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Letizia Battaglia: Arte e Memoria Fotografica

non so cosa va bene allora benvenuti a tutte e tutti soprattutto un grande saluto e un grande benvenuto di cuore a letizia battaglia e sabrina pisu che hanno accettato di presentare il loro ultimo libro prendo il mondo ovunque sia e qui su questa piattaforma su questo spazio che con cui parliamo di una importante mostra che è presente alla mole vanvitelliana di ancona al momento chiusa ma speriamo che presto riusciremo a riaprirla e la mostra ha inaugurato anche in presenza di letizia e della curatrice francesca alfano miglietti questa estate il 23 luglio e e adesso cerchiamo di continuare a farla vivere anche in modalità online quindi a dialogare con loro questa sera c'è la storia marasca dell'assessore alla cultura di ancona c'è andrea mangialardo della cabina di regia della mole vanvitelliana e ci sono io che per la cooperativa le macchine celibi coordino le attività e il personale dell'anas tra però prima di parlare del del libro prima di addentrarci nelle nelle sue pagine e chiederei a paolo marasca se vuole fare un saluto insomma sì buonasera a tutti ea tutte benvenute le sala ha già introdotto questa particolare modalità online che ancora particolare se si pensa a quanto è importante e significativa la presenza alle mostre la pendenza delle figure come letizia alle sue mostre noi abbiamo avuto la fortuna di averla l'inaugurazione del relativo al festival un in ottobre ad ancona c'è stata e c'è una bella frequentazione la mostra ha vissuto dei periodi molto importante adesso è vero che chiusa ma continua a essere alla mole è stata una delle poche iniziative di mostre non già programmate che vada in italia subito dopo la fase di lockdown lo abbiamo fatto perché siamo convinti che da questo punto di vista non bisogna arretrare ma solo organizzarsi bene e riuscire a farlo nella massima sicurezza ad ancona abbiamo un grande vantaggio della italiana queste sale enormi questi spazi giganteschi e quindi permette anche esposizioni importanti con il massimo della sicurezza e finché è stato così le lo abbiamo fatto adesso la mostra chiusa ma grazie a sala d'andrea ea tanti altri le attività vanno avanti perché questa è una volta che parla è una mostra che intercetta i sentimenti le emozioni i pensieri delle persone quindi una mossa che si pone sempre in dialogo con il resto del mondo e talora i modi di farlo anche stando chiusa abbiamo in previsione speriamo di riaprirla nel 2021 ma nel frattempo noi non ci fermiamo caduta anche l'opportunità di incontrare letizia sabrina per l'uscita di questo bellissimo libro quindi noi siamo felicissimi caspita ancora una discreta e sabrina bella per conoscerla e di ospitare letizia ha ancora una volta anche se virtualmente poi dopo ci sarà di nuovo un occasione per farlo in ghana ed ossa naturalmente io vi lascio al vostro incontro naturalmente libertà grazie grazie mille e allora prima di lasciare definitivamente la parola ad andrea io vi volevo soltanto ringraziare di cuore perché è un po come stavate stavi dicendo tu prima separatamente privatamente sabrina per aver creato questo libro perché non è soltanto una autobiografia che già sarebbe importantissima così non è quindi è soltanto la vita di una grande donna di una fotografa di una politica di una scrittrice quale è letizia ma è anche un documento importante che ci dona grazie alla tua parte saggina uno spaccato di vita dell'italia soprattutto degli anni direi 70 80 con molte testimonianze con tutte quelle persone che hanno incontrato e vissuto in quel periodo insieme insieme a letizia e in più anche perché come dici nell'introduzione è proprio un libro un invito a non arrendersi a prendersi il mondo come ha fatto lei prima che sia lui a prendersi noi che in questo periodo sono parole importanti credo sia per i giovani e ma non solo e quindi vi ringrazio e noi adesso faremo delle domande ma se avete anche voi che state seguendo la diretta facebook delle domande scrivete le pure che poi alla fine cercheremo di rispondere qui allora prego andrà grazie tanto vi saluto anch'io che prima mi sono scordato di farlo ringrazio sarà ovviamente per l'occasione di essere qua con voi parto con un piccolo discorso di vuole arrivare a più che delle domande a 33 curiosità che vorrei rivolgere a letizia ma non solo anche a sabrina parto da una considerazione mia strettamente personale su letizia letizia avendola conosciuta come fotografa è come persona avendo avuto la fortuna di poterla frequentare amichevolmente mi ha dato sempre questa non impressione questo senso un reale di perentorietà no se anche nel libro questa parola mi ritornare in ogni pagina del libro di essere