando di trarre vantaggi dalla rapida sconfitta della Francia e dal conflitto con l'Inghilterra. Le forze italiane, così dopo la dichiarazione di guerra, mossero verso il confino francese e iniziano ad attaccare il sud della Francia, cercando di approfittare della debolezza delle forze francese, ormai distrutte e in ritirata. Tuttavia l'attacco italiano fu praticamente inefficace. Nonostante i numerosi soldati impiegati, le truppe italiane non riuscirono a sfondare le difese francesi né ad ottenere vittorie significative sul campo la campagna si rivelò più che altro un'operazione simbolica con pochi guadagni territoriali e la conferma dell'impreparazione dell'esercito italiano l'italia si trovò quindi coinvolta in un conflitto che non era pronta proprio a sostenere la partecipazione alla guerra si rivelò problematica sia sul piano militare che economico e le difficoltà della campagna di francia furono solo l'inizio di una serie di fallimenti che segnarano il conflitto per l'Italia. Inizialmente Mussolini sperava che la sua alleanza con la Germania gli avrebbe garantito vittorie rapide, ma in realtà si dimostrò ben diversa.
L'Italia dovette presto affrontare difficoltà militari, a partire dall'invasione dell'Egitto e le difficoltà nei Balcani, che avrebbero portato alla crescente... insoddisfazione popolare e a sfide interne che minarono il regime fascista nei successivi anni di guerra. Ma passiamo ad altri luoghi, quello che passa la storia come il massacro di Katyn. La foresta di Katyn, situata vicino alla città Smolensk in Russia, è diventata il simbolo di Grazie. uno dei più tragici crimini di guerra della Seconda Guerra Mondiale.
Questo massacro coinvolse oltre 20.000 ufficiali polacchi e si svolse durante l'occupazione sovietica della Polonia orientale, avvenuta dopo la firma del patto Molotov-Ribbentrop. Come abbiamo detto, le vittime del massacro erano principalmente ufficiali polacchi. Questi uomini erano stati catturati dall'Armata Rossa durante l'invasione sovietica della Polonia che appunto seguì all'invasione tedesca del 1 settembre. La brutalità dell'occupazione tedesca si manifestò nella sistematica eliminazione della leadership polacca, un atto che mirava a decapitare di fatto la classe dirigente del paese. Nel 1943 le autorità tedesche che avevano invaso l'Unione Sovietica scoprirono le fosse comuni di queste vittime.
Iniziarono a raccogliere le prove del crimine sovietico e a rendere pubblica questa scoperta, accusando l'URSS di essere responsabile della strage. La notizia del massacro suscitò sciocche e indignazione internazionale, ma per molti anni le autorità sovietiche negarono ogni coinvolgimento. Di fatto continuarono a diffondere la versione in cui accusavano di fatto i nazisti di aver compiuto il crimine.
Il massacro divenne un simbolo però con gli anni della violenza sovietica e delle atrocità commesse durante questa guerra. Una decisione poi... che fu presa durante gli anni della guerra fredda fu quello di riaprire gli archivi storici sovietici e portare alla luce questo grande massacro che portò veramente a tantissime vittime del regime stalinista.
Ma ritorniamo alla guerra tra Gran Bretagna e... Germania. È il maggio del 1940. Abbiamo detto che c'è la ritirata di Dunkirk.
La ritirata di Dunkirk segnò un momento cruciale per la Gran Bretagna durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo l'avanzata delle truppe tedesche. In Francia è la rapida gaduta del paese le forze alleate di cui molti soldati britannici furono circondati a Dunkirk e con l'aiuto di una massiccia operazione di evacuazione migliaia di soldati furono portati in salvo attraverso il canale della Marica. Questo evento fu un momento in cui ci fu una vita di un'amore, vittoria morale per la Gran Bretagna ma anche un segno di gravità della situazione. Di fatto il fallimento della politica di appeasement del ministro Neville Chamberlain fu ormai evidente e a seguito di questa sconfitta Chamberlain si dimise dal suo incarico.
Al suo posto il 10 maggio subentrò Winston Churchill il quale cambiò radicalmente il corso della politica britannica. adottando una linea dura contro la Germania e rifiutando qualsiasi trattativa di pace con Hitler. Dopo la ritirata di Dunkirk e l'occupazione della Francia, Hitler pianificò anche l'invasione dell'Inghilterra, ma prima di lanciarsi nell'operazione doveva indebolire l'aviazione britannica, la Royal Air Force.
