Quella che vi voglio raccontare è una storia bellissima, è la storia del David di Donatello. In realtà vi stupirà scoprire che il David di Donatello sono due, quindi sono i David di Donatello. Quella più, la versione più celebre è quella che vedete in questo momento, quella in bronzo, ma la storia è molto più complessa. Partiamo dall'inizio.
Allora, innanzitutto vi farò analizzare in questo video... le due diverse versioni, quelle che vedete a sinistra del 1408-1409 fatte in marmo e quella a destra invece di circa 30 anni successiva circa 1440 in bronzo. Il più celebre Davide, quando si pensa al Davide Donatello tutti pensano a quello in bronzo al secondo, quello che vedrete segnerà davvero il grande cambiamento nella statuaria.
Ma partiamo dall'inizio, il primo di cui parliamo allora è... questo. Oggi è un'opera custodita al Museo del Bargello di Firenze, in realtà entrambe le versioni dei David di Donatello sono custodite al Museo del Bargello di Firenze.
Il Museo del Bargello in origine all'epoca appunto quattrocentesca era impiegato come, e successive evidentemente, era impiegato come Palazzo del Consiglio di Giustizia. è stato poi trasformato nel museo che costudisce, tra le altre cose, vi ricorderete, anche testimonianze importantissime del primo 400, comprese le formelle finaliste al concorso del 1401. Comunque, allora, guardiamo un attimo il primo David. Donatello era stato incaricato di realizzare questa statua, che ha grandi dimensioni perché è alto 191 centimetri, Per posizionarlo in corrispondenza di uno dei contrafforti della tribuna esterna del Duomo di Firenze, era stato commissionato dall'Opera del Duomo, vedete dove c'è il tamburo, non c'era ancora la cupola di Brunelleschi perché siamo a 1408-1409, siamo prima del concorso del 1418. Quando ancora la Basilica di Santa Maria del Fiore non aveva la cupola, l'opera del Duomo comunque provvedeva a commissionare ai vari artisti opere diverse, tra cui appunto questo David. Ma Donatello era soltanto uno degli scultori coinvolti nella realizzazione di diverse statue da posizionare all'esterno della Basilica stessa.
Ci incuriosirà sapere che alla base della statua in marmo c'è un'iscrizione, io vi ho messo la versione italiana, ma è un'iscrizione latina che direbbe gli dei danno sostegno per la patria ai combattenti arditi anche contro i nemici più temibili. E'curiosa questa iscrizione perché ci parla di dei, quindi come se fossimo davanti a un personaggio pagano. che risente della mitologia greca o romana. Invece vi racconto tra un attimo che il soggetto David è tratto assolutamente dalla Bibbia, dall'Antico Testamento, dal primo libro di Samuele, capitolo 17, adesso vi racconto un po'meglio la storia.
Quindi parliamo in realtà di un personaggio che ha le sue origini, colui che diventerà poi re. David di Galilea, ma in questo momento è soltanto David il figlio di un pastore, anzi lui stesso pastore, un pastorello. Vi racconto un po'la sua storia anche perché prima ancora di analizzare queste due opere, voi così a colpo d'occhio sapete che esistono, anzi a memoria, a mente, sapete che esistono tante versioni di statue che rappresentano David, evidentemente questo soggetto... A partire dal primo 400 in poi e per tutto il 500 e anche per il 600 vedrete che sarà un soggetto prediletto. Cercheremo di capire perché, quali sono i valori che racconta, di cui si fa espressione.
Partiamo allora dall'analisi del soggetto in sé. La Bibbia, qui vi ho preso appunto questo passaggio, ci racconta appunto che c'era questo campione dei Filistei, questo gigante Golia, si dice che fosse alto. Sei cubiti e un palmo, circa tre metri. Un gigante che aveva in testa questo elmo di bronzo che pesava, è una corazza, un'armatura pesantissima che pesava qualcosa come 5.000 sicli di bronzo, circa dovrebbero essere 50 chili.