perentori in questo lo vedo proprio un termine adatto alle tizia la vita che ha fatto la fotografia che ha fatto mi sembra che letizia proprio come si identifica totalmente con l'otturatore della macchina fotografica e quel gesto secco e netto che divide quello che sta dentro quello che sta fuori molto appunto perentorietà una decisione assoluta letizia sempre fatto questa questa scelta molto netta appunto di discernere ciò che voleva nella sua foto ciò che non voleva nella sua foto quindi ciò che voleva nella sua vita è ciò che non voleva nella sua vita e mi sembra che questa perentorietà ci sia anche in tante altre cose della vita di letizia dalle piccole cose di casa quando avuto il piacere di venirci a trovare a casa notizia sono rimasto affascinato da alcune scelte di arredo della tua casa che sono molto intime molto particolari però anche quelle denotano una una particolare cura del selezionare no non raccolgo tutto ma ho una grande attenzione un grande rigore a decidere che cosa merita di stare qui che cosa metta di essere conservato su che cosa merita di far parte nella base della mia vita questa perentorietà poi l'ho trovata anche in un grande senso di rispetto verso la dignità di tutte le persone a me ha compiuto molto questa tua difficoltà che hai dichiarato nel non riuscire a anzi nell'evitare proprio consapevolmente di fotografare il mafioso ammanettato può anche il senso di vergogna che tu hai provato terzo i ladri sono stati traditi l'episodio che tu citavi dei ladri che avevano rubato lo stemma dal palazzo a palermo siete riusciti a far di restituire dagli stessi lati questo stemma poi avete affidato alla sovrintendenza per farlo ricollocare dopo che i ladri l'avevano restituito ad aver restituito a te poi quindi un gesto fortemente simbolico e poi la sovrintendenza ha lasciato questo stemma araldico abbandonato in qualche magazzino non si è più preoccupata di rimettere su un palazzo e tu hai detto abbiamo tradito i ladri e quindi si sia sentita incontro a tu perché abbiamo tradito il delinquente ugualmente ti senti in colpa dice non voglio fotografare l'uomo ammanettato perché anche l'uomo ammanettato ha comunque un fondo di dignità che non va offeso e quindi un urlo fotografo l'uomo ammanettato perché non voglio fargli questa offesa detto questo che questo senso di appunto di perentorietà alla politica la tua vita vi comunica volevo partire da questa impressione da questa parola farti tre domande che partono dalla tua fotografia arrivata il tuo modo di fotografare il tuo modo anche di fare attività politica artistica anche il tuo modo di stare di porti in relazione alla città che sono tre temi che a me personalmente interessano molto molto velocemente ti metto lì la prima quella che forse per meglio quella un po più difficile nella tua fotografia c'è vedo una metodologia di rispetto della verità che anche questa è una scelta molto molto forte in questo rispetto della verità tu riesce a coniugare sia un'urgenza e la valenza morale nella foto sia anche l'attenzione estetica perché spesso vediamo a dei fotogiornalisti della fotografia di reportage in cui appunto in urgenza di cogliere quel momento irripetibile in poco tempo perché quella scena succede lì che poi non succederà più e quindi bisogna essere svelti accoglierla per restituirla al mondo ti porta magari a lasciare da parte la costruzione estetica della foto mentre le tue immagini questi due aspetti invece sono sempre perfettamente bilanciato quanto c'è sempre una considerazione un tentativo di tenere i bilanciati questi questi aspetti allora ecco ti volevo chiedere come si fa ecco le mie domande sono 33 come si fa aiutaci a the dei consigli come si fa a tenere insieme appunto l'urgenza morale e l'attenzione estetica nella fotografia e cosa complicata che non ho teorizzato io vado così vado allora cosa è successo forse che io ho amato molto certi pittori e 500 li ho amati ne ho guardati e mi sento dentro di me per cui poi se li ho portati dopo tanti un po nelle scene laddove io dovevo fotografare cioè tenere estetica è la fotografia se mal combinata è un fallimento non basta che ci sia un soggetto importante difatti per esempio io non potevo bene gli uomini perché è che non vi amano di rispetto tanto capito per cui ci vogliono tanti fattori ci vuole l'amore rispetto il senso se tu senti che quel soggetto può essere un senso per esprimere me se io sento per esprimere media ce la metto tutta ma bisogna dire ai giovani fotografi che non sempre ci si riesce e sono tentativi e fatica bisogna provare e riprovare e magari quel giorno non sei riuscito a fare quella foto come lavori rifare il cui è come si fa si può con la fatica con la disciplina con la cultura informandosi ma non solo