La battaglia di Inghilterra Fu una delle fasi cruciali del conflitto. I bombardamenti aerei tedeschi su obiettivi strategici, tra cui aeroporti e città, segnarono un periodo di attacchi massicci su larga scala, spesso chiamati, diciamo, blitz. Nonostante il bombardamento tedesco incessante, la RAF riuscì a resistere grazie a diversi fattori. La resistenza britannica fu potenziata dall'uso innovativo del radar che permise ai piloti della RAF di intercettare e distruggere gli aerei nemici prima che potessero raggiungere i loro obiettivi. Inoltre poi dobbiamo considerare l'eroismo dei piloti britannici che di fatto combatterono strenuamente per difendere il cielo della Gran Bretagna.
determinante nel fermare l'avanzata tedesca. Dopo mesi intensi di combattimenti e pesanti perdite Hitler fu costretto ad ammettere il fallimento della sua strategia per invadere la Gran Bretagna. La battaglia d'Inghilterra quindi si concluse con una vittoria decisiva per gli inglesi che rimasero in grado di difendere la loro isola.
Nonostante il continuo bombardamento delle città britanniche, la Luftwaffe subì gravi danni e le forze tedesche furono costrette a rinunciare all'idea di un'invasione diretta dell'Inghilterra. La vittoria della RAF rappresentò non solo un fallimento per i piani di invasione di Hitler, ma anche un punto di svolta psicologico e strategico nella guerra. Durante la battaglia di Inghilterra, la Luftwaffe tedesca intensificò i bombardamenti su larga scala, rovesciando tonnellate di bombe sul territorio britannico. L'obiettivo iniziale era quello di colpire fabbriche, installazioni militari, infrastrutture vitali per ridurre le capacità belliche della Gran Bretagna.
Tuttavia, un altro scopo... del bombardamento era quello di annientare la volontà della resistenza. Come abbiamo detto in precedenza uno degli strumenti decisivi per la resistenza della Gran Bretagna fu la tecnologia del radar perché giocò un ruolo fondamentale nella difesa aerea.
Questo sistema di rilevamento che venne sviluppato e perfezionato in quei mesi diede alla Royal Air Force un vantaggio strategico e cruciale. Di fatto l'uso del radar fu determinante nel contrasto alla superiorità numerica della Luftwaffe. La resistenza britannica durante la battaglia d'Inghilterra rappresentò una delle prime battute d'arresto per Hitler, soprattutto per la sua guerra di conquista.
La determinazione del popolo britannico e la superiorità tecnologica in campo aeronautico si rivelarono quindi fattori decisivi nella protezione dell'isola. La Royal Air Force, sebbene numericamente inferiore, quindi riuscì a contrastare l'aggressione tedesca grazie a una strategia ben pianificata. Questa vittoria difensiva dimostrò che la Germania nazista non era invincibile e segnò l'inizio della resistenza alle forze dell'asse.
Ma ritorniamo in Italia. È il settembre del 1940 e l'Italia sotto il controllo di Mussolini lancia un'offensiva contro le basi britanniche in Egitto dalla Libia. Nonostante l'entusiasmo iniziale e la superiorità numerica delle forze italiane, la resistenza britannica, sebbene inferiore di numero, fu determinante. Le truppe britanniche, supportate dalla RAF e da abili manovre strategiche, riuscirono a rispingere l'offensiva italiana.
Il risultato fu una disfatta. completa per l'Italia che portò alla ritirata delle forze italiane e una significativa perdita di prestigio per il regime fascista. Contemporaneamente un mese dopo, quindi nell'ottobre del 1940, Mussolini lanciò un'altra offensiva, questa volta però contro la Grecia.
L'Italia quindi già impegnata in Africa non era propriamente preparata per un'altra guerra. su un altro fronte. La resistenza greca quindi si rivelò molto più forte e determinata di quanto previsto. Le forze italiane male equipaggiate e scarsamente preparate subirono gravissime perdite. Dopo le prime sconfitte le truppe italiane furono costrette a ripiegare con un altro grande fallimento militare.
che danneggiò ulteriormente l'immagine del regime fascista. La resistenza greca e il suo coraggio divennero un simbolo di speranza per tutti i popoli occupati dai nazisti. Gli insuccessi italiani in Africa e nei Balcani costrinsero Hitler a intervenire per salvare il suo alleato fascista.