Insomma, un gigante, un personaggio a capo dei filistei che incuteva timore in tutto il popolo di Israele. Lui addirittura minaccerà. il popolo stesso dicendo appunto che lui si sarebbe battuto con un uomo in grado di sconfiggerlo, altrimenti loro avrebbero continuato a spaventare.
il popolo di Israele. Cosa succede? A questo punto veniamo a conoscere la figura di David, o Davide come appunto in questa versione, ma per me va benissimo David, basta che non sia David perché non è inglese ma è appunto ebraico, quindi David.
Era appunto questo pastorello e il padre di questo pastorello lo manda a... al fronte laddove c'erano i suoi fratelli più grandi schierati a combattere contro questi filistei o se non altro mantenere la linea difensiva contro questi filistei il padre lo manda al fronte per portare dei viveri delle vettovaglie insomma per controllare anche come sessero questi fratelli di david così altri figli che lui aveva il padre quando david arriva al fronte cerca di capire cosa stia succedendo, vede i due schieramenti e gli viene l'idea di andare a combattere contro quel filisteo, ma viene il riso per questa sua scelta, gli dicono ma tu non puoi, tu sei un ragazzo, lui è un guerriero fin dalla giovinezza, e allora David risponde dicendo il tuo servo pascolava il greggio di suo padre e talvolta veniva un leone o un orso. a portar via una pecora dal gregge, allora gli correvo dietro, lo colpivo, gli strappavo dalle fauci la preda e se quello mi si rivoltava contro lo afferravo per le mascelle, lo ferivo e l'ammazzavo. Sì, il tuo servo ha ucciso il leone e l'orso.
Questo incirconciso Filisteo sarà come uno di quelli, come una belva, perché ha coperto di vergogna le schiere del Dio vivente. Il Signore che mi liberò dalla zampa del leone e dalla zampa dell'orso mi libererà anche dalla mano di questo filisteo. L'idea, come vedete, è quella di un giovane coraggioso che si rimette nelle mani di Dio.
Lui ha già affrontato bestie feroci, leone, orso, che avevano messo in pericolo le sue greggi e lui, come se fosse un buon pastore rinascimentale nella ripresa che ne farà, Donatello appunto decide di sfidare questo gigante, allora prima lo prendono in giro, nessuno ci crede finché lui dice va bene, dicono va bene vai prova, ma gli danno un'armatura pesante, una spada, lui prova a camminare ma non ci riesce, lui è abituato ad andare nudo, vestito delle sue stracci, lui aveva colpito queste bestie feroci con la sua fionda. con gli strumenti di cui disponeva, e questo per noi sarà poi un tema molto interessante su cui vi vorrei fare riflettere, allora si libera di queste armi, va con le sue pietre, col suo sacchettino di pietre, con la sua fionda, così, con quello che lui ha a disposizione, che il Signore gli ha dato a disposizione, e l'intelligenza, evidentemente. Arriva davanti al gigante che lo prende in giro e lo disprezza, gli dice, ma tu sei soltanto un ragazzo, biondo e di bell'aspetto, come se addirittura questa sua... effeminatezza quasi, questa fragilità, l'essere giovane potesse rappresentare un aspetto appunto di vulnerabilità.
Insomma, la storia come prosegue? Prosegue che il nostro giovane David fa quello che sa fare meglio, cioè usa gli strumenti che Dio gli ha dato, le sue capacità, prende la fionda e scaglia un grande sastro al centro della fronte, un punto vitale del gigante Golia che a quel punto cade a terra davanti a lui e allora solo a quel punto il nostro giovane David prenderà la spada enorme dello stesso gigante e lo decapiterà in questo modo dimostrando di aver liberato in sostanza il suo popolo. Quindi una storia avvincente.
e che vedremo appunto che verrà più volte ripresa, richiesta agli artisti da mettere in scena. Vi mostro, prima ancora di ragionare sulla simbologia che questa storia si porta appresso, vi mostro alcune visioni della prima versione del 1408-1409 di Donatello in marmo, premesso anche che abbiamo detto che Donatello si era formato in parte come orafo, in parte nella bottega del Liberti. Si era studiato andando a studiare le opere greche romane con Brunelleschi a Roma, ma sarà un po'diciamo un'autodidatta per quanto riguarda l'uso del marmo perché in quel momento non c'era una tradizione così importante se non nella lavorazione delle statue che potevano essere. accostate realizzate per l'architettura come era il caso appunto di questa pensata per il Duomo. Vi mostro in queste viste che la testa di Golia che è ai suoi piedi, tra le sue gambe, ha ancora la pietra conficcata al centro della fronte quasi come se fosse proprio un'arma, la pietra scagliata con così tanta forza che è ancora rimasta attaccata alla fronte stessa.