con la fotografia devi leggere libri devi andare nei musei devi vedere film ascoltare musica trecenta si centrano la musica c'entra con la fotografia cento con tutto noi siamo fatti di tante cose io non posso fare una buona fotografia posso farne una della vita ma poi non continuo se non o se non ho introiettato il mondo che mi piace o che mi firmi tour ha dato tanto per esempio se io penso a khamis cosa c'entra con la mia fotografia policentro io sono stata quasi suicida con il libro lo straniero di camion se poi quel periodo c'era anche cattura cela pavese non tutti erano tutti autori molto molto drammatici diciamo bene io credo che anche la mia fotografia venga da quell'esperienza da quel la passione da quella conoscenza di questi autori cioè non puoi essere solo un fotografo io non voglio essere io voglio vivere in pieno tutto quello che mi capita le piccole cose il natale io lo voglio vivere così come io sono cioè non voglio vivere il natale ecco qui in questo che dici torna anche l'espressione che ha usato nel libro che dice sì effettivamente in quella frazione di secondo dello scatto di porto dietro tutta la vita è un conte che è un condensato praticamente no per cui quel modo che ho di scattare riflette l'interezza del mio modo di vivere ok basta passiamo la parola sarà a ok facciamo guidarla danny po di cavalleria allora da qui io faccio una domanda a sabrina e ti chiederei come è nata la volontà e il desiderio di questo di questo libro perché ti sei interessata proprio a letizia una sera e permettetemi di ringraziarvi per questa possibilità straordinaria di parlare il libro è anche di vedere le immagini della mostra di letizia battaglia da ancona che spero di poter visitare presto l'idea di questo libro è nata a palermo un giorno eravamo sedute una di fronte all'altra e conoscendo sempre meglio letizia anche sotto il profilo personale ho pensato il racconto nell'introduzione che la sua vita fosse un romanzo nel senso più bello del termine che racconta in maniera unica esemplare novecento italiano nel senso che la storia innanzitutto di una donna che è riuscita a trovare il coraggio di battersi per compiere il viaggio più difficile per tutti e ognuno di noi quello verso se stessa verso la sua autonomia e questo viaggio è riuscita intraprenderlo quando la macchina fotografica è arrivata come poi racconterà anche lei dopo come un dono inaspettato nelle sue mani e io ho scritto che la macchina fotografica è la scintilla che fa brillare la stella nel suo cielo è il mezzo che le permette di esprimere se stessa di esprimere il suo mondo di raccontare appunto se stessa attraverso le immagini e quindi gliel'ho proposto e lei mi ha detto di sì basta che non parliamo solamente di mafia ma anche di bellezza e quindi attraversiamo tanti altri sentimenti che riguardano poi alla fine il suo grande impegno che ancora l'impegno che c'è oggi per cercare di costruire una società più giusta quindi un impegno che è passato attraverso la politica attraverso la sua attività di volontariato nell'ospedale psichiatrico di palermo molte persone ne parlavamo prima mi hanno mi hanno scritto ringraziandoci per questo libro perché anche l'esperienza dell'ospedale psichiatrico un'esperienza di grande umanità di grande attenzione verso l'altro verso quelli appunto che che non hanno voce che restano ai margini e che invece hanno una grande ricchezza un grande mondo da offrire ed è questo il mondo che letizia battaglia secondo me ha raccolto tra le sue mani e ha cercato di proteggere ha cercato di difendere e lo ha fatto in modo straordinario in tutte le sue attività a partire dalla fotografia e quindi il libro è nato così e credo che ne parlavamo anche prima l'intento è è quello anche di salvaguardare la memoria e di diffonderla tra tutti a partire dalle nuove generazioni memoria fragile in questo paese ed è una memoria appunto che tutti dobbiamo cercare di preservare attraverso il racconto di quelli che sono stati protagonisti della storia a partire appunto da letizia battaglia e nel libro può nella seconda parte ho raccontato anche tutte quelle vicende che hanno attraversato e umiliato palermo in quegli anni della seconda guerra di mafia e che hanno visto tanti giusti morire ammazzati appunto dalla furia mafiosa con le sue complicità politiche sempre bene ricordarlo e hanno pagato con la loro vita appunto il il coraggio e la determinazione di voler costruire una società più giusta e libera dalla mafia e direi che sul fatto della della città di palermo sul libro c'è tanto e andrea mi diceva che avevo una curiosità proprio sempre sul tema della città che in questi giorni poi particolarmente per noi ad ancora molto stringente perché siamo felicemente approdati nella fase finale