Nella lezione 84 abbiamo elencato i principali tessuti del corpo umano, il tessuto epiteliale, il tessuto connettivo, il tessuto muscolare e il tessuto nervoso. Nelle tre lezioni successive poi abbiamo delineato una panoramica introduttiva sul tessuto epiteliale e abbiamo parlato un poco più nello specifico degli epiteli di rivestimento e degli epiteli ghiandolari. Passiamo adesso al secondo tipo di tessuto parliamo di tessuto connettivo. Come siamo soliti fare analizziamo il nome delle cose.
Il tessuto connettivo come dice la parola è un tessuto di connessione, un tessuto che connette e lo fa in due accezioni diverse. Connette meccanicamente cioè ancora i tessuti tra di loro. sostiene e protegge gli organi e connette funzionalmente, cioè consente il transito di sostanze e il transito di cellule fondamentali, rispettivamente ad esempio per il metabolismo e per le difese immunitarie.
I tessuti, lo ripetiamo, sono aggregati di cellule caratterizzate da analoghe caratteristiche morfo funzionali. Le cellule del tessuto connettivo sono piccole, poco numerose e hanno varie forme. Se cernono un'abbondante matrice extracellulare ed in questa sono sospese. Il tessuto connettivo è costituito dalle cellule connettivali e dalla matrice extracellulare. A differenza dei tessuti epiteliali trattati finora, I tessuti connettivi hanno capacità di crescita e rigenerazione molto basse.
Caratteristica di questo tessuto è la ricca presenza di nervi e vasi sanguigni, entrambi necessari all'aspetto di connessione funzionale, entrambi necessari allo scambio dei nutrienti e dei prodotti del metabolismo tra i diversi tessuti e il sistema cardiocircolatorio. Sistema cardiocircolatorio che vi consiglio sempre di immaginare alla stregua di esplorando il corpo umano come l'autostrada del corpo. Questa semplice metafora vi dovrebbe già fare intuire che anche il sangue è un esempio di tessuto connettivo. A questo punto è bene che capiate che esistono moltissime tipologie diverse di tessuto connettivo. Parlando genericamente di tessuto connettivo infatti possiamo riferirci tanto al tessuto connettivo lasso, quello sottocutaneo, tanto al tessuto connettivo denso tipico dei legamenti, tanto al tessuto adiposo ma anche al tessuto cartilaginio, al già citato sangue e al tessuto osseo.
Vi rendete conto di quanto sia vasto l'insieme delle tipologie di tessuto connettivo? Cioè quanto percepite diversi il sangue e l'osso? Beh, rientrano entrambi nel grande cappello del tessuto connettivo.
In base alle diverse funzioni che svolgono, classifichiamo i tessuti connettivi come tessuti connettivi propriamente detti, cioè il tessuto fibrillare lasso e il tessuto fibrillare denso, i tessuti connettivi di sostegno, cioè la cartilagine e l'osso, e i tessuti connettivi con funzione etrofica, cioè il sangue, la linfa e il tessuto adiposo. Ora, in tutta questa eterogeneità, ciò che accomuna i vari tipi di tessuto connettivo è il loro essere sempre composti da due componenti strutturali comuni, la matrice extracellulare e le cellule connettivali, che la sintetizzano e se scernono. Detto questo, le cellule connettivali presentano una notevole eterogeneità morfologica e la composizione della matrice extracellulare varia anch'essa molto tra tessuti connettivali diversi.
Tutta l'eterogeneità allora deriva dall'ampia varietà di tipologie delle cellule connettivali e della matrice extracellulare nonché dalle diverse composizioni percentuali nelle quali sono presenti le varie componenti nei diversi tipi di tessuto connettivo. Il tessuto connettivo è sempre costituito da due componenti strutturali comuni. Cominciamo a parlare della matrice extracellulare.
La matrice extracellulare è la matrice in cui sono immerse le cellule connettivali, la matrice che riempie lo spazio tra le cellule mantenendo forma e funzione del tessuto di cui fa parte. La matrice extracellulare è composta dalle fibre che sono strutturate proteiche filamentose e dalla sostanza fondamentale o amorfa che è la sostanza che occupa gli spazi interposti tra le cellule e le fibre. Le fibre sono strutture proteiche extracellulari che forniscono resistenza meccanica ed elasticità.
Esistono tre tipi di fibre, le fibre collagene, le fibre reticolari e le fibre elastiche. La sostanza fondamentale invece è la sostanza È un materiale amorfo ad elevato contenuto di acqua ed è costituita da tre principali gruppi di molecole, i glicosamminoglicani, i proteoglicani e le glicoproteine. Analizziamo velocemente i vari componenti appena elencati, partendo dai tre tipi di fibre. Le fibre collagene sono le fibre maggiormente presenti nei tessuti connettivi. Sono fibre poco estensibili e non elastiche che resistono specificamente alle sollecitazioni di trazione.
Derivano da una proteina chiamata tropocollagene, sintetizzata dai fibroblasti, che è costituita dall'avvolgimento di tre catene polipeptidiche. Più molecole di tropocollagene si associano tra loro sia in direzione testa-coda che parallelamente l'una all'altra e formano le fibre di collagene. Le interazioni tra molecole parallele di tropocollagene contribuiscono in maniera importante alla resistenza di trazione tipica delle fibre di collagene.