sappiate che questa statua quando verrà collocata sul contraforte verrà giudicata troppo piccola quasi due metri di statua dal basso erano troppo pochi per valorizzare il tema stesso e allora la statua verrà spostata in palazzo vecchio perché in questo senso già cominciava a diventare si apprestava e si prestava a raccontare l'orgoglio civico di una Firenze in ripresa ma ve ne parlerò meglio... Con la seconda versione. Allora, guardiamo un attimo l'opera in sé, dopo aver scoperto il soggetto che rappresenta.
Guardate, a colpo d'occhio vi accorgerete di due cose. La prima, vedete che Donatello intanto si sta realizzando una statua a tutto tondo per essere accostata all'architettura, ma vedete che la disassa. Rispetto all'asse di simmetria vedete che c'è una sorta di... più di una rotazione, poi vi farò vedere diversi scarti che lui applica nelle diverse parti del corpo, dando quindi una sorta di autonomia alla statua, cosa che appunto abbiamo visto a quell'epoca ancora non era stata pensabile, erano veramente moltissimi secoli che l'architettura aveva la predominanza e la scultura era sostanto a corredo dell'architettura. Qui è vero che doveva essere posizionata sul contraforte, quindi sull'architettura, ma vedete che la statua si muove nel suo spazio.
spazio, guardate al di là dell'asse di rotazione di simmetria vedete che c'è il bacino che ruota da un lato così come guardate le spalle sono ruotate da un altro lato e c'è una sorta di ripresa del contrapposto anche se un contrapposto diciamo ancora un po'ballerino che per questa statua forse come termine può andare bene perché in sé la statua, la seconda cosa che forse avrete notato subito ha ancora dei tratti un po'goticheggianti vedete che ci sono delle parti del corpo molto affusolate, a partire da queste mani, da queste braccia, da queste dita allungatissime, la stessa grazia che traspira dalla composizione, dal personaggio stesso, ecco forse ci fanno davvero venire in mente la tradizione tardogotica, quindi in questo allora forse... Siamo sempre lì, avevo inserito anche quest'ultimo movimento, questa rotazione, la stessa testa che ruota su questo collo allungatissimo, ancora un po'gotico, la testa che ruota in direzione opposta, davvero quasi a raccontarci, a simularci un movimento, quindi davvero una statua pensata per delle vedute molteplici e questo sicuramente è interessante. Vi farei notare a questo punto un'altra cosa interessante, vediamo se ho messo però un altro...
No, mi sa di no. Devo rifare il giro, allora ci prendiamo questa, poi rifacciamo il giro. Guardate anche la postura del braccio che noi vediamo, è a destra, appoggiato su un fianco, con la mano messa fieramente, direi, io quando lo descrivo chiedo sempre ai ragazzi, insomma chiedo quando è che voi vi mettete una mano sul fianco? Allora voi avete in mente le modelle che sfilano, ma quella lasciatelo perdere perché non c'entra nulla, ma quando noi ci mettiamo una mano sul fianco?
Quando siamo fieri, io questa postura la descrivo come postura baldanzosa, uso questa espressione un po'gesueta ma mi dà un po'l'idea di questo ragazzo, vedete con le dita anche rivolte verso l'alto di questo braccio che noi vediamo a destra, insomma si tira un po'indietro, guardi davanti, è soltanto un ragazzino, figlio del pastore, ma fidandosi delle sue capacità e del volere di Dio, della fede in Dio, ha sconfitto il gigante, ha ucciso. quel temutissimo gigante e allora certo che c'è una sorta di fierezza, di inconsapevole o poco consapevole baldanzosità, il ragazzino che ecco vi ricordate quando vi parlavo di l'uomo di Donatello che costruisce la sua sorte ma in fondo un po'la subisce una storia più grande di lui. Ecco questo ragazzo ha compiuto una grandissima impresa e allora lo vedete appunto in questa postura. Vi mostro il dettaglio in parte del volto ancora un po'rigido se vogliamo ancora un po'goticheggiante. Guardate invece che bello questo il nodo del mantello allacciato in modo molto naturale molto realistico molto morbido sulle sue spalle.