della candidatura a capitale italiana della cultura per l'anno 2020 due siamo tra i dieci finalisti quindi aspettiamo a metà gennaio la dizione finale quindi siamo molto al ministero e stiamo molto riflettendo sul tema appunto della città e del rapporto fra il senso del singolo del cittadino e che il senso di città l'effetto città e come si fa a essere città e in questo pensavo appunto alla sua esperienza e di forte identificazione estrema identificazione con la città di palermo tu non puoi vedere senza palermo e tu non saresti stata probabilmente credo quello che sei in una città diversa da palermo e quindi la mia domanda spero che non sia difficile pure questa letizia se no che sia complicato ha pure queste come si fa a essere città finita la domanda come si fa ad essere città tu che sei ci sei città perché tu sei palermo non lo so se vado al abusivi a chi mi segue in un bar fucili m un mercato ora è diventato un luogo alternativo gente che beve vendola un po di pesce e comunque è così io vada la voce via io mi sento lo ciri io mi commuovo mi commuove le puzze le li conosco mi commuovo di quelle facce certe volte sgradevoli dietro quelle facce quasi semplice qualcosa che non amerei pino l'america però è così sono nata in una città che per me va quieta con ero piccola nel 1935 palermo la città piccola borghese noi andavamo a visitare razzia nobile e di c'era la cameriera con i guanti con la cristina il giovedì c'erano questi caffè questi te era una città quieta poi poi ho scoperto che c'era la mafia ma così non era ancora quella mafia che db è poi arrivata negli anni 70 80 90 e ora pollice ecco come si può essere città di una città che ha tante cose blu che pure dentro e io me le prendo tutte queste cose le brutte band spesso mi sono arrivate cose brutte che mi hanno creato dolore però fa parte dell'amore quando ami ti prendi anche alle schifezze ecco io se incontro una ragazza per la strada che mi guarda con occhi particolari mi guarda me meno ecco io dico guarda io io sono lei lei e me ecco è l'empatia portata al massimo portata al limite della sofferenza della bellezza non si possono scindere queste due cose io mi sento sento quando poi assessore voi non immaginate come fu bello togliere la spazzatura aggiustare i marciapiedi sistemare quelle pietre noi abbiamo la pietra di billiemi che meravigliosa quando piove tutta luci la bella sono sono ecco quella della palermo per me meravigliosa ed io potevo fare cose per palermo ora faccio sì il centro internazionale di fotografia ma non è la stessa cosa vuoi mettere e togliere la spazzatura gridare alla gente di né mappate per favore il modo che la città sia migliore pulita era era fantastico essere assessore è stato molto ma molto ma molto importante mentre se essere deputato è stato niente una vergogna per cui il palermo yankee città se sei dentro la città nei balconi qui trovate i balconi in certi quartieri dove c'è una specie di a razzo messo sulla balaustra in ferro quello serve per non fare vedere le cose e delle donne non è per eleganza e perché le donne non si devono fare vedere le cose questo essere essere città e se palermo capire ecco voi passate non sapete che per le cose perché le donne quando stendono la biancheria poi con la gonnellina si vedono le gambe le mutande ecco con questo specie di a razzo quello che ecco tutto è più tranquillo ecco io questo ecco le conosco e allora per amare credo che bisogna conoscere ma questo quando ami un essere umano quando ami ami anche il suo carnet se lo conosci ma ogni tanto che capisci la sua reazione ecco solo solo così puoi diventare entra in empatia con una persona se non sono tutte sciocchezze non c'erano le non c'è niente se solo ammissione ecco quello è una cosa terribile una cosa che io critico moltissimo dentro di me poi non posso fare niente ma l'ambizione la vanità sono tutte cose che mi sono veramente sconosciute e noiose che non mi non eccitano la mia vita la mia vita viene citato dalla verità dalle cose vere o di come sono non perché io voglio fare carriere con me molto un cavolo di fare una carriera con le carriera ora 85 anni e ho vissuto tanto e spero di vivere ancora per un po e voglio ancora fare tanto sabrina un altro libro ora è ufficiale da questa diretta che lascia il motorino io voglio uscire da questo pantano dove mi sono infilata io voglio diventare cittadino hanno raga nella vostra città di ancona che cosa ho fatto una mostra sono venuta a una barca messa lì che mi aspetta o perlomeno sogniamo io di lei e lei di me mi ero ripromesso di non tirare fuori l'argomento pallavolo chiuso in calo chiuso si sa che un cavallino c'è un cavallo per più spetta ma lo dicono ma sono parzani quel cavallo messo lì sulla moda in rosso io