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La vita e l'amore di Leopardi a Pisa

Sì, è vero. Su un giornale di fine ottocento, una vecchia signora intervistata in un ricovero per anziani, tale Teresa Lucignani, dichiara che qui, in via della fagiola a Pisa, Leopardi si era innamorato di lei al tempo ventenne. Anche se non fu così, questa resterà per sempre la città dove Leopardi riscopre la facoltà di amare, di accarezzare le illusioni della natura. la vita e della poesia. Dopo il primo soggiorno fiorentino, Leopardi, per timore dell'inverno gelido di Firenze, viene consigliato dagli amici di andare a Pisa, la città più adatta per lui, in un appartamento. così come pensionante come è stato a Firenze. Leopardi si rallegra del poco prezzo dei pisani rispetto ai fiorentini. È emozionante l'arrivo a Pisa perché in fondo Pisa è un progetto che è molto più Proviso gli appare come la sua città ideale per la bellezza dell'Arno e perché questa città, anche nella sua parte antica, conserva orti e giardini. Questo insieme di antico e di natura gli sembra estremamente romantico, usa proprio questa parola. Musica Musica e anche il doppio di Re Canati, cioè si emoziona particolarmente perché ci ripropone anche un ricordo di una cosa passata. Scrive in una lettera a Paolina, ho qui trovato una via che io chiamo via delle rimembranze e dove ripenso di quando io ero là, con i sentimenti della prima giovinezza. Nel ricordo di ciò che era stato, Leopardi fa un grande annuncio alla sorella Paulina. Dopo anni di prosa, torna alla poesia con quel suo cuore di una volta. Scrive a Pisa il risorgimento, il canto della sua nuova ispirazione poetica e soprattutto a Silvia il canto dell'amore che non era stato. Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale. Quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, e tu, lieta e pensosa, illimitare di gioventù salivi, sonavan le quiete stanze e le vie d'intorno al tuo perpetuo canto, allorca all'opera femminile intenta sedevi, assai contenta di quel vago avvenir che in mente avevi. Silvia Era una ragazza semplice, la figlia di un cocchiere, credo, insomma di un dipendente della casa Leopardi e passava appunto le sue giornate tessendo. Silvia nel momento appunto della prima giovinezza, perivio tenerella, ecco c'è questa tenerezza poi per questa giovane. Contemporaneamente Leopardi sente di aver perso la speranza, quindi questi due momenti vive. La morte di Silvia. Silvia e la morte della sua speranza, che però come ci dice nel Risorgimento ora è rinata. Pisa sente rinascere quella che poi nella poesia di risorgimento chiamerà virtù nova. Cos'è questa virtù nova? Ecco, è ritrovare la speranza, quella speranza che anche in Silva... lui nomina come compagna dell'età mia nuova e che aveva perso, e sa che la poesia riscalderà la sua vecchiezza, più la propria poesia che quella degli altri, perché nella vecchiezza ritroverà di nuovo questi sentimenti che ha espresso nella poesia. Era previsto che Leopardi lasciasse Pisa verso la primavera e tornasse a Firenze, ma subentra una circostanza molto dolorosa, perché Leopardi riceve la notizia che era morto il fratello più giovane. È un dolore terribile che per la prima volta unisce Leopardi al padre e torna precipitosamente. Molti anni dopo, la donna che ha più amato Leopardi, la sorella Paulina, andrà in pellegrinaggio nei luoghi dove il fratello era stato e verrà appisa perché qui lui le scriveva. Per un breve momento era stato felice. Per un destino singolare, Paolina morirà proprio qui, in questo albergo. Ma adesso, dal suo più felice soggiorno, Leopardi è costretto a tornarsene a casa. Chi ha viaggiato gode questo vantaggio, che le rimembranze che le sue sensazioni gli destano sono spessissimo di cose lontane e però tanto più vaghe, suscettibili di fare illusione e poetiche. Leopardi torna a Recanati nel 1828. È la stagione delle grandi poesie della memoria, rianimata dal soggiorno pisano. Leopardi torna a Recanati nel novembre del 28 e Recanati scrive il sabato del villaggio, la quiete dopo la tempesta, il canto notturno di un pastore errante, i grandi canti, i canti in cui Recanati diventa il mito, il mito dell'infanzia e della giovinezza perduta. Qui non è cosa che io vegga o senta, onde un'immagine dentro non torni, e un dolce rimembrar non sorga, dolce per sé, ma con dolor sottentra il pensier del presente. Ma a fronte di questo entusiasmo e di questo momento di grande creatività poetica, Re Canati non è più una città in cui Giacomo può vivere. Un aiuto finanziario degli amici fiorentini, tra tutti Colletta e Biese, lo riporta nel capoluogo toscano. Grazie a loro, nel 31, esce la prima edizione dei Canti, le sue poesie. A Firenze, Leopardi frequenta il salotto di Fannita Argiuni Tozzetti. Una nobildonna interessata da artisti, più o meno famosi. Da questo amore non corrisposto, nascono nuove poesie. Il ciclo di Aspasia, contemplazione di un ideale femminile che supera l'umano. Bella qual sogno, angelica sembianza, nella terrena stanza. Nell'alte vie dell'universo intero, che chiedo io mai, che spero, altro che gli occhi tuoi veder più vago, altro più dolce aver che il tuo pensiero.