Le fibre reticolari sono anche loro fibre di collagene ma compaiono precocemente e poi maturano nelle fibre di collagene tipiche. Sono fibre collagene molto corte, sottili e ramificate che possono resistere a sollecitazioni che provengono da tutte le direzioni. Si trovano ad esempio nella matrice extracellulare che circonda i vasi e gli adipociti, le cellule del tessuto adiposo. Le fibre elastiche infine ok?
Sono costituite da due proteine chiamate elastina e fibrillina e sono fibre lunghe, sottili ed elastiche. In quanto elastiche forniscono proprietà di allungamento e ritorno elastico. Si trovano ad esempio nella matrice extracellulare di pelle, polmoni e vasi sanguigni. Vediamo ora i tre gruppi di molecole che costituiscono la sostanza fondamentale o amorfa.
I glicosaminoglicani o GAG sono lunghe catene di polisaccaridi non flessibili e non ramificate, composte da unità ripetute di disaccaridi. Sono caratterizzate da un'elevata carica negativa che permette loro di legare enormi quantità di acqua. Questa capacità dei glicosamminoglicani di legare molta acqua rende gelatinosa e viscosa la sostanza morfa.
Due glicosamminoglicani hanno nomi abbastanza famosi, l'acido ialuronico, il più diffuso gag nei tessuti adulti ed embrionali, e l'eparansolfato o eparina. I proteoglicani sono macromolecole organiche costituite da brevi catene peptidiche associate ad un'elevata componente glucidica. In pratica sono costituiti da un corp proteico, una parte portante fatta di proteina, su cui si innestano dei glicosamminoglicani. La struttura dei proteoglicani li rende atti a fare da setaccio molecolare attraverso cui i nutrienti possono diffondere tra le cellule e i capillari sanguigni. Le glicoproteine infine, pur avendo una componente proteica e una componente glucidica come per i proteoglicani, differiscono da questi perché caratterizzate da proporzioni diverse delle due componenti.
Anche le glicoproteine come i proteoglicani sono costituite da una componente glucidica innestata su un core proteico, ma in questo caso la componente glucidica è Grazie. quantitativamente meno rappresentata. In genere le glicoproteine sono grosse molecole specifiche per i diversi tipi di tessuto connettivo che svolgono la funzione di facilitare l'attacco delle cellule alla matrice extracellulare.
Esempi sono dati dalla fibronectina nei tessuti connettivi propriamente detti, dalla chondronectina nel tessuto cartilagineo, dall'osteonectina e dall'osteoclascina nel tessuto osseo. Ora le specifiche caratteristiche biochimiche funzionali e meccaniche tipiche di ciascuno dei tipi diversi di tessuto connettivo sono principalmente determinate proprio dalla struttura e dalla composizione della matrice extracellulare. Bene a questo punto possiamo tornare alle due accezioni di connessione accennate in apertura.
La connessione meccanica dei tessuti connettivi, cioè la funzione di ancoraggio dei tessuti tra di loro, di sostegno e di protezione degli organi, implica proprietà di stabilità e robustezza, eredata soprattutto dalle fibre proteiche. Tessuti connettivi, il cui ruolo principale è il sostegno meccanico, quindi hanno matrici extracellulari ricche di fibre, con reti proteiche di sostegno belle solide. La connessione funzionale dei tessuti connettivi invece implica la possibilità di diffusione di sostanze e di migrazione di cellule fornita da alte percentuali di sostanza fondamentale idratata. Tessuti connettivi il cui ruolo principale è il sostegno funzionale quindi hanno matrici extracellulari ricche di sostanza fondamentale idratata e contengono meno fibre, contengono meno barriere al passaggio delle sostanze.
Le varie funzioni tipiche del tessuto connettivo comprendono il collegamento tra tessuti, la demarcazione e la separazione, il sostegno, la riserva, l'isolamento e l'ammortizzamento, il trasporto di sostanze, la difesa, la protezione e la riparazione. Veniamo alla derivazione embriologica dei tessuti connettivi. A differenza del tessuto epiteliale che può derivare da tutti e tre i foglietti embrionali, tutte le varie tipologie di tessuto connettivo derivano dal mesoderma, il foglietto embrionale intermedio.
Il mesoderma dà infatti origine al mesenchima che è il tessuto connettivo embrionale e contiene le cellule pluripotenti da cui derivano le cellule connettivali. Le cellule connettivali che derivano dal mesenchima, l'abbiamo detto, sono estremamente eterogenei. Spaziamo tra fibroblasti, che sono cellule che producono ed elaborano le fibre, macrofagi e mastociti, che sono cellule del sistema immunitario, adipociti, che sono le cellule del tessuto adiposo, globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, che sono le cellule del sangue, cellule staminali, emopoietiche che sono le cellule staminali da cui hanno origine tutte le cellule del sangue e del sistema immunitario, chondroblasti che sono le cellule deputate alla costruzione del tessuto cartilagineo e osteoblasti che sono le cellule che elaborano una matrice extracellulare del tessuto osseo.
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