Nel 1941 Rommel, uno dei generi più... Abili della Luftwaffe fu inviato in Africa per sostenere le truppe italiane e fermare l'avanzata britannica. Rommel, grazie alla sua abilità strategica, riuscì a stabilizzare la situazione, ma il coinvolgimento tedesco in Africa e nei Balcani divenne sempre più problematico per la Germania, che dovette dirottare forze preziose dalla campagna in Unione Sovietica per risolvere di fatto i problemi provocati dall'alleato italiano.
Le sconfitte italiane in Africa e in Crescia rappresentarono una grande umiliazione per Mussolini e per il fascismo italiano. La mancanza di successi militari ridusse drasticamente il prestigio e la popolarità del regime, mentre la dipendenza crescente dalla Germania fece emergere la debolezza del fascismo. Mussolini, che inizialmente aveva cercato quindi di conquistare il ruolo di secondo protagonista, accanto alla Germania si trovò sempre più subordinato a Hitler, che dovette intervenire ripetutamente per cercare di rimediare gli errori degli italiani.
Il 22 giugno del 1941 la Germania nazista invece si occupò di lanciare una delle più grandi e ambiziosi offensive della seconda guerra mondiale, ovvero l'operazione Barbarossa, l'attacco contro di fatto l'Unione Sovietica. Questo segnò la fine del patto Molotov-Von Ribbentrop e il ritorno di Hitler al suo principale obiettivo, distruggere il comunismo e conquistare basti territori nell'Europa orientale, in particolare per ottenere lo spazio vitale. 3.000 aerei della Luftwaffe furono dispiegati per supportare l'attacco e tentare di distruggere l'aviazione sovietica e le infrastrutture vitali.
3 milioni e più di soldati tedeschi insieme alle truppe alleate furono mobilitati per invadere l'Unione Sovietica su un fronte che si estendeva per centinaia di chilometri. La Lutwaffe Le forze di terra tedesca miravano a distruggere la resistenza sovietica e a conquistare in breve tempo le principali città e risorse dell'Ursa. In questa occasione...
Possiamo anche considerare la partecipazione italiana. L'Italia, alleata della Germania, inviò il AMMIR, cioè l'armata italiana in Russia, un contingente che comprendeva un grande numero di soldati italiani, che erano prevalentemente alpini. Le forze italiane furono impiegate soprattutto sul fronte occidentale, ma nonostante il coraggio dei soldati subirono gravi perdite a causa delle dure condizioni climatiche.
L'operazione Barbarossa di Hitler era mirata a distruggere il comunismo e ridurre l'Unione Sovietica a uno stato satellite della Germania. conquistare territori ricchi di risorse naturali come l'Ucraina per assicurarsi un approvvigionamento di cibo e materie prime per la macchina da guerra tedesca e annientare la popolazione ebraica e altri gruppi etnici che Hitler considerava inferiori in linea con la sua ideologia razziale. Barbarossa si sviluppò su diverse direttrici di attacco che spaziavano dal Mar Baltico al Mar Nero, coinvolgendo una vastissima area del territorio sovietico.
L'intento dei tedeschi era di colpire simultaneamente diversi obiettivi strategici, distruggere l'industria sovietica, conquistare risorse naturali e soprattutto raggiungere la capitale, Mosca. Nei primi sei mesi dell'offensiva le forze tedesche avanzarono con una velocità sorprendente, ottenendo importanti vittorie e conquistando ampie proporzioni di territorio sovietico. Le truppe avanzavano in maniera molto veloce, soprattutto grazie alla strategia della Guerra Lampo, che combinava l'uso di divisioni corazzate all'aviazione per sconfiggere in maniera rapida il nemico.
A dicembre del 1941 le truppe tedesche si trovarono a pochi chilometri da Mosca e la minaccia a Mosca divenne sempre più grave e il destino della guerra sembrava veramente appeso ad un filo. Nonostante la velocità dell'avanzata, la resistenza sovietica e il rigido inverno russo cominciarono a rallentare le forze tedesche. che non erano preparati per le difficoltà logistiche e le dure condizioni climatiche. Parallelamente all'avanzata verso Mosca i tedeschi intrapresero l'assedio di Leningrado, una delle città più importanti dell'Unione Sovietica.