Ecco qui vedete appunto il dettaglio del volto ancora un pochino. idealizzato come erano i volti di Ghiberti che abbiamo già visto. Guardate, eccola, il dettaglio delle mani, la postura appunto di questo braccio appoggiato, quell'altro ancora un po'allungato, in una specie di postura, vi dicevo prima, quasi passo di danza, ecco. Passiamo a questo punto alla seconda versione. La seconda versione viene testimoniata essere presente in Palazzo Medici, che è quello, come vedete, Palazzo Medici Riccardi, costruito da Michelo Ozzo, Poi ci viene raccontato da Vasari che appunto questa statua di Donatello, la seconda versione, era stata pensata o almeno era posizionata in questo palazzo.
Si suppone che il committente sia stato, ecco qui intanto la meravigliosa statua, la seconda versione del secondo David, quindi di Donatello stesso, 1440 circa, si pensa che sia stato commissionato da Cosimo de'Medici. Ora, è una statua che davvero cambia la storia dell'arte, questo secondo David, perché? Cerchiamo di capire meglio. Intanto i racconti di Vasari stesso ci dicono che doveva essere posizionata al centro del cortile di Palazzo Medici, dovrebbe essere questo il cortile che si vede dall'esterno al posto di questa statua che vediamo qua, immaginiamocela, quindi una statua che si vedeva anche da fuori passando dalla strada e sbirciando all'interno di questo cortile. interno brunelleschiano fatemelo dire ora perché questo è importante perché ci racconta dell'idea che la figura di david fosse stata in qualche modo presa in prestito l'iconografia la simbologia dagli stessi medici ma ancora vediamo un po di capire meglio di cosa stiamo parlando innanzitutto che cosa ha di diverso questa statua rispetto alla prima versione che vi ho mostrato Sono passati trent'anni, Donatello ormai è uno scultore fiero di sé, sicuro di sé, che padroneggia tutte le possibilità tecniche e tutti i materiali e qui abbiamo la prima grande novità.
Il secondo David, vedete, è realizzato in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa, una statua cava così come usavano realizzare statue cave. nell'antichità i greci e poi i romani quindi anche nella tecnica donatello torna alla tecnica dei romani che aveva visto appunto durante i suoi viaggi dei primi anni del 400 insieme a brunelleschi verso roma ma qual è l'altro elemento importantissimo che valsa subito all'occhio questo è un david nudo allora ci colpisce perché Per la prima volta dopo circa mille anni uno scultore non soltanto propone una statua a tutto tondo, libera dall'architettura, libera nello spazio, che non c'entra più nulla come corredo appunto dell'architettura in sé, ma è una statua che ha tutto tondo ed ha una sua dignità autonoma, non solo, ma è anche un nudo. Questo è interessantissimo se ci pensate perché per circa mille anni, da quando appunto il cristianesimo si era insediato, infatti per i cristiani era stata l'anima, l'elemento, chiamiamolo proprio il luogo prediletto dell'attenzione, quindi anche dell'attenzione dell'arte, mentre il corpo era stato visto un po'come parte della corruttibilità della materia e quindi della sua bassezza e quindi era un po'stato, come dire, evitato.
Ma quindi c'è quest'idea del ritorno all'attenzione per l'amore per il corpo, per la fisicità. appunto ripresa direttamente da quelle che erano state le ricerche degli antichi greci e poi dei romani o delle copie romane che avevano permesso di conoscere i greci andati persi negli originali. Qui vi ho messo, ma è una scelta casuale, avrei potuto farne un'altra, vi ho messo una copia romana di un originale. in bronzo del quinto secolo avanti Cristo fosse di scuola prassitelica, che non credo che il nostro Donatello avesse visto, ma per farvi vedere che questi bronzi che esistevano nell'antichità sono un modello a cui il nostro torna.