vorrei a palermo avevamo pensato con andrea e il ferrara i muraglioni come si chiamano sulle mura del carcere dell'ucciardone pensa se ti metti un cavallino rosso sopra un carcere pensa che meraviglia nell'aria per noi che passiamo per loro sabrina nel vedere questa mole antonelliana severa anche negli armadi italiana e con questo cavallino rosso meraviglioso scusa mi aggancio un attimo a queste due cose che hai detto a parte perché mi toccano particolarmente perché ritrovo sul discorso di prima del fatto di at t essere città perché tu vai testimoniato splendidamente in queste due cose mi è venuto in mente un episodio eravamo insieme a francia il mercato del capo e tutti sei arrabbiata in maniera inverosimile ma secondo me assolutamente giustamente perché vogliamo gustarci insalata alla stazza e non c'era il basilico e tu non riuscì lì tu sei andata su tutte le furie maniera assolutamente legato però molto indignarsi ma come siamo al centro di uno dei mercati più belli della città più rigorosa del mondo enrique malini co crediti che non c'è il basilico non può essere non vuol dire che tu non hai capito questa città se mi dici che non c'è il basilico dentro il mercato del capo di palermo quindi tu non sei città se se non mi se non hai un basilico al mercato del capo il colore nero e questo in questi piccoli gesti come anche nei grandi gesti ufficiali importanti pago da assessore con la giunta orlando avete fatto il nuovo piano particolareggiato del centro storico avete sottratto con un colpo di mano notturno e la distro di torino 5 del mattino esatto la distruzione del centro storico di palermo che poi voleva essere affidato ai palazzinari e costruttori della mafia ecco quindi sia da questi gesti grandi importanti ufficiali se dai gesti piccoli quotidiani ecco che il tuo il tuo innamoramento no per il cavallo di primo palatino vista da ancona sulle mura della mole e tu subito ha detto voglio portare a palermo voglio voglio un cavallo di mimmo paladino da regalare ai carcerati nel mettere sul carcere dell'ucciardone ecco per me è quello essere città è quella la magia di una persona che si identifica proprio nel senso profondo della città però mimmo paladino mi ha detto questo mi ri dare una risposta dobbiamo andare a parlare con una lettera a benissimo forse quello che mi viene in mente adesso così sui nostri ragionamenti è che anche difficile però far innamorare o no tutti coloro che vivono una città perché ci sono persone innamoratissime di un luogo altre però che devono essere coinvolte e allora non ritrovato questa questa frase della parte di sabrina e con le fotografie e letizia e franco zecchin anno ha tentato di rompere l'atteggiamento diffuso di rassegnazione e sottomissione all'arroganza del potere mafioso e delle sue collusioni politiche e quindi quello che vorrei chiederti farina che città è trovato to facendo le tue ricerche facendo le interviste che palermo e hai visto tu dunque nel libro e diciamo ripercorso una palermo che porta ancora impresse le ferite della della seconda guerra di mafia e ho scritto che qualche maniera è una sorta di di via crucis camminando perché la città è costellata di di fiori di altarini di lapidi a ricordarci appunto tutti quelli che sono stati uccisi dalla furia mafiosa è questa questo mio percorso dentro dentro palermo mi ha portato poi a sentire alcune alcune alcune a quei familiari delle vittime di mafia o a leggere le parole scritte da alcuni familiari alcune persone che sono morte come per esempio la vedova del giudice gaetano costa che in un libro ormai introvabile e che sono riuscito a recuperare solo in una biblioteca a palermo in cui racconta tutto su tutta la sua battaglia per cercare di arrivare alla verita scrive una cosa molto bella scrive che è molto vera credo scrive che quando un uomo muore nel suo letto circondato dai suoi affetti muore una volta sola quando invece muore sul marciapiede di palermo bagnandolo col suo sangue destinato per tante ragioni a morire ogni giorno rita bartoli ed è così ed è così quindi credo che ci sia questa immagine di palermo che ha sofferto e che porta le ferite di questa dell'orrore mafioso ma c'è anche un volto di palermo che è il volto in qualche modo di letizia battaglia e colleghi tutti quelli che hanno combattuto per in vari modi per cercare di rendere libera palermo dal non soltanto dall orrore mafioso ma anche dal ricatto mafioso ed è il volto della resistenza ed è una resistenza che come ha detto orlando e le sindaco di palermo nell'intervista che li ho fatto è passata attraverso una presa di coscienza che ed un sentimento di vergogna e in questa presa di coscienza civile le fotografie di letizia battaglia hanno svolto e orlando stesso lo dice un ruolo