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Teoria Polivagale e il Nervo Vago

Forse alcuni di voi hanno già sentito parlare della Teoria Polivagale concettualizzata da Stephen Porges negli anni ’90 e che ha avuto successo tra diversi clinici in tutto il Mondo solo negli ultimi anni….. in effetti io mi sono avvicinato alle teorie di Porges alla fine degli anni ’90 ma poi ne ho capito la loro portata solo diversi anni dopo….. La teoria polivagale non è per nulla semplice da spiegare…. si tratta, in effetti, di un insieme di costrutti evolutivi, neuroscientifici e anche…. certamente…. psicologici miscelati a conoscenze neurofisiologiche e neuroanatomiche che riguardano il ruolo del nervo vago nella regolazione delle emozioni, nella connessione sociale tra esseri umani e nella risposta alle condizioni di paura e, quindi, di stress cronico ed acuto…. bisogna anche dire che, ad oggi, non ci sono dimostrazioni robuste sul piano clinico della sua efficacia quando viene applicata a pazienti nel contesto reale….. ma è sicuro che molte tecniche terapeutiche diciamo “basate sulle evidenze”…. in ultima analisi….. si appoggiano e possono essere interpretate come specifiche applicazioni del modello polivagale….. parlo di meditazione… mindfulness…. biofeedback….. training autogeno e alcune forme di psicoterapia….. La Teoria Polivagale interpreta in un modo molto originale ed interessante il funzionamento del nostro sistema nervoso espandendo l’attenzione anche alla periferia…… agli organi del corpo ed alle loro connessioni con il cervello….. basandosi su una visione ancorata all’evoluzione ed alla filogenesi della nostra specie umana….. La Teoria Polivagale è in gran parte rivolta ad indagare i rapporti tra il nostro cervello…. sia nelle sue parti coscienti che in quelle più arcaiche e inconsce…. con il sistema nervoso autonomo, ovvero quella parte del sistema nervoso periferico che controlla e che riceve informazioni da parte degli organi interni (come cuore, stomaco e intestino) e dai muscoli…. la teoria descritta da Stephen Porges….. per entrare subito nel merito…. interpreta il funzionamento del nostro sistema nervoso autonomo non più come costituito da due sistemi antagonisti, il sistema simpatico (che svolge una funzione di attivazione dell’organismo) e quello parasimpatico (che agirebbe in senso inverso…. placandolo…. rallentandolo… )…. nella teoria polivagale vengono considerati tre livelli progressivi di funzionamento che si attivano a seconda della gravità del “pericolo”, ovvero delle situazioni stressanti e di trauma.… lo stress che riceviamo, in particolare quello cronico o quello acuto molto intenso di tipo traumatico, provocherebbe un’attivazione anomala e continua dei sistemi più primitivi, mentre attività di altra natura….. lenitive e di cura per così dire, come la psicoterapia oppure la meditazione favorirebbero l’attivazione del sistema più evoluto…. secondo la teoria classica il sistema nervoso autonomo, che non dipende dalla nostra volontà, è formato da due sistemi opposti, simpatico e parasimpatico, che predominano in maniera alternata permettendo così una oscillazione tra attivazione per rispondere allo stress ambientale (sistema simpatico) ed alla quiete che è utile per ripristinare le energie e le scorte metaboliche (sistema parasimpatico)…… Durante la giornata di un essere umano moderno si può assistere spesso a frequenti fluttuazioni dall’uno all’altro sistema a causa dei numerosi compiti e attività stressanti e continuative che siamo chiamati ad affrontare…. e sappiamo che quando dimoravamo nelle foreste arcaiche e nei boschi primordiali la nostra sopravvivenza dipendeva certamente dall’attivarsi del sistema simpatico che genera “tensione”….. veglia…. attivazione….. e prepara all’aggressione ed alla fuga….. la teoria polivagale ha invece spostato l’attenzione sul fatto che il sistema parasimpatico…. che funziona soprattutto attraverso il nervo vago…. è in realtà composto da due circuiti appartenenti a periodi diversi della nostra storia filogenetica….. della nostra evoluzione nel corso dei millenni…. abbiamo una porzione ventrovagale (evolutivamente più recente) che guida delle attività diciamo più “raffinate” come i muscoli del volto, la voce e il respiro…. poi abbiamo la componente dorso-vagale (che è più antica) che invece mantiene l’equilibrio e il controllo delle funzioni viscerali di base…. ovvero stomaco, intestino tenue, colon, vescica.… In condizioni di pericolo il primo ha un paradosso effetto calmante sul cuore…. un effetto molto raffinato e filogeneticamente più recente che riduce il livello di attivazione del sistema simpatico e promuove dei comportamenti di ingaggio sociale e di interazione relazionale….. mentre il circuito più antico ha un’unica reazione possibile che è il “collasso” dell’organismo ovvvero la reazione di freezing che in termini psicopatologici ha molto a che vedere con il trauma…. la dissocizione ed altri quadri clinici simili…… a questo punto abbiamo capito che nell’essere umano il sistema nervoso autonomo risponde ai pericoli presenti nell’ambiente attivando gradualmente i tre livelli di difesa di cui dispone….. con modalità graduali e consecutive…. inizialmente prova a reagire con le risposte che vengono dal gradino evolutivo più recente, quello parasimpatico ventrovagale e quindi la persona parla, sorride, cerca di “ingaggiare” l’interlocutore e potenziale nemico…. si attivano le risposte del “cucciolo”…. una manipolazione di fatto che si basa sul presentarsi mansueti e accondiscendenti….. Se tutto questo non basta a metterci al sicuro, entra in azione il sistema simpatico con modalità più o meno improvvise sulla base della presenza di caratteri e personalità diverse da persona a persona….. ad esempio nel borderline il passaggio è rapido e drammatico….. in ogni caso vediamo che la persona contrae i muscoli, accelera il battito cardiaco e la respirazione e si mette in assetto di difesa, attaccando o fuggendo….. Se neppure queste risposte sono utili, si attivano le risposte sempre più primitive, quelle mediate dal parasimpatico dorsovagale: la persona per così dire collassa… sviene…. come se fosse una “morte apparente”.