La città di fatto venne accerchiata dalle forze dell'asse per quasi 900 giorni, diciamo dal settembre del 1941. al gennaio del 1944 e subì gravissimi bombardamenti. La popolazione sovietica soffrì enormemente a causa della scarsità di cibo e rifornimenti, ma non cedette. Di fatto Leningrado divenne un simbolo fortissimo della resistenza sovietica. Durante l'invasione i sovietici continuarono la strategia della terra bruciata che consisteva nel distruggere tutte le infrastrutture e le risorse che potevano essere utilizzate dal nemico. Case, fattorie, ferrovie, industrie, beni vitali venivano incendiati e sabotati impedendo di fatto ai tedeschi di usarli al loro favore.
Questa tattica contribuì a rallentare l'avanzata tedesca che si trovò di fronte a terreni completamente spopolati e senza risorse. Nonostante le gravi perdite iniziali e il massiccio avanzamento tedesco però l'Unione Sovietica riuscì a mantenere una grande capacità di produzione bellica. Le fabbriche furono spostate ad est nelle regioni remote e lontane, quindi ci troviamo nella zona degli Urali dove i tedeschi non riuscirono mai a raggiungere.
nemmeno con i bombardamenti aerei, e iniziarono a produrre armi moderne, munizioni, rifornimenti. Ci fu una produzione massiccia di carri armati e fucili e aerei. Un altro fattore determinante della difensiva sovietica, come abbiamo detto precedentemente, fu il clima estremo, un freddo pungente che portò a tantissime perdite.
Le truppe tedesche italiane che si erano abituate al clima temperato dell'Europa centrale si ritrovarono mal equipaggiate per affrontare l'inverno russo. a temperature che arrivavano addirittura a meno 40 gradi. Quindi molti soldati morivano congelati oppure con mezzi che si guastavano.
Le lunghe distanze e la vastità dei territori russi unite a una logistica inefficiente resero impossibile mantenere i rifornimenti necessari per l'esercito tedesco che lentamente iniziò ad essere costretto a ritirarsi. Nel frattempo, mentre l'esercito sovietico arretrava e si riorganizzava, un altro fattore cruciale contribuiva alla resistenza contro l'invasione. La guerriglia, una guerriglia condotta da partigiani sovietici. Questi gruppi di combattimento che operavano principalmente nelle zone occupate dai tedeschi, condusse razioni di sabotaggio e attacchi continui contro le linee di rifornimento tedesco. La resistenza partigiana sovietica fu determinante nell'indebuliere la macchina da guerra nazista, favorendo una controfevensiva che nel 1942 avrebbe portato alla sconfitta finale delle forze dell'asse sul fronte orientale.
Ma quando è che la guerra divenne mondiale? Tutto quanto iniziò con l'attacco giapponese a Perhap. Harbor. È il 7 dicembre del 1941 e il Giampone lanciò un attacco aereo a sorpresa contro la flotta americana ancorata per Harbor, una base navale situata nelle Hawaii che faceva parte del territorio degli Stati Uniti.
L'attacco fu devastante, numerosi incrociatori, battelli da guerra e aerei furono distrutti e migliaia di marinai americani perso la loro vita. Il Giappone mirava a neutralizzare la flotta nel Pacifico degli Stati Uniti, riducendo così la capacità di resistenza americana nella regione consolidando il suo dominio nell'Asia orientale. L'attacco giapponese suscitò un'ondata di indignazione e rabbia tra gli americani. Non solo l'attacco Avvenne senza una dichiarazione di guerra, ma colpì anche un obiettivo strategico fondamentale, colpendo un'importante base militare senza preavviso. L'attuale presidente degli Stati Uniti, Franklin Delano Roosevelt, in un famoso discorso pronunciato il giorno dopo, definì il 7 dicembre del 1941 come il giorno dell'infamia, dichiarando che l'attacco giapponese avrebbe costretto gli Stati Uniti a reagire con la forza.
L'8 dicembre 1941 gli Stati Uniti dichiarano guerra al Giappone. Questo segnò l'ingresso ufficiale degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. La reazione giapponese alla dichiarazione di guerra non si fece attendere. In risposta l'Italia e la Germania, alleate del Giappone con il patto fatto tripartito, dichiararono guerra agli Stati Uniti nei giorni successivi. L'ingresso in guerra degli Stati Uniti rappresentò un punto di svolta fondamentale nel conflitto.