Ma c'è da dire che il nostro torna con una postura che ci propone un contrapposto, in questo caso davvero lo schema chiastico che abbiamo già incontrato anche nel San Marco, però il San Michele, ma un contrapposto. rilassato che ci fa che suggerisce l'idea del movimento e che ci rende il personaggio quasi vivo dicevamo libero dall'architettura e in bronzo il bronzo ricordiamocelo ancora era questa lega di rame e stagno che davvero era stato non impiegato per quasi mille anni o meglio durante il medioevo il bronzo era stato impiegato ma per delle statue di piccola dimensione certamente non per delle statue autonome. Ora questa statua in realtà non è di grandissime dimensioni perché misura 158 centimetri ma è anche vero che parliamo di un ragazzino e la statua è posizionata su un plinto, su un basamento e noi dobbiamo guardarla dal basso verso l'alto.
Allora è rappresentato questo giovane, nudo, sensuale. La sensualità è una delle componenti sentimenti rinascimentali, questo amore per il corpo, questo culto per la fisicità, per la bellezza dei greci e vorrei mostrarvi allora che questo ragazzo è sì nudo ma indossa degli strani elaborati calzari, quasi degli stivali infradito molto particolari, ma indossa anche uno stranissimo altrettanto strano copricapo decorato in alto da un girale di foglie di alloro. E vi faccio vedere anche che il nostro poggia il piede sulla testa decapitata del gigante Golia.
Nella mano che noi vediamo a sinistra impugna la spada del gigante, mentre, ecco, lo vedete qui nella versione, alcune foto sono più luminose, altre meno, intanto vedete che ci sono delle tracce di dorature, perché questo era bronzo, era bronzo dorato. E vi faccio fare in questo caso, come abbiamo fatto prima con quell'altro, un giro intorno alla statua stessa per poterne apprezzare ogni punto di vista. Davvero vedete che c'è una cura, una raffinatezza, una morbidezza nella postura davvero interessante.
Vi stavo dicendo, la sensualità forse viene evocata anche in particolare non solo dall'essere nudo di questo personaggio, ma anche, guardate, una delle ali dell'elmo. che vi citavo prima, raccontato nel passo biblico del gigante Golia, si arrampica e aderisce alla gamba, che noi davanti all'opera vedremmo a sinistra, del nostro David, quasi proprio a suggerire questo effetto di contatto fisico, quindi davvero molto interessante questa sensualità aperta. Allora, torniamo per un attimo a ragionare di... iconografia perché era così importante allora per Firenze per quegli anni scegliere l'iconografia del David e commissionare agli artisti e gli scultori di realizzare opere che rappresentassero il David allora David era un ragazzino sconfigge il gigante nonostante fosse assolutamente sfavorito l'avete letto prima nel passaggio della Bibbia lo prendevano in giro nessuno credeva in lui ma lui riesce a sconfiggere il gigante con l'aiuto di Dio, quindi la fede in Dio è elemento fondamentale, non solo, ma usando l'intelletto, l'intelligenza e gli strumenti di cui dispone. Questo è un tema che mi piace proporvi in senso laico, fatemelo dire così, cioè al di là del passo biblico, perché questo è un personaggio biblico, ma pensate alla Firenze dei primi anni del 400, in cui si aveva questa sensazione di poter prendere in mano le proprie sorti.
Firenze era una città piccola, ma che stava diventando ricca, grande, importante, mercantile e allora si opponevano due modelli culturali, un modello che con la violenza, con le armi, la spada conquistava i nemici, pensate in particolare al Ducato di Milano che aveva più volte messo a repentaglio la libertà conquistata, la ricchezza, il benessere conquistato dalla città di Firenze e invece il modello fiorentino, una repubblica in quel momento, che invece si fondava appunto sulla libertà, sui commerci, sugli scambi, sulla cultura. Firenze è la patria del primo rinascimento, la patria della cultura, quindi davvero ci sono questi due... modelli che si confrontano. Vorrei a questo punto farvi anche riflettere in tal senso perché se voi vedete appunto nella mano sinistra il nostro Davide impugna la spada che però è di Golia come se fosse di Ducato di Milano, quelli che avevano attentato più volte alla libertà fiorentina.
