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La Francia nel Seicento: Monarchia e Potere

La Francia verso l'inizio del Seicento, superate le guerre di religione, era uno stato unitario governato da uno dei più grandi e autorevoli re, Enrico IV di Borbone, capostipite della omonima dinastia. Enrico IV voleva accentrare il più possibile il potere nelle sue mani, ma era limitato da istituzioni che si erano consolidate nei secoli. Infatti le alte corte di giustizia delle varie città potevano ostacolare le decisioni del re.

Gli stati generali, cioè l'assemblea dei nobili, del clero e del terzo stato, dovevano approvare le decisioni del re e la nobiltà feudale poteva riscuotere le tasse e amministrare la giustizia nei propri feudi in maniera autonoma. Enrico IV, per indebolire da un lato i privilegi e le autonomie della nobiltà e dall'altro per ottenere il sostegno della borghesia introdusse la vendita delle cariche pubbliche. Con questo sistema affidava per esempio la funzione di amministratore come il giudice o l'esattore delle tasse a persone ricche non nobili che a fronte di un cospicuo pagamento potevano ottenere oltre alla carica anche il titolo nobiliare. Inoltre a fronte di un ulteriore pagamento potevano rendere questa carica ereditaria. Si costituì in questo modo una nobiltà detta di Toga, proveniente prevalentemente dal ceto dell'alta borghesia mercantile, che subito entrò in concorrenza diretta con l'antica nobiltà di Sangue.

Enrico IV nel 1610 venne assassinato e a lui successe il figlio Luigi XIII, che avendo solo nove anni non poteva regnare. e al suo posto governò quindi la madre, Maria de'Medici, fino a quando, nel 1624, venne nominato primo ministro il cardinale Richelieu. Richelieu fin da subito si occupò di rafforzare il potere della monarchia gettando di fatti le basi dell'assolutismo.

Represse l'opposizione degli ugonotti, i protestanti francesi, eliminando tutte le loro roccaforti come la Rochelle, mentre mantenne la libertà di culto. sancita dalle dittodinante. Riorganizzò e accentrò nelle sue mani l'intera amministrazione dello Stato, scegliendo direttamente i funzionari tra la borghesia e il popolo. Organizzò inoltre nelle province una rete di fedelissimi intendenti con ampi poteri giudiziari, fiscali e di polizia, togliendo il potere ai signori feudali. Con lo scopo di rendere la Francia una potenza europea e coloniale, intraprese la conquista del Senegal in Africa e del Canada in Nord America.

Durante la Guerra dei Trent'anni schierò la cattolicissima Francia al fianco dei principi protestanti con lo scopo di indebolire gli Asburgo di Spagna ed Austria. Intervenne in Italia nella guerra contro la Spagna. Per attuare il suo programma Richelieu fu costretto ad aumentare le tue...

tasse proprio durante una difficile carestia causata dalle continue guerre di religione. La nobiltà ne approfittò per tentare di opporsi alla monarchia assoluta e recuperare i diritti sottratti, ma le rivolte furono soffocate da Richelieu. Nel 1642 Richelieu morì e poco dopo anche Luigi XIII.

Al re di Francia successe il figlio Luigi XIV di 5 anni e data la sua giovane età. per governare fu nominato il Cardinal Mazzarino in veste di suo tutore. La situazione politica della Francia a causa della guerra, della crisi economica e delle alte tasse precipitò. Nel 1648 il Parlamento di Parigi guidò una rivolta della nobiltà detta la Rivolta della Nobiltà.

fronda che sfociò in una guerra civile durante la quale il re, la sua famiglia e Mazzarino dovettero fuggire da Parigi. La fronda si esaurì nel 1653 perché la borghesia aveva il timore delle rivolte contadine che stavano dilagando nelle campagne e il re poteva a quel punto ritornare a Parigi. Mazzarino, soprannominato in modo dispregiativo l'Italien per via delle sue origini italiane, fu un primo ministro assai abile nel destreggiarsi tra le insidie di corte e l'avversione dei francesi. Concordò il matrimonio di Luigi XIV con Maria Teresa di Spagna, grazie al quale Luigi XIV successivamente avanzò delle pretese al trono di Spagna.

Negoziò inoltre gli accordi della pace di Vesfalia con i quali ridimensionò Austria e Spagna, portando la Francia in una posizione di predominio in Europa. Alla morte di Mazzarino il re Luigi XIV decise di governare da solo, infatti non nominò più un primo ministro e decise di assumersi personalmente il governo, accentrando tutti i poteri nelle sue mani. Rafforzò nelle province la rete degli intendenti, tolse ai parlamentari la facoltà di proporre delle modifiche ai decreti del re e non convocò mai gli stati generali. Profondamente traumatizzato dalla fronda, Luigi XIV nel 1682 decise di trasferire la corte dal palazzo del Louvre di Parigi alla reggia di Versailles, distante pochi chilometri da Parigi. Fece costruire tale reggia con l'obiettivo di creare la prison d'orè dove attirò la riottosa nobiltà per tenerla impegnata in una vita insignificante.

e oziosa, costituita da balli, spettacoli, battute di caccia e feste, allo scopo dunque di controllarla e tenerla lontano dai propri feudi. Luigi XIV, che portò all'apogeo la grandezza e lo splendore della monarchia francese, venne chiamato Re Sole, a sottolineare una certa concezione divina della monarchia perché ogni scelta del governo francese ruotava intorno alla sua persona. come i pianeti ruotano attorno al sole, condizione questa ben esemplificata dalla sua stessa affermazione «Lo Stato sono io». Luigi XIV affidò la gestione delle finanze al ministro Jean-Baptiste Colbert, il quale fondò delle compagnie di navigazione sul modello inglese, potenziando la flotta mercantile per migliorare i traffici commerciali.

Migliorò inoltre le reti dei trasporti e fece costruire le prime manifatture rege, cioè delle fabbriche. L'opera di Colbert incrementò notevolmente l'economia della Francia creando più ricchezza. ricchezza e di conseguenza aumentando le entrate fiscali che permisero al re sole di intraprendere una politica estera aggressiva caratterizzata da una lunga serie di guerre tra queste la guerra di devoluzione per la conquista da parte dei paesi bassi spagnoli la guerra d'olanda e la guerra di successione spagnola Alla sua morte avvenuta nel 1715 le guerre e i costi di costruzione e gestione di Versailles non solo annullarono il lavoro del ministro Colbert, ma dissanguarono le finanze della Francia, riempiendo di debiti le casse dello Stato.

Nel corso del Settecento questi debiti aumentarono vertiginosamente e furono la principale causa della Rivoluzione Francese.