… ma sul piano psichiatrico possiamo assistere ai segni del trauma come il PTSD oppure la dissociazione più o meno grave che, all’estremo, può raggiungere la catatonia….. e quindi, quando il sistema nervoso autonomo è frequentemente impegnato in attività di tipo difensivo…… come può accadere in situazioni traumatiche o di stress prolungato….. viene ovviamente a mancare l’alternanza armonica tra carica e scarica dell’attivazione del sistema autonomo che è la chiave per il benessere psicofisico…. I risvolti clinici sono particolarmente evidenti in ambito psichiatrico reale, dove la teoria polivagale può essere in alcuni casi una chiave di lettura per comprendere non solo alcune caratteristiche comuni a molti disturbi (come ad la disregolazione emotiva spesso osservata nei pazienti in molti disturbi diversi….. dai disturbi di personalità ai disturbi del comportamento alimentare…. ma tramite la teoria Polivagale possiamo anche meglio comprendere il funzionamento stesso della terapia: vi è infatti tra terapeuta e paziente un continuo scambio di feedback che regolano l’affettività e che possono promuovere o inibire sensazioni di sicurezza e fiducia. anche il terapeuta stesso che aiuta il paziente a regolare il suo stato emotivo e mentale, risponde in maniera molto intensa alla presenza di emozioni di sicurezza e fiducia nella relazione terapeutica….. spesso la mancanza di empatia ed il rifiuto inconscio del paziente risiedono in questi feedback che derivano dal sistema nervoso autonomo e che percepiamo più con il corpo che con la mente…… Il senso di sicurezza sperimentato nella relazione tra terapeuta e paziente è alla base della possibilità di cambiamento: senza sicurezza non ci può essere né relazione né regolazione, perché senza sicurezza la nostra energia è concentrata sulla difesa….. sempre e comunque…. a questo punto potremmo dire che, tenendo la teoria polivagale in mente, l’obiettivo fondamentale di qualsiasi percorso di cura potrebbe essere quello di condurre il paziente a sperimentare sensazioni corporee e vissuti interni positivi in modo che possa acquisire familiarità con uno stato di regolazione, insegnandogli a riconoscere le sensazioni corporee più affini alla calma…. alla quiete…alla sicurezza…… per finire questo discorso…. che in realtà è molto lungo ed affascinante….. è interessante notare come anche la respirazione diaframmatica profonda, con un’esalazione lunga e lenta, è la chiave per stimolare positivamente il nervo vago…. oltre che molto utile a rallentare la frequenza cardiaca e diminuire la pressione sanguigna…. soprattutto in momenti di ansia o elevate prestazioni….. ormai sappiamo che il tono vagale si può stabilire anche attraverso strumenti di misurazione come l’Heart Rate Variability, ovvero l’Indice di Variabilità Cardiaca, che misura la capacità del tono vagale di ridurre l’attività del sistema nervoso autonomo, in caso sia eccessivo o prolungato nel tempo, in condizioni di stress continuativo….. inoltre abbiamo evidenze che ci dicono che la stimolazione del nervo vago con un piccolo dispositivo impiantato, riduca notevolmente l’infiammazione e migliori risultati per i pazienti con artrite reumatoide, inibendo la produzione di citochine infiammatorie che aumentano il dolore. Anche se questo studio si è concentrato sull’artrite reumatoide, i risultati del processo potranno avere implicazioni per i pazienti affetti da altre malattie in cui l’infiammazione abbia un ruolo…. infatti l’infiammazione è una delle risposte del corpo allo stress e la presenza di un’infiammazione cronica di basso grado svolge un ruolo centrale nello sviluppo e nella persistenza di molte malattie, sia fisiche che mentali come la depressione, l’ADHD, il disturbo bipolare e la schizofrenia…… Insomma potete ben capire come il tema della teoria polivagale meriterebbe davvero molto più tempo ma mmi sto rendendo conto di aver già superato di molto il tempo che mi di solitamente per parlare di questi temi di psichiatria e neuroscienze per cui, per adesso, mi fermo qui…… In ogni caso, come sempre, sono a vostra disposizione per rispondere a domande o a richieste di chiarimenti che potrete scrivere nello spazio per i commenti….. allo stesso modo, se vi sono stato utile, datemi un like ed iscrivetevi subito alla piattaforma digitale da dove mi state ascoltando…. certamente se vi interessano la psichiatria e le neuroscienze…… ah, ricordate anche che avete la possibilità di abbonarvi al canale YouTube per poter partecipare alle LIVE esclusive per soli abbonati in cui potrete conoscere personaggi molto interessanti e farmi domande dirette….. ma non preoccupatevi che alcuni estratti di queste LIVE diciamo PRIVATE verranno poi pubblicate nel corso del tempo e rese disponibili a tutti….. Ok, per adesso e tutto ma ci rivedremo presto per parlare di un nuovo argomento….