Nell'altra mano il nostro Davide impugna uno dei sassi con cui aveva ucciso il gigante. Pensateci per uno scultore il sasso è come se fosse il marmo e quindi come se fosse l'arte, come se fosse la scultura, la cultura che era l'arma vincente di Firenze. Firenze si sentiva l'ereda diretta di Roma antica, una città guidata dal volere di Dio con questa forza mercantile e allora davvero diventava un simbolo civico per eccellenza. Per me, dicevo però, per voi può diventare... Uno spunto di riflessione ancora più interessante, perché?
Allora, l'idea è questa, David è un ragazzino, si affida a Dio benissimo, ma soprattutto conosce quali sono le sue possibilità. Gnosis e Auton, dice l'oracolo di Delphi, quindi è una sorta di conoscenza quasi greca delle proprie possibilità, una conoscenza classica di ciò che l'uomo può fare. Lui sa padroneggiare bene. La fionda, quasi un gioco per i ragazzini della sua età, ma lui che difendeva le greggie di suo padre dagli attacchi delle belve, sapeva bene usare questo strumento. E allora l'idea è ognuno deve conoscere bene quali sono i propri strumenti, gnosi, seuton, conosci te stesso.
Una volta che si scopre quali sono le nostre capacità, i nostri talenti, allora l'idea tutta rinascimentale che ancora oggi voglio proporvi è quella di portare avanti questi talenti, studiare, lavorare per riuscire a farli sviluppare, farli fiorire, farli rinascere come se fosse un rinascimento, questi talenti e quindi soltanto usando ciò che sappiamo fare, conoscendo quali sono le nostre possibilità, possiamo davvero arrivare a sconfiggere quello che è per noi il gigante, qualcosa che diventa impensabile per gli altri, deriso addirittura, ma come tu sei giovane, biondo, fragile, pensate, e invece Che meraviglioso insegnamento che ci propone questo David. Allora non ci stupisce se davvero questo soggetto sarà preso così tante volte a modello per opere richieste a Firenze. Pensate che questo modello verrà in qualche modo usurpato dalla famiglia dei medici, perché quando i medici prenderanno il potere in qualche modo si impossesseranno di questo simbolo civico e lo trasformeranno nella loro filosofia di governo.
quasi a dire che la saggezza che aveva guidato il governo del futuro del re David in qualche modo coincideva con la stessa saggezza pacifica secondo cui i nostri medici guideranno appunto Firenze. La quando appunto per la seconda volta i medici verranno cacciati da Firenze questa statua verrà collocata nel palazzo della signoria ancora come dire che questo simboli civici verranno contati. erano troppo grandi, troppo importanti, cioè una statua non è soltanto una statua, ma ogni volta che noi vediamo un'opera d'arte questa era, si caricavano talmente tanti concetti, valori, simboli, per noi difficili da identificare, ma all'epoca assolutamente riconoscibili, che davvero dobbiamo cercare di riscoprire e ridare un po'un senso.
Vi dicevo, opera pacifica, perché no? Cosa può fare un sasso nei confronti di una spada? Ma non solo, parliamo per un attimo di questo strano copricapo. Copricapo è un cappello all'oro che vedete intorno, opposta all'elmo, all'armatura e all'elmo di Golia, quasi 50 chili di materiale, di ferraglia. Allora davvero due modelli culturali che si affrontavano, si sfidavano, dicevamo.
Cos'altro vi volevo dire? Ah, allora, innanzitutto, parliamo per un attimo di questo copricapo, vi dicevo, questa statua, guardate che meraviglioso sguardo che possiamo incontrare di questo ragazzino, ma vedete, dicevamo, una statua che va vista dal basso verso l'altro perché era posizionata su questo piedistallo. Ora, a mettere questo strano copricapo in testa al nostro ragazzino...