Prima di Pearl Harbor gli Stati Uniti erano rimasti principalmente neutrali, sebbene avessero fornito materiali bellici e rifornimenti alla Gran Bretagna e agli alleati. Tuttavia l'attacco giapponese costrinse il paese ad impegnarsi. direttamente nella guerra. Con l'ingresso degli Stati Uniti nel conflitto la guerra si trasformò in conflitto mondiale. Il conflitto era diviso a questo punto in due schieramenti principali, l'asse, quindi Germania, Giappone, Italia e altri paesi minori guidati principalmente dalla Germania nazista di Hitler, il Giappone militarista di Hirohito e l'Italia fascista di Mussolini.
E dall'altra parte gli alleati Stati Uniti, Regno Unito, Unione Sovietica e altre nazioni che si unirono contro le potenze dell'Asse. All'inizio gli Stati Uniti rimasero, come abbiamo detto, neutrali, ma questo attacco a Harper Harbor cambiò. totalmente la loro posizione portandoli a schierarsi contro il Giappone e successivamente contro Germania e Italia. La guerra non si combatteva quindi più solo su un unico fronte ma su molteplici fronti e contemporaneamente e ognuno con le proprie caratteristiche e difficoltà.
In Europa il fronte principale era quello della Germania nazista che combatteva contro Ciao Le forze alleate in Francia, nei Balcani e successivamente contro l'Unione Sovietica. La battaglia per il controllo dei territori occupati e le offensive per annientare la resistenza erano cruciali. In Africa le forze dell'asse sotto la guida di Rommel tentarono di espandere il proprio dominio nel Nord Africa mentre gli alleati cercavano di fermarli e di portare aiuti a Egitto e Libia.
Ase e Pacifico invece abbiamo la situazione in cui il Giappone aveva già iniziato ad espandersi in Asia Orientale cercando di ottenere il controllo di territori ricchi di risorse. L'invasione cinese e la creazione di un impero del Sol Levante si scontrarono con le potenze occidentali mentre gli Stati Uniti dopo l'attacco a Pearl Harbor avvierono una serie di offensive in tutta la zona del Pacifico. Ma che cosa ne è stato dei paesi occupati? La Germania nazista attuò una politica di sfruttamento economico sistematico dei territori occupati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ci furono confische sistematiche di prodotti agricoli come grano, patate, carne, altri alimenti. Le popolazioni locali furono costrette a soffrire per gravi carenze alimentari. La Germania requisiva i prodotti agricoli dai territori occupati causando fame e miseria tra la popolazione.
Le terre agricole vennero usate principalmente per rifornire le necessità alimentari del Reich, mentre le popolazioni dei paesi occupati erano soggette a restrizione e razionamenti severi. Inoltre, le risorse industriali delle nazioni occupate vennero appropriate dalla Germania per sostenere l'enorme impiego bellico tedesco. Ferro, carbone, macchinari, altri materiali industriali vennero requisiti e inviati alla Germania per produrre armi. L'industria delle nazioni occupate quindi diciamo venne anche convertita proprio per produrre materiali bellici a favore dei tedeschi. Inoltre, milioni di uomini e donne furono avviati al lavoro obbligatorio in condizioni disumane.
I prigionieri di guerra, i lavoratori civili dei territori occupati, o anche gli ebrei, vennero deportati nei campi di lavoro in Germania e in altre zone del Reich. Il lavoro forzato si è steso sia nei paesi occupati che in Italia. direttamente nella stessa Germania dove i lavoratori sostituivano i soldati tedeschi impegnati al fronte con queste persone che vennero appunto prese rastrellate da altre zone dell'Europa.
Milioni di persone appunto furono deportate in Germania per lavorare nelle fabbriche tedesche. Gli uomini e le donne furono separati dalle loro famiglie e costrette a lavorare per sostenere l'efficienza. bellica. Questi lavori forzati non solo sostituirono la forza lavoro tedesca ma venivano trattati come schiavi senza diritti e spesso in condizioni disumane. Questo sistema di sfruttamento permise però alla Germania di rimanere su un livello di vita relativamente elevato almeno fino a 1942. Le risorse provenienti dai paesi occupati contribuirono a un'evoluzione di risorse.
ad alimentare lo sforzo bellico tedesco, mentre nel resto d'Europa si diffondeva il razionamento dei generi di prima necessità. La popolazione dei paesi occupati viveva quindi in un costante stato di povertà e miseria con gravi conseguenze per la vita quotidiana e per la resistenza contro l'occupazione.