fondamentale prendere coscienza di quello che succede il primo passo per poter reagire quello che era accaduto prima anche attraverso la fotografia negli anni soprattutto cinquanta e sessanta era che la fotografia avveniva senza volerlo per riproporre una narrativa della mafia folklore che in qualche maniera finiva per fare il gioco della mafia stessa una mafia che in qualche modo faceva parte della quotidianità e che quindi in qualche maniera all'opinione pubblica accettava come tale se le fotografie fin da subito come poi è successo con letizia battaglia anche con gli altri fotografiche allora come per esempio franco zecchin avesse da subito testimoniato attraverso la fotografia l'orrore della mafia in questa presa di coscienza civile probabilmente ci sarebbe stata prima nel libro intervistato anche melissa harris che è stata una dei protagonisti del riconoscimento internazionale di letizia battaglia lei è senior editor della rivista apertura che questo storico trimestrale di fotografia americano e lei stessa mi ha detto che le fotografie di letizia battaglia hanno avuto il merito fondamentale anche negli stati uniti di far vedere l'orrore della mafia perché anche attraverso il cinema basti pensare alla trilogia del padrino di coppola aveva finito per dare un'immagine e cito melissa harris romantica della mafia far vedere la mafia nel suo orrore significa appunto raccontarla per quello che è ed evitare anche un certo una certa narrativa pericolosa e concludo lo stesso coppola lo stesso regista aveva detto che infatti la figura per esempio di don vito corleone interpretata da marlon brando aveva suscitato come dire una certa simpatia da parte del pubblico americano parliamo di un personaggio mafioso perché non lo avevano visto commettere crimini lo stesso coppola era consapevole che in qualche maniera questo genere di narrativa andava a come dire fare il favore in qualche maniera di una certa cultura che esisteva all'epoca ma che probabilmente resistenza qualche parte ancora oggi della mafia quindi credo che questo valore di testimonianza verità e quindi di resistenza all'interno della testimonianza verità sia stato fondamentale ed è una testimonianza che resterà sempre sempre e questa la cosa secondo me la forza del racconto fotografico e di certe fotografie quelle che a distanza di anni saranno lì a ricordarci quello che è successo al centro internazionale di fotografia che vive da tre anni e mezzo ho fatto grandi mostri di grandi americani cinesi italiani poi ho deciso non volevo fare mostre sulla mafia che mi sembrava avere un dominio troppo mio e invece poi ora ho due sale nel centro internazione fotografia dove ci sono 19 fotografi tutti che hanno lavorato con me franco zecchin sulla mafia si chiamano questa stessa sono si chiama quelli dell'ora quelli del giornale loro eravamo noi i fotografi nel giornale ore 19 ed è bellissimo che non sia io soltanto a noi rifotografato quegli anni eravamo un gruppo un team sennò questo distruggerebbe la forte una persona sola non fa un cavolo neanche 19 persone parlo fanno noto però 19 più una più oggi palermo sabrina è meravigliosa non è più quella di una volta rimangono le tracce di alcune cose certo rimangono rimangono i comportamenti ancora la droga si vede ancora i politici e fanno schifezze alcuni politici naturalmente non tutti però orlando tiene fa resistenza molta gente paesisti ed è anche bello passeggiare per la città prima non passeggiavamo sabrina nel 1970 80 ma con il cavolo potevamo passeggiare di notte con i bambini il gelato ci sono i tavolini un anno mi ricordo che per la prima volta è una città senza ristoranti e caffè con i tavolini fuori orlando per la prima volta autorizzò gratis uscire tavolini sedie e pagava musicisti perché andassero davanti ai ristoranti dentro a suonare così così è nato piccoli gesti piccoli gesti di amore di rispetto tentativi e chiaro che poi la mafia se la sta godendo sia coal co lead se la gode sempre con i soldi quando ci sono degli affari però dico noi stiamo provando la città sta trovando la città è più felice di clima capito anche se sappiamo quello che ci è stato e quello che c'è sotto siamo un po più felici no se sono d'accordo infatti è comunque la sensazione che ho avuto anch'io venendo a palermo infatti nel libro scritto che tutta l'area dove sta il centro internazionale di fotografia in alcuni momenti sembra di stare a berlino c'è anche questa vitalità nella cultura nella voglia di fare le cose la città ha vissuto una primavera è vero che tu hai fatto la tua mostra su mattei l'hai fatta a palermo se non legata a milano bologna roma le troppe a palermo hai portato tutti i residui dell'incidente la borsa di mattei l'orologio le fotografie è stata una