Ehm, ci permette a Donatello anche di ottenere un altro risultato, anche qui ve lo rendo un pochino più laico, più vicino a voi e forse meno storico-artistico, ma cercate di capirmi. Da un lato vela il suo sguardo, questo è storia dell'atto, cioè voglio dire, se si fa sporgere un elemento, il cappello, la parte della visiera che avanza del cappello in avanti, evidentemente lo sguardo del nostro David, vedete, che è in qualche modo... sfuggente, vedete che il ragazzo guarda verso il basso e quindi è chiuso in una sorta di riflessione meditativa, intima, non sta, noi ci immagineremo dopo una vittoria di questo tipo una sorta di celebrazione della vittoria e quindi la fierezza, ci aspetteremmo di vedere un po'sbandierata questa vittoria eroica, trionfale, invece no, il nostro secondo David, vedete che è un ragazzino... giovane, pensieroso, meditativo, direi contemplativo, sta meditando, sta riflettendo, forse davvero ancora una volta inconsapevole di quello che ha compiuto, un'azione più grande di lui, la postura con quel braccio piegato, braccio destro che noi vediamo a destra, piegato con la pietra, non è più baldanzosa, ma è davvero sì, in parte c'è un lieve sorriso che noi vediamo, ma è una sorta di sorriso con piacimento intimo, non è offerto all'esterno, non solo, dicevamo, ma la testa è rivolta verso il basso e lo sguardo è velato, ombreggiato da questo strano copricapo e allora è reso ancora più intimo e sfuggente per l'occhio dello spettatore.
Io faccio sempre questa domanda, questo esempio, quando chiedo ai miei ragazzi di provare a capire meglio questa dinamica. cappello che vela gli occhi, che vela lo sguardo. Quando anche noi vediamo oggi tanti ragazzi che si calano i cappelli con la visiera fin sopra gli occhi, qual è l'effetto, qual è l'idea che si viene a trasmettere?
Sicuramente quello di lasciatemi chiusura nel mio mondo, non entrate nel mio spazio, una sorta di barriera, di chiusura, di allontanamento dello sguardo degli altri e di mantenimento di un proprio spazio intimo, di protezione. È quello che succede anche qui, bellissimo. Questo giovane sta meditando, è chiuso un po'in se stesso, è un po'introverso, mi viene da dire un po'timido, il contrario di quello che ci si potrebbe aspettare da un giovane che ha appena compiuto un'azione di questo tipo, davvero strepitosa. Ora, non vi ho messo in evidenza un'altra cosa che è invece evidentissima. Abbiamo detto primo nudo della storia dell'arte come statua dopo mille anni, però c'è un però.
Guardate l'anatomia. Non è un'anatomia classica nel senso di un'anatomia eroica che celebra la perfezione, tutt'altro. È un'anatomia quasi effebica, quasi femminea, che però è estremamente realistica.
Se David aveva, non ho controllato l'età, ma forse aveva 12-13 anni, 10 anni forse, allora è verosimile che David avesse un'anatomia di questo tipo. Sicuramente non l'anatomia di un gigante o di una statua classicheggiante come potevano essere altre, allora il nostro Donatello ci rivela e ci svela ancora una volta l'umanità del suo personaggio, la fragilità, la statua che staccata dall'architettura diventa ancora più umana, più reale, dicevamo ancora una volta un personaggio che entra nel nostro spazio, pensate che meraviglioso quest'altro insegnamento, quest'altra proposta. Questo buon pastore rinascimentale che davvero dialoga con lo spettatore, quindi bellissimi, tantissimi temi meravigliosi che spero di avervi fatto se non altro intuire.
Ah, un'altra cosa importante, se questo chiasmo, le stesse proporzioni policletee erano state ripensate da Donatello, ma erano state rivisitate in una versione davvero più morbida e più adattata, dicevamo, al racconto. racconto di questo personaggio quattrocentesco, primo rinascimentale ma reale dicevamo, sicuramente quindi anche più drammatico nell'essere un ragazzino, cioè viene valorizzata ancora di più la sua vittoria nei confronti del gigante, ma ci fa specie vedere questo ragazzino che ha avuto il coraggio di puntare sulle sole sue forze per sconfiggere un gigante così temuto che nessun altro adulto aveva avuto il coraggio di affrontare. Pensate che bello quest'altro insegnamento, non ci facciamo spaventare da quello che gli altri ci dicono, oh non ce la farei mai, è troppo grande per te.
Va bene, lui era sorretto dalla fede in Dio, ma lui credendo nella bontà di quello in cui credeva, conoscendo bene le sue possibilità, l'abbiamo detto, è andato avanti ed è uscito vittorioso da questa storia. Quindi direi decisamente interessante, anche perché sempre per riprendere davvero gli antichi, come si dice, la fortuna aiuta gli audaci, quindi davvero bisogna contare sulle proprie armi sapendo quali sono. sull'intelligenza, una nuova classicità è proprio anche questa, la capacità di conoscere le proprie possibilità.