vostra bellissima la tua su mattei ma lei tocca a palermo questo è bellissimo che abbiamo detto sì magari altri in altri posti non lo so non l'hai non hai fatto altrove no mi dicevano di no dicevano di no dato tema il tema di perico mattei rai fa tornare io sono fiero di avere fatto questo è il tuo nostro sì diciamo a chi ci ascolta altrimenti si perdono che noi siamo conosciute con letizia perché le ho scritto proponendole di organizzare questa mostra sul caso mattei legata al libro precedente il caso mattei che ho scritto con il giudice che lì ci sono documenti inediti riguardo l'inchiesta anche dello stesso calia sull'omicidio di enrico mattei perché di questo si è trattato e quindi a questo libro era allegato anche un progetto espositivo con le fotografie agli atti dell'indagine del luogo in cui l'aereo si è schiantato è precipitato e poi il tribunale di pavia dopo una mia richiesta ha accettato di dissequestrare per la prima volta alcuni oggetti tra cui dei pezzi dell'aereo che erano stati fondamentali per le indagini erano state fatte delle perizie dalle quali poi si era evinto che c'era c'erano tracce di esplosivo e poi appunto anche gli oggetti personale di enrico mattei la borsa i biglietti da visita agli occhiali si è veramente gli occhiali rotti ma ancora intatti e quindi è stato emozionante anzi veramente lo scritto nell'introduzione che questa mostra si poteva fare solo a palermo e solo con letizia battaglia è vero è verissimo e questo mi richiama direttissima mente l'altra domanda che ti volevo fare che riguarda proprio il modo in cui si può portare avanti il centro espositivo un centro culturale un centro artistico come avete detto e fatto capire adesso benissimo al centro internazionale di fotografia avete sempre fatto delle scelte atipiche coraggiose assolutamente slegate da quello che è il mercato dell'arte in un certo modo di certo atteggiamento di affrontare i temi urgenti portati dagli artisti veneti racconto il centro di fotografia è stato veramente un luogo del combattimento che abbiamo in italia veramente in pochi casi in cui possiamo dire che centri artistici sono luoghi del combattimento dove combattimento intendo sia proprio di lotta dove appunto si combatte contro certi stereotipi contro certe banalità sia l'uomo dove le persone escono che sono combattute perché quelle che hanno visto una dentro che hanno respirato sperimentato dentro quei centri lea turbati li ha colpiti io non ti nascondo le questa mostra qua ad ancona e lascia un segno molto forte alle persone tutti quelli che escono dalla mostra sono alcuni molti commossi molti colpiti e affascinati ma turbati veramente quindi anche quello che ti volevo chiedere questo che è la difficoltà in cui ci imbattiamo tutti noi che in qualche modo ci occupiamo di arti di istituzioni culturali come si fa a far tornare i luoghi dei luoghi artistici i centri artistici centri di combattimento luoghi del combattimento allora sicuramente ci vogliono soldi e non è banale dire che cosa per niente ci vogliono soldi perché se io voglio fare venire antoine d'agata da new york a palermo mi costa se voglio fare una mostra di capa costa anche la mostra dei ragazzi del carcere mi costa e allora è purtroppo è la notizia e non è buona io ho minacciato e ho detto che me ne vado il primo gennaio se vorranno non trovi i soldi non ci sono soldi per la cultura è pazzesco io non vado in giro a cercare un potente magnate con i soldi io non voglio cercare soldi io voglio fare le mostre voglio fare di batino voglio fare libri stiamo facendo questo libro di palermo bellissima con 55 donne che non hanno mai fotografato e io sono fiera che 55 donne se non si tentava con la macchinetta fotografica a cercare qualcosa di cui non sapevano niente avevamo iniziato negli incontri molto importanti poi il comico e ci ha separato ma il libro esce ora il 22 dicembre al natale è l'ultimo lavoro se non si risolve se non si trovano i soldi sufficienti per non fare morire di vergogna quattro persone che lavorano con me che non prendono una lira io io mi sono proposto gratis lo faccio un grande con grande entusiasmo ma quella gente deve avere un minimo di e allora dal primo gennaio noi sapremo se il centro chiude o il centro diventerà di nuovo un luogo per fare barricate per anche per fare cose belle e gentili lo faccio solo cose contro la guerra ho fatto cose con per i diritti degli omosessuali abbiamo fatto un sacco di mosse che hanno a che fare con la vita anzi vorrei fare una cosa sul una mostra sulle coppie marito marito moglie e moglie devo cercare tre fotografi in chiese molto ho incontrato recentemente delle coppie con una bambina è un meraviglioso aprire moglie moglie è una bambina è stupendo ecco le nuove famiglie mi piace molto non è solo contro la mafia che mi il mio interesse beppe e sui movimenti nella nuova società questo e molto molto in testa ecco qui un centro di fotografia culturale che non è solo con la fotografia ma dentro il cinesè tutto pure concerti come musica pure spogliarelli che ne so ecco se ci sono i soldi si farà tutto e si combatte per aprire un poco se io penso a quel com'era la società quando ero giovane io ma altro che le donne farsi fotografare nude che oggi vogliono essere fotografate nude serie interessanti ma allora era mio fratello comandava mio padre il comando comandavano gli uomini comandavano magari non ti picchiamo novellame successo però no tu non potevi decidere niente solo se loro volevano oggi non è così neanche a palermo non è più così e questo è stupendo e stupendo un altro libro sembra un altro tipo se a mettersi al lavoro esatto desalto allora io vado con l'ultima domanda a sabrina che su una frase che mi ha colpito molto nell'ascoli sempre nella tua seconda parte in cui dici che le foto di letizia sono immagini con una terza dimensione in cui la terza dimensione è il racconto della lotta tra il bene e il male perché la sua non è una fotografia muta ma una fotografia che grida e direi che si riaggancia perfettamente a quello al discorso che stavamo facendo e qual è tra le sue fotografie che urlano insomma o le sue storie che urlano quella che ti ha colpito di più ma devo dire che amo in generale tutta la produzione di letizia mi piacciono molto le fotografie di per paolo pasolini perché anche io lo amo particolarmente le sue fotografie che raccontano secondo me bene la solitudine di quel momento in cui non si sentì non si sentiva compreso lui appunto che scriveva essere essere soli a non essere compresi e devo dire che è difficile per me scegliere delle fotografie in particolare diciamo per la mia attività giornalistica sicuramente tutta tutte le fotografie appunto che testimoniano quegli anni terribili sono delle fotografie molto forti per le ragioni di cui abbiamo parlato e quando dico terza dimensione intendo proprio la dimensione narrativa c'è una fotografia che da sola è in grado di raccontare una storia non serve nessun testo non serve nessuna spiegazione questa è la forza di quelle immagini quindi e riguardo appunto alla battaglia tra il bene e il male è una cosa questa che mi ha detto anche fredrich in che è stato uno anche lui dei demiurghi del riconoscimento internazionale del lavoro di ricchezza battaglia ariccina è uno dei personaggi più influenti al mondo per quanto riguarda la fotografia ed è stato diciamo presiedeva la giuria del premio eugene smith che è stato conferito a letizia nel 1985 ex equo con donna ferrato e lui mi ha detto ha definito letizia battaglia documentarista lirica è un'espressione che trovo molto efficace e molto giusta oltre che bella proprio identificando questo suo sguardo poetico questa capacità di entrare in empatia di di cogliere il drammatico come lui lo ha detto nel teatro della strada e lui stesso diceva appunto che è bello che queste fotografie siano in bianco e nero perché in qualche maniera questo bianco e nero rappresenta senza volerlo rappresentare però in maniera simbolica la battaglia tra il bene e il male con tutti i chiaroscuri che ci sono intorno credo che fra idrici l'abbia inquadrato in maniera molto precisa il valore dell'impegno che c'è dietro la fotografia di letizia battaglia infatti dice che la fotografia rappresenta un atto di militanza da sola quindi racconta una storia e allo stesso tempo c'è un atto politico nel senso più vero del termine dietro alla fotografia si e poi qua in mostra lo sappiamo bene si intitola proprio letizia battaglia storie di strada la mostra e di storie ce ne sono tantissime tra l'altro adesso potete vederlo qua soltanto in un frammento però ci sono questi gruppi di di fotografie che raccontano insieme delle storie poi andrea partecipato all'allestimento sicuramente ne sa più di me però in queste sale si riesce ad entrare all'interno delle vite delle persone che ci sono ma credo anche proprio dell'atmosfera che si poteva vivere in quel in quegli anni lì in quella strada lì poi ovviamente non si non lo vivo realmente non l'ho vissuto però è come se in qualche modo queste foto riuscissero a farti c entrare siamo stanchi signora stino e mi fermano e rotti ne va bene allora vi ringrazio molto c'era qualcuno che chiedeva perché per i soldi per la cultura non ci sono i soldi ma direi che questi sono argomenti che rimanderemo ad un altro ad un'altra occasione vi ringrazio ancora molto per essere stati voi è appresto a questo ciao cittadina onoraria mi raccomando onoraria è il cavallo di odino mi raccomando dai ci tengo ciao ciao a tutti