Questa idea del David, vi dicevo, verrà talmente tanto esplorata, diventerà così tanto amata durante il tutto del Quattrocento e nei secoli che verranno dopo, che addirittura tanti altri artisti saranno incaricati di realizzare opere con questo soggetto. Ah, prima ancora, un'ultimissima cosa devo dirvi che riguarda però questo David. Ci sono storici dell'arte che hanno messo in discussione l'ipotesi che questo David fosse David.
Cioè, ci sono storici dell'arte che hanno proposto l'identificazione di questa statua con Hermes, che ha decapitato Argo su richiesta di Zeus. E i calzari particolari... E questo alloro intorno a questo copricapo sarebbero testimonianza di questa ipotesi. Ve la lancio, ve la butto lì, dopodiché ce la teniamo in disparte.
Un'ultima cosa ancora che non vi ho detto, perché dovevo dirvi un miliardo di cose, scusate la lunghezza, ma vedete che, parliamo per un attimo della spada, vi dicevo prima, un chiasmo rivisitato, un contrapposto più morbido, un pochino più disassato, anche nell'anatomia più acerba, dicevamo, del personaggio. Ma vedete che il nostro... ha il braccio che dovrebbe essere quello dritto, quello che noi vediamo a sinistra, lungo la gamba portante, secondo il chiasmo tradizionale di Policleto, in realtà questo braccio è un po'piegato. Perché? Perché sta sostenendo la spada di Golia ed è una spada fuori misura.
Vedete che è una spada così lunga che lui deve spiegare il braccio per poterla sostenere, perché è troppo grande per lui. Questo evidenzia ancora di più il dramma, la sproporzione tra... L'azione compiuta da questo ragazzino è davvero ciò che ha compiuto l'azione, la vittoria e la sconfitta di questo gigante. Vi dicevo il tema sarà talmente caro che verrà esplorato più e più volte durante il 400, il 500 e così via. Vi faccio vedere soltanto un accenno di quello che voglio dirvi, in particolare vi sto mostrando qui un'opera di Andrea del Verrocchio, il bellissimo David, anche lui custodito al Museo del Bargello di Firenze.
Vedete, 1472-1475, A400 ormai inoltratissimo, di nuovo in bronzo, di nuovo con le stesse dimensioni. Ma vi mostro questa statua per un altro motivo, perché intanto vi ho mostrato un altro David, che insomma non fa male, non guasta, ma anche perché Andrea del Verrocchio sarà niente meno che maestro di, attenzione, rullo di tamburi, sia di Sandro Botticelli che... da un certo momento in poi, anche di Leonardo da Vinci.
Nello stessa bottega, per un certo periodo, convivranno due ragazzini con teste totalmente diverse, mamma mia che periodo, sia Botticelli che Leonardo, lavoreranno nella bottega di Andrea del Verrocchio. Quindi immaginatevi che meraviglioso coagulo di personaggi, di menti, di stimoli che c'erano in quei decenni a Firenze. E ancora, non potevo concludere senza mostrarvi... quello che sarà il David più celebre di tutta la storia dell'arte, cioè uno almeno dei più celebri, cioè quello di Michelangelo degli inizi del Cinquecento, in questo caso costruito dal Museo dell'Accademia di Firenze, anche in questo caso una statua pensata per essere posizionata all'esterno del Duomo di Firenze, ma una statua che misura 4 metri di dimensioni, quindi davvero colossale, ne parleremo quando sarà il momento, guardate però a colpo d'occhio. Occhio la differenza, la statua di Michelangelo del Rinascimento pieno e maturo quando il Cinquecento porterà a una ripresa completa della classicità, vedete che ha un'anatomia da statua antica perfetta.
Non è un ragazzino di dieci anni quello, assolutamente no, è più interessato a Michelangelo, lo sarà all'idealizzazione. Guardate a questo punto ancora di più, apprezzate ancora di più il coraggio, la novità, la freschezza della scelta. visionaria meravigliosa del primo anzi del secondo David di Donatello.